06/10/2021
LA RUBRICA.
E' importante avere una rubrica, nella quale scrivere termini e relativi significati delle parole
che non conosci. Per irrobustire la tua padronanza della lingua italiana e per rendere il tuo
lessico più ricco, è importante conoscere infatti quanti più vocabili possibili.
Ricorda! Più parole conosci, meglio riesci ad esprimere i tuoi concetti e le tue idee, perché
maggiori sono i vocaboli su cui puoi fare riferimento.
LA PUNTEGGIATURA.
La punteggiatura svolge diverse funzioni nel testo scritto: scandisce il discorso, segnala le
pause, indica la tonalità appropriata, evidenzia i rapporti sintattici e di significato fra i
componenti del testo.
I più importanti segni grafici in uso nella punteggiatura italiana sono i seguenti:
• Il punto.
Indica una pausa forte (lunga) e si mette alla fine di un periodo o di una frase. Se tra le due
frasi separate dal punto lo stacco è molto netto, se nel tema si cambia argomento, dopo il
punto si va a capo e si comincia un nuovo capoverso. Il punto si usa inoltre nelle
abbreviazioni (per es. sta per esempio, pag. sta per pagina, oppure D.O.C che sta per
denominazione di origine controllata).
• La virgola.
Indica una pausa breve e ha un impiego assai ampio. Si usa nelle enumerazioni (elenco) di
nomi e aggettivi (Marta ha visto molte città italiane: Roma, Milano, Genova, ecc), prima e
dopo gli incisi (Bari, bella città, si trova in Puglia), per separare le frasi di un periodo senza
uso della congiunzione (L'atleta entrò in pista, si scaldò i muscoli, prese posizione).
*inciso = parola o espressione contenuta fra due virgole (bella città nella frase di prima).
Tolto l’inciso, che serve per specificare, la frase rimane di senso compiuto.
Esercizio di esempio:
Secondo la leggenda, l’intesa tra i Troiani e i Latini, cementata (legata, unita) dall’unione tra
Enea e Lavinia, avrebbe provocato l’ira di Turno, promesso sposo di Lavinia e re dei Rutuli,
popolazione che abitava nella città di Ardea.
• Il punto e virgola.
Indica una pausa intermedia tra quella espressa dal punto (lunga) e quella dalla virgola
(breve). Si usa per spezzare un periodo lungo ma non ancora concluso (sostenere questa tesi
è falso, perché contrasta con la realtà dei fatti; né ci si può appellare a improbabili
argomentazioni di carattere emotivo;). Dopo il punto e virgola si riprende sempre con la
minuscola.
2 – uso di fa
Fa inteso come terza persona singolare del verbo indicativo presente fare si scrive senza
apostrofo – Giovanni fa il bravo
Fa inteso come seconda persona singolare del verbo imperativo presente si scrive con
apostrofo (troncamento di fai) – fa' il bravo!
Fa, senza apostrofo e senza accento, si usa per alcune locuzioni avverbiali che si riferiscono
al tempo – tanti anni fa, un mese fa
7 – uso di fu
Corrisponde alla terza persona del passato remoto, modo indicativo, del verbo essere. Si
scrive senza accento né apostrofo – egli fu contento di vedermi.
8 – uso di da e dà
Da, senza apostrofo e senza accento, è funzione di preposizione semplice – Sono andato a
mangiare da Giovanni.
Da', con apostrofo, è la seconda persona singolare dell'imperativo presente del verbo dare
(troncamento di dai) – Da' una mela al tuo compagno!
Dà, con accento, è la terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo dare, 3a
persona singolare – la tua presenza mi dà tranquillità.
9 – uso di li e lì
Li senza accento grafico è il pronome maschile plurale usato nella funzione di complemento
oggetto – Li vedi spesso i tuoi amici? Li ho guardati prima io -
Lì con accento grafico è un avverbio di luogo che identifica, in una conversazione fra due o
più persone, un punto vicino a chi parla o a chi ascolta – Giovanni è andato lì.
14 – I verbi VA, modo indicativo, tempo presente, 3a persona singolare, e DO, modo
indicativo, tempo presente, 1a persona singolare, non esistono in italiano con accento.
In quest'ultimo caso, troviamo tuttavia la forma dò in testi di varie epoche della letteratura
italiana (Ti dò anche un altro bacio, Italo Svevo, La coscienza di Zeno).
Es. Giovanni va al mercato.
Io do tutto me stesso.