Commento su strappare lungo i bordi e sul commento di Paolo Benanti.
Inizio dicendo subito che mi trovo d’accordo con il commento di Paolo
Benanti. Tutto ciò che ha scritto l’ho compreso a pieno e lo condivido. Condivido il suo pensiero perché sono cose vere. La serie “strappare lungo i bordi” di Zerocalcare è una serie che ho visto in circa una settimana. All’inizio non mi aveva preso neanche troppo, ma andando avanti me ne sono innamorato e non si possono ignorare tutte le verità espresse da Zerocalcare in questo capolavoro di purtroppo solo sei episodi. Personalmente, apprezzo molto come Zero affronta molti temi comuni a tutti con una chiarezza infinita. Basta pensare all’episodio nel quale ha problemi con il crick della macchina e fa riferimento al machismo tossico della società che vede l’uomo come una figura che non può chiedere aiuto perché deve essere forte, deve essere uomo, anche se dopo chiama la madre (vista come punto di riferimento principale anche in una situazione simile). È importante anche come dia per scontato che il benzinaio lì vicino (fa notare essere di origine bengalese) lo venga ad aiutare. All’inizio non riflette sul perché dia per ovvio l’aiuto da parte sua ma dopo Sara gli fa rendere conto che inconsciamente Zero crede che il benzinaio essendo bengalese, si debba guadagnare il poter stare in Italia aiutando un italiano. Zero, dopo la sgridata di Sara, non ribatte e riconosce di avere torto. Mi piace come questa sgridata di Sara che sveglia Zero è una cosa che capita spesso nella serie ed è sempre fondamentale. Capita anche quando Zero si lamenta dei bagni dei maschi perché sono troppo sporchi, credendo che quelli delle femmine siano intatti e perfetti. Sara subito dopo gli fa rendere conto di quanto sia sbagliata e pregiudicata la sua visione sui bagni femminili, come uno stereotipo. Questa serie affronta davvero tantissimi temi importanti. Uno citato anche da Paolo B. è il discorso del lavoro e il credere di avere tutto il tempo del mondo per decidere cosa fare e prendere una scelta. Ho amato la scena in cui Zero rincontra la ragazza a cui faceva ripetizioni ma cresciuta e con un lavoro. Dalla prospettiva di Zero erano passati pochi anni da quando le dava ripetizioni insieme alla sorella, quando invece erano passati dieci anni. Questo fatto devasta Zero che si rende conto di quanto veloce passi il tempo e di quanti pochi cambiamenti ha avuto lui. Il bello di questa serie è la rappresentazione dei fatti per come stanno, in modo chiaro e diretto. Mi piace come tratta il mandare i curriculum come cosa da fare perché “sai che la devi fare”. Quasi non ragioni mentre lo fai, così almeno le persone attorno a te possono dire che stai facendo qualcosa: stai cercando lavoro mandando curriculum infiniti. Questo fa capire quanto sia importante il giudizio altrui per le persone, perché è anche su questo che si basa la serie. Si chiama “strappare lungo i bordi” perché l’obiettivo dato dalla società per l’individuo è completare un percorso lineare e “tratteggiato”. Così facendo, almeno apparentemente si ha una vita tranquilla e lineare, quando invece sotto quel foglio con il tratteggio si possono nascondere moltissimi altri fogli totalmente strappati e scarabocchiati, ma alla società non interessa, l’importante è il foglio strappato lungo i bordi. Un'altra scelta che ho apprezzato molto è il come viene trattato il viaggio in treno dei tre ragazzi. Mi piace come alla fine l’armadillo spezza il discorso sul freddo chiedendo a Zero il perché lui stia parlando ossessivamente solo di quello. Questo è un modo chiaro per far capire come il nostro cervello spesso quando deve affrontare degli avvenimenti importanti provi a schivarli, parlando di cose molto più superficiali, perché è sempre più facile scappare. Amo come vengono trattati temi astratti come la frase di Alice che dice a Zero “Per me non è importante che tu ci sia sempre, ma devo sapere che quando tu sei con me, ci sei davvero, lo capisci?”. Zero a quel punto impazzisce e si rende conto che queste frasi sono troppo complesse per lui che si definisce un campione nell’aiuto pratico, non sentimentale o astratto. Questa è effettivamente una problematica molto diffusa, il non riuscire a comprendere una frase astratta perché si è abituati ad una vita frenetica e sempre costituita da fatti e azioni e poco da ragionamenti e riflessioni. Zerocalcare in questa serie è davvero riuscito a passare tanto con solo sei episodi. Anche come viene trattata il funerale di Alice, con il discorso dei genitori molto toccante e quasi poetico ma niente, Zero in quel momento è troppo in paranoia perché ha paura di averla uccisa lui, dato che non aveva capito che piaceva ad Alice e che quest’ultima ha provato ad inviare vari segnali che lo potessero aiutare a dichiararsi ma lui non ne ha colto nessuno. Ho amato la caratterizzazione dei personaggi, specialmente perché li avevo già incontrati in un fumetto che lessi vari anni fa, ma in questo le vicende trattate erano riguardo alla loro infanzia. In conclusione, sono certo che questa serie sia davvero formidabile per tutti i messaggi che riesce a passare con una semplicità sconvolgente e una chiarezza unica.