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STORIA 5
Nel 1792 tre anni dopo la dichiarazione dell’uomo e del cittadino si entra in una nuova fase, che è quella
repubblicana, la monarchia è definitamente morta, nelle fasi precedenti c’era stata una trasformazione si
erano cercati accordi, ma nel 92 quando i regnanti vengono imprigionati al tempio non c’è più spazio per un
dialogo, si affermano nei club politici e nelle linee di pensiero rivoluzionarie la corrente estremi stra più
radicale e decisa e viene a settembre del 92 (anche come conseguenza del 91: fuga di Varennes ecc..) si
entra in un secondo momento, quello della REPUBBLICA, che nasce proprio il 20 di Settembre e in parallelo
procede quella guerra che era stata dichiarata all’Austria, una guerra a fasi alterna che non porta a molti
cambiamenti che però contribuisce a creare quell’identità e sentimento repubblicana nazionale nei
francesi, che non solo hanno la bandiera francese (con gli stessi colori della coccarda che era già stata fatta
indossare a Luigi XVI agli inizi della rivoluzione, i colori di Parigi, il rosso e il blu più il bianco dei Borboni).
Nasce la repubblica, ma non è finita qui, si sta arrivando ad un periodo ancora più convulso, arriviamo al
’93, l’anno soprannominato del TERRORE, perché indica un periodo storico particolarmente significativo e
doloroso, la fase più dura ed acerba della rivoluzione francese. Questo terrore è la conseguenza di tutti i
fatti che l’hanno preceduta. A gennaio del 1793 Luigi XVI viene ghigliottinato decapitato dopo un processo
nel quale protagonisti dall’altra parte furono Robespierre, che diventerà il leader il capo e l’ideologo
carismatico di questa fase e il suo compagno Saint-Just, che accusarono il re di essere un traditore ed un
nemico della Francia e della nazione e con questi capi di accusa lo portarono alla condanna (un altro re
processato e condannato a morte-> Carlo I Stuart della monarchia inglese, accusato di essere un monarca
assoluto). Il parlamento vota e il parere non era unanime c’erano opinioni controverse ma quelli a favore
della condanna furono superiori e quindi a gennaio venne ghigliottinato. Pag.154 dipinto fine XVIII sec. In
cui è rappresentata la condanna capitale di Luigi XVI davanti al popolo. La ghigliottina era uno strumento,
frutto del razionalismo illuminista scientifico tecnologico tra XVI-XVII sec. perché permetteva con una lama
affilatissima inserita in due braccia portanti di decapitare senza far soffrire in alcun modo la persona (prima
il boia con la scure). Sempre nel ’93 ci fu il caso della Vandea (una piccola regione nel sud della Bretagna,
nello stesso territorio in cui nacque Abelardo a Nantes), era una regione a maggioranza conservatrice,
soprattutto da parte dei contadini, che dopo i primi entusiasmi rivoluzionari erano anche loro rimasti delusi
da questa rivoluzione, perché la rivoluzione con tutti i suoi alti e bassi, con tutte le sue complicazioni e
difficoltà politiche non era riuscita a gestire bene e a dare una risposta alle esigenze dei contadini
soprattutto quelli più lontani da Parigi che erano i più bisognosi, è vero che erano stati abrogati i diritti e i
privilegi feudali ed erano stati incamerati i diritti del clero ecc…, però i contadini della Vandea erano in crisi
erano in difficoltà economica e sembrava loro che non ci fossero delle risposte adeguate da parte dei capi
rivoluzionari parigini. Quindi sempre per il fatto che la guerra contro l’Austria e contro il resto d’europa
continuava, continuavano anche le chiamate alle armi, il popolo veniva chiamato per andare a combattere.
I contadini della Vandea si ribellarono a questa guerra che a loro sembrava non portasse a nulla se non ad
ulteriore crisi e uomini che venivano mandato a morire. Pag.155 (parte in verde) legge-> alla posizione dei
contadini della Vandea contro la guerra si aggiungevano spinte di ribellione di varia natura virgola che
manifestavano l' estraneità del mondo rurale francese alle cause della rivoluzione di stampo illuministico e
patriottico, che spesso era vista come un'imposizione borghese, le anime di questa rivoluzione sono molte e
molto diverse, la Vandea era una regione estrema marginale lontana da Parigi anche profondamente
lontani ideologicamente da coloro che muovevano la rivoluzione a Parigi che erano avvocati medici
scienziati intellettuali anche alcuni nobili che ragionavano con altri strumenti per il bene del popolo, per la
giustizia, per l’uguaglianza, per i diritti dell’uomo ma erano l’intelligentia, un gruppo borghese/alto
borghese con strumenti culturali distantissimi da questi contadini probabilmente semianalfabeti. La Vandea
si ribellò contro la rivoluzione, poiché delusa da essa, volevano tornasse il re e restaurare la monarchia.
Tutto ciò contribuì a una crescita sempre maggiore di tensione politica e sociale e di confusione che in
qualche modo spinse nel 1793 lo stesso Robespierre a prendere in mano la situazione, essendo un leader, e
imporre una sorta di dittatura, che era l’unico strumento, secondo la sua visone e quelli che lo sostenevano,
per rimettere ordine in una Francia travolta dalla rivoluzione e l’inizio di una guerra civile in Vandea. Fino al
91 le azioni di condanne a morte contro la nobiltà erano state sempre più moderate e controllate (molti
nobili erano anche fuggiti) nel 93 ci fu un escalation di decapitazioni (la ghigliottina lavorò a spron battuto)
e uno dei fatti che dimostrano la tensione e la durezza dello scontro anche a Parigi fu l’assassinio di Marat
(uno dei capi della prima fase della rivoluzione, parte dei club che si erano costituiti). Pag.156 dipinto di
David (lo stesso del dipinto nella sala della pallacorda pag.145), qui abbiamo l’assassinio di Marat, questo
vuol dire che David partecipa vivamente alle rivoluzioni e ne fissa i momenti salienti, “a marat david” nel
basso a destra, una firma ma anche una dedica. Marat viene assassinato perché nello scontro politico, da
un lato i giacobini guidati da Robespierre che erano i più radicali ed estremisti che poi avranno la meglio
imponendosi sugli altri club e movimenti, dall’altro lato c’erano alcune persone del popolo che sostenevano
ancora la monarchia, e fu una donna, Charlotte Cordè che vide in Marat un nemico della monarchia e
dell’ordine e che mentre lui era nel bagno lo assassinò accoltellandolo. La morte di Marat fu l’ultimo
segnale che la situazione stava diventando ingestibile a Parigi e nel resto della Francia. Ecco che si instaura
la dittatura ed inizia il vero e proprio TERRORE (il 93 è l’anno del terrore, che inizia con la morte di Marat).
La morte di Marat segna un punto di non ritorno e Robespierre con i giacobini capì che era il momento ed
era necessario agire con il pugno di ferro, intervenire in maniera decisa, non permettendo più scontri
ideologici che potessero creare ulteriori lotte. Robespierre fu durissimo, egli impose un regime di controllo
censorio altrettanto duro, portato avanti e sostenuto dai giacobini, bastava dire la parola sbagliata alla
persona sbagliata che dopo un sommario processo si finiva ghigliottinati, ecco perché il terrore, perché il
clima che si crea a Parigi è di terrore, nonostante Robespierre e i giacobini fossero i fautori dei principi
illuministi di uguaglianza ecc., ma li portano all’estremo imponendoli in maniera tirannica e nella chiusa di
questo anno di fu anche l’uccisione di Maria Antonietta che venne processata e poi ghigliottinata. La
situazione in Vandea fu risolta attraverso processi sommari e moltissime esecuzioni. Sul processo Maria
Antonietta ci sono diversi documenti, scritti del processo ed iconografici,-> c’è uno schizzo di David che
rappresenta Maria Antonietta sul carretto che la porta alla condanna, non si vede una regina ma una donna
dignitosa seduta sul carretto con le braccia legate, portamento coraggioso e fiero, sembra una vecchia, la
cuffietta capelli spettinati, una donna devastata dagli avvenimenti terribili e umanamente insostenibili degli
ultimi anni. Così il 93 si conclude con la volontà di cancellare il passato per creare un presente totalmente
diverso e un esempio è dato dalla riformulazione del calendario, pag.158 esempio di come viene chiamato
il nuovo calendario, ha una struttura che elimina la struttura religiosa con i santi e le festività sacre del
calendario tradizionale gregoriano, poiché questa fase della rivoluzione repubblicana giacobina vuole
chiudere i conti con la chiesa, e quindi Robespierre e i giacobini istituiscono un nuovo calendario, chiamato
il calendario rivoluzionario. L’inizio di questo calendario fu fissato per il 22 settembre 1792, da lì parte
l’anno I della repubblica e poi cambia tutto, il punto di vista è legato al ciclo della natura (es. Vendemmiaio=
mese della vendemmia) non più all’anno liturgico cristiano, i periodi vanno legati anche al periodo di
costellazione allo zodiaco. Pag.160-> da dove deriva il nome giacobini? Essendo un club come gli altri,
spesso assumevano il nome dal luogo in cui si erano riuniti la prima volta, siccome si riunivano in un
convento che era dedicato a San Giacomo (Saint-Jacob in centro a Parigi) presero il nome da lì.
STORIA 6
Chiude la rivoluzione e inizia Napoleone
[Napoleone Bonaparte e età Napoleonica, questo personaggio nel bene e nel male ha segnato
profondamente un’epoca da un punto di vista politico, dal punto di vista dei valori sociali e della moda, il
modo in cui si vestivano all’epoca le persone è una moda precisa e riconoscibilissima, quello che viene
chiamato lo stile impero e lo stesso dicasi per l’arredamento, questo personaggio ha influenzato tutte le
sfere della cultura e ha lasciato un impressione davvero profonda. In Francia l’ascesa napoleonica segna
una rottura con l’esperienza rivoluzionaria, Napoleone nasce nella Francia rivoluzionaria e da lì inizia la sua
carriera, in un momento di passaggio, quello del DIRETTORIO, dopo la morte di Robespierre, che si trova in
una situazione di difficoltà e viene ghigliottinato, la fase successiva nel 1795 un anno in cui le forze opposte
(radicali, repubblicani, democratici, giacobini) si scontrano duramente, vengono travolti dopo la morte di
Robespierre dai moderati, dai monarchici realisti che ancora c’erano, e da tutti quegli insoddisfatti del
regime instaurato da Robespierre. Il libro lo chiama TERRORE BIANCO perché in realtà il clima di Terrore, di
paura, di uccisioni sommarie continuano, anche dopo la morte di Robespierre, questa volta perpetrate
soprattutto dai nemici dei giacobini, che come club scompaiono, perché vengono perseguitati massacrati
pochi trovano scampo, BIANCO perché molti sono monarchici, il colore dei borbone era bianco (tant’è vero
che viene inserito nei tre colori della bandiera francese, blu e rosso i colori del comune di parigi e bianco il
colore borbonico, voluto da la fayette nel 1789 come omaggio alla monarchia). Da questa fase emerge una
nuova forma di governo, la CONVENZIONE CROLLA il comitato di salute pubblica e il club giacobino pure, si
creano tre organi istituzionali dei quali il più importante è si chiama DIRETTORIO e aveva il potere
esecutivo, era composto da cinque uomini membri ed è l’espressione politica che c’era di rimettere ordine
nella società francese peraltro con grosse difficoltà, perché il popolino parigino continuava ad essere
affamato insoddisfatto scontento, e dunque ci furono nuove insurrezioni, non si parla più di rivoluzioni ma
di insurrezioni popolari (la rivoluzione è un movimento molto complesso e ampio che travolge/sovverte
l’intero sistema politico e sociale mentre un insurrezione/ribellione è un movimento temporaneo di rivolta
di massa popolare ma che non mette in gioco l’intero sistema politico). A Parigi alla fine del 1795 ci fu una
grossa insurrezione e fu repressa e sedata nel sangue dalle stesse truppe del governo, del direttorio, per
mettere ordine perché non si riusciva ad ottenere mai il controllo della città. Fu in questo momento che
emerse per la prima volta questo giovane ufficiale, Napoleone Bonaparte, che era Corso arrivava dalla
Corsica, era francese ma isolano, arrivava dal nulla, apparteneva ad una famiglia medio borghese, quindi
quasi un totale sconosciuto, al che negli eventi del vendemmiaio, cioè nell’ottobre autunno del 95, mise
subito in luce la sua capacità strategica militare aiutando e sostenendo il generale Barras, con il quale
strette amicizia, in realtà Napoleone in questo momento contribuì con il suo intervento a reprimere nel
sangue la folla parigina. Questa è la prima scintilla, dunque, con Napoleone in qualche modo c’è da un lato
una certa discontinuità con la rivoluzione, lui parte con la rivoluzione si fa notare in questo episodio di
malcontento pubblico parigino, conquista mezzo mondo fino a farsi incoronare imperatore dei francesi,
siamo all’antitesi apparente con quello che si era proposta la rivoluzione francese, d’altro canto con
Napoleone, che era adorato dai francesi, riporto quella serenità e quell’ordine politico con positive
conseguenze sull’economia e sulla società, che erano venute a mancare nell’ultimo decennio, non in
continuità ma in discontinuità. Essendo generale si farà promotore, anche nei territori che conquisterà, di
tutti quei valori che la rivoluzione aveva promosso (i valori della laicità francese, incisi col sangue),
difenderà e promuoverà il diritto moderno, l’uguaglianza, la libertà. Li attuò attraverso un’altra forma
politica, che non era la repubblica, ma che apparentemente all’inizio aveva una forma democratica ma che
più dato il suo carisma e data la sua personalità fortissima accentrò su di se tutto il potere. Pag.184 “Nei
paesi europei l'avvento di Bonaparte fu determinante affinché i valori della rivoluzione varcassero i confini
francesi e diffondessero in tutta Europa l' aspirazione all' uguaglianza e le tradizionali strutture politiche e
amministrative”.
Ugo Foscolo fu l’uomo dell’età napoleonica, l’intellettuale per definizione, che all’inizio inneggia a
Napoleone che scende in Italia e spera (Foscolo) che porti la libertà e poi dopo il Trattato di Campoformio,
quando il Veneto viene lasciato all’Austria agli Asburgo, Ugo Foscolo vede Napoleone come il tiranno, e da lì
in avanti sarà un continuo rapporto di odio e amore (più odio perché Foscolo fu parte delle milizie francesi).
Napoleone è eccezionale perché quando crolla e cade viene prima relegato sull’isola d’Elba dalla quale
riesce a fuggire e a piedi a cavallo sostenuto dai suoi seguaci dal sud della Francia della Provenza a piedi
arriva a Parigi, riconquista Parigi e governa 100 giorni poi ricade e non si ripiglia più
Dalla Provenza verso grasse = chiamata la Route de Napoleon
Perché la strada percorsa da Napoleone dopo che è fuggito dall’Elba riconquista Parigi e governa 100 giorni.
Poi verrà relegato nell’isola di Sant’elena, dove morì.
Alla sua morte gli verrà dedicata il V Maggio (5 Maggio) da Alessandro Manzoni che è un testo che nella
visione manzoniana sottolinea come queste personalità anche alla morte lascino tutti stupefatti (5 maggio
2021 ricorre il bicentenario dalla sua morte).
VITA PERSONALE DI NAPOLEONE
Nonostante non fosse particolarmente bello fu uomo di gran carisma, ebbe un grande amore Josephine
Beauharnais - Grande donna che veniva dalle colonie della Francia (lei era creola), era vedova perché era
stata sposata con il generale Beauharnais. incontra Napoleone che è giovane (nel ‘95), un giovane un po’
spiantato, fu un grande amore ma finito per motivi politici.
Nonostante lei avesse avuto dei figli in precedenza, con Napoleone non riesce ed essendo lui già
imperatore (e volendo rendere lei anche imperatrice) arriverà a divorziare perché non ottiene eredi.
Napoleone alla fine sposerà una principessa di sangue reale che le darà un erede (N.B siamo verso la fine
della parabola napoleonica).
(Scenetta del primo incontro e del colpo di fulmine)
[VIDEO: Il 15 agosto 1769 nasce ad Ajaccio, in Corsica, Napoleone Bonaparte: generale, console e poi
imperatore di Francia. Nel 1785, a soli 16 anni, è secondo luogotenente d’artiglieria. Quattro anni dopo la
Francia viene scossa dalla Rivoluzione a cui Napoleone aderisce condividendone con entusiasmo gli ideali. Il
nuovo governo rivoluzionario, chiamato “Direttorio”, deve presto difendersi dall’attacco militare delle altre
potenze europee. E’ per questo che nel 1796 a Napoleone viene affidata la prima missione importante:
fronteggiare l’esercito Austriaco nel Nord Italia.
Qui Napoleone sbaraglia le truppe austriache e piemontesi e arriva a liberare Milano dal dominio austriaco.
L’Austria è sconfitta: con il Trattato di Campoformio perde la Lombardia e il Belgio, che diventano francesi.
In patria la popolarità di Napoleone continua a crescere. Nel 1798 viene inviato in Egitto con il compito di
ostacolare l’espansione coloniale inglese in Oriente, ma l’operazione è fallimentare: Napoleone perde
contro l’ammiraglio Horatio Nelson nella disastrosa battaglia navale di Abukir. Intanto in Francia la
situazione politica precipita e i confini sono nuovamente minacciati dagli Austriaci. Napoleone abbandona
l’Egitto e torna in patria dove ha l’appoggio del popolo, dell’esercito e di diversi membri del Direttorio.
E’ il 9 novembre 1799: Napoleone mette in atto il colpo di stato. Il governo viene affidato a 3 consoli. Di
questi Napoleone è il più influente; gli altri sono Ducos e Sieyès. Il 2 dicembre del 1804, Napoleone diventa
Imperatore dei Francesi con il nome di Napoleone I. E’ lui stesso ad incoronarsi, sottolineando così che
nessuna autorità è superiore alla sua, compresa quella del Papa. L’anno successivo Napoleone torna in
guerra contro le potenze europee. L’Inghilterra respinge il suo tentativo d’invasione nella battaglia di
Trafalgar ma Napoleone tornato nel continente vince contro Austria, e Russia ad Austerlitz e con la Prussia
a Jena.
Napoleone attua contro l’Inghilterra il “blocco continentale”: un embargo commerciale che coinvolge tutti i
porti del continente. Per metterlo in atto Napoleone decide di occupare anche Spagna, e Portogallo. Nel
1812 attacca la Russia a capo della Grande Armata con più di 500mila soldati. Moriranno quasi tutti. Non
saranno le truppe dello Zar a sconfiggere i francesi, ma il gelo dell’inverno russo. Napoleone è costretto alla
ritirata, è l’inizio del declino. Inghilterra, Prussia, Svezia e Austria si uniscono alla Russia per rovesciare
definitivamente Napoleone, il quale viene affrontato e battuto a Lipsia nel 1813.
E’ costretto ad abdicare e viene esiliato sull’isola d’Elba, ma due anni dopo fugge e cerca di riconquistare il
potere. Ci riuscirà, ma il suo regno durerà solo 100 giorni. Infatti, a Waterloo, Napoleone viene sconfitto
dagli Inglesi e costretto nuovamente ad abdicare in favore di re Luigi XVIII. Viene definitivamente esiliato
sull’Isola di Sant’Elena. Qui muore il 5 maggio 1821, a 52 anni; ma la sua eredità sopravvive ancora oggi. Il
Codice napoleonico, cioè la raccolta di leggi introdotta nei paesi dell’impero, sarà alla base del sistema
legale di molte nazioni moderne. Inoltre le strategie di Napoleone verranno studiate e applicate per secoli;
non solo in campo militare, ma anche nella gestione delle aziende.]
L’eredità della Francia napoleonica che, in qualche modo, è l’eredità della Francia rivoluzionaria viene
raccolta in gran parte d’Europa.
JOSEPHINE BEAUHARNAIS
È stata la prima moglie dell’imperatore Napoleone dal 1796 al 1809 e fu imperatrice dei francesi e regina
d’Italia. soprannominata “la bella creola”, nasce in una grande proprietà della Martinica (possedimento
coloniale della francia - tutt’ora è francese). arriva in francia grazie al suo matrimonio con Alessandro di
Beauharnais. alessandro di Beauharnais diventa un uomo importante durante la rivoluzione francese e
viene ucciso durante il “terrore”. frequentando i salotti parigini incontra il generale bonaparte con cui si
risposa, che le permise di diventare imperatrice, ma le creò frequenti scontri con la sua nuova famiglia, ma
non riuscì a dare al marito un erede e divorziarono. lei si ritira nel suo dominio della Malmaison (casa che
aveva acquistato all’inizio del matrimonio, lei la fece ristrutturare e diventata famosa per il giardino in cui
lei coltivava fiori e piante in particolare per le rose).
Lasciò dei discendenti grazie ai figli avuti dal primo matrimonio.
è rimasta nella storia per il suo interesse nella moda e nella botanica
(Visione di video-scenetta in cui si parla del primo incontro tra Napoleone e Josephine)
si sposano un anno dopo dalla loro conoscenza
le donne pettegole presenti nel video ritorneranno nella storia della letteratura, i
salotti dell’età napoleonica del primo 800. i salotti: nei salotti delle signore nobili si riunivano intellettuali,
uomini politici, donne intellettuali e musicisti trascorrendo le serate parlando di cultura, ascoltando musica
e parlando di politica.
(questi salotti saranno importanti in italia, ad esempio, durante il Risorgimento)
Madame de Recamier -- una delle donne citate nel video e che teneva dei salotti, nei quali si muoveva la
cultura Madame de Stael (figlia di Necker) personaggio chiave del romanticismo italiano. → donna colta e
attenta alle trasformazioni sociali e culturali tra 700 e 800.
pag. 159 - 160 pag.184