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Sociologia (23/4/21)

Il processo di socializzazione è un processo ampio perché dura tutta la vita, quindi microsociologico.
Diventa anche importante il riferimento alla socializzazione di genere. In sintesi, la socializzazione è tra i
processi più importanti, perché ha una duplice funzione che fa acquisire quel ruolo sociale che abbiamo
visto essere molto importante in sociologia e su cui molti autori hanno messo l’attenzione. Pensate proprio
Parsons che arriverà a fare riferimento al ruolo del malato; anche il malato ha un ruolo sociale. Non si può,
parlando della socializzazione, non fare riferimento alla socializzazione di genere. Oggi più che mai la
società è sempre più caratterizzata da un impatto culturale che è completamente diverso rispetto al
passato. Il passaggio principale da cui si deve partire è rappresentato dal fatto che il sesso è biologico,
mentre il genere è sociale. Questo significa che il genere è strettamente collegato a tutto quello che è
costruito, quindi il genere maschile, il genere femminile, non sono da ricondurre direttamente al sesso ma
sono da ricondurre a una costruzione sociale, nel senso che, durante il processo di socializzazione le
persone hanno acquisito degli atteggiamenti che possono essere femminili, che possono essere maschili e
che vanno a connotare e quindi a formare le persone che possono essere orientate a un genere femminile
o a un genere maschile. Ovviamente ci sono alcune persone che hanno evidenziato che si sentivano nati in
un corpo sbagliato e hanno cercato di cambiare genere perché si sentivano più orientati verso un genere e
questo orientamento va ad esplicitare l’adozione poi di stili di vita che sono connessi a quel genere
(abbigliamento, di portare capelli corti o farsi crescere la barba). La distinzione tra sesso e genere è
fondamentale perché molte differenze che intercorrono tra gli uomini e donne non sono esclusivamente di
natura biologica. Quindi si fa riferimento alla socializzazione di genere, cioè all’acquisizione (la
socializzazione è l’acquisizione di un qualcosa) di tutti quei ruoli che sono connessi a quella tipologia di
genere. Attraverso la socializzazione le persone imparano, perché di fatto il ruolo sociale si impara non è
innato. La socializzazione di genere fa riferimento al fatto che c’è stato, durante questa percorso, un
apprendimento di ruoli di genere, che possono essere maschili o femminili e che queste acquisizioni, questi
apprendimenti sono trasmessi dalle agenzie più importanti che sono la famiglia, la scuola, ecc. Il bambino
nasce con il sesso biologico e poi durante il percorso di crescita individuale andrà ad acquisire quel ruolo
che andrà a svilupparsi in un senso piuttosto che nell’altro. In questo senso si mette in evidenza come sia
importante l’acquisizione del genere perché il genere è sociale non è innato; fa riferimento a tutti quelli che
sono gli atteggiamenti che sono connessi a quel genere. Pensate al senso di paura che è connesso più al
genere femminile e meno al genere maschile. Quello che si mette in evidenza è che tutti gli studi che si
basano sulle interazioni che intercorrono tra i genitori e i figli fanno riferimento al fatto che ci sono delle
differenze, che incidono nello sviluppo del genere, nel trattamento dei maschi e delle femmine, anche
quando i genitori fanno giocare i bambini. In questo caso creare un’immagine di un certo tipo, per esempio
incutere la paura, leggere fiabe di un certo tipo o vestirli in un certo modo determinerà la costruzione di
genere. Se a un bambino viene data una sanzione di tipo positivo ( come sei coraggioso) va a sviluppare un
genere ovviamente maschile invece ad esempio se si va ad incutere timore o la sanzione è negativa si
determinerà una socializzazione più al femminile, quindi i rinforzi relativi all’atteggiamento che viene posto
dai genitori nei confronti dei bambini, che possono essere sanzioni o rinforzi positivi o negativi, aiuteranno
a lungo andare i bambini e le bambine ad apprendere e a conformarsi a quei ruoli sessuali e che sono attesi.
I sociologi mettono in evidenza che l’omosessualità non è un fattore biologico ma un fattore che si è
appreso durante il processo di socializzazione, un ruolo più orientato al femminile piuttosto che al maschile.
Questo perché è stato, da parte dei genitori, svolto una tipologia di atteggiamento che ha puntato
soprattutto a sanzioni che sono state negative, positive nel caso in cui il rinforzo sia positivo. Tutto questo
andrà a determinare una differenza di genere, che oggi è un argomento attuale e che fa parte del
mutamento sociale, culturale. La socializzazione di genere viene sempre più messa in evidenza proprio
perché si è determinato un contesto storico e sociale diverso. Le persone possono prendere atto di questo
cambiamento, se ne può parlare liberamente; questo dipende però dalla tipologia di società, perché in
alcune società non si possono ancora ostentare queste differenze di genere. Si è arrivati ad una sorta di
legittimazione anche giuridica di differenza di genere, proprio perché oggi rappresenta una parte
importante di un processo, che è un processo fondamentale perché permette alle persone di dichiararsi di
un genere piuttosto che un altro. È fondamentale la capacità di adattarsi, di conformarsi al ruolo sociale.
Tutto il processo di socializzazione fa riferimento al fatto che è importante conformarsi al proprio ruolo.

Mi è capitato uno studente universitario, che all’appello, ha risposto ad un nome femminile; non mi era mai
capitato e ho pensato fosse un errore nell’elenco; nella pausa il ragazzo mi ha detto che era diventato
uomo ma nella carta di identità c’era ancora il suo nome di donna. Noi siamo un paese con un forte
retaggio cattolico quindi cambiare genere dal punto di vista anagrafico è molto complesso e soprattutto la
diversità deriva dal fatto che bisogna innanzitutto attivare un iter burocratico impegnativo, ma la cosa più
incredibile è che ci si pone da parte dello Stato la problematica che una persona possa cambiare idea,
perché è successo che dopo alcuni anni qualcuno abbia cambiato idea. Mi diceva che da piccolo la madre lo
vestita sempre al maschile e questo gli ha comportato una formazione del ruolo completamente diverso. I
funzionalisti davano molta importanza al ruolo sociale, perché rispondendo alla famosa domanda “come è
possibile l’ordine sociale?” “Come è possibile la società?” È chiaro che la capacità di conformarsi al ruolo
inevitabilmente poi porta le persone a non avere problematiche in ordine di integrazione sociale, in ordine
di acquisizione del ruolo. E non solo l’incapacità di conformarsi al proprio ruolo che determina
problematiche sociali ma anche la percezione in questo caso scorretta dei ruoli degli altri; quindi
l’incapacità di conformarsi al proprio ruolo e percezione scorretta del ruolo degli altri. Tutto questo sono
ovviamente evidenziate come dei processi che denotano un fallimento della socializzazione. Quindi quali
sono le conseguenze del fallimento della socializzazione? l’incapacità di conformarsi al proprio ruolo, da
un lato, e la percezione scorretta del ruolo degli altri. Infatti, proprio la devianza è la rappresentazione del
fatto che un deviante non ha evidentemente acquisito la conformazione al ruolo e quindi si distacca, non
rispetta, quelle norme sociali. Di conseguenza la devianza cos’è? È proprio l’incapacità di conformarsi a
doveri da un lato e diritti dall’altro lato che sono connessi ai ruoli sociali; ogni ruolo in qualche modo è
rappresentativo di un insieme di diritti e di doveri. Questo è tutto un fatto culturale, spesso si mette in
evidenza soprattutto molti sociologi tra cui Bellasi che è uno studioso delle società asiatiche fa riferimento
al modello relativo alla società occidentale da un lato e il modello relativo alla società orientale dall’altra e
mette in evidenza come ci siano differenze culturali, differenze relative all’acquisizione che ne è derivata da
questi ruoli sociali che poi li portano ad essere connotati in maniera differente. La società occidentale è
caratterizzata da diritti per tutti; la società asiatica è caratterizzata da doveri, meno di diritti. Se vedete un
film asiatico notate subito le differenze, il rispetto per gli anziani, che sono considerati dei saggi, dei
portatori di saggezza; da noi non è così, e loro hanno atteggiamenti ossequiosi. Tutto questo viene messo in
evidenza quando si fa un’analisi di comunità, per questo le culture asiatiche non sono culture che non
hanno problemi di integrazione sociale, non creano allarme sociale. La società occidentale è caratterizzata
da diritti per tutti; la società asiatica è un modello sociale che fa riferimento ad una società basata sui
doveri, totalmente diverso dall’ostentare un diritto. Da sociologa capisci subito le differenze; pensate un
muro imbrattato da writers, nella cultura asiatica non esiste perché hanno una cultura basata sul rispetto,
quindi anche una cosa del genere sarebbe ripudiata, sarebbe vista male. Quindi socializzazione.. si
apprendono tutte le abilità, si apprendono tutti gli atteggiamenti che sono connessi a quel ruolo. Come dice
Smelser, che è stato un altro autore importante sulla scia del funzionalismo, che è una corrente alla quale
ha aderito sia Durkheim sia Parsons, funzionalismo che si differenzia dal conflittualismo, il cui esponente più
importante è Marx. La visione del funzionalista è la funzione di una società ordinata, come se fosse un
organismo vivente rappresentato da tante parti in cui ogni parte assolve al funzionamento di un'altra parte.
Che significa che ogni parte assolve al funzionamento di un’altra parte? Significa mettere in evidenza che se
una parte non funziona inevitabilmente il sistema non funzionerà e di conseguenza per questo i
funzionalisti, Durkheim, Parsons, danno molta importanza a tutto quello che mantiene la società, tutto
quello che fa funzionare la società, perché poi è dal funzionamento di quelle parti da cui dipende la stabilità
del sistema sociale. Innanzitutto, come diceva Smelser, perché il processo di socializzazione si possa
ritenere riuscito è necessario che in primis le persone capiscano che cosa si attende dal loro
comportamento, cioè quale comportamento è implicito nei ruoli che assume; quindi prima è capire quello
che è connesso col ruolo, tutti gli atteggiamenti e comportamenti che sono connessi a quel ruolo, e questo
diventa importante, perché attraverso l’acquisizione per espletarlo (il ruolo) correttamente dice Smelser
diventa fondamentale capire i comportamenti connessi a quel ruolo specifico. Facciamo un esempio: il
ruolo dello studente. Quando è esplicitato correttamente? Io so perché durante tutto il processo di
socializzazione mi è stato trasmesso che lo studente deve seguire le lezioni deve studiare deve superare gli
esami quindi è chiaro che io so che quei comportamenti sono connessi al funzionamento del ruolo dello
studente. Il secondo step è quando si va ad acquisire quella competenza specifica per esplicitarlo
correttamente. Il terzo passaggio è arrivare a soddisfare le aspettative sociali degli altri. Diventa
importante soddisfare le aspettative sociali perché io so, sulla base di quello che mi è stato trasmesso, che a
quel comportamento, a quel ruolo è connesso un determinato comportamento, un determinato
atteggiamento. Quindi se tu li svolgi correttamente, tu andrai a soddisfare le aspettative sociali degli altri
perché gli altri si aspettano da te un determinato comportamento e se tu non vai a soddisfare quel
comportamento inevitabilmente non avrai svolto bene il tuo ruolo sociale e di conseguenza ci sarà
un’incapacità di espletare quel ruolo, incapacità di conformarti al quel ruolo e questo ti porterà
inevitabilmente ad essere etichettato come un deviante, come uno che non si è conformato perfettamente
al ruolo sociale. Diventa fondamentale, e noi non ce ne rendiamo conto, soddisfare le aspettative sociali
degli altri. Io mi aspetto da te un determinato comportamento nella misura in cui tu lo vai ad espletare
correttamente. Quindi diventa fondamentale soddisfare le aspettative sociali degli altri perché nella misura
in cui vai a soddisfare le aspettative sociali degli altri arrivi all’altro passaggio importante, all’accettazione
delle regole della società, che sono quelle che permettono poi l’integrazione sociale. Nel momento in cui
vai ad accettare le norme della società poi sei effettivamente integrato, adattato al sistema sociale come
diceva Parsons. L’accettazione delle norme sociali ti permette di desiderare di essere adeguato a quel ruolo
sociale. il ruolo sociale da non confondere con la classe, ceto. La classe è la rappresentazione dalla
condizione economica. Poi c’è la stratificazione sociale, la società in strati sociali, in classi sociali. Quindi la
classe è economica, invece per esempio un barone un principe che posizione occupa all’interno della
società? cioè gli viene riconosciuto da parte della società l’importanza, non per la classe perché magari non
ha più soldi, però occupa un ceto sociale, una posizione all’interno della società anche se non ha più soldi.
Quindi il ceto è lo stato sociale, la classe è economica. Quindi Parsons arriva a parlare del ruolo del malato.
Anche il malato svolge un ruolo sociale, ma lo svolge fino ad un determinato punto. Uno degli interrogativi
ricorrenti quando ci si approccia al discorso sociologico è sempre perché le persone si vestono in un modo,
perché le persone si comportano in un modo, quindi in questo caso il ruolo del malato è un ruolo che
svolge il malato in qualità di malato e che la società lo giustifica in qualità di malato ma fino a un certo
punto; oltre a un certo punto si può scivolare in un comportamento deviante, in un comportamento che si
distacca, perché la normalità è altro. Fino a quando la società ti accetta? Fino a quando tu stai svolgendo il
ruolo del malato? Fino a quando non ti riabiliti; quindi sei malato fino a quando tu esegui perfettamente
quello che ti dice il medico; non basta la prescrizione del medico perché se butti nella spazzatura la
prescrizione, sei malato, ti ritiri dal sociale ma poi devi integrarti nel sociale e di conseguenza devi eseguire
perfettamente la prescrizione che ti viene data e che ti permetta di ritornare di nuovo dentro al sociale, la
volontà di ritornare dentro il sociale, il desiderio di rientrare di nuovo in quel ruolo altrimenti sei giustificato
fino a quel momento. Il dibattito è ampio. Pensate al fine-vita per esempio. In Italia l’eutanasia è vietata
mentre in Svizzera proprio recentemente c’era un ragazzo giovane che si è fatto accompagnare per l’ultimo
viaggio, perché ha deciso di terminare la sua vita, ma da un punto di vista sociale il suicidio, l’eutanasia, non
sono giustificabili. Il fine-vita rappresenta un dibattito importante e in futuro ci sarà sempre di più perché
connessa a tanti fattori.
Ogni società deve assicurare la propria continuità nel tempo; è necessario quindi che essa disponga di
pratiche e istituzioni atte a trasmettere una parte del patrimonio culturale che ha accumulato nel corso
delle generazioni. A differenza del mondo animale dove azioni e comportamenti sono trasmessi perlopiù
per via genetica attraverso un cospicuo bagaglio istintuale. L’istinto fa riferimento al l biologico e quindi
innato, non modificabile, l’impostazione biologica fa riferimento all’innatismo, se una cosa è biologica non è
modificabile dall’esterno; la spiegazione secondo il punto di vista Lombrosiano che era da ricercare negli
aspetti biologici, le sopracciglia, il cranio. Quindi per acquisire conoscenze che andranno a sostanziare
azioni e comportamenti, il mondo umano ha bisogno di un lungo periodo di apprendimento. Infatti è un
processo che dura tutta la vita e che Barbagli, che è un sociologo italiano, con una frase evidenzia che il
bambino ripercorre a tappe forzate tutto il cammino che la società ha prodotto fino a quel momento.
Questo ti dà l’idea che il processo è molto lungo e che viene trasmesso. Si evidenzia che noi abbiamo scarso
bagaglio istintuale, quindi diventa necessario per la sopravvivenza degli esseri sociali; non potrebbero
vivere se non vengono stimolati. Pensate al linguaggio, ad acquisizioni di competenze. Quindi la
socializzazione è uno strumento verso il quale il patrimonio culturale della società viene appreso e gli
individui poi diventano membri della società sviluppando una propria identità che può essere o sociale o
culturale. Il patrimonio culturale che viene trasmesso è tutto ‘l’insieme dei valori, delle norme, dei modelli
di comportamento, delle capacità, di tutto quello che è esterno all’individuo, che però lo va a condizionare
e permette ai nuovi membri di essere parte della società.

Lo sviluppo dell’identità è importante e può essere identità personale e sociale. Quindi l’identità personale
è l’immagine che l’essere sociale ha di sé. L’immagine che una persona ha di se stesso fa riferimento a
un’identità che però è un’identità personale. C’è anche invece l’identità sociale, che è rappresentata
dall’insieme proprio di tutti i ruoli svolti dal soggetto nel corso della vita. L’insieme di tutti i ruoli che sono
svolti dà l’immagine di un’identità sociale. L’identità può essere personale, l’immagine che l’essere sociale
ha di sé oppure c’è un’identità sociale che è rappresentata dall’insieme dei ruoli svolti dal soggetto nel
corso della vita e questo ti dà l’identità sociale. Poi ci sono anche altre tipologie di identità, pensate
all’identità locale, che fa riferimento essenzialmente a persone che si vanno ad identificare in una
comunità di appartenenza, pensate per esempio ai paesi più piccoli dove c’è un tradizionalismo più forte e
dove le persone si identificano localmente in una comunità che è quella di appartenenza e che non riescono
però poi inevitabilmente a superare l’individuale a favore del collettivo, sono talmente legati .. il legame fa
riferimento al fatto che uno si va ad identificare con quella comunità. Ci sono stati molti studi su queste
tematiche e Banfield, che è un autore che ha studiato proprio una società del sud, Montegrano, cercava di
capire perché le persone non riuscivano ad uscire fuori da quel contesto; ci sono persone che non
potrebbero vivere fuori da quel contesto sociale perché si vanno ad identificare a quella comunità di
appartenenza e non riescono a superare quell’identità locale, a favore di un’identità globale, più ampia.
Oggi, con la globalizzazione, l’identità diventa anche un’identità globale perché siamo in una società
caratterizzata dalla globalizzazione. Quindi personale, sociale, locale, globale.

Quali sono gli agenti che intervengono durante la socializzazione? La famiglia, nella primaria, poi nella
secondaria c’è la scuola. Quali sono le altre agenzie importanti? La parrocchia è identificativa di una
determinata religione, quindi la religione. I mass-media sono sicuramente mezzi oggi considerati più
socializzanti ed aggreganti rispetto ad altri perché permettono una capacità di condivisione molto forte; il
condividi è l’accettazione di un qualcosa. Bisogna fare riferimento all’evoluzione dei mass-media; si è partiti
dalla radio, la televisione, oggi invece i social network sono sicuramente strumenti aggreganti e
condizionanti molto forti. Ci sono numerose ricerche che hanno cercato di capire se in qualche modo i
media influenzano le persone. È chiaro che l’influenza è enorme. Pensate a quanto possa influenzare la
pubblicità nell’acquisto di un prodotto; noi non ce ne rendiamo conto ma tu vai in un supermercato e vedi
dei prodotti, uno pubblicizzato e l’altro no, è chiaro che la scelta ricadrà sul pubblicizzato perché si è
imposto nella nostra mente quel marchio, quel simbolo. Oggi, con la pandemia, sono diventati quelli che
vengono definiti strumenti ai quali non si può non avere, che danno la dimensione del post-sociale perché
si crea una tale interdipendenza che poi diventa anche una dipendenza vera e propria. Pensate quante
famiglie hanno problematiche inerenti al fatto che i ragazzi di oggi, anche prima della pandemia, sono
dipendenti dal telefono, da internet. Non a caso, i sistemi detti chiusi che vanno a limitare sono proprio i
mass-media. Pensate alla Cina dove whatsapp è vietato, non funziona proprio, così come youtube. Perché i
cinesi sono un numero importante e il loro sistema è diverso dal nostro, pienamente democratico, loro
hanno la necessità di controllare le persone. I mass-media hanno anche tra le altre cose l’immediatezza
della notizia quindi di conseguenza c’è la paura che si possano diffondere notizie a tutti e quindi la necessità
di intervenire nel limitare la diffusione di notizie sgradite al governo. I mass-media vanno a creare quella
frattura tra due canali: il canale classico della socializzazione e il canale moderno.

Altri agenti di socializzazione sono l’ambiente di lavoro, lo sport. In Campania si è assistito al tentativo di
Maddaloni, che ha una palestra a Scampia dove pratica judo; molti studi hanno messo in evidenza che il
judo sia uno sport considerato importante perché ti va a sviluppare proprio il rispetto, perché è nelle regole
dello sport, il rispetto per il maestro, il rispetto per l’avversario. Ci sono stati molti tentativi di recupero di
persone. Lui attraverso la pratica di questo sport ha recuperato parecchie persone. Judo in particolare ti
infonde il rispetto per il maestro. L’altro agente importantissimo è il gruppo dei pari, cioè il gruppo di
riferimento che sono caratterizzati. Ci sono tantissimi casi di persone, anche figli di persone importanti, che
si riuniscono per vandalizzare le macchine e alla domanda perché lo hai fatto? Rispondono perché mi sono
ritrovato tra gli altri e se non lo facevo anche io sembravo strano, il senso di associarsi; di conseguenza
questo diventa l’ambiente più importante con cui vai ad instaurare dei rapporti che sono caratterizzati dal
fatto di essere rapporti simmetrici e dal fatto che sono caratterizzati dall’assenza di autorità. Non c’è
l’autorità, non c’è un rapporto di subordinazione come ci può essere nella famiglia. Un rapporto di
subordinazione perché uno degli insegnamenti fondamentali è quello che il ruolo debba essere rispettato, il
capire, l’acquisire, l’imparare le competenze per poi arrivare al rispetto del ruolo. Nelle periferie più
disagiate creare delle palestre, degli spazi culturali, che non siano semplicemente commerciali, perché
purtroppo se si trasferisce tutto sul commerciale c’è sempre una perdita di altri valori, che sono valori
importanti.

L’altro argomento più che mai attualissimo è l’educazione ambientale, che rappresenterà nei prossimi anni
una svolta. La situazione del pianeta è grave,. Se non si va a sviluppare una sensibilità nei confronti
dell’ambiente, una consapevolezza che l’ambiente ci appartiene, come fanno in altri Stati dove ci sono
progressi maggiori rispetto ai nostri, e soprattutto investire. Per esempio il lockdown ha avuto come
risvolto positivo in tanta negatività quello di ritrovarsi in spazi esterni, pensate alla rivalutazione dei parchi,
che non siano solo commerciali perché oggi si fa sempre riferimento al piacere, al commerciale. Quindi il
gruppo dei pari è importante ed è sempre stato al centro del dibattito sociologico. L’importanza del gruppo
dei pari è fondamentale perché è caratterizzato dal non avere un rapporto di subordinazione e di non avere
un rapporto di autorità come dovrebbe essere nella famiglia. Da un punto di vista di analisi sociologica, i
problemi familiari sono in aumento; pensate ai figli che uccidono i genitori e anche lì tra le varie spiegazioni
sociologiche si mette in evidenza il fatto che ci sia troppo un’educazione che non sia orientata e basata al
rispetto del ruolo e quindi se si tende a confondere i ruoli ecco che si va ad instaurare un rapporto non più
come dovrebbe essere di subordinazione.

Ritornando alle parole-chiave, il processo relativo all’individuazione, che fa riferimento al fatto che ci sono
delle caratteristiche che lo individuano rispetto ad un altro, ruoli sociali, socializzazione primaria e
secondaria.

Per poi arrivare al fatto che la socializzazione è un processo continuo. E poi c’è la desocializzazione. Cioè il
fatto che ci sono persone che oggi si vogliono sentire, come dice Duren, protagoniste, non vogliono sentirsi
schiacciati nei ruoli. Ricordatevi anche questo aspetto del ruolo del malato, che è una concezione che va in
maniera diversa da quella che invece dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, cioè il benessere non è
solo il fatto di non avere malattia ma il fatto che sia caratterizzato anche da un benessere che può essere il
benessere sociale, il benessere fisico. Questo è il pensiero di Parsons riferito essenzialmente alla figura del
malato senza far riferimento al benessere sociale, mentre per l’OMS la salute non è solo rappresentata
dalla malattia ma è rappresentata anche dal benessere, da questa visione del benessere.

Domande inserite in teams

- La socializzazione è uno strumento attraverso il quale..


a- Le regole della società vengono apprese dagli individui
b- La cultura della società viene appresa dagli individui
c- Il patrimonio culturale della società viene appreso dagli individui
- Le competenze sociali specifiche
a- sono quelle che consentono all’indivisuo di sviluppare il linguaggio
b- sono quelle che consentono all’individio di svolgere ruoli particolare
c- sono quelle che consentono all’individuo la capacità di entrare in rapporto con altri

L’importanza dei funzionalisti che puntavano a mettere in evidenza tutto quello che tenesse unita la
società, il perché tenesse unita la società e ci sono anche le istituzioni. Recentemente ..qual è il paese più
felice del mondo? Dove le persone sono più felici? I dati l’hanno confermato. La Finlandia. Il Giappone è a
più alti dati di suicidio, per loro, nella cultura asiatica, la perdita del lavoro è un disonore.

La presidente della Finlandia è una donna di 35 anni e anche questo la dice lunga. La felicità misurata dai
ricercatori coordinati da economista non è da considerare solo in riferimento a persone che sono allegre
solari, ma quella di individui soddisfatti della propria vita in generale. Più precisamente è la felicità di
persone che hanno dato un voto alto alla propria vita rispondendo a questi sondaggisti, Gallup, che gli
chiedevano dove si collocherebbero lungo una scala di 11gradini numerati in cui il gradino 0 è la peggiore
vita che possono immaginare e il gradino 10 migliore vita possibile; dipende dall’ ideale di vita
soddisfacente o insoddisfacente che l’individuo è capace di immaginare in base alla propria esperienza.
Quindi la Finlandia prima, e a seguire i Paesi Scandinavi che sono considerati i paesi dove ci sia oltre alla
felicità una qualità di vita tra le migliori del mondo, nonostante il clima, il cosiddetto modello scandinavo;
poi c’è la Svizzera anche tra i paesi più felici, ma quello che è interessante è che hanno cercato di capire il
segreto di queste felicità nordiche. Sono arrivati alla conclusione che è una combinazione di qualità delle
istituzioni, welfare efficiente, poca corruzione, democrazia ben funzionante, fiducia reciproca ed elevata
sensazione di libertà. Il buio e il freddo contano poco in una felicità misurata in questo modo, perché le
persone sono abituate al clima in cui sono cresciute, e non ci badano quando sono chiamate a giudicare la
propria vita. L’Italia è alla 28° posizione, abbiamo recuperato un punto durante il lockdown. Quello che è
importante in riferimento sociologico è che ci sia una fiducia enorme nelle istituzioni e questo creerebbe un
rapporto differente. In Italia, l’immagine che viene data dai sondaggi è di avere una burocrazia che
ingabbia, abbiamo una situazione relativamente alla giustizia che agevola chi commette un illecito perché i
tempi sono lunghissimi, a cascata tutto il sistema che è così. Va rilevato anche che sono paesi piccoli e viene
tutto gestito meglio. È importante, il tema centrale, che è rappresentato dalla fiducia. La reciproca fiducia è
importante nella misura in cui le persone si ritrovano in un rapporto reciproco; quanto più fiducia c’è tanto
più capitale sociale ci sta, tanto più aumenta il livello di fiducia. Ad alti livelli di fiducia corrispondono
inevitabilmente alti livelli di quello che viene chiamato cooperazione, solidarietà, quindi più aumenta la
fiducia più aumenta la cooperazione, più aumenta la solidarietà. È chiaro che la situazione italiana è una
situazione particolare. Ho visto dei dati di un rapporto, l’Eurispes, è un istituto di ricerca finanziato anche
dallo Stato, perché altrimenti non riuscirebbe a pubblicare questo rapporto. Ogni anno pubblica dei dati.
Nel 2020 hanno messo in evidenza che la quota dei cittadini che nei confronti delle istituzioni hanno un
atteggiamento positivo non riesce a superare il 15%. È un dato che parla da solo. Che dimostra una
situazione di disaffezione cresciuta negli anni. I dati fanno riferimento anche ai sondaggi politici, pensate al
fatto che per la prima volta movimenti antisistema hanno avuto un largo consenso; anche quello è
rappresentativo di una situazione che è cambiata nel corso degli anni, perché il successo dei vaffa day è
diventato crescente anche travolgente. La lettura che è stata data è che ci sono tantissime ragioni che
possono arrivare a minare il rapporto di fiducia che si crea tra lo stato e i cittadini. Diventa sempre di più da
parte dei governatori importante da realizzare la trasmissione di fiducia. Se un’istituzione non funziona le
persone non si sentono garantite e questo lo si vede quando si fa un’analisi sociologica di persone che
hanno commesso dei reati, di persone che si trovano in carcere. La cosa che viene fuori è nella maggioranza
dei casi rappresentata dal fatto che le persone non si ritrovano nei confronti dell’istituzioni, non hanno
fiducia nelle istituzioni. È importante il rapporto di fiducia con le istituzioni. E che questa sfiducia che si
protrae da tempo e che ha dato anche l’occasione a forze antisistema, coinvolge a cascata le istituzioni
europee, come documentano i sondaggisti. La Finlandia è quella che ha avuto bassissimi livelli di Covid,
quasi zero. 200 casi in tutta la Finlandia e non ha praticato il lockdown. La fiducia nelle istituzioni ti
permette anche di adeguarti a quel sistema e qualsiasi cosa ti venga proposto o imposto è normale che
venga accettato. Le persone hanno fiducia nelle istituzioni e si doveva fare. Vero che sono culture dove non
si abbracciano, non si baciano; culture che non hanno queste usanze invece i paesi tipo la Spagna, l’Italia,
orientati al solare dove abbracci e baci sono a portata di tutti. Anche in Svezia hanno avuto fiducia nelle
istituzioni si sono adeguate a quelle disposizioni. Non è stato importante imporre un lockdown ma è
bastato semplicemente un messaggio che è stato recepito. Pensate all’impatto dei vaccini, perché anche lì
maggiore sarà la fiducia nelle istituzioni maggiore sarà l’adesione alla campagna vaccinale. Si parla sempre
di efficienza, di arrivare a creare quel patto tra cittadini e istituzioni; sono patti che vanno sviluppati,
alimentati e fatto interiorizzare. La norma culturale dev’essere interiorizzata, non solo trasmessa. Questa è
l’altra caratterizzazione importante. L’altra cosa che si mette in evidenza è che l’integrazione sociale oggi
più che mai è fondamentale perché in riferimento all’integrazione sanitaria cioè creare quel patto,
quell’interazione tra paziente e istituzioni, fondamentale perché in futuro, e la pandemia ce lo dimostra, si
arrivi all’integrazione sanitaria, non il fatto che si curi semplicemente il paziente, ma che si arrivi ad una
situazione di integrazione più ampia più complessa.

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