Sei sulla pagina 1di 76

SANGUE

Tessuto connettivo a funzione trofica


costituito da:

componente extracellulare liquida plasma

componente cellulare:
globuli rossi o eritrociti
globuli bianchi o leucociti
piastrine o trombociti

Circola all’interno di un sistema di vasi chiuso il


sistema circolatorio.
Adulto 70Kg
5-6 litri

Il volume occupato
dagli eritrociti
sedimentati:
EMATOCRITO
Valore normale:
35- 45% donne,
40-50% uomini
(May-Grunwald-Giemsa)

Eritrociti 4,5-5.106 /mm3


Leucociti 6-9000/mm3
Piastrine 2-300000/ mm3
Funzioni

Regola le attività dell’organismo.

Trasporta:

-gas respiratoti

-sostanze nutritive, prodotti di rifiuto

-metaboliti
(ormoni, fattori di crescita, anticorpi)

-cellule immunocompetenti

Meccanismi di coagulazione
Plasma

Fluido leggermente alcalino (pH 7,2-7,3)


consente scambi metabolici attraverso la parete dei
capillari, tra: sangue liquidi interstiziali.
90% Acqua
1% Sali minerali in forma ionica:
Cl-, K+ , Na+ , Mg+ +, Ca + +

9% Sostanze organiche: Glucidi, Lipidi, Proteine


9% Sostanze organiche disciolte nel plasma

Glucidi: glucosio

Lipidi: colesterolo, trigliceridi, fosfolipidi, acidi


grassi

Proteine:
albumina (trasporto piccole molecole idrofobiche),
globuline (a, b, g)
fibrinogeno,
ormoni,
vitamine,
proteine del complemento (anti-microbica),
lipoproteine (chilomicroni, LDL, VLDL per trasporto
trigliceridi e colesterolo)

Dopo allontanamento delle proteine dal plasma, si


ottiene una frazione di azoto residuo, costituita da:
urea, acido urico, aa, creatina e creatinina
misurata come azotemia.
Elementi figurati

Globuli rossi, eritrociti o emazie

Specializzati nel trasporto dei gas respiratori


diametro di 7-8 μm

privi di nucleo (mammiferi)


privi di organuli

forma di disco biconcavo


con la regione centrale
più sottile.
Contengono enzimi solubili citoplasmatici:

-Anidrasi carbonica: forma l’acido carbonico a


partire da H2O e CO2. Questo acido (H2CO3)
si dissocia in HCO3- e H+.
La CO2 viene trasportata ai polmoni sotto forma di
bicarbonato

-Enzimi delle glicolisi anaerobia: producono ATP


Presentano proteine di trans-membrana

La proteina integrale di membrana, banda 3 è:


- un canale ionico per lo ione bicarbonato HCO3-
e lo ione cloruro Cl-,
-lega l’Hb
-lega gli enzimi glicolitici
-lega spectrina (citoscheletro)
95% Emoglobina =
proteina contenente ferro
in grado di legare in modo
reversibile l’ossigeno.
95% Emoglobina = proteina contenente ferro in
grado di legare in modo reversibile l’ossigeno.
Parte proteica
Globine
Molte Hb anomale (a,b,g,d)
da cause genetiche.

Gruppo prostatico
Eme (Fe2+)

Nei capillari polmonari l’O2 si lega labilmente e


reversibilmente all’eme andando a formare
l’ossiemoglobina.
Nei tessuti, solo il 20% della CO2 viene trasportato
dai GR sottoforma di carbammino emoglobina.
70% della CO2 viene trasportata sottoforma di
bicarbonato (interno GR e plasma).
10% sottoforma di CO2 fisicamente disciolta nel
plasma.
Membrana eritrocitaria:

Forma biconcava e deformabilità: dovute a


particolare organizzazione della membrana
plasmatica e del citoscheletro
La membrana plasmatica presenta specifiche ed
ereditarie catene di carboidrati che che funzionano
come antigeni e determinano il gruppo sanguigno
di un individuo.
Gli antigeni più comuni sono gli antigeni A e B,
responsabili dei 4 gruppi A, B, AB e 0
Un altro gruppo è l’Rh (Macacus Rheus) che
comprende più d 12 antigeni.
3 di questi antigeni sono molto comuni (C,D,E)
l’85% della popolazione possiede uno di questi
antigeni, ed è Rh+.
Prevenire l’immunizzazione
con anticorpi anti-D
entro 72h dopo il parto
Di un neonato Rh+
da parte di una donna Rh-
Ciclo vitale
vita media di 120 giorni
Attraversa l’intero sistema circolatorio 100.000 volte, passando
attraverso capillari con lume (3mm) più piccolo rispetto al
diametro cellulare.

rimpiazzati da nuovi elementi sintetizzati a livello


degli organi emopoietici
(midollo osseo)

I globuli rossi neosintetizzati reticolociti


contengono ancora residui di ribosomi
Eritrociti presentano molecole di acido sialico
esposte in membrana (carica negativa)

Eritrociti invecchiati:
diminuzione dei residui di acido sialico
esposizione di residui di galattosio
segnale riconosciuto dai macrofagi (milza, fegato)

Fagocitosi o Emocateresi

Globina degradata in aa.


Eme, non riutilizzato, trasformato in bilirubina ed escreto.
Globuli bianchi o leucociti

Difesa dell’organismo contro le aggressioni da agenti


esterni: batteri, virus, miceti.

Granulociti o polimorfonucleati

granulociti neutrofi
Granuli specifici granulociti basofili
Granuli aspecifici: azzurrofili
granulociti eosinofili

Agranulociti Monociti
Granuli aspecifici: azzurrofili Linfociti
basofilo

eosinofilo

4000 e 10000 per ml


percentuali costanti: formula leucocitaria

Granulociti neutrofili 50-70%


Linfociti 20-30%
Monociti 3-8%
Granulociti eosinofili 2-3 %
Granulociti basofili 0,1-1%
Il circolo sanguineo
trasporta i leucociti
da organi emopoietici distretti tissutali

leucocita fuoriesce dal vaso passando tra le cellule


endoteliali diapedesi.
Nel corso di infiammazione i tessuti rilasciano:
IL-1, TNFα

endotelio attivato
esprime E-selectina

lega la componente glucidica di membrana dei


leucociti

debole adesione e rallentamento del flusso dei


leucociti che rotolano sull’endotelio

adesione più forte


mediata da integrine

migrazione attraverso la parete


Granulociti o polimorfonucleati

nucleo plurilobato
numerose granulazioni nel citoplasma.

Granuli hanno diversa affinità per i coloranti basici o


acidi e vengono distinti in

Neutrofili

Eosinofili assumono coloranti acidi


(eosina)

Basofili assumono coloranti basici


(blu di metilene)
Granulociti Neutrofili

Forma tondeggiante, diametro 9-10 μm,


nucleo plurilobato: 2-5 lobi uniti da ponti di cromatina
(eterocromatina = corpo di Barr)

Membrana plasmatica ha recettori per il complemento


e per la porzione Fc delle IgG

Vita breve (6-7h) nel sangue.


Il citoplasma è ricco di granuli:

Granuli azzurrofili o primari


Lisosomi (idrolasi acide)

Granuli specifici: secondari e terziari


numerosi e piccoli
(lattoferrina, lisozima, fagocitina, collagenasi,
gelatinasi)
I granulociti neutrofili svolgono un ruolo primario
nell’infiammazione.

corpo estraneo processo infiammatorio


che richiama i granulociti
agente infettivo dal circolo verso il tessuto.
insulto meccanico
stimolo fisico

Adesione dei leucociti all’endotelio

Diapedesi
Movimento ameboide
verso molecole chemoattraenti (chemochine)
per le quali esprimono recettori.

Giunti nel focolaio, il legame delle chemochine al


recettore di membrana del neutrofilo:
1. rilascio granuli terziari nella matrice extracellulare
(gelatinasi degrada la lamina basale facilitando la migrazione)

2. fagocitosi: formazione di un vacuolo


intracellulare che contiene il materiale fagocitato
Fagosoma
si fonde con i lisosomi (azzurrofili) per formare
Fagolisosoma
(idrolasi acide) digestione del contenuto.
Il neutrofilo, a partire dall’acido arachidonico
di membrana, sintetizza leucotrieni che innescano
il processo infiammatorio.

Dopo aver distrutto il microrganismo


il neutrofilo degenera.

Accumulo di leucociti morti,


batteri e liquido tessutale = Pus.
viene degradato dai macrofagi connettivali
Granulociti Eosinofili

Tondeggianti, diametro 9-10 μm,


nucleo plurilobato (bilobato)
Vita 2-3h nel sangue, poi migrano (connettivo
cute, apparato respiratorio ed intestinale per 8-10g)

Nel citoplasma presentano granuli acidofili


(arancione)

Recettori in membrana per:


le IgG, IgE e complemento
Granuli primari: enzimi lisosomiali e perossidasi
(digeriscono i parassiti e idrolizzano i complessi
antigene-anticorpo)

Granuli specifici:
Proteina basica maggiore
Proteina cationica eosinofila

sostanze tossiche per i parassiti


Gli eosinofili aumentano nelle malattie allergiche o
nelle infestazioni da parassiti (eosinofilia).

movimento ameboide verso i focolai di


infiammazione
in risposta a sostanze (istamina, leucotrieni e fattore chemiotattico
eosinofilo) prodotte dai

linfociti, granulociti basofili e neutrofili, mastiociti

1. Fagocitano i complessi antigene-anticorpo.


2. Nelle infestazioni da parassiti, li distruggono,
rilasciando la proteina basica maggiore e la proteina
cationica fortemente tossiche (fori)
Granulociti Basofili

Tondeggianti, nucleo plurilobato mascherato da


granulazioni specifiche che occupano quasi tutto il
citoplasma.
Scarsa attività fagocitaria e limitata anti-microbica.
Recettori per le IgE in membrana.
I granuli specifici contengono:
Eparina, Istamina
Fattore chemiotattico per eosinofili e neutrofili.

Il legame delle IgE ai recettori specifici presenti sulla


membrana dei basofili

attiva la reazione di degranulazione


liberazione del contenuto dei granuli

Vasodilatazione e contrazione della muscolatura liscia

-Locale o, più raramente se è


-generalizzata provoca una caduta rapida
della pressione sanguigna (shock anafilattico).
Monociti

14-17μm diametro.
Tondeggianti, contorni lisci o irregolari per la
presenza di pseudopodi per movimento ameboide.

Citoplasma numerosi granuli grigio azzurri: lisosomi


Nucleo reniforme.
Monociti immessi in circolo dal midollo osseo vi
rimangono per 24-72 h, poi migrano nei tessuti
dove si trasformano in macrofagi e vi rimangono per
periodi variabili (mesi).

Monociti migrano verso focolaio infiammatorio


si differenziano in macrofagi Fagocitosi

Macrofagi attivati possono:


-Liberare sostanze ad attività battericida (lisozima)
-Secernere interferoni e citochine che modulano la
risposta e la proliferazione di altri tipi cellulari (linfociti).
-Dopo aver fagocitato l’antigene, presentare le
porzioni più antigeniche (epitopi) in associazione con
l’HLA di classe II alle cellule immunocompetenti.
Milza Fegato
(cellule di Kupffer) distruzione dei globuli rossi
invecchiati
Polmone: macrofagi alveolari (rimuovono le
particelle di polvere).
Osso: osteoclasti (riassorbimento osseo).
Sistema nervoso centrale
Microglia eliminano residui di neuroni danneggiati.

I macrofagi nei vari tessuti sono impegnati anche nella


rimozione delle cellule morte per apoptosi.

Riconoscimento
recettori per la fosfatidil serina che si espone sulla
membrana delle cellule apoptotiche
Linfociti

Cellule sferiche (7-18mm): nucleo voluminoso,


occupa quasi l’intera cellula circondato da un
sottile velo di citoplasma.
Scarso citoplasma
Pochi mitocondri, piccolo Golgi,
scarso RER, molti ribosomi liberi,
lisosomi
Costituiscono la componente cellulare
fondamentale del sistema immunitario.
si trovano anche
nella linfa
Linfociti attivati
negli organi linfoidi Dimensioni maggiori
tessuti connettivi

Sono in grado di ri-circolare:


I linfociti escono dal circolo sanguigno,
passano nel connettivo o nel tessuto linfoide e
possono rientrare nel sangue venoso attraverso
le vie linfatiche.
I linfociti sono divisibili in 3 sottopopolazioni:

Linfociti B Ig
Recettori per l’antigene
Linfociti T TCR

Linfociti NK

Non si distinguono morfologicamente


Immunoistochimica per evidenziare
specifici marker di superficie

Dei linfociti circolanti:

80% sono linfociti T


15% sono linfociti B
5% sono linfociti NK
Linfociti NK (Natural Killer)

Cellule effettrici della risposta difensiva


innata immunità naturale.

Citoplasma ricco di granuli azzurrofili.

Uccidono cellule opsonizzate, neoplastiche o


infettate da virus e che risultano prive di
HLA di classe I.

Cellule altamente citotossiche:


rilasciano perforine che si legano sulla
membrana bersaglio creando dei pori
morte per apoptosi.
Linfociti B

Cellule impegnate nella risposta immunitaria


umorale o anticorpo-mediata.
La principale funzione dei linfociti B è la produzione
di anticorpi o immunoglobuline.

Gli anticorpi (IgM o IgD) espressi sulla superficie


dei linfociti B, riconoscono antigeni solubili:
BATTERI, TOSSINE, PARASSITI.
Anticorpi o
Immunoglobuline

porzione variabile sito di legame


di una catena H e di una catena L per l’antigene

Ciascun anticorpo presenta due siti di interazione con


l’antigene identici.

Esistono diverse classi di immunoglobuline


IgG, IgA, IgM, IgD, IgE
diverso tipo di catena pesante (γ, α, μ, δ, ε)

2 isotipi di catene leggere: κ e λ.


Frammento
Fc
Diverse
Immunoglobuline
espresse in
membrana
BCR: Riconosce antigeni
nella loro conformazione naturale
Linfociti T

Impegnati nell’immunità cellulare o cellulo-mediata.

Antigeni riconosciuti  (FUNGHI, PARASSITI)


CELLULE TUMORALI, CELLULE INFETTATE DA VIRUS,
CELLULE ETEROLOGHE TRAPIANTATE

I linfociti T riconoscono l’antigene estraneo presente


sulla superficie di cellule bersaglio, associato alle
molecole di MHC di classe I e II, mediante un
recettore di membrana
Il T Cell Receptor, (TCR)
un eterodimero costituito da:
due catene polipeptidiche
αeβ
(legate covalentemente da ponti
disolfuro)
TCR

Anche questo recettore, come le Ig, contiene una


porzione costante e una variabile per il riconoscimento
dell’antigene.
(in associazione con un complesso glicoproteico:
CD3 trasduzione del segnale di attivazione)

Linfociti T presentano una distribuzione clonale del


TCR: ogni clone esprime uno specifico recettore.
I linfociti T si dividono in 2 popolazioni:

Linfociti T citotossici CD8+


Linfociti T helper CD4+

I linfociti T citotossici CD8+, in seguito al legame del


TCR con l’antigene associato all’MHC classe I,
proliferano dando origine a cellule della memoria e
distruggono la cellula bersaglio.

I linfociti T helper CD4+ attivati (da MCH classe II)


si espandono clonalmente, producono linfochine
che stimolano o regolano l’attività di
linfociti B, T e NK.
Piastrine

Le piastrine non sono cellule ma piccoli elementi


corpuscolati derivanti dalla frammentazione del
citoplasma di cellule: i megacariociti.

prive di nucleo ma con molti organuli citoplasmatici


diametro di 2-4 μm.
200000-300000 piastrine per ml.

vita media di 5-9 giorni.


Le piastrine sono coinvolte, insieme ad altri fattori,
nella coagulazione del sangue.

La membrana plasmatica è rivestita da glicocalice:


glicoproteine e proteoglicani a funzione recettoriale
che consentono i meccanismi di aggregazione
piastrinica
e l’adesione sulle superficie vasale danneggiata
(tappe importanti per la formazione del coagulo sanguigno).
Citoscheletro formato da microtubuli e microfilamenti
importante per il mantenimento della forma delle
piastrine e per la loro deformabilità.

Granuli α contenenti: fibrinogeno, fattore 8 /Von


Willebrand, tromboplastina piastrinica,
trombospondina, ecc ecc

Granuli densi meno numerosi, contenenti: amine


biogene, ioni Ca, ADP, ATP.

Granuli lisosomiali
Adesione piastrinica
nella sede della lesione
le piastrine aderiscono mediante integrine di
membrana alle strutture sottoendoteliali
(fibre collagene)
si appiattiscono in modo da riparare la breccia aperta
nell’endotelio.

Aggregazione piastrinica
-legame lasso delle piastrine tra loro
-poi aggregati impermeabili
Coagulazione

l’aggregato temporaneo di piastrine viene convertito


in coagulo
trasformazione di una proteina plasmatica solubile
fibrinogeno fibrina
(trombina)

molecole di fibrina si connettono formando una rete


di filamenti in cui rimangono imbrigliatele le cellule
del sangue.
In condizioni normali, le cellule endoteliali
impediscono l’aggregazione piastrinica.

Endotelio danneggiato:
cessa di produrre gli inibitori dell’aggregazione
piastrinica e rilascia il fattore di von Willebrand.

Le piastrine aderiscono al collagene


subendoteliale, soprattutto in presenza
del fattore di vW, e degranulano

Attivazione piastrinica
Attivazione Piastrinica

Il rilascio di: ADP e trombospondina rende le


piastrine appiccicose e causa l’adesione delle
piastrine circolanti su quelle già adese (al collagene)
provocando degranulazione.

La tromboplastina piastrinica e tessutale


trasformano la protrombina in trombina che, in
presenza di Ca2+, trasforma
il fibrinogeno (solubile) in fibrina (insolubile).

I monomeri di fibrina si aggregano e formano un


reticolo che ingloba gli elementi figurati del sangue,
costituendo un ammasso gelatinoso detto:
coagulo sanguigno o trombo.

Dopo 1h, si formano dei filamenti che contraggono


il coagulo (riducendo a metà il suo volume iniziale), per
facilitare l’avvicinamento dei bordi del vaso
lesionato e ridurre la perdita emorragica.
La conversione del fibrinogeno in fibrina viene
operata da un enzima
trombina
presente nel sangue in forma inattiva
protrombina

La trasformazione da protrombina a trombina avviene


ad opera di una serie di fattori :
presenti normalmente nel sangue fattori ematici
prodotti dalle piastrine fattori piastrinici
liberati dai tessuti sotto la lesione fattori tissutali

Il meccanismo si attua attraverso una serie di


reazioni a cascata
fino all’attivazione del fattore X
che catalizza la trasformazione della protrombina in
trombina.
Linfa

È un liquido alcalino trasparente che circola nei vasi


linfatici a velocità molto bassa.

La velocità di circolo è sostenuta dalla contrazione


delle masse muscolari che spremono una gran
quantità di liquido extracellulare in eccesso e
contemporaneamente determinano uno smaltimento
dei prodotti del metabolismo cellulare.

Formato da una:

• componente liquida
sali, colesterolo e prodotti di ricambio tissutale.

• componente corpuscolata linfociti (T)


Si forma per drenaggio del liquido presente negli
spazi interstiziali di organi e tessuti.

Si raccoglie in sottili capillari linfatici che originano a


fondo cieco e poi aumentano di calibro.
Tra i vasi linfatici sono interposte stazioni
linfonodali
passando attraverso i linfonodi, la linfa subisce
un processo di depurazione da eventuali batteri,
si arricchisce di linfociti e anticorpi.
I vasi linfatici di calibro maggiore
confluiscono nel dotto toracico e nel
dotto linfatico destro
attraverso i quali la linfa viene immessa
nel circolo venoso
Il contenuto di linfociti è
-minimo nei capillari (500 per mmc)
-massimo nei grossi vasi linfatici emergenti
dai linfonodi (400.000 per mmc).

La progressione della linfa è determinata:


1. dalla contrazione ritmica delle componenti
muscolari delle pareti dei capillari,
2. dalla presenza di valvole che ne impediscono il
reflusso,

Il sistema linfatico è:
una via accessoria del liquido interstiziale, attraverso
cui vengono rimosse le proteine ed il materiale
corpuscolato che non sono drenati dai capillari
venosi.

Potrebbero piacerti anche