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CAPITOLO 7: MUTAMENTO E VARIAZIONE NELLE LINGUE

LA LINGUA LUNG L’ASSE DEL TEMPO: una proprietà empiricamente evidente è costituita dalla variazione
sotto forme diverse che si manifestano in ogni lingua è anzitutto visibile lungo l’asse del tempo, nella
diacronia. Cambiamenti nel suo lessico o nelle sue strutture in relazione al passare del tempo è il
mutamento linguistico e il settore della linguistica che si occupa del mutamento è la linguistica storica. Una
lingua di fatto è continuamente in movimento, il mutamento linguistico è più veloce del mutamento
genetico biologico, ma è più lento dei mutamenti socio-culturali e molto più lento dei mutamenti di
costume e della moda. I cambiamenti graduali. I cambiamenti locali multipli in diverse parti del sistema
possono sommarsi e ingrandire via via le differenze fra uno stato di lingua e l’altro. Quando un stato di
lingua risulta così cambiato da non essere più riconoscibile dai parlanti come quella lingua. Si può dire che è
nata una lingua dell’italiano. Il fenomeno è avvenuto gradualmente, le nuove lingue, i volgari hanno
cominciato ad essere documentate in usi scritti. Un innovazione si diffonde e coesiste nel sistema con
l’elemento preesistente se questo c’era può essere accettata dalla comunità parlante ed avere successo
fino soppiantare l’elemento vecchio. Le cause dei fattori del mutamento linguistico sono molteplici. Interne
alla lingua e a fatti esterni. Un fattore extralinguistico come la decadenza o estinzione di lingue morte:
assieme al fenomeno opposto cioè la nascita di una lingua costituisce il caso più macroscopico di
mutamento linguistico. Spesso la lingua che i estingue lascia tracce sulla lingua nuova. Sostrato è il termine
che fra lingue si impiega per indicare in generale l’influenza di una lingua precedente sulla successiva. I
fattori interni sono le tendenze del sistema a regolarizzare acquistare coerenza e simmetria ottimizzare le
strutture e a semplificare. L’economia del sistema, i singoli mutamenti che avvengono in una lingua
sembrano seguire una logica interna, un percorso dinamico coerente.

FENOMENI DEL MUTAMENTO: i fenomeni del mutamento fonetico sono anche validi in sincronia. L’etimo è
la forma originaria più antica da cui la forma attuale proviene. Nel mutamento fonetico di assimilazione:
due foni articolariamente diversi nel corpo della parola tendono a diventare simili o uguali mediante
l’acquisizione da parte di uno o più tratti comuni con l’altro fono. Nessi consonatici (nocte-note),
assimilazione regressiva (K occlusiva velare) e assimilazione progressiva (d si assimila alla consonante nasale
che la precede). Assimilazione anche la cosiddetta palatilazzazione delle consonanti velati davanti a vocali
anteriori. Tra foni non contigui nella catena parlata, come nella metafora termine che indica la
modificazione del timbro di una vocale interna per effetto della vocale finale. L’armonia vocalica dove la
vocale della radice lessicale influenza il timbro delle vocali dei suffissi a questa aggiunti. La dissimilazione
differenziale tra foni che ha quando due foni simili o uguali non contigui in una parola diventano diversi. Dal
latino le lingue romanze sono:

- Metatesi spostamento dell’ordine dei foni di una parola.


- Caduta di foni di vocali in una parola. Aferesi in posizione iniziale. Sincope in posizione interna. Con
concomitante assimilazione Apocope. Nella semplificazione dei nessi consonatici articolariamente
complessi.
- Aggiunta e Epentesi nel corpo di una parola. Protesi all’inizio. Epitesi alla fine. Dittongazione.

Il livello fonologico, fenomeni ricorrenti sono:

- Allafoni di un fonema acquisiscono valore distinto e diventano fonemi autonomi fonologizzazione.


- Fonemi perdono il valore distintivo e diventano allofoni di un altro fonema defonologizzazione,
fusione di due fonemi.
- Perdita di fonemi è scomparsa in italiano dove alla lettera h non è associata alcuna realtà fonica:
relitto grafico.
L’insieme di questi fonemi può portare al mutamento dell’inventario fonematico di una lingua. Fonetici-
fonologici possono anche consistere in spostamenti che coinvolgono intere serie di foni. Le rotazioni
consomatiche sono le più note tra i mutamenti.

La legge di Grimm riguarda il passaggio delle occlusive sorde a fricative sorde, delle occlusive sonore e
occlusive sorde e delle occlusive sonore aspirate a occlusive sonore, e caratterizza il ramo gemanico delle
lingue indoeuropee rispetto agli altri rami.

Nella morfologia possono cadere distinzioni morfologiche di nuove, e i morfemi possono cambiare le loro
regole di impiego.

L’analogia che consiste nell’estensione di forme e contesti in cui esse non sono appropriate, sul modello dei
contesti più frequenti e normali. L’analogia è quindi un fatto regolarizzante che crea simmetria eliminando
le eccezzioni ed è basata su un rapporto proporzionale fra gli elementi coinvolti.

Rianalisi: è la formazione nelle lingue romanze habeo epistulan scriptam ho in mano una lettere scritta. È
avvenuto un indebolimento semantico del verbo habere, il valore aspettuale perfettivo del participio
passato prevale su quello di contemporaneità del presente e il costrutto viene rianalizzato come un verbo
complesso che regge un complesso oggetto, con valore di tempo passato. Verbo habere da parola piena
(significato lessicale) a parola vuota (verbo ausiliare).

Grammaticalizzazione si intende il mutamento per cui un elemento del lessico diventa un elemento della
grammatica come parola funzionale o morfema.

Il mutamento sintattico concernono l’ordine dei costituenti. Il latino tipo SOV o OV. Le lingue romanze sono
SVO.

Nella semantica lessicale l’arricchimento del lessico vale a dire con l’ingresso nell’inventario dei lessemi di
una lingua di nuove unità. L’arricchimento del lessico può avvenire con materiali e mezzi interni alla lingua,
utilizzando meccanismi di formazione di una parola a partire dal lessema o ricorrendo a materiali di altre
lingue nella forme del prestito o del calco. Avviene anche il fenomeno opposto ovvero la perdita di lessemi.
Avvengono cambiamenti nelle associazioni fra il significato esistente o ne viene attribuito un altro.
Somiglianza cioè metafora, contiguità cioè metonimia e paretimologia cioè risemantizzazione di una parola
mediante a rimotivazione del suo significato che la rende più trasparente attraverso l’apprendimento a una
parola nota. Spesso quello che cambia è l’ambito dell’impiego così si hanno esptensioni o restringimenti. In
questo ambito rientrano anche i mutamenti semantici per tabuizzazione che riguardano l’interdizione di
parole relative a determinate sfere semantiche e ai concetti attinenti che vengono sostituiti da eufemismi
(parole dal significato non diretto). I mutamenti possono coinvolgere campi semantici portando a una loro
restrutturazione. Nella pragmatica si hanno mutamenti. Allocuzione passato dal latino tu a voi.

LA VARIAZIONE SINCRONICA:

in sincronia in un dato periodo temporale ogni lingua ha usi diversificati si adatta a tutti i vari contesti di
impiego in una cultura società. La variazione linguistica sta nel suo essere funzionale a i diversi bisogni
cumunicativi e sociali a cui i parlanti di una lingua deve rispondere per un certo periodo storico in una certa
comunità.

La sociolinguistica studia che cosa accade quando un sistema linguistico è calato nella realtà concreta degli
usi che ne fanno i parlanti nelle loro interazioni verbali. Un insime di forme linguistiche che abbiano la
stessa distribuzione sociale cioè in concomitanza con caratteristiche della società dei sui membri e le
situazioni in cui esse agiscono costituisce una varietà di lingua e si fa riferimento a fatti linguistici e sociali.
Una lingua si manifesta sempre sotto forma di varie età è costituita da un insieme di varianti tra loro
solidali. Sono quando le variabili sociolinguistiche a dare luogo sul versamento linguistico alle varietà di
lingue una variabilità sociolinguistica è un punto che ammette realizzazioni diverse ciascuna delle quali è in
correlazione con qualche fatto extralinguistico. A livello lessicale possono essere considerate variabili
sociolinguistiche le coppie di lessemi si no ni mi ci per quanto riguarda il significato denotativo ma collegati
a diversi ambiti del uso della lingua

Dimensione di variazioni: le varianti extralinguistiche hanno 4 dimensioni di variazione: diatopia diastrattia


diafasia diamesia. La prima riguarda la variazione nello spazio geografico attraverso i luoghi in cui una
lingua parlata e i suoi abitanti risiedono, la seconda riguarda la variazione nello spazio sociale, la terza
riguarda la variazione attraverso le diverse situazioni comunicative e l’ultima è un canale di comunicazione
opposizione tra parlato e scritto. Esempio: gli italiani reginali.

I geosinonimi cioè termini differenti usati in diverse regioni italiane per indicare lo stesso oggetto o
concetto.

Regionalismi semantici significati assunti da un lessema in una determinata area.

La differenziazione diatopica può superare i confini geografici di una singola nazione. Nella fonetica ci sono
pronunce italiane influenzate dal dialetto alcuni fenomeni sono la semplificazione della pronuncia ,
assimilazione, epentesi e metatesi. Nella morfologia l’estensione del clitico ci alla terza persona o forme dei
paradigmi verbali nella formazione dei comparativi e semantica invece sulle convenzioni grammaticali. La
sintassi è un tema libero.

Ma la propismi deformazione di parole difficile da similare a parole nota.

Le varietà diastratiche stanno verso l’estremo basso cioè non sono di prestigio.

L’italiano popolare è il cattivo padroneggiamento della lingua standard.

La dimensione diafasica è più complessa; i registri sono le varietà diafasiche dipendenti dal carattere
formale o informale dell’interazione comunicativa e dal ruolo reciproco dei parlati

I sottocodici sono verità diafasiche dipendenti dal argomento di cui si parla un esempio di variazione di
registro sono la fusione la riduzione sillabica e la ipoarticolazione delle parole, accorciamenti di parole.

Allocutivi forma con cui si rivolge agli interlocutori. Nel lessico l’uso di termini espressivi o connotati come
volgari. I sottocodici hanno termini tecnici ogni parlante di una lingua ha una certa gamma di registri.

La variazione diamesica ha due sotto dimensioni il mezzo canale connessi al carattere fisico, l’altra una
caratteristica strutturale di una lavorazione interna del messaggio si può distinguere: in fonico grafico
scritto parlato.

Nella comunicazione con le nuove tecnologia sono sempre più presenti i generi di produzioni linguistiche
che presentano i caratteri del modo parlato e di quello grafico. Ogni dimensione rappresenta un asse di
variazione della lingua su cui si possono collocare le diverse varietà di lingua.
Architettura: l’asse orizzontale rappresenta la dimensione diatopica; la verticale quella diastratica e obliquo
diafasica. Gli estremi degli assi sono differenziati nel asse della diafasia è da intendere che a sinistra stanno i
sottocodici e a destra i registri

Repertori linguistici: possono essere varietà della stessa lingua o di più lingue, nel caso delle più lingue è il
repertorio normale, ha una varietà standard cioè una lingua codificata dotata di norma prescrittiva con
manuali di riferimento, unitaria, adatta all’insegnamento scolastico. I dialetti lingue di uso orale inferiori
rispetto alla lingua standard possono essere sistemi linguistici imparentati con la lingua standard ma
avendo una loro storia; possono essere varietà risultanti dalla diversificazione su base territoriale di una
certa lingua dopo che è stata diffusa. le lingue di minoranza sono varietà di lingua non imparentate con la
lingua standard parlate da gruppi di demografica ridotta rispetto al resto della popolazione chiamate
minoranze linguistiche

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