La trattatistica tecnica ha lasciato alcune tra le più antiche testimonianze
conservate di scritti sull’a.; ricettari e manuali sui procedimenti di
realizzazione sono i primi testi della letteratura artistica dal Medioevo. I principali trattati dell’antichità e dei primi secoli cristiani, dal Liber de lapidibus di Teofrasto al De architectura di Vitruvio, dalla Naturalis Historia di Plinio – che è tra gli autori più citati – non furono mai completamente dimenticati ma, a prescindere dalle informazioni ricavate da cronache o descrizioni di luoghi, si giunge ai primi trattati sistematici con la Mappae clavicula, testo compilato in più edizioni (sec. 10°-12°) che raccoglie scritti e tradizioni dei secoli precedenti e che ebbe enorme fortuna lungo tutto il Medioevo. Il De coloribus et artibus Romanorum di Eraclio (nome forse fittizio), probabilmente composto in Italia tra l’8° e il 10° sec., riporta precetti su coloranti e lacche per la miniatura, su ceramica, vetri e vetrate; vi attinse il monaco Teofilo, autore di De diversis artibus (sec. 12°), il primo grande trattato medievale di tecniche artistiche. Già in Eraclio e in Teofilo, come nel Liber de coloribus faciendis di Pietro di Saint-Omer, forse della fine del 12° sec., si trovano indicazioni per la pittura a olio. Proviene probabilmente dal fertile ambito della miniatura manfrediana o dei primi tempi del dominio angioino il De arte illuminandi, pervenuto in copia trecentesca di più antico originale