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Eraclito, l'oscuro

Eraclito è un filosofo che nasce ad Efeso nel 540 a.C. Da una stirpe nobile e aristocratica.
E' schivo, odia la democrazia e detesta i suoi concittadini, ritenuti ignoranti e di poco valore.
Tanto ha disgusto per la vita della polis che si rifugia lontano da tutti presso un tempio di Artemide
dove conduce una vita ascetica mangiando solo erbe e verdure e scrivendo il suo peri physeon.
Muore di idropisia (480 a.C.).

“Bene farebbero gli efesini a impiccare tutti quanti gli adulti, e a lasciare la città ai bambini” o
ancora
“uno è per me diecimila, se è il migliore”

Per Eraclito la maggior parte degli uomini sono “dormienti” ovvero sono quelli che seguono il “si
dice”, che seguono il senso comune, che sembrano accesi in realtà sono spenti al pensiero,
dormono...solo pochi sono i “desti” coloro che vanno oltre i sensi, oltre l'opinione comune...

I desti sono coloro che entrano in se stessi e ascoltano il logos: sfuggono il mondo dell'opinione,
sfuggono il mondo dei sensi e si affidano al logos

“Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare
i confini dell'anima: tanto è profondo il suo logos” (l'anima è un abisso, il filosofo è colui che
indaga l'abisso, abissum abissus vocat).

La critica di Eraclito è verso la polymathia (il sapere enciclopedico), è contro Pitagora il Sapiente, è
contro i dotti in generale.

Per quanto tu percorra in lungo e in largo l'esistenza, per quanto tu viva una vita o infinite vite, non
riuscirai mai a trovare i confini dell'anima ovvero non riuscirai a costruire un sistema che raccolga
la scienza di tutto: il motivo è che tu stesso fai parte dell'anima e come tale non puoi comprenderla
interamente, come il finito non può cogliere l'infinito.

E il suo appello è anche un invito ai dormienti, la sua filosofia vuole destarli: vuole risvegliare in
loro il fascino delle profondità (noi non sappiamo chi siamo, non siamo noi la ragione della
nostra esistenza) perché:

“ad ogni uomo è concesso conoscere se stesso ed essere saggio”

Saggezza che comporta rispetto per la divinità, in quanto solo il Dio conosce gli abissi dell'anima,
noi siamo invece dei navigatori di superficie.

Ma che cos'è il Logos? Il Logos è ciò che ci rivela la legge dell'universo.


Eraclito parte dall'osservazione: tutto nella natura è in continuo divenire, ogni essere non è mai
esattamente uguale a se stesso ma si modifica istante per istante, giorno per giorno...ogni cosa
invecchia e muta di forma per poi perire e rinascere

Apparentemente non vi è una legge nel divenire: tutto sfugge in un caotico divenire....
eppure sotto questo apparente caos c'è una ritmicità, c'è un logos che non muta affatto.
Le stagioni si ripetono sempre nello stesso modo, i cicli biologici, le costellazioni...ogni cosa è
regolata da una legge che è unica ed eterna.

Quindi: tutto è un divenire incessante ma ordinato=il logos è la vita/ritmo della natura.


Eraclito immagina il logos come un fuoco sempre acceso perché:
1. il fuoco muta sempre, la sua fiamma si muove
2. ma non smette mai di bruciare

Il principio di tutte le cose è il logos inteso come divenire ordinato.

E questo logos coincide con dio (panteismo).

Ma Eraclito scende più a fondo: che cos'è il divenire?

Non è un pacifico alternarsi di eventi ma è una lotta eterna tra gli opposti. Senza la luce non c'è
l'ombra, senza la vita non c'è la morte, senza il bene non c'è il male....

Ma non sono opposti che si annullano ma lottano eternamente: il divenire è l'equilibrio dinamico
tra gli opposti! (leggi T7).

Sono concordi e discordi al tempo stesso...la ragione non li coglie come opposti ma come
complementari.

Non è l'armonia perfetta dei pitagorici: armonia statica


Ma è l'armonia che nasce dall'equilibrio precario: armonia dinamica

Il logos nella natura, in quanto divenire ordinato (equilibrio dinamico) è anche armonia degli
opposti (della corda e del legno dell'arco).

Se l'armonia venisse meno allora scomparirebbe l'equilibrio e l'universo scomparirebbe.

Se ciò è vero capiamo perché Eraclito dice che: padre di tutte le cose è polemos=guerra.

E guerra tra i contrari che vivono l'uno per l'altro e che solo dall'opposizione trovano il loro senso.

Solo se c'è la guerra vi è la pace, solo se c'è l'odio vi è amore....è la tensione tra i contrari a generare
la vita.

E allora tutti gli opposti sono complementari e uniti in un'unica verità.


La stessa cosa è il vivente e il morto, lo stesso è il giovane e il vecchio, la stessa cosa sono il bene e
il male, lo yin e lo yang. …...tutta la natura è dialettica/dialogo tra opposti.

Eraclito è il filosofo della dialettica, la natura per Eraclito è tensione tra polarità opposte che
insieme determinano un'unica realtà.

Panta rei.....tutto scorre, ma nel logos che non scorre affatto.


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