Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il pensiero
Argomenti
Oggi parleremo del pensiero che è un argomento fondamentale di quelle che sono la
descrizione elencazione delle funzioni mentali, che fanno parte della psicopatologia.
rappresentazioni
Il pensiero
è
un’attività operativa della psiche che,
attraverso processi di associazione, correlazione, integrazione, astrazione e
simbolizzazione dei dati informativi (percezioni e rappresentazioni),
permette la valutazione della realtà e la formazione dei giudizi.
Il pensiero viene definito come una attività operativa della psiche attraverso processi
di associazione, correlazione, integrazione, astrazione, e simbolizzazione dei dati
informativi, ovvero delle percezioni e delle rappresentazioni come vi ricordate nella prima
lezione che abbiamo fatto.
Ricordiamoci sempre che la percezione è un qualcosa cioè un elemento che fa parte
della realtà esterna mentre la rappresentazione, che contribuisce al processo percettivo,
in un certo qual modo né è in negativo un'immagine mentale interna non è esterna ma è
dentro di noi.
Permette la formazione della realtà e di giudizi
L’intelligenza e la memoria
costituiscono
attività di “fondo”, indispensabili, al processo del pensiero:
– la prima per impostarlo ed elaborarlo;
– la seconda per richiamare i contenuti di coscienza, sui quali si esplicano i
processi ideativi.
Il pensiero opera mediante degli elementi che chiameremo idee, le quali idee
rappresentano astrazioni intellettuali, ovvero non parliamo di cose concrete, che non
sono riconducibili a stimoli attuali, né ad oggetti concreti, sono astratti.
la funzione che relaziona tra loro le singole idee, conferendo un determinato ordine
formale al corso del pensiero.
L'ideazione o strutturazione del pensiero e la funzione mentale che relaziona tra loro le
singole idee, le associa se vogliamo, conferendo un determinato ordine formale,
sensato, per cui sensato significa anche comunicativo, per cui veicola anche un
contenuto sensato in quel momento che ha diciamo e che si basa su una logica precisa
che veicola questo contenuto all'altro che può essere anche me stesso, se sto riflettendo
all'interno di una relazione.
L’immaginazione
è
un’attività indipendente dai modelli logici convenzionali,
tesa alla risoluzione creativa di problemi specifici.
La fantasia
è
un’attività di pensiero libera e afinalistica, disancorata dalla realtà e dal controllo
cosciente.
Il linguaggio
rappresenta,
il veicolo sociale nel pensiero e
contribuisce a definirlo e a plasmarlo.
o i disturbi formali;
o i disturbi del contenuto.
La psicopatologia del pensiero comprende disturbi formali, ovvero della forma del
pensiero e disturbi del contenuto del pensiero.
Forme contenuto in questo caso come in tantissimi altri, all'interno del mentale si
condizionano e si influenzano reciprocamente in maniera evidente.
Disturbi formali
1. Accelerazione ideica:
il pensiero si presenta tanto ricco di idee, quanto labile e incapace di fissarsi su
spacifici contenuti (“fuga delle idee”);
è di solito associato a logorrea, ed è presente in stati maniacali di ebbrezza
alcoolica o in corso di assunzione di sostanza psicostimolanti.
Disturbi formali ? ? ? ? ? ?
3. Pensiero dissociato:
è caratterizzato dal venir meno, nel suo decorso, dei comuni nessi associativi fra
le singole idee;
è un pensiero frammentario, privo di logicità, bizzarro e sconclusionato;
comprende fusioni, iperinclusioni, digressioni e “barreges”;
è tipico delle psicosi schizofreniche.
Disturbi formali
4. Pensiero ossessivo:
si caratterizza per un contenuto di coscienza (pensiero, rappresentazione,
ossessione, compulsione) irrazionale, non intenzionale, suscettibile di critica da
parte del paziente, che però non riesce a liberarsene pur vivendolo con angoscia
e fastidio;
Innescano uno “psichismo di difesa”, attraverso agiti compulsivi con significato
di controllo e di “difesa magica” (rituali).
1. IL DELIRIO
2. Idea prevalente
I disturbi del contenuto sono fondamentalmente due, il delirio e l'idea prevalente.
? L'idea prevalente è un'idea, c'è un complesso di idee, e qui parliamo di cose non
necessariamente patologiche, che sono sorrette da un fondo affettivo ( questo è molto
importante) il fondo affettivo, molto intenso che predominano su ogni altro pensiero costituendo
una caratteristica temporanea o permanente della personalità
del soggetto di cui ne ispirano la condotta. Quale è un tipico esempio?
Persone che sono molto impegnati politicamente, non che questo sia un difetto, però in
un certo tipo di situazione proprio l'idea prevalente, che è costituita dal fatto che tutte
queste persone poi articolano la propria vita all'interno di un credo politico o anche al tifo
di una squadra calcistica, ci sono persone che se tifano una squadra possono sviluppare
quasi un dolore se non riescono ad andare allo stadio. Questo dà proprio l'idea che
cos'è l'idea prevalente. Non è di per sé patologica perché sorretta da un fondo
affettivo molto intenso. Se questo fondo affettivo scema, si inaridisce c'è il pericolo di
passare a strutturazioni francamente patologiche che descriveremo.
Sempre inerente a questo discorso andiamo a distinguere prima di passare al delirio tra
questi due livelli cioè l'idea ossessiva e l'idea prevalente. Questa è una distinzione molto
importante perché l'idea ossessiva che prima ho descritto. Esse possono essere
confuse però ci sono degli elementi inequivocabili che li distinguono in realtà.
L'idea ossessiva è sempre vissuta come estranea alla personalità per cui
come un qualche cosa di parassita del mentale, non ha rapporti con
dell'affettività. Ricordarsi nel film i Jack Nicholson, quanto ci mette ad
affezionarsi al cagnolino che acquisisce nel corso del film stesso. L’affettività
è sempre tenuta fuori dalle strutture ossessive perché comporta con
fusione e altera un ordine prestabilito mentale del soggetto ossessivo.
Non è accettata dal paziente ( ego distonica) e crea sofferenza e conflitto ed è criticata
come assurda cioè il soggetto si rende conto dell'assurdità e questo ne aumenta la
sofferenza (nel delirio per esempio no). Limita l'espressione della personalità, ma oltre
all'espressione della personalità, limita ed è invalidante socialmente non permette alle
persone di lavorare, in una ossessività molto grave.
L'idea prevalente invece ritornando al tifoso della squadra di calcio, è vissuta come una
parte integrante della personalità, quasi fondamentale. Le persone si definiscono per
l'idea prevalente che hanno in questo caso, ha uno sfondo affettivo estremamente
intenso, pensiamo ad un tifoso o alla politica, è accettata anche se spiacevole in nome di
un ideale maggiore, è criticabile ma non è ritenuta assurda e talora è connessa ad
attività creative, non limita l'espressione della persona manda degli spunti in alcuni casi
alla creatività stessa.
- vissuta come parte integrante della - vissuta come estranea alla personalità;
personalità; - non ha rapporti con l’affettività;
- ha un fondo affettivo intenso; - non è accettata dal paziente;
- è accettata anche se spiacevole; - criticata come assurda;
- criticabile ma non assurda; - limita l’espressione della personalità.
- talora connessa ad attività creative.
Il delirio
Il delirio
La psicopatologia classica considera, il delirio
un “errore morboso di giudizio, che
non si lascia rettificare dalla esperienza e dalla critica”.
Il delirio è descritto come un contenuto del pensiero, in realtà molti autori lo considerano
un processo morboso a parte, in effetti è qualcosa di estremamente vasto, però quando
andremo a fare la psichiatria vedremo che il delirio è presente in tantissimi disturbi, sia di
ordine nevrotico, sia di ordine borderline, sia di ordine psicotico, è descritto come un
errore morboso patologico di giudizio, che non si lascia rettificare dall'esperienza e dalla
critica, per cui in un certo qual modo, il delirante è assolutamente impermeabile e non
condivide il suo delirio.
Karl Jaspers attribuisce al delirio tre caratteristiche che sono rimaste proverbiali che
sono:
Per Schneider ciò che caratterizza il delirio non è tanto il contenuto, quanto modo in cui
contenuto concepito, la forma con cui si esprime.
Schneider, dice che ciò che caratterizza il delirio, non è tanto il contenuto, quanto il
modo in cui il delirio è concepito ovvero la forma con il quale il contenuto si esprime
questo è molto importante e vedremo meglio perché.
Dunque in relazione allo stato di coscienza il delirio può essere diviso in delirio lucido o
confuso, il delirio lucido può essere sistematizzato o non sistematizzato.
Che cosa significa, il delirio sistematizzato è un delirio strutturato, dove ogni elemento
delirante, riporta ad un'unica trama delirante. Nel delirio non sistematizzato, che è più
caratteristico di certi tipi di psicosi ( rispetto ad altri) è invece, un delirio più
confabulatorio dove tutti gli elementi non sono racchiusi , compresi in un'unica trama
delirante, ma sono dissociati gli uni dagli altri.
Il delirio confuso invece non è né sistematizzato, né non sistematizzato.
– il delirio primario;
– il delirio secondario.
Il delirio primario è, spesso, preceduto nel suo formarsi da una “stato d’animo o
umore predelirante” che si chiama “wahnstimmung”.
La “wahnstimmung” è
un’esperienza indescrivibile e incomunicabile, dove la perplessità, la
preoccupazione, talora, il terrore, dominano il soggetto che sente il modo divenire
indefinibile e mutevole;
dove l’ovvio diventa ignoto, determinando uno stato acuto di perplessità.
Jasper divide in virtù dei caratteri genetico formali il delirio primario e delirio secondario.
Vediamo che cosa significa i deliri primari: sono indipendenti da qualsiasi esperienza
psichica, accadono improvvisamente in maniera del tutto indipendente da qualsiasi altro
accadimento psichico, questa è proprio la loro caratteristica più in senso allargato
proprio nel delirio, si presentano come fenomeni primari inderivabili, cioè non si capisce
perché una persona, cioè le persone che stanno intorno ad un esordio psicotico, una
persona che comincia a delirare, non si danno pace nel cercare di capire perché
improvvisamente quel soggetto (da che parlava in maniera più o meno logica)
incomincia a delirare. Il delirio primario è spesso preceduto nel suo formarsi, nella sua
costituzione da uno stato d'animo predelirante, che si chiama “wahnstimmung”, termine
tedesco e che è una caratteristica psicopatologica che rimane sempre impressa a noi
operatori, come sarete voi, del mentale e patologico quando andiamo in un certo qual
modo condividere. È una cosa che non si scorda più. Nella mia carriera clinica mi sono
trovato di fronte a questi casi soltanto due o tre volte, condividendo parte dell'angoscia
del paziente, ed è stato un qualcosa che non posso dimenticarmi. Capiterà anche a voi
ed è inevitabile. Che cos'è “wahnstimmung. E’ un umore predelirante. Cioè il soggetto
manifesta, essendo in acuta, il bisogno di condividere, di parlarne ad una persona. Noi
vediamo pazienti candidati ad una malattia piuttosto grave, chiedere aiuto e chiedere se
che cosa mi sta succedendo, perché tutto il mondo sta cambiando, e questo ci rimanda
ad un'idea di profonda impotenza ( a noi operatori) a e ad una profonda angoscia.
Questa è un'esperienza indescrivibile non si può descrivere, capirete quello che io vi
dico quando ne vedrete una, è indescrivibile ed è una esperienza dove la perplessità, la
preoccupazione e molto spesso il terrore dominano completamente il soggetto in
questione. Il soggetto sente il mondo divenire indefinibile e mutevole, e dove le cose che
prima erano ovvie, diventano improvvisamente ignote, determinando uno stato acuto di
perplessità, il soggetto è perplesso.
Ad esempio se entra in una stanza e vede una finestra aperta, lo vede come un
messaggio di qualche altra cosa, come se qualcuno l'avesse lasciata aperta perché sta
per entrare qualcosa nella stanza che però non si conosce in questa fase. Quando il
delirio è strutturato, il delirante si immagina, prevede che cosa entrerà dalla stanza ad
esempio l'angelo, un diavolo che lo rapisce, lo rassicura. In questa fase invece domina
un senso di perplessità e angosce dovute dal fatto che non si sa che cosa sta per
accadere, ma si sa e si sente che sta per accaccadere qualcosa e questo è importante e
fondamentale e descrive bene questa fase.
Il delirio
Le manifestazioni più frequenti nella struttura del delirio primario
sono:
– la percezione delirante;
– l’intuizione delirante;
– la rappresentazione delirante;
– l’interpretazione delirante.
Le manifestazioni più frequenti nella struttura del delirio primario, perché noi
dobbiamo pensare che il delirio primario in realtà è un processo delirante che ha fasi,
nella prima fase è questa fase che chiamiamo “wahnstimmung dopo questa fase c'è
tutto un corredo allucinatorio, dove, questi primi tre elementi ,sono a sé stanti, e
questo è secondario rispetto ai primi tre. Significa che (è molto importante, stiamo
attenti) che, il delirante all’inizio, è soprattutto afflitto da un disturbo sensoriale, da
allucinazione sulle quali si instaurano un delirio, però, all'inizio sarà l'apparato sensoriale
ad essere compromesso in esordio psicotico quando c’è il delirio primario.
Kurt Schneider a questo proposito dice una cosa molto importante, che, il delirio anzi
mi sono dimenticato una cosa e ve la dico subito perché si ricollega alla lezione
sull'intelligenza che è proprio per questo, perché l'interpretazione è secondaria a questi
primi tre elementi è che l'intelligenza non è compromessa. Se io ho allucinazioni
intuizioni e rappresentazioni deliranti e attraverso un’intelligenza conservata li vado a
considerare, strutturerò un delirio, proprio perché io cercherò una forma logica a
questi primi tre elementi deliranti. Per cui l'intelligenza è conservata serve a
strutturare un delirio ma sulla base di una percezione che io realmente avrò, così per cui
ancora una volta possiamo dire che l'intelligenza non è intaccata in corso di
schizofrenia. Tornando all'autore Schneider , egli diceva che bisogna differenziare
l'essere così del delirio, sosein, dall'esserci del delirio, che si chiama deseiu.
Cosa vuol dire? l'essere così del delirio, ossia il contenuto delirante le tematiche
deliranti, seguono in ogni caso una loro logicità. Se io ho l’allucinazione di un diavolo che
mi vuole inseguire ed uccidere, per me è logico dirlo, sarebbe illogico non dirlo se
veramente lo vedo. Per cui paradossalmente, non è il contenuto delirante l'elemento
incomprensibile del delirio, ma in realtà, è il motivo stesso per cui il delirio accade. Il suo
esserci, il fatto che è accaduto. I familiari di un delirante, non sono impressionati tanto
dal fatto, cioè dal contenuto del delirio, ma dal fatto che, un figlio o un parente stretto,
improvvisamente non è più se stesso, comincia a dire delle cose che non stanno né in
cielo né in terra, per quanto riguarda l'ambiente circostante, per cui l'essere così del
delirio segue una logica di significati. L'esserci del delirio, cioè che improvvisamente
primario e non secondario in seguito a stupefacenti, l'irrompere del delirio, è il vero dato
incomprensibile. Ciò è molto importante.
2
I deliri secondari o deliroidi
I deliri secondari, o deliroidi, sono invece derivabili
psicologicamente
da un dato psicologico abnorme.
Cominciamo a trattare i temi deliranti più frequenti per cui non tanto la forma del delirio
ma i contenuti del delirio che sono di solito e qui parliamo, ci muoviamo in un ambito tra
la schizofrenia e le paranoie, il gruppo delle paranoie.
Possono essere di persecuzione e di deliri con tematica persecutoria,
delirio di querela Poi c'è il delirio di querela, che molto spesso nel nostro
quotidiano va di moda. Nel senso che sono persone che
nella vita accumulano decine e decine di querele. Che si
mettono in relazione con l'altro e l'esito della relazione è
quello che querelano qualcuno.
Questo per carità, alle volte è necessario, però in questi
casi parliamo di soggetti che perdano un pochino di
credibilità che frequentano soprattutto le questure e che
accumulano denunce nella stessa questura per cui gli
stessi poliziotti prendono con cautela il contenuto che viene
loro veicolato da un delirante.
Questi si chiamano querulomani.