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IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO

TRAMA
Il Buono, il Brutto, il Cattivo è un film western del 1966 diretto da Sergio Leone, con Clint
Eastwood, Lee Van Cliff e Eli Wallach.
La storia è ambientata nella seconda metà del 1800, durante la guerra di secessione americana;
tre uomini senza scrupoli e regole morali vivono ai margini della società e della legge: Tuco, il
Brutto (Eli Wallach), Joe, il Buono (Clint Eastwood) e Sentenza, il Cattivo (Lee van Cliff).
Tuco è un bandito e viene catturato da un cacciatore di taglie, Joe, che prima lo consegna alle
autorità e poi lo salva dall'esecuzione; i due si mettono d'accordo così per ripetere la truffa e
intascare la taglia, ma il Buono viene meno al patto e abbandona il Brutto nel deserto, che
organizza così la sua vendetta.
Nel frattempo Sentenza è da tempo sulle tracce di una grande quantità d'oro nascosta dal temibile
Bill Carson al sicuro dentro una tomba. Per uno scherzo del destino, però, è il Brutto a scoprire
dove si trova: quando è sulle tracce del Buono per freddarlo nel deserto, infatti, incontra Carson
moribondo, che gli rivela l'ubicazione di duecentomila dollari; ma mentre si allontana per
prendergli dell'acqua, si avvicina il Buono che scopre il nome della tomba in cui sono sepolti, prima
che Carson muoia. Così i tre uomini, senza nessuna reciproca fiducia e accomunati solo dal
risentimento, sono costretti loro malgrado a mettersi insieme sulle tracce del bottino, spinti dalla
necessità e legati da un destino beffardo, sorvegliandosi l'un l'altro giorno e notte. Affronteranno
ostacoli e peripezie per arrivare al cimitero, dove si sfideranno in un ultimo scontro risolutivo per
impossessarsi del tesoro.

ANALISI DEL FILM


Il buono, il brutto e il cattivo è la rappresentazione - finalmente libera da vincoli di budget - di una
demistificazione dei concetti di buono, violento e malvagio, all'interno di un contesto belligerante
come la Guerra di Secessione americana.
Simbolo "inesatto" - o se volete "incompleto" - del cinema leoniano, Il buono, il brutto e il
cattivo osserva una stessa, identica "finalità" da tre punti di vista molto differenti. In questo modo
costruisce, con leggerezza e forte senso del ritmo, una variopinta vicenda di ingordigia e avidità di
denaro (la finalità di cui sopra è il mettere le mani su un tesoro nascosto).
Prima ancora di una presentazione registica sui personaggi, il film viene introdotto da una delle più
celebri colonne sonore di Ennio Morricone. Poche sono le note che compongono una melodia i cui
veri strumenti sono fischi, voci, versi di animali come ululati del coyote e rumore di zoccoli di
cavalli, spari di pistola, segnali militari di tromba, colpi di cannone, chitarre elettriche, a voler
rimandare ad un insieme di echi disarmonici che compongono un’unica sinfonia che evoca uno
stato di guerra. Per i personaggi principali, tre sono gli strumenti che Morricone usa per
accompagnarli durante la pellicola: «flauto soprano per il Biondo, l'arghilofono del maestro Italo
Cammarota per Sentenza e la voce umana per Tuco».
In modo simile, la scelta grafica dei titoli di testa attinge continuamente all’immagine, seppure non
esplicita, di gocce di sangue che si riversano al suono di ogni colpo di pistola. E così, in questa
relazione di scene costruite sulla musica, vengono stimolati le fantasie e gli interessi dello
spettatore.
Il Buono, il Brutto, il Cattivo si apre con un primissimo piano su uno dei personaggi non
protagonisti, dettato probabilmente dall’idea di Leone di creare un inaspettato impatto nel
pubblico. Stacco dal volto dell’attore ai paesaggi di tipo desertico della provincia di Almería, nella
parte orientale dell’Andalusia, con l’utilizzo di un campo lunghissimo con un’inquadratura fissa dal
basso, che riprende l’avvicinamento di due persone a cavallo. L’avvicinamento viene enfatizzato
dal suono ovattato degli zoccoli e dal fruscio del vento. Altri due primissimi piani – il primo con
angolazione a 3/4. Nuova inquadratura sui paesaggi dell’Andalusia stavolta con l’utilizzo di un
campo lungo. Stacco di camera che inquadra due uomini a cavallo, campo medio con figure intere
in movimento con una carrellata laterale. Non compaiono mai i tre protagonisti principali del film.
Altro campo lungo prima di focalizzare l’inquadratura sui due lati dell’ambientazione, steadycam
per raccontare passo dopo passo l’avvicinamento dei personaggi. Nel mentre i tre si avvicinano c’è
il passaggio da un primo piano ad un primissimo piano. Si odono gli stessi rumori inseriti da
Morricone nella colonna sonora. Stacco sul paesaggio con un campo medio, inquadratura dei due
personaggi che erano a cavallo con figura intera, poi l’incontro che avviene con un piano
americano. I tre entrano assieme nel saloon sfondando la porta, si odono spari di pistola mentre il
brutto salta via rompendo il vetro. Possiamo sentire voce umana della colonna sonora che
accompagna la scritta “Il brutto” mentre Tuco viene ripreso con un piano medio. Campo
lunghissimo che accompagna Tuco a scomparire a cavallo nelle colline dell’Andalusia. Dentro al
saloon piano americano per uno dei personaggi che spara e poi si accascia a terra morente
assieme agli altri, con un’inquadratura dall’alto.
 Tonino Delli Colli, direttore della fotografia, utilizza le tinte smorzate: nero, marrone, bianco
corda, dato che le costruzioni erano in legno e che i colori del paesaggio erano piuttosto vivi.

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