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Lezione 1

Le aree funzionali della psicopatologia. LA PERCEZIONE

Psichiatria e psicopatologia hanno diversi punti in comune ma anche alcune differenze.


Sono infatti due discipline che trattano lo stesso oggetto di interesse ovvero il mentale
patologico, ma da prospettive a tratti differenti.
 La psicopatologia si occupa dell’abnorme psichico,
invece
 la psichiatria si occupa dell'uomo psichicamente abnorme.

Come possiamo notare la parola uomo compare nella definizione della psichiatria e non in
quella di psicopatologia, e questo già ci dà indicazioni sulle differenze sostanziali di queste
due discipline,
dove la seconda coinvolge l'uomo e quindi anche la relazione col paziente;
 nella prima invece emerge il tentativo di studiare le funzioni mentali fisiologiche e
patologiche indipendentemente dall'incontro con il paziente.

Le aree funzionali della psicopatologia.


La psicopatologia di per sé descrive e organizza gli aspetti formali dei sintomi senza
appunto organizzarli in sindromi o malattie e quindi al di fuori della relazione con il
paziente;
la psichiatria
la psichiatria analizza il contenuto dell'esperienza patologica attraverso la costituzione
di sindromi o malattie con le relative implicazioni diagnostiche, prognostiche e
terapeutiche; per cui la psichiatria si pone il problema dell'organizzare sindromi appunto
psichiatriche e di classificarle in quelle che vedremo meglio più avanti sono le maglie della
nosografia psichiatrica.

Evidentemente attraverso la psichiatria poi possiamo inoltrarci in quella che è


la diagnosi, la prognosi e la terapia.

La diagnosi è l'immagine iniziale patologica che noi abbiamo del paziente; la


diagnosi in psichiatria è per definizione sempre un punto di partenza
ed è un elemento dinamico, ovvero in trasformazione.
All'interno di una relazione che funziona con il paziente la diagnosi
tenderà a cambiare e fondamentalmente serve più a noi che ai pazienti
come base iniziale per poter cominciare a pensare.
La prognosi è la descrizione del decorso di una malattia e può essere
favorevole o sfavorevole, invece
la terapia rappresenta la cura della malattia che può essere supportata da elementi
psicologici, per cui sarà orientata verso la psicoterapia, o da elementi
concreti detti anche psicofarmaci.
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La psicopatologia, invece, tende
a studiare le malattie mentali
indipendentemente come dicevo prima dalla relazione con il paziente,
scomponendo in funzioni diverse tutta l'area, tutta l'organizzazione del
funzionamento mentale, per cui studia queste funzioni indipendentemente le une
dalle altre.

In che rapporti sono queste due discipline?

la psicopatologia
- avrà un rapporto di continuità con la psichiatria, l'analisi della forma dei sintomi (voi
sapete che la psicopatologia soprattutto si esplica nella descrizione, come abbiamo
detto prima, formale dei sintomi nella loro fisionomia, come si manifestano, come ci
appaiono), laddove questa descrizione della forma dei sintomi determina anche il livello
di gravità o di gravosità clinica di una malattia;
la psicopatologia sarà in un rapporto dicontinuitàcon la psichiatria.

Spiegato meglio:
se prendiamo ad esempio un sintomo come l'ansia, essa può essere descritta come un
sentimento di dolorosa attesa e quindi darà nella sua descrizione formale, indicazioni su
una struttura sottostante al sintomo ansia di origine magari nevrotica;
invece se viene descritta con i connotati non dell'ansia ma dell'angoscia, per cui anche
con una componente somatica aggiuntiva e magari con uno sfondo persecutorio, darà
invece indicazioni di una struttura non più nevrotica, ma evidentemente borderline o anche
psicotica.
 Questo ci dà l'opportunità anche di differenziare quello che può essere un livello, un
paziente grave da uno gravoso.

Molto spesso la gravità in psichiatria non coincide con la gravosità,


ovvero
con la pesantezza di instaurare un contenimento rispetto ai sintomi del paziente stesso.

Abbiamo ad esempio dei pazienti più gravi ma meno gravosi da contenere, esistono degli
psicotici con una sintomatologia prevalentemente negativa, che sono gravi dal punto di
vista strutturale evolutivo, ma più facili da contenere rispetto magari a un paziente
organizzato in maniera borderline che sarà più evoluto dal punto di vista dell'evoluzione
mentale ma di più difficile contenimento.

Allo stesso modo invece la psicopatologia avrà rispetto alla psichiatria


un rapporto di complessità se consideriamo che lo stesso sintomo formalmente
descritto può essere presente in sindromi o malattie differenti:
sia l'ansia propriamente detta, sia l'ansia descritta sotto forma ad esempio di angoscia
persecutoria sono due elementi che fanno parte di tantissime malattie psichiatriche,
non dico la totalità ma ci avviciniamo; per cui allo stesso sintomo psicopatologico
possono corrispondere diverse patologie psichiatriche.
A questo livello quindi la psicopatologia avrà un rapporto non di continuità con la
psichiatria
ma dicomplessitàcon la psichiatria stessa.
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Karl Jaspers
è stato un po' il padre della psicopatologia europea e nel 1913 scrisse
il trattato di “psicopatologia generale” che definisce per la prima volta
la psicopatologia come una disciplina a sé stante con un preciso
oggetto di studio, con un metodo di studio e dà il la poi alla
costituzione di ulteriori trattati sulla psicopatologia, scritti da altri celebri
psicopatologi.
Citiamo (NOMI vari) che cercheremo poi di approfondire più avanti.

LE AREE funzionali della psicopatologia.


Jaspers nel suo trattato che fra le altre cose è stato inserito nei libri di testo insieme a
Gabbard, dice che sono nove:
1. la percezione,
2. l'attenzione,
3. la memoria,
4. il pensiero,
5. l'intelligenza,
6. la coscienziosità,
7. l'affettività,
8. l'istintualità, e
9. la psicomotilità.

Diciamo che le tre funzioni cardine del mentale possono essere riassunte, coincidono
con la percezione, il pensiero, e l'affettività.
Questi sono le tre funzioni principali all'interno delle quali poi si articolano le altre, che
comunque hanno anche loro la loro importanza.

LA PERCEZIONE
Partiamo dalla percezione, che è una delle funzioni principali, più importanti del
funzionamento della mente perché meglio di altre funzioni descrive, definisce quelli che
sono i rapporti tra il nostro mondo interno e la realtà esterna, proprio perché definisce
un movimento biunivoco : dal fuori al dentro e dal dentro al fuori,
nel senso che noi possiamo percepire un oggetto obiettivato all'esterno di noi e portarlo in
certo qual modo all'interno di noi avendone poi un'immagine interna e allo stesso modo
sappiamo bene che ascoltare una persona, guardandola negli occhi, ci dà una serie di
informazioni aggiuntive a tutto ciò che già è veicolato dal linguaggio di questa persona.
Come se attraverso lo sguardo, attraverso gli occhi di una persona noi potessimo farci
un'idea di quello che è il mondo interno della persona stessa; non è campata per aria
quindi la frase di comune accesso ovvero che gli occhi sono lo specchio dell'anima,
anche perché la pupilla, il nervo ottico,
 rappresenta l'unico tratto del sistema nervoso centrale che affiora all'esterno, come
se fosse l'unico pezzo del nostro dentro che in un certo qual modo non è schermato, è
direttamente in continuità con il fuori, come se la pupilla stessa si configurasse come un
passaggio sia dal fuori al dentro che dal dentro al fuori.

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La definizione
La percezione
è
 un'attività quindi psichica complessa, atta ad integrare le sensazioni attuali,
elaborate dagli organi di senso, con l'esperienza appresa.

All'interno di questa definizione possiamo notare innanzitutto la parola integrare, per cui
se consideriamo la parola integrare quindi il processo di integrazione, dobbiamo dare per
scontato che la percezione si componga di due fasi diverse,
 che sono suscettibili di un processo di unificazione, di trasformazione che
chiameremo appunto integrazione
delle sensazioni attuali e
dell'esperienza appresa.
Innanzitutto le
sensazioni sono
 il prodotto tra degli stimoli esterni e l'interazione di questi con gli organi di senso, e
sono delle sensazioni che non sono semplici perché sono passibili di una
elaborazione secondaria a questo livello, attuale perché avvengono nel qui ed ora,
 invece l'esperienza appresa ci rimanda appunto, essendo appresa, a qualcosa che
è accaduto nel passato, per cui a un'immagine che noi già abbiamo acquisito dello
stesso oggetto che andiamo a percepire nel qui ed ora.

La funzione percettiva può essere scomposta in due momenti fondamentali:

1. il primo segue una linea di casualità neurofisiologica,


2. il secondo rientra in un ambito prettamente psicologico ( memoria, affettività,
rappresentazioni, aspettative, attenzione).

In questa slide potremo notare quali sono i due livelli precedentemente accennati che il
processo percettivo porta ad integrare:
1. il primo sarà un livello, un movimento, un processo che accade puramente su basi
neurofisiologiche, e che prevede l'interazione appunto di uno stimolo esterno con
l'occhio inteso come esocettore, il che comporta dei cambiamenti fisico-chimici
immediati all'altezza delle esocettore stesso, ovvero dell'occhio, con una
trasformazione di questi stimoli in impulsi nervosi che ripercorrono il nervo ottico fino
alle zone centrali del nostro sistema nervoso centrale, che sono il talamo e la corteccia.
È lì che queste sensazioni che a quel punto non sono più tali, subiranno una
elaborazione secondaria.
2. Il secondo livello che poi il processo di percezione integrerà con il primo, è invece
puramente su basi psicologiche, ed è diciamo coadiuvato da elementi quali
o l'affettività, l'attenzione, l'aspettativa e le rappresentazioni.

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Rappresentazioni
Le rappresentazioni (o immagini),
sono
 il prodotto della riattivazione di esperienze percettive passate, in assenza
degli stimoli sensoriali, che le avevano evocate.

Le rappresentazioni sono fondamentali nel processo della percezione, fanno parte di


questo secondo livello prettamente psicologico che andrà integrato con il primo, e sono un
poco come il negativo delle foto, rappresentano delle immagini che noi abbiamo
precedentemente acquisito di un oggetto, essendo il prodotto della riattivazione di
esperienze percettive passate in assenza degli stimoli sensoriali che le avevano evocate.
Un poco come se io mi ricordassi di un posto di vacanza dove sono stato l'estate scorsa
senza necessariamente ritornarci mentre me lo ricordo, per cui lo posso in un certo qual
modo riattivare mentalmente evocando un'immagine mentale dello stesso.

Le Percezioni
1) Carattere di obbiettività e di concretezza.
2) Inquadrate nei parametri spazio-temporali.
3) Con contorni precisi sono evidenti in ogni dettaglio.
4) Costanti e facilmente mantenute nello spazio percettivo.
5) Indipendenti dalla volontà non sono create e modificate a piacere, danno una
sensazione di passività.
Ci sono cinque connotati delle percezioni, poi li vedremo anche delle rappresentazioni
perché Jaspers nel suo trattato ha inizialmente diviso le percezioni dalle rappresentazioni
proprio per meglio descriverle nella loro forma e allora noteremo che le percezioni, che poi
hanno a che fare con quel primo livello neurofisiologico da integrare con il secondo, hanno
delle caratteristiche ben precise che sono:

1. il carattere di obiettività e di concretezza, per cui questo è facilmente riconducibile al


fatto che quando vediamo una cosa riusciamo, se non abbiamo problemi di miopia ad
esempio, a obiettivarla con una certa decisione, con una certa obiettività.
2. Sono inquadrate nei parametri spazio temporali perché il mantenimento dei parametri
spazio temporali è un po' il guardiano del mantenimento dell'esame di realtà, per cui è
ovvio che una percezione sarà fisiologicamente corretta se anche l'esame di realtà è
conservato.
3. Avranno contorni precisi e saranno evidenti in ogni dettaglio.
4. Sono costanti e facilmente mantenute nello spazio percettivo, ovvero non devo
faticare per continuare a vederle; se una cosa mi appare, fa parte del mio campo visivo
basta guardarla per percepirla.
5. Sono indipendenti dalla volontà e non sono create e modificate a piacere e danno una
sensazione di passività.
Questa è una conseguenza del punto precedente, quello che vedo è indipendente dalla
mia volontà, non è che vedo quello che voglio vedere, e questo conferisce alle
percezioni e al processo del percepire un senso di passività.
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Rappresentazioni
1) Carattere di soggettività e di immagine.
2) Collocate nello spazio interno rappresentativo.
3) Imprecise e incomplete, spesso vaghe e fluttuanti.
4) Fugaci e bisognose di essere rievocate.
5) Dipendenti dalla volontà sono create e modificate a piacere, danno una
sensazione di attività.

La slide elenca i cinque punti delle rappresentazioni che, a differenza delle percezioni,
hanno
1. carattere di soggettività e di immagine tanto è vero che sono chiamate immagini
mentali,
2. sono collocate ovviamente non fuori nello spazio esterno ma nello spazio interno
rappresentativo,
3. sono imprecise e incomplete, spesso vaghe e fluttuanti, questo lo vediamo quando
cerchiamo di immaginarci qualcosa che già abbiamo esperito, per cui le nostre
immagini mentali di quella cosa avranno contorni fluttuanti e imprecisi rispetto invece a
una percezione come abbiamo detto prima obiettivata bene e delineata nei suoi
contorni.
4. Sono fugaci e bisognose di essere rievocate, possono nel mentre dissolversi, invece
dicevamo prima una percezione è a sé stante, se nel campo visivo li rimane.
5. Sono dipendenti dalla volontà e sono create e modificate a piacere e danno una
sensazione di attività, anche questo è abbastanza chiaro: è il mio io cosciente, la mia
volontà che determina quello che mi voglio immaginare o meno. La volontà invece
scemava nella descrizione delle percezioni perché appunto non dipende da quello che
voglio vedere ciò che veramente vedo, invece quello che voglio immaginare tende da
quello che in un certo qual modo decido di immaginare.
Questo conferisce alle rappresentazioni una sensazione di attività, le percezioni invece
la davano di passività.

Rappresentazioni

Il processo rappresentativo (attivo) è indispensabile a quello percettivo (passivo), che


non si identifica, in una semplice trascrizione dei caratteri obbiettivi della realtà esterna.

Ora cominceremo ad avvicinarci, a descrivere quello che è l'integrazione di percezione e


rappresentazioni nel processo della percezione, per cui andremo a vedere che il processo
rappresentativo, che è un processo attivo come le rappresentazioni, è indispensabile a
quello percettivo che abbiamo connotato come passivo, il quale processo percettivo non si
identifica in una semplice trascrizione dei caratteri obiettivi della realtà esterna.
Significa che se noi leggiamo una parola, a causa dei movimenti saccadici degli occhi che
sono dei movimenti involontari degli occhi stessi che non ci consentono di tenere a fuoco
sempre tutte le lettere di una parola che noi andiamo a leggere per cui noi obbiettivamente
precipiteremo solo alcune delle lettere che compongono questa parola però riusciamo a
leggerla grazie alla rievocazione delle lettere mancanti perché in un certo qual modo le
abbiamo, come dicevamo prima, precedentemente apprese, per cui in
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Rappresentazioni

È solo per mezzo delle rappresentazioni, fondate sull’esperienza appresa che, in modo
del tutto inconsapevole, ristabiliamo una continuità nel percepito.

Ora vedremo che è solo per mezzo delle rappresentazioni, come dicevamo, fondate
sull'esperienza appresa per cui precedentemente apprese, che in modo del tutto
consapevole ristabilirà o una continuità nel percepito.
Per cui riusciamo a complementarizzare quello che è incompleto perché abbiamo detto
non riusciamo a percepire con l'esempio precedente tutte le lettere che compongono una
parola.

FALSAMENTO DELLE PERCEZIONI


La psicopatologia della percezione si compone di quattro livelli differenti:

1) le illusioni,
2) le allucinazioni,
3) le pseudo allucinazioni FALSAMENTO DELLE PERCEZIONI
4) e le allucinosi.

 LE ILLUSIONI
Le illusioni, secondo Jaspers,
sono
tutte quelle percezioni che derivano
datrasformazionidelle percezioni reali, nelle quali
gli stimoli sensoriali esterni si combinano con elementi
riprodotti in un'unità tale che quelli diretti non si possono
distinguere da quelli riprodotti.
Ie illusioni

Le illusioni
- hanno scarso rilievo clinico poiché non sono necessariamente fenomeni
patologici, ponendosi piuttosto a ponte tra normalità e patologia;
- tuttavia, quando si realizzano con particolare frequenza ed intensità, vanno
considerate alla stregua di altri sintomi psicopatologici, ai quali saranno sempre
associate.

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Fondamentalmente le illusioni sono delle percezioni distorte dell'oggetto, ovvero questa
integrazione fra rappresentazioni e percezioni ,nelle illusioni non avviene in maniera
corretta.

Le illusioni hanno scarso rilievo clinico poiché non sono necessariamente dei fenomeni
patologici, nel senso che le illusioni visive ce l'abbiamo tutti, e si pongono piuttosto a ponte
tra normalità e patologia.
Tuttavia quando si realizzano con particolare frequenza e intensità vanno considerate alla
stregua di altri sintomi psicopatologici ai quali saranno spesso associate.

Illusioni
Fattori favorenti l’insorgere di illusioni sono:

– l’indefinitezza dello stimolo,


– un atteggiamento di aspettativa,
– stati di intossicazione da sostanze,
– deficit attentivi dovuti a stanchezza,
– alterazioni dello stato di coscienza,
– demenza.

I fattori che favoriscono l'insorgere delle illusioni sono: l'indefinitezza dello stimolo, un
atteggiamento di aspettativa, stati di intossicazione da sostanze, deficit attentivi dovuti a
stanchezza, alterazioni dello stato di coscienza stati di demenza.
Le illusioni vengono classificate come

1. illusioni da disattenzione,
nella quale l'integrazione tra rappresentazione e percezione avverrà in maniera
casuale e caotica, diciamo che questo lo possiamo vedere negli stati di stanchezza,
di sonnolenza, da intossicazione da sostanze, nell'ebbrezza alcolica ad esempio.
2. invece nelle illusioni affettive
c'è una forte componente dell'aspettativa in questa integrazione tra rappresentazioni
e percezioni. Questo lo possiamo vedere bene quando per esempio abbiamo un
appuntamento con una persona che sta ritardando, se questa persona ci aspettiamo
che arrivi in macchina potremo avere la sensazione mentre passano altre macchine
che sia in una delle macchine che sta arrivando, invece arriva tardi. Oppure quando
abbiamo in mente una persona possiamo da un dettaglio scambiare un'altra persona
per la persona che abbiamo in mente. Per cui in questo caso l'aspettativa svolge un
ruolo fondamentale nella formazione dell'illusione.
3. Le pareidolie
invece non hanno carattere patologico e appartengono soprattutto al mondo
dell'infanzia ma non necessariamente solo ad esso e si costituiscono nella misura in
cui noi diamo un altro significato a qualcosa che percepiamo. Questo capita per
esempio osservando le nuvole, se queste hanno una forma particolare che ci ricorda
un animale per esempio, possiamo verbalizzare che quella nuvola assomiglia a un
cavallo o a un cane senza per questo essere psicotici.
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LE ALLUCINAZIONI

Allucinazioni
Secondo Jaspers (1916) le allucinazioni [ ...] sono false percezioni dotate di concretezza
percettiva, che non rappresentano in alcun modo distorsioni delle percezioni reali, ma
balzano fuori [ ...] come qualcosa di completamente nuovo, verificandosi
contemporaneamente ed insieme alle percezioni reali.
Si definiscono quindi comepercezioni senza oggetto.

Le allucinazioni secondo Jaspers sono delle


false percezioni dotate di concretezza percettiva
che non rappresenta in alcun modo distorsioni
della percezione reali, ma balzano fuori come
qualcosa di completamente nuovo verificandosi
contemporaneamente insieme alle percezioni
reali. In pratica sono percezioni senza
oggetto.
Significa che non distorcono un oggetto come le
illusioni obiettivato realmente nel campo visivo
nella realtà esterna ma di fatto si inseriscono
completamente nel campo visivo e vedremo
danno una sensazione di privatezza, non sono
condivisibili.
Per cui la definizione semplice è percezioni senza
oggetto. Ovviamente sono sempre patologiche.
Allucinazioni
Da un punto di vista soggettivo, un’allucinazione è perfettamente indistinguibile da una
percezione normale, differendo da essa per il fatto di non trovare conferma nelle altre
modalità sensoriali e per il carattere della privatezza: si tratta in altri termini di un
fenomeno intimo, non condivisibile con gli altri
Da un punto di vista soggettivo un'allucinazione è perfettamente indistinguibile da una
percezione normale per chi la trova, ovviamente.
Differendo da essa per il fatto di non trovare conferma nelle altre modalità sensoriali e per
il carattere del privatezza, le allucinazioni non sono condivisibili anche se esistono
allucinazioni di gruppo con dei meccanismi inconsci di contagio che però non descriviamo
adesso.
Si tratta in altri termini di un fenomeno intimo non condivisibili con gli altri.

Le allucinazioni possono essere direttamente riferite e descritte dal paziente per


l'inconsapevolezza della loro assurdità perché ovviamente il paziente le prende per
buone quando accadono.

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LE ALLUCINAZIONI possono essere

elementari o complesse:
- ad esempio allucinazioni visive possono essere dei semplici bagliori, dei tratti luminosi,
dei lampi
- oppure delle scene vivide e complesse;

funzionali o riflesse:
- funzionali se coinvolgono lo stesso organo di senso, ad esempio se io sentendo
scorrere l'acqua ho delle allucinazioni uditive, sono funzionali perché rimangono
nell'ambito dello stesso organo coinvolto. Ovviamente in questo caso è l'udito.
- Saranno riflesse invece se lo scorrere dell'acqua mi innesca invece delle allucinazioni
visive. Relativamente all'organo di senso coinvolto le allucinazioni possono essere:

Relativamente all’organo di senso coinvolto , le allucinazioni, possono essere:

visive:
- sostitutive se si sostituiscono completamente al campo visivo sano, normale;
- schermanti se occupano solo una parte del campo visivo, quello relativo
all'allucinazione stessa;
- integrate se invece si integrano perfettamente nel campo visivo che rimane tale ma ad
esempio io posso avere un'allucinazione nella misura in cui vedo una tavola imbandita
dove realmente sto mangiando, ma ho l'allucinazione che quello che sto per mangiare
una cosa diversa da quello che in realtà è, per cui l'allucinazione in questo caso è
integrata in quello che realmente è percepibile da tutti, ovvero una tavola imbandita.

uditive:
- rassicuranti (dialoganti), che in genere sono meno frequenti; ovviamente tutte queste
allucinazioni sono comprese in malattie estremamente gravi quali le psicosi
schizofrenica oppure comunque nell'ambito delle psicosi. Sono dialoganti per cui il
soggetto ha la sensazione di dialogare con un'altra entità che poi è una parte di sé in
maniera rassicurante;
- persecutorie
imperative, con percezione di qualcuno che ci impartisce un ordine,
commentanti, e in questo possono farci preoccupare e a volte sorridere,
eco del pensiero in cui possiamo percepire a livello uditivo quelli che sono i nostri
pensieri).
Questa sintomatologia appartiene fondamentalmente alle psicosi più gravi.

olfattive/gustative.
I connotati dell'olfatto e del gusto possono essere piacevoli, spiacevoli.
In genere appartenenti a malattie quali la schizofrenia ma non solo, perché possiamo
avere questo tipo di allucinazione anche negli stati acuti di mania o anche in certe forme
di isteria gravi relativamente all'ambito della sessualità.

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somatiche,
difficili da definire più che appartengono al sommo, il corpo, e coinvolgono lo stesso
oggetto del nostro corpo che poi le va a identificare, a obiettivare.
- cenestesiche: coinvolgeranno il corpo in toto, ad esempio si può avere la sensazione
di andare in putrefazione che il nostro corpo sia irrigidito per cui la sensazione che sia
quasi di legno. Se invece hanno a che fare con gli organi sessuali, la sensazione di
essere deflorati per cui sono tipiche della schizofrenia.
- Possono essere poi tattili o termiche, avere sensazioni quindi di essere toccati, di
avere formicolii, la sensazione di insetti che camminano addosso di avere dei punti di
maggior calore del corpo. Anche qui rimaniamo nell'ambito della schizofrenia, ma
anche e soprattutto la sensazione di insetti che camminano addosso si posano sulle
spalle è tipica dell'intossicazione e astinenza da cocaina.
- Quelle chinestetiche invece hanno a che fare non tanto con la composizione del corpo
in senso generale, ma con i movimenti dello stesso per cui potremmo avere la
sensazione di essere in movimento quando in realtà stiamo assolutamente fermi.
Anche qui siamo nell'ambito delle psicosi schizofreniche.

LE PSEUDO ALLUCINAZIONI

Pseudoallucinazioni
Le pseudoallucinazioni (o allucinazioni psichiche), sono fenomeni che possiedono tutti
i caratteri delle allucinazioni, pur non essendo obbiettivate nel mondo esterno ma
nello spazio interno soggettivo.
Per questo motivo, hanno alcuni aspetti delle allucinazioni, e altri delle
rappresentazioni.

Le pseudo allucinazioni, anche dette allucinazioni interne perché hanno tutti i caratteri
delle allucinazioni precedentemente descritte tranne quello di essere o dei privati non nella
realtà esterna ma nel nostro mondo interno, per cui in questo senso inevitabilmente
avranno anche dei connotati,delle rappresentazioni che hanno a che fare con il nostro
mondo interno, col nostro mondo immaginativo. Per cui le pseudo allucinazioni psichiche
sono fenomeni che possiedono tutti i caratteri delle allucinazioni, pur non essendo
obiettivate nel mondo esterno ma nello spazio interno soggettivo.
Pseudoallucinazioni
spazio interno rappresentativo
Rappresentazioni
Mancanza di concretezza

Profilo preciso

Percezioni Stabilità
Ruolo passivo
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Per questo motivo hanno alcuni aspetti delle allucinazioni e altri delle rappresentazioni:
avranno in comune con le rappresentazioni il fatto di accadere, di svolgersi internamente
nello spazio interno rappresentativo e quindi mancano di concretezza.
Rispetto alle allucinazioni avranno dei contorni meno concreti, meno obiettivi, più soffusi.

Rispetto invece alle percezioni hanno un profilo preciso, una loro stabilità per cui
rimangono anche se noi vogliamo mettere di immaginarle, per cui da questo punto di vista
si separano assolutamente dalle rappresentazioni che sono dipendenti dalla nostra
volontà.

Le pseudo allucinazioni no, si svolgono internamente a noi ma rimangono anche se noi


non le vogliamo e ci conferiscono un ruolo passivo, perché sono indipendenti dalla nostra
volontà.
Pseudoallucinazioni

Le pseudoallucinazioni sono essenzialmente uditive (voci, sentire il proprio pensiero,


mormorii intrapsichici) tipiche della schizzofrenia.
Quando le pseudoallucinazioni, si manifestano visivamente, sono particolarmente
intense e vivide (pseudoallucinazioni di Kandisky).

PSEUDOALLUCINAZIONI

VOCI
sentire il proprio

pensiero
mormorii
intrapsichici

Le pseudo allucinazioni sono essenzialmente uditive e rappresentano le cosiddette voci


delle psicosi schizofrenica, a tal punto che nelle psicosi schizofreniche sono più frequenti
le pseudo allucinazioni uditive delle allucinazioni uditive, per cui le cosiddette voci degli
schizofrenici altro non sono che queste pseudo allucinazioni, allucinazioni interne. Hanno
a che fare anche col sentire il proprio pensiero o anche a semplici mormorii intra psichici
tipici della schizofrenia.

Quando le pseudo allucinazioni si manifestano invece non a livello uditivo ma a livello


visivo, saranno assolutamente vivide nei loro contorni ma soprattutto molto colorate e
allora sono dette pseudo allucinazioni di Kandinsky.

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LE ALLUCINOSI

Allucinosi

Le allucinosi sono disturbi psicosensoriali, preceduti da intensi fenomeni


neurovegetativi, iperestesia sensoriale e da illusioni visive.
Possono essere attivate da:
– sostanze psicoattive (lsd, mescalina, psilocibina, ketamina);
– deprivazioine sensoriale;
– deprivazione di sonno.

Differiscono dalle allucinazioni in corso di psicosi.

Le allucinosi invece che sono un ulteriore livello di disturbi appartenenti alla psicopatologia
delle percezioni sono disturbi psicosensoriali preceduti
da
intensi fenomeni neurovegetativi,
da iperestesia sensoriale
e da illusioni visive,

che significa che le pseudo allucinazioni sono in un certo qual modo secondarie non a un
processo psichico come tutto ciò che abbiamo descritto fino adesso,
ma sono
reattive in genere a
o o all'assunzione di sostanze stupefacenti
o oppure secondarie a qualcosa che artificiosamente le ha attivate.
Anche la deprivazione di sonno prolungata può causare delle sindromi di allucinosi,
o anche la deprivazione sensoriale.

SOSTANZE CHE ATTIVANO…


Tra le sostanze capaci di attivare degli stati di allucinosi
abbiamo
- l'LSD che tutti conosciamo,
- la mescalina e
- la psilocibina che sono delle sostanze allucinogene prodotte naturalmente da vegetali
o da funghi,
- e la ketamina che è la nuova entrata tra le sostanze in grado di provocare allucinosi
che è in medicina generale un anestetico dissociativo (che descriveremo quando
parleremo della psichiatria e del legame tra le doppie diagnosi, ovvero dell’interazione
tra le diagnosi psichiatriche e le tossicodipendenze) che preso a dosi non cliniche,
ovvero intossicate,
provoca
delle allucinazioni molto particolari, estremamente intense, sovrapponibili a quelle
che accadono in corso di assunzione di LSD.
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DIFFERENZE
Le allucinosi differiscono dalle allucinazioni in corso di psicosi per una serie di
caratteristiche.
Nella schizofrenia, le allucinazioni compaiono senza prodromi, invece nelle allucinosi sono
precedute oltre che da questi sintomi neurovegetativi in genere, soprattutto se si prendono
funghi allucinogeni o se si mangiano piante allucinogene come l'Atropina ad esempio, la
belladonna, in genere proprio perché ne dobbiamo mangiare tante di queste sostanze
provocano anche dei sintomi gastrointestinali. Per cui delle sindromi anche
neurovegetative, e comunque sono preannunciate da sensazioni visive. Sono progressive
per cui la distorsione della percezione è progressiva e quindi prima della comparsa delle
allucinazioni avremo la comparsa delle illusioni.

Quelli della schizofrenia no: compaiono definendosi già come allucinazioni.


Nella schizofrenia poi appaiono particolare clima psichico che è comprensivo anche di
un'interazione delirante, invece negli stati di allucinosi sono completamente indipendenti
da questo clima psichico, non sono preceduti non appaiono in maniera concomitante a un
delirio; semmai il delirio si può instaurare sul allucinosi ma secondariamente.
Nella schizofrenia le allucinazioni si sovrappongono o si inseriscono nell'ambiente, e
questo lo abbiamo visto precedentemente, invece nelle allucinosi comportano una totale
distorsione della percezione dell'ambiente, per cui in un certo qual modo nelle allucinosi il
percetto che è modificato non è selettivo ma è totale, tutto il campo visivo sarà coinvolto in
uno stato di allucinosi.
Invece se vi ricordate nella schizofrenia abbiamo le allucinazioni sostitutive, schermanti
o integrate.

Un'altra caratteristica è che nel corso di schizofrenia le allucinazioni si manifestano di


solito ad occhi aperti, invece nelle allucinosi si manifestano di solito ad occhi chiusi.

SCHIZOFRENIA ALLUCINOSI
Senza prodromi Preannunciate da sensazioni
visive
Particolare “clima psichico” con Sono indipendenti
ideazione delirante
Si sovrappongono o si Distorsione della percezione
inseriscono nell’ambiente dell’ambiente
Si manifestano ad occhi aperti Si manifestano ad occhi chiusi

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