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Contenuti

Introduzione 3

Chi è il Consulente d’immagine 13

Come nasce la consulenza d’immagine 21

Cosa fa un consulente d’immagine 28

Doti e competenze di un consulente d’immagine 33

Gli step di una consulenza d’immagine 38

Analisi armocromatica 44

Visagismo 65

Make up 68

Analisi morfologica 73

Analisi dello stile 76

L’importanza di una formazione continua 85


Introduzione

“Tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te, tu apri il
tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito, per
esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio
per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel
maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapisil, è
effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto
che nel 2002 Oscar De La Renta ha realizzato una collezione di gonne
cerulee, e poi è stato Yves Saint Laurent, se non sbaglio, a proporre delle
giacche militari di color ceruleo, e poi il ceruleo è rapidamente comparso
nelle collezioni di otto diversi stilisti, dopodiché è arrivato a poco a poco
nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo
casual dove tu, evidentemente, l’hai pescato nel cesto delle occasioni.
Tuttavia quell’azzurro rappresenta milioni di dollari ed innumerevoli
posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia
convinta di aver fatto una scelta fuori dalle proposte della moda: quindi,
in effetti, indossi un golfino che è stato selezionato per te dalla persona
qui presente in mezzo ad una pila di roba!”

Da “Il Diavolo veste Prada”

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Cosa fa un Consulente d’immagine?
È una domanda che mi sono sentita porre diverse volte da amici,
parenti ma anche da persone appena conosciute che, alla rivelazione
della mia professione, rimanevano come interdette. “Quindi lavori
nella moda?” mi chiedevano, “fai le foto per Instagram?” o “ma davvero
passi le giornate a fare shopping?”. E, molto spesso, la conversazione
terminava con “Quindi la gente ti paga per dirgli come vestirsi?!”, frase
in cui, non so perché, ho sempre percepito una punta di ironia.
Non so se esista un’altra professione che generi tanti falsi miti come
quella del consulente d’immagine. Certo, il mio lavoro ha a che fare
con la moda, Instagram e lo shopping, e consiglio alle persone come
migliorare la propria immagine scegliendo gli abiti giusti da indossare.
Ma un consulente di immagine non è (solo) una persona dotata di
buon gusto che una mattina si sveglia e suggerisce a tutti i propri
clienti di vestirsi di blu perché è il suo colore preferito.
Un consulente d’immagine è un professionista serio e preparato,
che conosce le regole dell’analisi cromatica, di quella morfologica e
dello stile, che sa applicare le regole dell’armocromia e del visagismo
e che ha esperienza in contesti professionali, in quanto a protocolli
e dress-code.
Un consulente d’immagine studia approfonditamente le esigenze di
ogni cliente, cerca di capire qual è il suo problema, oltre l’aspetto
fisico. Chi si rivolge ad un professionista dell’immagine, infatti,
non ha solo difficoltà a scegliere gli abiti giusti da indossare, ma
vive un disagio a volte molto profondo che gli impedisce di vivere
serenamente la propria vita.
Chi vuole davvero dedicarsi alla professione del consulente
d’immagine, e farlo bene, deve quindi essere anche un po’ psicologo,
avere empatia con le persone e riuscire a mettersi nei panni dei
clienti che richiedono il suo aiuto.
Per me fare il consulente d’immagine è una missione e vorrei che lo
fosse anche per te.
Per questo mi sono decisa a scrivere questo ebook: vorrei trasmettere

INTRODUZIONE 4
a tutti coloro che vogliono intraprendere questo cammino non solo
la passione per il mondo della moda ma anche la consapevolezza
che una buona formazione è la base necessaria per fare seriamente
questo lavoro. Io da quando ho cominciato non ho mai smesso di
imparare: ad ogni nuova consulenza sentivo il bisogno di essere
più precisa, di andare più in profondità, per questo leggevo libri,
frequentavo corsi ed eventi in cui potevo incontrare professioniste
con più esperienza di me. Ho imparato tanto, non solo dai libri ma
anche dalle persone che ho conosciuto, dai miei clienti e perfino dai
miei studenti (ecco perchè amo fare formazione!).
La consulenza d’immagine è fatta di tante sfumature perché
l’immagine personale è un universo complesso, fatto di emozioni,
sogni e paure. Non troverai mai un cliente uguale ad un altro: le
richieste all’inizio potranno sembrarti sempre le stesse – sembrare
più magro, più giovane, più professionale,… – ma dietro ogni richiesta
si nasconde una personale visione della realtà e di sé stessi, a cui tu,
come consulente d’immagine devi andare incontro.

Immagine personale: coerenza e sicurezza


L’immagine di una persona racconta al mondo la sua visione della
vita.
Come consulente d’immagine vedo ogni giorno donne e uomini che,
attraverso il loro modo di vestire, di parlare, di porsi, trasmettono
un messaggio fuorviante o non adatto al contesto in cui si trovano.
Queste persone non hanno ancora trovato il loro stile e per questo
non riescono ad esprimersi nel migliore dei modi.
Spesso si sottovaluta l’importanza del linguaggio non verbale, così
come l’etichetta di un determinato ambiente. Per un professionista
non prestare attenzione a questi dettagli può significare la perdita di
buone occasioni per la propria carriera.
In ambito personale, invece, una persona che non è consapevole
delle esigenze del proprio fisico si sentirà sempre in difficoltà nelle
relazioni con gli altri perché lo specchio gli restituirà ogni volta

INTRODUZIONE 5
un’immagine insoddisfacente, aprendo una ferita profonda nella sua
autostima.
La consulenza d’immagine è nata proprio per questo: per aiutare le
persone a valorizzarsi e a trasmettere il giusto messaggio attraverso
la propria immagine.

Cosa si può scoprire grazie a una consulenza d’immagine


• i colori che valorizzano una persona, in base al suo tono di pelle,
al sottotono, al colore degli occhi e dei capelli;
• i vestiti che le stanno meglio;
• lo stile giusto, in base alla personalità unica del cliente, al contesto
in cui vive e a al messaggio che vuole trasmettere
Una persona che richiede l’aiuto di un consulente d’immagine è
consapevole di avere un problema e di poter migliorare il proprio
aspetto affidandosi a un professionista che riuscirà a far risaltare i
suoi punti forti e mitigare quelli deboli.
Per noi consulenti la consulenza sull’immagine personale è una
grande responsabilità, ma con il giusto approccio, che vorrei passarti
proprio in queste pagine, sarà anche una grande soddisfazione.

Te lo posso assicurare: per me aiutare i miei clienti a vedersi con altri


occhi, cambiando nelle loro menti il significato negativo della parola
“difetto” con quello aperto e positivo della parola “opportunità” è
la parte più bella del mio lavoro e mi riempie di entusiasmo ancora
dopo tanti anni!

Chi sono
Sono Isabella Ratti, Consulente d’immagine e Style coach dal cuore
italiano e l’anima nomade, che ama e vive la moda in tutte le sue
sfaccettature.
A Milano scarico l’adrenalina nell’animazione delle sfilate, a Lugano

INTRODUZIONE 6
coltivo l’equilibrio. Da bambina disegnavo abiti, oggi aiuto le persone
e le aziende a disegnare la loro immagine, trasformando imperfezioni
e difetti in punti di forza.
Credo nella moda al servizio delle persone, il mio lavoro consiste
nell’aiutare le persone a migliorare la propria immagine, per
sentirsi bene e sicure di sé. Uno degli aspetti più avvincenti della
mia professione consiste nel vedere come, spesso, il cambiamento
esteriore sia il segnale di un moto interiore molto più rapido.
La mia unicità, quando assisto i miei clienti, consiste proprio nel
vedere e supportare quel movimento interno e aiutarlo a esprimersi.
La mia filosofia professionale?
La moda deve essere al servizio delle persone, aiutarle a esprimere
loro stesse e a comunicare al mondo chi sono, cosa provano e cosa
sognano. Ecco come è nato il mio mantra “Democratize fashion”:
rendiamo democratica la moda, sentiamoci libere di indossare
quello che vogliamo senza preconcetti e imposizioni.
Sono Presidente del capitolo italiano di AICI - Association of Image
Consultants International. AICI Italy Chapter rappresenta in Italia la
maggiore organizzazione professionale di Consulenti d’immagine
a livello internazionale, di cui condivide obiettivi e valori: AICI
International.
Essere consulente d’immagine: ci metto la mia esperienza, i miei
successi, le mie scoperte.
In tutte le consulenze e i progetti che porto avanti metto tutta me
stessa, con la mia passione per la storia del costume, il desiderio di
andare oltre i cliché imposti, la sincerità a ogni costo e la forza di
presentarmi senza filtri.
Tutto questo rende la mia professione di consulente d’immagine viva
e interessante.

INTRODUZIONE 7
Consulenza d’immagine: come la intendo io
La consulenza d’immagine dovrebbe essere un percorso che si fa
con una persona che sente forte l’esigenza di migliorare il proprio
aspetto per sentirsi più sicura e finalmente felice.
Per come lavoro io, la consulenza non stravolge mai l’aspetto di
una persona, ma valorizza quelle che sono le sue virtù, che io come
consulente riesco a vedere grazie alle conoscenze che ho acquisito
e alla mia esperienza quotidiana.
Amo essere una consulente d’immagine perché so di poter aiutare
le persone a vedersi bene e quindi a sentirsi meglio, il che significa
una maggior sicurezza in sé stessi e una migliore impressione sugli
altri, chiunque essi siano: da una persona appena conosciuta al
responsabile delle risorse umane di una grande azienda.
Mi rattrista sempre sentire chi taccia il mio lavoro, e quello di tutti
i miei colleghi, di superficialità. In realtà noi consulenti d’immagine
non togliamo valore all’interiorità dei nostri clienti, tutto il contrario:
noi impariamo a conoscerli e facciamo un approfondito lavoro di
introspezione, cerchiamo di capire qual è il problema che li blocca e li
aiutiamo affinché tutta la bellezza che hanno dentro si possa vedere
anche fuori, ad una prima impressione – che è quella che sempre
conta davvero.
Il mio metodo per la consulenza d’immagine personale è il Metodo
IR Style Coach, utilizzato dai migliori consulenti di Hollywood.
Si basa su 3 livelli di analisi:
1. del colore (teoria del colore, armocromia e teoria delle 12
stagioni);
2. della morfologia;
3. dello stile.
Questo metodo dà risultati fin dalle prime settimane perché è
personalizzato sul cliente, sulle sue esigenze professionali e i suoi
obiettivi personali e lavorativi.

INTRODUZIONE 8
Perché ho scelto di essere Consulente d’immagine e Style Coach
Con il mio lavoro aiuto le persone ad amare il proprio corpo con
pregi e difetti e insegno loro un metodo semplice e pratico per far
emergere la propria personalità attraverso uno stile personale e
coerente.
Mi piace far sentire bene le persone, vederle realizzate e felici,
soprattutto desidero aiutare le donne, spesso legate a canoni di
bellezza innaturali, a fare pace con lo specchio.
Ho affinato il mio intuito e lo uso nella relazione con i miei clienti per
cogliere i tratti distintivi della loro personalità che meritano di essere
valorizzati. La mia moda è la moda che aiuta a sentirsi meglio, senza
artifici, apprezzando il proprio corpo e diventando consapevoli della
bellezza del proprio io.

Vedo l’anima e la vesto


Il fatto che molte persone abbiano la tendenza a giudicare gli altri
dall’apparenza, senza conoscerli intimamente, mi ha reso consapevole
del fatto che ogni dettaglio è importante. Ogni singolo gesto, ogni
azione portano a delle conseguenze e generano degli effetti.
La scelta di un abito, l’abbinamento di un accessorio, la cura di
un’acconciatura sono la comunicazione immediata di emozioni e
stati d’animo.

Il mio impegno? Valorizzare l’unicità delle persone


La tua immagine racconta chi sei. Ma tu lo sai chi sei? E sai che cosa
la tua immagine sta dicendo di te? Come consulente d’immagine vedo
ogni giorno donne e uomini che, attraverso il loro modo di vestire, di
parlare, di porsi, trasmettono un messaggio fuorviante o non adatto
al contesto in cui si trovano. Io ascolto i bisogni delle persone e
li accompagno in un percorso di focalizzazione e riscoperta della
propria bellezza. I miei clienti imparano a capire le loro esigenze e a
brillare di luce propria.

INTRODUZIONE 9
Io e la moda: tanti progetti e la formazione
• “Light my Night, Adornarsi di luce”: Collezione di borse sartoriali.
In occasione del Salone del mobile e della Milano Fashion Week
dal 2014 sino al 2016 ho creato una collezione di borse che
plasma la luce: seta e fibra ottica si fondono insieme per creare
questo nuovo tessuto percorso da fibra ottica smerigliata, lavorato
secondo le tecniche dell’alta sartoria degli anni cinquanta. Un led
collegato a una piccola batteria nascosta produce un effetto di
gocce di luce a cascata, che aumenta di intensità al diminuire
della luce nell’ambiente.
• Le T-shirt Democratize Fashion. Nel 2017 ho realizzato un sogno:
dare forma al mio mantra Democratize Fashion con una collezione
a tiratura limitata di 25 T-shirt pensate per tutte le donne che
vogliono essere libere di scegliere chi essere e come vestirsi.
Frasi e grafiche originali, tessuti di prima scelta e un’ispirazione
da condividere. Una produzione tutta italiana, curata da Melidé,
a cui anche Chiara Ferragni ha affidato la sua collezione di T-shirt
brandizzate, perché si tratta di un gruppo di “artigiane” della moda
che ricamano a mano e utilizzano solo tessuti di prima qualità.
• Fashion editor: progettare l’identità visiva dei fashion brand e
magazine di moda. Curo atmosfera e stile per eventi di settore,
scelgo il mood e lavoro con direttori creativi, art director e
fotografi alla realizzazione di immagini per servizi fotografici,
video, fashion film, eventi, sfilate, prodotti editoriali.
• Consulente d’immagine: valorizzando l’unicità delle persone.
Propongo ai miei clienti il Metodo IR Style Coach, basato su
semplici regole efficaci e soprattutto sull’esperienza e la pratica
in prima persona. Insegno loro a guardare lo specchio interno e a
fare pace con lo specchio esterno, vedendosi con occhio limpido
e benevolo.
• Corporate identity: consulenza d’immagine aziendale. Ogni
azienda vive attraverso i propri dipendenti, ai quali è affidata una
grande responsabilità: rappresentare e comunicare nel modo
migliore la filosofia e i valori che rendono unica la loro azienda.

INTRODUZIONE 10
Aiuto imprese di piccole, medie e grandi dimensioni a definire
una corporate identity coerente e a creare un team coeso e
preparato, in grado di rappresentare l’azienda presso clienti,
fornitori e partner.
• Social Media Specialist settore Fashion. Consulenza per i brand
di moda: aiuto marchi di moda e professionisti di questo settore
a sfruttare il potere dei social network per migliorare la propria
visibilità e creare una solida relazione con le persone che fanno
parte del loro target.
• Formazione in Consulenza d’immagine: insegnare una professione
– Milano e Lugano. Mettere a disposizione di altri quello che ho
imparato in anni di lavoro al servizio della mia passione è la logica
conseguenza del percorso che ho scelto. La formazione mi
permette di creare consapevolezza sull’importanza dell’immagine,
che viene ancora considerata, a torto, un dettaglio effimero. Nei
miei corsi fornisco basi teoriche e pratiche per la professione
di Consulente d’Immagine: dall’analisi delle principali tendenze
della moda contemporanea alle nozioni di styling. Un percorso di
formazione molto pratico, che prepara alla realtà della consulenza
e al lavoro con i clienti. Non solo regole teoriche sulle forme e i
colori, ma un metodo per empatizzare con i clienti, capire i loro
obiettivi e le loro aspettative, e aiutarli davvero.
• Formazione sul Decluttering: imparare a stabilire le priorità –
Milano e Lugano. Un percorso di apprendimento che comincia
dal riordino del proprio armadio per terminare in una filosofia di
vita che guida alla chiarezza in tutti gli aspetti quotidiani. Voglio
spiegarti il metodo Konmari e insegnarti a utilizzarlo per essere
più efficiente e mettere ordine nella tua vita. Impara a gestire i
tuoi spazi e i tuoi impegni con il Metodo IR Decluttering Style.
• Formazione sul Personal branding e Business Style Coach –
Milano e Lugano. Non solo le aziende rappresentano un brand:
anche i professionisti, con il loro lavoro quotidiano, costruiscono
la loro “identità di marca” e possono diventare dei punti di
riferimento nel loro settore. Lavorare su te stesso e sul tuo

INTRODUZIONE 11
Personal branding ti permetterà di affermarti come esperto nel
tuo ambito e lavorare per aziende prestigiose. In questo percorso
di formazione ti aiuto a pianificare la tua strategia sui social e a
lavorare sulla tua immagine online.
• Insegnante presso le più importanti scuole del settore moda.
Sono a capo di diversi progetti di formazione e del Master
“Come diventare un consulente d’immagine & Personal Shopper”
in cui insegno la mia professione e racconto la mia esperienza
quotidiana come consulente personale.
• Infine, come Business Style Coach, affianco gli imprenditori, i
manager e i professionisti in percorsi semplici, concreti ed efficaci
per acquisire strumenti e sicurezza volti al benessere, nella vita
e sul lavoro.

Sei pronto per iniziare il tuo percorso professionale?


Se sei pronto a cominciare questo viaggio con la consapevolezza
che quella del consulente d’immagine è una professione complessa
e delicata e che dovrai studiare e impegnarti sempre per essere
un buon professionista, possiamo iniziare a entrare nel merito
della materia e scoprire in che cosa consiste davvero il lavoro del
consulente d’immagine.

INTRODUZIONE 12
Chi è il Consulente d’immagine

Un consulente d’immagine professionista è una persona che ha


svolto un percorso di formazione completo per raggiungere una
conoscenza approfondita sul significato dei colori, delle forme e delle
linee, dei tessuti e dei loro effetti sul corpo umano, dell’etichetta e
della comunicazione non verbale.
Grazie a questo bagaglio di conoscenze, il consulente di immagine
può aiutare chi non riesce a valorizzare appieno la propria immagine
a trovare il modo per migliorare il proprio aspetto e ottenere migliori
risultati nella relazione con gli altri e sul lavoro.
Un buon consulente deve essere dotato anche di buon gusto e
senso estetico per poter consigliare il miglior look ai propri clienti, ma
questo non basta per essere riconosciuto come un professionista. La
consulenza d’immagine è un servizio complesso che non può offrire
chiunque, per questo non mi stancherò mai di ripetere quanto sia
importante, in questa professione, avere una buona formazione,
continua ed approfondita, fare tanta esperienza sul campo e
studiare i principi base che hanno ispirato i pionieri dell’image
consulting.
I consulenti d’immagine non sono solo esperti di moda: soprattutto
da quando i social network sono diventati così presenti nella vita
quotidiana, conquistando anche i contesti professionali, è diventato
imprescindibile per i consulenti avere una buona conoscenza anche
delle tecniche di marketing. In particolare, molti clienti richiedono un
servizio specializzato nel miglioramento dell’immagine professionale
e un’assistenza per fare Personal branding. Si tratta di supportare
il cliente nella creazione di un’immagine pubblica che rifletta nel

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miglior modo possibile le sue capacità professionali, i suoi valori e
la sua competenza all’interno di un settore o di un mercato. Una
buona immagine è fondamentale in un contesto professionale e il
consulente deve conoscere le dinamiche che muovono i vari settori,
così come i valori che vengono apprezzati.
Anche conoscere i trend di moda può essere un asso in più nella
manica di un consulente d’immagine, soprattutto se deve curare
l’immagine pubblica di clienti importanti o di persone che frequentano
ambienti glamourosi.

Il consulente d’immagine, un cercatore di tesori nascosti


La metafora del treasure hunter è perfetta per capire il lavoro di
ricerca, analisi, scoperta e presentazione che compie un consulente
d’immagine quando lavora con un cliente.
Qual è il tesoro che tutti noi consulenti ci mettiamo a cercare quando
iniziamo una consulenza?
Si tratta dello stile personale del nostro cliente. Un bravo consulente,
infatti, non inventa nulla, non “costruisce ad hoc” un’immagine
standard per la persona che ha davanti, ma scava in profondità per far
emergere la personalità unica del cliente. Scoperte le sue passioni e
ciò che che per lui conta davvero nella vita, il consulente d’immagine
analizza la situazione del cliente, cerca di capirne le esigenze, gli
obiettivi (personali e/o professionali) e le aspettative.
Alla fine di questo percorso di conoscenza e di analisi, l’esperto
in immagine mostra la sua idea su come il cliente dovrebbe far
emergere il suo stile personale, con un piano pratico per realizzarlo
nel quotidiano in ogni suo look e situazione.
Un consulente d’immagine si mette sempre alla ricerca di qualcosa
che già esiste – scopre, non inventa – perché uno stile ce l’abbiamo
tutti, il problema è che non tutte le persone sono in grado di esprimere
il proprio gusto e le preferenze in fatto di moda armonicamente,
veicolando il messaggio giusto.

CHI È IL CONSULENTE D’IMMAGINE 14


Il messaggio giusto?
Sì, perché l’immagine personale racconta molto di sé, dei valori e
della personalità di ognuno, così come può mostrare gli obiettivi
che si vogliono raggiungere nella vita. Lavorare sull’immagine di un
cliente significa quindi anche curare il messaggio che il suo aspetto
– dato dalla somma di diversi elementi: abbigliamento, acconciatura,
igiene personale, gestualità, postura, … – trasmette agli altri.
Esempio: un avvocato che vuole essere assunto presso un
importante studio. L’avvocato dovrà presentarsi al colloquio di
selezione con un abbigliamento consono all’ambiente di lavoro in
cui si propone di entrare. La sua immagine dovrà trasmettere i valori
che caratterizzano la sua professione e che i suoi selezionatori
sicuramente cercano – serietà, professionalità, affidabilità – insieme
a quelli che rappresentano l’azienda con cui l’avvocato sta facendo
un colloquio – per conoscerli nel dettaglio dovrà aver fatto qualche
ricerca sulla reputazione dello studio.
Fare una buona impressione è sempre molto importante, in
qualsiasi ambiente e per cementare qualsiasi relazione, personale o
professionale. Il lavoro di un consulente d’immagine è proprio quello
di garantire al cliente di fare la migliore impressione nei primissimi
secondi di un primo incontro con una persona che non lo conosce. Il
consulente d’immagine individua i problemi nel look e propone delle
soluzioni alternative che si adattano al contesto, alla personalità e
agli obiettivi del cliente.
C’è tutto un mondo su cui si può agire e migliorare: un consulente
analizza il modo di vestire, la pettinatura, il modo di truccarsi del
cliente e, in base alla sua professione, agli ambienti che frequenta, alle
sue esigenze e ai suoi obiettivi, può determinare se quella persona
sta dando il 100% del tuo potenziale o se il suo look potrebbe
migliorare.
Spesso le persone non sono in grado di vedere che un determinato
capo di abbigliamento non valorizza le loro forme, o che un colore
intristisce il loro aspetto. Non è facile essere critici con sé stessi, per
questo è fondamentale ricorrere a un esperto con un buon occhio e

CHI È IL CONSULENTE D’IMMAGINE 15


tanta esperienza!
La prima parte dell’analisi che il consulente d’immagine svolge
è totalmente oggettiva: la consulenza si basa innanzitutto su uno
studio scientifico del colore, delle forme antropometriche e della
personalità degli individui. Successivamente, grazie alla propria
esperienza, alla conoscenza dei diversi ambienti e, direi soprattutto
grazie alla sua capacità di empatizzare con il cliente che ha di fronte,
il consulente propone un cambio di look e suggerisce una vera e
propria strategia d’immagine!

Stravolgere l’immagine di un cliente: giusto o sbagliato?


Molti pensano che un consulente d’immagine stravolga l’aspetto delle
persone. Questa idea nasce in genere dalla spettacolarizzazione della
nostra professione: è molto più suggestivo vedere in un programma
tv una persona che viene trasformata da brutto anatroccolo a cigno,
che mostrare la realtà di chi scopre un look finalmente accorde alla
propria personalità e contesto quotidiano.
Un buon consulente d’immagine non stravolge mai l’aspetto del
proprio cliente, almeno questo è il mio punto di vista, testato sulla
base della mia esperienza. Sono convinta che un cambiamento
drastico non possa mai essere utile perchè, di fatto, non è sostenibile.
Io preferisco proporre modificazioni graduali, coerenti con la
personalità di chi ho davanti e riflettendo sulla fattibilità dei look
nella vita quotidiana.
Tutti possiamo proporre look audaci, colori di capelli sfrontati e
consigliare un abbigliamento alla moda, ma se il cambio non rispecchia
lo stile personale del cliente e non è facile da portare nella vita di
tutti i giorni, nelle sue situazioni quotidiane più importanti, a cosa
serve?
Cosa hai apportato tu, come consulente di immagine, alla sua vita?
Assolutamente niente.
Ecco perché sconsiglio questo approccio, quello delle grandi
trasformazioni che servono solo a ottenere l’effetto Wow. Nel

CHI È IL CONSULENTE D’IMMAGINE 16


mio caso, più che suggerire una svolta radicale, infatti, preferisco
focalizzarmi sul potenziale del mio cliente, approfondirne carattere e
personalità e fare in modo che tutti quegli aspetti che normalmente
non vengono valorizzati trovino la luce. Da qui parto per creare un
percorso di consapevolezza che aiuterà il mio cliente a raggiungere
qualsiasi risultato, tanto personale come professionale.
I cambiamenti di look che più soddisfano il cliente sono quelli che
valorizzano i suoi pregi e ne minimizzano i difetti. Questo obiettivo
si raggiunge studiando la conformazione fisica di ogni persona e
suggerendo degli abiti in grado di creare degli effetti ottici positivi,
svolgendo un’analisi cromatica su carnagione, sottotono, occhi e
capelli che permetta di individuare i colori che si armonizzano con
i toni naturali di ogni persona; infine si lavora sulla consapevolezza,
sull’immagine e le aspettative del cliente.
Come consulenti di immagine dobbiamo sollevare il velo che le
persone hanno davanti agli occhi e che impedisce loro di vedersi
oggettivamente. “Fai pace con lo specchio” è un altro dei miei mantra
professionali e un concetto che cerco sempre di trasmettere ai miei
clienti.

Il Consulente d’immagine lavora solo con i Vip: Falso!


Ecco un altro falso mito che riguarda la consulenza d’immagine: solo
le persone abbienti possono permettersi i servizi di un consulente
d’immagine. All’inizio sicuramente solo le personalità più importanti
come politici, famiglie reali e membri dell’alta società potevano
rivolgersi a dei professionisti dell’immagine pubblica, anche perché
erano gli unici ad averne davvero bisogno.
Oggi però le cose sono molto cambiate e l’idea che la consulenza di
immagine sia riservata solo ai più ricchi è del tutto superata.
In primo luogo perché anche le persone comuni sentono ora
la necessità di migliorare la propria immagine pubblica nel loro
quotidiano, anche perché la moda è oggi molto più accessibile
rispetto a 50 o 60 anni fa e anche le grandi firme hanno linee prêt-

CHI È IL CONSULENTE D’IMMAGINE 17


à-porter a prezzi contenuti.
In secondo luogo perché la professione del consulente d’immagine
si è democratizzata e il costo della consulenza è alla portata di
chiunque.
I consulenti d’immagine moderni devono essere bravi a far passare
questo messaggio attraverso i new media per intercettare tutte
quelle persone che si rendono conto di quanto sia importante
l’immagine esteriore nelle relazioni personali e professionali e che
sono alla ricerca di un supporto professionale per valorizzare il
proprio aspetto.

Tipi di consulenze e specializzazioni del Consulente d’immagine


Un consulente d’immagine può specializzarsi in vari ambiti, secondo
le sue inclinazioni o la clientela che è riuscito a crearsi.
Tra le principali specializzazioni:
1. Consulenza per l’immagine personale: è rivolta alle persone
che vogliono migliorare il loro aspetto nel quotidiano. Si tratta
soprattutto di svolgere un’analisi cromatica e uno studio
morfologico per indicare al cliente quali capi di abbigliamento e
quali colori lo valorizzano. Si offrono consigli di stile, un supporto
durante lo shopping e suggerimenti pratici per la gestione del
guardaroba. L’obiettivo di questa consulenza è creare una serie di
outfit in grado di valorizzare le caratteristiche fisiche del cliente
e proporre look perfetti per qualunque situazione. Il consulente
d’immagine personale supporta il cliente anche in occasioni
speciali, come matrimoni, eventi sociali, ect…, e può declinarsi
nella figura di Personal shopper o Style coach.
2. Consulenza per l’immagine business: avere un’immagine
coerente con il proprio settore professionale è molto importante
per avere successo. Il consulente d’immagine specializzato in
contesti business supporta manager, professionisti e imprenditori
nella creazione di un’immagine pubblica solida, credibile e
affidabile. Per queste tipologie di clienti trasmettere fiducia,

CHI È IL CONSULENTE D’IMMAGINE 18


serietà ed esperienza fin dal primo momento, al primo sguardo,
apre molte porte e facilita le relazioni con clienti, aziende e
potenziali partner. Il consulente d’immagine in questo caso
è specializzato in dinamiche aziendali per contesti executive,
personal branding, business etiquette e dress code, e prende il
nome di Business image expert o di Business coach, a seconda
del tipo di consulenza che offre.
3. Consulenza per l’immagine web: alcuni consulenti d’immagine
si specializzano nelle dinamiche di costruzione dell’immagine
pubblica sul web, aiutando persone e professionisti a migliorare
la loro presenza online e consigliando sul miglior utilizzo dei
social network. In genere si tratta di un tipo di consulenza a cui
sono interessati soprattutto i professionisti per gestire la propria
reputazione online, rendere più efficace il profilo Linkedin,
Facebook o Twitter, aumentare i follower e rendere più attiva una
community sui social, usare gli strumenti della rete per creare
relazioni solide. Si tratta di strategie di visibilità che si consigliano
a un professionista per migliorare la prima impressione di un HR
manager, un potenziale cliente o partner, cercando informazioni
in rete informazioni su di lui.
4. Consulenza aziendale: in questo caso il consulente d’immagine
è prevalentemente un Business coach che offre un servizio di
assistenza a piccole, medie o grandi aziende. La consulenza
può essere incentrata sui dipendenti, sui dirigenti o riguardare
l’identità aziendale. Nel primo caso il Business coach predispone
training e percorsi di formazione sulla gestione del tempo, dei task
e delle relazioni con i colleghi. In caso di necessità può formare il
personale dell’azienda su Personal branding, Business Etiquette
e Dress Code. Nel secondo caso – consulenza aziendale per
dirigenti – il Business coach offre sessioni di motivazione per
lo staff aziendale, mostra come semplificare la comunicazione
interna, come gestire meglio le risorse dell’azienda, come gestire
le relazioni esterne e organizzare eventi e convention aziendali.
Nel terzo caso, quello che riguarda l’identità aziendale, il Business
coach crea una strategia per migliorare la visibilità dell’azienda.

CHI È IL CONSULENTE D’IMMAGINE 19


Può occuparsi anche di branding e rebranding e stabilire un
piano di comunicazione che possa trasmettere i valori aziendali
all’esterno graficamente, nel logo e nel design dei prodotti, e poi
nelle azioni dei suoi rappresentanti, i top manager, ma anche tutti
gli altri dipendenti, che a vari livelli rappresentano l’azienda.

CHI È IL CONSULENTE D’IMMAGINE 20


Come nasce la consulenza
d’immagine

La consulenza d’immagine è nata nel momento stesso in cui le


persone hanno cominciato a preoccuparsi per il loro aspetto fisico
e qualcun altro, con esperienza e gusto, si è incaricato di migliorare
la loro immagine, suggerendo i vestiti più adatti, il make up giusto,
l’acconciatura perfetta.
Credi che tutto questo sia un’invenzione moderna?
Assolutamente no: ci sono studi che ci dicono che fin dall’antico
Egitto esistevano figure incaricate di aiutare gli uomini e le donne
più importanti ad avere un aspetto perfetto. Da sempre, infatti,
le persone hanno avuto la necessità di proiettare un’immagine di
sé attraverso i loro vestiti e ornamenti. Civiltà molto primitive ci
hanno lasciato testimonianza di preziose creazioni dipinte sulla
pelle e disegni di abiti che comunicavano la gerarchia e lo status
sociale. Molte delle antiche civiltà avevano un protocollo per le loro
cerimonie: ci si vestiva in un determinato modo a seconda dell’atto
da presenziare e del proprio ruolo sociale. Cosí cominciarono ad
acquisire un significato concreto ogni ornamento, ogni vestito e
addirittura il trucco.
Gli Egizi, gli antichi Romani, i Greci: quante storie di regine, re e
imperatori sono arrivate fino a noi grazie ad un aspetto in grado di
emozionare, di incutere rispetto o devozione! Neanche 5000 anni
fa tutto questo avveniva in modo casuale: il linguaggio non verbale,
di cui l’aspetto fisico è una parte fondamentale, era accuratamente
predisposto proprio come oggi, e se ne occupavano dei veri

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professionisti, che ancora non si chiamavano consulenti d’immagine
ma, ad esempio, maestri di cerimonia, personalità colte e rispettate,
esperte in tipi di tessuto, pelli, pittura del viso, decorazioni o tatuaggi,
che consigliavano alle personalità più importanti come vestire e
come muoversi in occasione di eventi religiosi. L’obiettivo era sempre
comunicare lo status e il proprio potere all’interno della propria
organizzazione sociale (questo permetteva di stabilire, attraverso gli
indumenti, le gerarchie). Il ruolo dei maestri di cerimonia aveva un
significato profondo proprio in un contesto in cui la comunicazione
tra gli individui era determinata più sulla base di un linguaggio
simbolico che orale o scritto (come accade oggi).
Quindi, vestirsi è sempre stato una specie di segno distintivo, di
proiezione dell’immagine, e con il passare del tempo è diventato così
importante che ha creato le condizioni per la nascita dello studio
della consulenza d’immagine.

Il primo libro sulla consulenza d’immagine


Nel nostro Paese quella del consulente d’immagine è ancora una
professione abbastanza nuova a cui molte persone non sono ancora
abituate – incredibile, pensando al ruolo che ha la moda nella nostra
cultura e nell’economia del nostro Paese, ma così è, per ora.
Molto diversa è la situazione nei Paesi anglosassoni, più familiari
alla consulenza d’immagine. Possiamo dire che rispetto all’Italia sono
di qualche anno avanti, perché i professionisti dell’immagine hanno
cominciato ad affermarsi negli anni ’80, circa 40 anni fa!
I primi consulenti d’immagine moderni? Sono state le costumiste
della Old Hollywood: il loro compito era quello di mimetizzare i
“difetti” delle dive e creare per loro dei look memorabili. Elizabeth
Taylor, Ava Gardner, Marilyn Monroe: non erano perfette, anche loro
avevano imperfezioni fisiche ma grazie agli abiti giusti, al make up e
alle acconciature perfette, nessuno le notava e oggi queste donne
sono per tutti dei modelli di bellezza senza eguali.
Il lavoro delle costumiste delle dive della vecchia Hollywood mi ha

COME NASCE LA CONSULENZA D’IMMAGINE 22


sempre ispirato, ecco perché il mio metodo per l’analisi armocromatica
si chiama “metodo hollywodiano” e dopo tanti anni di pratica posso
affermare che è il migliore che abbia mai usato.
La consulenza d’immagine moderna, consapevole e basata su studi
scientifici, si fa coincidere con la pubblicazione del libro “Dress for
Success”, di John T. Molloy, uscito nel 1975 negli USA. Il libro non
era basato sull’opinione dell’autore, ma su test condotti su soggetti
campione, su cui veniva testato il potere esercitato dall’abbigliamento.
I risultati di Molloy cominciarono a diffondere il concetto di “power
dressing”, aumentando l’interesse delle persone per il modo in cui
l’abbigliamento influisce sui propri obiettivi e sulla percezione degli
altri.
Il libro ebbe un gran successo internazionale e per la prima volta pose
l’accento sul ruolo che potevano avere l’abbigliamento e l’immagine
di una persona per la sua affermazione personale e professionale.
Finalmente Molloy definiva l’immagine esteriore di una persona
come un linguaggio che, proprio come le parole, trasmetteva un
messaggio all’interlocutore, ma più potentemente, perché si trattava
di una comunicazione a livello inconscio.
Un esempio? L’abbigliamento professionale. Vestirsi in modo
professionale sul lavoro non è solo una consuetudine, ma ha un
ruolo determinante da 2 punti di vista:
• da una parte influisce sulla percezione degli altri: se ti vesti in
modo formale trasmetti serietà e competenza;
• dall’altra, tu stesso, in abiti professionali, ti senti più sicuro di te e
più in focus, per questo ottieni performance migliori.
Al giorno d’oggi i parametri di Molloy possono essere superati, ma la
sua teoria secondo cui il modo di vestire contribuisce ad aumentare
le possibilità di successo è ancora valida. Ad esempio, i test sui risvolti
psicologici dell’abbigliamento sono stati confermati recentemente
dagli studi della Yale School of Management (2014). Anche la
dottoressa Karen Pine, che insegna psicologia alla University of
Hertfordshire ed è specializzata in psicologia della moda, ha testato
l’effetto che suscita indossare un determinato capo di abbigliamento

COME NASCE LA CONSULENZA D’IMMAGINE 23


sulla percezione delle altre persone. Pine ha verificato che i vestiti
sono portatori di un messaggio simbolico perché il cervello associa
automaticamente a ogni tipo di abbigliamento un ruolo coerente.
Se ti interessano le ricerche della dottoressa Pine ti consiglio di
leggere i suoi libri, come “Mind What You Wear: The Psychology of
Fashion”.

La consulenza d’immagine si diffonde nel mondo


John T. Molloy svelò tutto questo universo di messaggi inconsci
nascosti nell’immagine di una persona e cominciò a teorizzare come
sfruttare questa comunicazione non verbale.
Un’altra pioniera fu Emily Cho, che nel 1970 fondò la società di
consulenza New Image a New York. Chi si rivolgeva a lei e al suo
staff non riceveva solo un aiuto durante il processo di acquisto dei
vestiti, ma veniva condotto lungo un percorso di consapevolezza
delle proprie qualità, esteriori ma anche interiori. Per molte persone
questo significava guadagnare fiducia in sé stessi e riscoprire la
propria personalità, da poter finalmente mettere in mostra attraverso
uno stile personale.
Fu allora che i servizi della consulenza d’immagine di differenziarono
in 4 categorie:
1. Abbigliamento e colore
2. Presentazioni pubbliche
3. Relazioni pubbliche e personali
4. Motivazione
Un altro libro fondamentale nella storia della consulenza d’immagine
è senza dubbio quello di Carol Jackson: “Color me Beautiful”.
Consiglio a chiunque voglia intraprendere questa professione di
acquistare questo libro e leggerlo approfonditamente perché,
nonostante gli anni trascorsi dalla sua pubblicazione, presenta molti
concetti ancora validi oggi. Carol Jackson offre in questo testo

COME NASCE LA CONSULENZA D’IMMAGINE 24


interessantissimi consigli per scegliere tra le trenta sfumature di
colore quelle più adatte a ciascuno.
Il colore, infatti, non deve essere considerato un elemento casuale
nell’abbigliamento di una persona, la consulente d’immagine Carol
lo spiegava molto bene. Ecco perché questo libro è così importante:
per la prima volta si dava la giusta importanza al colore nell’immagine
personale.
A partire dal 1980, negli Stati Uniti, il mercato aziendale crebbe
considerevolmente, dando modo alla domanda di consulenti
d’immagine di crescere altrettanto: la nuova classe di manager
americani si affidava con disinvoltura al servizio della consulenza
d’immagine per aumentare le proprie chance di successo nel settore.
La consulenza di immagine cominciava a diventare un fenomeno di
massa alla portata delle donne comuni.
Molte furono le agenzie specializzate in servizi di consulenza
d’immagine che videro la luce in questi anni. Il ruolo professionale del
consulente cominciò a farsi largo tra star del cinema e personaggi in
vista, tra i più famosi professionisti che cominciavano ad affermarsi
nel settore va menzionata Rachel Zoe, stilista di moda e consulente
d’immagine diventata un’icona della moda per il suo ruolo nella
creazione dei look delle celebrità.
A metà degli anni ‘90 cominciarono a emergere le aziende tecnologiche
e Internet: con il boom delle aziende gestite da giovani imprenditori
con uno stile molto più casual, manager disinteressati al loro aspetto
– vedi Steve Jobs. Questo, insieme al fatto che il virtuale cominciava
ad affermarsi, costrinse il settore della consulenza d’immagine a
ripensare la propria attività: stavano cambiando le esigenze delle
persone e il pubblico stesso che si rivolgeva al consulente d’immagine
non era più lo stesso.
Questa piccola grande rivoluzione mi permette di sottolineare quella
che è una regola molto importante di questa professione: il consulente
d’immagine deve essere consapevole delle tendenze del suo tempo,
non solo riguardo alla moda, ma anche della società ed essere vigile
riguardo ad ogni cambiamento per scoprire quali nuove nicchie si

COME NASCE LA CONSULENZA D’IMMAGINE 25


stanno creando, perché potrebbe essere un mercato da esplorare
e sfruttare. Capire cosa succede intorno a sé è l’unico modo per il
consulente d’immagine di avere sempre un mercato a cui rivolgersi.
Ciò implica un impegno costante e la volontà di specializzarsi con
l’evolversi delle esigenze dei clienti.
Nel 1990 nacque l’AICI, l’Associazione Internazionale Consulenti
d’Immagine, che certificava e riuniva i professionisti del settore, e
nel 2012 aprì il capitolo italiano, ad oggi uno dei più dinamici e
interessanti, di cui, con molto orgoglio, ne sono la Presidente.

La consulenza d’immagine oggi


I consulenti d’immagine oggi hanno un ruolo determinante
nell’immagine pubblica di molte persone: questa professione si
è diffusa sempre più grazie ai risultati ottenuti da professionisti
preparati.
L’abbigliamento è un mezzo di comunicazione potente, che può
definire non solo lo stile e la personalità di un individuo ma anche i
suoi valori e il suo modo di concepire la professione che svolge: pensa
alla nuova generazione dei CEO della Silicon Valley che hanno fatto
dello stile informale il loro marchio di fabbrica – Jobs e Zuckerberg
solo per citarne un paio. Ti immagineresti mai Zuckerberg a una
conferenza di presentazione di una nuova funzionalità di Facebook
in giacca e cravatta? No! E se lo facesse non ti risulterebbe credibile
perché sei abituato a vederlo in un determinato stile e a riconoscergli
una determinata brand identity: identifichi il suo stile informale con
il mondo più leggero e amichevole dei social network, di Internet e
delle start up.
L’abito fa il monaco e il consulente d’immagine è il professionista
che sa creare messaggi coerenti basati sull’abbigliamento. Oggi
il concetto di power dressing è entrato a far parte del mondo
professionale, contribuendo a creare un mercato per la consulenza
d’immagine. La domanda è aumentata anche grazie all’ampliamento
del raggio d’azione del consulente: non solo l’abbigliamento ma
anche l’etichetta, il linguaggio del corpo, la comunicazione e il

COME NASCE LA CONSULENZA D’IMMAGINE 26


personal branding.
Il mercato è inoltre molto più ricettivo rispetto al passato e la figura
del consulente d’immagine è diventata molto più familiare. In molti
negozi specializzati è possibile essere supportati nell’acquisto da
professionisti preparati, testando sulla propria pelle la differenza tra
un acquisto fatto di impulso (che spesso termina con l’insoddisfazione
del cliente per un capo di abbigliamento che non è fatto per lui) e un
acquisto realizzato su consiglio di un esperto di moda e stile.
Poi ci sono i blog e le pagine social che permettono ai consulenti
di immagine di farsi conoscere e apprezzare. A loro – a noi – spetta
il compito più importante: spiegare che la consulenza d’immagine
è un servizio a cui tutti possono accedere per migliorare la propria
immagine e raggiungere qualsiasi obiettivo.

COME NASCE LA CONSULENZA D’IMMAGINE 27


Cosa fa un consulente d’immagine

La consulenza d’immagine è nata per aiutare le persone a valorizzarsi


e a trasmettere il giusto messaggio attraverso la propria immagine.
Il consulente individua i problemi nel look di una persona, la rende
consapevole delle proprie caratteristiche fisiche e le propone
delle soluzioni alternative che si adattino al suo contesto, alla sua
personalità e ai suoi obiettivi (personali o professionali che siano).
Un professionista dell’immagine si occupa di tutto ciò che riguarda
la comunicazione non verbale: abbigliamento, trucco, acconciatura,
igiene personale, etichetta. Il consulente analizza il modo di vestire
di un cliente, la sua pettinatura o il suo modo di truccarsi e, in base
alla sua professione, agli ambienti e alle persone che frequenta,
gli rivela se sta dando il 100% del tuo potenziale o se il suo look
potrebbe migliorare.

Perché le persone hanno bisogno di un consulente d’immagine?


Perché non tutti riescono a guardare sé stessi allo specchio in
modo oggettivo. Molte persone non sono in grado di vedere che un
determinato capo di abbigliamento non valorizza le loro forme, o che
un colore intristisce tutto il loro look. Non è facile essere critici con
sé stessi, per questo è fondamentale ricorrere ad un esperto con un
buon occhio e tanta esperienza!
In molti credono, ad esempio, che il loro colore preferito sia anche
quello che sta loro meglio, ma non sempre è così: come ti ho
anticipato nel capitolo precedente, la scelta dei colori da indossare
non è affatto soggettiva ma va fatta in base ai propri colori naturali
(capelli, iride, sottotono, carnagione). Un consulente d’immagine

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deve conoscere le tecniche con cui si svolgono i principali test di
analisi armocromatica e consegnare al cliente una palette con tutte
le tonalità che gli garantiscono un aspetto radioso e vincente, con
l’avvertenza che l’utilizzo di altri colori potrebbe compromettere la
percezione della sua personalità.
Lo stesso discorso vale per l’abbigliamento: un consulente
d’immagine deve saper svolgere un’analisi morfologica sul suo
cliente e consigliargli gli abiti che mettono in risalto i pregi del suo
corpo, nascondendone al tempo stesso ogni imperfezione. Non si
tratta di una consulenza che può fare un dilettante o una persona
che semplicemente ama la moda o ha buon gusto: per svolgere le
funzioni di consulente d’immagine bisogna aver studiato ed essere in
grado di applicare le tecniche di analisi.
La prima parte dell’analisi che il consulente d’immagine svolge è
quindi totalmente oggettiva: la consulenza si basa innanzitutto su
uno studio scientifico del colore, delle forme antropometriche e
della personalità del cliente. Successivamente, grazie alla propria
esperienza, alla conoscenza dei diversi ambienti e, direi soprattutto
grazie alla sua capacità di empatizzare con il cliente che ha di fronte,
il consulente propone un cambio di look e suggerisce una vera e
propria strategia d’immagine.
Nel mio caso, preferisco approfondire carattere e personalità del
cliente e fare in modo che tutti quegli aspetti che normalmente
non vengono valorizzati trovino la luce. Da qui parto per creare un
percorso di consapevolezza che aiuterà il mio cliente a raggiungere
qualsiasi risultato, tanto personale come professionale.
Ti ho accennato il fatto che il mio metodo di lavoro è detto
“Hollywoodiano” perché si ispira a quello che facevano le costumisti
della Old Hollywood. Loro erano in grado di creare abiti originali
e innovativi ma soprattutto riuscivano a minimizzare i difetti delle
attrici di cui curavano il look: come un buon costumista valorizza
l’aspetto del suo attore, anche un buon consulente d’immagine deve
ottenere lo stesso risultato con ogni suo cliente.

C O S A FA U N C O N S U L E N T E D ’ I M M A G I N E 29
Quindi cosa fa un consulente d’immagine?
Arriviamo al cuore di questo capitolo: su cosa lavora un professionista
dell’immagine? Quali risultati può raggiungere e in quale ottica vedere
il suo lavoro? Un consulente d’immagine analizza oggettivamente
l’aspetto fisico del cliente, la sua personalità, il suo modo di
relazionarsi e di comunicare (anche inconsapevolmente, ovvero: il
suo modo di parlare, la gestualità, il modo in cui fa personal branding),
il look (l’abbigliamento, il taglio e la linea dei capi che utilizza, il
modo di truccarsi, i colori) e li valuta per capire se sono giusti per le
caratteristiche del cliente e coerenti con i suoi obiettivi.
Se individua delle problematiche nell’attuale immagine personale
o professionale del cliente, il consulente elabora una strategia e
propone un cambio di look per adattare il suo modo di vestire alle
caratteristiche fisiche e alla personalità del cliente. Il risultato di
quest’analisi professionale è la creazione di una nuova immagine,
l’allestimento di un guardaroba ad hoc e consigli pratici per ottenere
il massimo dal nuovo look.
La consulenza d’immagine professionale può avere 2 diversi obiettivi:
• migliorare il proprio look (consulenza personale) per essere più
sicuri di sé stessi, relazionarsi meglio con gli altri, vedersi e sentirsi
meglio;
• adattare la propria immagine ad una nuova posizione lavorativa,
un nuovo contesto professionale o nuovi incarichi in cui l’aspetto
relazionale è fondamentale (consulenza professionale).

Serve davvero rivolgersi a un consulente d’immagine?


Arriviamo ora ad una questione spinosa ma molto importante:
Una persona che voglia migliorare il proprio aspetto deve proprio
rivolgersi a un consulente d’immagine per sapere che vestiti comprare,
quale acconciatura gli sta meglio, quale trucco usare? Non sarebbe
più facile rivolgersi (gratuitamente) a un commesso in un negozio o al
parrucchiere di fiducia?

C O S A FA U N C O N S U L E N T E D ’ I M M A G I N E 30
Considero questo punto cruciale: se diventerai consulente
d’immagine ti sentirai rivolgere spesso questa domanda e dovrai
essere in grado di spiegare il valore aggiunto che una consulenza
con un professionista dell’immagine apporta, rispetto al consiglio
interessato di una persona che, nel migliore dei casi, può dare al
cliente solo un suggerimento parziale (perché non ha la formazione
necessaria per offrire una consulenza completa) e, nel peggiore dei
casi, ha come unico obiettivo quello di far uscire il cliente dal negozio
con un acquisto.
Di sicuro ti sono già chiari 2 punti:
• il commesso di un negozio non ha la formazione necessaria per
dare un suggerimento di valore a un cliente;
• il commesso di un negozio non può essere oggettivo.
Non è mia intenzione mettere in dubbio la professionalità dei
commessi nei negozi di abbigliamento o nei corner dei centri
commerciali, ma la realtà è che la maggior parte di queste persone
non ha studiato per offrire al cliente assistenza durante l’acquisto; è
altrettanto vero che, nella quasi totalità dei casi, i commessi ricevono
una commissione sulle vendite, quindi difficilmente sono del tutto
sinceri con i clienti.
La risposta al perché rivolgersi a un consulente d’immagine, piuttosto
che a un commesso o al parrucchiere di fiducia, è che il consulente
d’immagine ha una visione a 360 gradi sull’immagine del cliente,
quindi i suggerimenti che dà tengono conto di tutti gli elementi che
compongono il suo aspetto. Il risultato è un uno studio approfondito
e personalizzato sulle necessità reali del cliente.
Il valore aggiunto del consulente d’immagine è che il suo è un
approccio olistico – trovo che questo termine sia perfetto per spiegare
il concetto della consulenza d’immagine. L’olismo è la teoria secondo
cui una totalità organizzata non è riconducibile semplicemente alla
somma delle sue parti. Allo stesso modo, lo studio dell’immagine
non è solo lo studio delle diverse parti dell’aspetto di una persona,
è qualcosa di più complesso in cui ogni elemento ha un significato

C O S A FA U N C O N S U L E N T E D ’ I M M A G I N E 31
in relazione a tutti gli altri e, importantissimo, anche ad elementi
esterni – contesto, professione, routine, ambiente professionale…
Ecco allora che il consulente d’immagine diventa fondamentale
perché fa quello che nessun altro potrebbe fare: raccoglie tutte le
informazioni in tutte le direzioni e, come un medico che studia tutti
i sintomi e tutti i segnali, emette la diagnosi e suggerisce la cura per
guarire non solo una parte ma tutto il corpo.

C O S A FA U N C O N S U L E N T E D ’ I M M A G I N E 32
Doti e competenze di un
Consulente d’immagine

In questo capitolo vediamo quali sono le capacità che deve avere, o


sviluppare, un consulente d’immagine per svolgere con successo la
professione. Si tratta di competenze che durante la mia esperienza
professionale si sono dimostrate fondamentali e che ho imparato a
individuare come soluzioni ai più comuni problemi che si presentano
lavorando quotidianamente con i clienti. Le caratteristiche
professionali che sto per elencarti fanno la differenza in un settore
che presenta prevalentemente 2 svantaggi:
• non è necessario un titolo di studio per essere consulente
d’immagine
• non esiste una regolamentazione della professione come avviene
in altri campi.
Anche se a prima vista questi due fatti possono sembrare positivi
perché iniziare la professione e portarla avanti sembra più facile,
in realtà – e te ne accorgerai se diventerai consulente d’immagine
professionista – l’assenza di norma apre le porte a chiunque
voglia lanciarsi nel settore, fregiandosi fin da subito del titolo di
consulente anche senza esperienza e competenze. Il problema di
questo approccio è che molto facile commettere errori e leggerezze,
deludendo un cliente che difficilmente si fiderà di nuovo di un
consulente d’immagine. Questo, per noi che siamo consulenti
d’immagine professionisti, è la peggiore delle pubblicità che, unita
alla poca conoscenza del settore, può pregiudicare tutto il nostro
lavoro.

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In condizioni di questo tipo diventa quindi ancora più importante,
per chi vuole lavorare bene e costruirsi una clientela affezionata,
avere certe doti e sviluppare il giusto approccio alla professione.
Vediamo insieme quali sono, a mio avviso, le competenze e le doti
che deve avere un consulente d’immagine professionista.
1. Preparazione: come ho già detto nei capitoli precedenti e come
ripeterò più volte nelle prossime pagine, la formazione per un
professionista è fondamentale. Nel nostro settore si commette
spesso l’errore di pensare che, trattandosi di moda, sia sufficiente
avere gusto estetico e creatività. Queste due doti sicuramente
aiutano ma non possono essere la base su cui costruire una
professione. L’istinto è importante per un consulente d’immagine
ma se non viene nutrito, stimolato e raffinato attraverso lo studio
della storia della moda, dei tessuti, della sartoria, delle tendenze,
delle esperienze dei primi consulenti e dei loro approcci al cliente,
non sarà possibile valutare tutte le possibilità che permettono
di risolvere il problema del cliente. Ecco allora che il mio primo
consiglio per chi vuole intraprendere la professione di consulente
d’immagine è sempre quello di prepararsi e approfondire ogni
elemento che entra in gioco nel corso di una consulenza. Per questo
è importante fare esperienza sul campo: solo confrontandosi con
la realtà ci si può rendere conto delle proprie carenze e capire
dove bisogna migliorare, studiando di più e cercando confronti
con altri professionisti che hanno affrontato gli stessi ostacoli.
2. Trasmettere serietà e professionalità: la storia del calzolaio che
ha le scarpe rotte è ben nota e spesso si dimostra una realtà
in moltissimi settori. Se vuoi essere un consulente d’immagine
professionista, però, devi dimostrare che tu prima di tutti sei
consapevole dell’importanza che ha il tuo aspetto sulla percezione
che hanno di te gli altri: nel mondo professionale fare una buona
impressione è sempre determinante. Nei primissimi secondi del
primo incontro con un nuovo cliente o un collega ti giochi tanto,
forse tutto. La tua immagine deve trasmettere fiducia e dare le
informazioni giuste su chi sei, cosa fai e come lo fai. Attraverso
l’abbigliamento puoi raccontare qualcosa di più su di te, farti

DOTI E COMP E TE N ZE DI U N CO N S UL E NT E D ’ I M M AG I NE 34
ricordare, farti amare. Coltiva la tua immagine professionale
facendo in modo che metta in risalto le tue doti di professionista
e la tua personalità. In questo modo convincerai i tuoi clienti del
potere dell’immagine con un esempio concreto.
3. Capacità di ascolto: tra consulente d’immagine e cliente si instaura
un rapporto molto intimo. Il cliente rivela al consulente tutte le
sue preoccupazioni sul proprio aspetto fisico e le insicurezze che
gli impediscono di relazionarsi con gli altri. Si tratta di un momento
molto delicato e importante nella relazione consulente-cliente: se
il cliente non sentirà di potersi fidare del consulente non si aprirà
del tutto e questo intralcerà il lavoro del consulente. Ascoltare
il cliente che si ha davanti significa permettergli di raccontare
la sua storia senza interromperlo, capire cosa ha bisogno di
raccontare e perché. Il consulente d’immagine, in questo caso, è
un po’ anche psicologo e deve annotare non solo ciò che il cliente
dice, ma come lo dice, i gesti, la postura, la mimica facciale, se è
a suo agio o se è nervoso: da ogni dettaglio si possono trarre
elementi utili per la consulenza. La capacità di ascolto è una dote
importantissima per un consulente d’immagine perché è proprio
nelle parole del cliente che si può trovare la soluzione perfetta al
suo problema d’immagine.
4. Empatia: un consulente d’immagine deve poter empatizzare
con il cliente per capire il modo in cui aiutarlo a valorizzare la
sua immagine. Non basta infatti valutare i difetti fisici e trovare
il modo di mimetizzarli: questo è l’approccio peggiore che un
consulente d’immagine possa avere! Per fare un buon lavoro
è necessario sviscerare il problema e immedesimarsi nella
situazione del cliente: chi è, come vive, qual è la sua routine
quotidiana, cosa lo preoccupa del suo aspetto, come reaziona alle
critiche, con quale spirito ha iniziato il percorso della consulenza
d’immagine. Sono tutte informazioni fondamentali per offrire
al cliente delle soluzioni precise non solo di look ma anche di
atteggiamento. In questo modo il cambio di immagine può essere
flessibile e adattarsi ad ogni nuova situazione – non proponiamo
semplicemente un look ad hoc per un evento in particolare ma

DOTI E COMP E TE N ZE DI U N CO N S UL E NT E D ’ I M M AG I NE 35
suggeriamo al cliente come sfruttare tutto il proprio potenziale
per far sí che gli altri vedano nel suo aspetto ciò che lui vuole che
si veda. Questo è ciò che ogni consulente di immagine dovrebbe
avere come proposito.
5. Approccio personalizzato: con il tempo un consulente d’immagine
professionista si rende conto che ogni cliente ha esigenze
specifiche, anche se superficialmente può sembrare che tutti
richiedano le stesse cose: sembrare più giovane, più attraente,
più professionale, etc. Ma dietro ogni richiesta si nascondono
aspettative, background e punti di vista diversi. L’immaginario di
ogni persona è unico, per questo è importantissimo approcciarsi
ad ogni cliente in modo personalizzato e praticare l’ascolto e
l’empatia finché non sarà chiaro chi si ha davanti e cosa vuole
ottenere grazie alla nostra consulenza. Il mio consiglio è di non
dare mai niente per scontato e fare quante più domande possibile
perché ogni cliente è un mondo da scoprire.
6. Essere oggettivo: quando si comincia a lavorare con un nuovo
cliente è importante non avere pregiudizi e lasciare che la persona
che si ha davanti si apra e spieghi le sue necessità. A volte un
consulente d’immagine professionista può pensare di avere già
la soluzione perfetta per il suo cliente, perché a colpo d’occhio
ha individuato un paio di problemi importanti e crede che da lì
debba iniziare il percorso di cambiamento. Ma potrebbero non
essere quelle le priorità del cliente. Il risultato? Che il consulente
in questo caso vada per la tangente dando per scontato quello che
il cliente può volere e invece sbagliarsi di grosso, deludendolo. Se
vuoi evitare di trovarti in questa spiacevole situazione, perdendo
il tuo tempo e quello del tuo cliente, non avere preconcetti e
lascia che il cliente ti spieghi di cosa ha bisogno. Capacità di
ascolto e di empatia sono di nuovo protagoniste.
7. Organizzazione: un professionista si riconosce anche per come
gestisce i suoi impegni e i suoi clienti. Se non vuoi rischiare di fare
una brutta impressione sui tuoi clienti, così come sui colleghi e
su tutte le persone che un giorno potrebbero rivolgersi a te per
una consulenza, devi dimostrare di essere professionale, preciso

DOTI E COMP E TE N ZE DI U N CO N S UL E NT E D ’ I M M AG I NE 36
e ben organizzato. Soprattutto all’inizio del tuo percorso dovrai
probabilmente contare solo sulle tue forze, quindi sarà ancora
più importante pianificare ogni evento, ogni appuntamento, ogni
ricorrenza, per non perdere nessuna occasione e sfruttare bene
il tuo tempo. Per organizzare la tua vita professionale ti consiglio
di munirti dei seguenti strumenti:
• agenda (cartacea o elettronica, a seconda di come sei abituato)
• questionari per i nuovi clienti
• schede clienti
• matrici per le analisi
• database dei clienti
• database dei fornitori, dei collaboratori e dei partner
• classificazione dei negozi
Ci sono poi strumenti che possono aiutarti a intercettare nuovi
clienti e farti conoscere: anche in questo caso è fondamentale essere
ben organizzato e avere una chiara strategia di Personal branding.
Gli strumenti di cui non puoi fare a meno sono:
• sito web con pagina “Contatti”
• biglietti da visita customizzati con il tuo logo e gli elementi che
caratterizzano il tuo Personal brand
• portfolio o book dei clienti
Tutte queste doti e competenze si possono sviluppare con il tempo
e l’esperienza, l’importante è avere sempre voglia di migliorarsi e
di crescere come professionista. Sii sempre aperto alle critiche che
ti vengono fatte perché ti forniscono informazioni utili su quelle
che possono essere le tue carenze e non aver paura di metterti in
gioco e commettere errori: anche da quelli si impara e si diventa un
consulente migliore.

DOTI E COMP E TE N ZE DI U N CO N S UL E NT E D ’ I M M AG I NE 37
Gli step di una consulenza
d’immagine

Nei capitoli visti finora abbiamo analizzato i presupposti della


consulenza d’immagine: chi è professionalmente il consulente
d’immagine, quale è stata l’evoluzione del settore, in cosa consiste
il lavoro di un consulente professionista e quali doti e competenze
deve coltivare per avere successo. Ora arriviamo al cuore di questo
testo entrando nella parte pratica del discorso: vediamo quali sono gli
step di una consulenza d’immagine. Ogni step sarà poi approfondito
nei 3 capitoli successivi.

Consulenza d’immagine: i presupposti


Fare una buona impressione sugli altri dipende da molti fattori,
ognuno dei quali ha a che vedere con l’aspetto esteriore di una
persona. Abbiamo accennato che la prima parte della consulenza è
conoscitiva: il consulente parla con il cliente e cerca di capire quali
sono i problemi che percepisce relativamente alla sua immagine:
cosa non lo soddisfa del suo aspetto? C’è qualche dettaglio del suo
fisico che lo mette a disagio? In quali situazioni si sente in imbarazzo?
Sa spiegare il perché?
Il consulente d’immagine prende nota di tutto ciò che riferisce il
cliente. Partire dalle sue sensazioni negative è molto utile perché
si può capire da cosa nasce l’insoddisfazione del cliente e sapere
quali sono le sue aspettative. Se non sappiamo come il cliente
vuole vedersi alla fine del percorso intrapreso insieme, non avremo
la sicurezza che apprezzerà lo stile proposto e gli outfit consigliati,

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anche se si tratta di un risultato perfetto e di un lavoro da manuale.
Certamente dovremo essere noi a consigliare al cliente cosa gli sta
meglio, ma non dovremo mai dimenticare il suo punto di vista, il
modo in cui lui o lei vede sé stesso allo specchio, perché è qui che
nasce la sicurezza o l’insicurezza di una persona.
Lo step successivo della consulenza d’immagine ci vede a indagare le
necessità del cliente: che lavoro fa, qual è la sua routine quotidiana,
che ambienti frequenta, quali sono le sue esigenze riguardo
all’abbigliamento? Queste prime domande aiutano il consulente
a circoscrivere l’area della consulenza e delineare già un piano di
azione. Gli obiettivi del cliente sono personali o professionali? La
consulenza d’immagine personale e quella professionale presentano
punti in comune ma divergono su altri, quindi è importante capire
quali sono le esigenze primarie del cliente e qual è l’obiettivo della
consulenza.
La parte relativa alla conoscenza del cliente può, o meglio dovrebbe,
essere personalizzata dal consulente in base alla sua esperienza.
Lavorando con clienti diversi e affrontando i problemi che sempre
sopraggiungono nel corso di una consulenza, il consulente si rende via
via conto delle informazioni di cui ha bisogno, perfezionando sempre
più il suo modello di questionario per il cliente. Le domande che ti
ho segnalato sono quelle di base che ti consiglio di rivolgere sempre
alla persona che hai davanti perché ti permettono di impostare la tua
consulenza. Con il tempo svilupperai un tuo personalissimo metodo
e capirai da solo quali sono le domande strategiche che ti aiutano ad
approfondire le necessità dei tuoi clienti, facilitandoti il lavoro.
Terminata la parte conoscitiva, comincia quella di analisi del soggetto,
oggettiva e personalizzata. Ci sono 3 step da seguire, attraverso i
quali la consulenza d’immagine viene approfondita sotto tre diversi
punti di vista:
• un’analisi cromatica
• un’analisi morfologica
• un’analisi dello stile

GLI STEP DI UNA CONSULENZA D’IMMAGINE 39


Consulenza d’immagine: analisi cromatica
L’immagine è un mezzo di comunicazione e il colore è l’elemento che
meglio rappresenta lo scambio di un messaggio dotato di significato
tra soggetti: indossare un colore significa prendere una posizione,
decidere di raccontare determinate caratteristiche di sé e offrire una
precisa visione della propria personalità. Non ci suggerisce la stessa
interpretazione caratteriale una persona che indossa un outfit a tinte
forti, piuttosto che una che veste in total black.
I colori che ogni persona sceglie di utilizzare per il proprio look sono
portatori di un messaggio, che l’interlocutore recepisce sempre,
anche se nella maggior parte dei casi inconsapevolmente: esiste
infatti una psicologia dei colori che spiega che ogni colore stimola
nella mente umana un determinato stato d’animo.
L’errore che le persone commettono più frequentemente in fatto
di look? Vestirsi dei colori sbagliati. È un fatto di armonia: ci sono
colori che stanno bene insieme, che si danno forza l’un l’altro, e che
combinati sprigionano una grande energia! Con i colori giusti si può
davvero sembrare più bella e più giovane, ma bisogna conoscere le
teorie armocromatiche per non commettere errori.
L’armocromia è la disciplina che studia il rapporto tra i colori in base
all’effetto che l’accostamento cromatico produce. Non parliamo solo
dell’abbinamento dei colori dei vestiti che si indossano ma anche
di quanto armonicamente combinano i colori dell’abbigliamento
con i colori naturali del soggetto, la sua pelle, il colore dei capelli,
degli occhi e del sottotono (di quest’ultimo elemento parleremo
approfonditamente nel prossimo capitolo). Le teorie sull’armonia dei
colori sono state applicate fin dagli anni 30 e con il tempo non sono
mai state messe in discussione, solo perfezionate. È un dato di fatto:
per consigliare a una persona quali colori usare (parliamo di vestiti,
accessori, make up,…) è necessario realizzare un’analisi del colore.
Trovare la palette cromatica dei colori che valorizzano un individuo
è l’obiettivo del consulente d’immagine in questa fase. Quando
finalmente si individuano i colori del cliente è possibile proporre gli
outfit.

GLI STEP DI UNA CONSULENZA D’IMMAGINE 40


Consulenza d’immagine: analisi morfologica
Quando un consulente d’immagine suggerisce al proprio cliente
quali vestiti indossare lo fa in base ai risultati di un’altra importante
analisi: quella morfologica, che svela i dettagli della forma del corpo
del cliente. L’analisi della figura serve per definire un archetipo con
determinate caratteristiche, come proporzioni, pregi da valorizzare e
difetti da mimetizzare.
L’analisi morfologica avviene su due piani: uno orizzontale, valutando
la proporzione tra spalle e bacino, e uno verticale, che mette in
relazione le proporzioni orizzontali con la lunghezza delle gambe.
L’analisi della figura riconduce il corpo umano, tanto quello maschile
come quello femminile, a delle figure geometriche in base alle
proporzioni tra le diverse parti del corpo e alle linee della figura.
Le forme geometriche del corpo umano individuate dall’analisi
morfologica sono 5:
1. rettangolo
2. triangolo
3. clessidra
4. triangolo invertito
5. ovale

GLI STEP DI UNA CONSULENZA D’IMMAGINE 41


In ogni persona troviamo una prevalenza di linee dritte o di linee curve.
Un fisico con molte linee dritte presenterà lineamenti spigolosi e sarà
riconducibile alla forma del rettangolo o del triangolo; un fisico con
una prevalenza di linee morbide, invece, avrà una silhouette morbida
e potrà essere classificato come fisico a cerchio o a clessidra. Per
facilitare l’analisi morfologica, e quindi individuare più rapidamente
l’archetipo o figura geometrica di riferimento, consiglio di iniziare la
valutazione a partire da peso e altezza del soggetto: già questi 2 dati
forniscono indicazioni molto utili. È utile esaminare la forma del viso
del soggetto per valutare se prevalgono linee morbide o dritte.
Si passa poi al piano verticale della figura, confrontando il fisico
del cliente con una silhouette ideale: dove il corpo in esame non
rispetta le proporzioni ideali? Lì si agirà per minimizzare il difetto
attraverso illusioni ottiche da creare con capi di abbigliamento con
un particolare taglio, colore o fantasia.

Consulenza d’immagine: analisi dello stile


L’analisi dello stile è un’altra fase fondamentale nello studio delle
caratteristiche specifiche di ciascun cliente. Come dico sempre, uno
stile ce l’hanno tutti, ma non tutti sono in grado di esprimerlo in modo
armonico e consapevole. Il consulente d’immagine assume in questa
fase un ruolo fondamentale perché ha il compito di interpretare
lo stile unico e personale del proprio cliente e combinare tutti gli
elementi emersi nelle analisi precedenti per proporre degli outfit in
cui la personalità del cliente si fonda armonicamente con ciò che
gli sta meglio, con l’ambiente che frequenta e le persone con cui si
relaziona.
Trovare un equilibrio tra tutti questi elementi è fondamentale per
la riuscita del lavoro, ad esempio bisogna stare attenti che una
personalità troppo estrosa non danneggi il cliente che lavora in
ambienti molto formali, così come non si dovrà soffocare del tutto
la verve del cliente perché in questo caso non potrebbe emergere il
suo stile personale, ciò che lo rende unico.

GLI STEP DI UNA CONSULENZA D’IMMAGINE 42


In questo step il consulente d’immagine si confronta con il cliente,
chiedendogli di descrivere le sue preferenze in fatto di abbigliamento.
Ecco un esempio di domande utili per questa fase: che tipo di vestiti
acquista? con quali capi si sente più a suo agio? ci sono accessori
irrinunciabili nel suo look? come descriverebbe il suo stile?
L’esperienza e la pratica aiutano i consulenti a definire quelle che
sono le domande migliori, quelle che vanno più in profondità o
quelle più significative per il proprio metodo di lavoro. L’obiettivo è
recuperare quanti più dettagli possibili sulla personalità del cliente.
Attraverso il colloquio personale e la compilazione di test e questionari
che aiutano il cliente a confrontare stili diversi per individuare
quello più vicino al suo stile di preferenza, il consulente comincia a
delineare il profilo personale del cliente creando una proposta di stile
personalizzato.

GLI STEP DI UNA CONSULENZA D’IMMAGINE 43


Analisi armocromatica

Iniziamo questo primo capitolo di approfondimento sulla parte pratica


della consulenza d’immagine spiegando un concetto importantissimo
in relazione ai colori: il loro impatto emotivo sulle persone e il motivo
per cui influiscono in modo così deciso sulla prima impressione e il
giudizio sugli altri.
I colori non sono elementi accessori ma sono portatori di un
messaggio sotto forma di emozioni. Questo che cosa vuol dire?
Che indossare un colore significa inviare un determinato segnale
a un interlocutore o a una persona che osserva, stimolando in lui
una precisa reazione emotiva – calma, agitazione, tristezza, gioia,
disgusto, ammirazione, … Si tratta di una risposta involontaria e
genericamente inconsapevole ma così forte da poter pregiudicare
una relazione tra due soggetti.
Da cosa dipende che i colori abbiano questa capacità di generare una
reazione emotiva nelle persone? Dalle caratteristiche fisiche della
luce. Gli studi svolti sull’argomento hanno portato alla definizione di
una scienza definita Psicologia del colore. Vediamo di cosa si tratta e
come ci torna utile nel nostro lavoro di consulenti d’immagine.

La psicologia del colore


Il colore, come tale, non esiste in natura: l’occhio umano assorbe
dalla luce solare una radiazione elettromagnetica e, a seconda della
lunghezza d’onda e dell’intensità di questa radiazione, i fotorecettori
della retina inviano un determinato stimolo al cervello che si
trasforma nella percezione di un particolare colore dello spettro
cromatico. Lo studio delle sensazioni che le tinte cromatiche

44
stimolano negli esseri umani ha origini lontane ma fu a partire dal
1800 che vennero condotti test rigorosi e scritti grandi trattati
sull’argomento. Tra gli uomini di scienza che se ne occuparono, anche
il poeta e scrittore Johann Wolfgang von Goethe. Molti studiosi ne
seguirono le orme dedicandosi con interesse alla “cromologia” – che
significa proprio analisi del colore – dopo aver scoperto che ogni
tinta innesca uno stimolo diverso nel cervello umano.
Uno tra i test più famosi è quello di Lüscher. Si tratta di un test
psicologico inventato dallo psicologo svizzero Max Lüscher che
analizza lo stato d’animo di una persona a partire dalla sua preferenza
di colori. Questo metodo sembra molto efficace ed è infatti utilizzato
nella selezione dei cadetti della Marina Militare americana e come
criterio di valutazione per entrare nel Ministero dell’Interno italiano.

Il significato dei colori


Quali sono le emozioni che si associano ai principali colori dello
spettro cromatico? Vediamo le principali:
Rosso
Questo colore è tradizionalmente associato all’amore passionale, è
anche il colore del calore, del sangue e dell’energia. Viene associato al
potere, alla forza e alla passione. È una scelta cromatica molto forte,
impegnativa. Una persona che indossa un abbigliamento di questa
tonalità trasmette sicurezza e vuole essere al centro dell’attenzione.
Arancione
Secondo diversi studi psicologici, questo colore trasmette sensazioni
positive, di serenità e ottimismo. Vestirsi di arancione indica
entusiasmo per la vita, allegria e socievolezza. Se il cliente incarna
questi valori il consulente d’immagine deve consigliare di sfruttare
questo colore per permettere all’interlocutore di riconoscerli.
Giallo
Un altro colore considerato molto forte nella psicologia del colore è il
giallo. In ogni sua tonalità il giallo trasmette felicità, buon umore. Chi

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 45
lo indossa ha una personalità forte e ama stare in mezzo alla gente.
È il colore del sole e per questo è simbolo di vitalità, ottimismo e
rinascita. Vestire di giallo aiuta a comunicare un carattere aperto e
una personalità creativa e libera da preconcetti.
Blu
Secondo la psicologia del colore, il blu è un colore rilassante che
comunica un senso di pace, per questo è molto usato da chi si
rivolge alle masse (contesti politici, televisivi, …). Chi ama questo
colore è generalmente una persona tranquilla, riservata, meditativa,
che vuole trasmettere un messaggio di onestà, serietà e spirito di
collaborazione. Il blu è adatto a contesti esclusivi ed eleganti.
Rosa
È il colore tradizionalmente associato alla femminilità, alla dolcezza,
al romanticismo. Le donne adulte ricorrono a questo colore
per recuperare questa dimensione di purezza e ingenuità tipica
dell’infanzia, che in qualche modo le fa sentire al sicuro. È una scelta
che indica la volontà di rimarcare la propria femminilità.
Verde
Il colore della natura trasmette sensazioni di pace, equilibrio e
speranza. È un inno alla vita e alla rinascita.
Bianco
Il colore della purezza e della sensibilità. È associato al bon ton e
all’eleganza semplice ma raffinata.
Nero
Come il bianco è una tinta totalizzante, un must have perfetto per
ogni situazione, che non impone di dover scegliere. In un certo senso
è un colore che non prende posizione, che non racconta troppo
di chi lo indossa. È elegante, minimalista ma fondamentalmente
misterioso.
Questi sono i significati delle principali tinte cromatiche secondo
la psicologia del colore. Un gioco molto divertente per mettere

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 46
alla prova queste teorie è osservare i colori che i leader politici
indossano negli eventi in cui incontrano gli elettori o gli altri Capi di
Stato (nella comunicazione politica, infatti, questi meccanismi che
sfruttano le emozioni sono ben noti e molto utilizzati). In base alla
reazione emotiva che vogliono suscitare nel loro pubblico, i politici
sfruttano un colore piuttosto che un altro. Questo meccanismo
è evidente soprattutto oltreoceano nei look scelti dai presidenti
americani quando si rivolgono alla nazione. Un presidente si affida
alle tonalità del blu per rassicurare i suoi elettori in una situazione di
incertezza, se invece vuole sottolineare la sua autorità o la sua forza
è probabile che utilizzerà il rosso. L’hanno ribattezzata l’arte della
Pantone Politics.
Per un consulente d’immagine è importantissimo conoscere il
significato dei colori e maneggiarne con consapevolezza i risvolti
emotivi. Ad esempio può capitare di assistere un cliente che ha come
obiettivo quello di far carriera: in questo caso bisognerà aiutarlo a
trasmettere fin dal primo secondo dell’incontro con superiori o HR
manager i valori che caratterizzano la sua professione – nel caso di
un avvocato si tratterà di mostrare serietà e professionalità; nel caso
di un creativo, invece, fantasia, anticonformismo, … e così via.
I colori possono creare dei malintesi e trasmettere, involontariamente,
un messaggio sbagliato, per questo motivo una parte importante del
lavoro del consulente d’immagine è quella di stabilire la palette dei
colori che il cliente deve usare per trasmettere il messaggio giusto
in linea con i propri obiettivi comunicativi. Per creare la palette si
studiano i colori naturali del soggetto e si ragiona in base ai principi
dell’armocromia, la disciplina che studia l’armonia cromatica, e la
teoria del colore.
Che cos’è l’armocromia
La parola armocromia nasce dalla fusione dei termini “armonia” (dal
greco ἁρμονία, affine) e “chroma” (sempre dal greco χρῶμα, colore),
quindi si tratta di una disciplina che studia l’affinità tra i colori. Il
rapporto tra i colori e l’effetto che l’accostamento cromatico produce
cominciò ad essere studiato con rigore scientifico nel secolo scorso.

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 47
Le teorie sull’armonia dei colori sono state applicate fin dagli anni 30,
quando nel mondo del cinema comparve il Technicolor, l’esplosione
dei colori sul grande schermo. Allora, ad occuparsi di far risaltare la
bellezza delle star del cinema, ci pensavano le costumiste e i reparti di
trucco e parrucco dietro le quinte delle grandi produzioni. Se ricordi,
nel capitolo sulla storia della consulenza d’immagine ho definito
queste figure professionali come i primi consulenti d’immagine della
storia moderna. Erano proprio loro, le costumiste e le truccatrici della
Old Hollywood, a scegliere i colori giusti per valorizzare le bellissime
attrici hollywoodiane.
Dovranno passare circa 50 anni, però, prima che l’armocromia diventi
un fenomeno di massa. Come sempre, il trend esplode a New York, e
solo qualche decennio dopo arriva in Europa e finalmente in Italia. E,
80 anni dopo, l’armocromia risulta ancora valida, seppur cambiando
nel tempo le proprie teorie grazie a studi sempre più precisi ed
efficaci.
In pittura, i colori vengono classificati in primari, secondari, terziari.

I colori primari (sottrattivi) sono colori fondamentali perché non si


possono ottenere dalla mescolanza di nessun altro colore e sono: il
rosso (magenta), il blu (ciano) e il giallo. Dai colori primari si ottengono,
mescolandoli, tutti gli altri. Insieme al nero e al bianco, i colori primari
rappresentano la tavolozza essenziale di un pittore.

I colori secondari si ottengono mescolando tra loro due colori primari


in uguali quantità. Ogni coppia di colori primari mescolati genera un
colore secondario, in questo modo:
giallo + rosso = arancione
giallo + blu = verde
rosso + blu = viola

I colori terziari si ottengono dalla mescolanza di colori primari in


diverse parti, come per esempio:
blu + rosso + rosso = rosso violaceo
blu + giallo + giallo = verde giallognolo

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 48
rosso + blu + blu = viola bluastro
rosso + giallo + giallo = giallo aranciato
giallo + blu + blu = blu verdastro
giallo + rosso + rosso = rosso aranciato
L’intensità del colore e la sua cromia potrà essere più o meno accesa,
a seconda della percentuale dei colori mescolati. Variando questa
misura in rapporto percentuale, cambierà anche l’intensità del colore
e si otterranno così infinite sfumature.

Il cerchio di Itten
Il primo a elaborare una teoria del colore fu lo svizzero Johannes
Itten, pittore, scrittore, designer e docente presso la Bauhaus School
of Art in Germania. Nel 1961 realizzò un cerchio cromatico per
rappresentare i colori primari e i colori derivati dalle loro mescolanze.
Il cerchio di Itten ci fa comprendere meglio il rapporto tra primari,
secondari, terziari e complementari.
Al centro del cerchio troviamo i tre colori primari: giallo, rosso e
blu; intorno ai primari, ci sono i tre colori secondari, ottenuti dalla
mescolanza dei primari: arancio, verde e viola; nel cerchio esterno
sono riportati i primari, i secondari e i terziari, questi ultimi ottenuti
da ulteriori mescolanze, ovvero: giallo-arancio, arancio-rosso, rosso-
viola, viola-blu, blu-verde, verde-giallo.
I colori complementari sono colori diametralmente opposti l’uno
all’altro. Si definisce colore complementare di un dato colore quello
che gli è opposto nella ruota cromatica. I colori complementari sono
quindi coppie di colori formate da un colore primario e uno secondario
che, accostati, producono un effetto di massimo contrasto cromatico.
Da questo se ne deduce che:
• il colore complementare del giallo è il viola e viceversa
• il colore complementare del rosso è il verde e viceversa
• il colore complementare del blu è l’arancione e viceversa
Nel cerchio di Itten non sono inclusi il bianco e il nero, considerati
“non colori”: il bianco è l’insieme di tutti i colori, il nero l’assenza di

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 49
colore.
La teoria del colore di Itten sarà ripresa negli anni ’70 da Carole
Jackson, che nel 1980 scriverà il libro di maggior successo sull’analisi
cromatica stagionale applicata all’immagine personale: “Color Me
Beautiful”.

Cerchio di Itten

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 50
La teoria delle stagioni e la qualità cromatica del soggetto
Il colore è un’arma potentissima a tua disposizione per valorizzare
l’immagine del tuo cliente: i colori giusti lo faranno apparire più
attraente, energico, e anche più giovane. Al contrario, se sbagli
nella scelta dei colori del suo look, è garantito che il risultato non
sarà soddisfacente e non metterà il tuo cliente nella condizione di
raggiungere i suoi obiettivi.
Se il primo approccio di un consulente d’immagine con il proprio
cliente è sempre l’analisi del colore, un motivo c’è: trovare la palette
cromatica dei colori che valorizzano un individuo è fondamentale
per consigliargli come vestirsi e truccarsi. Tutto dipende dall’armonia
dei colori che si indossano con i colori naturali del soggetto.
I professionisti dell’immagine utilizzano per la Colour Analysis il
metodo del draping: accostano drappi di tessuto di vari colori al
viso e giudicano l’effetto generale. In modo progressivo si passano
in rassegna tutte le tonalità, così da definire la palette cromatica del
soggetto.
La più famosa teoria del colore dell’armocromia è quella delle
stagioni, che riconduce tutti i colori a 4 gruppi: ogni soggetto viene
accostato ad una stagione e, in base ad essa, si definisce la palette dei
suoi colori. Analizzando il colore di capelli, quello delle sopracciglie,
degli occhi, il tono e il sottotono della pelle del soggetto, possiamo
definire la sua qualità cromatica e la sua stagione di appartenenza.
La prima macro-classificazione è quella tra colore caldo e colore
freddo. I colori caldi tendono all’arancio e al rosso, quelli freddi al
viola e al blu.
Vediamo nel dettaglio la classificazione dei colori naturali di una
persona, utilizzando i 3 parametri di Munsell, che per primo ha
ordinato in modo logico il colore e le sue caratteristiche.
Il colore dei capelli
Nel primo gruppo, quello del colore caldo, troviamo i seguenti colori
di capelli:

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• Biondo dorato
• Castano
• Castano ramato
• Rosso
• Capelli bianchi giallastri
Nel secondo gruppo, quello del colore freddo, rientrano questi colori
di capelli:
• Biondo cenere
• Castano
• Bruno e nero
• Sale e pepe
• Capelli bianchi candidi
Il colore degli occhi
Anche qui specifichiamo l’appartenenza alle due macro-categorie:
Colore degli occhi caldo:
• Nocciola o marrone
• Topazio
• Marrone + verde
• Verde dorato
• Acqua
• Turchese
Elementi da tenere in considerazione: Pagliuzze e foglioline, alone
verde oliva
Colore degli occhi freddo:
• Azzurro / Grigio azzurro
• Grigio / Grigio verde
• Marrone compatto
• Verde smeraldo
• Blu
Elementi da tenere in considerazione: Sole senape o grigio, filamenti
a ragnatela

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 52
Sottotono della pelle
Individuare il sottotono di un soggetto non è immediato come per il
colore dei capelli o degli occhi. Il sottotono, infatti, ha a che vedere
con la temperatura del colore.
Sottotono e tono della pelle sono due concetti diversi e indipendenti:
il tono ti dà un’indicazione sul colore della pelle in base al binomio
chiaro/scuro, mentre il sottotono parla di temperature, quindi caldo
o freddo. Questo significa che se stai lavorando su una cliente mora
devi accertarti che il suo sottotono sia caldo piuttosto che freddo
prima di prendere delle decisioni sulla sua palette cromatica. Stabilire
questo elemento ti permetterà di effettuare un’analisi precisa dei
colori che la valorizzano.
Cosa bisogna analizzare per definire il colore di sottotono di un soggetto?
Il colore delle sue labbra, delle orecchie, quello della sclera degli
occhi e delle vene sottopelle. Anche il sottotono può essere caldo
o freddo.
Sottotono caldo:
• Avorio
• Beige dorato
• Rosa pesca
• Ambrata
Da tenere in considerazione: Spesso presenta efelidi
Sottotono freddo:
• Lattea
• Beige sabbia
• Beige rosato
• Perlata
• Olivastra
Da tenere in considerazione: Grana compatta, aspetto traslucido
Tutti questi dati devono essere raccolti in un apposito questionario
o scheda cliente.

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 53
L’armonia consonante e quella dissonante
Perché è importante determinare se i colori naturali di un soggetto
sono caldi o freddi? Perché ci permette di scegliere i colori della sua
palette cromatica secondo una regola di assonanza: colori caldi con
colori caldi e colori freddi con colori freddi.
La palette deve essere formata da nuance che hanno in comune
una famiglia di appartenenza. Si può giocare con questi colori e
abbinare le diverse tonalità a seconda del look che si vuole ottenere,
ma è fondamentale attenersi alle famiglie dei colori individuati
nell’analisi perché sono quelli che garantiranno il successo.
Possiamo puntare all’effetto dell’armonia consonante o a quello
dell’armonia dissonante. La prima si ottiene accostando colori in
sintonia tra loro come blu, verde e viola – sempre caldi con caldi
e freddi con freddi. L’armonia consonante addolcisce, mitiga e
ammorbidisce le linee e i tratti del soggetto.
L’armonia dissonante, invece, si ottiene posizionando vicini i colori
complementari, come il rosso e il verde o l’arancio e il blu – in questo
caso giochiamo con il contrasto colore caldo con colore freddo.
L’armonia dissonante accentua, rafforza, evidenzia i contrasti,
sottolinea gli effetti e i tratti.

Armonia consonante Armonia dissonante


colori analoghi colori complementari

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La teoria delle stagioni
Un altro step fondamentale nell’analisi armocromatica di un soggetto
è quello che definisce la sua stagione di riferimento. Quella delle
stagioni è una classificazione che ti darà la chiave di tutte le nuance
che valorizzano il cliente e che quindi potrà indossarle senza paura
di sbagliare.
Bernice Kentner pubblica a fine anni 70 il libro Color Me a Season, nel
quale indica quattro categorie di colori corrispondenti alle 4 stagioni
che, se applicate correttamente, suggeriscono ad ogni persona quali
sono i colori che la valorizzano.
La prima scrematura è tra colori caldi e freddi, la seconda tra colori
soft e intensi.
Ecco quindi come vengono classificate le 4 stagioni:
• Primavera: colori caldi e soft
• Estate: colori freddi e soft
• Autunno: colori caldi e intensi
• Inverno: colori freddi e intensi
Per capire come si è arrivati ad associare i colori naturali di ogni
persona con le caratteristiche delle 4 stagioni, vediamo nel dettaglio
ogni categoria di questa prima classificazione cromatica.

Primavera
Una persona che appartiene alla stagione della Primavera ha una
pelle chiara nelle tonalità del pesca o del beige dorato con sottotono
caldo, magari con efelidi sul viso. I capelli sono tendenzialmente sul
rossiccio sino al biondo chiaro sempre con riflessi che danno sul
rosso o castano ramato. Gli occhi possono essere azzurri, verdi con
pagliuzze dorate, castani tendenti al verde o nocciola. I colori che
si fondono con i tuoi toni naturali sono caldi ma chiari e luminosi.
Nella palette cromatica i protagonisti sono colori dalla temperatura
calda, come l’arancione, il marrone, il cammello, il terracotta, il giallo
luminoso e il rosso, ma anche l’azzurro, nelle tonalità cielo e verde-
acqua, il blu cobalto e il turchese, il grigio, il verde oliva, mela e lime

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e il viola nelle tonalità del pervinca. Da evitare i colori più scuri, che
spengono la luminosità e appiattiscono i colori naturali. Da preferire
colori pastello e saturi caldi, capi chiari o con tonalità delicate. La
primavera mostra una selezione di colori caldi, puri e luminosi, con
toni allegri e vivaci.
Estate
Contrariamente a quanto si possa pensare, non sono i colori caldi a
caratterizzare la donna Estate ma le tonalità lunari. La carnagione ha
un tono molto chiaro, luminoso e il sottotono è freddo, rosa beige
chiaro, a volte di media intensità; i capelli possono essere biondo,
biondo cenere, biondo scuro, castano cenere, grigio o sale e pepe;
gli occhi, molto chiari, possono essere di una delle tante sfumature
di azzurro, fino al ceruleo e grigio, ma anche chi ha gli occhi verdi
chiaro o verdi tendente al nocciola può rientrare in questa categoria.
La palette ideale è composta da colori freddi e tonalità tenui. Da
prediligere le varie nuance del rosa chiaro, il lavanda, il lampone, il
bianco ottico, le sfumature d’azzurro, il grigio, il blu, il giallo limone,
il rosso fragola e il rosso ciliegia. Da evitare le tonalità calde, come il
marrone e l’arancione, che non doneranno in nessun caso. La gamma
di colori che definisce l’estate è fredda, luminosa e tenue, quindi si
tratta di colori poco saturi o insaturi “polverosi”.
Autunno
Secondo la teoria delle stagioni, rientra nella categoria Autunno chi
ha un tono della pelle chiaro, medio o olivastro con sottotono caldo.
I capelli sono prevalentemente castano scuro possono avere riflessi
dorati o ramati. Gli occhi sono marrone scuro o più chiaro tendenti
all’ ambrato o dorato. I colori di riferimento sono sempre quelli della
terra, così come quelli dell’oro. Le tonalità della palette cromatica
sono l’arancione, il rame, il bronzo e il marrone, il giallo, il senape,
il prugna, il crema, l’avorio e il verde. Da evitare invece il viola, il
rosa confetto, il grigio e il nero. L’autunno è caratterizzato da una
varietà di tonalità calde, tenui ed intense, colori piuttosto caldi. Gli
accostamenti ideali sono scuro con chiaro, scuro con medio e scuro
con scuro. Da evitare il total light e i colori freddi.

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Inverno
La stagione inverno è quella in cui rientrano le persone con un tono
di pelle color ebano, oliva, beige, avorio e sottotono freddo. I capelli
sono molto scuri, vanno dal marrone scuro fino al nero corvino. Gli
occhi sono molto marrone scuro, nero o in netto contrasto con il
colore dei capelli, quindi possono essere anche molto chiari (verde,
blu, griglio). Rientra in questa categoria anche la variante sale e
pepe. I toni che valorizzano la donna Inverno sono colori freddi, puri,
profondi, primari e saturi “brillanti”, per questo la palette cromatica
di riferimento abbraccia molti colori: bianco, nero, grigio antracite
e grigio chiaro, blu, verde, rosso acceso, rosa shocking ma anche
rosa chiaro, bordeaux, giallo limone, magenta, indaco, viola. Gli
accostamenti ideali si realizzano secondo la regola scuro con chiaro,
scuro con medio e scuro con scuro. Da evitare invece i colori della
terra, come il marrone, il verde oliva o il verde alloro e i colori satinati
e spenti.

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Da 4 a 12 stagioni: come cambiano le cose?
La teoria delle 4 stagioni è molto utile per cominciare a capire a quale
tipo appartiene il tuo cliente, ma negli anni è stata perfezionata,
apportando ulteriori dettagli. Mary Spillane, fantastica consulente
d’immagine inglese, fu tra le prime ad accorgersi che la suddivisione
in 4 tipologie cromatiche non era sufficiente. Coniò così il termine
flowing per indicare la possibilità di ogni tipologia di virare verso le
2 stagioni immediatamente più vicine. Ognuna delle 4 stagioni si
suddivide così in 3 sottotipi, dando origine alla nuova teoria delle
12 stagioni.
In questa nuova classificazione ci sono 4 parametri di riferimento:
1. Tonalità: descrive la composizione di un colore indicando la
presenza di giallo o di blu. Confrontando due sfumature è infatti
possibile indicare se il sottotono è più caldo e dorato o freddo e
azzurrato. Dipende principalmente dalle variazioni nella lunghezza
d’onda della luce che colpisce l’occhio; può essere rappresentata
con una ruota cromatica;
2. Luminosità: indica la percezione della luminosità di un colore
in contrapposizione a quella di un’altra tonalità o dell’ambiente
circostante (è la quantità di chiaro o scuro del colore, più è alta
la luminositá e più un colore è chiaro). Di ogni colore è possibile
immaginare sfumature più vivide e brillanti e sfumature più
smorzate. In una scala da 1 a 10 il colore più chiaro esprime la
massima luminosità (10) e il colore più scuro la minima luminosità
(0). Non confondere la luminosità con la brillantezza, che è un
attributo dell’illuminazione in cui viene visualizzato un oggetto;
3. Saturazione: descrive la presenza di bianco. In una scala da 1
a 10 il bianco esprime la massima saturazione (10) e il nero la
minima saturazione (0).
4. Temperatura: si dice che i colori hanno una “temperatura” e
in base alle diverse sensazioni che trasmettono si possono
suddividere in caldi, freddi e neutri.

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 58
Individuando a quale sotto-stagione appartiene il soggetto che stai
analizzando, riuscirai a sapere quali sono i colori che valorizzano
meglio il suo tono di pelle, il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi.

Entriamo nel dettaglio delle 12 stagioni


Primavera
• Il contrasto tra occhi, pelle e capelli è lieve.
• I capelli vanno dal rossiccio al marrone con sottotono dorato o
rosso.
• La pelle ha un sottotono caldo
• Gli occhi hanno toni caldi e brillanti che vanno dal blu al marrone.

Brillante Chiara Calda

Si declina in tre sottogruppi


1. Primavera brillante (luminosa), per le donne con una pelle molto
chiara, pallida e quasi eterea. I colori adatti a loro saranno i colori
decisi, come il blu o il rosso corallo, che accentueranno il colorito
del viso. L’intensità è minima. Non può esserci alcun segno di
profondità. I colori amici sono: il rosa, il color blush, il crema, il
cammello, il khaki, il grigio caldo, il verde acqua, il verde pera e il
verde erba. Da evitare i colori troppo scuri e profondi.
2. Primavera chiara, con prevalenza di colori chiari, ma allo stesso

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 59
tempo caldi e morbidi. La primavera chiara presenta il più alto
contrasto e può indossare colori come il lilla. I colori amici sono:
il rosa accesso, il rosa pesca, il rosso fragola, il rosso fuoco, il lime,
il nero, il grigio, il bianco, il celeste, il blu royal, il pervinca, l’iris.
Da evitare i colori con toni naturali come i marroni troppo caldi.
3. Primavera calda (assoluta), vuole colori caldi ed accesi, come
giallo narciso o violetto. Questa sottocategoria è molto vicina
all’autunno per questo predilige colori aranciati e molto caldi. I
colori amici sono: il corallo, l’albicocca, il ruggine, il salmone scuro,
l’arancione zucca, l’oro, il verde oliva chiaro, il beige, il cammello,
il cioccolato e il verde erba. Da evitare i colori pastello.

Estate
• Il contrasto tra pelle, occhi e capelli è lieve.
• I capelli sono biondi in tutte le sfumature, ma con sottotono
freddo.
• La pelle ha un sottotono freddo - rosato e si brucia facilmente al
sole.
• Gli occhi sono chiari e delicati.

Assoluta Chiara Tenue

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 60
Si declina in tre sottogruppi
1. Estate assoluta (fredda), per persone dal sottotono freddo
tendente e un tono della pelle chiaro o medio. I colori utilizzati
dovranno essere non particolarmente sgargianti, andranno
bene le varie tonalità di blu e grigi. Il contrasto tra pelle, occhi
e capelli è molto più accentuato rispetto alle altre versioni di
questa stagione. I colori amici sono: il porpora, il fucsia chiaro, il
lampone, il corallo, il rosa freddo, il beige rosato, il verde acqua,
il verde bottiglia, il navy chiaro, il malva, il grigio e il celeste. Da
evitare le nuance dei marroni e dei gialli.
2. Estate chiara (luminosa), colori neutri o freddi, come il rosa cipria,
il beige, l’azzurro chiaro, mentre sconsigliate sono le sfumature
accese. Il contrasto tra pelle, occhi e capelli è molto leggero e
permette di indossare colori pastello. I colori amici sono: il rosso
crimisi, il lampone, il rosa freddo e pallido, il lavanda, il giallo
spento, il verde menta, il celeste, il fiordaliso, il navy chiaro, il
grigio chiaro. Da evitare i colori dark e i colori con un sottotono
caldo.
3. Estate tenue, chi appartiene a questa sottocategoria deve
prediligere capi con predominanza di colori soft come il grigio,
il porpora e il rosa scuro. Il contrasto è minimo, ma può esserci
la profondità con occhi verde inteso e capelli biondo castano. I
colori amici di questa sottocategoria sono: il verde giada, il rosa
chiaro, il grigio, il celeste cielo, il rosso rubino, il tortora, il verde
bosco e il pervinca. Da evitare i colori elettrici e fortemente
pigmentati.

Autunno
• Il contrasto tra capelli, occhi e pelle varia a seconda della sottocategoria
di appartenenza: se è molto forte appartiene all’autunno profondo, se
è medio appartiene all’autunno caldo, mentre se è lieve appartiene
all’autunno tenue.
• I capelli sono di nuance calde come il castano dorato e il marrone

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 61
scuro, ma possono avere anche riflessi rossicci o biondi.
• La pelle ha un sottotono caldo color pesca e le vene solitamente sono
di colore verde.
• Gli occhi sono marrone castano in tutte le sue intensità o dorati.

Caldo Tenue Profondo

Si declina in tre sottogruppi


1. Autunno caldo, per colori scuri e profondi: la palette cromatica
somiglia a quella dell’autunno profondo, ma con toni più dark. Tra le
sfumature di marrone si consiglia di preferire il mogano e tra i viola, il
color melanzana. Il contrasto tra capelli, occhi e pelle è molto basso
a causa della carnagione decisamente calda. I colori amici di questa
sottocategoria sono: il mattone, l’arancione bruciato, il salmone, il
marrone caldo, l’ocra, il giallo oro, il verde oliva, il crema e il beige. Da
evitare i colori pastello o polverosi.
2. Autunno tenue, dai colori caldi, ma meno intensi rispetto all’autunno
profondo e a quello assoluto, per cui si consiglia di puntare su colori
soft, come il verde oliva. Il contrasto tra capelli, pelle e occhi è minimo
e molto neutro con tonalità leggermente più fredde sempre però
calde. I colori amici sono: il grigio chiaro, il sabbia, il pesca, il terracotta,
il porpora, l’avorio, il mogano, il marrone e il cammello. Da evitare i
colori brillanti.
3. Autunno profondo per persone dal tono caldo (chiaro – medio –
olivastro). Perfetto con accostamenti di colori carichi e ricchi come

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 62
rosso, oro, marrone. I colori sono caldi e intensi con contrasti a
dipendenza del tono della pelle. I colori amici sono: il rosso fuoco,
il rosso mattone, l’arancione zucca, il salmone, l’ambra, il giallo ocra,
il beige, il cioccolato, il rosso rubino, il viola, il verde bosco e il verde
oliva. Da evitare i colori pastello e polverosi.
Inverno
• Il contrasto tra pelle, occhi e capelli è molto accentuato.
• I capelli sono di colore scuro come il nero e il marrone in tutte le
loro sfumature.
• La pelle ha un sottotono freddo – rosato perlato o olivastro
• Gli occhi sono scuri, ma anche blu o verde intenso.

Assoluto Freddo Profondo

Si declina in tre sottogruppi


1. Inverno assoluto dominato da colori lucenti e brillanti, molto saturi
e appariscenti non caldi come il blu elettrico, il giallo canarino, il
fucsia e il smeraldo. Gli occhi luminosi permettono di indossare
colori difficili da portare come il fucsia. E’ sempre presente il forte
contrasto tra pelle, occhi e capelli che caratterizza questa fredda
stagione, ma sono presenti anche degli aspetti caldi che ricordano
la primavera. I colori amici sono: il fucsia, il viola orchidea, il blu
elettrico, il celeste, il nero, il grigio, il bianco ottico, il navy, il verde
pino e il verde menta. Evitare i marroni e i colori pastello.

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 63
2. Inverno freddo, per il quale si punterà su colori freddi, puri: il
rosso, il blu, il bianco, il nero o il magenta. I colori amici di questa
sottocategoria sono: il nero, il bianco ottico, il viola, il blu navy, il
rosso sangue, il blu royal, il rosa freddo, il ciliegia, il verde freddo,
indaco, grigio scuro e chiaro. Evitare i colori caldi e dorati.
3. Inverno profondo in cui regnano le tonalità scure, per cui alle
persone appartenenti a questo sottogruppo doneranno i colori
primari come, il blu elettrico, il giallo canarino, il fucsia e il verde
smeraldo. I colori amici sono: il fucsia, il ciliegia, il rosso puro,
il prugna, il verde foresta, il verde mela, il verde smeraldo, il
mogano, il nero, il grigio, il bianco ottico, il celeste cielo, il blu
navy, il blu cobalto, il turchese e il viola melanzana. Da evitare i
colori marroni, dorati e nude.

A N A L I S I A R M O C R O M AT I C A 64
Visagismo

La geometria ci aiuta a scoprire la forma del viso del cliente per


guidarci nella scelta di un make-up, o di un’acconciatura, che ne
rispetti le caratteristiche naturali per valorizzarlo. Di seguito ti mostro
le principali morfologie di un viso, ognuna con il proprio schema del
contouring da utilizzare.
Il contouring è una tecnica di make-up che, attraverso la simulazione
di ombre e luci, permette di correggere i difetti ed esaltare certe
caratteristiche del viso. Il vantaggio di questa tecnica è che ricrea i
volumi, restituendo quella tridimensionalità che, applicando il solo
fondotinta, verrebbe a mancare. Per creare le ombre si può ricorrere
ad una terra opaca, vicina al colore del viso, e per i punti luce a un
illuminante. In alternativa si possono utilizzare due diverse tonalità di
fondotinta o correttore. L’importante è che la base del trucco risulti
naturale.
I pennelli piccoli sono ideali per riuscire ad avere una maggiore
definizione nel trucco e per sfumare.
Viso Rotondo
Se il viso del tuo cliente è rotondo, la mascella è poco marcata, priva
di spigoli e il volto è quasi largo quanto lungo. Gli zigomi sono la
parte più larga e più importante del profilo.
Contouring > per creare l’illusione di una forma del viso ovale, si deve
disegnare il contorno delle tempie, delle guance e della mascella. La
fronte e la zona del mento vanno evidenziati come punti luce.
Acconciatura > un taglio scalato farà apparire il viso più allungato.

65
Le Sopracciglia> angolo accentuato.
Viso Ovale
Il viso ha una forma curvilinea, simile a quella di un uovo, con fronte
e mascella della stessa larghezza. Le forme ovali sono considerate
‘perfette’ e non c’è bisogno di disegnare il contorno del viso perché
già simmetrico.
Contouring > è sufficiente evidenziare la zona sotto gli occhi, il
mento e la fronte.
Acconciatura > non avendo bisogno di correggere alcun difetto ci si
può sbizzarrire a proprio piacimento.
Le Sopracciglia> angolo morbido.
Viso Triangolare
Questo tipo di viso è caratterizzato da zigomi poco pronunciati e
fronte stretta, la mascella è generalmente pronunciata.
Contouring > per minimizzare la larghezza, disegna il contorno dalla
mascella alle guance e per richiamare l’attenzione sul centro del viso
evidenzia la fronte, la zona sotto gli occhi e il mento.
Acconciatura > i tagli corti e voluminosi verso l’alto servono a
bilanciare questo volto.
Le Sopracciglia> angolo morbido.
Viso Quadrato
I lati del viso sono dritti, larghezza e lunghezza quasi si equivalgono.
La parte più marcata del volto è la mascella.
Contouring > si devono disegnare gli angoli ai lati della fronte e
quelli a lato della mascella sino alla base dell’orecchio ed evidenziare
mento e fronte.
Acconciatura > consiglia un taglio che dia volume alla parte superiore
e che sia aderente ai lati. Una frangia sfilata e leggera può contribuire
a smussare gli spigoli.
Le Sopracciglia> angolo.
Viso a Cuore (o triangolo rovesciato)
È caratterizzato da una fronte ampia e dagli zigomi marcati, mentre

VISAGISMO 66
la mascella è stretta.
Contouring > si devono ombreggiare le guance e le tempie ed
evidenziare la fronte e il mento.
Acconciatura > perfetta una frangia piena e un carrè all’altezza del
mento.
Le Sopracciglia> curva morbida.
Viso Allungato
La caratteristica di questo viso è la sua lunghezza decisamente
maggiore rispetto alla larghezza.
Contouring > si devono disegnare gli angoli ai lati della fronte sino
all’attaccatura dei capelli, e gli angoli ai lati della mascella fino alla
base dell’orecchio. Evidenzia la zona sotto gli occhi in modo da
concentrare l’attenzione sul centro del viso.
Acconciatura > scegli un taglio corto e mosso che crei volume
all’altezza degli zigomi, se al cliente piace la frangia consigliagliene
una lunga e laterale.
Le Sopracciglia> piatte.
Viso a Diamante
Ha la forma e le proporzioni del viso ovale, ma gli zigomi sono più
pronunciati e il mento è più allungato Queste caratteristiche fanno
somigliare il profilo a quello di un diamante, da cui il nome di questa
forma.
Contouring > si devono disegnare gli angoli ai lati del viso, dalle tempie
alla mascella, scendendo fino al mento. Applicare poi l’illuminante
sotto gli occhi in una forma simile a un triangolo capovolto e nel
centro della fronte.
Acconciatura > l’obiettivo è far apparire il viso ben proporzionato,
creando volume nei punti giusti. Il taglio ideale è la media lunghezza;
evitare invece tagli molto corti o con troppo volume alla radice. Il
caschetto lungo è una buona opzione.
Le Sopracciglia> curve.

VISAGISMO 67
Make up

Per consigliare a un cliente il giusto make up dobbiamo ragionare


su: sottotono, tono della pelle e forma del viso. Vediamolo più nel
dettaglio.
Abbiamo già specificato che tono e sottotono sono due concetti
diversi: il tono dà un’indicazione sul colore della pelle del soggetto
in base al binomio chiaro/scuro, mentre il sottotono parla di
temperature, quindi caldo e freddo.
Esistono tre macro gruppi di tono della pelle:
● carnagioni chiare (fototipo da 1 a 3)
● carnagioni medie (fototipo da 3 a 5)
● carnagioni scure (fototipo 6)
Gli stessi colori non stanno bene a tutte le donne dalla carnagione
chiara, le stesse tinte per capelli non sono perfette per tutte le donne
dalla carnagione media e gli stessi gioielli non si addicono a tutte le
donne di carnagione scura.
Per sapere quali colori sono giusti per una persona dobbiamo lavorare
sull’analisi del sottotono, ovvero quella tonalità che si nasconde
sotto il suo tono di pelle, che può essere fredda o calda. Mentre
il colore della carnagione può variare a causa di fattori esterni, il
sottotono non cambia mai, nemmeno con la vecchiaia - anche se,
con l’avanzare dell’età, i toni caldi diventano meno caldi, mentre i
freddi diventano più freddi.
È il sottotono che decide quale tipo di make up può utilizzare una
persona, quali tonalità indossare nel suo outfit, quale colore di capelli
è perfetto per lui o lei e anche quali gioielli fanno risaltare il suo

MAKE UP 68
incarnato e quali invece lo spengono. Sono due i principali sottotoni
per ogni tipo di carnagione:
● caldo/solare
● freddo/lunare

Come riconoscere il sottotono


Esistono 5 test:
1. Controlla il polso. Scopri il polso del soggetto e analizza il
colore delle sue vene: se hanno un colore tendente al blu il suo
sottotono sarà freddo, mentre se hanno un colore verde il suo
sottotono sarà caldo.
2. Sclera dell’occhio. La sclera è generalmente nota come il bianco
dell’occhio. Una sclera bianca è indice di un sottotono lunare,
mentre una sclera più giallognola è indice di un sottotono solare.
3. Colore delle labbra. Se la persona ha un sottotono lunare il colore
delle sue labbra sarà molto intenso e quasi violaceo, mentre se ha
labbra color pesca il suo sottotono sarà solare.
4. Abbronzatura. Indipendentemente dal tempo impiegato dalla
pelle della persona per abbronzarsi, che dipende solo dal tipo
di carnagione, un’abbronzatura dorata è indice di un sottotono
caldo mentre un’abbronzatura color rossastro/mattone è indice
di un sottotono freddo.
5. Accostamenti cromatici. Ai lunari donano maggiormente i colori
freddi, mentre ai solari donano di più i colori caldi. Allo stesso
modo, ai sottotoni freddi donano i gioielli in argento, mentre ai
sottotoni caldi donano quelli in oro giallo o rosa.

MAKE UP 69
Importante:
Il sottotono ti aiuta a creare un effetto armonico che valorizza i
colori naturali del tuo cliente.
Ricorda questa regola: colori caldi per un sottotono caldo, colori freddi
per un sottotono freddo.

Sottotono caldo
Giulia Roberts e Penelope Cruz sono alcuni esempi di star con un
sottotono caldo. In base al principio caldo-caldo che abbiamo già
visto, i colori che più valorizzano queste bellezze di fuoco sono i
colori caldi, in particolare in prossimità del viso, quindi su capelli,
occhi, e make up in generale.
I colori ideali per un sottotono caldo sono tutti quelli della terra
e della natura: il cipria, il crema, il tortora, il beige, il cammello, il
rosso corallo, il verde foresta, il verde smeraldo, il turchese, il giallo
canarino, l’arancio, il viola orchidea, il viola melanzana, il marsala, il
ruggine, il caffè.
Le tonalità da cui tenersi alla larga sono invece: il nero, il grigio grafite,
l’azzurro cielo, il blu elettrico, i colori fluo, il rosa baby e il fucsia.

Sottotono freddo
Liv Tyler e Cameron Diaz sono alcuni esempi di star con un
sottotono freddo. L’associazione colori freddi-sottotono freddo
non è automatica, perché rientrano in questa categoria non solo le
bionde chiarissime ma anche le more dalla pelle olivastra ma lunare.
I colori ideali per un sottotono freddo sono: il bianco ottico, il sabbia,
il nero, il blu navy, il grigio antracite, il grigio grafite chiaro, il rosa,
il rosso lampone, il bordeaux, il fucsia, l’indaco, l’azzurro pastello,
l’azzurro intenso, il blu elettrico, il giallo limone, il testa di moro, il
verde pino.
I colori da evitare per un sottotono freddo sono: il marrone, il ruggine,

MAKE UP 70
il cammello, il verde oliva, l’ocra.
Osservazioni:
Non si deve per forza rinunciare al colore preferito del cliente solo
perché generalmente è definito caldo o freddo, infatti ogni colore ha
un suo sottotono.
Un colore notoriamente freddo come il blu può anche avere un
sottotono caldo, così come uno notoriamente caldo come il rosso
può avere un sottotono freddo.

Come usare il Make up per valorizzare il sottotono


Viso
Correttore
Cancella le piccole imperfezioni e stempera le ombre. Va scelto di un
tono più chiaro della pelle. Si applica con l’anulare.
Fondotinta
Leviga e omogeneizza l’incarnato. Va scelto dello stesso colore della
pelle e steso con una spugnetta dal centro verso i contorni del viso,
tamponando delicatamente.
Cipria in polvere
Fissa il fondotinta e opacizza. Beige chiaro o medio. Va applicato con
dischetti di cotone tamponando.
Fard
Sottolinea gli zigomi e scolpisce i contorni. Si applica con un pennello
con movimento obliquo dalle tempie al colmo degli zigomi.
Occhi
Matita
Definisce il contorno. Va applicata a piccoli tratti, alla radice delle
ciglia, sulla palpebra superiore e sfumata con un cotton fioc.
Ombretto chiaro (base)
Va applicato con un pennello stondato su tutta la palpebra superiore.
Ombretto medio-scuro
Serve a dare profondità allo sguardo. Va applicato sulla piega della
palpebra mobile e sfumato verso l’esterno e l’alto.

MAKE UP 71
Mascara
Aumenta l’intensità naturale dello sguardo. Va applicato dalle radici
verso le punte con un movimento a zig-zag.
Labbra
Matita
Definisce il contorno ed evita che il rossetto “sbordi”. Va applicata
a piccoli tratti, nella parte superiore dal centro agli angoli, in quella
inferiore dagli angoli verso il centro.
Rossetto
Va applicato con un pennello specifico su tutte le labbra. Scelto nella
sfumatura corretta accende il colore degli occhi.
Gloss
Un tocco al centro delle labbra le rende più luminose e piene nei
volumi.
Stile e capelli
Eclettico: predilige le asimmetrie o i volumi esasperati. Ama i giochi
di colore geometrici, anche con lo stesso riflesso ma diversa altezza
di tono.
Easy: ama lo stile naturale che richieda poca manutenzione. Predilige
i colori naturali con piccoli grafismi di luce per personalizzare lo stile.
Romantico: ama i capelli lunghi e morbidi. Predilige i biondi ma ama
anche tutti i colori mielati. Utilizza spesso accessori per capelli.
Provocante: chiome assolutamente importanti, capelli voluminosi,
morbidi, voluttuosi.

MAKE UP 72
Analisi morfologica

Dopo aver visto l’importanza dell’analisi professionale dei colori,


passiamo all’altrettanto fondamentale analisi della figura.
L’obiettivo di questo step della consulenza d’immagine è determinare
l’aspetto di un soggetto in riferimento a una silhouette ideale,
così da poter definire quali sono il taglio e le linee dei capi adatti al
soggetto perché ne valorizzano la figura e mimetizzano i difetti o
punti critici.
La figura del soggetto viene analizzata in base a due assi: uno
orizzontale e uno verticale.

Analisi morfologica sul piano orizzontale


Sul piano orizzontale si osserva la proporzione tra spalle e bacino
e la predominanza di linee curve o rette. Le linee sono importanti
perché se predominano le curve avremo una maggiore morbidezza
della figura: fianchi e vita sono più tondeggianti, busto e seno sono
più accentuati. Le linee dritte, invece, induriscono la figura: l’altezza
è accentuata, fianchi e busto sono stretti, le spalle larghe. Un corpo
squadrato, ad esempio, ha lineamenti marcati, è in genere più
robusto, con fianchi dritti e spalle squadrate.
L’analisi della forma del viso, vista nel capitolo sul visagismo, ci torna
utile anche nell’analisi della figura. Ad esempio, i visi rotondi, ovali e
allungati indicano una predominanza di linee curve, quindi un fisico
morbido. I visi triangolari, quadrati, a cuore o diamante sono invece
caratterizzati soprattutto da linee dritte, e ci danno un’indicazione
importante anche sul fisico, che allo stesso modo presenterà più

73
linee dritte che curve.
In alcuni casi possiamo però essere tratti in inganno perché ci sono
persone che presentano sia linee curve che dritte ed elementi come
una statura elevata possono dare un’illusione di predominanza di
linee dritte. Oppure possiamo trovarci davanti ad un soggetto che
presenta un viso dalle linee morbide e un corpo con predominanza
di linee rette. Nell’analisi morfologica, tutti questi elementi andranno
tenuti in considerazione.
Le proporzioni tra spalle, busto, vita, anche e fianchi ci permettono di
accostare la figura del soggetto ad una forma geometrica. Le forme
geometriche a cui possiamo ricondurre il corpo umano sono:
• rettangolo
• triangolo
• clessidra
• triangolo invertito
• ovale

Rettangolo
Il corpo è rettilineo, uniforme e con poche curve. Il punto vita non
è marcato. Una persona con questo fisico ha bisogno di minimizzare
l’assenza di curve: consigliagli di indossare abiti morbidi, gonne
ampie, tagli a peplo. Da evitare: le stampe, pantaloni e gonne a vita
alta e abiti aderenti.
Triangolo
Il fisico a triangolo è caratterizzato da spalle strette e fianchi
pronunciati. Il punto di forza è la vita sottile, ne consegue che
l’attenzione andrà puntata sulla parte alta del corpo. Ad un cliente
con un fisico a triangolo dovrai quindi consigliare di indossare capi
chiari per la parte superiore e colori scuri per quella inferiore.
Clessidra
Spalle e bacino hanno la stessa larghezza o quasi e il punto vita
è piuttosto marcato. A un fisico a clessidra vanno consigliati capi

A N A L I S I M O R F O LO G I C A 74
aderenti che mettano in risalto vita e fianchi.
Triangolo invertito
Il fisico a triangolo invertito presenta spalle larghe e fianchi stretti,
seno prosperoso e gambe sottili. Il consiglio da dare a chi presenta
questa forma è quello di porre l’attenzione sul décolleté e marcare il
punto vita per equilibrare la parte inferiore del corpo.
Ovale
Un corpo ovale presenta una rotondità nella parte centrale. Spalle
e bacino hanno la stessa misura e il punto vita non è ben definito.
Le gambe sono snelle e slanciate e proprio questo è il punto che il
consulente d’immagine dovrà mettere in risalto con le scelte di outfit.

Analisi morfologica sul piano verticale


Sul piano verticale, invece, si mettono in relazione le proporzioni
orizzontali con la lunghezza delle gambe del soggetto. La silhouette
viene suddivisa in 4 parti a partire da 3 linee di riferimento del corpo
– giro ascellare, attaccatura delle gambe e linea delle ginocchia. Le 4
parti sono quindi:
• dalla testa al giro ascellare
• dal giro ascellare all’attaccatura delle gambe
• dall’attaccatura delle gambe alla linea delle ginocchia
• dalla linea delle ginocchia a terra
Ad esempio, se l’ultimo quarto, cioè la parte che va dalla linea
delle ginocchia a terra, è superiore a quella della silhouette ideale
il consulente d’immagine saprà che deve consigliare al cliente capi
di abbigliamento in grado di creare l’illusione di un busto più lungo
per rimediare al fatto che la linea della vita è più alta rispetto a com’è
nella figura ideale. Nel caso contrario, l’illusione da creare sarà quella
di gambe più lunghe.
Giocando con linee e volumi il consulente d’immagine può aiutare
il cliente a valorizzare al meglio le proprie forme, minimizzando ogni
difetto.

A N A L I S I M O R F O LO G I C A 75
Analisi dello stile

Che cos'è lo stile? Il dizionario ci dice che lo stile è . Il concetto di stile


viene quindi utilizzato in molti campi: arte, letteratura, musica, moda.
In quest’ultimo caso, lo stile è l’insieme di elementi che definisce
il modo di vestire di una persona, cosa che però non si limita alla
semplice preferenza di colori o vestiti. Lo stile, infatti, racconta molto
di una persona: le influenze che hanno marcato la sua vita, il suo
modo di rapportarsi agli altri, il gusto estetico, il carattere, i valori!
Lo stile è il biglietto da visita di una persona. L’immagine non è
solo conformismo e vanità, è il mezzo più importante che abbiamo
disposizione per comunicare chi siamo. Per i nostri clienti è l’occasione
per mostrare all’esterno la propria personalità, e farsi ricordare.
L’immagine è infatti un mezzo di comunicazione potente, molto più
efficace delle parole.
Uno stile ce l’abbiamo tutti, anche se a volte non sembra! Non
tutti, infatti, sono capaci di esprimere il proprio gusto e le proprie
preferenze in fatto di moda armonicamente, comunicando la propria
personalità in modo coerente rispetto all’ambiente che frequentano
o al contesto in cui vivono.
L’importanza dello stile giusto
Lo stile non è solo una questione di vestiti, è comunicare valori, scelte
di vita, ambizioni e appartenenza a un gruppo e ad un ambiente.
Trovare lo stile giusto per il tuo cliente, quello che lo rappresenta,
in cui si sente comodo e identificato è fondamentale. Quando

76
l’immagine non riflette correttamente la persona che c’è dietro
e non comunica il giusto messaggio all’interlocutore si possono
perdere ottime opportunità personali e professionali. Il lavoro di un
consulente d’immagine professionista sta proprio nel far coincidere
le esigenze del cliente con ciò che impatta a prima vista sugli altri:
la sua immagine esteriore.
Molte persone si rivolgono ai consulenti d’immagine proprio perché
credono che potrebbero ottenere molto di più dalla loro immagine
e perché sono alla ricerca di uno stile giusto per il loro ruolo
professionale o per l’ambiente che frequentano.

Cercare sé stessi per trovare il proprio stile


Ciò che una persona indossa, la sua immagine, le sue scelte di stile
raccontano molto della sua personalità, delle sue scelte di vita e dei
suoi obiettivi, soprattutto professionali. Queste informazioni sono
importanti e aiutano a conquistare l’attenzione di interlocutori
importanti.
Immagina che un tuo cliente ti chieda di aiutarlo a comunicare
professionalità e serietà, valori a cui tiene molto e che vuole mostrare
subito fin dalla prima impressione quando incontra un collega di
lavoro, quando fa un colloquio per un’azienda prestigiosa o quando
si presenta ad un incontro conoscitivo con un potenziale partner o
cliente.
Prima che con i fatti, si possono trasmettere i valori personali grazie
ad un’immagine giusta. A volte bastano piccoli accorgimenti per
ottenere un buon risultato, altre è necessaria un’analisi approfondita
dello stile personale del cliente e uno studio del suo ambiente per
capire cosa non va e come si può trasformare un look banale e
impersonale in uno stile esclusivo che non si dimentica.
Il tuo compito come consulente d’immagine è quello di far emergere
la personalità del tuo cliente e fare in modo che si possa percepire
esternamente, già da un primo sguardo. Questo significa realizzare
uno studio personalizzato su ogni cliente, lontano da un approccio
generico e superficiale.

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L’analisi armocromatica e quella morfologica ti hanno fornito dettagli
importanti per dare vita ad un’immagine di successo per il tuo
cliente. In questi 2 step hai analizzato e definito elementi oggettivi
(come il sottotono e la forma del corpo del soggetto), ora è arrivato
il momento di esaminare la personalità del cliente e dare finalmente
forma al suo stile unico.
Questi sono gli obiettivi che il cliente può raggiungere grazie allo
stile giusto:
• sentirsi più sicuro di sé;
• sfruttare meglio le occasioni professionali che ha a disposizione;
• mostrare un’immagine più professionale;
• farsi ricordare.

Come trovare lo stile personale di un cliente


Lo stile non è qualcosa che viene da fuori: si trova già dentro ognuno
di noi. Quando lavori con un cliente devi sempre fare un lavoro di
introspezione ed essere un po’ anche psicologo per tirar fuori la sua
essenza: non basta trovare i colori che gli stanno meglio o il tipo
di vestito che valorizza le sue forme, che identifica il suo ambiente
professionale o che è di tendenza questa stagione. Non tutti i tuoi
clienti avranno come esigenza primaria quella di avere un look alla
moda, ma sicuramente tutti vorranno sentire che la loro immagine
è adatta al contesto in cui si trovano e che esprime il loro modo
personale ed unico di vedere il mondo.
Come si veste il tuo cliente? Dare un’occhiata al suo armadio ti
aiuterà a trarre qualche conclusione sul suo stile personale. Quali
vestiti compra? Con quale obiettivo? Come vuole sentirsi? Con quali
colori e capi di abbigliamento si sente a suo agio? Appuntalo nella
sua scheda cliente.
Quali sono le sue esigenze? Passa molto tempo in viaggio? Lavora
a stretto contatto con il pubblico? Quali sono le priorità per quanto
riguarda i valori da comunicare attraverso la sua immagine? Segna

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anche tutte queste informazioni nella sua scheda cliente.
Quante più informazioni riuscirai a raccogliere sulla sua personalità e
sulle sue esigenze in fatto di look, più elementi avrai a tua disposizione
per fare un’analisi dello stile e proporre dei look appropriati.
L’importante è capire lo spazio in cui puoi muoverti e scegliere delle
soluzioni in grado di soddisfare tanto le esigenze del contesto che
frequenta, quanto quelle della sua personalità e del suo gusto.
Ti assicuro che non è una sfida impossibile e che con un po’ di pratica
e la giusta ispirazione riuscirai a combinare queste 2 necessità.
Il consulente d’immagine deve elaborare delle proposte di stile e
aiutare il cliente a riprodurlo autonomamente, quindi gli insegnerà
delle tecniche di abbinamento e poche semplici regole per acquistare
con sicurezza capi che riconducano allo stile individuato e scelto.

L’importanza del contesto


Quando ti chiedi quale dovrebbe essere l’abbigliamento giusto per il
tuo cliente pensa al contesto in cui vive. Questo per 2 motivi:
• il suo contesto professionale ti aiuta a definire come le persone
si aspettano che un professionista del suo ruolo si vesta. Le
convenzioni riguardo all’abbigliamento ci aiutano infatti a capire
in pochi secondi se una persona è affidabile o meno. Si tratta di
un meccanismo evolutivo con cui cerchiamo di proteggerci in un
ambiente potenzialmente ostile.
• vestire in modo simile a un possibile interlocutore stimola
reazioni positive. Di norma, quando due persone si riuniscono
per un incontro decisivo si vestono in modo formale, per mostrare
all’interlocutore di dare importanza al colloquio e per trasmettere
il messaggio di un determinato “status”.

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Classificazione degli stili
Partiamo da una classificazione di base degli stili, che si
adatta sia agli uomini che alle donne.

1. Naturale: stile minimal, l’esigenza di base è il


comfort, caratterizzato dalla predilezione per capi
di abbigliamento dai tessuti lisci, il taglio morbido e
colori naturali. Il look è tendenzialmente sportivo,
con pochi accessori. Il soggetto dallo stile naturale
non ama apparire e fare shopping.
2. Classico: stile di chi veste sempre in modo sobrio,
coerentemente con il contesto a cui appartiene. È
lo stile di chi riveste ruoli professionali importanti e
vuole essere all’altezza della situazione, senza però
mettersi al centro dell’attenzione.
3. Moderno: stile semplice ma contemporaneo, si
basa sui principi della versatilità, del minimalismo e
dell’efficienza.
4. Sportwear: l’athleisure è la nuova tendenza che vede
lo sportswear unirsi a capi d’abbigliamento più formali
e chic in un unico outfit. Capi da ufficio e sartoriali
si uniscono all’abbigliamento Nike con naturalezza e
dinamicità.
5. Romantico: stile prettamente femminile
caratterizzato da abiti con linee morbide e fluenti,
colori delicati e accessori in tono. È uno stile che in
ambito professionale richiede qualche accorgimento.
6. Trendy: lo stile di chi segue l’ultima moda senza
prestare attenzione al look in sé, non importa sentirsi
rappresentati da ciò che si indossa, ciò che conta è
essere sempre alla moda.

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7. Creativo: lo stile di chi non vuole essere etichettato,
per questo si caratterizza per un mix di ispirazioni
e stili diversi. Gli accessori hanno un ruolo da
protagonista.
8. Ostentato: stile personalizzato il cui scopo è attirare
l’attenzione su di sé. Chi ha questo stile ama fare
shopping e acquistare soprattutto marche importanti
con loghi ben in vista per ostentare il proprio status
sociale e all’appartenenza a una élite. Vi rientrano
anche le donne che amano sedurre vestendo in
modo appariscente.

A N A L I S I D E L LO S T I L E 81
Lo stile che comunica il messaggio giusto
Con l’abbigliamento adeguato il tuo cliente potrà trasmettere i valori
della sua personalità o quelli che appartengono al suo contesto
professionale. Nell’ambito professionale, ad esempio, abbiamo
ulteriori classificazioni di stile che hanno a che vedere principalmente
con il grado di formalità richiesto per l’abbigliamento del soggetto.
A seconda dell’attività svolta, dalla necessità di relazionarsi con
determinate categorie di persone, lo stile e quindi l’abbigliamento
sarà diverso. Ecco perché è importantissimo, nel corso di questo tipo
di analisi, rivolgere al cliente domande precise, che permettano di
inquadrare le sue esigenze reali e il grado di formalità richiesto dalla
sua professione. Anche l’uso di accessori è vincolato a questa analisi.
Altre domande utili a definire lo stile giusto per il cliente sono quelle
che riguardano il messaggio che vuole trasmettere.
Facciamo un esempio pratico: un agente immobiliare che ogni giorno
si relaziona con potenziali clienti. Questo professionista ha bisogno
che le persone si fidino di lui, che credano nelle sue capacità, che si
aprano per raccontargli tutte le loro esigenze e che si sentano sempre
a loro agio quando si confrontano con lui. L’abbigliamento può essere
davvero di aiuto, assicurando all’agente immobiliare un’immagine
professionale e piacevole. Il suo stile deve essere formale ma non
troppo costruito, quindi potrebbe mixare capi più classici con altri
più casual. Gli consiglierei di indossare sempre una giacca di un
tessuto di buona qualità, dalla linea morbida e i colori neutri. Tacchi
bassi o medi per le donne e accessori non troppo vistosi.
L’obiettivo della ricerca dello stile giusto per il tuo cliente è quello
di fare in modo che, come persona e come professionista, si senta
bene e a proprio agio.
Abbiamo parlato finora di tanti elementi oggettivi da combinare tra
loro per creare un’immagine perfetta, diciamo anche da manuale.
Ma l’elemento più importante, quello che farà la differenza quando
avrai terminato la tua consulenza, sarà l’anima che sarai riuscito a

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infondere nello stile del tuo cliente, a partire dalla sua personalità,
la sua storia e i suoi valori.
Non stravolgere la sua essenza, non cercare di trasformarlo in
qualcosa che non è. Ogni persona ha già un proprio stile, il tuo
compito è renderlo funzionale, coerente e indimenticabile!

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L’importanza di
una formazione continua

«Chiunque smetta di imparare è un vecchio, che abbia 20 anni o 80.


Chi continua ad imparare, giorno dopo giorno, resta giovane.
La cosa migliore da fare nella vita è mantenere la propria mente giovane
ed aperta.»
Henry Ford

Siamo arrivati alla fine di questo percorso di avvicinamento alla


professione del consulente d’immagine. Abbiamo visto cosa fa un
consulente d’immagine, quali sono le doti che si devono avere o
che si devono sviluppare per svolgere nel migliore dei modi questa
professione, ci siamo addentrati nelle principali forme di analisi del
cliente, abbiamo classificato i principali stili personali e abbiamo
visto alcune tecniche per poter tirar fuori il meglio da una persona,
aumentando le sue chance di successo nella vita personale e
professionale.
Il viaggio che abbiamo intrapreso all’inizio di queste pagine si conclude
solo per il momento perché in realtà è solo la prima tappa di un
viaggio che non dovrebbe terminare mai, quello della formazione e
della conoscenza.
La mia speranza è che la lettura di questo testo abbia fatto scoccare
una scintilla che, capitolo dopo capitolo, si sia propagata fino a far
scoppiare un incendio nella tua mente e nel tuo cuore. Se ciò che hai
imparato ti ha fatto venir voglia di saperne di più, di approfondire, di

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scoprire e continuare a imparare, ho raggiunto il mio scopo.
È l’ultimo consiglio che troverai in queste pagine: sei vuoi diventare
un consulente d’immagine professionista, apprezzato e stimato dai
tuoi clienti, non smettere mai di approfondire la materia e continua a
formarti in questo settore.
Per me ha fatto la differenza, mi ha reso la professionista che sono
oggi.

Vuoi continuare il tuo percorso formativo con me?


Scopri i miei corsi di alta formazione
Il progetto di questo ebook è nato dalla volontà di fornire a chi
intraprende un percorso formativo sulla consulenza d’immagine uno
strumento pratico, di rapida consultazione, per avere le basi su cui
costruire una professione.
Mettere a disposizione di altri quello che ho imparato in anni di
lavoro al servizio della mia passione è la logica conseguenza del
percorso che ho scelto: fin da bambina la storia del costume e la
moda sono sempre state al centro dei miei interessi e da lì ho iniziato
a percorrere la mia strada, con l’entusiasmo di imparare, scoprire
e sperimentare sempre nuove tecniche e trucchi, fino a sentire il
naturale e spontaneo desiderio di condividere la mia esperienza con
gli altri.
La formazione crea consapevolezza sulla propria professione, apre la
mente e permette di vedere connessioni che altrimenti resterebbero
invisibili.
Ecco perché ho deciso di impegnarmi in alcuni progetti di cui ora
voglio parlarti:
Corso per Consulenti d’immagine & Personal Shopper
Corso di stile: investire sull’immagine
Corso di Personal branding: crea la tua Marca personale
Si tratta di 3 percorsi di alta formazione in cui vengono approfondite

L’ I M P O R TA N Z A D I U N A F O R M A Z I O N E C O N T I N U A 85
sia nozioni teoriche che pratiche, personalizzate in base alle esigenze
degli alunni.
Vediamoli nel dettaglio.

Corso per Consulenti d’immagine & Personal Shopper


Ti piacerebbe iniziare una carriera nel mondo dell’Immagine? Essere
in grado di analizzare con competenza il look di una persona e
aiutarla ad individuare gli errori che sta commettendo, suggerendo
soluzioni pratiche e sostenibili per sfoggiare finalmente il look giusto?
Consigliare a una persona quali capi di abbigliamento acquistare per
valorizzare il proprio aspetto non è una cosa che si può fare con
leggerezza: bisogna essere in possesso di nozioni specifiche e saper
realizzare analisi professionali.
Essere un consulente d’immagine o un personal shopper significa
saper identificare ed esaltare la personalità femminile e maschile
adeguandola al ruolo, al contesto, alle caratteristiche fisiche della
persona che richiede la consulenza.
Ho organizzato un percorso formativo altamente professionalizzante
che ti permetterà di gettare le basi di una luminosa carriera nel
mondo dell’immagine. Scoprirai tutti i segreti della comunicazione
non verbale e come gestire una consulenza d’immagine e un restyling.

Corso di stile: investire sull’immagine


Trovare lo stile giusto per un cliente, quello che lo rappresenta, in cui
si sente comodo e che gli permette di veicolare il giusto messaggio,
senza perdere la propria personalità è fondamentale!
Lo stile non è solo una questione di vestiti, ci sono delle valutazioni
da fare e degli elementi da far combaciare per poter consigliare a un
cliente qual è lo stile che meglio lo definisce e che lo valorizza nel
suo contesto di riferimento.
In questo corso approfondiremo i vari step che permettono di definire
lo stile di una persona – analisi del colore e analisi morfologica – e ti

L’ I M P O R TA N Z A D I U N A F O R M A Z I O N E C O N T I N U A 86
spiego il mio metodo per aiutare il cliente a gestire in modo efficace
il proprio guardaroba.

Corso di Personal branding: crea la tua Marca personale


Che cos’è un Brand? Di definizioni sul web ne troverai tante, ma
quello che devi sapere è che in questo caso non parliamo di nomi o
loghi stampati su qualche oggetto, ma di quel mondo di sogni, valori
e progetti che c’è dietro ogni marca.
Perchè un vestito di Chanel emoziona? Perchè le scarpe Nike
trasmettono adrenalina? Non per un nome, o meglio: non solo.
Le tue marche preferite, le aziende di cui ti fidi, hanno tutte una cosa
in comune: le emozioni che riescono a trasmetterti. Un brand ben
fatto è quello che è capace di identificarsi con dei valori ben precisi
che tutti possono riconoscere.
Ma se quel brand, invece di essere un oggetto, un vestito, una borsa,
un’azienda, fosse un professionista che riesce ad identificarsi con
valori fondamentali per il suo lavoro, come la serietà, l’affidabilità,
essere il migliore in un determinato campo?
Nel mio corso di Personal branding ti aiuterò a comunicare
correttamente e coerentemente sui social, definendo la tua voce
unica e una personalità che si fa ricordare.
Sarà un percorso di formazione altamente personalizzato, al termine
del quale saprai come prenderti cura del tuo Personal brand. Ti
aiuterò a creare una strategia di comunicazione adatta al tuo profilo
e faremo in modo che la tua immagine offline e quella online siano
coerenti ed efficaci.

Vai sul mio sito per scoprire i programmi di ciascun corso.

L’ I M P O R TA N Z A D I U N A F O R M A Z I O N E C O N T I N U A 87
Ti saluto con un’ultima citazione:
Lo scopo della scuola è quello di trasformare gli specchi in finestre.

Fammi sapere cosa ne pensi di questo ebook e quale argomento ti è


piaciuto di più!

dott.isabellaratti@gmail.com
www.isabellaratti.com
+39 340 4064479

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