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PRIMA DELLA NASCITA: Gertrude è l’ultima figlia di una famiglia nobile.

Da prima della sua


nascita il suo futuro era già stato scritto e il suo consenso non importava.
DALLA NASCITA AI SEI ANNI: sin da piccola fu modellata all’idea di crescere da monaca;
bambole con le sembianze di monache e santini raffiguranti monache furono i suoi primi regali e la
famiglia la fece crescere con l’idea che diventare monaca fosse una sua idea. I genitori, essendo
nobili, la fecero crescere da principessa e indicandole le buone maniere.
DAI SEI AI DODICI ANNI: a sei anni fu collocata nel monastero dove Lucia la vedi per la prima
volta. La scelta del monastero non fu casuale: lo scelsero in modo tale che ebbero la certezza che
la figlia sarebbe stata trattata, ancora una volta, da principessa. Fu chiamata sin da subito
“signorina”, aveva un posto riservato a tavola ed era costantemente ricoperta di attenzioni. Dato
che fu cresciuta con l’idea di essere superiore, desiderava di far provare invidia alle sue compagne,
ma quando le sentiva parlare del matrimonio, iniziò a provare ammirazione e desiderio verso
questo, lasciando in disparte il convento e si convinse che anche lei poteva sposarsi, dato che non
poteva diventare monaca senza il suo consenso. Quando pensava ad un possibile rifiuto, le
compariva in testa l’immagine del padre, il quale era sicuro del futuro da monaca della figlia.
Iniziò a provare lei stessa invidia verso le compagne e quindi faceva pesare loro ancora di più la
sua superiorità.
TREDICI ANNI: iniziò a fantasticare sul matrimonio attraverso i discorsi delle sue compagne.
Ormai per lei la religione non era più un tassello importante e iniziava a ripudiare il convento. Una
legge diceva che per diventare monaca, Gertrude avrebbe dovuto inviare prima una lettera ad un
vicario in cui metteva per iscritto il suo desiderio e poi essere esaminata da esso. Gertrude si pentì
di aver scritto la lettera, così poi scrisse tutte le sue emozioni al padre, del quale poi non ebbe una
risposta diretta, ma solo una di collera da parte della badessa. Vi era poi un’altra legge: per
diventare monache si doveva passare un mese fuori dal monastero.
FUORI DAL MONASTERO: quando dovette attraversare il periodo di un mese fuori dal
monastero, per legge, si recò a casa propria, dove nessuno le parlava. Senza spiegarle il perché,
veniva trattata da traditrice e considerata indegna di portare il nome della famiglia. Le venivano
dedicati solo sguardi severi, i quali alludevano che per ritornare in famiglia doveva farsi monaca.
Altri suoi sogni vennero infranti: desiderava poter dare sfogo alle sue fantasie una volta uscita dal
convento, ma scoprì che la situazione in casa era uguale a quella nel monastero.
Col passare del tempo, Gertrude, si accorse di cominciare a provare qualcosa verso un ragazzo
amico di famiglia. Attratta soprattutto dal modo in cui egli la trattava, il ragazzo era la cosa che si
avvicinava di più alle sue fantasie e il pensiero di rinunciare ad essere monaca si faceva sempre più
grande. Quando il padre scoprì le sue intenzioni, la fece rinchiudere in camera assieme a una serva
che la controllasse. Dato che casa sua ormai era diventata un inferno, per lei l’unico posto sicuro
diventava, ormai, il convento. Così, dopo quattro giorni di prigionia, scrisse al padre una lettera di
perdono, spiegando che sarebbe stata disposta a fare di tutto pur di assecondarlo.

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