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Lezione di Sociologia del 16.04.

2021

Programma
- Che cos’è la sociologia e la sua nascita
- Lo studio degli individui e della società
- Lo sviluppo del pensiero sociologico
- I fondatori della sociologia
- Gli approcci sociologi
- L’estendibilità della sociologia
- Globalizzazione e mutamento sociale
- Tipologie di società
- Modernità e industrializzazione
- Le trasformazioni della società
- Un mondo che cambia: le trasformazioni della società (sviluppo economico, cambiamento
sociale o culturale, organizzazione politica)
- Elementi, approcci e conseguenze della globalizzazione
- Mondo del lavoro e relativi cambiamenti
- Taylorismo/Fordismo
- Welfare aziendale
- Work life balance: equilibrio vita-lavoro
- Le trasformazioni della famiglia
- Disuguaglianze (razza, genere, religione, salute e quelle relative al digital divide)
- Marx Weber
- Emile Durkheim
- Pareto
- Classi e stili di vita
- La mobilità sociale
- Le istituzioni
- Concetto di valore
- Norme sociali e norme culturali
- La socializzazione
- La cultura
- Ruolo sociale
- Il sistema sanitario
- La socializzazione di genere
- La comunicazione
- I mass media
- Il capitale sociale e culturale
- Movimenti sociali
La sociologia nasce in un determinato contesto storico, favorita da determinate condizioni. Per
cogliere bene, però, l'essenza del concetto di sociologia bisogna partire da alcune differenze. Di
fatti, la sociologia si differenzia dalla psicologia e dalla pedagogia in quanto la psicologia ha come
interesse principale la spiegazione di una individualità e tale spiegazione si rifà ad alcune categorie
come quella della memoria, dell'attenzione e tutto quello che riguarda l'individuo. A differenza
della sociologia che non studia l'individuo come singolo ma tutto ciò che lo circonda: la relazione
con gli altri, gli aspetti che lo caratterizzano e che lo influenzano quindi prende in esame tutte le
dinamiche sociali. Ne deriva, quindi, che alla sociologia non interessa l'individuo in sé ma ciò che è
esterno a lui per comprenderne aspetti più ampi. La finalità della sociologia è infatti la spiegazione
di una problematica sociale, comprenderla, fare diagnosi e trovare una terapia.
Volendo quindi dare una definizione di sociologia è lo studio della società, la scienza che permette
di comprendere ed interpretare i fenomeni sociali. L'oggetto della sociologia è un oggetto
caratterizzato da tante cose, quello che ricerca, invece, è regolarità. Quindi sociologia= studio
scientifico della società. Il termine "scientifico" è riferito al fatto che la sociologia vuole trovare una
spiegazione, il rapporto causa-effetto.
Tracciando una sorta di evoluzione storica della sociologia per prima cosa distinguiamo i suoi
precursori e fondatori. Comte ne è il precursore per eccellenza, nonché colui che ha coniato il
termine di "sociologia". Fanno seguito sociologi importanti come Weber(esponente della corrente
conflittuista) la cui opera più importante è "Etica protestante e lo spirito del capitalismo", Pareto e
Durkheim(esponente della corrente funzionalista) con la sua opera più importante "il suicidio"
entrambi considerati fondatori della sociologia. Poi ci sono i moderni tra cui Parsons, importante
per i processi di socializzazione, le sue opera "Il sistema sociale del 1951" e "Famiglia e società".
Infine abbiamo la sociologia moderna i cui esponenti più importanti sono: Bauman importante per
la "Modernità liquida", Beck che fa riferimento alla sociologia del rischio, Castells che si riferisce
alla sociologia dell'informazione, Latouche autore del libro "Decrescita della felicità" e Touraine
che rappresenta un mondo caratterizzato da un eccesso di globalizzazione, di fatti la sua opera più
importante si chiama "La globalizzazione e la fine del sociale".
Gli italiani: Alberoni importante per le tantissime ricerche sui consumi e sull'innamoramento e
Ferrarotti importante per aver scritto molto su tematiche inerenti.

Tratto dal libro “Invito alla sociologia” di Berger: lettura effettuata dalla prof.
“Diremo dunque che il sociologo (quello almeno che veramente ci piacerebbe invitare al nostro
gioco) è una persona che ha un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli
uomini, Suo habitat naturale è ogni luogo ove gli uomini si incontrano. Il sociologo pu avere
interesse per molte altre cose, ma il suo interesse dominante è per il mondo degli uomini, per le
loro istituzioni, la loro storia, le loro passioni. E siccome gli uomini non interessano, nulla di ci che
essi fanno pu essergli del tutto indifferente.
Naturalmente lo interessano gli avvenimenti che coinvolgono le credenze fondamentali degli
uomini - i loro momenti di tragedia, di grandezza, di estasi. Ma lo attrarranno anche i fatti banali,
di ogni giorno. Gli accadrà di provare rispetto, ma il rispetto non gli impedirà di voler vedere e
capire. Gli accadrà di provare ripugnanza o disprezzo, ma anche questo non gli impedirà di voler
trovare risposta alle sue domande. Nella sua ricerca della comprensione, il sociologo percorre il
mondo degli uomini ignorando i confini usuali. Nobiltà e degradazione, potenza e umiltà,
intelligenza e stoltezza sono per lui ugualmente interessanti, per quanto possano differire rispetto
ai suoi valori e le sue predilezioni personali. Così, le sue domande possono condurre in ogni
possibile strato della società, nei luoghi più noti e meno noti, più rispettati e più disprezzati.
Possiamo dire la stessa cosa in tono minore. Possiamo dire che il sociologo, con tutta la dignità del
suo titolo accademico, è il tipo che non può fare a meno di ascoltare i pettegolezzi, che alla
tentazione di guardare dal buco della serratura, di leggere la posta altrui, di aprire cassetti chiusi.
Prima che qualche psicologo disoccupato si accinga a costruire un test attitudinale per sociologi
sulla base di un voyeurism sublimato, precisiamo subito che parliamo soltanto metaforicamente.
Quella che ci interessa è la curiosità che prende ogni sociologo davanti a una porta chiusa dietro la
quale ci sono voci umane. Se è un buon sociologo vorrà aprire quella porta, capire quelle voci.
Dietro ogni porta chiusa, immaginerà nuovi aspetti della vita umana non ancora percepiti e
compresi. Il sociologo si occuperà di cose che altri considerano troppo sacre o troppo volgari per
un’indagine oggettiva. Troverà proficua la compagnia di preti o di prostitute non a seconda delle
sue predilezioni personali ma delle domande che in quel momento si pone. Si occuperà anche di
cose che per altri sono insignificanti. Gli interesseranno le interazioni umane connesse alla guerra o
alle grandi scoperte intellettuali, ma gli interesseranno anche rapporti che esistono tra il personale
di un ristorante o tra un gruppo di bambine che giocano alle bambole. L’oggetto principale della
sua attenzione non è il significato ultimo dell’agire umano, ma l’azione in sé stessa in quanto
costituisce un esempio della molteplicità infinita del comportamento umano.
A volte anche il sociologo penetra in mondi che gli erano del tutto sconosciuti, il mondo del
crimine, il mondo di una strana saetta religiosa o il mondo configurato da particolari interessi di
una categoria, gli specialisti in medicina, i dirigenti militari o gli esperti pubblicitari ma di solito il
sociologo si muove in campi di esperienze che sono familiari a lui e a tutti quelli che appartengono
alla sua società. Le sue ricerche riguardano comunità, istituzioni e attività di cui i giornali parlano
continuamente e pure in queste ricerche c’è l’emozione della scoperta, non, stavolta, l’emozione di
scoprire cose totalmente nuove ma di scoprire che le cose note hanno un diverso significato.
L’interesse della sociologia nasce dal fatto che la sua prospettiva ci consente di vedere sotto una
nuova luce il mondo dove abbiamo sempre vissuto anche questo determina un mutamento di
coscienza e dal punto di vista esistenziale tale mutamento è più importante di quanto non sia in
altre discipline intellettuali perché è più difficile segregarlo in un particolare settore della propria
mente. L’astronomo non vive nelle galassie, il fisico nucleare quando non è in laboratorio può
mangiare, ridere, sposarsi e votare senza pensare ai segreti dell’atomo, il geologo studia le rocce
solo quando lavora, il glottologo con la moglie parla la sua lingua, il sociologo invece vive nella
società quando lavora e quando non lavora; la sua vita stessa inevitabilmente è parte della sua
materia di studio, siccome gli uomini sono uomini anche i sociologi riescono a segregare le loro
percezioni professionali dalle loro faccende quotidiane ma è piuttosto difficile riuscire a farlo in
buona fede. Il sociologo opera nel mondo comune degli uomini, a contatto di quelli che molto di
loro chiamerebbero la realtà. Le categoria che egli adopera nella sua analisi non sono che
perfezionamenti delle categorie che regolano la vita di tutti, potere, classe, status, razza,
appartenenza etnica, perciò certe indagini sociologiche hanno un’apparente carattere di banalità,
uno le legge e riconosce situazioni note, pensa che sono tutte cose che sapeva già e si meraviglia
che ci sia gente che sta a perdere tempo su ovvietà simili. Finché si batte improvvisamente in
un’osservazione che sovverte completamente la sua precedente decisione di questi fatti noti e a
questo punto che si comincia ad intuire l’interesse della sociologia. Possiamo dire che il primo
ammaestramento della sociologia è questo. Le cose non sono quelle che appaiono. Anche questa
sembra un’affermazione elementare ma non lo è poi tanto, la realtà sociale si rivela costituita da
molti strati di significato, la scoperta di ogni nuovo strato modifica la percezione dell’insieme”.
Da qui, quindi, si comprende che l’interesse del sociologo è quello di stare insieme agli altri,
dettato da una voglia pazzesca di capire le cose degli altri, di ascoltare le conversazione proprio
perché l’obiettivo è quello di cogliere gli aspetti della società a 360gradi fino ad arrivare ad essere
inserito nei gruppi di cui si vuole indagare. Un aspetto che Berger rimarca in questa lettura è lo
smascheramento ovvero il primo ammaestramento della sociologia, ciò significa che le cose non
sono come appaiono ma c’è sempre retroscena. Quindi la realtà non è come appare ma c’è
sempre qualcosa dietro e quindi bisogna sempre smascherarla. Non fermarsi all’apparenza.

Lezione pomeridiana del 16.04.2021

Diverse tipi di ricerca:

- la ricerca esplicativa che fa riferimento alla tipologia di ricerca quantitativa. Quest’ultima fa


parte delle ricerche esplicative perché il dato non c’è e si costruisce attraverso
l’operativizzazione dei concetti. Questa ricerca viene definita di tipo chiuso. Le risposte a
questo tipo di ricerca sono standardizzate ovvero non danno spazio alle motivazioni.
- la ricerca descrittiva il cui intento è prevalentemente esplorativo o descrittivo
L’ approccio sociologico permette attraverso le ricerche empiriche, quindi basate proprio sui fatti,
ci aiuta a capire meglio il mondo in cui viviamo. Quindi è giusto affermare che la sociologia è
fondamentale per aiutare le persone a conoscere il mondo.
Gli approcci che derivano dalla ricerca sono molto differenti tra loro in quanto la ricerca
quantitativa viene definita chiusa e non permette l’analisi delle motivazioni; questa è importante
perché da una fotografia esatta dei dati; invece, quella qualitativa anch’essa importante perché
permette ragionamenti fatti ed interpretati dai ricercatori però da molto spazio alle interviste
personali.
L’analisi e lo studio dei movimenti sociali rappresentano in sociologia uno studio importante
perché permette di avere un’analisi più ampia dei fatti.

A questo punto diventa fondamentale capire le origini della sociologia.


La sociologia si inquadra all’interno di un processo che successivamente porterà a quello che viene
definito “la modernità” che è stata caratterizzata da tre grandi rivoluzioni:

- Rivoluzione scientifica;
- Rivoluzione industriale;
- Rivoluzione francese.
Queste tre rivoluzioni si inquadrano all’interno di un processo che ha portato il passaggio dalla
società tradizionale a quella moderna.
L’industrializzazione ha inizio in Inghilterra e successivamente si estende. A partire dal XVII secolo,
quindi, si è assistito ad uno sviluppo esponenziale delle scienze e della natura. Infatti la rivoluzione
industriale è caratterizzata dal ricorso alla scienza per spiegare il mondo. Un mondo basato sulla
tradizione e superstizione viene spazzato via dalla razionalizzazione.
Tale rivoluzione rappresenta una trasformazione anche in quelli che sono i processi produttivi in
quanto dall’agricoltura si passa all’industria.
La rivoluzione industriale ha segnato uno sconvolgimento in termini di produzione lavorativa e di
conseguenza trasformazione sociale.
Esempio: studio condotto da due sociologi polacchi Thomas e Znaniecki sui contadini polacchi che
avevano difficoltà ad integrarsi nella società americana. Questi contadini si sono trovati
improvvisamente in un contesto nuovo come la città e non riuscivano ad integrarsi. I sociologi
sono riusciti a capire le ragioni di questa mancata integrazione grazie alla lettura di lettere che
spedivano i contadini.
Un esempio attuale è, invece, quello degli immigrati, di persone che sono rappresentanti di una
cultura diversa che fanno riferimento sempre alla mancata integrazione.
Maggiore integrazione meno conflitti sociali. Questi ultimi determinano instabilità sociale che si
riflette poi nella vita di tutti.
Possiamo affermare quindi che la rivoluzione industriale ha determinato enormi mutamenti.
Il mutamento sociale è il cambiamento che si produce nelle strutture e nelle istituzioni dei sistemi
sociali. Quando si parla di mutamento si fa riferimento ad un insieme di cambiamenti che
investono tutte le sfere del tessuto sociale.
Le nostre stesse società non sono dei sistemi statici ma dinamici perché soggette a mutamento
sociale, un mutamento che può essere di origine economica, sociale, culturale o politica (passaggio
dal fascismo alla repubblica).

L'origine della sociologia, o meglio la sua nascita, è stata caratterizzata da tre momenti storici
importanti:
- La rivoluzione industriale
- La rivoluzione scientifica (che da avvio al pensiero positivistico, per cui si cerca di spiegare il
rapporto causa effetto che siete tra più eventi)
- La rivoluzione francese
Questi tre momenti hanno delineato un nuovo modello di società ovvero quella moderna.

L'evoluzione dei modelli sociali è così divisa:


- Società tradizionale
- Società moderna
- Società post moderna
Questa tripartizione dei modelli della società è stata utilizzata per fare un'analisi relativa alle
diverse tipologie di società.

Se, invece, volessimo fare una tripartizione dei modelli di società da un punto di vista economico
potremmo suddividere in:
- Società agricola
- Società industriale
- Società post industriale

Da un punto di vista sociale invece:


- Società moderna
- Società postmoderna

La rivoluzione francese c'è stata nel 1689. Questa ha segnato la fine di un ordinamento politico
bastato sul principio dinastico e potere assoluto, passando a dei valori fondamentali: libertè,
egaliytè, fraternitè. Quindi si è avuto il passaggio dal re al popolo.
L'analisi da cui partivano i primi sociologi è stato sempre quello di dare una risposta alle
problematiche che si ponevano. Di fatti vi sono alcuni interrogativi che attraversano la storia della
disciplina e restano tuttora al centro della riflessione sociologia . Alcuni di questi interrogativi sono
"cosa tenesse insieme la società?", "com'era possibile l'ordine sociale?", "com'era possibile che
persone diverse convivevano pacificamente?". Su queste domande sono state costruite
formulazioni diverse, che si sono poi consolidate in veri e proprio paradigmi. Ad esempio alla
domanda "che cosa tiene insieme la società e com'è possibile l'ordine sociale? è stato risposto con
il "paradigma dell'ordine". Secondo la teoria hobbesiana gli uomini si sottoponevano all'autorità
dello stato, riuscendo a controllare la loro natura egoistica e violenta, che portava alla
disregolazione sociale. La risposta invece di Adam Smith: mercato è l'elemento connettivo che
tiene insieme gli individui e i gruppi. Secondo Durkheim per comprendere cosa tenesse insieme la
società occorreva tenere in considerazione una coscienza collettiva ed è proprio questa che teneva
insieme le persone.
Un altro grande paradigma è quello del "conflitto". Il grande conflittuista Marx spiega con la sua
teoria che in ogni società i rapporti sociali sono caratterizzati solo dall'aspetto economico e fanno
riferimento al rapporto produzione-distribuzione dei bene e dei servizi che servono alla società
stessa per funzionare e riprodursi. In ogni società esistono due fondamentali classi contrapposte, i
cui rapporti vanno a determinare la struttura di classe. Questi rapporti che determinano la
struttura di classe sono di tipo conflittuali.
Marx ha vissuto l'inizio dell'industrializzazione e grazie alla sua lungimiranza ha capito che quel
sistema di produzione si sarebbe esteso ad altri stati mentre il suo limite è stato quello di
ricondurre tutto ad interesse economici.
Per lui il conflitto di classe rappresentava il motore del mutamento sociale.
Quest’ultimo è caratterizzato dal conflitto tra le due classi.

Marx studia i cambiamenti della società moderna legati allo sviluppo del capitalismo infatti
abbiamo un modo di produzione radicalmente diverso dai suoi precedenti storici costituito da due
elementi:
- Il capitale ovvero i mezzi di produzione usati per produrre merci. Questo determina la
nascita dei capitalisti. (esistono diversi tipi di capitale c’è quello sociale, di mezzi relativo
all’istruzione ed economico come in questo caso).
- Il lavoro salariato ovvero insieme dei lavoratori che, privi dei mezzi di produzione, vendono
la propria forza lavoro in cambio di un salario.

La stratificazione sociale è la condizione degli strati sociali, composti da individui o gruppi,


collocati vicini o sovrapposti in una scala di superiorità o inferiorità relativa a seconda della
ricchezza, del potere, del prestigio ovvero di ciò che la società in cui vivono ritiene rilevante ai fini
della distinzione sociale. Quindi il parametro di riferimento delle classi sociali è l'economia.
All'epoca di Marx la società era rappresentata solamente da due classi sociali: gli operai e i
capitalisti.
Solo successivamente ci fu la classe media, la quale, secondo molti autori, ha "assorbito" il
conflitto.
C'era una netta disparità tra gli operai e i capitalisti. Di fatti gli operai non avevano coscienza di
classe e prestavano lavoro ai capitalisti i quali si arricchivano sempre più. Secondo Marx tutto ciò
non sarebbe potuto durare a lungo in quanto questo avrebbe scatenato una rivoluzione.
Quest'ultima però non c'è mai stata in quanto c'è stato il riconoscimento dei diritti degli operai.
Infatti nel 1970 è stato riconosciuto lo statuto dei lavoratori, determinando diritti e riconoscimenti
ai lavoratori.
Oggi invece ci sono diverse classi ed anche la legge 18 che tutela i lavoratori dipendenti nei casi di
licenziamento ingiusto, illegittimo o discriminatorio.
La società industriale quindi ha determinato la nascita del capitalismo industriale.

Per società si intende una collettività di individui uniti da interazioni di vario tipo.
Per Durkheim la società viene prima degli individui (visione olistica).
Per spiegare i comportamenti umani, bisogna ricondurli alle coordinate sociali nelle quali si
manifestano.

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