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COMUNICATI STAMPA 2021

Ufficio stampa e comunicazione esterna

Comunicato stampa 23 novembre 2021 - Italia – suicidio assistito.................................2


Comunicato stampa 11 novembre 2021 – Cure Palliative, Milano.................................4
Comunicato stampa 2 luglio 2021 – PAV e WMA............................................................5
Comunicato stampa 15 giugno 2021 – Nota Accademia Covid 19 e persone anziane.. .7
Comunicato stampa 8 giugno 2021 – Salvare la Fraternità. Insieme..............................9
Comunicato stampa 12 marzo 2021 – Mediterraneo – Mons. Paglia a Livorno..........11
Comunicato stampa 26 febbraio 2021 – Un anno dalla Call for AI Ethics...................13
Comunicato stampa 17 febbraio 2021 – Incontro on line Accademici..........................15
Comunicato stampa – 12 febbraio 2021 – Nuovi Accademici Ordinari........................17
Comunicato stampa – 9 febbraio 2021 – la vecchiaia il nostro futuro..........................18
Comunicato stampa 23 novembre 2021 - Italia – suicidio assistito
Nota della Pontificia Accademia per la Vita in merito alla vicenda legata all’assistenza al
suicidio per un cittadino italiano
Città del Vaticano, 23 novembre 2021.- La materia delle decisioni di fine-vita costituisce
un terreno delicato e controverso. La notizia del via libera al suicidio assistito ottenuto da
«Mario» in seguito al parere del «Comitato etico territorialmente competente» sollecita
alcune riflessioni. Non disponendo delle informazioni mediche precise sulla situazione
clinica, occorre limitarsi a qualche rilievo generale.
Anzitutto è certamente comprensibile la sofferenza determinata da una patologia così
inabilitante come la tetraplegia che per di più si protrae da lungo tempo: non possiamo in
nessun modo minimizzare la gravità di quanto vissuto da “Mario”. Rimane tuttavia la
domanda se la risposta più adeguata davanti a una simile provocazione sia di incoraggiare
a togliersi la vita. La legittimazione “di principio” del suicidio assistito, o addirittura
dell’omicidio consenziente, non pone proprio alcun interrogativo e contraddizione ad una
comunità civile che considera reato grave l’omissione di soccorso, anche nei casi
presumibilmente più disperati, ed è pronta a battersi contro la pena di morte, anche di
fronte a reati ripugnanti? Confessare dolorosamente la propria eccezionale impotenza a
guarire e riconoscersi il normale potere di sopprimere, non meritano linguaggi più degni
per indicare la serietà del nostro giuramento di aver cura della nostra umanità vulnerabile,
sofferente, disperata? Tutto quello che riusciamo ad esprimere è la richiesta di rendere
normale il gesto della nostra reciproca soppressione?
Si pone, in altri termini, l’interrogativo – almeno l’interrogativo, se non altro per non
perdere l’amore e l’onore del giuramento che sta al vertice di tutte le pratiche di cura – se
non siano altre le strade da percorrere per una comunità che si rende responsabile della vita
di tutti i suoi membri, favorendo così la percezione in ciascuno che la propria vita è
significativa e ha un valore anche per gli altri. In tale linea, la strada più convincente ci
sembra quella di un accompagnamento che assuma l’insieme delle molteplici esigenze
personali in queste circostanze così difficili. È la logica delle cure palliative, che anche
contemplano la possibilità di sospendere tutti i trattamenti che vengano considerati
sproporzionati dal paziente, nella relazione che si stabilisce con l’équipe curante.
La vicenda solleva inoltre una domanda sul ruolo dei Comitati etici territoriali. Non si può
escludere che la difficoltà della risposta sia stata determinata anche dalla difficoltà di
chiarire il ruolo da svolgere. Infatti la dizione impiegata non è quella abituale (finora si è
parlato di Comitati per la sperimentazione clinica di Comitati per l’etica clinica). Del resto,
nella Sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019 si richiede un compito che non
corrisponde a quanto è previsto per entrambe le tipologie finora note: si tratta di operare un
giudizio vincolante di conformità della particolare situazione clinica alle quattro condizioni
stabilite dalla Sentenza della Corte Costituzionale. Un compito cioè che potrebbe più
adeguatamente essere svolto da un comitato tecnico (medico-legale) che verifichi la
sussistenza delle condizioni prescritte. Un comitato di etica potrebbe essere più
correttamente coinvolto in una consultazione previa alla decisione del paziente.
Comunicato stampa 11 novembre 2021 – Cure Palliative, Milano
Milano, 11 novembre 2021.- Le Cure Palliative sono indispensabili per la dignità della
persona. Mons. Paglia lo ha ribadito al convegno sul tema “La sfida delle Cure Palliative:
un impegno per l'università” che si è svolto stamattina alla Università Statale di Milano.
Due i temi al centro dell’attenzione per mons. Paglia. “Prima di tutto è importante
l’attivazione, alla Statale, della prima cattedra unviersitaria di Cure Palliative in Italia,
affidata al prof. Augusto Caraceni. L’impegno della Statale, in questo senso, si deve alla
sensibilità del Rettore che ha voluto recepire delle indicazioni degli studiosi ed esperti ed
anche della Pontificia Accademia per la Vita che si è spesa in questo campo di azione”. In
secondo luogo – ha ribadito mons. Paglia – “di fronte alle derive eutanasiche le Cure
Palliative sono senz’altro la risposta a favore di una medicina che, anche quando non si
può più guarire, non abbandona e si prende cura della persona sofferente in tutte le sue
dimensioni fisiche e psichiche”. Nel suo intervento mons.Vincenzo Paglia ha sottolineato
una volta di più che “la vita della persona va rispettata e difesa sempre, alla luce della sua
dignità che è un valore al di sopra di ogni valore, come sottolinea il Magistero da Pio XII
in poi”. E aggiunge mons. Paglia: “Le cure palliative rendono concreta la tutela della
dignità umana e vanno fatte conoscere sempre meglio e sempre di più”. Le Cure Palliative
devono entrare a pieno titolo nella formazione universitaria e devono venire superate le
resistenze che ostacolano la piena applicazione della legge 38/2010 che ha dotato l’Italia di
una avanzata normativa su terpia del dolore e Cure Palliative. Come spiega ancora mons.
Paglia: “le Cure Palliative guardano alla medicina come a una comunità scientifica, ma
anche una comunità umana. Per questo le Cure Palliative non si chiudono in procedure e
atti tecnici, ma sono aperte alla cooperazione e ai valori. In realtà, tutta la medicina clinica
- non solo le cure palliative - ha un enorme potenziale etico, e come tale un’enorme
capacità di trasformare eticamente una società e una cultura”.
L’impegno della Pontificia Accademia per la Vita a favore delle Cure Palliative
risponde ad un mandato di Papa Francesco (Discorso alla XXIesima Assemblea
Generale, 5 marzo 2015). Il gruppo internazionale di esperti (PALLIFE) costituito in
seguito ha prodotto il “Libro Bianco” con raccomandazioni concrete sullo sviluppo e
la diffusione delle Cure Palliative nel mondo
(https://www.academyforlife.va/content/pav/it/pallife/libro-bianco.html). Il progetto
della Pontificia Accademia per la Vita ha ora un sito internet
dedicato: http://www.academyforlife.va/pallife
Milano, 11 novembre 2021
Comunicato stampa 2 luglio 2021 – PAV e WMA
Venerdì 2 luglio 2021 si è svolta in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede
la Conferenza Stampa di presentazione del Comunicato finale della Tavola Rotonda
Internazionale sulle Vaccinazioni del 1° luglio 2021. La Tavola Rotonda era  organizzata
dalla Pontificia Accademia per la Vita, dalla “World Medical Association” (WMA) e dalla
“German Medical Association” (GMA).
Alla Conferenza stampa sono intervenuti:
- S.E. Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita;
Uniamo le forze di tutti coloro che condividono questi obiettivi, anche se è possibile
che su altri fronti ci siano vedute differenti. È in questo quadro di sinergia su obiettivi
specifici e di grande rilievo per il momento storico in cui ci troviamo che si inscrive la
collaborazione tra la World Medical Aassociation e la Pontificia Accademia per la
Vita.
- Dr. Ramin Parsa-Parsi, Head of Department for International Affairs, “German
Medical Association”, in collegamento da remoto;
The best antidote for vaccine hesitancy is building trust, increasing transparency, and
addressing communication failures. As trusted voices in the community, medical
professionals play a crucial role in this scenario. By working together with the Pontifical
Academy for Life, we hope to complement our efforts to generate vaccine confidence by
fostering awareness and fighting the spread of myths and disinformation. Furthermore,
economically or politically motivated active dissemination of false information regarding
the safety and effectiveness of approved vaccines needs to be counteracted. Improving
vaccine confidence is indeed an international challenge which requires international
engagement, including interdisciplinary collaboration of the kind we are engaging in today.
- Professor Dr. Frank Ulrich Montgomery, Chair of Council, “World Medical
Association”, in collegamento da remoto.
What do we have to do next: 1)      Reach underserved and underinformed communities in
a combined effort of science, medicine and social multipliers such as religious
communities. 2)  Fight misinformation and fake-news. 3)  Ensure solidarity. 4) Ensure
equity.
La Conferenza Stampa è stata trasmessa in diretta streaming in lingua originale sul canale
Youtube di Vatican News,  https://www.youtube.com/c/VaticanNews. 

Final Statement: 
World Medical Association, German Medical Association and Pontifical Academy for
Life collaborate to promote vaccine equity and confront vaccine hesitancy
Millions around the world are still suffering the effects of the COVID-19 pandemic and
vaccination is widely seen as a fast and effective way to control the spread of the virus and
save human lives. Much as the current pandemic has brought home the importance of
vaccination, it has also laid bare the great inequity of access to vaccines and the dangers
posed by vaccine nationalism. While many higher-income countries had the resources to
quickly sign bilateral agreements with pharmaceutical companies for promising COVID-
19 vaccine candidates, this left many developing countries at a disadvantage due to
financial restrictions and limitations on production capacity.
Vaccine accessibility still poses great challenges in many parts of the world, but there are
also countries where vaccines are readily available but subject to skepticism and mistrust.
Vaccine hesitancy is a complex issue. Some reluctance in disadvantaged communities is
rooted in historical inequities, breaches of trust in medical research, negative experiences
with health care and suspicion about pharmaceutical companies’ behavior focused on
profit. But a more pernicious form of vaccine hesitancy is driven by unfounded and
misleading claims and myths, including disinformation about side effects, which are
amplified by social media and other means of enhanced communication. Adding to this
complexity is the fact that vaccine hesitancy even exists in the medical community and
some religious groups. Vaccine hesitancy and refusal can ultimately give rise to difficult
ethical questions about the tension between individual freedom of choice and the common
good.
Considered one of the greatest achievements of modern medicine, vaccines play a vital role
in the prevention of infectious diseases. They have been proven to avoid millions of deaths
and protect millions more from getting sick each year. But to unlock the full innovative
potential of vaccines, action must be taken to overcome barriers to vaccine equity and to
address the root causes of vaccine hesitancy.
Recognizing the urgency of these issues and the essential role international and cross-
sectoral collaborations can play in advancing these causes, the World Medical Association
(WMA), the Pontifical Academy for Life (PAL ), and the German Medical Association
(GMA) have joined forces to demand that all relevant stakeholders exhaust all efforts to:
•             ensure equitable global access to vaccines, which is a key prerequisite for a
successful global vaccination campaign, and
•             confront vaccine hesitancy by sending a clear message about the safety and
necessity of vaccines and counteracting vaccine myths and disinformation.
July 2nd, 2021
Comunicato stampa 15 giugno 2021 – Nota Accademia Covid 19 e persone anziane
Città del Vaticano, 15 giugno 2021.- La nuova Nota della Pontificia Accademia per la
Vita si intitola «L’amicizia con le persone con disabilità: l’inizio di un nuovo mondo.
Imparare dalle esperienze delle persone con disabilità e dei loro  caregivers durante la
pandemia da Covid-19».
Il documento segue le Note del 30 marzo 2020 (Pandemia e Fratellanza Universale),
del 22 luglio 2020 (Humana Communitas nell’era della pandemia ), del 9 febbraio 2021
(La Vecchiaia il nostro Futuro) ed è stata elaborata in collaborazione con la
Commissione Vaticana Covid-19. Questo documento sottolinea che «le persone con
disabilità e i loro caregivers necessitano e meritano un'attenzione e un sostegno speciali
perché la pandemia ha avuto un impatto negativo sproporzionato sulle loro vite». Inoltre si
mette in luce l’esigenza di coinvolgere e supportare il più possibile le persone con
disabilità «per elaborare piani di assistenza avanzati e decisioni sanitarie in ogni momento,
anche durante le pandemie».
Il documento evidenzia tre preoccupazioni etiche fondamentali: 1. «promuovere
soluzioni per i bisogni specifici delle persone con disabilità affinché beneficino delle
politiche e degli interventi di salute pubblica. Dovremmo coinvolgere il più possibile tali
persone nel processo di pianificazione e decisione»; 2. «Nella salute pubblica, così come
nell’assistenza sanitaria, dobbiamo andare oltre l’inquadramento della disabilità
unicamente in termini biomedici. Dovremmo curarci di sostenere le persone con disabilità
e i loro familiari in un modo coordinato e integrato, che possa coinvolgere tutte le
specialità della medicina, così come altre discipline e altri settori del governo e della
società»; 3. «dovremmo sviluppare quadri di salute pubblica basati sulla solidarietà e su
una corsia preferenziale per i poveri e i vulnerabili a livello locale e globale».
È necessario ascoltare i disabili ed in questo senso la Nota propone che si dia vita ad un
vero e proprio «magistero della disabilità». «Le lezioni che le persone con disabilità
possono insegnarci, soprattutto durante questa pandemia, sono provocatorie. Ci sfidano ad
adottare una nuova prospettiva sul significato della vita. Ci invitano ad accettare
l'interdipendenza, la responsabilità reciproca e la cura gli uni degli altri come stile di vita e
come un modo per promuovere il bene comune». L’insegnamento costante della Chiesa
guarda a Cristo sofferente e maestro di umanità: «Il Sofferente e Crocifisso continua a
vivere in solidarietà con loro (i disabili) durante questa pandemia e oltre. Loro sono nel
cuore di Dio e sono centrali nel ministero dell'intero popolo di Dio. La Chiesa, quindi, ha
la missione di accompagnare, curare e difendere le persone con disabilità».
Il documento elenca sette «raccomandazioni pratiche». Tra l’altro alle organizzazioni
sanitarie cattoliche si chiede di «assumere la leadership nel rispondere ai bisogni delle
persone con disabilità e delle loro famiglie durante e dopo la pandemia». Inoltre «mentre il
mondo distribuisce i vaccini per il COVID-19, noi raccomandiamo di dare priorità (…)
anche a coloro, come le persone con disabilità, a cui i provvedimenti generici di salute
pubblica impongono oneri sproporzionati (ad esempio, la perdita dei servizi essenziali di
assistenza)».
Nella conclusione la Nota ricorda che la Parola di Dio ci esorta a costruire un mondo
«senza confini, senza pregiudizi contro le persone con disabilità, dove nessuno è lasciato
da solo ad affrontare le sfide della sopravvivenza personale». I cristiani «sono chiamati a
contribuire alla costruzione di tale mondo. Purtroppo, nel pensiero cristiano, non di rado la
disabilità è stata identificata come una conseguenza del peccato originale». Il Vangelo
insegna che «alla fine della nostra vita e della storia umana, saremo giudicati sull'amore
per il prossimo, specialmente per i poveri, i più vulnerabili e coloro ritenuti gli ultimi della
famiglia umana. Tra questi, ai giorni nostri, ci sono le persone con disabilità. Decidiamoci
e adottiamo misure durante e dopo questa pandemia per garantire che, dopo che il fango
della devastazione di questa pandemia sarà stato spazzato via, costruiremo un mondo
migliore, un mondo in cui le persone con disabilità siano sempre apprezzate, trattate con
amicizia e amate».
Alla stesura di questo documento hanno contribuito gli Accademici: William F. Sullivan,
John Heng, MaryKare Gaurke, Cory Labrecque, Neil Scolding, Paulina Taboada.
Città del Vaticano, 15 giugno 2021
Comunicato stampa 8 giugno 2021 – Salvare la Fraternità. Insieme
Città del Vaticano, 8 giugno 2021 - Si intitola Salvare la Fraternità – Insieme. È un
appello, scritto da un gruppo di dieci teologhe e teologi, convocati da Mons. Vincenzo
Paglia e da mons. Pierangelo Sequeri. È un appello alla Chiesa in tutte le sue componenti,
e ai Saggi, uomini e donne di buona volontà. È un appello con il quale confrontarsi, non
semplicemente un’analisi da accogliere o respingere.
Non è un “direttorio” di tesi alle quali è chiesto di aderire, ma un “repertorio” di temi sui
quali ci appare decisivo riflettere e discutere. L’appello scaturisce direttamente dalla
provocazione dell’Enciclica di papa Francesco Fratelli tutti. La proposta è raccogliere il
senso profondo di questa definitiva provocazione – rivolta ad una Chiesa sollecitata ad
aprirsi e a un mondo tentato di chiudersi – inaugurando il clima di una “fraternità
intellettuale” che riabiliti il senso alto del “servizio intellettuale” di cui i professionisti
della cultura – teologica e non teologica – sono in debito nei confronti della comunità.
L’appello «è un appassionato invito alla teologia professionale – e in generale ad ogni
credente – perché offra uno spazio privilegiato e comune all’impegno di decostruzione del
duplice dualismo che ci tiene attualmente in ostaggio: fra la comunità ecclesiale e la
comunità secolare; fra mondo creato e il mondo salvato.
La Chiesa non è un’aristocrazia spirituale degli eletti, ma una tenda ospitale che
custodisce l’arcobaleno dell’alleanza fra Dio e la creatura umana. La fede imparerà ad
abitare i linguaggi del mondo secolare, senza pregiudizio per il suo annuncio della
vicinanza di Dio. E la prossimità ecclesiale della fede sarà abitabile anche per la Cananea,
la Samaritana, Zaccheo, il Centurione. Senza pregiudizio per la loro distanza». È un
appello anche per i Saggi. «Noi vi proponiamo un’inversione di tendenza nel pensiero
dell’epoca. Non disprezzate il Nome di Dio, al quale l’invocazione dei credenti sinceri si
rivolge per tutti gli uomini e le donne del pianeta, e per il quale gli stessi credenti si
rendono disponibili ad intercedere per tutti i poveri e gli abbandonati. Criticate noi, quando
dovete – e persino quando non dovreste – ma custodite con rispetto il mistero – anche per
voi insondabile – del Nome di Dio».
Come spiega mons. Vincenzo Paglia nella Postfazione che chiude l’Appello, «le
istituzioni ecclesiali sono chiamate a fare la loro parte nella promozione di un dialogo più
profondo e assiduo fra l’intelligenza della fede e il pensiero dell’umano. In questo
rinnovamento, la teologia e la pastorale convergono, come le due facce dell’identica
azione. La recente enciclica Fratelli tutti incoraggia ad immaginare la nuova prospettiva di
questo dialogo come la declinazione efficace e necessaria di una fraternità intellettuale al
servizio dell’intera comunità umana. L’impulso alla riscoperta della prospettiva inter-
disciplinare e trans-disciplinare, da parte della stessa teologia va in questa direzione
(Veritatis Gaudium)».
Il gruppo delle teologhe e teologi che ha elaborato l’Appello su invito e coordinamento di
mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Gran
Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del
Matrimonio e della Famiglia e di mons. Pierangelo Sequeri, Preside del Pontificio Istituto
Teologico, è composto da: Kurt Appell, Carlo Casalone SJ, Dario Cornati, João Manuel
Duque, Isabella Guanzini, Marcello Neri, Giovanni Cesare Pagazzi, Vincenzo Rosito,
Gemma Serrano, Lucia Vantini.
http://www.academyforlife.va/content/pav/it/salvare-fraternita.html
http://www.academyforlife.va/content/pav/en/salvare-fraternita.html

Città del Vaticano, 8 giugno 2021


Comunicato stampa 12 marzo 2021 – Mediterraneo – Mons. Paglia a Livorno
Livorno, 12 marzo 2021.- «La realtà che appare alla fine degli anni Settanta del Novecento
è quella della crisi della coabitazione tra ebrei, cristiani e musulmani nella riva Sud del
Mediterraneo». I popoli e le religioni che si affacciano su quello che era un tempo «mare
nostrum» devono cooperare, per non trasformarlo in «mare monstrum» di conflitti. 
Lo ha sottolineato mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la
Vita, prendendo la parola oggi pomeriggio alla giornata di dibattito e riflessione
organizzata dall’Accademia navale di Livorno, la Marina Militare e Limes sul rapporto tra
l’Italia e il mare.
Parlando sul tema «Il Mediterraneo e le tre religioni monoteiste: la sfida del
dialogo», mons. Paglia ha analizzato le «sfide» nella «coabitazione» tra le religioni. Dal
Mediterraneo, ha esordito, «sono venute le grandi religioni monoteiste, non certo
dall'Occidente. Oggi il Mediterraneo è cambiato e sembra sottolineare la difficoltà nella
coabitazione tra popoli. Invece sappiamo che serve più che mai un cambio di rotta, verso il
dialogo». Dal Concilio Vaticano II, ha notato mons. Paglia, il mondo cattolico è
solidamente ancorato ai princìpi dell’accettazione e del dialogo nei confronti dell’ebraismo
e dell’Islam. in una nuova fase di dialogo ecumenico ed interreligioso. Nel mondo arabo
i  cambiamenti geopolitici del Novecento hanno portato all’emigrazione crescente dei
cristiani a fronte della crescita dei fondamentalismi. «Il fondamentalismo è una grande
semplificazione che affascina giovani disperati, gente spaesata per cui questo mondo è
troppo complesso, inospitale, ma che può interessare politici spregiudicati alla ricerca di
scorciatoie per il potere. E i fondamentalismi hanno il marchio dell’odio, se non della lotta
al diverso religiosamente o etnicamente. Ma la sfida del futuro, anche se il terrorismo viene
domato, è racchiusa nella capacità che i popoli hanno di vivere assieme pur restando
diversi. Questo sta a dire che la prima e più urgente educazione da fare è quella, appunto,
del convivere tra diversi».
Come Papa Francesco fa vedere nei suoi viaggi – l’ultimo in Iraq – e nei testi del suo
Magistero – ad esempio l’Enciclica Fratelli Tutti – «le religioni hanno una responsabilità
decisiva nella convivenza tra i popoli: il loro dialogo tesse una trama pacifica, respinge le
tentazioni a lacerare il tessuto civile e libera dalla strumentalizzazione delle differenze
religiose a fini politici. Ma questo richiede audacia e coraggio. E spinge ad abbattere con la
forza morale, con la pietà, con il dialogo, tutti i muri che separano gli uni dagli altri».
Le diverse fedi – ha concluso mons. Paglia – devono «diventare cultura di
riconciliazione e di dialogo, ossia un modo di vedere largo, un modo di amare senza
confini, un modo di vivere che non riduce le cose ai nostri schemi, che non restringe il
mondo alle nostre abitudini mentali. Ognuno deve aprire le finestre della propria mente e
allargare le pareti del proprio cuore. E’ facile, molto facile, essere sensibili solo a quello
che ci sta vicino, solo a quello che ci tocca e ci commuove; e ignorare ciò che sta lontano
da noi. L’amore è anche un cuore ospitale a ciò che non ci tocca direttamente. L’ignoranza
è funzionale all’egoismo. E nell’ignoranza appassiscono l’amore, la generosità, l’audacia,
la passione. La forza della riconciliazione è una energia concreta che fa superare ogni
ripiegamento su di sé e aiuta ad alzare il proprio sguardo e la propria azione verso
l’universalità della famiglia umana. E questo chiede ascolto rinnovato del Vangelo e
attenzione critica a quel che accade nel mondo».
              @PontAcadLife
Livorno, 12 marzo 2021
Comunicato stampa 26 febbraio 2021 – Un anno dalla Call for AI Ethics
Dare slancio all’approccio etico sull’Intelligenza Artificiale, approvato da Papa Francesco
Primo Anniversario della Rome Call per un approccio etico all’Intelligenza Artificiale –
firmata a Roma da FAO, IBM, Microsoft il 28 febbraio 2020
Città del Vaticano, 26 febbraio 2021 - La Pontificia Accademia per la Vita, insieme ai
primi cofirmatari della Rome Call for Artificial Intelligence (AI) Ethics: Microsoft, IBM,
FAO (Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite), oggi ricorda
che un anno fa, il 28 febbraio 2020, è stato firmato il documento che è stato approvato da
Papa Francesco per un impegno verso lo sviluppo di tecnologie AI trasparenti, inclusive,
socialmente vantaggiose e responsabili.
«Il progresso può rendere possibile un mondo migliore se è unito al bene comune». Lo
ribadisce mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita,
ricordando che un anno fa, il 28 febbraio 2020,  Microsoft, IBM, FAO, il Ministro per
l’Innovazione Tecnologica del governo italiano, hanno firmato la Rome Call for AI Ethics,
promossa dalla Pontificia Accademia per la Vita.
«Dopo 12 mesi - rileva mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per
la Vita - la 'famiglia' degli aderenti è cresciuta e siamo al lavoro per far conoscere sempre
più e meglio il documento, in vista di ulteriori adesioni da parte di soggetti  strategici per
un approccio etico ai temi dell'Intelligenza Artificiale. È aperto un canale di dialogo con le
religioni monoteiste per verificare se ed in che modo si possa convergere su una visione
della tecnologia al servizio di tutta l’umanità. Infatti la profondità e l’accelerazione delle
trasformazioni dell’era digitale sollevano problematiche globali e in continua evoluzione.
La Pontificia Accademia per la Vita a un anno dalla Call è sempre più convinta e decisa
sull’importanza di essere a servizio di ogni persona nella sua integralità e di tutte le
persone, senza discriminazioni né esclusioni. Ma la complessità del mondo tecnologico ci
chiede una elaborazione etica più articolata, per rendere questo impegno realmente
incisivo. Abbiamo bisogno di una nuova alleanza tra ricerca, scienza ed etica, perché siamo
ad un bivio decisivo per poter costruire un mondo in cui la tecnologia sia davvero usata per
lo sviluppo dei popoli. È una richiesta che viene dalla fede e dalla ragione. Senza sviluppo
equo e distribuito non ci sarà giustizia, non ci sarà pace, non ci sarà fratellanza universale».
La Rome Call for AI Ethics è un documento nato per sostenere un approccio etico
all’Intelligenza Artificiale e promuovere tra organizzazioni, governi e istituzioni un senso
di responsabilità condivisa con l’obiettivo di garantire un futuro in cui l’innovazione
digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana.
«Un anno fa, ci siamo uniti all'arcivescovo Vincenzo Paglia e alla Pontificia Accademia
per la Vita per onorare i sei principi fondamentali della Rome Call for AI Ethics e garantire
che la tecnologia continui a servire l'umanità», ha affermato il presidente di Microsoft Brad
Smith. «Mentre ci riprendiamo dalla pandemia COVID-19, la Rome Call sarà ancora più
importante per riflettere in modo più ampio ed etico al futuro della tecnologia. La Rome
Call ci aiuta a metterci su questa strada, per promuovere un dialogo  ponderato, rispettoso e
inclusivo sull'interazione tra la tecnologia dell'intelligenza artificiale e la società».
«In IBM - afferma Dario Gil, Senior Vice President e Director of IBM Research -
crediamo che l'Intelligenza Artificiale abbia la capacità di trasformare e migliorare le
nostre vite e la nostra società in molti modi. Affinché tutti noi possiamo trarre vantaggio
dall'Intelligenza Artificiale, è necessario un impegno a svilupparla, implementarla e
utilizzarla in modo responsabile, al fine di prevenire risultati negativi. Questo è il motivo
per cui IBM ha accettato con orgoglio di far parte dell’iniziativa della Pontificia
Accademia per la Vita come uno dei primi firmatari della Call for AI Ethics di Roma,
sostenendo un approccio etico all'Intelligenza Artificiale. Il nostro lavoro a sostegno di un
approccio etico all’Intelligenza Artificiale permea tutta la nostra azienda, che include un
framework di governance centralizzato, protocolli di valutazione del rischio, metodologie
affidabili di sviluppo dell'Intelligenza Artificiale, iniziative di istruzione e formazione,
ricerca sul piano dell’innovazione e toolkit open source per aiutare altri a rafforzare le loro
attività sull'etica dell'Intelligenza Artificiale».
Da parte della FAO, il Direttore Generale QU Dongyu nota che «entro il 2050, il mondo
dovrà sfamare circa 10 miliardi di persone. Ciò sarà possibile solo con sistemi
agroalimentari trasformati che siano inclusivi, resilienti e sostenibili. L'Intelligenza
Artificiale nell'alimentazione e nell'agricoltura gioca un ruolo chiave in questa
trasformazione e nel raggiungimento dell’obiettivo Food for All». «Alla FAO usiamo un
approccio etico all’Intelligenza Artificiale per una migliore produzione, una migliore
nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore. Tutte le persone hanno il diritto di
beneficiare di un'intelligenza artificiale etica e raccogliere un dividendo digitale. Per questo
la FAO ha pienamente aderito alla Rome Call for AI Ethics».
«È indispensabile – conclude mons. Paglia – che ciascuno di noi comprenda di non essere
un’isola. Non siamo polverizzati, divisi. Siamo un unico corpo, un’unica famiglia, nel bene
e nel male. Teniamoci uniti!»
La Rome Call for AI Ethics sottolinea che «i sistemi di IA devono essere concepiti,
progettati e realizzati per servire e proteggere gli esseri umani e l'ambiente in cui vivono»,
un concetto che i partecipanti hanno ribadito un anno fa.
www.romecall.org - @call_rome
(Testo originale: inglese; traduzione di lavoro in italiano)
Città del Vaticano, 26 febbraio 2021
Comunicato stampa 17 febbraio 2021 – Incontro on line Accademici
Città del Vaticano, 17 febbraio 2021.- La Pontificia Accademia per la Vita vuole essere
profondamente incarnata nella società contemporanea: lo richiedono i tempi che viviamo e
la continuità con il mandato ricevuto. Lo ha ribadito mons. Vincenzo Paglia, Presidente
della Pontificia Accademia per la Vita, aprendo i lavori del seminario di studio riservato
agli Accademici, che si è svolto on line martedì 16 febbraio pomeriggio (ora di Roma).  
Oltre 100 gli Accademici collegati dalle loro diverse sedi in Europa, Africa, Asia,
Continente Americano. «Al mondo scientifico e in modo del tutto particolare alla nostra
Accademia – ha esordito mons. Paglia – è chiesto oggi di rivolgere decisamente lo sguardo
verso il futuro e lavorare intensamente alla costruzione di un domani migliore per ogni
essere umano e per il piccolo pianeta che abita».
In questo contesto mons. Paglia ha reso noto che la prossima Assemblea della Pontificia
Accademia per la Vita si svolgerà dal 27 al 29 settembre 2021 sul tema «Salute pubblica in
prospettiva globale. Il caso Covid-19» con l’obiettivo di confrontarsi con esperti
internazionali per «maturare insieme una riflessione articolata sul futuro che immaginiamo
dopo la pandemia da proporre, con responsabilità e creatività – appunto, da proporre
all’attenzione del mondo scientifico internazionale e alla intera comunità dei credenti.
Stiamo lavorando perché davvero si possa fare il più possibile in presenza perché abbiamo
tutti bisogno di tornare a incontrarci fisicamente».
Il Cancelliere mons. Renzo Pegoraro (nella foto, terzo da sinistra) ha esposto agli
Accademici alcuni aspetti del lavoro svolto negli ultimi dodici mesi.
Il pomeriggio è proseguito con la parte seminariale di riflessione a partire dai temi delle
due encicliche di Papa Francesco: «Laudato Sì’» e «Fratelli Tutti», affidata a tre
accademici. Il primo intervento ha sollecitato una riflessione teologica mentre gli altri due
si sono soffermati sugli aspetti ecologici, sanitari e ambientali della attuale crisi
mondiale. Questa parte è stata moderata dalla prof.ssa Gabriella Gambino, sotto-segretario
del Dicastero Laici, Famiglia, Vita.
Nel primo intervento la prof.ssa M. Therese Lysaught, Loyola University di Chicago, ha
esaminato il collegamento tra le due encicliche. «Papa Francesco ci chiama ad
un'antropologia vibrante e potente, radicata nella Trinità, vissuta come apertura, ospitalità,
gioia, dialogo, vulnerabilità, amore, cura, interconnessione. Ma ha ancora bisogno di un
altro pezzo. Perché cosa succede quando siamo incontrati da Dio o quando Dio incontra
Dio? Di nuovo, San Francesco indica la via: "Laudato si’, mi signore!" Quale altra risposta
può esserci se non lode, stupore, meraviglia, gioia!» Oggi – ha concluso la teologa - «un
passo successivo sarebbe quello di vedere come questo atteggiamento si manifesta nelle
pratiche concrete di amicizia sociale (tra le persone e con il creato) che questi documenti
raccomandano, per promuovere un'ecologia integrale e guarire la terra e le nostre
comunità».
Nel secondo intervento il prof. Felix Löwenstein, presidente del Bund Ökologische
Lebensmittelwirtschaft (BÖLW - Germania), ha preso in esame il tema della biodiversità,
definito il «sistema immunitario della terra», perché «è anche indispensabile per la
produzione del nostro cibo e per la resistenza degli ecosistemi ai cambiamenti climatici.
Non ho tempo di approfondire le conseguenze dell'inquinamento dell'acqua potabile in tutti
i continenti. O per sottolineare cosa significa che entro la metà di questo secolo ci saranno
più tonnellate di plastica negli oceani del mondo che tonnellate di pesce. Sono convinto
che la Pontificia Accademia per la Vita debba interrogarsi su quali siano i legami
economici che portano a tali conseguenze, e secondo quali principi dobbiamo imparare a
riconoscere quando un'innovazione è progresso e quando ci porta solo più vicini all'abisso ;
come dobbiamo usare la ricerca e la conoscenza per rendere giustizia alla nostra
responsabilità di fronte al Creatore di questo mondo infinitamente prezioso e bello in cui
abbiamo il privilegio di vivere ; e come dobbiamo vivere nella nostra Casa Comune per
poter rispondere a testa alta ai nostri discendenti quando ci chiederano cosa abbiamo fatto
delle risorsi comuni che avremo dovuto tramandargli».
Nel terzo intervento il prof. Mounir Farag, docente alla Senghor University di Alessandria
(Egypt), fondatore e direttore del St. Joseph Institute for Family and Pro Vita (Egypt), ha
sottolineato che «l'anno 2020 è stato caratterizzato dalla massiccia crisi sanitaria del Covid-
19, che è diventata un fenomeno globale che ha superato i confini. Questi eventi ci hanno
insegnato quanto sia importante prendersi cura gli uni degli altri e del creato nei nostri
sforzi per costruire una società più fraterna. Una cultura della cura come mezzo per
combattere la cultura dell'indifferenza, dello spreco e del confronto così prevalente nel
nostro tempo».
A conclusione dei lavori mons. Paglia ha ribadito l’importanza di una riflessione teologica
e scientifica capace di andare oltre il «già saputo», affinché intellettuali, umanisti e
scienziati, sappiano affrontare il cambiamneto d’epoca nel quale siamo immersi. In questo
senso il Papa indica una strada con le sue encicliche, «a noi il compito di proseguire,
allargare lo spazio di riflessione su tutte le dimensioni del termine ‘vita’ alla robotica,
all’intelligenza artificiale, alla Bioetica Globale. E vediamo che ‘tutto si tiene’, tutto è
collegato: c’è bisogno di nuove fonti di pensiero per la sete di speranza e fiducia che c’è
nel mondo».
Comunicato stampa – 12 febbraio 2021 – Nuovi Accademici Ordinari
Città del Vaticano, 12 febbraio 2021-. Le nuove nomine di quattro Accademici ordinari
rappresentano un importante avvenimento per tutta la Pontificia Accademia per la Vita. Il
nostro impegno si approfondisce, seguendo le linee indicate da Papa Francesco nei discorsi
che ha rivolto alla Pontificia Accademia per la Vita in questi anni e nella definizione degli
obiettivi ‘strategici’ di lavoro e di approfondimento, contenuti nella Lettera Humana
Communitas del 2019.
Con la prof.ssa Margarita Bofarull, già Accademico Corrispondente, si rinforza la
riflessione negli ambiti della teologia morale e della bioetica. Con il prof. padre Paolo
Benanti, già Accademico Corrispondente ed ora Ordinario e con la prof.ssa Maria Chiara
Carrozza, l’Accademia acquisisce nuove competenze sui temi delle tecnologie e dei loro
risvolti in campo etico e sanitario. Con la nomina del prof. Walter Ricciardi la Pontificia
Accademia per la Vita si prepara al meglio in vista della prossima Assemblea di settembre
sul tema della salute pubblica in prospettiva globale. È un argomento di grande rilevanza
sia a livello sociale e sanitario, sia per quella riflessione etica ineludibile di fronte ad un
mondo cambiato dal Covid19, a donne e uomini alla ricerca di un significato e di una
speranza per la loro vita.
A nome  di tutti gli Accademici esprimiamo un sentito ringraziamento a Papa Francesco
per l’attenzione con cui segue il nostro lavoro. E ribadiamo l’impegno a portare nel nostro
mondo quella ispirazione e vocazione profetica basata sul Vangelo, per indicare la strada
per un tempo nuovo.
Mons. Vincenzo Paglia, Presidente – mons. Renzo Pegoraro, Cancelliere
 Vatican City, February 12, 2021-. The new appointments of four Ordinary Academicians represent
an important event for the entire Pontifical Academy for Life. Our commitment deepens, following
the guidelines indicated by Pope Francis in the speeches he addressed to the Pontifical Academy
for Life in recent years and in the definition of the 'strategic' objectives of work and study,
contained in the 2019 Letter Humana Communitas.
With Prof. Margarita Bofarull, former Correspondent Academician, reflection in the fields of moral
theology and bioethics is strengthened. With Prof. Father Paolo Benanti, former Correspondent
Academician and now Ordinary Academician, and with Prof. Maria Chiara Carrozza, the Academy
acquires new skills on the topics of technologies and their implications in the ethical and health
fields. With the appointment of Prof. Walter Ricciardi, the Pontifical Academy for Life is preparing
itself for the next Assembly on the theme of public health in a global perspective in September.
That is a topic of great importance both at a social and health level, and for that inescapable ethical
reflection in the face of a world changed by Covid19, of women and men in search of meaning and
hope for their lives.
On behalf of all the Academicians, we express an heartfelt thanks to Pope Francis for the attention
with which he looks at our work. And we reaffirm the commitment to bring that gospel-based
prophetic inspiration and vocation to our world, in order to show the way for a new time.
Archbishop Vincenzo Paglia, President - Msgr. Renzo Pegoraro, Chancellor
Comunicato stampa – 9 febbraio 2021 – la vecchiaia il nostro futuro
Il 9 febbraio 2021, la Pontificia Accademia per la Vita, d’intesa con il Dicastero per lo
Sviluppo Umano Integrale, pubblica il documento La vecchiaia: il nostro futuro. La
condizione degli anziani dopo la pandemia.
Da quando la pandemia ha avvolto il mondo, le persone anziane sono state le più colpite a
livello internazionale. Se, da un lato, ciò è dovuto alla fragilità insita nella vecchiaia e nelle
patologie che la accompagnano, dall’altro il numero elevato di vittime non può non
suscitare la questione del ripensamento dell’intero modello di assistenza, che pare vada
corretto al di là dei confini dei singoli stati.
Il nuovo documento che la Pontificia Accademia presenta, d’intesa con il Dicastero per lo
Sviluppo Umano Integrale, intende sottolineare l’urgenza di una profonda riflessione che
conduca ad un ripensamento del modello di assistenza agli anziani, affinché si ponga al
centro dell’attenzione delle politiche sanitarie e sociali la singola persona e la sua
situazione. Si parte dal desiderio di ogni uomo e ogni donna di vivere l’ultima stagione
della vita accompagnati e sostenuti dai propri familiari e inseriti in un habitat idoneo a
vivere i giorni di una serena vecchiaia.
Il testo dell’Accademia propone il concetto del continuum assistenziale in cui la singola
persona possa essere presa in carico da un sistema assistenziale in cui la famiglia sia
sostenuta da nuovi e innovativi modelli integrati di cura: assistenza domiciliare, “assisted
living”, personale sanitario “di quartiere”, nuovi modelli di case-famiglia e di convivenze,
servizi erogati a casa per favorire il permanere presso la propria abitazione. Le attuali
strutture che ospitano gli anziani hanno certamente costituito una proposta di accoglienza
per rispondere ad una domanda e ad una vera necessità e tante istituzioni guidate da
religiosi, all’interno del mondo della Chiesa, sono state un vero sostegno, per molti, nel
tempo della debolezza. Ma oggi dobbiamo avviare un dibattito franco e serio sull’efficacia
e sulla fattibilità di nuovi modelli di accoglienza.
Con questo documento La Pontificia Accademia per la Vita riprende la riflessione già
avviata con la Nota del 30 marzo 2020 (Pandemia e Fraternità Universale), proseguita
con la Nota del 22 luglio 2020 (L’Humana Communitas nell’era della Pandemia.
Riflessioni inattuali sulla rinascita della vita ) e con il documento congiunto con il
Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale (Vaccino per tutti. 20 punti per un mondo
più giusto e sano) del 28 dicembre 2020. L’intenzione è di proporre la via della Chiesa,
maestra di umanità, ad un mondo cambiato dal Covid19, a donne e uomini alla ricerca di
un significato e di una speranza per la loro vita.
Una rinnovata attenzione, a cui Papa Francesco chiama tutti, nei confronti degli anziani e
del loro rapporto con i nipoti e le nuove generazioni, dovrà condurre ad un ripensamento
della cura di ogni uomo e di ogni donna che riceve la grazia della benedizione di una lunga
vita. Non è bene staccare i bambini e i giovani dal contatto continuo con i loro genitori e i
loro nonni. Una società che produce la “cultura dello scarto” ha bisogno della profezia
della Chiesa che, nella sua sapienza, indica la strada della comunione e della prossimità
delle generazioni che si susseguono, perché nessuno resti solo e sia abbandonato e perché
chi è giovane impari che la fragilità è un talento e una ricchezza. 

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