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La coscienza e l’istintualità
La coscienza è intesa
come
la consapevolezza di se stessi e del mondo oggettivo
ovvero come esperienza psichica attuale, che include la totalità dei fenomeni psichici,
vissuti, in un dato momento.
Per cui il concetto di coscienza, rimanda a qualcosa di immanente, più che qualcosa che
riguarda il passato ed è quindi legato soprattutto alla memoria.
La coscienza,
ha una funzione integrativa che organizza il campo dell'esperienza
sensibile attuale, e assicura l'orientamento temporo-spaziale e i processi di
discriminazione e di scelta.
L'esperienza
cosciente necessita
di vigilanza, che ne connota il grado di chiarezza e lucidità.
Ovviamente se una persona non è vigile non possiamo parlare di una persona
cosciente.
Per cui la vigilanza e poi rientrerà anche nei disturbi che coinvolgono la coscienza, è un
elemento cardine per poter definire una persona cosciente.
CONTENUTO
Per cui noi dobbiamo pensare ad immaginarci la coscienza come qualcosa in un certo
mondo di non nitido di opaco, grazie a funzioni secondarie, che sono comprese nella
coscienza ( come ad esempio l’ attenzione) riusciamo a selezionare un dato dal campo
della coscienza e in un certo modo al renderlo in rilievo, dopo di che ce ne accorgiamo,
ovvero ne siamo coscienti.
L'autocoscienza
è
un processo che consente di svincolarsi dalla coscienza attuale, per
riflettere su se stessi, conferendo fondamento e continuità alla persona che
diviene così artefice del proprio destino.
Ovvero, nella misura in cui, riusciamo a svincolarci dalla coscienza attuale (cioè da ciò
che ci accade all'esterno) questa sorta di riflessione all'interno di noi, permette di avere
ed essere consapevoli di noi stessi. Cosa fondamentale perché, un conto è avere una
rappresentazione reale della realtà esterna, un conto è sentire noi stessi come reali, per
cui avere questa coscienza della vita all'interno del mondo.
La coscienza come tutte le funzioni della mente può ammalarsi, può presentare e
manifestare dei sintomi disturbi, dei sintomi e questo all'interno, quando abbiamo
disturbo della coscienza noi dobbiamo ricordare che siamo in presenza di patologie
molto gravi ( in genere.)
Le psicopatologia della
coscienza comprende
i disturbi dello stato di coscienza
disturbi della coscienza dell’IO
2. stato crepuscolare
Il secondo livello patologico dei disturbi dello stato di coscienza è lo stato
crepuscolare che a differenza del precedente si articola su un restringimento del
campo di coscienza, per cui non + deficit quantitativo della vigilanza, ma un
restringimento del campo della coscienza, che necessita proprio come se fosse un
luogo fisico di un suo spazio.
Lo stato crepuscolare appare circoscritto, su un numero limitato di contenuti psichici.
Il campo della coscienza appare circoscritto ad un numero limitato di contenuti
psichici.
Per cui è concentrato, polarizzato esclusivamente su delle cose precise e scotomizza
tutto il resto che ciò che rende lo stato crepuscolare patologico.
La depersonalizzazione
è
un'esperienza angosciante all'interno della quale gli eventi psichici non
appartengono più all'IO, ma gli sono estranei e indotti dall'esterno.
Per cui nella misura in cui io sono portatore di un disturbo della coscienza dell’ IO, sarò
depersonalizzato, ovvero non più la consapevolezza della mia individualità, della mia
persona.
Ne esistono forme diverse di depersonalizzazione.
1. Depersonalizzazioni autopsichica.
Le depersonalizzazioni autopsichiche per esempio. Il soggetto all'interno di questa
forma morbosa vive un'esperienza di estraneità rispetto alla propria integrità
psichica, sentendosi cambiato, impersonale e vago.
Ciò può accadere anche in corso di esordi psicotici soprattutto legati a quello Stato
che abbiamo visto prima o un umore predelirante che abbiamo descritto
precedentemente ( wahnstimmung). Emerge in questo caso ovviamente uno stato di
profonda angoscia, dove si manifesta di solito : il timore di impazzire. La
depersonalizzazione auto psichica è associata agli esordi psicotici. E alla depressione
endogena e quando è associata alla depressione endogena prende il nome di
sentimento di perdita del sentimento ( che vedremo più avanti).
2. Depersonalizzazione somatopsichica
La depersonalizzazione può essere somato-psichica e indica un sentimento di
estraneità dal proprio corpo o di parte di esso. Il delirio nichilistico o sindrome di
Cotard ne sono degli esempi precisi. Nella sindrome di Cotard, il delirio centrale è di
pensare di non avere più un organo (può essere il fegato o qualsiasi altro organo) ed
è specifico per ogni singolo organo del nostro corpo.
ISTINTUALITÀ
Parliamo ora dell'istintualità è l'altro elemento abbinato alla coscienza come argomento
di questa lezione.
L'istinto che è un concetto complesso, diciamo fondante di tante teorie della mente
è
considerato un bisogno o una disposizione fondamentale che tende a
raggiungimento di un fine.
All'istinto è correlata una pulsione,
come dice Freud una forza pulsione;
a pulsione di cui si suppone l'esistenza perché non la vediamo, ma possiamo solo
sentire, dietro le pressioni inerenti ai bisogni dell'organismo.
Jasper li
divide in
1. sensoriali o corporee come la fame e la sete della sessualità,
2. vitali dell'esistenza come amore e odio coraggio timore, prevaricazione
sottomissione che sono sempre presenti questi istinti in coppie antinomiche.
3. spirituali che hanno a che fare con valori importanti come quelli etici e religiosi,
capaci di condizionare tutta una serie di comportamenti.
Schneyder
divide
le tendenze istintive somatiche ( fame e sete, sesso, riposo , movimento)
dalle tendenze istintive psichiche orientate all'arricchimento dell'IO (come per
esempio la potenza, il valore, il successo, la bellezza, la purezza).
Freud
invece che sugli istinti ha fondato la psicoanalisi contrappone due categorie di istinti:
eros e thanatos.
Eros rappresenta la continuazione e l'organizzazione voluta della vita e
thanatos attiva le forme regressive della vita e la distruzione della vita.
il transessualismo
Il transessualismo caratterizza per il sentimento di appartenere al sesso opposto e
per il desiderio di cambiare, in accordo con questo desiderio, la propria condizione
anatomica.
Per cui, nel transessualismo, c'è di fatto una sorta di personalizzazione di questo
desiderio, di appartenere al sesso opposto. Per cui il transessuale metterà in atto
degli atti per cambiare la propria sessualità, per modificare i propri organi sessuali,
c'è proprio la componente fisica e una sorta di personalizzazione di una identità
diversa da quella con cui si è partiti.
il travestitismo
Il travestitismo è invece il desiderio di vestirsi con gli abiti del sesso opposto che
rappresenta forma di eccitamento sessuale.
Esiste una forma precoce e una forma tardiva.
Al contrario che il transessualismo che prevede una personalizzazione di una identità
sessuale diversa, opposta, nel travestitismo invece questa personalizzazione manca
a livello di modificazione del proprio corpo, ma è relativa e esclusiva al fatto di
cambiarsi gli abiti, di vestirsi con i vestiti del sesso opposto.
Questo elemento è quello che dà eccitamento.
Può essere una forma precoce o secondaria rispetto di quando insorge.
Se precoce può essere legata alla consapevolezza di una omosessualità, laddove
invece quando è tardiva può essere legata più a una forma perversa.
Teniamo presente, ritornando ai discorsi precedenti che comunque come corollario la
sessualità, è una conquista, sia nel senso delle eterosessualità che nel senso
dell'omosessualità. All'inizio la mente umana, è per definizione di BIsessuale.
Freud definiva i bambini “perversi polimorfi” ovvero conferiva ai bambini la capacità di
avere una loro visione loro vissuto sessuale, non supportato da una maturazione
degli organi sessuali, che però li rendeva perversi polimorfi.
La mente, in origine è bisessuale per definizione.
La scelta sessuale ( a meno che non ci siano delle patologie organiche evidenti, dei
cambiamenti organici in atto proprio alla nascita, costituzionali) però la scelta
sessuale sia nella senso è eterosessuale che omosessuale, avviene
successivamente e non avviene mai in maniera completa.
Ovvero, ognuno di noi ha una parte e nel caso dei maschietti femminile, e maschile
nelle femmine. Parte che può essere agita sessualmente o essere sublimata in
attività ricreative o in tratti della propria identità interiore, legati alla sensibilità o
durezza per quanto riguarda primi i maschi secondi le femmine.
Però ecco, la cosa importante da tenere presente che la base di partenza è di
bisessualità della mente.
La scelta è una conquista, sia nel senso delle eterosessualità, che nel senso
dell'omosessualità. Entrambe queste forme di sessualità verranno alla nostra
attenzione, se causeranno conflitto all'interno della persona.
Se sono vissuti in maniera a-conflittuale, di per sé non sono più considerate una
patologia.
Ovviamente voi dovete cogliere di questo, nella misura in cui verranno alla vostra
attenzione dei pazienti con queste problematiche, la drammaticità ( a parte la volontà
di sospendere il giudizio) la drammaticità di chi, si trova coinvolto in queste forme di
perversioni, ma che, proprio perché è venuto alla nostra attenzione, per chiederci
aiuto, in un certo qual modo ha un rapporto conflittuale con queste perversioni.
E quando le perversioni comportano un livello di conflittualità, di egodistonicità
rispetto a quello che si compie, non sono mai pure, ma hanno aspetti nevrotici
conflittuali su cui si può provare a lavorare.
Sono casi gravi, ma più che gravi, gravosi da sostenere , perché il racconto di
perversioni di questo tipo non è una cosa facile da tenere dentro.
feticismo
Andando avanti si parla di feticismo quando l'eccitazione e il piacere sessuale sono
correlati strettamente ad un oggetto che si chiama feticcio e completamente
indipendente dal partner. Essere attratti da un particolare vestito da un particolare
modo di vestirsi del proprio partner può essere una cosa normale, diventa patologico
legato feticismo puro, quando è indispensabile, per una persona che ci sia quel tipo di
oggetto presente, per avere un orgasmo. Per cui in assenza di questo oggetto non c'è
proprio l'atto sessuale. In questo caso siamo di fronte non a situazione legata alla
salute mentale, ma, a una situazione legata ad aspetti perversi. Le perversioni sono
aspetti tenui, di perversioni sono presenti nella sessualità sana e normale, quando
questi aspetti perversi sono esclusivi, ovvero senza di questi, l'atto sessuale non può
essere compiuto, allora entriamo in un ambito patologico, più patologico del primo.
3. Le deformazioni dell'atto sessuale
Il terzo gruppo ovvero la deformazione dell'atto
comprende
l'esibizionismo, il voyerismo e il sadomasochismo.
Nel voyeurismo l’orgasmo può essere raggiunto nel vedere organi sessuali o
l'atto sessuale di altre persone.
Per cui esattamente il contrario ci sono persone che hanno il
piacere d'essere viste ed altri provano una forma di piacere
di vedere, sempre fondamentale per il raggiungimento
dell'orgasmo, questo è ciò su cui insiste che divide una
sessualità variopinta ma normale da invece una sessualità
che lo è di meno perché appunto prevede il proprio come
obbligo queste pratiche, altrimenti l'orgasmo non è
raggiungibile.