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Le curve nel piano x y si presentano con una tipologia molto variegata. Ecco
quattro esempi base:
301
302 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2
1 2
1.5
y
0.5
1
0
-1 -0.5 0.5
x 1
0
-2 -1 1
-0.5 -0.5
-1
-1 -1.5
-1 0 2 4 6 8 10 12
Da notare:
• I valori delle coppie (x, y) come funzione di t compaiono solo nei punti in
grassetto che indicano i valori interi del parametro, ed appaiono solo per
convenienza del lettore. Servono, in questo primo approccio, anche a far
vedere che ad intervalli di tempi uguali non corrispondono spazi percorsi
uguali, cioè che la velocità lungo la traiettoria non è costante;
¥
Soluzione: L’idea più semplice è quella di usare la variabile indipendente
come parametro t. Si ha
Per C1 x = t ; y = sin t ; −π ≤ t ≤ π
Per C2 x = t ; y = t2 −1 ≤ t ≤ 1
La stessa idea può essere usata per una qualsiasi funzione f definita su di
un intervallo [a, b] . Infatti basta porre
x = t; y = f (t) ; a≤t≤b
per avere una parametrizzazione del grafico della funzione y = f (x) , x ∈ [a, b] .
¥
x = r cos t ; y = r sin t ; 0 ≤ t ≤ 2π
Nota 213 Notare che abbiamo più volte affermato che quella trovata è una
possibile parametrizzazione. Infatti di parametrizzazioni se ne possono trovare
un’infinità. Eccone qui di seguito un paio di esempi.
x = r sin t ; y = r cos t ; 0 ≤ t ≤ 2π
e ancora
Nota 214 Come si fa a vedere che realmente queste tre diverse parametriz-
zazioni rappresentano lo stesso oggetto in R2 ?
Per vederlo cerchiamo di fare l’operazione opposta alle precedenti, cerchiamo
cioè di eliminare il parametro t. Se si prende il quadrato delle componenti della
prima parametrizzazione si ha
¡ ¢
x2 = r2 cos2 t ; y 2 = r2 sin2 t ; da cui x2 + y 2 = r2 cos2 t + sin2 t = r2 .
0.8 0.8
0.6 0.6
0.4 0.4
0.2 0.2
0 0
-1 -0.5 0.5 1 -1 -0.5 0.5 1
x = t, y = t2 ; −1 ≤ t ≤ 1 x = t3 , y = t6 ; −1 ≤ t ≤ 1
I punti sono calcolati in entrambi i casi con lo stesso intervallo del parametro
t, (−1, −3/4, −1/2, −1/4, 0, 1/4, 1/2, 3/4, 1).
¥
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
-0.2
-0.4
-0.6
-0.8
-1
-1 -0.8-0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
La curva di Lissajou
(sin 4t, cos 5t) , 0 ≤ t ≤ 2π
Invertire la Direzione
Se consideriamo la curva
(
x = f (t)
a≤t≤b
y = g (t)
si ha che la curva viene percorsa a partire dal punto (f (a) , g (a)) per arrivare
al punto finale (f (b) , g (b)) . Viene spontaneo chiedersi come fare nel caso si
volesse percorrere la curva nella direzione inversa mentre il parametro continua
a variare tra a e b.
Il modo più semplice è quello di riscrivere la curva nel modo seguente
(
x = f (a + b − t)
a≤t≤b
y = g (a + b − t)
¥
308 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2
(
x = f (a + (b − a) t)
0≤t≤1 .
y = g (a + (b − a) t)
(
x = f (t)
0≤t≤1
y = g (t)
µ ¶
t−a
x = f b−a
µ ¶ a≤t≤b
t−a
y = g
b−a
6.1. CURVE NEL PIANO 309
Esercizi
Note per l’uso della tecnologia. MAPLE può essere molto utile per con-
trollare le risposte date ad alcuni dei seguenti esercizi. Ricordiamo qui alcuni
dei comandi di MAPLE per disegnare curve parametriche.
>plot( [sin(t), cos(t),t=0..2*Pi]);
>plot( [sin(t), cos(t),t=0..2*Pi], -3..3, -1..1);
>plot( [t,t^2,t=0..2]);
>plot( [t,t^2,t=0..2],scaling=constrained);
>plot( {[t,t^2,t=-1..1],[t,1,t=-1..1]});
(a) x = 2 + 3t , y = 1 + 2t, 0 ≤ t ≤ 1;
(b) x = 2 + 3 (1 − t) , y = 1 + 2 (1 − t) , 0 ≤ t ≤ 1;
(c) x = t , y = m t + b , 0 ≤ t ≤ 1;
310 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2
(d) x = a + bt, y = c + dt , 0 ≤ t ≤ 1;
(e) x = x0 + (x1 − x0 ) t , y = y0 + (y1 − y0 ) t , 0 ≤ t ≤ 1;
(a) In quale dei punti indicati (interi) ti aspetti che il punto si muova
più velocemente? più lentamente?, Perché?
(b) Usa le equazioni parametriche per valutare la velocità per t = 3, e
per t = 6.
x = t3 ; y = sin t3 , −2 ≤ t ≤ 2
x = a + r cos t , y = b + r sin t , 0 ≤ t ≤ 2π
x = a cos t , y = b sin t , 0 ≤ t ≤ 2π
Calcolare queste derivate non è più complicato del calcolare le derivate per
le funzioni da R in R. Per esempio,
Definizione 219 Sia P (t) = (x (t) , y (t)) una coppia che descrive una curva
piana C come indicato sopra.
Supponiamo che (x0 (t) , y0 (t)) 6= (0, 0) per ogni t ∈ (a, b) . Per tutti i valori
t0 ∈ (a, b) , il vettore P 0 (t) = (x0 (t0 ) , y 0 (t0 )) è tangente alla curva C nel pun-
to (x (t0 ) , y (t0 )), e punta nella direzione di t crescente. Inoltre, il modulo
|(x0 (t0 ) , y 0 (t0 ))| ci dice qual’è la velocità (in termini di unità di misura di t)
con la quale P (t) si muove lungo C.
cioè il modulo del vettore velocità, che ci dà la velocità istantanea (in unità
di distanza per unità di tempo) con la quale r (t) si muove lungo C.
La direzione del vettore velocità. Se P 0 (t0 ) 6= (0, 0) , allora P 0 (t0 ) è un
vettore tangente alla curva nel punto (x (t0 ) , y (t0 )) e punta nel verso delle t
crescenti.
-1 0 1 2 3
-1
-2
¥
Un altro modo di trovare il coefficiente angolare della retta tangente ad una
curva in un punto è il seguente:
6.1. CURVE NEL PIANO 313
Teorema 222 Sia C una curva parametrica le cui funzioni componenti sono
differenziabili. Se x0 (t) 6= 0, il coefficiente angolare della retta tangente alla
curva nel punto (x (t) , y (t)) è dato da
dy y 0 (t) dy/dt
= 0 = .
dx x (t) dx/dt
Dimostrazione. Fissiamo un punto t0 . Si ha allora
¯
dy ¯¯ y (t) − y (t0 )
¯ = lim .
dx t=t0 t→t0 x (t) − x (t0 )
limt→t0 y(t)−y(t
t−t0
0)
y0 (t)
= =
limt→t0 x(t)−x(t 0) x0 (t)
t−t0
che è ciò che volevamo dimostrare (L’ultimo passaggio funziona poiché abbiamo
supposto che x0 (t0 ) 6= 0.
Esempio 224 Uno spara palle da tennis lancia orizzontalmente delle palline
con una velocità iniziale di 30 m/ sec . da un’altezza iniziale di 1, 5 m.
Descrivere la traiettoria della palla, ignorando la resistenza dell’aria. In che
punto la palla tocca terra? Con quale velocità
x (t) = 30t ;
y (t) = 1.5 − 4.9t2 .
1.4
1.2
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0 2 4 6 8 10 12 14 16
¥
6.1. CURVE NEL PIANO 315
Esercizi
1. Disegnare le curve parametriche sotto elencate. Per ognuna di loro indi-
care verso di percorrenza e indicare i punti corrispondenti a t = −1, t = 0
et=1.
³ √ ´
(a) t, 1 − t2 , −1 ≤ t ≤ 1 ;
³ √ ´
(b) t, − 1 − t2 , −1 ≤ t ≤ 1 ;
³√ ´
(c) 1 − t2 , t , −1 ≤ t ≤ 1 ;
³ √ ´
(d) − 1 − t2 , t , −1 ≤ t ≤ 1 ;
3. Una curva ha modulo della velocità costante se |(x0 (t) , y 0 (t))| = Cost.
Quale tra le curve dell’Esercizio 1 ha questa proprietà?
(a + r cos , b + r sin t) , 0 ≤ t ≤ 2π .
(x − a)2 + (y − b)2 = r2 ,
(a cos t, b sin t) , 0 ≤ t ≤ 2π .
Nel Capitolo 3 abbiamo definito la continuità di una funzione come limite. Una
funzione è continua in un punto x = a se
Ecco il disegno:
Il TVE:su [a, b] ,
f assume i valori estremi
Nei due teoremi, entrambe le ipotesi, che f sia continua e che l’intervallo sia
limitato e chiuso sono necessarie. Se una delle due ipotesi manca, f potrebbe
non assumere il massimo o il minimo, o il grafico potrebbe avere un salto.
√
Esempio 230 Sia f (x) = x.
a. Cosa dice il TVE su f nell’intervallo [0, 1] ?
b. Sebbene f sia continua su [0, +∞) non ammette massimo su questo inter-
vallo. Questo fatto contraddice il TVE ?
c. Sebbene f sia continua su (0, 1] non assume un valore minimo su questo
intervallo. Questo fatto contraddice il TVE ?
d. Mostrare che il TVI vale se consideriamo f nell’intervallo [0, 4] e y = 1.
Soluzione.
a. Il TVE dice che f deve ammettere un massimo e minimo assoluto per
qualche valore appartenente all’intervallo [0, 1] . Infatti, f (0) = 0 è il valore
minimo e f (1) = 1 è il valore massimo.
b. Non c’è contraddizione. Il TVE si applica solo ad intervalli chiusi e
limitati. Né [0, +∞) o (0, 1] è chiuso o limitato.
c. Il TVI dice che f deve assumere tutti i valori tra f (0) = 0 e f (4) = 2.
In particolare y = 1 è uno di questi valori. Come del resto ovvio, f (1) = 1,
come il TVI richiede. ¥
6.2. PROPRIETÀ DELLA CONTINUITÀ 321
6.2.1 Esercizi
1. Sia f (x) = 1/x .
7. Dire quale delle seguenti affermazioni sono vere, potrebbero essere vere,
non sono vere.
(a) Se f (1) < 0 e f (5) > 0, allora esiste c ∈ (1, 5) tale che f (c) = 0.
(b) Se f è continua su [1, 5], f (1) > 0 e f (5) < 0, allora esiste c ∈ (1, 5)
tale che f (c) = 0.
(c) Se f è continua su [1, 5] ed esiste c ∈ (1, 5) tale che f (c) = 0, allora
f (1) · f (5) ≤ 0.
(d) Se f è continua su [1, 5] e non ha radici su [1, 5], allora f (1)·f (5) > 0.
9. Sia
(
ax2 + 3 , se x < 2
f (x) = .
3x − 5 se x ≥ 2
10. Supponiamo che f sia definita su [−5, 5], che f (−5) = 2 e f (5) = −2. Se
f assume tutti i valori in [−2, 2] , f è continua?
12. Sia
(
x , se x è razionale
f (x) = .
0 , se x è irrazionale
f (x) − f (a)
f 0 (a) = lim .
x→a x−a
f (x) − f (a)
f (x) − f (a) = · (x − a) → f 0 (a) · 0 = 0
x−a
come richiesto.
Come già affermato ripetutamente, non intendiamo in questo corso pre-
sentare una teoria rigorosa all’Analisi Matematica Vogliamo comunque, in questo
paragrafo, presentare un teorema (uno dei grandi teoremi dell’analisi matem-
atica), e alcune sue conseguenze, che hanno una rilevanza particolare.
324 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2
f (b) − f (a)
f 0 (c) = .
b−a
Fuori dal contesto il TVM può essere di difficile comprensione. Cerchiamo
allora di rispondere alle seguenti domande: Cosa significa il suo enunciato?
Perché quel nome? Le ipotesi sono necessarie? A quali questioni da risposta
il teorema? Perché le risposte ci interessano? Cosa rende “grande” questo
teorema?
Cominciamo con l’osservare, come preannunciato, che il teorema afferma
che, sotto ipotesi opportune per f , la sua derivata f 0 deve assumere un certo
valore medio. L’interpretazione di f 0 come velocità o come pendenza rende
plausibile il risultato
Il TVM - Il Punto di Vista di un Guidatore
Se un automobile ha una velocità media di 80 km/h su di un certo intervallo
di tempo, sicuramente per qualche istante deve aver viaggiato a 80 km/h. Il
TVM dice esattamente la stessa cosa, in modo più generale. Se f (t) rappresenta
la posizione della macchina, in chilometri, al tempo t misurato in ore, allora,
come abbiamo visto, f 0 (t) rappresenta la velocità istantanea della macchina al
tempo t e (f (b) − f (a)) / (b − a) rappresenta la velocità media della macchina
nell’intervallo di tempo a ≤ t ≤ b. In questo linguaggio, l’equazione relativa al
TVM
f (b) − f (a)
f 0 (c) =
b−a
si legge come segue:
Il TVM
f (b) − f (a)
0 = f 0 (c) = =⇒ f (b) − f (a) = 0 =⇒ f (b) = f (a)
b−a
Teorema 235 Supponiamo che f 0 (x) > 0 per tutti gli x in un intervallo I.
Allora f è crescente su I.
Poiché f 0 (c) > 0 e (b − a) > 0 ne segue che f (b) − f (a) > 0, cioè f (b) > f (a) .
Teorema 236 Se f (a) = g (a) e f 0 (x) ≤ g 0 (x) per x ≥ a , allora f (x) ≤ g (x)
per tutti gli x ≥ a .
Due Lemmi
Daremo una traccia della dimostrazione del teorema, basandoci su due Lemmi
preliminari
Dimostrazione. Supponiamo che sia interno il massimo (il caso del minimo
è simile). Per definizione di derivata si ha:
f (c + h) − f (c)
f 0 (c) = lim
h→0 h
f (c + h) − f (c) f (c + h) − f (c)
= lim = lim
h→0+ h h→0− h
Infatti poiché il limite esiste, esistono il limite destro e quello sinistro e sono
uguali tra di loro.
Notiamo che essendo c un punto di massimo, f (c + h) − f (c) ≤ 0, il de-
nominatore, d’altra parte è negativo nel caso del limite sinistro e positivo nel
caso del limite destro. Ne segue che
f (c + h) − f (c)
f 0 (c) = lim = lim [quantità positiva] ≥ 0 .
h→0− h h→0−
In modo simile
f (c + h) − f (c)
f 0 (c) = lim = lim [quantità negativa] ≤ 0 .
h→0+ h h→0+
f (b) − f (a)
l (x) = f (a) + (x − a) .
b−a
La funzione l ha le seguenti proprietà:
f (b) − f (a)
l (a) = f (a) , l (b) = f (b) , l0 (x) =
b−a
Consideriamo la funzione h (x) = f (x) − l (x) .
La funzione h è: continua su [a, b] perché f ed l sono continue; differenziabile
in (a, b) poiché lo sono f ed l; infine h (a) = h (b) = 0.
Possiamo perciò applicare il Lemma di Rolle alla funzione h. Esiste quindi
c ∈ (a, b) tale che
f (b) − f (a)
0 = h0 (c) = f 0 (c) − l0 (c) = f 0 (c) −
b−a
f (b) − f (a)
⇐⇒ f 0 (c) = .
b−a
il teorema è dimostrato.
Vediamo adesso due esempi che mostrano l’uso del TVM
Esempio 240 Sia f una funzione differenziabile per tutti gli x, che ammette
n radici. Mostrare che f ha almeno n − 1 punti stazionari.
Soluzione. Basta mostrare che tra due zeri vi è almeno un punto stazionario.
Siano allora x1 e x2 due radici. ne segue che f (x1 ) = f (x2 ) = 0. Il TVM afferma
che esiste c ∈ (x1 , x2 ) tale che
f (x2 ) − f (x1 )
f 0 (c) = .
x2 − x1
Poiché x1 e x2 sono radici, il lato destro dell’equazione è zero, quindi c è un
punto stazionario. ¥
6.3. IL TEOREMA DEL VALOR MEDIO 329
6.3.4 Esercizi
1. Sia f (x) = |x| .
3. Sia f (x) = x2 .
(a) Cosa dice il TVM per f su [−1, 1] ? Trovare tutti i possibili valori di
c. Quanti sono?
(b) Cosa dice il TVM per f su [1, 2] ? Trovare tutti i possibili valori di
c. Quanti sono?
(c) Mostrare che in ogni intervallo [a, b] , il numero c del TVM è il punto
medio dell’intervallo [a, b] .
4. Sia g (x) = x2/3 − 1. Notare che sebbene g (−1) = g (1) = 0 non esiste
c ∈ (−1, 1) tale g 0 (c) = 0. Perché questo fatto non contraddice il Lemma
di Rolle?
(a) E’ sempre possibile trovare un c ∈ [0, 4] tale che f (x) ≤ f (c) per
tutti gli x ∈ [0, 4] .
(b) E’ sempre possibile trovare un c ∈ [0, 4] tale che la variazione is-
tantanea di f in c uguagli la variazione media di f nell’intervallo
[0, 4] .
(c) E’ sempre possibile trovare un c ∈ [0, 4] tale che la retta tangente al
grafico di f in (c, f (c)) è orizzontale?
1
6. Sia f una funzione tale che f (0) = 0 e 2 ≤ f 0 (x) ≤ 1 per tutti gli x.
(a) Usare il TVM per spiegare perché f (2) non può valere 3.
(b) Trovare una limitazione inferiore ed una superiore di f (3) .
(c) Trovare una limitazione inferiore ed una superiore di f (−1) .