Cosa significa vivere? Vi siete mai posti una
Questo vuoto, tuttavia, è un
domanda del genere? Vivere. Potreste
pensare ai bei momenti con gli amici, la
famiglia, uscire all’aria aperta e respirare la
natura, avere una famiglia, un lavoro, nipoti.
E poi? Nessuno sa cos’è la morte. E
nessuno sa nemmeno com’è la morte.
Perché la gente muore? Perché non può
continuare a vivere?
Ma allora, se nessuno sa cos’è la morte,
perché la gente uccide o si toglie la vita?
Non ha paura delle conseguenze? Per
alcune religioni la morte significa paradiso o
inferno. Per altre significa vivere di nuovo,
reincarnarsi. Tuttavia in tutte le religioni c’è
una caratteristica in comune: se farai del
bene nella tua vita andrai in paradiso; se ti
comporterai bene ti reincarnerai in qualcosa
di superiore al tuo attuale stato sociale.
Eppure, come ribadito prima, c’è ancora
gente che uccide e si toglie la vita: peccati
considerati molto gravi.
Perché la gente uccide? Vendetta?
Divertimento? Pazzia? Disperazione? Molte
persone credo si facciano queste domande.
La cosa che però mi interessa di più è:
perché la gente si toglie la vita? No no
tranquilli, io non ho quel tipo di pensieri,
sono solo curioso/a di entrare nelle menti di
quelle persone. A questa domanda la
risposta più comune può essere: “hanno
avuto dei problemi o familiari o economici, e
non riuscendo più a sopportare tutto.
togliendosi la vita.” “Hanno commesso
qualcosa di cui si sono pentiti amaramente e
cui non possono rimediare.” “Tutti possono
rimediare alla propria vita e migliorarla e non
tentare il suicidio. La morte è la via più
semplice per scappare dai problemi.”
Secondo me non è proprio così. Non tutti
si tolgono la vita perché hanno o hanno
avuto problemi, perché hanno commesso
qualcosa cui non possono rimediare o per
scappare dai problemi. C’è gente più malata
a questo mondo. Ci sono persone che si
sentono vuote. Ok, forse tutti possono
sentirsi vuoti, hanno un periodo che non è
proprio il massimo ma non pensano a
togliersi la vita.
vuoto diverso. Avete mai letto “lo
squalificato” di Dazai Osamu? Potreste
forse capire la vita di una di quelle persone
con la mente malata. Malate in senso
buono, perché se ci fossero solo persone
normali in questo mondo non sarebbe
divertente.
Queste persone si comportano come tutti
quanti. Hanno una vita apparentemente
felice, amici, passioni, sogni e un vuoto che
li divora dall’interno. Un vuoto che li obbliga
a restare concentrati tutto il giorno, perché
se si distraggono un attimo l’oscurità dentro
di loro li divora, non li fa dormire. Anche
quando stanno con la loro famiglia o con i
loro amici o con la persona che amano non
riescono a placare questo senso di vuoto.
Ma non possono parlarne con nessuno. “A
chi importa dei miei problemi? Io devo
dimostrare loro che posso ascoltarli, aiutarli
e supportarli senza problemi. I miei problemi
posso risolverli da solo/a.” Questo non
significa che per forza commettono
autolesionismo. Loro vogliono solo trovare
la pace. Questo vuoto dentro di loro non può
essere colmato in alcun modo, perciò l’unico
modo di trovare la pace è la morte. Molti
trovano un sollievo nella morte. Ho
conosciuto una ragazza che voleva porre
fine alla sua vita in un modo stiloso,
indimenticabile. Aveva questo vuoto che la
divorava. Diceva che voleva buttarsi da un
grattacielo alto, molto alto, così da sentire in
quegli istanti di vuoto la pace finalmente. Un
sollievo che durava qualche attimo, ma che
le bastava per essere veramente felice e per
poi vedere il buio per l’eternità. “Se dovessi
andarmene, mi piacerebbe farlo in un modo
così meraviglioso” (citazione di Dazai
Osamu), questo era quello che continuava a
dire. Fosse una storia vera questa, sarebbe
macabra ma con un lieto fine allo stesso
tempo. Sarebbe riuscita a trovare la pace,
senza dover pensare sempre e solo agli
altri. Dall’altra parte però sarebbe comunque
morta. Spero davvero che nessuno senta
questo vuoto come, purtroppo, c’è gente
che sente e che non riesce a fermarlo
dentro di sé.