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Capitolo 6

Applicazioni delle Derivate 2

6.1 Curve nel piano

6.1.1 Curve Piane ed Equazioni Parametriche.

Introduzione: vari tipi di curve.

Le curve nel piano x y si presentano con una tipologia molto variegata. Ecco
quattro esempi base:

C1 : La curva sin x C2 : La curva x2

301
302 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

1 2

1.5
y
0.5
1

0
-1 -0.5 0.5
x 1
0
-2 -1 1
-0.5 -0.5

-1

-1 -1.5

C3 : La curva x2 + y 2 = 1 C4 : La spirale r = log (θ)

Osservazione: le curve C1 e C2 sono pezzi di grafici di funzioni che sono


familiari dall’analisi 1. Specificamente, la curva C1 è quel pezzo del grafico della
funzione sin (x) per −π ≤ x ≤ π; C2 è il pezzo del grafico di y = x2 che si ottiene
quando −1 ≤ x ≤ 1. Usando le proprietà fondamentali delle funzioni siamo in
grado di descrivere queste curve in dettaglio: dove crescono e decrescono, il
valore del coefficiente angolare della retta tangente, concavità e convessità, etc.
.
Nell’affermare sopra che sono pezzi di grafico volevamo affermare, come
chiaro dal contesto, che abbiamo considerato il grafico delle funzioni restrin-
gendo l’attenzione ad un intervallo del dominio.
Le curve C3 e C4 non sono grafici di funzioni, né di loro pezzi per il motivo
(che dovrebbe essere noto) che esistono valori di x a cui corrispondono più valori
di y . Tuttavia curve come quelle date da C3 e C4 sono estremamente signi-
ficative da un punto di vista fisico ed applicativo e possono ben rappresentare
il movimento di oggetti. Ricordo, per esempio, che intorno al 1600 l’astronomo
Giovanni Keplero (Johannes Kepler) asserì che il moto dei pianeti intorno al
sole segue un orbita ellittica e che alla fine del 1600 Isaac Newton usando i
mezzi del calcolo differenziale verificò ed estese i risultati di Keplero

6.1.2 Equazioni Parametriche.


Consideriamo un punto P che si muove nel piano x y durante un intervallo di
tempo a ≤ t ≤ b. Le due coordinate di P saranno entrambe funzioni reali del
tempo t , x = f (t) , y = g (t) , definite nell’intervallo [a, b] .
Quindi al variare del tempo, per t ∈ [a, b] le due coordinate del punto P (t) =
(f (t) , g (t)) descriveranno nel piano R2 ”una qualche figura” che indicheremo
con C. Dipendentemente dalla forma delle funzioni f e g , C può avere aspetti
molto diversi: un segmento, un arco circolare, un punto, una spirale, il grafico
di una funzione seno, una intricata ragnatela di segmenti o curve, o anche peg-
gio. Anche considerando f e g funzioni continue la figura nel piano può avere
le forme più strane.
6.1. CURVE NEL PIANO 303

Se f e g sono ”sufficientemente regolari” allora la figura C diventa una ”curva


liscia” come le C1 −C4 sopra.
Chiariremo più avanti cosa intendiamo esattamente con le espressioni ”suffi-
cientemente regolari” e ”curva liscia”.
Introduciamo adesso un pò di vocabolario.
Equazioni della forma
(
x = f (t)
con a ≤ t ≤ b
y = g (t)
sono chiamate equazioni parametriche della curva (o curva parametrica).
La figura C tracciata nel piano x y dal punto P (t) = (f (t) , g (t)) per t ∈
[a, b] è chiamata supporto della curva parametrica ( o più semplicemente
supporto, ma a volte la chiameremo anche con abuso di linguaggio curva), la
variabile t è infine chiamata il parametro. Le funzioni f e g sono le funzioni
coordinate e si dice che f e g parametrizzano la curva C.
Esempio 210 Per 0 ≤ t ≤ 12 consideriamo le equazioni parametriche
(
x = t − 2 sin t
.
y = 2 − 2 cos t
Quale supporto traccia il punto P (t) = (t − 2 sin t , 2 − 2 cos t) nel piano x y ?
Quanto vale P (1)? In quale direzione si muove P ?
Soluzione. Il modo più semplice, per cominciare, è quello di calcolare il
valore di P per un certo numero di valori del parametro t e cercare poi da ciò
di valutare la figura.
Di seguito si riporta il valore (approssimato alla seconda cifra decimale) di un
certo numero di valori del parametro t.
t 0 0.1 0.2 0.7 0.8 0.9 1 ··· 9.8 9.9 10 12
x 0 −0.10 −0.20 −0.59 −0.63 −0.67 −0.68 · · · 10.53 10.82 11.09 11.45
y 0 0.01 0.04 0.47 0.61 0.76 0.92 · · · 3.86 3.78 3.68 2.38
Ecco, la curva (supporto) C

-1 0 2 4 6 8 10 12

La curva parametrica (t − 2 sin t, 2 − 2 cos t) , t ∈ [0, 12]


304 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

Da notare:

• Non è un grafico. Il supporto della curva C non è il grafico di una


funzione, y = f (x) perché ad alcuni valori di x corrispondono più di un
valore di y;

• Punti: corrispondono a valori interi del parametro, da 0 a 12, a t = 1 P


ha coordinate (−0.68, 0.92) ed il movimento di P è ”quasi verticale”;

• Non compare l’asse delle t. La figura mostra gli assi x ed y ma non


l’asse delle t.

• I valori delle coppie (x, y) come funzione di t compaiono solo nei punti in
grassetto che indicano i valori interi del parametro, ed appaiono solo per
convenienza del lettore. Servono, in questo primo approccio, anche a far
vedere che ad intervalli di tempi uguali non corrispondono spazi percorsi
uguali, cioè che la velocità lungo la traiettoria non è costante;

• Linee chiuse, tangenti verticali ed altro Questo esempio ci mostra


come le curve possano avere proprietà che non appaio nei grafici di fun-
zione. Infatti vediamo qui un circuito chiuso e punti interni al dominio
con tangente verticale, sebbene le funzioni coordinate siano molto rego-
lari. Vedremo, in altri esempi come coordinate regolari possano dar luogo
a curve parametriche con angoli vivi ed altro.

¥
Soluzione: L’idea più semplice è quella di usare la variabile indipendente
come parametro t. Si ha

Per C1 x = t ; y = sin t ; −π ≤ t ≤ π
Per C2 x = t ; y = t2 −1 ≤ t ≤ 1

La stessa idea può essere usata per una qualsiasi funzione f definita su di
un intervallo [a, b] . Infatti basta porre

x = t; y = f (t) ; a≤t≤b

per avere una parametrizzazione del grafico della funzione y = f (x) , x ∈ [a, b] .
¥

Esempio 211 (segmento che unisce due punti). Siano P = (a, b) e Q =


(c, d) due punti in R2 . Parametrizzare il segmento che unisce P con Q

Soluzione: Una possibilità è la seguente. Poniamo la curva C uguale a

x (t) = a (1 − t) + c t ; y (t) = b (1 − t) + d t ; 0≤t≤1.


6.1. CURVE NEL PIANO 305

Notiamo subito che si ha (x (0) , y (0)) = (a, b) = P ed anche (x (1) , y (1)) =


(c, d) = Q.
Si ha perciò che C parte ed arriva nei punti giusti.
E’ lasciato allo studente mostrare che per tutti i t ∈ [0, 1] il punto (x (t) , y (t))
giace sul segmento P Q.
¥

Esempio 212 Parametrizzare l’equazione della circonferenza x2 + y2 = r2

Soluzione: La parametrizzazione più semplice la si può attuare usando


le funzioni trigonometriche osservando che, preso un qualsiasi punto P sulla
circonferenza, chiamato t l’angolo che il raggio che unisce P all’origine forma
con l’asse x, le coordinate di P sono date da:

P = (x, y) = (r cos t, r sin t) .

Se ne deduce che al variare di t nell’intervallo [0, 2π] si coprono tutti i punti


della circonferenza, per cui una possibile parametrizzazione è data da

x = r cos t ; y = r sin t ; 0 ≤ t ≤ 2π

Nota 213 Notare che abbiamo più volte affermato che quella trovata è una
possibile parametrizzazione. Infatti di parametrizzazioni se ne possono trovare
un’infinità. Eccone qui di seguito un paio di esempi.

x = r sin t ; y = r cos t ; 0 ≤ t ≤ 2π

e ancora

x = r cos 2t ; y = r sin 2t ; 0≤t≤π.

Provare a valutare cosa distingue queste due parametrizzazioni dalla precedente.

Nota 214 Come si fa a vedere che realmente queste tre diverse parametriz-
zazioni rappresentano lo stesso oggetto in R2 ?
Per vederlo cerchiamo di fare l’operazione opposta alle precedenti, cerchiamo
cioè di eliminare il parametro t. Se si prende il quadrato delle componenti della
prima parametrizzazione si ha
¡ ¢
x2 = r2 cos2 t ; y 2 = r2 sin2 t ; da cui x2 + y 2 = r2 cos2 t + sin2 t = r2 .

Procedimento analogo per le altre due.

ATTENZIONE Prese le due curve x = r cos t ; y = r sin t ; 0≤


t ≤ 2π e x = r cos t ; y = r sin t ; 0 ≤ t ≤ π, un banale calcolo di
eliminazione del parametro darebbe per entrambe l’equazione x2 + y2 = 1 ma
questo vi indurrebbe in errore. Perché?
306 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

Abbiamo considerato fino ad ora l’equazione della circonferenza centrata


nell’origine. Come si parametrizza l’equazione di una circonferenza di raggio r
e di centro (a, b)?
Chiaramente quello che dobbiamo fare è una traslazione del centro della circon-
ferenza dal punto (0, 0) al punto (a, b) ,si ha quindi
(x − a) = r cos t ; (y − b) = r sin t; 0 ≤ t ≤ 2π
o che è lo stesso
x = a + r cos t ; y = b + r sin t; 0 ≤ t ≤ 2π

Esempio 215 Dare due diverse parametrizzazioni della parabola C2 ad inizio


capitolo. In cosa differiscono?

Soluzione: Differenti coppie di equazioni parametriche devono rappre-


sentare esattamente la stessa curva geometrica. Per esempio
x = t ; y = t2 ; −1 ≤ t ≤ 1
e
x = t3 ; y = t6 ; −1 ≤ t ≤ 1
producono esattamente la stessa curva parabolica:

0.8 0.8

0.6 0.6

0.4 0.4

0.2 0.2

0 0
-1 -0.5 0.5 1 -1 -0.5 0.5 1

x = t, y = t2 ; −1 ≤ t ≤ 1 x = t3 , y = t6 ; −1 ≤ t ≤ 1
I punti sono calcolati in entrambi i casi con lo stesso intervallo del parametro
t, (−1, −3/4, −1/2, −1/4, 0, 1/4, 1/2, 3/4, 1).
¥

Esempio 216 Consideriamo la curva, data in forma parametrica dalla coppia


di funzioni (cos t, sin t) , 0 ≤ t ≤ 2π. Dire che supporto descrive e disegnarla.

Soluzione. Per capire che curva descriva l’equazione parametrica indichi-


amo con x = cos t e y = sin t le due coordinate. Adesso quadriamo e sommiamo.
Si ottiene
x2 + y2 = cos2 t + sin2 t = 1 .
6.1. CURVE NEL PIANO 307

Questa è l’equazione della circonferenza unitaria centrata nell’origine. Il fatto


che 0 ≤ t ≤ 2π ci dice che la circonferenza viene percorsa una sola volta. ¥

Esempio 217 Molte curve definite da funzioni periodiche hanno un aspetto


piacevole e significativo. Una tipica curva di Lissajou è la curva definita da

(sin 4t, cos 5t) , 0 ≤ t ≤ 2π .

Il grafico del sostegno della curva è il seguente:

1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
-0.2
-0.4
-0.6
-0.8
-1
-1 -0.8-0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1

La curva di Lissajou
(sin 4t, cos 5t) , 0 ≤ t ≤ 2π

Invertire la Direzione

Se consideriamo la curva
(
x = f (t)
a≤t≤b
y = g (t)

si ha che la curva viene percorsa a partire dal punto (f (a) , g (a)) per arrivare
al punto finale (f (b) , g (b)) . Viene spontaneo chiedersi come fare nel caso si
volesse percorrere la curva nella direzione inversa mentre il parametro continua
a variare tra a e b.
Il modo più semplice è quello di riscrivere la curva nel modo seguente
(
x = f (a + b − t)
a≤t≤b
y = g (a + b − t)

Come si vede quando t varia tra a e , a + b − t varia tra b ed a.

¥
308 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

Differenti Intervalli Parametrici


Come ovvio per tutti l’autostrada A1 è sempre la stessa ogni giorno o notte
dell’anno, ciò che può cambiare percorrendola in giorni diversi è la velocità con
cui la si percorre.
Così se C è la curva parametrizzata da
(
x = f (t)
a≤t≤b
y = g (t)

C può essere parametrizzata anche usando l’intervallo unitario, 0 ≤ t ≤ 1 nel


seguente modo

(
x = f (a + (b − a) t)
0≤t≤1 .
y = g (a + (b − a) t)

Viceversa, se una curva è parametrizzata da

(
x = f (t)
0≤t≤1
y = g (t)

può essere parametrizzata usando l’intervallo [a, b] come

 µ ¶

 t−a

 x = f b−a
µ ¶ a≤t≤b

 t−a

 y = g
b−a
6.1. CURVE NEL PIANO 309

Esercizi
Note per l’uso della tecnologia. MAPLE può essere molto utile per con-
trollare le risposte date ad alcuni dei seguenti esercizi. Ricordiamo qui alcuni
dei comandi di MAPLE per disegnare curve parametriche.
>plot( [sin(t), cos(t),t=0..2*Pi]);
>plot( [sin(t), cos(t),t=0..2*Pi], -3..3, -1..1);
>plot( [t,t^2,t=0..2]);
>plot( [t,t^2,t=0..2],scaling=constrained);
>plot( {[t,t^2,t=-1..1],[t,1,t=-1..1]});

Controllare anche il comando >parametricplot

1. Provare a disegnare le curve parametriche sotto indicate. Capire e seg-


nare sul grafico la direzione in cui vengono percorsi e marcare i punti
corrispondenti a t = −1, t = 0, e t = 1.

(a) x = t, y = 1 − t2 , −1 ≤ t ≤ 1;

(b) x = t, y = − 1 − t2 , −1 ≤ t ≤ 1;

(c) x = 1 − t2 , y = t , −1 ≤ t ≤ 1;

(d) x = − 1 − t2 , t = t , −1 ≤ t ≤ 1;

(e) x = sin (πt) , y = cos (πt) , −1 ≤ t ≤ 1;Trovare almeno una


parametrizzazione (c’è più di una possibilità) per ognuna delle curve
descritte sotto.
(f) Il segmento che unisce i punti (0, 0) e (1, 2) (muovendosi da sinistra
a destra);
(g) Il segmento che unisce i punti (0, 0) e (1, 2) (muovendosi da destra a
sinistra);
(h) Il cerchio unitario, partendo ed arrivando ad est muovendosi in senso
antiorario;
(i) Il cerchio unitario, partendo ed arrivando ad est muovendosi in senso
orario;
(j) La semicirconferenza unitaria, in senso antiorario partendo da nord
per arrivare a sud;
(k) Il cerchio unitario ma usando come intervallo parametrico 0 ≤ t ≤ 1.

2. Le curve sotto rappresentano segmenti. Scrivere l’equazione cartesiana


dei segmenti.

(a) x = 2 + 3t , y = 1 + 2t, 0 ≤ t ≤ 1;
(b) x = 2 + 3 (1 − t) , y = 1 + 2 (1 − t) , 0 ≤ t ≤ 1;
(c) x = t , y = m t + b , 0 ≤ t ≤ 1;
310 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

(d) x = a + bt, y = c + dt , 0 ≤ t ≤ 1;
(e) x = x0 + (x1 − x0 ) t , y = y0 + (y1 − y0 ) t , 0 ≤ t ≤ 1;

3. Considera la curva dell’Esempio 1 e supponi che t indichi la variabile


tempo in secondi

(a) In quale dei punti indicati (interi) ti aspetti che il punto si muova
più velocemente? più lentamente?, Perché?
(b) Usa le equazioni parametriche per valutare la velocità per t = 3, e
per t = 6.

4. Disegna le curva parametrica

x = t3 ; y = sin t3 , −2 ≤ t ≤ 2

Cosa si ottiene? Come lo confronteresti con la curva classica?

5. Sia (a, b) ∈ R2 , r > 0. Consideriamo l’equazione parametrica

x = a + r cos t , y = b + r sin t , 0 ≤ t ≤ 2π

(a) Disegnare la curva parametrica nel caso (a, b) = (2, 1) , r = 2.


Descrivere il risultato in generale.
(b) Mostrare, usando
¡ ¢il calcolo, che se x, y sono quelli sopra si ha
2 2 2
(x − a) + y − b = r ;

(c) Scrivere le equazioni parametriche della circonferenza di raggio 13
centrata nel punto (2, 3)

6. Siano a, b numeri positivi non nulli. Consideriamo la curva parametrica

x = a cos t , y = b sin t , 0 ≤ t ≤ 2π

(a) Provare che l’equazione del sostegno rappresenta un ellisse;


(b) Cosa accade se 0 ≤ t ≤ 4π?;

7. Dare due diverse parametrizzazioni dell’ellisse di inizio capitolo.


6.1. CURVE NEL PIANO 311

6.1.3 Derivate delle Curve Parametriche: Velocità e Pendenza


Supponiamo che una curva C descritta dal punto P (t) = (x (t) , y (t)), abbia
funzioni coordinate x = x (t) e y = y (t) differenziabili. Cosa ci dicono le
derivate x0 (t) e y 0 (t) ?

Definizione 218 Supponiamo che la posizione al tempo t di un punto P (t)


, a ≤ t ≤ b, sia data dalla coppia di funzioni differenziabili (x (t) , y (t)) . Allora
il vettore (x0 (t) , y0 (t)) rappresenta il vettore velocità associato alla posizione
P (t) .

Calcolare queste derivate non è più complicato del calcolare le derivate per
le funzioni da R in R. Per esempio,

f (t) = (cos t, sin t) =⇒ f 0 (t) = (− sin t, cos t) ;

Ciò che è interessante dal punto di vista applicativo è il significato geometri-


co che assume la derivata. Qui scriviamo il risultato fondamentale, discuteremo
più avanti il perché.

Definizione 219 Sia P (t) = (x (t) , y (t)) una coppia che descrive una curva
piana C come indicato sopra.
Supponiamo che (x0 (t) , y0 (t)) 6= (0, 0) per ogni t ∈ (a, b) . Per tutti i valori
t0 ∈ (a, b) , il vettore P 0 (t) = (x0 (t0 ) , y 0 (t0 )) è tangente alla curva C nel pun-
to (x (t0 ) , y (t0 )), e punta nella direzione di t crescente. Inoltre, il modulo
|(x0 (t0 ) , y 0 (t0 ))| ci dice qual’è la velocità (in termini di unità di misura di t)
con la quale P (t) si muove lungo C.

In altri termini, se P (t) descrive la posizione di una particella che si muove


nel piano, la derivata P 0 (t) descrive la velocità allo stesso istante.

Esempio 220 Consideriamo la funzione lineare L (t) = (x0 , y0 ) + t (x1 , y1 ) .


Cosa ci dice la definizione sopra?

Soluzione. Poiché L (t) = (x0 , y0 ) + t (x1 , y1 ) = (x0 + t x1 , y0 + t y1 ) si ha


che L0 (t) = (x1 , y1 ) . Si ha quindi che la derivata è una funzione costante di
valore (x1 , y1 ) .Questo risultato è consistente con la definizione sotto due aspetti:
(i) Il vettore (x1 , y1 ) è tangente ad L in ogni punto ed ha il verso nella direzione
delle t crescenti;
(ii) In ogni unità di tempo, la posizione
p L (t) aumenta di un multiplo di (x1 , y1 ),
cioè L (t) si muove con velocità x21 + y12 .
¥

6.1.4 Il Vettore Velocità e la Lunghezza di una Curva.


Se C è una curva è descritta in forma vettoriale , e pensiamo alla variabile
indipendente t come al tempo, allora per ogni valore t0 il vettore derivata
¡ ¢
P 0 (t0 ) = x0 (t0 ) , y0 (t0 ) ,
312 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

porta in sé due informazioni importanti:


¯ 0 ¯ p
¯P (t0 )¯ = x0 2 (t0 ) + y 0 2 (t0 ) ,

cioè il modulo del vettore velocità, che ci dà la velocità istantanea (in unità
di distanza per unità di tempo) con la quale r (t) si muove lungo C.
La direzione del vettore velocità. Se P 0 (t0 ) 6= (0, 0) , allora P 0 (t0 ) è un
vettore tangente alla curva nel punto (x (t0 ) , y (t0 )) e punta nel verso delle t
crescenti.

Esempio 221 Sia C la curva parametrizzata da


P (t) = (cos t, 2 sin t) , 0 ≤ t ≤ 2π .
Trovare l’equazione parametrica della retta l (t) che passa per P (π/3) con
direzione data da P 0 (π/3) .
µ ¶
1 √
Soluzione. Calcoliamo P (π/3) = (cos π/3, 2 sin π/3) = , 3 . Il vet-
2
tore velocità è dato da
P 0 (t) = (− sin t, 2 cos t)
à √ !
3
e quindi si ha che P 0 (π/3) = − , 1 . Ne segue quindi che l’equazione
2
parametrica della retta cercata è data da
µ ¶ Ã √ ! Ã √ !
1 √ 3 1 3 √
l (t) = , 3 +t − ,1 = − t, 3 + t
2 2 2 2

Vediamo graficamente l’equazione della curva e della retta

-1 0 1 2 3

-1

-2

La curva P (t) e la retta tangente in P (π/3)

¥
Un altro modo di trovare il coefficiente angolare della retta tangente ad una
curva in un punto è il seguente:
6.1. CURVE NEL PIANO 313

Teorema 222 Sia C una curva parametrica le cui funzioni componenti sono
differenziabili. Se x0 (t) 6= 0, il coefficiente angolare della retta tangente alla
curva nel punto (x (t) , y (t)) è dato da
dy y 0 (t) dy/dt
= 0 = .
dx x (t) dx/dt
Dimostrazione. Fissiamo un punto t0 . Si ha allora
¯
dy ¯¯ y (t) − y (t0 )
¯ = lim .
dx t=t0 t→t0 x (t) − x (t0 )

Moltiplichiamo e dividiamo il rapporto incrementale per t − t0 . Si ha


¯ y(t)−y(t0 )
dy ¯¯ y (t) − y (t0 ) t−t0
= lim = lim
dx ¯t=t0 t→t0 x (t) − x (t0 ) t→t0 x(t)−x(t0 )
t−t0

limt→t0 y(t)−y(t
t−t0
0)
y0 (t)
= =
limt→t0 x(t)−x(t 0) x0 (t)
t−t0

che è ciò che volevamo dimostrare (L’ultimo passaggio funziona poiché abbiamo
supposto che x0 (t0 ) 6= 0.

Esempio 223 Consideriamo la curva parametrica


x (t) = t − 2 sin t ; y (t) = 2 − 2 cos t ; 0 ≤ t ≤ 12
dell’ Esempio 210 Trovare il coefficiente angolare della retta tangente a t = 1.
In quale punto la curva ha tangente orizzontale? In quale punto ha tangente
verticale?
Soluzione. Il Teorema afferma che il coefficiente angolare m della retta
tangente nel punto t vale:
y 0 (t) 2 sin t
m= 0
=
x (t) 1 − 2 cos t
a meno che x0 (t) = 0. Ponendo t = 1 si ha
y0 (1) 2 sin 1
m= = ≈ −20.88 .
x0 (1) 1 − 2 cos 1
Se controlliamo con il grafico della curva vediamo che il risultato ottenuto è
plausibile.
La formula generale per m ci dice quando la retta tangente è orizzontale
quando il numeratore y 0 (t) = 0, ed è verticale quando il denominatore x0 (t) = 0.
Ne segue che la retta tangente è orizzontale quando
2 sin t = 0 , =⇒ t = π/2 + kπ , k = 0, 1, 2 .
La retta tangente è verticale quando
1 − 2 cos t = 0 =⇒ t = π/3 + kπ, k = 0, 1, 2, 3 .
¥
314 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

Esempio 224 Uno spara palle da tennis lancia orizzontalmente delle palline
con una velocità iniziale di 30 m/ sec . da un’altezza iniziale di 1, 5 m.
Descrivere la traiettoria della palla, ignorando la resistenza dell’aria. In che
punto la palla tocca terra? Con quale velocità

Soluzione. Poiché ignoriamo la resistenza dell’aria, la palla è influenzata


solo dalla gravità, la sua accelerazione orizzontale è zero, quella verticale è
dovuta alla gravità, g = 9.8 m/ sec2 .
Se x (t) e y (t) misurano in secondi le coordinate della posizione della palla
si ha che

x00 (t) = 0 , x0 (0) = 30 ; x (0) = 0 ;


y 00 (t) = −9.8, y0 (0) = 0 ; y (0) = 1.5 .

Questi dati portano, come noto, alle seguenti formule per x ed y.

x (t) = 30t ;
y (t) = 1.5 − 4.9t2 .

Queste equazioni hanno senso


pfinché la palla rimane per aria, cioè fino
a quando y (t) ≥ 0, cioè t ≤ 1.5/4.9 ≈ 0.553 sec . Tracciamo la curva
parametrica

1.4

1.2

0.8

0.6

0.4

0.2

0
0 2 4 6 8 10 12 14 16

Curva della palla

Notate la forma a parabola della traiettoria. Usando le formule ed il grafico


possiamo rispondere alla domanda precedente.
La palla tocca terra per t ≈ 0.553 sec che corrispondono ad una distanza
x (0.553) ≈ 30 · 0.553 ≈ 16.59 m.
La velocità con cui tocca terra è data da
p q
x (0.553) + y (0.553) ≈ 302 + (9.8 · 0.553)2 ≈ 30.485 m/ sec .
02 02

¥
6.1. CURVE NEL PIANO 315

Esercizi
1. Disegnare le curve parametriche sotto elencate. Per ognuna di loro indi-
care verso di percorrenza e indicare i punti corrispondenti a t = −1, t = 0
et=1.
³ √ ´
(a) t, 1 − t2 , −1 ≤ t ≤ 1 ;
³ √ ´
(b) t, − 1 − t2 , −1 ≤ t ≤ 1 ;
³√ ´
(c) 1 − t2 , t , −1 ≤ t ≤ 1 ;
³ √ ´
(d) − 1 − t2 , t , −1 ≤ t ≤ 1 ;

(e) (sin πt, cos πt) , −1 ≤ t ≤ 1 .

2. Ogni curva parametrica sotto, rappresenta un segmento di retta. Per og-


nuna di loro indicare verso di percorrenza e indicare i punti corrispondenti
a t = 0 e t = 1 (punto iniziale e finale).

(a) (2 + 3t, 1 + 2t) , 0 ≤ t ≤ 1 ;


(b) (2 + 3 (1 − t) , 1 + 2 (1 − t)) , −1 ≤ t ≤ 1 ;
(c) (t, mt + b) , −1 ≤ t ≤ 1 ;
(d) (a + bt, c + dt) , −1 ≤ t ≤ 1 ;
(e) (x0 + (x1 − x0 ) t, y0 + (y1 − y0 ) t) , −1 ≤ t ≤ 1 .

3. Una curva ha modulo della velocità costante se |(x0 (t) , y 0 (t))| = Cost.
Quale tra le curve dell’Esercizio 1 ha questa proprietà?

4. Mostrare che se la curva è (a + bt, c + dt) allora ha modulo della velocità


costante.

5. Considera la curva dell’Esercizio 1 (a).e supponi che t indichi il tempo


espresso in secondi.

(a) In quale punto vi aspettate che il punto P si muova più velocemente?


E lentamente?
(b) Calcolare velocità e modulo per t = 3.

6. Sia (a, b) un punto del piano ed r > 0. Consideriamo l’equazione para-


metrica

(a + r cos , b + r sin t) , 0 ≤ t ≤ 2π .

(a) Disegnare la curva per (a, b) = (2, 1) ed r = 2.


316 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

(b) Mostrare che per questa curva si ha

(x − a)2 + (y − b)2 = r2 ,

che rappresenta quindi una circonferenza di centro (a, b) e raggio r.

7. Siano a e b due numeri positivi. Consideriamo la curva C definita da

(a cos t, b sin t) , 0 ≤ t ≤ 2π .

Mostrare che essa rappresenta un ellisse centrata nell’origine, di semiassi


a e b.

8. Disegnare la curva (cos 5t, sin 6t) , 0 ≤ t ≤ 2π .(Curva di Lissajou).

(a) Indicare i punti corrispondenti a t = 0 e t = π/2. Segnare il verso di


percorrenza sulla curva.
(b) Quante volte nell’intervallo 0 ≤ t ≤ 2π il punto P = (cos 5t, sin 6t)
passa per (0, 0)?
(c) Cambierebbe il disegno se l’intervallo di percorrenza della curva fosse
0 ≤ t ≤ 4π?

9. Questo esercizio esplora le ipotesi tecniche nella definizione di curve lisce.


¡ ¢
(a) Considerate la curva C definita da t3 , t3 , −1 ≤ t ≤ 1. Disegnare
C. Esiste la tangente a C per t = 0 ? Cosa ci dice il Teorema 222 in
questa situazione?
(b) Considerate la curva C definita da (t, t) , −1 ≤ t ≤ 1. Disegnare
C. Esiste la tangente a C per t = 0 ? Cosa ci dice il Teorema 222 in
questa situazione?

10. Consideriamo una palla da tennis lanciata orizzontalmente da un’altezza


di 1.5 m. con velocità iniziale v0 .
¡ ¢
(a) Spiegare perché la curva v0 t, 1.5 − 4.9t2 descrive la traiettoria della
curva (ignorando la resistenza dell’aria).
(b) In quale punto la palla raggiunge il suolo?
(c) Mostrare che la traiettoria è parabolica.
6.2. PROPRIETÀ DELLA CONTINUITÀ 317

6.2 Proprietà della Continuità

Nel Capitolo 3 abbiamo definito la continuità di una funzione come limite. Una
funzione è continua in un punto x = a se

lim f (x) = f (a) .


x→a

Le funzioni elementari standard - algebriche, esponenziali, logaritmiche e


trigonometriche, sono continue dove sono definite. Combinazioni - somme,
prodotti, quozienti, composizioni, etc. - di funzioni elementari, sono anch’esse
continue dove sono definite, grazie alle analoghe proprietà dei limiti. Di fatto,
la continuità delle funzioni sembra essere una regola così generale, che si rischia
di non apprezzarne l’importanza. In questo paragrafo vogliamo rimediare (se e
per quanto possibile) a questa sottostima.
Iniziamo citando il Teorema dei Valori Intermedi (TVI) ed il Teorema
dei Valori Estremi (TVE). Non li dimostreremo, ma cercheremo di spiegare
perché le proprietà che essi garantiscono sono utili nella pratica.
Ognuno dei teoremi seguenti si riferisce ad una funzione continua definita
su di un intervallo limitato e chiuso.

Teorema 225 (TVI) Sia f una funzione continua su un intervallo limitato e


chiuso [a, b] . Allora per ogni p ∈ f ([a, b]) , immagine di f , esiste un x0 ∈ [a, b]
tale che f (x0 ) = p.

Teorema 226 (TVE) Sia f una funzione continua su un intervallo limitato e


chiuso [a, b] . Allora esistono in [a, b] un punto di massimo assoluto ed uno di
minimo assoluto per f.

NOTA I teoremi TVI e TVE sono teoremi di esistenza. Essi garantis-


cono l’esistenza di (almeno) un punto nel dominio che ha la proprietà desiderata.
Nessuno dei due teoremi, tuttavia, ci dice dove si trovano i punti in [a, b] , né
quanti sono.

Il TVI da un Punto di Vista Grafico

Il TVI stabilisce che se f è continua nell’intervallo [a, b] , allora il grafico di f è


ininterrotto nel seguente senso.

Per ogni valore p ∈ f ([a, b]) , il grafico di f taglia la retta y = p.


318 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

Ecco il disegno:

f assume tutti i valori intermedi.

IL TVE da un Punto di Vista Grafico


Il TVE garantisce che se f è continua nell’intervallo [a, b] , allora esistono xm ∈
[a, b] e xM ∈ [a, b] tali che f (xm ) = m e f (xM ) = M e m ≤ f (x) ≤ M per
tutti gli x ∈ [a, b] .

Il TVE:su [a, b] ,
f assume i valori estremi

Nei due teoremi, entrambe le ipotesi, che f sia continua e che l’intervallo sia
limitato e chiuso sono necessarie. Se una delle due ipotesi manca, f potrebbe
non assumere il massimo o il minimo, o il grafico potrebbe avere un salto.

Una Applicazione: Il Metodo delle Bisezioni Il TVI è un risultato as-


tratto, ma ha conseguenze concrete, applicabili. Una di esse, il metodo delle
bisezioni, è un metodo semplice, ma efficace per risolvere le equazioni. Iniziamo
con alcuni preliminari.
Un numero r è detto radice o zero per una funzione f , se f (r) = 0.
6.2. PROPRIETÀ DELLA CONTINUITÀ 319

Esempio 227 La funzione f (x) = x2 − 1 = (x − 1) (x + 1) ha due radici,


nei punti x = ±1. La funzione g (x) = x2 ha un’unica radice, x = 0. Poiché
h (x) = x2 + 1 ≥ 1 per tutti gli x, h non ha radici.

Cercare le radici di una funzione usando tecniche di tipo algebrico è spesso


difficile se non impossibile. Per esempio, se 2
√ volessimo risolvere l’equazione x −
2 = 0, sappiamo che la soluzioneÏ x = 2 , ma come facciamo a trovare un
valore decimale approssimato di 2 ?
Il metodo delle bisezioni ci può aiutare. Esso è basato sul seguente fatto
chiave:

Affermazione 228 Se f è continua su [a, b] e f (a) ed f (b) hanno segni op-


posti, allora [a, b] contiene una radice di f . Quindi, il punto medio (a + b) /2 di
[a, b] differisce dalla radice di f per non più di (b − a) /2, il “raggio” di [a, b] .

Questo fatto segue direttamente dal TVI. Poiché f è negativa ad un estremo


di [a, b] e positiva nell’altro, il TVI garantisce che f (r) = 0 per qualche val-
ore di r ∈ (a, b) . Non avendo altre informazioni, il punto intermedio di [a, b]
è una buona stima per r. Ripetendo questo fatto ripetutamente, possiamo
approssimare una radice bene quanto vogliamo.

Esempio 229 √ Usiamo l’algoritmo della bisezione per stimare 2 accurata-
mente. Poiché 2 è una radice di x2 − 2 che sicuramente appartiene all’inter-
vallo [1, 2], abbiamo ciò che occorre per partire.

Soluzione. Usiamo il metodo passo per passo.


Passo 1. Poiché f (1) = −1 e f (2) = 2, l’affermazione precedente dice che
m1 = 1.5 differisce per la radice di f per meno di 0.5 .
Passo 2 Poiché f (1.5) = 0.25 > 0, applichiamo di nuovo la procedura
all’intervallo [1, 1.5] . Conclusione m2 = 1.25, il nuovo punto di mezzo, differisce
dalla radice per meno di 0.25.
Passo 3 Poiché f (1.25) = −0.4375 applichiamo la procedura all’intervallo
[1.25, 1.5] . Il punto di mezzo è m3 = 1.375 e questo differisce dal valore della
radice per meno di 0.125.
Possiamo ripetere il procedimento quante volte vogliamo. In pratica, ci fer-
miamo una volta raggiunta l’accuratezza richiesta. (Le prossime stime sareb- √
bero: 1.4375, 1.40625, 1.421875, 1.4140625, non troppo lontane dal valore 2 ≈
1.41421356. ¥
Ogni passaggio raddoppia la precisione della nostra stima. In altre parole,
l’n-esimo punto di mezzo mn non può distare dal valore vero della radice c più
del raggio dell’n-esimo intervallo. Più precisamente,
b−a
|mn − c| < .
2n
D’altra parte non c’è alcuna garanzia, a priori, di trovare una radice esat-
ta. D’altra parte, nella vita reale una buona approssimazione è quasi sempre
abbastanza buona.
320 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

L’Algoritmo di Bisezione Il metodo di bisezione è un algoritmo - una


sequenza finita di istruzioni esplicite che, partendo da un ingresso appropriato,
produce l’uscita richiesta.
Per chiarire ancora meglio la natura algoritmica del metodo di bisezione, lo
riscriviamo esplicitamente come sequenza di istruzioni. Da notare che l’errore
di tolleranza è stabilito a priori, come un input del programma. Una volta che
la radice ha raggiunto la tolleranza richiesta, la procedura si ferma.
Input: Una funzione continua f , un intervallo [a, b] ed una tolleranza t > 0
(per semplicità supponiamo che f (a) < 0 e f (b) > 0).
Output: Una radice approssimata di f, cioè un numero m che differisce
dal valore della radice per meno di t.
Passo 1 (Trovare il punto di mezzo) m:=(b+a)/2
Passo 2 Se b-a<2t allora output m; STOP
Passo 3 Se f(m)<0 allora a:=m altrimenti b:=m
Passo 4 Tornare al passo 1


Esempio 230 Sia f (x) = x.
a. Cosa dice il TVE su f nell’intervallo [0, 1] ?
b. Sebbene f sia continua su [0, +∞) non ammette massimo su questo inter-
vallo. Questo fatto contraddice il TVE ?
c. Sebbene f sia continua su (0, 1] non assume un valore minimo su questo
intervallo. Questo fatto contraddice il TVE ?
d. Mostrare che il TVI vale se consideriamo f nell’intervallo [0, 4] e y = 1.

Soluzione.
a. Il TVE dice che f deve ammettere un massimo e minimo assoluto per
qualche valore appartenente all’intervallo [0, 1] . Infatti, f (0) = 0 è il valore
minimo e f (1) = 1 è il valore massimo.
b. Non c’è contraddizione. Il TVE si applica solo ad intervalli chiusi e
limitati. Né [0, +∞) o (0, 1] è chiuso o limitato.
c. Il TVI dice che f deve assumere tutti i valori tra f (0) = 0 e f (4) = 2.
In particolare y = 1 è uno di questi valori. Come del resto ovvio, f (1) = 1,
come il TVI richiede. ¥
6.2. PROPRIETÀ DELLA CONTINUITÀ 321

6.2.1 Esercizi
1. Sia f (x) = 1/x .

(a) Cosa ci dice il TVE nell’intervallo [0.1, 1] ?


(b) Sebbene f sia continua in [1, +∞), non ammette minimo. Perché
questo non contraddice il TVE ?
(c) Sebbene f sia continua in (0, 1] non ammette massimo. Perché questo
non contraddice il TVE ?
(d) Sebbene si abbia f (−1) = −1 e f (1) = 1 non esiste alcun c tale che
f (c) = 0. Perché questo fatto non contraddice il TVI ?
(e) Mostrare che il TVI vale per f nell’intervallo [0.1, 1] e y = 5.

2. Usare il TVI per mostrare che f (x) = x5 + x3 − 5x + 2 ha una radice


nell’intervallo [0, 1] .

3. Usare carta e penna per trovare le prime quattro approssimazioni di 3,
partendo dall’intervallo [1, 2] . Esprimere i risultati sotto forma di frazione.

4. Usare il calcolatore per trovare le prime sei approssimazioni della radice


di cos x − x, partendo dall’intervallo [0, 1] .

5. Supponiamo che f sia una funzione continua definita su tutto R e che


f abbia come valore massimo 5 e valore minimo −7. Dire quale delle
seguenti affermazioni sono vere, potrebbero essere vere, non sono vere.

(a) Il massimo valore di f (|x|) è 7.


(b) Il minimo valore di f (|x|) è 0.
(c) Il massimo valore di |f (x)| è7.
(d) Il minimo valore di |f (x)| è 5.

6. Supponiamo che f sia una funzione continua e f (3) = −1. Calcolare il


limx→3 .

7. Dire quale delle seguenti affermazioni sono vere, potrebbero essere vere,
non sono vere.

(a) Se f (1) < 0 e f (5) > 0, allora esiste c ∈ (1, 5) tale che f (c) = 0.
(b) Se f è continua su [1, 5], f (1) > 0 e f (5) < 0, allora esiste c ∈ (1, 5)
tale che f (c) = 0.
(c) Se f è continua su [1, 5] ed esiste c ∈ (1, 5) tale che f (c) = 0, allora
f (1) · f (5) ≤ 0.
(d) Se f è continua su [1, 5] e non ha radici su [1, 5], allora f (1)·f (5) > 0.

8. Usare il TVI per trovare un intervallo nel quale f (x) = x5 + x3 + 5x + 2


ha una radice.
322 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

9. Sia
(
ax2 + 3 , se x < 2
f (x) = .
3x − 5 se x ≥ 2

Trovare il valore di a che rende f continua in x = 2

10. Supponiamo che f sia definita su [−5, 5], che f (−5) = 2 e f (5) = −2. Se
f assume tutti i valori in [−2, 2] , f è continua?

11. Usare il TVI per provare il seguente teorema di punto fisso. Se f è


continua in [0, 1] ed il suo rango è contenuto in [0, 1] allora f ammette
un punto fisso - cioè esiste almeno un ingresso x tale che f (x) = x.
[Sugg.: Considerate g (x) = f (x) − x]

12. Sia
(
x , se x è razionale
f (x) = .
0 , se x è irrazionale

Mostrare che f è continua in x = 0.


6.3. IL TEOREMA DEL VALOR MEDIO 323

6.3 Differenziabilità: Il Teorema del Valor Medio


Ricordiamo la definizione di derivata di una funzione f in un punto x = a: Sia
f una funzione definita in tutto un intorno del punto x = a. Diremo che f è
derivabile in x = a se esiste il seguente limite

f (x) − f (a)
f 0 (a) = lim .
x→a x−a

Le funzioni elementari standard - algebriche, esponenziali, logaritmiche e


trigonometriche - sono generalmente differenziabili. Le combinazioni -somma,
prodotto, quoziente, composizione, etc. - di funzioni elementari sono anch’esse
differenziabili, grazie alle regole di derivazione della somma, prodotto, quoziente
e composizione.
Come nel caso della continuità, la differenziabilità di una funzione sembra
essere la regola, e la sua importanza perciò sottostimata. Vediamone alcune
conseguenze importanti.

6.3.1 Le Funzioni Differenziabili Sono Continue


La funzione f (x) = |x| è continua in x = 0 ma non differenziabile in x = 0.
D’altra parte invece, una funzione differenziabile deve essere continua.

Teorema 231 Sia f una funzione differenziabile in x = a, allora f è continua


in x = a.

Dimostrazione. Per dimostrare il teorema bisogna provare che

f (x) → f (a) quando x → a .

La definizione di differenziabilità in x = a significa che quando x → a ne segue


che
f (x) − f (a)
→ f 0 (a) .
x−a
Da questo fatto ne segue che per x → a si ha:

f (x) − f (a)
f (x) − f (a) = · (x − a) → f 0 (a) · 0 = 0
x−a
come richiesto.
Come già affermato ripetutamente, non intendiamo in questo corso pre-
sentare una teoria rigorosa all’Analisi Matematica Vogliamo comunque, in questo
paragrafo, presentare un teorema (uno dei grandi teoremi dell’analisi matem-
atica), e alcune sue conseguenze, che hanno una rilevanza particolare.
324 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

6.3.2 IL Teorema del Valor Medio (TVM)


Il TVI ed il TVE garantiscono che una funzione continua trasforma un intervallo
limitato e chiuso in un intervallo con le stesse caratteristiche (limitato e chiuso).
Il teorema del valor medio, è simile nello spirito e garantisce che la derivata
di una funzione “regolare” assume un valore medio desiderato.

Teorema 232 (TVM) Supponiamo che f sia continua sull’intervallo limitato


e chiuso [a, b] . Supponiamo inoltre che f sia differenziabile sull’intervallo (a, b) .
Allora esiste c ∈ (a, b) tale che

f (b) − f (a)
f 0 (c) = .
b−a
Fuori dal contesto il TVM può essere di difficile comprensione. Cerchiamo
allora di rispondere alle seguenti domande: Cosa significa il suo enunciato?
Perché quel nome? Le ipotesi sono necessarie? A quali questioni da risposta
il teorema? Perché le risposte ci interessano? Cosa rende “grande” questo
teorema?
Cominciamo con l’osservare, come preannunciato, che il teorema afferma
che, sotto ipotesi opportune per f , la sua derivata f 0 deve assumere un certo
valore medio. L’interpretazione di f 0 come velocità o come pendenza rende
plausibile il risultato
Il TVM - Il Punto di Vista di un Guidatore
Se un automobile ha una velocità media di 80 km/h su di un certo intervallo
di tempo, sicuramente per qualche istante deve aver viaggiato a 80 km/h. Il
TVM dice esattamente la stessa cosa, in modo più generale. Se f (t) rappresenta
la posizione della macchina, in chilometri, al tempo t misurato in ore, allora,
come abbiamo visto, f 0 (t) rappresenta la velocità istantanea della macchina al
tempo t e (f (b) − f (a)) / (b − a) rappresenta la velocità media della macchina
nell’intervallo di tempo a ≤ t ≤ b. In questo linguaggio, l’equazione relativa al
TVM
f (b) − f (a)
f 0 (c) =
b−a
si legge come segue:

Per qualche valore del tempo c, compreso tra a e b, la velocità is-


tantanea della macchina deve uguagliare la velocità media sull’intero
intervallo.

Il Punto di Vista Grafico


Rispetto al grafico di f , sia f 0 (c) che f (b)−f
b−a
(a)
rappresentano una pendenza,
o meglio , rispettivamente il coefficiente angolare della retta tangente al grafico
di f nel punto x = c e quello della secante passante per (a, f (a)) e (b, f (b)) . Il
TVM afferma che esiste almeno un valore c tra a e b per il quale questi valori
sono uguali.
6.3. IL TEOREMA DEL VALOR MEDIO 325

Il TVM

Notate che l’ipotesi di differenziabilità della funzione nell’intervallo (a, b)


(spesso f 0 esiste anche negli estremi dell’intervallo, ma non è necessario ai fini
del teorema) è necessaria. In fatti se considerate la funzione f (x) = |x| nell’in-
tervallo [−1, 1] essa non è differenziabile in x = 0 ed il TVM non vale, infatti
poiché f (−1) = f (1) la retta che unisce gli estremi del grafico ha coefficiente
angolare m = 0, ma in nessun punto, dove è differenziabile, si ha f 0 (x) = 0.
Vediamo adesso alcune conseguenze semplici, ma importanti del TVM.
1◦ Problema. Sappiamo che se f (x) = k per tutti i valori dell’ingresso
x, alloraf 0 (x)
= 0.
E’ vero anche il viceversa, cioè è vero il seguente teorema?

Teorema 233 Se f 0 (x) = 0 per tutti gli x di un intervallo I, allora f è


costante.

Dimostrazione. La dimostrazione sembra intuitivamente ovvia: se il


grafico ha tangente orizzontale ovunque, è ovvio aspettarsi che sia orizzontale.
Proviamo a sostanziare il ragionamento usando il TVM.
Per mostrare il teorema è sufficiente mostrare che comunque si scelgono a e
b in I si ha f (a) = f (b) .
Il TVM ci dice che presi a e b in I, poiché f è differenziabile, esiste c ∈ (a, b)
tale che
f (b) − f (a)
f 0 (c) = .
b−a
Per ipotesi si ha che f 0 (c) = 0 per ogni valore dell’ingresso c; ne consegue che

f (b) − f (a)
0 = f 0 (c) = =⇒ f (b) − f (a) = 0 =⇒ f (b) = f (a)
b−a

Una conseguenza semplice ma importante del teorema è la seguente:

Teorema 234 Se F 0 (x) = G0 (x) per tutti gli x in un intervallo I, allora


F (x) = G (x) + C per qualche costante C.
326 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

La dimostrazione è ovvia, applicando il teorema precedente alla funzione


F (x) − G (x) .
2◦ Problema. Quando cresce una funzione?
Fino ad ora abbiamo detto e osservato graficamente, ma mai provato, il
principio generale che il segno di f 0 determina la crescita o decrescita di una
funzione su un intervallo. Il TVM ci offre un semplice strumento di prova

Teorema 235 Supponiamo che f 0 (x) > 0 per tutti gli x in un intervallo I.
Allora f è crescente su I.

Dimostrazione. E’ sufficiente mostrare che comunque si scelgono a e b in


I, a < b, ne segue che f (a) < f (b) .
Per il TVM esiste un c ∈ (a, b) per cui

f (b) − f (a) = f 0 (c) · (b − a) .

Poiché f 0 (c) > 0 e (b − a) > 0 ne segue che f (b) − f (a) > 0, cioè f (b) > f (a) .

Il TVM ed il Principio delle Corse


Vogliamo dimostrare uno degli enunciati proposti per il Principio delle Corse.
Si ha:

Teorema 236 Se f (a) = g (a) e f 0 (x) ≤ g 0 (x) per x ≥ a , allora f (x) ≤ g (x)
per tutti gli x ≥ a .

Dimostrazione. Il principio delle Corse può essere dimostrato usando


ancora il TVM.
Consideriamo infatti la funzione h (x) = g (x) − f (x) . Si ha che h (a) = 0 e
h0 (x) > 0 se x ≥ a .
Il TVM assicura che per ogni x ≥ a esiste un numero c ≥ a tale che

h (x) − h (a) h (x)


h0 (c) = = .
x−a x−a
Inoltre, per ipotesi h0 (c) ≥ 0. Quindi, se x ≥ a si ha

g (x) − f (x) = h (x) = h (x) − h (a) = h0 (c) · (x − a) ≥ 0 .

6.3.3 Dimostrazione del Teorema del Valor Medio


La comprensione grafica del TVM può far pensare che la sua dimostrazione
sia banale. L’impressione è sbagliata, una dimostrazione rigorosa del teorema
richiede numerosi passi di avvicinamento e richiede altri risultati.
6.3. IL TEOREMA DEL VALOR MEDIO 327

Due Lemmi
Daremo una traccia della dimostrazione del teorema, basandoci su due Lemmi
preliminari

Lemma 237 Supponiamo che f assuma il massimo od il minimo assoluto in


un punto interno all’intervallo [a, b] . Se f 0 (c) esiste, allora f 0 (c) = 0.

Dimostrazione. Supponiamo che sia interno il massimo (il caso del minimo
è simile). Per definizione di derivata si ha:
f (c + h) − f (c)
f 0 (c) = lim
h→0 h
f (c + h) − f (c) f (c + h) − f (c)
= lim = lim
h→0+ h h→0− h
Infatti poiché il limite esiste, esistono il limite destro e quello sinistro e sono
uguali tra di loro.
Notiamo che essendo c un punto di massimo, f (c + h) − f (c) ≤ 0, il de-
nominatore, d’altra parte è negativo nel caso del limite sinistro e positivo nel
caso del limite destro. Ne segue che
f (c + h) − f (c)
f 0 (c) = lim = lim [quantità positiva] ≥ 0 .
h→0− h h→0−

In modo simile
f (c + h) − f (c)
f 0 (c) = lim = lim [quantità negativa] ≤ 0 .
h→0+ h h→0+

Poiché f 0 (c) esiste, l’unica possibilità che soddisfa entrambe le disuguaglianze


è f 0 (c) = 0 .
Il prossimo risultato, noto come Lemma di Rolle, non è altro che un caso
speciale del TVM, che si ha quando f (a) = f (b) .

Lemma 238 (Lemma di Rolle) Supponiamo che f sia continua su [a, b] ,


differenziabile in (a, b) e tale che f (a) = f (b) . Allora esiste c ∈ (a, b) tale che
f 0 (c) = 0.

Dimostrazione. Poiché f è continua su [a, b] , il TVE assicura che f am-


mette massimo e minimo (assoluti). Se entrambi il massimo ed il minimo fossero
negli estremi a e b, allora poiché f (a) = f (b) ne segue che il massimo è uguale
al minimo e quindi f è costante. In tal caso, f 0 (x) = 0 per ogni x ∈ (a, b) ed il
Lemma è dimostrato.
Se il massimo ed i minimo non sono entrambi realizzati sugli estremi, allora
o il mino o il massimo giace in un punto c interno ad (a, b) . Applicando il
Lemma 1 si ha che f 0 (c) = 0 .
Usiamo infine il Lemma di Rolle per dimostrare il TVM. La dimostrazione
richiede un passaggio tecnico. Si usano f, a e b per creare una nuova funzione
a cui applicare il Lemma di Rolle.
328 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

Dimostrazione. (Teorema del Valor Medio) Data la funzione f, con-


sideriamola funzione lineare l che unisce i punti (a, f (a)) , (b, f (b)) ,

f (b) − f (a)
l (x) = f (a) + (x − a) .
b−a
La funzione l ha le seguenti proprietà:

f (b) − f (a)
l (a) = f (a) , l (b) = f (b) , l0 (x) =
b−a
Consideriamo la funzione h (x) = f (x) − l (x) .
La funzione h è: continua su [a, b] perché f ed l sono continue; differenziabile
in (a, b) poiché lo sono f ed l; infine h (a) = h (b) = 0.
Possiamo perciò applicare il Lemma di Rolle alla funzione h. Esiste quindi
c ∈ (a, b) tale che

f (b) − f (a)
0 = h0 (c) = f 0 (c) − l0 (c) = f 0 (c) −
b−a
f (b) − f (a)
⇐⇒ f 0 (c) = .
b−a
il teorema è dimostrato.
Vediamo adesso due esempi che mostrano l’uso del TVM

Esempio 239 Mostrare, usando le derivate, che se x ≥ 0, allora sin x ≤ x.

Soluzione. Usiamo il principio delle corse. Se f (x) = sin x e g (x) = x,


allora è f 0 (x) = cos x e g 0 (x) = 1, quindi f 0 (x) ≤ g 0 (x) per tutti gli x ≥ 0. Il
principio delle corse ci assicura che f (x) ≤ g (x), cioè sin x ≤ x, come richiesto.
¥

Esempio 240 Sia f una funzione differenziabile per tutti gli x, che ammette
n radici. Mostrare che f ha almeno n − 1 punti stazionari.

Soluzione. Basta mostrare che tra due zeri vi è almeno un punto stazionario.
Siano allora x1 e x2 due radici. ne segue che f (x1 ) = f (x2 ) = 0. Il TVM afferma
che esiste c ∈ (x1 , x2 ) tale che

f (x2 ) − f (x1 )
f 0 (c) = .
x2 − x1
Poiché x1 e x2 sono radici, il lato destro dell’equazione è zero, quindi c è un
punto stazionario. ¥
6.3. IL TEOREMA DEL VALOR MEDIO 329

6.3.4 Esercizi
1. Sia f (x) = |x| .

(a) Dire se f soddisfa le ipotesi del TVM nell’intervallo [−1, 1] .


(b) Dire se f soddisfa le conclusioni del TVM nell’intervallo [−1, 1] .
(c) Dire se f soddisfa le ipotesi del TVM nell’intervallo [1, 3] .
(d) Dire se f soddisfa le conclusioni del TVM nell’intervallo [1, 3] . Se si,
trovare un possibile valore per c.

2. Sai f (x) = x7 − x5 − x4 + 2x + 1. Spiegare perché esiste un punto c nel-


l’intervallo (−1 − 1) tale che la tangente al grafico di f nel punto (c, f (c))
ha coefficiente angolare 2.

3. Sia f (x) = x2 .

(a) Cosa dice il TVM per f su [−1, 1] ? Trovare tutti i possibili valori di
c. Quanti sono?
(b) Cosa dice il TVM per f su [1, 2] ? Trovare tutti i possibili valori di
c. Quanti sono?
(c) Mostrare che in ogni intervallo [a, b] , il numero c del TVM è il punto
medio dell’intervallo [a, b] .

4. Sia g (x) = x2/3 − 1. Notare che sebbene g (−1) = g (1) = 0 non esiste
c ∈ (−1, 1) tale g 0 (c) = 0. Perché questo fatto non contraddice il Lemma
di Rolle?

5. Sia f una funzione continua nell’intervallo [0, 4] e differenziabile in (0, 4) .


Rispondere si o no ad ognuna delle seguenti domande su f e spiegare la
scelta.

(a) E’ sempre possibile trovare un c ∈ [0, 4] tale che f (x) ≤ f (c) per
tutti gli x ∈ [0, 4] .
(b) E’ sempre possibile trovare un c ∈ [0, 4] tale che la variazione is-
tantanea di f in c uguagli la variazione media di f nell’intervallo
[0, 4] .
(c) E’ sempre possibile trovare un c ∈ [0, 4] tale che la retta tangente al
grafico di f in (c, f (c)) è orizzontale?
1
6. Sia f una funzione tale che f (0) = 0 e 2 ≤ f 0 (x) ≤ 1 per tutti gli x.

(a) Usare il TVM per spiegare perché f (2) non può valere 3.
(b) Trovare una limitazione inferiore ed una superiore di f (3) .
(c) Trovare una limitazione inferiore ed una superiore di f (−1) .

7. Usare il TVM per mostrare che |sin b − sin a| ≤ |b − a| . [Sugg.: |cos x| ≤


1 per tutti gli x ]
330 CAPITOLO 6. APPLICAZIONI DELLE DERIVATE 2

8. Sia f una funzione differenziabile. Assumiamo che la retta y = 3x − 1 sia


tangente ad f in x = 1 e che la retta tangente ad f per x = 3 passi per i
punti (0, 5) e (4, 1)

(a) Valutare f 0 (1) e f 0 (3) .


(b) Valutare f (1) e f (3) .
(c) Spiegare perché esiste c ∈ [1, 3] tale che f 0 (c) = 0.
(d) Supponiamo di sapere che f 00 (x) < 0 per tutti gli x ∈ [1, 3] . Spiegare
perché f ha un unico massimo nell’intervallo [1, 3] .

9. Sia f una funzione differenziabile tale che f (−3) = 3, f (3) = 3 e


|f 0 (x)| ≤ 1 per tutti gli x ∈ [−3, 3] . Mostrare che f (0) = 0.

10. Alle ore 12.00 un camionista prende lo scontrino al casello autostradale.


Alle 14.15 il camionista consegna lo scontrino ad un casello distante 250
km.

(a) Dire se in qualche istante del suo viaggio, il camionista ha superato


i limiti di velocità. (Il limite di velocità è 100 km/h)
(b) Se la multa per eccesso di velocità è di 30 Euro più 2 Euro per ogni
chilometro di velocità di eccesso, dire quanto vale la multa minima.

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