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DETRACI REGULA

I MISTERI DI ISIDE

SPERLING & KUPFF.R EDITORI

Traduzione di Francesco Saba Sardi


The Myifterits uf Isis
Copyright » IOU5 deTraci Risiila
Puhhshcd by Llewcllyn Publkalions
Si. Paul. MN 551M USA
' Speiling & Kupfci Editori S.p.A.
ISBN 88-2m-2477-2 29-1-97

Eccomi a te, Lucio, commossa dalle tue preghiere.


lo, madre di liate le cose, signora di inni gli elementi, principio di tutte le generazioni nei secoli, la
più grande dei numi, la regina dei Mitili, la prima dei celesti, archetipo immutabile degli dei e delle
dee. a cui concedo di governare col mìo assenso le luminose volte dei ciclo, le salinari brezze del
mare, i lacrimati xilemi degli inferi, lo. la cui potenza, unica se pur multiforme, tutto il mondo
venera con riti diversi, con diversi nomi.

Iside al suo adoratore Lucio in APULEIO, Metamorfosi

A Scott Cunningham
Senza dì te
molto di questo libro e della sua autrice noti sarebbe stato possibile.

Indice
Prefazione Ringraziamenti Perché Iside?
1. La prima ora del giorno - Svegliando Iside
2. La seconda ora del giorno - Purificazioni per i riti di Iside
3. La terza ora del giorno - Iside la dea universale
4. La quarta ora del giorno - In visita alla santa casa di Iside
5. La quinta ora del giorno - Vestirsi per la dea
6. La sesta ora del giorno - Esaltando Iside
7. La settima ora del giorno - // rito di mezzogiorno
8. L'ottava ora del giorno - Iside dea della guerra
9. La nona ora del giorno - Iside dea del mare
10. La decima ora del giorno - Feste di Iside
11. L'undìcesima ora del giorno - Iside la grande terapeuta
12. La dodicesima ora del giorno - Iside e altre divinità
13. La prima ora della notte - // rito serale
14. La seconda ora della notte - Nelle cucine e negli orti di Iside
15. La terza ora della notte - Iside la dea danzante
16. La quana ora della notte - Iside dea dell'amore
17. La quinta ora della notte - Iside levatrice divina e madre
18. La sesta ora della notte -Iside e !'alchimia
19. La settima ora della notte - Rito della none
20. L'ottava ora della notte - Iside nelle stelle
21. La nona ora della notte -Iside e l'adorazione delle mani
22. La decima ora della notte - Gli oracoli di Iside
23. L'undicesìma ora della nolte - Ixide e il sogno
24. L'ultima ora della notte - / misteri di Iside

Appendice A. lì mito di Iside e Osiride raccontato da PtutarcO


Appendice B. L'origine di Serapide secondo Plutarco
Appendice C. // racconto di Apuleio della Ploiafesia
Appendice D. Fonti
Note
Bibliografia

Prefazione

QUINDICI anni fa, una notte di inverno a Laguna Beach, in uno scaffale della libreria Fahrenheit
451 trovai due romanzi di Dion Fortune, Moon Magie e The Sea Priestess: libri che ebbero un
profondo effetto sulla mia vita perché fu attraverso quelle pagine che venni, per la prima volta, a
conoscenza dell'evidente potere di Iside. Negli anni successivi tornai più volte a quei testi, sempre
ricavandone nuove intuizioni, e al termine di parecchi anni mi resi conto di aver trovato la strada
spirituale per la mia esistenza. I riti di Iside suscitavano in me un'eco senza pari. Un po' alla volta
mi trovai a parlare ad altri di questa gloriosa dea e del mio rapporto con lei. Cominciai a guidare
altre persone, offrendo quel che avevo scoperto e condividendo gli stessi libri.
Di tanto in tanto c'era chi voleva maggiori informazioni storielle, riti più semplici oppure una guida
in aggiunta a quella fornita dai soli romanzi. In quelle domande c'erano i semi del presente libro.
Mentre frequentavo la facoltà di biologia alla Universìty of California a Irvine, scoprii in biblioteca
decine di libri poco consultati che avevano per oggetto vari aspetti del culto di Iside e di altre
divinità. In particolare trovai Isis in thè Greco-Roman World di R.E. Witt e constatai che la storia
dell'adorazione di Iside era ancora più ricca e variegata di quanto mi fosse stato dato di scoprire nel
corso di altre mie ricerche. Ebbi finalmente modo di verificare nel bellissimo libro del professor
Witt molte cose di cui ero da lungo tempo convinta e la scoperta di quell'opera alimentò in me fede
e comprensione.
Una fortunata coincidenza mi mise in contatto con l'onorevole Olivia Robertson e la Fellowship of
Isis (Confraternita di Iside) e nel 1981 venni ordinata sacerdotessa di Iside. Sebbene la benefica
influenza della Confraternita illumini ogni pagina di questo libro, esso non è una pubblicazione
«ufficiale» e le opinioni e le informazioni in esso contenute riflettono il mio punto di vista e la mia
esperienza e, come è ovvio, miei sono tulli gli eventuali errori.
Spero che questo volume che avete adesso in mano vi aiuti a proseguire l'esplorazione della
sfavillante dea e a trovare i suoi insegnamenti per la vostra vita.
Iside vi benedica!

Perché Iside?
QUESTO libro è una giornata nel tempio di Iside. I suoi capitoli sono ore, le sue pagine minuti.
Cominciamo con la celebrazione di un rito mattutino e finiamo con i misteri che si rivelano soltanto
quando le stelle splendono in ciclo.
L'aria è fresca quando spirano le brezze dell'alba. Il ciclo si illumina a est. Iside, dea della rosea
aurora aspetta. Venite.
La prima ora del giorno
Svegliando Iside
Svegliati in pace, o signora della pace...
Dea della vita, bella in cielo.
PADIUSIRI dall'Inno del risveglio di Iside nel suo santuario all'alba

AL limite del deserto, lungo le rive del Nilo, mentre Falba colora il cielo, si sente una lontana
salmodia.
Alto su una falesia marina, un solitario tempio marmoreo risona di un'orazione mattutina a Iside.
che gareggia con il canto degli uccelli.
Sulla piazza del mercato della città di Roma, un taverniere scuote il capo perché è consapevole di
slare aprendo in ritardo il suo esercizio, quando i riti di Iside hanno già avuto inizio.
Non molto lontano da lì, l'imperatore di Roma ode l'inizio del rito mattutino e decide che sarebbe
saggio da parte sua. dal punto di vista sia politico sia spirituale, dedicare un nuovo tempio a questa
potente dea.
In Inghilterra una donna, per metà celtica per metà romana, freme udendo il suono di un sistro
scosso da una sacerdotessa che da inizio al rituale.
In un solitario caravanserraglio, sulla Via della Seta che porta in Asia. un sacerdote in viaggio
guarda il sole che sorge e appare arancione nella polvere del deseno, e prova nostalgia per gli alti
pilastri scolpiti e decorati di gemme nei magnifici templi dedicati alla dea. in quel momento a olire
mìllecinquecento chilometri.
In mezzo al Nilo, sull'isola del regno di Mente, la Candake agita un si-stro all'unisono con la
salmodia, pregando che la dea sorrida benevola alle fatiche che dovrà compiere in questo giorno di
guerra.
Su una nave nel mare in tempesta, il capitano invoca Lside perché salvi il suo legno e la sua
ciurma, mentre un passeggero che ha abbracciato una nuova fede, nell'udire le preghiere, si chiede
se quella presunta dea, la cui influenza è tanto diffusa, potrà mai essere vinta.
In un accampamento di barbari nella profondità delle buie foreste d'Europa, un capo viene ad
annunciare che suo figlio avrà un nuovo nome in onore di Serapide, il consorte di Iside, del cui
culto è venuto a conoscenza nel mondo «civilizzato».
Tra le colline dell'India, un re appartenente al lignaggio di sovrani detronizzati da Alessandro
Magno durante !a sua conquista dell'Oriente, si sofferma di fronte a una statua di Iside. di
splendente bellezza, e annuisce compiaciuto nell'udire il canio di un sacerdote che la celebra con
versi quasi dimenticati.
Nelle lunghe sale della biblioteca di Alessandria. uno studioso solitario sussurra le parole della
litania mattuiina mentre si china sopra un antico rotolo, prima di spegnere soffiando la sua lampada
a olio, e permettere alla luce del mattino di ridar vita alle parole sbiadite sulla pagina che ha
sott'occhio.

Rito mattutino per Iside

Nei molti templi di Iside, la litania mattuiina per svegliarla veniva intonata ogni alba. Sebbene le
parole differissero da tempio a tempio e cambiassero a seconda delle manifestazioni di Iside. il
significato e lo scopo del rituale di apertura rimaneva immutato,
II rito veniva compiuto, identico, vuoi da un'unica sacerdotessa in un oscuro santuario di campagna,
vuoi da una processione di sacerdoti e sacerdotesse, cantori e coristi che affollavano le buie sale di
un tempio.
II rito del risveglio mattutino deve aver fatto fiorire un sorriso sulle labbra di Iside perché i suoi
molti aspetti e le sue diverse funzioni apparentemente precludevano ogni occasione di sonno e
sogno divino. Quale regina degli inferi, il sonno, i sogni e i viaggi astrali a cui danno vita le
appartengono. In questo compito è aiutata dal suo compagno, collega e nipote. Anubi dalla lesta di
sciacallo. E quale protetlrice di Osiride, le ore noiturne sono il momento cruciale in cui deve essere
pronta alla difesa contro i demoni della notte che potrebbero tentare di fare del male ai morti e alle
anime dormienti affidate alla sua custodia.
Quale signora della luce e della fiamma, Iside è padrona dell'alba, il barlume roseo che precede il
sorgere del sole, e il suo sorriso da il benvenuto al nuovo giorno. Quale dea del sole e della luna
insieme, Iside è presente sia nella luna calante sia in quella nascente, e quale dea dell'aria, le brezze
mattutine, soprattutto quelle che spirano dal fresco settentrione, sono anch'esse portalrici della sua
essenza. La signora delle piante verdi trascorre alcune delle ore notturne a convincere i semi a
germogliare e le foglie ad aprirsi; i fiori del mattino si dischiudono al tocco delle sue dita.
Sicché, non occorre che la sempre vigile Iside sia indotta a svegliarsi. Adesso, però, per far sì che le
sue sacerdotesse, sacerdoti e templi possano venire spiritualmente risvegliati e sia loro ricordato
che con questo nuovo giorno lei toma ad abitare con essi e in essi, la dea Iside moltiplica la sua
presenza per colmare ognuno dei suoi templi e permettere il loro risveglio.

Preghiera del risveglio


Svegliati, svegliati, svegliati,
Svegliati in pace,
Signora della pace.
Levali in pace,
Levati in bellezza,
Dea della vita,

Bella in cielo.
Il cielo è in pace.
La terra è in pace
O dea
Figlia di Nut
Figlia di Geb
Amata di Osiride
Dea ricca di nomi!
Ogni lode a te
Ogni lode a te,
Io adoro te
Io adoro te,
Signora Iside!
'
E' un rito che ciascuno può compiere, magari aggiungendo lo scuotimento di un sistro all'inizio e
alla fine. Anche se questa cerimonia è soprattutto mattutina, può essere compiuta in qualsiasì
momento e in ogni circostanza, in modo particolare quando si sente il bisogno di risvegliarsialla
presenza del divino. Se avete già predisposto un particolare spazio sa¬cro, può darsi che desideriate
compiere lì il rito. Se avete una statua o un disegno di Iside o semplicemente un libro aperto
conlenente un'immagine della dea. accendelele di fronte una candela e recitate la preghiera.
Fatto questo, restate per qualche istante in silenzio. Se poiete. lasciate
che la candela continui ad ardere per un po'. Quando la spegnete, aspettate
che lo stoppino abbia cessato di bruciare e che l'ultimo filo di fumo sia
scomparso. È’ un segno di rispetto per la dea e costituisce la conclusione
del vostro rito. Potete anche diffondere il fumo che sale

dallo stoppino sopra la vostra testa in atto di purificazione e benedizione.


Si dice che in tutti i veri sanluari ci fosse un altare con il fuoco perennemente acceso. Infatti questo
è uno dei modi di comprovare una visione astrale. Se il contatto è effelti-vo. l'altare del tempio avrà
sempre la luce accesa, mentre i luoghi non consacrati, anche se assomigliano a templi, pos¬sono
non averla. Si può anche mantenere il fuoco dell'aliare immaginando una sfera ar¬dente che si
irradia dalla can¬dela e la avvolge. Certamente una fiamma vera soddisfa dì più i nostri sensi.
Quando pe¬rò le circostanze non vi per¬mettono dì tenerla material¬mente accesa, questa
soluzio¬ne di faniasia può assolvere alla stessa funzione e mante¬nere attivo lo spazio dedicato al
rito.
Compiendo questa cerimonia, leneic sempre presente che state adorando non già l'immagine bensì
la forza intangibile, onnipotente e tuttavia personale su cui avete scelto di concentrarvi attraverso la
raffigurazione che avele davanti. Disegnate scolpite, dipinte o scritte, le immagini sono lenii che
trasmeitono e colorano l'energia divina. Con il tempo, menire altingete a questa forza con il loro
aiuto, esse acquistano uno spirilo proprio, in stretta unione con la divinità la cui essenza è stata
assorbita dalla raffigurazione stessa. Que¬sta però non è esattamente identica all'ampio serbatoio di
energia divina sottesa all'immagine.
Il rito matlutino può essere compiuto in qualsiasi lingua: tutte sono ugualmente accettabili. Tenete
presente che lo scopo della preghiera rituale è di mettersi nel giusto slato mentale e psichico per
comunicare con la di¬vinità. I veri dei sono sempre pronii ad ascokare e comprendono unte le
lingue. Siamo noi quelli che hanno bisogno di essere inseriti nell'armonia.
Se constatale, come spesso capita a me, che qualsiasi obbligo a un rituale quotidiano, sia esso
ingerire vitamine o rivolgere preghiere a Iside, urta nel vostro animo contro una ostinata resistenza,
potrà forse essere in¬teressante conoscere le esperienze che ho fatto recitando questa preghiera.
Ho compiuto il rito mattutino migliala di volle e mi è capitato di farlo in fretta, oppure lentamente,
con reverenza o con noia, con dubbi o con fe¬de, con gratitudine, con gioia o soffocata dalle
lacrime. Ho pronuncialo la preghiera con chiarezza, mettendoci tulta la forza di cui posso disporre,
e molte volte l'ho pronunciata annebbiala dal sonno. L'ho detta in maniera perfetta cento volte di
fila, solo per confonderla con le parole di un riluale notturno alla centunesima volta. L'ho
pronunciala al buio, quando il sole si nasconde dietro la luce della luna, e l'ho pronunciata quando
la mia gior¬nata comincia così tardi che gli scarabei solari esiivi sono già in volo nel calore diurno.
Molte volte l'ho pronunciata nell'ora della luce grigia. quando la promessa di quella solare sembra
un sogno improbabile. E l'ho fatto nel roseo momento che corrisponde all'ora del tramonto,
all'eslremità opposta della giornata.
Un mattino l'ho pronunciala nella maniera giusta. Ero ancora a letto, appena emersa dal sogno. La
luce dell'alba toccava le tende della finestra dietro il mio letto. Mi sono svegliata con le parole
dell'inno che già mi fre¬mevano in gola. Era come se esse fossero l'eterna eco di un'espressione
primordiale e io stessi semplicemente ricevendole e trasmettendole, dando una voce in più a un
inno mattutino creato ogni mattina dalle maree del cosmo. Per un beato istante, mi sono trovata in
uno stalo epifanico, lult'u-no con la dea e con ciò che sta al di là di mite le divinità, con l'universo
in cui abiio, con me stessa.
Quel mattino è avvenuta la mia iniziazione: ho capito perché cerimonie rituali ripetuti
quotidianamente siano importanti. Inconsciamente mi ero preparata a quel momento imparando
l'inno a memoria e ripetendolo in ogni condizione, pensando vagamente di compiere un atto di
reverenza a Iside e creando una piccola risonanza con gli antichi templi.

Tuttavia, per grazia degli dei e di Iside in particolare, sono stata ricca¬mente ricompensata persino
per questo fortuito atto di devozione.
Sebbene sia sufficiente pronunciare la preghiera a voce alta oppure mentalmente, si può ampliare il
rito in modo che corrisponda con una certa esattezza a quello antico. Gran parte dei templi
possedevano piccole statue degli dei e delle dee che venivano tenute in appositi locali.
In essi si trovava il naos ovvero reliquiario, uno stipo decorato di di¬mensioni adeguate ad
accogliere l'immagine. Durante l'ultimo rituale not-tuno, verso mezzanotte, il sacerdote officiante
chiudeva con reverenza gli sportelli e sigillava il reliquiario legando le maniglie degli sportelli
stessi con della corda e mettendo un sigillo di cera o di argilla sul nodo. In alcu¬ne versioni di
questo rito, il sigillo di argilla veniva definito «carne di Isi¬de». Seguiva la dichiarazione che la
rottura del sigillo stesso non compor¬tava la distruzione della dea, bensì solo quella dell'argilla.
Al mattino, quando si compivano i riti dell'alba, gli officianti si acco¬stavano al reliquiario
cantando e salmodiando mentre i fumi dell'incenso riempivano l'aria. Il supremo sacerdote o la
suprema sacerdotessa lo apri¬va. Venivano accese le lampade ed eliminate le vecchie offerte. Una
scato¬la speciale, la cosiddetta «meryt», conteneva gli oli e gli altri oggetti ne¬cessari al risveglio
della statua. Era oblunga e ornata di penne di struzzo simbolo di Maat, personificazione della
giustizia e della verità, posta al¬l'interno del reliquiario, in corrispondenza di ognuno degli spigoli.
La statua veniva quindi lavata, unta e vestita. Nel caso di grandi simula¬cri, poteva rendersi
necessario il ricorso a indumenti veri e propri, spesso donati in segno di offerta da ricchi fedeli o
creati da tessitori del tempio. A simulacri più piccoli venivano dati gioielli rituali o erano avvolti
con scial¬li di bella stoffa.
Ad Abido, in Egitto, antichissimo sito sacro dedicato al culto di Osiride, sposo e fratello di Iside,
l'iniziato officiante si sottoponeva innanzitutto a purificazioni, di solito una pulizia rituale con
acqua, e quindi spargeva in¬censo nella sala antistante il locale in cui era conservato il reliquiario.
Mentre compiva questi atti, veniva recitata la seguente preghiera a Osiride.
Rito mattutino a Osiride
Vengo alla tua presenza, o grande, dopo che sono stato purificato. Mentre passavo accanto alla dea
Tefnut, essa mi ha reso puro. Io sono un sacerdote, e il figlio di un sacerdote di questo tempio. Io
sono un sacerdote e sono venuto a fare ciò che deve essere fatto.

L'officiante si recava quindi al reliquiario di Osiride e spezzava il sigil¬lo di argilla, dicendo:


L'argilla è spezzata
E il sigillo è sciolto
In modo che questa porta possa aprirsi
E che tutto ciò che è male in me
Io lo getti a terra
Come questa argilla infranta.
Dopo aver compiuto altre cerimonie minori, il sacerdote si accostava al-Ì to statua di Osiride e
pronunciava il Risveglio, in parte riportato qui di seguito:
Pace a te, dio,
Anima vivente che vince i suoi nemici,
La tua anima è con me,
La tua immagine è accanto a me,
Io sono purificato dalla tua presenza.
Poi venivano fatte alla statua offerte di cibo, latte, birra o vino. Nei tem¬pli più ricchi, veniva
presentata alla divinità solo una piccola parte simbo¬lica delle molte offerte dei fedeli o del
raccolto dei campi del tempio. Do¬po essere rimasto per qualche ora di fronte alla statua, oppure
fino al mo¬mento del rito successivo, tutto veniva rimosso e distribuito ai poveri o consumato dai
sacerdoti, dai novizi, dai pazienti e da altre persone che di¬pendevano dal tempio per il proprio
sostentamento.
Se avete l'abitudine di iniziare la giornata con un caffè, una colazione completa o semplicemente
inghiottendo vitamine con un po' d'acqua, po-;'tete offrire e santificare queste cose alzandole con
entrambe le mani di fronte all'altare e tenendovele per qualche istante. Una bacchetta o scettro può
essere usato quale khereb, un oggetto che veniva fatto passare al di so¬pra delle offerte per
consacrarle. Se vi preoccupa l'idea che i vostri freddi cereali mattutini non siano ritualmente
adeguati, tenete presente che cibi, bevande e tutto quanto alimenta la vita sono sacri a Iside.
Secondo molti, l'accensione iniziale della candela e la recitazione del Risveglio dovrebbero
precedere ogni altra attività per vincere quella lieve trance che molti di noi provano di primo
mattino dopo il sonno.
Una persona davvero mattutina, tuttavia, preferisce magari cominciare a giornata con un bagno
purificatore. Le istruzioni si trovano nel capitolo seguente, «Purificazioni per i riti di Iside».
seconda del tempo che avete a disposizione per i riti mattutini e a se-
n a della presenza o meno di altre persone accanto a voi, potete accendere incenso in segno di
offerta. E’ meglio scegliere una profumazione speziata anziché dolce. Ottimo un incenso resinoso,
con foni connotazioni so¬lari, come per esempio la mirra. Nel diciottesimo capitolo, «Iside e
l'alchi¬mia», ci sono altri suggerimenti.
Qualora l'incenso non vi sembri adatto, una goccia di olio essenziale versato su un cristallo perché
ne evapori rappresenta una piacevole alterna¬tiva che evita il fumo.
Il rito mattutino deve essere compiuto con gioia. È nato un nuovo gior¬no pieno di potenzialità che
trascendono la nostra immaginazione ma facil¬mente raggiungibili dalla dea e da coloro ai quali
essa concede aiuto e amore.

La seconda ora del giorno


Purificazioni per i riti di Iside
ESSERE in uno stato di purezza spirituale è una meta di importanza primaria per i sacerdoti, per le
sacerdotesse e per tutti gli adoratori di Iside. Sebbe¬ne in tempi antichi nella stragrande
maggioranza dei casi l'esigenza venis¬se vissuta a ritmo assai più lento, con maggiori contatti con
la bellezza na¬turale e con quella creala dall'uomo, venivano costantemente compiuti i ri¬ti di
purificazione spirituale. Erano obbligatori prima di entrare in recinti sacri, prima della preghiera,
prima di invocare la forza divina terapeutica.

Noi che percorriamo oggi i sentieri sacri viviamo in un mondo dove è fin troppo facile venire
contaminali. Diamo per scontato che il nostro ambiente fisico sia inquinato, malsano e ci riteniamo
fortunati se l'aggressione di sostanze dannose rimane entro livelli di contaminazione «sicuri». Nel
mondo odierno, con il suo rumore, la sua incessante e a volte insensata attività, la purificazione è
ancora più importante, ed è saggio ritirarci dal mondo e concederci la benedizione della
purificazione stessa.
I riti di purificazione non sono altro che una consapevole pulizia dello spirito e del corpo e
assumono la forma di benedizioni lali per cui l'energia positiva «pura» cancella negatività e
contaminazioni. Una buona purificazione equivale a una cura psichica preventiva e insieme
incrementa i benefici della medicina moderna e della terapia spirituale.
Riti di lavacro
I sacerdoti di Iside erano ben noti per la loro purezza fisica e spirituale, e le loro frequenti abluzioni
rituali avevano procurato ad alcuni il soprannome di «Ht'/j» ovvero «lavati».
L'acqua svolge un ruolo fondamentale nelle cerimonie di purificazione in ogni parte del inondo e
aveva particolare importanza nei riti legati ai templi di Iside. Per questo molti santuari di Iside e di
Serapide erano dotati di vaste piscine e spesso un'aspersione o spruzzatura rituale di acqua
accoglieva membri della congregazione che partecipavano ogni giorno ai riti pubblici della dea.
Insieme con i riti di purificazione degli stessi sacerdoti era essenziale quella quotidiana del tempio
mediante fuoco (torcia o incenso) e acqua (aspersione o spruzzatura).
Nel suo Water in thè Ciiltic Worship of Isis and Sarapis, Robert Wild nota che il clero aveva attenta
cura di lavarsi testa e mani prima di entrare nel tempio o di partecipare ai riti, ipotesi coerente con
antiche rappresentazioni egizie di purificazioni che mostrano una persona su cui viene versata
acqua da due recipienti tenuti da divinità, di solito Thot e Horus. A volte. al posto dell'acqua
venivano raffigurati piccoli ankh, simboli di perenne energia vitale.
L'acqua del Nilo era oggetto di particolare venerazione per i suoi poteri purificatori e terapeutici, e
spesso venivano intrapresi dai devoti dei pellegrinaggi con lo scopo di procurare acqua per i templi.
Al tempo dei romani si diceva che una sacerdotessa non poteva accontentarsi semplicemente di
attingere acqua dalla foce del Nilo, dove questo si versava nel Mediterraneo. Doveva risalire il
fiume per un lungo tratto fino al regno insulare di Meroe, che era ritenuto prossimo alla sorgente
del fiume. Altri pellegrinaggi meno impegnativi venivano compiuti, e ne è rimasta registrazione, da
devoli del culto sia di Iside sia di Osiride i quali
erano a volte rappresentati da un vaso riempito di acqua del Nilo e promettevano ai fedeli
un'abbondanza di «acqua fresca» nell'aldilà.1
Una moderna sacerdotessa di Iside, Dorothy Eady (Omm Sety) è vissuta per molti decenni presso i
resti del sacro Osireion ad Abìdo. Si serviva di acqua del Nilo che zampillava in stagni tra le pietre
del tempio a scopi terapeutici.
Grandi stagni sacri, più propriamente piccoli laghi artificiali, erano spesso parte integrante di recinti
di templi egizi ed erano usali per lavacri rituali e come palcoscenici per naumachie durante le feste
di Osiride.
Gli effetti Tisici della purificazione spirituale
I riti di purificazione non hanno solo un effetto psicologico, anche se questo aspetto non va
sottovalutato. Oltre agli effetti spirituali, ÌI semplice lavacro ne comporta anche uno fisiologico.
Dal momento che sacerdotesse e sacerdoti erano spesso i medici più esperti del loro tempo e del
luogo in cui vivevano, non può certo sorprendere che molte sostanze e melodi usati per la
purificazione spirituale abbiano effetti fisici di innegabile valore.
A pane i generici benefici connessi alla eliminazione dalla pelle dì tracce degli sforzi quotidiani,
molti oggetti e materie usati per questo rito hanno documentate proprietà antisettiche, antivirali e
pensino antibiotiche.
II personale dei templi era costantemente a contatto con malattie fisiche e mentali, e i riti di
purificazione assicuravano una maggior capacità di resistenza alle patie, aiutandoli a curare gli altri
senza venire infettati a toro volta.
Natron
L'acqua contenente natron (carbonato di sodio idrato, corrispondente alla soda prodotta
artificialmente) era largamente usata in Egitto come liquido purificante per lavare sia il corpo sia la
bocca. Una versione moderna del natron si può ottenere mescolando bicarbonato di sodio e acqua
purificata.
Per risvegliare le loro qualità di purificazione spirituale, sia l'acqua sia il carbonato di sodio
possono venire benedetti e separatamente «caricati», per poi essere uniti. Il metodo più semplice
per farlo consiste nel mettere U carbonato di sodio in una piccola ciotola pulita, richiamare energia
terapeutica nelle mani (si veda il paragrafo intitolato «Manifestare energia terapeutica»
nell'undicesimo capitolo «Iside la grande terapeuta») e quindi prendere la ciotola pronunciando la
seguente preghiera o un'altra di significato simile:
Iside, gloriosa dea,
Santa, rendi pura questa sostanza
E fa' che partecipi della tua divina unità e purezza.
Caricate la ciotola di forza terapeutica e, quando è piena, deponetela e battete le mani
allontanandovi da essa. Fate altrettanto per l'acqua e quando mescolate il carbonato di sodio e
l'acqua. Versate l'acqua con il natron sul vostro corpo durante la doccia o il bagno e sciacquatevi
anche la bocca.
Bagni di purificazione
II bagno di purificazione più semplice è quello che si fa in una comune vasca aggiungendo
all'acqua un paio di cucchiai da tavola di sale comune, carbonato di sodio o salgemma. Questo, che
è il sale estratto in miniera anziché ricavato dall'evaporazione dell'acqua marina, si presta
specificamente allo scopo.
Per onorare Iside quale dea del mare si può tuttavia preferire il sale marino, ma molti egizi
consideravano l'acqua marina legata a Seth e quindi impura, cosa tanto più vera in questa nostra
epoca di inquinamento.
La consacrazione dei sali per il bagno di purificazione si fa con la stessa procedura usata per la
creazione dell'acqua carica di natron. Basta semplicemente suscitare nelle proprie mani l'energia
terapeutica dicendo: «Iside benedici ti prego questo sale».
Nella preparazione di qualunque bagno purificatorio, è utile attingere a una condizione mentale di
pace prima di entrare nella vasca in modo che il rito possa agire in profondità sulla contaminazione
spirituale, anziché avere unicamente un effetto calmante. Di solito è conveniente lavarsi nella vasca
o sotto la doccia con acqua e sapone prima di dedicarsi al bagno di purificazione. Fate i preparativi
necessari con calma; concedetevi il tempo necessario. Capita di rado che la situazione sia tale da
doversi dedicare frettolosamente a un bagno di purificazione.
Versatevi nel palmo della mano una buona manciata di issopo o di altre erbe purificanti e
aggiungetela a circa mezzo litro di acqua contenuta in un recipiente smaltato. Servitevi di un
cucchiaio di legno per inumidire le foglie. Muovendosi, agitandosi, formeranno un caleidoscopio di
verdi che ha effetti di trance. Riscaldate l'acqua, contemplando le foglie e inalandone la fragranza:
vi aiuterà a purificarvi anche intcriormente. Se lo desiderate, tracciate nell'acqua, mentre mescolate,
il sacro simbolo dell'ankh o trono di Iside.
Appena lungo i bordi del recipiente compaiono le prime bollicine, abbassate il fuoco. Lasciate
riposare l'infuso per qualche istante, quindi spargete il liquido nell'acqua del bagno possibilmente
con un colino non metallico. Ovviamente, si può lasciare che le foglie restino nel liquido versato
nella vasca, con un effetto per niente purificante per l'impianto idraulico. Un'alternativa può essere
cucire le erbe in un panno pulito da mettere direttamente nell'acqua, ma in tal caso questa risulta
meno potente di quella ottenuta servendosi del metodo dell'infuso sopra descritto.
Versando il liquido, si possono pronunciare le seguenti parole:

Iside, gloriosa dea,


Signora delle verdi erbe
Nettami di tutte le impurità
Lavami con la tua luce
Liberami dal tumulto che mi pervade,
Rendimi puro per percorrere i tuoi sentieri.

Lasciate ammollare l'infuso. Essendo una purificazione, è consigliabile entrare completamente


nell'acqua immergendo per qualche istante anche la testa. Se avete qualche malattia che non ve lo
permette, basterà che vi versiate un po' d'acqua sul capo.
I bagni purificatori sono potenziati dalla luce del sole o di candele, soprattutto se si ha il tempo e la
tendenza alla meditazione in aggiunta alla purificazione basilare. Non dedicatevi a questa pratica in
maniera frettolosa; come gran parte delle erbe, l'issopo e altri vegetali hanno un'azione lenta ma
profonda, dunque non bisogna forzare i tempi. Evitate di trasformare il bagno di purificazione in
una breve doccia. Se è vero che un rapido rito purificatorio è sempre meglio di niente, i benefici
non sono però gli stessi.
Certe erbe, soprattutto l'issopo, tendono ad avere sulla pelle un effetto prosciugante, per cui dopo il
bagno è consigliabile servirsi di olio o lozione per reidratare la cute. Questa è dunque anche
un'ottima occasione per ungere l'epidermide, dando al bagno purificatore una degna conclusione.

Bagno di issopo

L'issopo, che tra le erbe più usate a scopo purificatorio è forse quella dotata di maggiore potenza, è
stato impiegato per millenni. Nella sua En-cyclopedia of Magical Herbalism, Scott Cunningham
cita versioni più antiche del nome issopo come «yssop» o «isopo», entrambi probabilmente derivati
dal ricordo medievale di Iside quale «Ysis signora delle erbe» che si ritrova in un antico
manoscritto pubblicato a cura di Christine de Pisan.2
L'issopo ha trovato impiego in riti giudaici e cristiani, ed è tuttora usato da fedeli ebrei nel bagno
rituale del miqwé per la purificazione spirituale.
Fragrante e pulito, l'issopo conferisce all'acqua l'inconfondibile caratteristica di leggero pizzicore,
quasi un'effervescenza. Qualora vi sentiate troppo gravati spiritualmente dagli impegni materiali, o
siate reduci da turbe emozionali, un bagno di issopo può aiutarvi a ritrovare l'equilibrio intcriore, ed
è anche ideale prima di riti o feste importanti o di eventi significativi di carattere laico nella vostra
esistenza.
Se acquistate, raccogliete o coltivate da soli erbe a scopi purificatori, optate per la qualità migliore,
libera da pesticidi o da sostanze inquinanti derivate dal traffico stradale. L'issopo si presenta come
un'erba con steli molti piccoli e poche foglioline. A seconda della stagione presenta ciuf-fetti di
fiori di colore rosso, rosa o azzurro.
Unzione
Ungersi con olio è una delle più antiche forme di benedizione e purificazione. È semplice, rapido,
si può fare ovunque ed è molto efficace. La forma più elementare consiste nel portarsi alla fronte la
punta di un dito bagnata di olio consacrato, pronunciando qualche parola, per esempio: «Iside
benedicimi!» oppure «Dea benedici il tuo adoratore».
Per un'unzione più elaborata, bisogna spalmare l'olio sulla fronte, sulla gola, all'altezza del cuore,
sul ventre, sul pube, sulle ginocchia e sui piedi. A tale scopo conviene essere svestiti, ma non è
indispensabile. Qualora sia assolutamente necessario, l'unzione può essere eseguita attraverso gli
indumenti, sempre con effetto positivo.

Un rito di unzione

L'unzione del corpo con olio «caricato» o «consacrato» è un modo di attrarre potere nella zona
unta, espellere energia negativa, conferire particolari capacità come gli oli usati in moderni riti di
incoronazione. Oli e unguenti sacri hanno trovato impiego in molte culture del mondo antico.
Un semplice rito di unzione consiste nell'attirare l'energia divina verso il proprio corpo, una parte
dopo l'altra, e nell'implorare una benedizione per ciascuna zona. Nel sesto capitolo, «Esaltando
Iside», si trovano esempi di litanie appropriate. Un'unzione del genere ha effetti particolar-mente
terapeutici in caso di lesioni o di dolori cronici.
Restate in piedi respirando a fondo fino a raggiungere la consapevolezza dell'energia che riempie il
vostro corpo e fluisce attorno a voi. Concedetevi una pausa di attesa per lasciarla stabilizzare.
Immaginate di riempirvene le mani. È opportuno che durante il rito ci sia una candela o un'altra
fonte di luce, oppure mettetevi di fronte a una finestra da cui entri il sole o all'aperto qualora la
situazione lo permetta. Da evitare lampade fluorescenti o luci che risultino sgradevoli. Lampade a
incandescenza o alogene assicurano una piacevole luminosità al rito.
Salutate Iside. Lo si può fare dicendo per esempio «Tutta la gloria te, Iside, sii con me in questo
rito», o semplicemente rivolgendo il pen siero a un'immagine di Iside che vi sia cara. Mentre
pronunciate le paro le, ungetevi con l'indice e il medio della mano destra (o sinistra se siet mancini)
bagnato di olio.
Restate immobili finché l'energia comincia ad attenuarsi. Il rito del l'unzione può essere eseguito
anche insieme con le tecniche di purifica zione e guarigione con la luce dei paragrafi seguenti.
Purificazione con la luce
Stare sdraiati sull'erba verde, su una morbida spiaggia sabbiosa o ma gari sulla dura terra nuda alla
luce della luna o del sole assicura una du plice purificazione. Il pianeta sotto di voi irradierà
automaticamente «ne gatività», asportando le energie non generate attivamente. La luce sovra
stante vi pulirà, purificherà e ricolmerà di forza.
Questo tipo di purificazione e ricarica è particolarmente utile quand ci si dedica allo studio degli
aspetti solari, lunari o stellari dell'adorazic ne di Iside. Lo si può integrare con un rito di
meditazione o di altro gè nere. Sarebbe ideale eseguirlo svestiti, ma non è indispensabile e qualch
volta può essere addirittura sconsigliabile. Qualora sia impossibile com pierlo all'aperto, sdraiarsi
anche solo sul pavimento di fronte a una fine stra può aiutare a rafforzare le energie e a rendere
chiara la propria aun quella rete di sortili forze fisiche e spirituali che avvolge ogni essere.

Purificazione con luce colorata

Una tecnica guaritrice usata da sciamani messicani consiste nel rierr pire di acqua bottiglie di vetro
colorato, lasciarle al sole e quindi servir: dell'acqua caricata di luce a scopi terapeutici e di
purificazione, prescri vendola di diverso colore per diverse affezioni. Il verde è usato qual mezzo
terapeutico fisico, il rosso per disturbi emozionali, il giallo pe squilibri mentali, l'azzurro per
combattere l'ansia o l'angoscia.
Purificazione di oggetti, pietre e cristalli rituali
Quando acquistate o ricevete in dono oggetti che si usano per scoj spirituali, dovete purificarli sia
fisicamente sia psichicamente, a meno eh non siano stati appositamente caricati o desideriate
conservare nell'ogge to l'energia della persona che ve l'ha dato. In questo caso, la mera depi razione
fisica non basterà a eliminare l'intenzionale «carica» presenti pezzi, soprattutto cristalli, che siano
rimasti in un negozio per un certo tempo, di solito hanno bisogno di una buona purificazione fisica
e psichica.
Prima di ricorrere alla depurazione psichica, cominciate con quella fisica servendovi del buonsenso
e dell'esperienza; non usate carta abrasiva per ripulire un delicato candeliere di legno antico. Certe
pietre a struttura micosa, come la lepidolite o l'arenaria, possono risultare solubili in acqua, ed è
quindi consigliabile pulirle con un panno umido.
La purificazione spirituale degli oggetti può essere fatta in molti modi. Ecco qui di seguito alcune
tecniche.

Luce

Le pietre possono essere purificate esponendole alla luce del sole, della luna o di entrambe. Può
essere preferibile lasciare un quarzo chiaro, che ha la massima affinità con l'energia lunare, esposto
alla luce dell'astro notturno durante le tre notti di luna piena. Per intensificarne l'influenza,
rimuovete il cristallo prima che i raggi del sole lo illuminino. Il metodo è particolarmente
consigliabile quando ci si dedica all'aspetto di dea lunare di Iside,
In generale, oggetti di legno o di metallo non sono facili da purificare ricorrendo alla sola luce. Può
essere necessario lasciarli esposti più a lungo all'aperto (in tal caso bisogna tener presenti i danni
provocati dall'umidità notturna o dal sole) o può risultare necessario procedere a una purificazione
con l'incenso o ad aggiungere una ricarica. Anche in tal caso, oggetti molto antichi che siano stati
ripetutamente «caricati» da un'altra persona, possono non essere mai completamente «liberati» da
influenze precedenti.

Incensazione

L'incensazione di pietre e altri oggetti per pulirli o «caricarli» è praticato da molte culture in ogni
parte del mondo.
Per una pulitura di tipo egizio, servitevi di incenso o di mirra bruciati su carbone di legno. Anche il
coppale, una resina del «Nuovo Mondo», può essere impiegato per via delle sue varie affinità con
antichi alberi produttori di incenso, alcuni dei quali oggi estinti. Si può anche fare ricorso alla
resina di opoponaco, a suo tempo utilizzata nei templi di Iside.
La purificazione risulta della massima efficacia se si fa uso di ingredienti semplici, puri. Per lo
stesso motivo, l'incenso in bastoncini o in coni va evitato perché spesso contiene, tra gli ingredienti
naturali, vari
Lavacro

Ai cristalli fa bene di tanto in tanto essere sottoposti a un lungo 1 gno. Se siete così fortunati da
avere accesso a una sorgente, corrente cascata, collocate la pietra in modo che sia direttamente
investita dall'i qua. Se vivete in una zona ricca di acqua, potete collocare il cristallo si to un
rubinetto che sgoccioli.
Un bagno in acqua salata, sebbene non sia altrettanto benefico di u purificazione mediante acqua
corrente, si presta a molte finalità. Se u pietra o cristallo non vi sembra adatto, converrà sceglierne
un altro an; che tentare di pulire l'oggetto non compatibile.

La terza ora del giorno


Iside la dea universale

LA storia del culto di Iside è lunga e complessa; questa breve panoramica servirà a dare un'idea
della sua diffusione fino al secolo scorso.
Amica e amata, Iside si prendeva cura del natio Egitto come dea trono, dea dell'amore e della
magia, grande maga che guarisce. Onnipresente, il suo culto con il nome di Iside è documentato nei
Testi delle Piramidi della IV Dinastia (ca. 2600 a.C.) e probabilmente risale a epoche predinastiche.
Adorata da sola, con il suo sposo Osiride, o con le altre divin a lei legate, i riti di Iside erano diffusi
in tutto l'Egitto, praticati in piccole cappelle, in case di contadini, in templi con schiere di
principesse-sacerdotesse.
Marinai egizi percorrevano il Mediterraneo e naviganti stranieri approdavano in Egitto: grazie a
loro il culto di Iside si diffuse in tutto il mondo occidentale. Trattandosi di una dea di natura
complessa e contraddiltoria,
nel contesto della sua fede sussistevano molti paradossi che alcuni preferiscono chiamare misieri.
Da un lalo, il suo clero era oggetto di ammirazione per la sua saggezza e purezza: dall'altro,
adoratori di Iside vedevano in lei una dea dell'amore erotico e sentimentale.
In tempi passati, furono suoi seguaci imperatori e persone comuni, liberi e schiavi, mercanti e
marinai. Allora come oggi, appartenenti a tutte le razze avevano accesso ai suoi templi e ai ranghi
delle sue sacerdotesse e dei suoi sacerdoti. Iside. che non respingeva mai nessuno, fin dai tempi
antichi è stata adorata come unica divinità superiore al fato, capace cioè di riscrivere i presagi
astrali. Artisti e artigiani la invocavano quale suprema musa, mentre i primi scienziati avvertivano
la sua presenza tra i loro alambicchi e crogioli, e in suo nome venivano scritti testi di alchimia.
Insieme con Serapide. un'ipostasi dinamica del suo sposo Osiride morto e risorto. Iside presiedeva
alla magnifica biblioteca di Alessandria e alla sua scuola di medicina che fissò le norme didattiche
di antichi terapeuti. D'altro canto. Osiride. fratello e sposo dì Inde. molti dei suoi seguaci venivano
curati dalle loro affezioni semplicemente trascorrendo una notte nel suo tempio, con la speranza di
avere un sogno guaritore o una visione della dea.
Le legioni romane si spostavano e con esse viaggiava il culto di Iside. che era adorata nell'antica
Londra e in molti luoghi della Francia e della Germania. In tutto il Medio Oriente e nelle isole del
Mare Egeo i suoi templi erano frequenti. Oggi, però, sono per lo più ridotti in rovina.
Mentre i templi di altri dei e dee erano dati alle fiamme o abbattuti durante la turbolenta nascita di
un'altra fede, quella cristiana, sacerdoti e sacerdotesse pagani trovavano rifugio tra le mura dei
santuari di Iside dove potevano adorare le loro abbattute divinità accanto a eretici cristiani in cerca
anch'essi di rifugio.
L'ultimo tempio pagano aperto ai fedeli fu quello di Iside. sull'isola sacra di File nell'Alto Egitto.
Ma nel 595 d.C., a due secoli di distanza dall'ufficiale proibizione nel 383 dei culti pagani da parte
dell'imperatore romano Teodosio, quest'ultimo santuario fu chiuso con la forza e i suoi sacerdoti
uccisi o espulsi.
Iside divenne allora Iside Amenti, la dea nascosta, e il suo culto continuò sotto mentite spoglie.
Molti dei suoi appellativi vennero trasferiti alla sempre più popolare Vergine Maria e statue di Iside
intenta ad allattare suo figlio Horus vennero ribattezzate e collocate in chiese costruite sui resti
degli antichi Isea.
Persino dopo la caduta di File, il culto di Iside sopravvisse. Ancora nel 756 in Francia, un
ecclesiastico cristiano lamentava che c'erano individui che salivano le pendici del monte Anzin per
adorare Iside e altre divinità. Può darsi che i suoi riti siano parzialmente sopravvissuti fino al
decimo secolo a Harran nella penisola arabica, e non è escluso che li si celebrasse nella Cina
occidentale durante la dinastia T'ang. Il nome di Iside si trova in un manoscritto medievale, dove
viene indicala come «Ysis, signora delle erbe», a dimostrazione che le grandi virtù lerapeulì-che
della dea non erano cadute nell'oblio neppure durante i secoli bui. In tempi più recenti, la presenza
dì Iside si ritrova nei riti massonici e nelle concezioni teosofiche.
Le strade per arrivare a lei sono numerose: un itinerario diverso per ognuno, dal momento che la
dea nutre un inleresse attivo e personale per ogni aspetlo dell'esistenza dei suoi fedeli.

Iside in Egitto

Kìicmi, la Terra Nera e Tornerà, la Terra del Sole: erano questi i nomi gli egizi attribuivano al loro
paese. L'Egitto fu un miracolo del sacro Nilo, una stretta striscia di suolo fertile accerchiata dal
deseno.
Quell'antica terra era benedetta dal costante ritmo dell'inondazione del fiume e dall'abbondanza che
ne derivava, eventi di imponente dimensione preannunciati ogni anno dal sorgere della lucente
stella Sothis.
Le popolazioni egizie, pur unite dal Nilo, differivano in fatto di credenze religiose. In luoghi diversi
venivano adorati dei e dee differenti, a volte intesi quali emanazioni di un'unica fonte di potere
divino. Soltanto alcune di queste entilà. ed erano miriadi, godevano di riverenza universale in tulio
l'Egitto e in primo luogo Iside e il suo fratello e sposo Osiride.
A quanto sembra, Iside e Osiride furono oggetto di cullo separato prima di divenire una «coppia di
sposi» nel pantheon egizio. Prima della IV Dinastia se ne hanno scarse tracce e i pochi accenni al
loro culto sono ambigui e controversi. Nei primissimi tempi, il trono, simbolo di Iside, ebbe grande
importanza. Significava che solo lei ne poteva disporre e perciò stabilire quale faraone fosse degno
di sederle in grembo.
Le origini di Oaìride sono ancora più oscure. Certi scrittori antichi classici ritenevano che Iside e
Osiride fossero in principio esseri umani, un re e una regina di Egitto che, grazie alle loro buone
opere e a causa di una tragica vicenda personale furono deificati dai sudditi. L'elenco dei benefici
che, a quanlo si diceva, avevano elargito al loro popolo, sarebbe indubbiamente bastato a meritare
loro la deificazione: agricoltura, scrittura, medicina, fine del cannibalismo, fondazione della
religione, tessitura, arte dell'imbalsamazione e via dicendo. Un elenco che comprende in pratica
ogni aspetto dell'attività umana.
Se la storia di Iside e Osiride è ben nota agli odierni studiosi di egittologia e mitologia, da parte
degli egizi non veniva troppo sottolineata. L'unica versione della storia quasi completa a noi
pervenuta è quella compilata da un autore greco, Plularco, e da lui offerta a Clea, una sacerdotessa
di Iside e Osiride. Non mancano tuttavia molte varianti contenute in forma frammentaria in testi
egizi.
Accantonando per il momento le più profonde connotazioni religiose e mitologiche, la storia di
Iside e Osiride è quella di una benevola coppia regale impegnata a promuovere la civiltà. Osiride
percorre il mondo per portare la cultura egizia alle nazioni vicine, mentre Iside regna da sola.
Ma i loro successi e l'amore che nutrono uno per l'altra suscitano la gelosia di Seth, loro fratello,
che riesce ad assassinare Osiride e progetta di strappare a Iside il diritto alla regalità, che assicura il
trono a chiunque la dea prenda come sposo. Iside scopre di essere stata ingravidata da Osiride e,
con l'aiuto del suo consiglier Thot, si nasconde nelle paludi del Nilo per partorire e allevare da sola
suo tìglio. Servendosi di quanto ha appreso negli anni in cui ha regnato, Iside insegna a Horus le
arti della politica e della guerra in modo che egli possa vendicare suo padre e reclamare il trono.
Nonostante i molti conflitti suscitati dal tradimento e dalle astute manovre politiche di Seth, Horus
trionfa ripetutamente con Iside che combatte al suo fianco e conduce i negoziati a suo favore.
Finalmente, il problema della successione viene risolto. Horus diviene faraone e ripristina l'ordine e
l'armonia nel paese. A questo punto è la volta di Iside di percorrere il mondo oltre i confini
dell'Egitto.

La quarta ora del giorno


In visita alla santa casa di Iside

LE dimore degli dei sono sempre state meta di pellegrinaggi. I fedeli vi giungono da località vicine
o lontane e si fermano per pochi istanti o per giorni interi nello splendore dell'illuminazione e del
potere divino. Una volta dentro ai templi, gli iniziati dovevano avanzare gradualmente. Infatti erano
ammessi nei cortili interni solo se riuscivano a superare una serie d prove che li coinvolgevano
mentalmente ed emotivamente. La Casa Sacra è un luogo di rifugio ma anche una sfida, un
involucro protettivo ma insieme rigido che avvolge l'iniziato come la placenta racchiude il feto.
Se oggi volgiamo lo sguardo alle antiche religioni, soprattutto a quelle dell'Egitto, esse possono
sembrarci esotiche, misteriose e remotissime. Poche sono le persone che rivendicano antenati egizi
e ancora meno numerose, a pane alcuni moderni egiziani, quelle che sono in grado di comprovare
le loro affermazioni. A molti può sembrare impossibile risalire un percorso genetico individuale
che riconduca ai templi di Iside.
Ma il suo culto investi il mondo antico classico come una tempesta ap-portatrice di vita, con la
conseguenza che chiunque sia di ascendenza europea, mediorientale, africana e britannica può
senz'altro avere avuto un remotissimo antenato maschile o femminile che frequentava un tempio di
Iside. Santuari della dea, dal Berkshire alle rive del Mar Nero, dall'Etiopia alla Nubia, a Parigi e a
Colonia, sono stati centri di culto per centinaia, a volte migliaia di anni.
Trovare il ricordo di un antico tempio, che possa essere parzialmente o totalmente verificato,
costituisce un'esperienza di straordinaria gratificazione, soprattutto se il ricordo in questione appare
molto diverso da quanto sì è udito sull'argomento.
Per questa ragione, prima di «contaminare» i vostri possibili ricordi con le informazioni che
seguono, converrà dedicarsi all'esercizio di meditazione qui sotto descritto. Chi non ha l'abitudine
alla visualizzazione, dovrà ripetere questo esercizio più volte. Il momento migliore per farlo è la
sera tardi, prima di andare a letto, ma qualsiasi momento di tranquillità può rivelarsi adatto.
Andando al tempio di Iside
Per questo esercizio è opportuno trovarsi in un luogo comodo, un ambiente che offra il minor
numero possibile di distrazioni, come rumori, eccessi di temperatura, vicinanza di altre persone, e
via dicendo.
Se il luogo lo permette, è consigliabile essere nudi. Comunque, assicuratevi che gli abiti che
indossate non siano costrittivi e siano di fibra naturale. Ricordatevi che lungo la strada verso ia
meditazione, a mano a mano che rilassale la mente per guardare dentro di voi. distrazioni dì minor
conto appaiono ingigantite. Con il tempo, mediterete in qualsiasi circostanza, ma all'inizio è
importante concedere a se stessi quanti più vantaggi possibile.
Tenete a portata di mano un notes e parecchie penne e matite. Conviene anche preparare in anticipo
un leggero spuntino con cui rifocillarvi dopo l'esplorazione del tempio. Se lo preparate voi. lavatevi
le mani in modo che su di esse non resti nessun odore che potrebbe distrarvi.
Accertatevi che l'ambiente circostante non presenti, nei limiti del possibile, motivi di disturbo;
sdraiatevi, magari stendendo prima sulla moquette
o sul pavimento un telo da bagno o altro. Non servitevi di un cuscino. Se la posizione vi riesce
troppo scomoda, potete usare un asciugamano o un piccolo telo da collocare sotto il collo o sotto la
zona lombare. Distendetevi e respirate a fondo.
Potete invocare la guida di Iside e del guardiano dei viaggi nell'aldilà, Anubi. per farvi aiutare nella
vostra esplorazione del tempio. All'inizio Anubi può presentarsi in forma di un grosso cane
amichevole, spesso di colore bianco. In Egitto veniva detto Anpu o Anupu. Potete anche
visualizzare o «sentire» la presenza dell'altra sua forma, un sacerdote con maschera di sciacallo o di
cane, a petto nudo e con l'antico cingilombi egizio. Spesso impugna uno scettro con la testa di Seth
per indicare il suo dominio sulle forze negative dello zio.

Preghiera per ottenere la guida di Anupu

Anupu
Saggio araldo e guida
Conducimi per le antiche vie
Che ho già percorso in precedenza,
Conducimi a percorrerle ancora.
Anupu
Sii con me nel mio viaggio.

A questo punto, con calma, riflettete sulla dirczione verso la quale i vostri pensieri stanno andando.
Se la vostra mente tenta di riempirsi di cose materiali, allontanate con dolcezza questa intrusione.
Fecalizzatevi senza sforzi su qualsiasi immagine di tempio vi piaccia. Chiedetevi se ci siete mai
stati e se la risposta è negativa, tentate di pensare a come le vostre esperienze potrebbero essere
state diverse.
Continuate a evocare l'immagine di un tempio o di un altro edificio o antico luogo sacro, per
esempio un boschetto o un tumulo. L'aspetto estemo del posto spesso è meno importante di ciò che
si può trovare all'interno. Notate le caratteristiche fisiche della zona. È vicina al mare, alta su un
monte, sullo sfondo di basse colline, oppure in un'oasi del deserto? Se questi particolari non sono
chiari, tentate di elevare la vostra prospettiva, facendone una veduta aerea, come se ci volaste
sopra. Controllate le condizioni del tempio. È nuovo e in perfetto stato o sta andando in rovina? Se
vedete un tempio cadente, tentate di modificarne l'immagine e di renderlo intatto. Tenete presente
che avete una vasta scelta di possibili periodi in cui compiere la vostra visita e che ogni luogo sacro
un tempo era nuovo.
Notate inoltre se il tempio risponde a un unico stile e se è costruito tutto con lo stesso materiale.
Potete visualizzare un tempio di pietra circondato da costruzioni di materiale più deperibile come
mattoni di fango o legno. Il tempio è decorato? All'interno ci sono persone? In tal caso, sono tutti
sacerdotesse o sacerdoti, oppure si tratta di gente comune, per esempio operai o fedeli? Che aspetto
hanno? Notano la vostra presenza?
Se sembra essere in corso una festa o una celebrazione particolare cercate di capire a cosa è
dedicata. In seguilo, avrete modo dì controllare il calendario isiaco delle celebrazioni che possono
aver luogo attorno alla data della vostra meditazione. Tenete tuttavia presente che meditazioni del
genere non rispondono a regole temporali e che vi può succedere di imbattervi in una celebrazione
primaverile mentre fuori dalla vostra casa imperversa una tempesta di neve.
Percorrete il tempio, continuando a registrare mentalmente le vostre impressioni. Quale cammino
seguile? Posti di fronte a varie alternative, dove siete naturalmente portati ad andare? Ci sono
luoghi che vi sembrano proibiti, o altri che sentite di vostra pertinenza? Se lungo l'itinerario
incontrate un ostacolo, una nuda parete, una porta che rifiuta di aprirsi oppure se vi risulta sempre
più difficile mantenere le immagini, fate mentalmente dietrofront e tornate sui vostri passi, magari
per constatare che il tempio è cambiato. Continuate a registrare le vostre impressioni.
E importante tentare di uscire dal punto in cui siete entrati e decidere di metter fine alla visione.
Altrimenti, può capitarvi di continuare a vedere fuggevolì immagini anche dopo l'esercizio. La cosa
potrebbe anche essere interessante, ma è consigliabile fare in modo che tutte le visioni agiscano
separatamente dalla quotidianità. Se. dopo la fine dell'esercizio, scoprite ulteriori informazioni,
mettetele per iscritto ma ricordatevi che la visita al tempio per il momento è conclusa. Come tutti i
pensieri che incidono con forza sulla mente, i resti dì una meditazione possono avere un effetto
distraente e stancante per via della fatica di essere comemporaneamenie alle prese con due livelli di
coscienza. Questa è la ragione per cui il momento ideale in cui compiere l'esercizio è quello che
precede il sonno.

Dentro un tempio egizio

Nei pressi di molli templi egizi si trovava un lago sacro o un vasto stagno che veniva adibito a
scopi di purificazione e quale palcoscenico per le naumachie dei misteri osìriaci. C'era inoltre un
muro che circondava i vari edifici del complesso, spesso di mattoni crudi, per cui ne rimangono
poche tracce.
Di solito si accedeva al tempio egizio seguendo una strada selciata e fiancheggiala da sfingi. La
porta di ingresso si apriva in una o più grandi pareti delie piloni che sì drizzavano davanti al tempio
stesso. In origine avevano probabilmente una funzione protettiva, ma in tempi successivi i piloni
furono integrati nella planimetria generale, con funzione dì difesa non già materiale bensì
spirituale. Di solito, erano coperti di rilievi dipinti a vivaci colori.
Nella versione più semplice, i templi egizi erano formati da tre aree rettangolari con un ingresso al
centro di ciascuna, separata dalle altre da un alto muro con iscrizioni o dipinti. Generalmente le
zone sacre, a mano a mano che si procedeva verso l'interno del tempio, apparivano di dimensioni
sempre più piccole. Non di rado i cortili erano collegati da basse scalinate.
Dopo il pilone, veniva il cortile maggiore o estemo, circondato da mas-sicce colonne. Queste
potevano essere coronate da un'immagine della divinità a cui il tempio era dedicato, come a
Dendera dove le colonne terminano con la lesta di Hathor. Possono anche esserci altre forme
decorative: per esempio la colonna può presentarsi scolpita in forma di fasci di papiro o di steli di
loto.
L'area successiva è quella della sala ipostila. una vera e propria foresta di colonne. Qui finivano le
zone comunemente accessibili a lutti durante le festiviià. Al di là della sala ipostila si trovavano i
santuari della divinità. Di solito erano tre: quello centrale riservato alla divinità maggiore del
tempio e le adiacemi cappelle assegnate al suo sposo o sposa o ad altre divinità importanti.
Lo spazio sacro più interno, oggetto della massima venerazione, era detto sanata sanctorum. In certi
templi, alle sue spalle si trovavano altri locali. Nel caso di Osiride, al quale era riservata una
cappella o una serie di stanze in quasi tutti i templi di Egitto, a volte parecchie sale erano collegate
alla sua cappella sacra ed erano destinate alla celebrazione dei misteri della sua resurrezione.
All'interno delle cappelle si trovava un reliquiario di legno dorato che ospitava la statua della
divinità oggetto del culto. Di fronte al reliquiario, la sacra barca mediante la quale nei giorni di
processione il reliquiario veniva portato fuori dal tempio.
I santuari erano riservati ai sacerdoti e durante le festività la gente comune aveva accesso soltanto
al cortile esterno. In certi templi si ricorreva a modi insoliti per conservare la santità delle zone più
sacre, pur permettendo al pubblico di accedervi spiritualmente. Per esempio, a Dendera nel-l'Iseum
del complesso templare di Hathor la parete esterna immediatamente alle spalle della statua era
contrassegnata da una falsa porta dove le persone alle quali non era permesso l'accesso alle zone
interne del santuario potevano collocare offerte a breve distanza dalla dea, dal momento che le
pareti materiali non costituivano una barriera al suo potere.
Una struttura simile si trovava nel principale tempio di Hathor, che comprendeva parecchie sale
munite di tetto riservate ai misteri della resurrezione osiriaca. Del complesso facevano parte anche
due mammisseum ovvero case natali dove venivano rappresentati i misteri della nascita degli dei.
Uno di questi era egizio mentre l'altro era stato eretto in epoca romana. Questi edifici venivano
usati anche per riti attinenti alla nascita di Horus.
Sia templi sia altri santuari crescevano di pari passo con l'intensificarsi del culto di una divinità in
una zona specifica. Attorno a un piccolo santuario composto magari da un unico locale, con
l'aumento delle necessità dei servizi religiosi potevano sorgere cappelle e cortili.

Dentro un tempio greco-romano

I templi greco-romani in onore degli dei egizi si presentavano in varie forme, ma di solito erano di
dimensioni minori dei loro equivalenti egizi. Fuori dell'Egitto i templi di Iside erano spesso a pianta
quadrangolare di pietra preceduti da quattro colonne, mentre gli altri edifici potevano essere di
materiali meno permanenti. Quasi sempre tutto il complesso era circondato da un muro. La statua
di Iside di norma si trovava nel retro del tempio, diametralmente opposta all'ingresso. Quando le
divinità oggetto di adorazione erano molte, quella principale di solito era collocata a sinistra e le
altre, come Anubi, Serapide o Arpocrate, erano sistemate alla sua destra.
I templi greco-romani avevano spesso locali sotterranei che in certi casi potevano venire riempiti
d'acqua a scopi di iniziazione o quali «nilometri» su imitazione di quelli presenti in Egitto che
misuravano la crescita del fiume nel periodo dell'inondazione. I templi dedicati alla guarigione per
lo più avevano una lunga sala che fungeva da dormitorio per i pazienti in attesa di un sogno che
debellasse la malattia.
La principale differenza tra i templi greco-romani di Iside e quelli egizi consisteva nel fatto che nel
mondo greco-romano i santuari della dea erano assai più accessibili alla gente comune. Sebbene
quelli di altre divinità greco-romane di norma non fossero frequentabili ogni giorno dalla gente
comune, nei templi isiaci, gli iseum come spesso venivano chiamati, si tenevano quotidianamente
riti aperti ai fedeli. Il pubblico era ammesso persino alle cerimonie mattutine quando la statua della
dea veniva rivelata mediante apertura della cortina, una prassi che aveva sostituito o addirittura
ampliato i riti egizi incentrati sul sacro reliquiario. Ai templi erano anche annesse mense, e le
somme pagate da gruppi che si servivano delle strutture del tempio per le loro riunioni facevano
parte delle rendite templari.

Alcuni dei principali templi di Iside

A Iside erano dedicati centinaia di templi e santuari, e ne condivideva un numero ancora maggiore
con Osiride, Serapide e altre divinità. Qui di seguito, sono indicati soltanto alcuni dei luoghi in cui
si trovavano i suoi santuari. Può darsi che uno o l'altro di essi evochi in voi un ricordo a lungo
dimenticato.
Abido
II misterioso tempio di Osiride ad Abido può essere collocato in un periodo antecedente alle
piramidi. Lo stile monolitico dei locali interni presenta somiglianze con la costruzione della Sfinge
e può risalire a prima della civiltà egizia storica.
Quello di Abido era uno dei templi che celebravano l'origine della creazione: al suo interno, al
centro di un lungo stagno, sorgeva un monticello di terra in cui si diceva che fosse sepolto Osiride.
Le decorazioni sacre di Abido sono forse le meglio conservate di lulto l'Egitto. Sebbene dedicalo a
Osiride. il luogo è chiaramente territorio isia-co, com'è comprovato dalle molte, belle raffigurazioni
parietali della dea.

Alessandria

Questa splendida città di edifici con le pareti intonacate di gesso coniava numerosi templi. In epoca
iarda. Alessandria veniva anzi considerata la città particolare di Isìde. e anche il suo consorte
Scrapide vi godeva di un vasto seguito di fedeli. A quanto sembra uno dei templi di Isìde ad
Alessandria si Irovava in una grotta marina sotto l'isola di Faro su cui sorgeva la celebre, alta torre,
una delle sette meraviglie del mondo antico che per centinaia e cenlinaia di anni fece da guida ai
marinai.

Copto

Iside era qui adorata nel tempio dell'itifallico Min. dio della fertilità. Stando a una versione della
leggenda sulla mone di Osiride. Iside si trovava a Copto quando ne ebbe notizia e in segno di lutlo
immediatamente si tagliò una ciocca di capelli.
A Copto, nel cortile estemo del santuario sorgeva la statua di uno scriba defunto con un'iscrizione
che offriva i servigi del personaggio raffigurato quale intermediario di Iside: «Io sono il
messaggero della signora del ciclo. Io appartengo al suo cortile estemo. Presentatemi le vostre
petizioni in modo che io possa portarle alla signora delle Due Terre poiché essa ascolta le mie
suppliche».
Sembra che vi avesse luogo un ieros gamos (vale dire un sacro matrimonio celebralo
simbolicamente o forse tìsicamente da un sacerdote e da una sacerdotessa delle divinità spose) in
onore di Iside e Min.

Menouthis

Questo tempio di Iside era rinomato come luogo di guarigione. Dopo la sua distruzione a opera di
fanatici aderenti al cristianesimo, che si diffuse nel Medio Oriente nei primi secoli della nostra era.
i sacerdoti e le sacerdotesse continuarono a praticare il culto in dimore private per circa cin-
quant'anni. Vennero traditi quando una coppia, evidentemente cristiana, si recò a Menouthis in
cerca della sacerdotessa dì Iside. nella speranza che la dea mettesse fine alla sua sterilità.
La sacerdotessa in questione, di cui ignoriamo il nome, forse fin troppo consapevole delle minacce
che gravavano sulla sua esistenza e sul suo culto diede alla coppia senza fìgli il proprio bambino. I
due tornarono al loro villaggio ed elevarono grandi lodi alla dea Iside, attirando l'attenzione del
clero cristiano di Menouthis. L'esistenza del tempio sotterraneo venne rivelata dal fratello di un
monaco, un uomo al quale era stato rifiutato l'accesso ai supremi misteri di Iside.

Parigi

Nelle fondamenta della cattedrale di Notre-Dame è inserito un altare isiaco, e non è escluso che la
chiesa sìa stata eretta, almeno in parte, sopra un santuario dì Iside.
Alcuni autori hanno tentato di attribuire origini egizie al nome di Parigi e alla tribù dei Parisii che
abitavano nella zona, ipotizzando che «Per-Isi» fosse una traduzione del termine egizio indicarne
«Tempio di Iside».
L'egittofilo Napoleone Bonaparte credeva in questa etimologia del nome di Parigi (in francese
Paris) e per un certo periodo nello stemma della città fu inserito un simbolismo isiaco. Ancora nel
sediccsimo secolo, una donna venne punita per aver fatto oggetlo di venerazione una statua di Iside
conservala in Notre-Dame. Purtroppo, quando questa coraggiosa adora-trice, una sacerdotessa della
dea. rivelò al prete che il vero centro spirituale della chiesa corrispondeva alla statua di Iside. questi
ordinò che l'immagine venisse distrutta. Non si hanno notizie del destino toccato all'adoratrice.

Petra

Almeno in un'iscrizione si trova l'accenno a un sacerdote operante a Petra, la città scavata nella
roccia, alla quale si accede attraverso uno stretto corridoio tra pareti rocciose: il cosiddetto Siq.
Purtroppo si ignora a quale tempio fosse eventualmente assegnato.
Petra è nascosta in pieno deserto e, per un certo periodo, fu la capitale dei Nabatei di cui parleremo
nell'ottavo capitolo, «Iside dea della guerra».
File

II tempio insulare di File colpisce ancora i visitatori per la sua particolare bellezza. È stato trasferito
su un'isola vicina per impedire che fosse travolto dalle acque del Nilo dopo la costruzione della
diga di Assuan; fu l'ultimo tempio a cessare la sua funzione di sede del culto di Iside, che vi fu
praticato sino alla fine del sesto secolo d.C. I Blemmi e i Nabatei, appartenenti a tribù locali, si
accordarono con i romani per continuare ad avere accesso all'isola per adorarvi Iside nei giorni
festivi e ottenere in prestito ogni anno una statua della dea per le loro celebrazioni. Per qualche
tempo, riti cristiani e isiaci vi furono celebrati simultaneamente ma, al termine del trattato della
durata di un secolo tra l'impero romano e le tribù locali, i riti di Iside furono vietati e abbandonati.

Pompei
.
II culto di Iside era largamente praticato a Pompei e il tempio della dea resta tra gli edifici meglio
conservati. E di piccole dimensioni e ciò dimostra che il numero dei frequentatori doveva essere
limitato. Tra le sue rovine sono stati ritrovati i resti dei pasti degli ultimi sacerdoti. Alcuni autori
ritengono che i dipinti della «Villa dei Misteri» rappresentino riti di iniziazione isiaci.

Templi di Iside rimossi dall'Egitto

Durante il salvataggio dei monumenti dell'Alto Egitto, prima che le acque del Nilo riempissero
l'attuale lago Nasser formato dalla costruzione della nuova Alta Diga di Assuan. alcuni piccoli
templi vennero offerti gratuitamente a vari musei e organizzazioni di varie nazioni a patto che
provvedessero ai finanziamenti necessari alla veloce rimozione dei maggiori santuari verso altre
località dell'Egitto. Siccome il culto di Iside era molto
diffuso nella regione della Nubia, sede del lago, parecchi dei templi che vennero ricollocati altrove
erano dedicati alla dea, spesso adorata con altre divinità originarie della regione.
Furono numerose le nazioni che approfitiarono dell'offerta, con la conseguenza che sia il culto dì
Iside sia i suoi (empii si sono diffusi in tutto il mondo. Nei tempi antichi qualche volla succedeva
che frammenti di un tempio crollato recami iscrizioni, statue e allri oggetti fossero inviati in un
altro luogo. Tuttavia neppure i più ardenti adoratori di Iside, come per esempio la sacerdotessa
romana che risalì il corso del Nilo fino a Meroe in cerca di acqua pura da usare a scopi rituali,
pensò mai di riportare un intero tempio. Almeno a quanto risulla.

Tempio di Dehod - Madrid, parco municipale, Spagna

Questo tempio risalente al terzo secolo a.C. venne decorato e forse anche costruito da un re
meroitico, Azekheramun. La struttura comporta anche pani tolemaiche e da certe iscrizioni risulta
che il tempio era dedicato sia ad Amon sia a Iside.
Il tempio di Dehod era una «stazione» ovvero luogo di riposo del viaggio annuale di una statua di
Iside nella zona settentrionale della bassa Nubia che la dea compiva per assicurare benedizioni alla
terra.

Tempio di Dendur - New York Metropolitan Museum of Art

A questo piccolo santuario un tempo erano addetti sacerdoti appartenenti al tempio di Iside a File.
È fatto di tre soli locali e sorgeva di fronte a una parete rocciosa che ospitava la tomba di due
fratelli, Pedesi e Pehor, figli di un alleato nubiano di Roma al quale l'imperatore desiderava rendere
onore facendo costruire il piccolo santuario dedicato alla loro memoria.
Al pubblico non è permesso di accedere alla fragile struttura di arenaria che si può tuttavia
ammirare dall'esterno. Dalle porte è parzialmente visibile l'interno decorato.

Tempio di Taffa - Leìda (Olanda), Museo di amichila

Questo affascinante tempio sorgeva sulle rive del Nilo, in un punto in cui le acque erano
particolarmente turbolente. Dedicato a Iside, è sopravvissuto alle devastazioni del tempo, a un
confuso tentativo di restauro all'inizio del secolo e a una demolizione causata da una nave che urtò
la chiatta su cui veniva trasportato.

Creare il proprio tempio

Chi si mette in sintonia con il culto di Iside, scoprirà che l'ambiente stesso in cui si trova diviene il
suo tempio. Pochi di noi possono permettersi di dedicare un'intera dimora o anche solo un'intera
stanza all'adorazione e alle pratiche di magia, e tuttavia vi accorgerete che casa vostra diverrà per
voi un santuario.
Essenziale all'efficienza di una dimora-tempio sono pulizia, ordine e bellezza. Prima di fare di casa
vostra un santuario, vi converrà raccogliere oggetti che per voi significhino Iside. Nella vostra
dimora cominceranno così a moltipllcarsi reliquiari e altari, in maniera apparentemente disordinata.
Una raffigurazione, una statua oppure un gioiello con l'immagine di Iside o di un'altra divinità
all'improvviso finiranno uno accanto all'altro, e poi sarà la volta di un candeliere o di una lampada a
olio, di una tovaglia da altare sul quale verranno posati gli altri oggetti, né mancherà una raccolta di
pietre e di erbe.
Per adorare Iside non c'è nulla che sia indispensabile, tranne una mente e un cuore che desiderino
farlo.
Un semplice altare di Iside è composto da una sua immagine, dall'attrezzatura necessaria a bruciare
incenso e da una fonte di luce. Questa può essere una candela o una lampada a olio; qualora in casa
vi siano animali domestici, o bambini piccoli, o si abbia paura di un incendio, la principale luce di
un altare potrà essere una piccola, graziosa lampada elettrica. In negozi che vendono oggetti
provenienti dall'Asia, a volte si trovano piccole lampade a forma di loto con una lampadina colorata
che possono andare benissimo per il culto di Iside. (Per riti ai quali si sia sempre presenti, saranno
comunque preferibili lampade a olio o candele, ma una elettrica può senz'altro fungere da «lampada
eterna».) La fonte di luce va collocata di fronte all'immagine, oppure ai suoi lati.
Ci si può senz'altro servire della estremità superiore di una libreria o di uno scaffale a parete. Due
cubi di legno, come quelli che si trovano senza difficoltà in negozi di arredamento, possono essere
accostati a formare un altare quadrato di altezza adatta a molte persone. Altrettanto facilmente si
può trovare una lastra di marmo da collocare sopra un altare e decorarne i fianchi con immagini.
Anche la superficie superiore di un altare si presta a venire decorata, tenendo però presente che una
superficie sgombra provoca minori distrazioni. Si ritiene che la mensa isiaca, vale a dire la
«tavoletta Bembine di Iside», fosse in origine il piano superiore di un altare della dea, e costituisce
un ottimo esempio della complessità che una struttura del genere può assumere. Qualora decidiate
di decorarla, potrete servirvi di stoffe da altare su cui collocare gli oggetti destinati ai riti; le
tovagliette in questione possono essere semplici, munite di decorazioni o ricamate.
In Egitto, i reliquiari di norma erano una scatola o uno stipo in cui va collocata la statua del dio o
della dea; il contenitore veniva a sua posto sopra un sostegno a forma di barca. Nel corso delle
processioni quiario e barca venivano portati fuori dal tempio e fatti sfilare tra la lazione, con i
portelli dello stipo aperti in modo che tutti potesserc templare la statua della divinità.
Di solito l'altare o il reliquiario veniva collocato a est, in direzioì punto in cui sorge il sole.
Tuttavia, la posizione può essere cambiata conda della stanza in cui il reliquiario viene posto. Nello
stesso 1 complessi di templi a volte venivano orientali in dirczione dello se-del Nilo anziché
secondo il sole. Il Nilo era ritenuto infatti, per il te una fonte di vita più importante dell'astro. Certe
strutture sacre inolt nivano allineate con altre stelle, cambiandone l'orientamento.

Dedicare un reliquiario o altare

Quale che sia lo sviluppo del vostro reliquiario o altare, che es creato intenzionalmente o per il
semplice accumulo di oggetti, a un punto è indispensabile dedicarlo formalmente alla dea. Lo si
può fare anche solo mentalmente, dicendo: «Questa (zona, tavola, scaffale) è il reliquiario/altare di
Iside. Dea, insegnami il modo di sentire il tuo potere in questo luogo».
Si può anche procedere alla purificazione e alla consacrazione di ogni singolo oggetto dell'altare,
destinandolo al servizio di Iside per poi dedicare alla dea anche l'intero altare o reliquiario, con
un'offerta di fiori e incenso. Quotidianamente potranno anche essere posti fiori freschi sull'altare.

Dedica del reliquiario

Vieni nella tua casa, grande Iside, vieni nella tua casa.
I tuoi sacri oggetti sono pronti e qui ti attendono, nella tua santa casa,
la santa casa di Iside.
Vieni nella tua casa, santa Iside, vieni nella tua casa, gli sportelli
del reliquiario sono aperti, attendnoo la tua presenza nel tuo reliquiario,
il santo reliquiario di Iside.
Vieni nella tua casa, grande Signora, vieni nella tua casa, grande dea!
II tuo sacerdote/sacerdotessa ti chiama, vieni nella tua casa!
(ripetere la formula finché l'energia non diventa tangibile)
La gloria di Iside è presente.
II potere di Iside è presente.
L'amore di Iside è presente.
La casa di Iside vive!
Possa il tuo sacerdote/sacerdotessa trovarti sempre qui, qui,
nella casa di Iside.
Possa il tuo sacerdote/sacerdotessa sapere sempre che tu abiti, qui,
nella casa di Iside.
Possa il mo reliquiario sempre splendere della tua gloria.
Possa il tuo reliquiario sempre cantare della tua energia.
Possa il tuo santuario sempre irradiare il luo grande amore,
Qui, nel reliquiario di Iside.
Qui, nel reliquiario curato dal tuo sacerdote/sacerdotessa.
Qui, nella casa di Iside! Dimora nella tua casa, Iside!
Dimora nella tua casa
(se necessario, ripetete i versi per accumulare forza).

La quinta ora del giorno


Vestirsi per la dea

NEI templi egizi e greco-romani l'abluzione, l'unzione e la vestizione rituale delle sacre statue
avevano importanza cruciale nei riti. A seconda della ricchezza e delle dimensioni del tempio,
nonché della vastità dei la-boratori di tessitura annessi, la statua della dea poteva essere vestita di
abiti diversi ogni giorno o parecchie volte alla settimana. In altri templi la nuova vestizione della
immagine sacra aveva luogo solo una o due volte all'anno, in concomitanza con grandi periodi
festivi o a Capodanno.
Al «conservatore delle vesti» o «stolisla» (poteva essere un sacerdote o una sacerdotessa), erano
affidati tutti gli omamenii sacri accuratamente catalogati e spesso iscritti su un pilastro o colonna
del tempio. Quando arrivava il momento di vestire la statua, gli addetti portavano nel sancta san-la
scatola detta meryt, di forma rettangolare e decorata con penne di struzzo collocate agli angoli. La
scatola conteneva gli oli, gli unguenti e quant'altro occorreva per la pulitura e la nuova unzione
rituale della statua.
Indumenti sacri
Indossare la «veste giusta» sarà importante per coloro che dedicano particolare interesse agli
indumenti o per coloro che partecipano al rito con altri che abbiano queste preferenze. Alcuni
possono sentirsi imbarazzati dal fatto di indossare abiti insoliti, sia pure per un rituale religioso, e
altri ancora avranno l'impressione che questo sia fonte di distrazione e inibizione. Sono tutti
atteggiamenti accettabili.
Se la vostra fede è ben radicata, vi capiterà di constatare che gran parte delle vostre preghiere o
momenti di contatto hanno luogo quando avete indosso un abito da lavoro o vi trovate in camera da
letto in pantofole; le esperienze spirituali valide non sono suscitate o annullate dall'accensione di
una candela nel corso di un rito perfettamente orchestrato e compiuto solo a patto di indossare
appropriati indumenti rituali. L'aspetto formale del rito può essere incrementato e illuminato, ma
non è questo l'unico modo di esperire una crescita spirituale.
Durante la lunga storia dell'adorazione di Iside, indumenti di molti tipi sono stati scelti da differenti
adoratori in luoghi diversi. Le statue di Iside-Afrodite spesso rappresentano la dea nuda, e in alcune
statue egizie essa appare quasi svestita, nel senso che lo scultore è stato così abile da avvolgerne il
corpo in un lieve velo di seta o cotone.
Spesso gli stilemi usati nella raffigurazione di Iside appartengono all'era immediatamente
precedente la scultura, conferendo a questa un aspetto di appropriata antichità, cosa di grande
importanza per i greci e i romani come lo è per certi pagani odierni: evidentemente i problemi,
almeno in parte, dovevano essere stati gli stessi. Come si indossa quella antiquata toga? Che cosa
tratteneva sul corpo della sacerdotessa quel leggerissimo abito? I sacerdoti indossavano altri
indumenti al di sotto di quei cingilombi da Antico Regno?
Gli indumenti adatti al tempio rispondono ad alcune norme fondamentali, delle quali va tenuto
conto perché in ogni tempo e luogo ci sono stati adoratori di Iside che erano membri del sacerdozio
laico, semplici cultori, ovvero sacerdoti e sacerdotesse che non erano addetti al lavoro del tempio
ma erano comunque al servizio della dea. Non mancava inoltre una categoria di
sacerdoti/sacerdotesse che erano al servizio di più di una divinità contemporaneamente e il cui
abbigliamento poteva essere più generico o eclettico, nel rispetto di parecchie tradizioni. A questa
già complessa gamma di stili di abbigliamento si aggiungeva il fatto che diverse categorie di
sacerdoti e sacerdotesse indossavano indumenti diversi a seconda del loro rango.
In generale, durante gran parte del pieno rigoglio del culto di Iside, tessuto preferito fu il lino,
soprattutto bianco. Numerose sono le allusic di antichi scrittori ai «sacerdoti di Iside vestiti di lino»,
e spesso quei tessuto viene menzionato negli inventali dei templi. Anche il cotone ( ampiamente
usato. In certi luoghi e periodi, ai sacerdoti e alle sacerdote^ di Iside era fatto divieto di indossare
lana a causa della sua origine ovii La ragione di questo tabù non è chiara, ma lo si può forse far
risalire a qualità di certe lane ruvide, fastidiose da indossare, che potevano oltretu risultare scomode
durante l'attività templare in climi caldi.
In epoca romana, venivano importate sete dalla Cina e dall'India con carovane di cammelli o
dromedari che seguivano la Via della Seta. Lun questo percorso si diffuse anche il culto di Iside,
penetrando forse fine Chang'ang l'antica capitale cosmopolita della dinastia cinese T'ang.
Le raffigurazioni di Iside rispondono a svariate tipologie, e le differer si notano soprattutto tra le
statue e i dipinti egizi e i loro corrispettivi g co-romani. Spesso accade che l'identificazione di
immagini antiche sia , dua, a meno che non siano accompagnate da iscrizioni o testi che indie no
chiaramente che la raffigurazione è proprio quella di Iside.
L'Iside egizia

Un'immagine diffusa raffigura Iside con i capelli ornati dalla falce luna e dal disco oppure coronata
dall'emblema del trono, riservato esclu vomente alla dea. Spesso essa appare con in pugno lo
scettro di loto e ureo che le avvolge la fronte.
Un'altra rappresentazione di Iside, diffusa ma successiva, è quella de Lactans o la Galactrophousa,
la dea che tiene Horus (o il faraone regnan sulle ginocchia e lo allatta. Può darsi che sia stato questo
il prototipo de successive statue della Vergine Maria con in grembo il Bambino Gesù.
L'Iside alata si trova soprattutto in rappresentazioni di Osiride. L'agi zione delle sue ali fa giungere
aria rivitalizzante alle narici del dio.

L'Iside greco-romana

Nella prossima pagina è riportata una tipica raffigurazione della Isis greco-romana con il sistro in
una mano e un vaso nell'altra.
Altre immagini greco-romane la mostrano appoggiata a un remo, si bolo del suo potere sulla
navigazione come pure della sua capacità di g dare i devoti attraverso le tempeste della vita. In
immagini che la ricolle] no a Demetra-Cerere compare anche una cornucopia da cui si versa abbi
dante cibo, a ricordo del potere esercitato dalla dea sull'agricoltura e della sua nutrice benevolenza
nei confronti del genere umano.

Il nodo di Iside

Un particolare dell'abbigliamento rituale indossato dalle donne in epoca greco-romana era il nodo
sacro, noto anche come nodo di Seth o Thet o nodo di Iside. Si tratta di una rappresentazione
dell'amuleto liteo di Teth o Seth, ottenuto annodando assieme le pieghe anteriori dell'indumento.
Pi» normalmente il nodo in questione consiste in un cappio verticale avvolto a più riprese alla base.
Se bene eseguito, veniva a trovarsi nell'incavo Ira i seni.
Chi decide di indossare una stoffa a forma di sari, quale componente
del proprio costume rituale, potrà creare un nodo di Tetti, secondo la descrizione che presentiamo
in seguilo.

Come fare un nodo dì Teth

1. Stando in piedi, tenete la stoffa di fronte a voi con l'ornamento o la parte più bella lontana dal
corpo. La reslante lunghezza della stoffa dovrebbe cadere lungo il vostro fianco sinistro.
2. Prendete con la destra l'angolo superiore destro della stoffa, reggendone il resto con la sinistra.
3. Stringete la stoffa in modo da fame una sorta di corda lunga circa quaranta centimetri.
Collocatela sotto il seno sinistro in modo che la parte libera scenda tra i seni.
4. Avvolgetevi la stoffa attorno al corpo quante volte sarà necessario per fare in modo che le
estremità del tessuto arrivino fino al punto in mezzo ai seni. Per fare il nodo dovete servirvi di
entrambe le estremità della stoffa.
5. Formate un cappio in modo che la pane curva dello stesso sia avvolta all'insù, quindi appoggiate
ve lo di piatto contro il corpo in modo che l'apertura del cappio sia ben visibile.
6. Prendete l'altra estremità della stoffa e avvolgetela tre volte attorno alla base del cappio. Fermate
i lembi con degli spilli o rimboccandoli.
Se la stoffa che avete a disposizione è abbondante, avrete modo di avvolgere la base del lembo
centrale con la stoffa stessa per più di tre volte. In questo caso cercale di estrarre un lembo da
entrambe le pani della base del lembo centrale. In questo modo il nodo sarà più simile all'amuleto
in pietra con i due cappi laterali penduli.
Il Thet, quando era usato come amuleto, era fatto di pietra rossa o color oro. Una volta scolpito,
doveva essere immerso nell'acqua di fiore di ank-ham. Questo fiore, che non è stato ancora
esattamente identificato, probabilmente aveva un profumo simile a quello del gelsomino o della
gardenia.
Il possesso del nodo di Thet assicurava al defunto la capacità di recarsi ovunque volesse nell'aldilà.

Gioielli e amuleti

II più importante amuleto dì Iside era probabilmente proprio il Thet, ma molti altri amuleli erano
collegati al suo culto sia come ornamenti funerali sìa per essere usati dai vivi.
Gli amuleti sono oggetti in cui è stato introdotto e racchiuso un particolare tipo di energia. Si tratta
di strumenti magici paragonabili a batterie, ai quali il portatore può affidarsi per ottenere certi
effetti, per esempio protezione o guarigione, senza dover di continuo implorare l'effetto desiderato.
Molti simboli comunemente usati in oreficeria in origine erano destinati a essere amuleti «caricali»,
destinali a una precisa funzione, ma non ancora dotati di poteri. Un .semplice metodo per caricarli è
il seguente.
1. Pulite l'oggetto lavandolo, lustrandolo, spolverandolo o con qualsiasi sistema appropriato, a
seconda del materiale di cui è fatto.
2. Purificate ritualmente l'oggetto facendo ricorso a uno dei metodi indicati nel secondo capitolo,
«Purificazioni per i riti di Iside».
3. Generate energia magica o guaritrice come è descritto nell'undicesimo capitolo, «Iside la grande
terapeuta».
4. Proiettale nell'amuleto lo scopo a cui lo destinate.
5. Mantenete il flusso di energia finché avete la sensazione che l'amuleto non possa contenerne di
più.
6. Chiudete l'energia dentro l'oggetto desiderando magicamente che sia serrato, ordinando inoltre
che l'energia tragga alimento da quella sconfinata dell'universo e che sia sempre disponibile a
seconda delle vostre necessità.
7. Spalmale l'oggetto di olio o passatelo su fumo di incenso, immaginandolo come un rivestimento
di lacca su un oggetto dipinto che lo munisca di un duro sigillo definitivo.
8. Avvolgete l'amuleto in un panno scuro e riponetelo in un luogo in cui rimanga indisturbato per
almeno tre giorni.
Non è necessario che questo rito venga compiuto in uno specifico periodo planetario, a meno che.
com'è ovvio, non si intenda creare un amuleto che sì avvalga di specifiche energie astrologiche. Per
quelli descritti qui di seguito, come per molti altri, non sono necessarie precise scelte temporali.

Lo scettro di Loto

Iside è spesso raffigurata con in mano un bastone o meglio uno scettro munito di un loto alla
sommità, soprattutto quando viene rappresentata nei
suoi aspetti più benevoli e belli.

Lo scettro Ueb (con testa di Seth)

Questo bastone ornato da una semplice raffigurazione della testa di Seth. è coloralo di rosso ed è
impugnato da molti dei, compresa Iside, a di-moslrazione del loro dominio sulle forze del male.

L'amuleto Avvoltoio
Questo amuleto, che ha la forma della dea-avvoltoio Nekhbet ovvero Mut. era ritenuto una
rappresentazione di Iside quale Madre Divina. Di solito era fallo d'oro e quando lo si usava a scopi
funerari, si recitava il seguente testo:

Iside viene e aleggia sopra la città, e va in giro cercando le segrete abitazioni di Horus quando
questi emerge dalle paludi di papiro, e Iside ne solleva la spalla ferita. Horus entra a far parte
dell'equipaggio della barca divina, e per lui viene decretata la sovranità sul mondo intero. Ha
combattuto con forza, e le sue imprese sono degne di memoria: ha fatto sì che esista la paura di luì
e che nasca il timore reverenziale nei suoi confronti. Sua madre, la polente signora, lo protegge ed
essa ha trasferito in lui il suo potere.'

Lo scettro dì papiro

Può essere usalo come amuleto o impugnato nel corso del rituale. Ha la forma di un oggetto
funerario fatto di berillo verde erba o di tonalità azzurra. In epoca tarda era considerato un amuleto
che rappresentava il potere dì Iside-Renenet esercitato soprattutto sui raccolti e, per estensione,
sulla fertilità.

La testa di serpente

Questo amuleto, di carattere soprattutto funerario, viene associato a Iside da E. Wallis Budge nel
suo Magia egizia perché dì solito è fatto di una pietra rossa, colore particolarmente sacro a Iside.
Dal momento che la dea possiede parecchie forme serpentine, Budge ritiene che si tratti di un
amuleto che indica il suo potere su serpenti e morsi di rettile.
Non sì sa con precisione se questo amuleto appartiene specificamente a Iside, ma è certo che la dea
può essere rappresentata in forme ofidiche. In epoca greco-romana, le sacerdotesse venivano
raffigurate mentre reggevano dei cobra nel corso delle processioni isiache e spesso serpenti erano
riprodotti sugli altari della dea. L'Iside divina porta inoltre il serpente ureo sulla fronte, e sia essa
che Osiride venivano a volle rappresentati come serpenti incoronati con le code altorcigliate
assieme.

L'ankh

II simbolo supremo della vita era portato e usato praticamente da tutti gli dei del pantheon egizio.
Iside appare sovente raffigurata con l'ankh in pugno, a volte intenta a servirsene per dare forza
vitale ad altri esseri.
Si ignora l'origine precisa del simbolo. Alcuni autori lo ritengono la raffigurazione stilizzata degli
organi sessuali maschili e femminili uniti assieme, altri invece credono che derivi da una bambola
della fertilità africana, con una grossa testa, portata dalle donne che desideravano avere figli.

Simboli e segni associati a Iside

A quanto sembra, alla dea chiamata «Quella dei diecimila nomi» erano dedicali molti oggetti. Qui
di seguito, ne descriviamo alcuni che si prestano a essere usati, così come sono o riadattati, a scopi
rituali. Nel quattordicesimo capitolo. «Nelle cucine e negli orti di Iside», si esaminano in modo
particolareggiato i cibi sacri. Incensi, profumi e oli sono descritti nel diciottesimo capitolo, «Iside e
l'alchimia».

Animali terrestri, insetti e uccelli


Aquile. Forse a causa dei legami di Iside con la Roma imperiale, si dice che le aquile fossero sacre
alla dea.
Arieti. Sfingi a testa di ariete si allineavano ai lati delle vie sacre che portavano a templi nei quali
Iside era venerata. Si diceva che la lana era vietata ai suoi sacerdoti e sacerdotesse. Non è escluso
che questo divieto sia motivato da una più antica tradizione stando alla quale la lana e altri prodotti
ovini erano invece ritenuti sacri; l'ipotesi sembra attendibile per il fatto che Iside era una dea della
tessitura.
Avvoltoio. Iside-Nekhbet è la t'orma di avvoltoio della dea. In Egitto. gli avvoltoi femmine erano
ritenuti i simboli della premurosa maternità.
Bovini. Iside era nota in Egitto come la grande mucca madre del toro Api; le venivano attribuiti
anche altri titoli che la mettevano in relazione con le vacche sacre dell'Egitto. Il legame tra le
vacche, produttrici di lane e dispensatrici di nutrimento, e Iside. la dea che allattava i faraoni egizi,
risale a tempi antichissimi.
Cani. Iside a volte è raffigurata in groppa a un cane, a sottolinearne l'unione con Sirio, la stella
canicolare. Durante la ricerca del suo sposo, Isiòe è guidata da Anubi il dio-sciacallo e questo la
lega ai canidi in generale.
Cigni. Iside assunse la forma di un cigno per volare attorno al pilastro
che conteneva il sarcofago di Osiride.
Coccodrilli. I coccodrilli venivano a volte allevati nei templi di Iside, quali simboli viventi della
vittoria delta dea sulle forze negative di Seth spesso raffigurato in forma di coccodrillo.
Delfìni. La costellazione del Delfino era collegata a particolari riti isia-ci. L'apparente dominio dei
delfini sulle onde del mare contribuiva a fame dei compagni adeguali per la dea marina.
Falchi. Iside assume la forma di un falco nei suoi tentativi di ridare vita a Osiride.
Gazzelle. Spesso chiamate anche «giocattoli di Iside».
Grifoni. I grifoni sono ritenuti sacri alla dea probabilmente a causa del legame della dea con i
falchi.
Leoni. Nel tempio dei leoni a Petra, Iside si affiancava alla dea locale Ai-Uzza.
Maiali. La carne di maiale era vietata ai seguaci di Osiride e a volte anche al clero in generale, per
via della sua associazione con Seth nella sua forma di cinghiale nero. Talvolta, però, Iside veniva
raffigurata in groppa a un maiale e poteva anche essere chiamata la grande scrofa.
Pavoni. Appaiono occasionalmente nell'iconografia isiaca come per esempio nella moneta di Marco
Aurelio in cui la dea è in compagnia di un pavone e di un leonc.
Scarabei. Hanno una stretta connessione con Iside. Per ulteriori informazioni e approfondimenti si
veda il paragrafo intitolato «Scarabei sacri» ne! ventunesimo capitolo, «Iside e l'adorazione delle
mani».
Scorpioni. Le sette dee scorpioni accompagnarono Iside quando evase dalla prigione in cui l'aveva
rinchiusa Seth. La dea era stala maltrattata da una ricca donna che le aveva rifiutato asilo, e le sette
dee appiccarono il fuoco alla sua casa. Iside però spense le fiamme con la pioggia, e trovò rifugio in
casa di una povera donna che l'aveva accolta senza esitare. La dea può anche apparire come Iside-
Selqet. lo scorpione con testa umana ornata della falce di luna e del disco isiaci.
Serpenti. Tutti i serpenti erano sacri a Iside ed erano presenti nei suoi nti, spesso portali in
processione. Sia Iside sia Osiride erano raffigurati in forme ofìdiche con le code intrecciate. Quale
simbolo di sapienza, i serpenti sono anche un emblema di Iside Sophia. dea della conoscenza.
Sfingi. Sfingi con testa umana o di animale fiancheggiavano le vie sacre che portavano ai templi di
Iside in Egitto. . .
Toro Api. vedi «Bovini».

Colori

Argento. Iside è una divinità lunare e stellare, e l'argento rappresenta questi suoi aspetti. Nel
sottostante paragrafo dedicato ai meialli, viene spiegato anche l'uso dell'argento.
Bianco. È associalo a Iside nei suoi aspetti lunari.
Colori marini. Come divinità marina, nelle sue raffigurazioni possono trovare impiego molti colori
del mare.
Nero. Iside in lutlo o Iside alla ricerca esigeva che i suoi fedeli o sacerdoti fossero vestili di nero. In
occasione del rito celebrato durante il solstizio d'inverno, una vacca veniva ornata di drappi neri e
oro e fatta girare per sette volte attorno al tempio a simboleggiare la ricerca di Osiride da parte di
Iside.
Oro. L'oro è associato a Iside nei suoi aspetti di dea del sole.
Rosso. Iside è vestila di rosso come signora della fiamma e nei suoi significati più erotici e
autorevoli.

Metalli e minerali

Argento. Abbastanza comune nel mondo romano, l'argento era invece raro nell'antico Egitto e a
volle considerato di maggior valore dell'oro. Sono giunti fino a noi solo pochi oggetti dì argento, e
uno dei più belli è un vaso a forma di melograno proveniente dalla tomba di Tutankhamon.
Stamene di bronzo di dei e dee erano a volte munite di occhi d'argento o d'oro.
L'argento aveva forti associazioni lunari e pertanto era legato a iside. In epoca romana, una nonna
dedicò una statua di argento pieno a Iside in memoria dell'amata nipote morta in giovane età.
Questo metallo veniva usato anche nelle acconciature e negli ornamenti rituali delle sacerdotesse;
serviva pure per adornare statue della dea. I templi emettevano anche monete commemorative, a
volte d'argento o di lega di argento con altri metalli. Molte città coniavano monete con immagini di
Iside o con temi isiaci.
L'argento è un metallo relativamente fragile, quindi più diffìcile da lavorare dell'oro. I gioielli
vengono spesso prodotti servendosi della fusione a cera persa, consistente nel trasferire
un'immagine provvisoria di cera in
una immagine definitiva d'argento. Questo metodo costituisce di per sé una iniziazione.
Fili e foglie d'argento sono reperibili a bassissimo prezzo. Il filo d'argento si presta a essere piegalo
e, appiattito a martellale, può diventare un simbolo proiettivo. È facile costruire così ankh e nodi di
Thet, avendo l'avvertenza di limare gli spigoli acuii oppure di rivestirli con una sostanza prolettrice,
come per esempio la pece.
Bronzo. Statuette di Iside e altri arredi templari spesso erano l'aiti di bronzo; comunissimi. in
particolare, i sistri di bronzo. Questa lega di rame e stagno è un metallo resisienie largamente usato
per fabbricare anni. Il loro possesso assicurava notevole vantaggio su chi fosse muniio di anni di
altri metalli, e le culture che possedevano il segreto e le materie prime per produrre il bronzo
avevano la meglio su altre; per questa ragione, il metallo è particolarmente appropriato a Iside
Vicirix, la vittoriosa.
Oro. Un tempo usato per coprire la pielra di coronamento, il cosiddetto piramidion, delle piramidi
sacre, l'oro trovava largo impiego in Egitto. Se ne ricavava in abbondanza dalle miniere egizie ma
anche in forma di tributo pagato dalle molte nazioni soggette al dominio dei faraoni. Fin da tempi
mollo antichi, l'oro era associalo al fuoco del sole ed era un'ipostasi degli aspetti caldi, luminosi,
solari, di Iside. figlia di Ra, il dio del sole. Per questo, l'oro è particolarmente appropriato al culto
isiaco.
Esso possiede forti proprietà curative legate alla sua struttura. In tempi moderni, trova ancora
impiego come rimedio per molte affezioni tra cui l'artrite, e per queste sue capacità terapeutiche è
sacro a Iside divina terapeuta e madre nutrice.
Il Thet. l'amuleto di Seth noto come nodo di Iside. a volle era fatto d'oro, ma più spesso di pietra
rossa o di vetro. Gli egizi facevano anche esperimenti usando l'oro come colorante. In questo caso
si servivano di un metallo rossastro o addiritiura rosso acceso. Collane e diademi d'oro a forma di
delicati fiori venivano a volle disiribuiti dai faraoni per premiare amministratori o soldaii
particolarmeme meritevoli.
Rame. Il rame è un metallo caldo con associazioni solari e cosmiche. Gli egizi lo mettevano in
rapporto con Hathor e con Iside nei suoi aspetti di Hathor. A causa della sua naturale tendenza
all'ossidazione e ad assumere vari colori, il rame rappresenia le forze della fertilità.
Gli egizi facevano largo impiego di ossidi di rame per il trucco degli occhi. Questo metallo era
anche un componente indispensabile del bronzo, una lega appunto di rame e stagno, che. grazie alla
sua durezza e alla possibilità di venire affilato, fu all'origine di una nuova era di produzione di armi.
Per questa ragione, come pure per il suo colore rosso sethiano, il rame non manca di connotazioni
aggressive; del resto Iside-Hathor. dea di esplicito erotismo, ha in sé un aspelto aggressivo.
Nelle vicende che hanno per prolagonista il figlio di Iside, Horus. e il fratello di lei, Seth, la dea
forgia un arpione di rame di cui si serve per trafiggere Seth in forma di ippopotamo.

Piante

L'elenco è contenuto nel quattordicesimo capitolo, «Nelle cucine e negli orti di Iside».

Pietre preziose e semipreziose

Acquamarina. Come dea del mare, Iside a volte è simboleggiala da


questa pietra azzurro pallido.
Ametista. Questa bella pietra di colore cangiante dall'azzurro al violetto e dalle proprietà
terapeutiche era portata spesso dalle sacerdotesse di Iside, soprattutto in forma tondeggiante
anziché sfaccettata. A Roma c'era un tempio di Iside con almeno una colonna di ametista.
Corniola. In Egitto, i nodi di Teth si presentavano spesso come sculture realizzate con questa pietra
rossa dall'aspetto vetroso.
Corallo. Ancora oggi parecchie varietà di corallo sono designate con termini derivanti dalla parola
Iside (per esempio Isisina, Isidella, e Isidae). Anche in questo caso, essendo Iside una dea marina, il
corallo è una pietra appropriata ai suoi adoratori o a lei stessa.
Cristallo. Gli artisti egizi ottenevano stupefacenti effetti mettendo alle loro statue a grandezza
naturale degli occhi di cristallo dipinto, con una tecnica che conferiva un senso di profondità mollo
realistico e che tuttora sconcerta parecchi visitatori di raccolte egizie.
Nell'ultimo decennio si è scritto tanto sui cristalli di quarzo che non sono necessarie ulteriori
aggiunte. Basti dire che sono estremamente ricettivi a vibrazioni di ogni genere e si prestano a
essere «caricati» per svolgere funzioni specifiche, per esempio terapeutiche, per incrementare i
livelli di energia o per favorire l'attività mnemonica. E sufficiente tenere un cristallo tra le mani e
inviare attraverso di esso energia guaritrice. pensando al compito che il cristallo deve svolgere. (Per
sapere come generare energia terapeutica, si può leggere l'undicesimo capitolo. «Iside la grande
terapeuta).
Diaspro. Questa pietra rossa si presta a rappresentare il «sangue di Iside» per l'amuleto Teth.
Giacinto. È una forma di zirconio di colore rosso-arancione che figurava tra le pietre che ornavano
una slatua d'argento di Iside offerta come ex voto in un santuario spagnolo.
Granito. Era un materiale ampiamente usato nella costruzione degli altari nei templi di Iside. Le sue
vibrazioni si accompagnano positivamente con il culto della dea e sono un valido aiuto alla
meditazione.
Lapislazzulì. Uno dei titoli di Iside era quello di «Iside dei lapislazzulì». Montata in oro, questa
pietra di un blu molto vivace è simbolo sia di Iside sia di sua madre, Nut del ciclo stellato.
Malachite. Pietra verde di origine africana, è un perfetto simbolo di Iside come dea delle cose verdi
e della fertilità in generale.
Perla. Nei tempi antichi, il colore lunare delle perle le rendeva molto
jite a Iside. soprattutto come dea del mare o dell'amore.
Pietra di luna. La relativa associazione non richiede certo spiegazioni. La gemma è particolarmenle
appropriala al culto di Iside come dea della luna.
Rubino. Legalo a Iside a causa del suo intenso color rosso. Anche il rubino asteria è sacro alla dea.
Turchese. Sacro a Hathor-Iside.
Zaffiro. Lo zaffiro di colore blu scuro è perfettamente adeguato a Iside come dea del ciclo e delle
stelle. Anche lo zaffiro asteria è adatto alla dea e può essere usato per la meditazione o la trance
fissandolo e muovendolo lentamente.

Simboli di Iside

Ali. L'Iside alata era ricorrente soprattutto fra le statue funerarie, oppure nei suoi aspetti di
guaritrice. Nelle statue greco-romane la dea non appare munita di ali. Le ha invece nella sua
identificazione con Nike, la vittoria. Le sacerdotesse potevano portare sulle loro vesti sacre un
disegno di ali incrociate.
Ancora. Gli iniziati erano ritenuti sicuramente «ancorati» dal culto di Iside.
Ankh. Simbolo della vita spesso portalo da Iside in raffigurazioni egizie, oppure diffuso dalle sue
ali come una brezza apportatrice di vita.
Arpione. (O qualsiasi altro tipo di arma acquatica.) Iside costruì un arpione di rame per aiutare suo
figlio Horus impegnalo nella lotta contro Seth.
Bacchetta. La bacchetta, segno di poteri magici e associazioni falliche, è considerata un simbolo dì
Iside. I bastoni magici come lo scettro di Loto e lo scettro di Seth che la dea tiene in mano in
raffigurazioni egizie, sono varietà di bacchette magiche.
Bulino. L'oggetto, usato anche a fini magici, è ritenuto un simbolo di Iside. Quale strumento per
scrivere o per incidere può simboleggiare l'energia di Iside come creatrice della scrittura.
Corni. Il como e l'acconciatura a forma di luna crescente vengono facilmente identificati con Iside,
sebbene anche Hathor ne appaia ornata. La dea è stata raffigurata con corna di vacca, con coma
ricurve di orice e. più raramente, con palchi di cervide. Possono essere tutti a loro volta simboli di
«corni della luna» in fase crescente.
Cornucopia. Simbolo di abbondanza e nutrimento, spesso portata da Iside nelle raffigurazioni
greco-romane.
Crescente. L'acconciatura a forma di luna crescente o di coma di vacca somigliami appunto alla
luna nella fase crescente si irovano in raffigurazioni di Iside sia egizie che greco-romane.
Fallo. Iside rida vila al fallo sacro di Osiride, e penante è associata con rappresentazioni del
membro maschile. La leggenda vuole che ne avesse costruito uno nuovo di legno o di oro per
Osiride, e che da quel fallo fosse stata ingravidala.
Grano. Spesso Iside ieneva in mano delle spighe di grano, sopratiutio nelle zone in cui era
identificata come Demetra o come protettrice delle navi che trasportavano il grano.
Luna piena. Iside era considerata identica alla luna anche se probabilmente questa associazione non
era così diffusa in Egitto. A legarla alla luna era il suo potere sulle maree, di particolare importanza
per i navigalori greci.
Navi. Erano simboli di Iside dea della navigazione, nonché divinità che veleggia sulla barca di Ra.
o guida la barca funeraria di Osiride. Molte navi erano chiamale «Iside», soprattutto quelle che
percorrevano le rolte del grano tra l'Egitto e altre regioni mediterranee.
Tacilo descrive i riti funebri dei vichinghi consistenti nel deporre il defunto in una barca affidala a
mari o fiumi, e allude alla possibilità che derivassero da riti isiaci. Durante la festa della
navigazione (Isidis navigiitm) venivano varate piccole barche e modelli di natanti che erano portati
in processione.
Pentagramma. La stella a cinque punte era associata a Iside ed era un componente dei geroglifici
che componevano il nome di Iside-Sothis.
Tra coloro che praticano la religione egizia allo stato puro, si discute se la stella a cinque punte
tessuta fosse legata a Iside o non piuttosto ad altre divinità. Il pentagramma lessuto si riferiva senza
dubbio alla Vergine Maria e nel ciclo arturiano appariva su uno scudo come simbolo della
protezione della Vergine al cavaliere che lo portava.
Remo, II culto di Iside era consideralo il «remo spirituale» (più esatia-mente il remo di governo in
funzione di limone) che guidava il fedele attraverso i mari tempestosi della vila.
Scettro. Simbolo della regalità della dea, lo scettro ne simboleggiava il divino potere sul trono sia
quale sua occupante, sia quale dispensatrice al faraone affidato alla sua protezione.
Serpenti. Erano spesso presenti durante le processioni isiache e gli stessi Iside e Osiride potevano
essere raffigurati muniti di corpo ofidico.
Sistro. Un simbolo frequente del culto di Iside. spesso inciso sulle lapidi tombali delle sacerdotesse,
compare sovente in altre raffigurazioni della dea o delle sue sacerdotesse.
Situla. Un piccolo secchio, di solito pieno di latte, presente nel corso delle processioni isiache; non
di rado il lane ne traboccava e, cadendo al suolo, lo benediceva.
Spugna. Pare che la dea che-tutto-accoglie e che-tutto-integra, venisse a volte simboleggiata da una
spugna. Personalmente non sonò riuscito a trovare nessun riferimento inequivocabile.
Thet o Nodo di Seth. Il nodo di Iside, forse un simbolo stilizzato degli organi genitali femminili,
veniva portato come un amuleto o inserito negli indumenti rituali. Se ne parla più diffusamente
all'inizio di questo capitolo.
Triangolo. I triangoli, con il vertice all'insù o all'ingiù indicano un'associazione con Iside. Il
triangolo inverso, con la punta rivolta verso il basso, simboleggia la vulva, emblema della
femminilità. Si ritiene che Piiagora, filosofo e matemalico, fosse un seguace di Iside. In questo caso
potrebbe essere staio lui ad atlribuirle il tiiolo di «base del più perielio triangolo».
Trono. Il irono a tre gradini, simbolo di Iside. è raffigurato perlopiù sulla sua testa o sulla sua
acconciatura.
Ureo. Il piccolo serpente, che si protende dalla fronte o da un nastro attorno alla testa, simboleggia
la divinità di Isìde quale regina d'Egitto.
Vesti di camuffamento. Nei mili osiriaci, Iside fu cosireita più volte a camuffarsi e mascherarsi. La
prima volta dopo l'evasione dalla prigione in cui l'aveva rinchiusa Seih; poi quando si mise al
servizio della regina Asiane di Biblo per essere vicina a Osiride chiuso nella bara; e ancora mentre
allevava Horus Ira le paludi del delta. Iside si camuffò anche da vecchia per ingannare Seth e
raggiungere l'isola dove gli dei si erano radunati per decidere la sode di Horus e di Seth. Questi
eventi la collegano al-1 'nutazione, al camuffamento, alla simulazione e alla capacità di passare
inosservati.
Vulva. Ogni simbolo vulvare, come per esempio raffigurazioni dell'organo femminile in sezione,
può applicarsi a Iside come porta della vita, grande madre e levatrice divina.

Legni

Abete e Pino. Erano usati per costruire le navi varate in occasione del-Isidis navigium, la festa della
navigazione. Gli alberi di questi nalanti avolte erano fatti di un unico tronco di pino, che veniva
abbondantemente decorato e in cui si può forse vedere un antenato degli attuali alberi di Natale.
Durante una festa dedicata a Osiride veniva fatta la rituale scultura di una figura del dio ricavata da
un pino, che veniva poi reinserita nel tronco e lasciata lì per un anno. Dopo questo periodo veniva
bruciata e se ne faceva una nuova.
Spesso venivano offerte delle pigne a Osiride,
Agrumi. Per la fabbricazione di oggetti rituali relativi al culto di Iside a volte veniva usalo legno di
agrumi di vario genere.
Cedro. Il commercio del cedro con l'attuale Libano era di grande importanza per gli egizi che si
servivano ampiamente di quel fragrante legno. Spesso il culto di Iside veniva introdotto nei porti
stranieri in cui il legname veniva caricato su navi destinate all'Egitto. Se oggi il cedro è quasi
estinto nel Libano, lo si deve all'amore nutrito da antiche civiltà per quel legno.
La gamma cromatica dedicata a Iside nell'abbigliamento rituale
Signora della luce. Iside esercita il dominio su lutti i colori e le sue vesti policrome hanno lo scopo
di attirare e abbagliare i suoi adoratori. Il bianco era spesso il colore preferito o perlomeno il più
comune, quello che i sacerdoti portavano tutti i giorni, ma c'erano numerose eccezioni. I mela-
nofori. ovvero portatori di nero, indossavano vesti di questo colore a simboleggiare il lutto di Iside
intenta alla ricerca di Osiride.
Forma e colore degli indumenti antichi rispondevano a uno spirito conservativo, nel senso che
cambiavano lentamente nel corso del tempo. Il modo di vestire egizio, greco e romano era
caratterizzato da un abile gioco di pieghe; alcune parti degli indumenti erano cucite o trattenute con
spille o fermagli, ma perlopiù esigevano appunto un attento drappeggio. Si può insomma dire che,
più che vestirsi, gli antichi velassero i propri corpi.
11 colore, il peso e il tipo incidono in modo determinante sui cambiamenti delle condizioni fisiche
e mentali. Alcuni di questi cambiamenti sono evidenti: alcune stoffe tengono più caldo; altre più
fresco. Senza dubbio lo staio del corpo influenza quello dello spirito. Quindi se decidete di farvi un
abito un po' particolare, scegliete un tessuto piacevole al tatto. Non dimenticate che gli indumenti
tendono a trattenere il calore corporeo, e quando si ha a che l'are con candele, incensi, gruppi di
persone e ci si trova ad agire in spazi ristretti, si capisce facilmente perché alcune persone
preferiscono lavorare nude o quasi. Certi sacerdoti raffigurali in dipinli isiaci indossano soltanto un
gonnellino, allri invece appaiono vestiti con una vera e propria toga. Una veste rituale confezionata,
adalla sia a uomini sia a donne e facile da portare, può essere una moderna galahayah. una tunica
diritta, ampia, in vendita in moltissimi negozi del Medio Oriente o in quelli di costumi folcloristici,
soprattutto africani.

Le vesti delle sacerdotesse

Iside e le sue sacerdotesse sono state raffigurate con una tale varietà di colori, forme e stili, che in
pratica non c'è limitazione a ciò che una sacerdotessa può indossare, senza rischiare di non essere
«in stile» con il costume antico. Spesso Iside veniva ritratta in dipinti templari e tombali con
indosso una tunica molto aderente, ornata di vividi disegni tessuti o ricamati. Tra questi, frequente
i! simbolo delle ali incrociate dell'avvoltoio sacro che avvolgeva le anche della dea.
Rimarco, scrittore e iniziato, nel suo libro Iside e Osiride descrive le vesti di Iside come «di colore
variegato (dato che il suo principale potere consiste nel sapere mutare la materia), luce e tenebra,
giorno e notte, fuoco e acqua, vita e morte, principio e fine».
Lo scrittore contrappone alla policromia degli indumenti dì Iside quelli di Osiride che. a suo dire,
non hanno nulla di scuro o di variegato. La veste di Osiride, prosegue Plutarco. «è di un unico
colore, quello della luce che è l'origine delle cose, genuina e semplice, elemento primordiale
fortemente spirituale e puro. Per questo motivo, la veste viene indossata una volta sola e poi riposta
e conservata, non vista e non toccata, mentre le vesti isiache vengono usate più volte».

Le vesti dei sacerdoti

Apuleio descrìve le vesti che indossò dopo aver completato i riti di iniziazione ai misteri di Iside.
Sebbene sia attento ai voti di segretezza, dice che «nessun vincolo mi proibisce di parlarne, dato
che tutta la folla presente lo vide», sicché il suo elenco e la descrizione dei particolari degli
indumenti non va considerato un tradimento dell'iniziazione ricevuta.
Prosegue Apuleio: «Sulle spalle avevo un mantello lungo fino ai piedi, preziosissimo, tutto
decorato da qualunque parte Io si guardasse, con un ricamo di animali di vari colori: da una parte
draghi indiani, dall'altra grifoni iperborei, bestie simili agli uccelli che vivono solo in quel lontano
paese--. Nella mano destra portavo una fiaccola accesa e in testa una corona di lucide foglie di
palma, poste a raggiera. Così vestito da dio sole, rimanevo fermo come una statua e tutto il popolo,
quando furono aperte le cortine che mi nascondevano, mi girava intorno per guardarmi».
Se le vesti iniziaiiche di Apuleio erano elaborate, l'abito quotidiano di un sacerdote consisteva
perlopiù in una semplice tunica bianca. A volte, un sacerdote di Iside indossava soliamo un
cingilombi che gli lasciava nudo il torace, a volle invece era parzialmente avvolto da una stola. I
sacerdoti di alto livello potevano portare, in aggiunia al cingilombi, una pelle di leopardo. In
epoche successive, i sacerdoti greco-romani portavano un abito drappeggiato e si disiinguevano
soprattutto per il capo rasato. Non di rado si radevano anche le sopracciglia, le ciglia e tutti gli altri
peli del corpo. Nel perìodo greco-romano le sacerdotesse avevano spesso i capelli arricciali oppure
li portavano lunghi e abbondanti {così Apuleio descrive la chioma della stessa Iside quando la
incontra sulla riva del mare). In Egitto, anche le donne si radevano il capo, ma nel corso delle
cerimonie indossavano parrucche.

Gli effetti della Luce

Le candele irradiano una tremolante fonte di calda luce solare assai benefica per il cervello umano.
La luce di lampadine può variare dal caldo al freddo; in generale, però, un'illuminazione tenue, non
soltanto abbellisce la figura umana, ma è anche più sana. Sia la luce delle candele sia quella delle
lampade a incandescenza aggiunge il giallo ai colori degli indumenii che si indossano.
La luce fluorescente, considerata una fonte di energia più economica e più efficace, ha effetti assai
negativi sulla mente umana: lo sfarfallamento e Io spettro cromatico fortemente ridotto, sono di
grave ostacolo al pensiero e al mantenimento dell'attenzione.

La scelta del colore

Decidere quale colore serva a incrementare la propria spiritualità è una cosa quanto mai personale e
può essere stabilita solo per tentativi. Qui dì seguito ci sono alcune considerazioni di ordine
generale che possono aiutare a valutare la gamma cromatica.
Le sfumature pastello sono versioni più pacate dei loro più vividi equivalenti e il loro effetto è
meno intenso. 1 colorì hanno una propria implicita luminosità che ne condiziona l'impiego. Il giallo
è luminosissimo, per cui anche una sua sfumatura può fornire una forte dose di energìa.
All'estremità opposta della scala luminosa, i blu tendono ad assorbire anziché riflettere la luce,
come del resto i tessuti neri opachi. Tuttavia, il colore scuro di un tessuto che riflette in controluce
rimanderà la propria tinta oltre a frazioni dell'intero spettro cromatico.
Pellicce di pelo scuro e brillante o nere rimandano minuscole particelle di luce di ogni colore, e
potrete constatarlo se vi imbatterete in un bonario labrador accucciato al sole. Tuttavia questo
riflesso di solito è troppo debole per servire efficacemente a correggere debolezze o a creare stati
d'animo. Indossare solo indumenti neri contribuisce ad aumentare l'effetto dei colori presenti
nell'ambiente circostante sul vostro umore, e da maggiore
intensità alla luce riflessa dalla vostra pelle e dai vosti capelli. Oli spalmati sulla cute fanno sì che
esseri umani di ogni colore rimandino luce bianca.

Arancione. Stimolante. È simile alla luce gialla e ha valenze terapeutiche.


Azzurro. Calmante. La mancanza di tonalità azzurre può generare irritabilità e nervosismo. Un
eccesso dì azzurro può avere effetto deprimente. Gli azzurri lapislazzuli o regale, tuttavia, di norma
non hanno effetti depressivi.
Giallo. Generalmente stimolante. La mancanza di luce gialla risulta deprimente. La carenza di
questo colore può essere in parte compensata ricorrendo a una lampada a raggi infrarossi.
Magenta e fucsia. Sono tonalità purpuree tendenti al rosso con effetti più stimolanti delle varietà
tendenti all'azzurro.
Porpora, viola e lavanda. Sono tonalità che contengono quantitativi variabili sia di rosso sia di
azzurro e possono pertanto avere effetti molto equilibratori, non privi di una lieve stimolazione.
Molte persone sono talmente attratte da questi colori che non ne indossano altri. Questo
comportamento può generare carenze dovute alla mancanza del giallo e del verde, del rosso puro e
delle tonalità di azzurro che sono completamente assenti nel color porpora.
Rosso. Aumenta l'energia; ha un'azione stimolante a livello mentale e sessuale. La sua mancanza
può risultare deprimente. Un eccesso di rosso può invece portare a stali di inquietudine, irritabilità e
ira.
Turchese. Calmante, ma privo dell'effetto tranqui I lizzante di alcuni azzurri puri. Il turchese può
avere un'influenza euforizzante ed è un colore ottimo per le attività spirituali.
Verde. Aumenta la creatività. La mancanza di verde può portare a letargia mentale e a un modo di
pensare convenzionale. Il verde è il colore prevalente nella gamma cromatica. Persino il color carne
contiene una sorprendente quantità di verde. Ecco perché nelle trasmissioni televisive i personaggi
appaiono spesso verdastri quando le apparecchiature non sono ben regolate.

Le luci colorate si prestano a essere introdotte nei rituali personali. Anche le lampade a petrolio
alimentate con combustibili colorati, come pure candele in contenitori di vetro colorato, possono
fornire le tonalità di luce richieste.
Facendo questi esperimenti, con ogni probabilità vi renderete conto di acquisire una maggiore
consapevolezza cromatica, e la vostra capacità di cogliere sottili differenze tra le sfumature vi
sorprenderà.

La sesta ora del giorno


Esaltando Iside

Canti di lode e invocazione

NEL corso della storia, gli adoratori di Iside le hanno rivolto parole e canti. Quelli di lode, che
enumerano i frutti della sua benevolenza e che narrano le vicende, sono stati rinvenuti in molti
templi. Autori moderni ci hanno fornito invocazioni che riecheggiano nella mente di chi le
pronuncia, attirando su di lui o lei una parte del potere divino: cosicché tra la sacerdotessa e la dea
si stabilisce un legame indissolubile.

L'adorazione di Iside secondo Apuleio


(Il brano è tratto da Metamorfosi, libro XI)

Era appena scesa la notte, quando mi svegliai di soprassalto, e i vidi davanti a me il disco della luna
piena uscito dalle onde, splendente di bianco bagliore. Nel silenzio della notte, nel mistero di quella
solitudine, improvvisamente sentii la sovrana maestà della dea. riconobbi che tutte le vicende
umane sono governate dalla sua provvidenza, che gli animali domestici e selvatici, e anche gli
esseri inanimati vivono in virtù della sua santa luce: tutto ciò che esiste sulla terra, e nel ciclo, e nel
mare, prende forza dal suo crescere, e la perde dal suo calare. Il destino, sazio ormai di tutte quelle
mie sventure, forse mi dava, anche se tardi, una speranza di salvezza: e sentii che dovevo pregare
l'augusta immagine della dea davanti ai miei occhi. Mi scrollai di dosso il torpore del sonno e mi
alzai in piedi allegro e pieno di entusiasmo; entrai nel mare per purificarmi, e immersi la testa
sott'acqua per sette volte (perché questo numero, secondo gli insegnamenti del divino Pitagora. è il
più sacro nei riti religiosi): e alla fine, col volto bagnato di lacrime, così pregai la potentissima dea:
«Regina del cielo, che tu sia l'alma Cerere, madre delle messi, che felice per aver ritrovato la tua
figliola insegnasti agli uomini ad abbandonare il primitivo ferino alimento delle ghiande,
mostrando loro un più dolce cibo, e ora dispensi gioia col tuo culto alla terra eleusina; o sia tu
Venere celeste, che al principio del mondo generasti Amore, facesti unire i sessi diversi, rendesti
etemo il genere umano, donandogli discendenza eterna, e ora sei venerata a Pafo. nel tuo sacrario
circondato dalle onde del mare; o sia tu la sorella di Febo, che mitigasti i dolori del parto col
sollievo dei tuoi rimedi, e crescesti popoli così importanti, e ora sei venerata nei templi di Efeso; o
sia tu Proserpina, dai terribili ululati notturni, venerata con culti diversi, tu dal triplice aspetto, tu
che freni gli assalti delle ombre dei morti, tu che chiudi la porta della terra, tu che vaghi nei boschi:
tu qualunque sia il tuo nome, qualunque sia il tuo cullo, qualunque sia l'aspetto in cui è lecito
adorarti. Tu che illumini tutte le città col tuo femminile chiarore, tu che col tuo umido raggio nutrì
il seme fecondo, tu che vaghi solitària e dispensi una luce sempre diversa: vieni in soccorso ai mali
estremi: risolleva la mia fortuna caduta, dammi tu. dopo tanti affanni, pace e riposo. Cancella le
pene, cancella i pericoli! Toglimi, ti prego, l'orrendo aspetto di quadrupede, rendimi allo sguardo
dei miei, restiluiscimi al mio Lucio! E se qualche dio che ho offeso mi perseguita con inesorabile
crudeltà, allora. che io possa morire, se vivere non posso!»
E di nuovo, dopo che ebbi così pregato e pianto le mìe sventure, il mio stanco animo fu vìnto dal
sonno, e ricaddi sullo stesso giaciglio. Avevo appena chiuso gli occhi, quand'ecco che dal mare
emerse un'apparizione divina, mostrando un volto che anche gli dei avrebbero venerato. Poi. a poco
a poco, dal mare si staccò l'intero corpo di quella splendida apparizione, e mi parve che venisse a
termarmisi proprio davanti. Cercherò di descrivere anche a voi la meraviglia del suo aspetto, se
tuttavia mi basteranno i mezzi del nostro povero linguaggio, o se la potenza divina stessa mi farà
dono di una limpida parola. I capelli, lunghi, folti, e appena ondulati, le scendevano in dolce
disordine sul collo divino: in testa portava una corona di fiori diversi intrecciati, in mezzo alla
quale, proprio sopra la fronte, brillava un disco piatto, come uno specchio, o meglio, come
l'immagine stessa della luna, e diffondeva una candida luce: a destra e a sinistra era stretto da due
vipere col corpo proteso nell'attacco, e in cima era ornato da spighe di grano. La dea indossava una
veste di lino sottile, dal colore cangiante, ora di un bianco abbagliante, ora giallo come il croco, ora
fiammante di rosso splendore: ma quello che più stupiva il mio sguardo era il manto lietissimo,
splendente di cupi bagliori, che l'avvolgeva dal fianco destro fino alla spalla sinistra, come uno
scudo, e poi ricadeva in infinite pieghe fino al bordo della veste, e fluttuava con le eleganti frange
degli orli.
Sia nel tessuto sia in fondo alla frangia brillavano stelle disseminate qua e là. e proprio al centro la
luna piena mandava bagliori di fiamma. E oltre a questo, lungo tutto il mantello, correva una fascia
di fiori e frutti di ogni specie. Nelle mani aveva oggetti diversi. Nella destra un sonaglio di bronzo,
formato da una lamina sonile piegata a forma di balteo, da cui pendevano asticciole che. mosse tre
volte dal movimento del braccio, mandavano un suono squillante. Alla mano sinistra, invece,
teneva appeso un vaso d'oro a forma di piccola nave, e in cima al manico un aspide alzava la testa
sul collo largo e gonfio. E i suoi piedi d'ambrosia calzavano sandali di foglia di palma, simbolo
della vittoria. E in lutto il suo splendore, con un dolce profumo d'arabiche essenze, si degnò di
rivolgermi queste parole:
«Eccomi a te. Lucio, commossa dalle tue preghiere. Io madre di tutte le cose, signora di tutti gli
elementi, principio di tutte le generazioni nei secoli, la più grande dei numi, la regina dei Mani, la
prima dei celesti, archetipo immutabile degli dei e delle dee, a cui concedo di governare co! mio
assenso le luminose volte del cielo, le salutari brezze del mare, i lacrimati silenzi degli inferi. Io. la
cui potenza, unica se pur multiforme, tutto il mondo venera con riù diversi, con diversi nomi. I
frigi, primi abitatori della terra, mi chiamano la Pessinunzia madre degli dei; gli attici autoctoni.
Minerva Cecropia; gli isolani ciprioti. Venere Pafia; i cretesi, famosi arcieri. Diana Diciìnna: i
siculi trilingui, Proserpina Stigia; gli antichi eleusini. Cerere Attica: aliri mi chiamano Giunone,
altri Bellona, e chi Ecate. e chi Ramnusia; e infine i popoli che il sole nascente rischiara coi suoi
primi raggi, cioè gli etiopi e gli egizi, d'antica sapienza, solo questi mi onorano con le cerimonie
che mi son proprie, e mi chiamano col mio vero nome di Iside regina. Eccomi a te, commossa dalle
tue sventure, eccomi a te. benigna e propizia. Abbandona ormai i pianti e i lamenti, scaccia il
dolore: per opera mia. già splende per le il giorno della salvazione».2

Un inno di Isidoro
Riporto qui di seguito un canto di lode a Iside scrino da Isidoro che fu un adoratore della dea a
Madinet Madi, nella grande oasi del Fayoum a sud dell'attuale Cairo, ali'incirca nel primo secolo
a.C.
L'originale dell'inno venne incìso su pietre del tempio, diventando un modello di fede per coloro
che accedevano al sacro recìnto.

Inno terzo

O sovrana degli dei superbi,


Hermouthis, signora,
Iside, pura, sacratissima, potente, dal possente nome, dea,
Veneratissima conferitrice di buone cose,
A tutti gli uomini che sono giusti
Tu concedi grandi benedizioni: per possedere ricchezze,
Una vita che sia piacevole e serenissima felicità:
Guadagno materiale, buona fortuna e felice capacità di comprensione.
Tutti coloro che vivono esistenze di somma beatitudine, i migliori tra gli uomini:
Re portatori di scettro e coloro che sono sovrani.
Se essi dipendono da te, governino fino a tarda età,
Lasciando lucenti e splendide ricchezza in abbondanza
Ai loro figli e ai figli dei figli, e agli uomini che vengono dopo,
Ma colui di cui la celeste regina ha fatto il più alto dei prìncipi,
Regnante sull'Asia e sull'Europa,
Mantenendo la pace: per lui i raccolti crescono pesanti
Con tutti i generi di buone cose, arrecando frutto...
E quando vi siano guerre e massacro
Di innumerevoli moltitudini,
La tua forza e il divino potere
Annienta le moltitudini a lui contrarie;
Ma ai pochi che sono con lui ne viene coraggio.
Ascoltami, Agathetyche,
Quando rivolgo preghiere a te, signora,
Che tu abbia viaggiato fino alla Libia o al vento del sud,
O che tu abbia dimora nelle estreme regioni del vento del nord
che sempre dolcemente soffia.
O che tu dimori nelle raffiche del vento dell'est da dove sorge il sole,
O che tu sia andata all'Olimpo dove dimorano gli dei olimpici,
O che tu sia nel cielo sovrastante, giudice tra gli dei immortali,
O che tu sia salita sul carro del sole che rapido corre,
Tu governi il mondo degli uomini,
Guardando dall'alto le molteplici azioni del perfido
E guardando dall'alto quelle del giusto.
Se tu sei presente anche qui, tu, testimone della virtù individuale,
Dilettandoti dei sacrifici, delle libagioni e delle offerte
Degli uomini che dimorano nel nome di Suchos, gli arsinoiti.
Uomini di varie razze che tutti, anno per anno, sono presenti
II ventesimo giorno del mese di Pachon e Thot, portando una decima
per te
E per Anchoes e per Sokonopis, sacratissimi dei, al tuo banchetto.
O portatrice di preghiere.
Iside nerovestita, la misericordiosa,
E voi grandi dei che condividete il tempio con lei. Mandami Paean. o guaritrice di ogni male.

Un antico inno di Cyme

Io sono Iside, la signora di ogni terra, e sono stata istruita da Hermes e con Hermes ho inventato
lettere, sia le sacre sia le demotiche, per modo che tutte le cose possano esser scritte con gli stessi
segni. Io ho dato e prescritto leggi per gli uomini che nessuno è in grado
di mutare.
Io sono la figlia maggiore di Crono. Io sono moglie e sorella di re Osiride. lo sono colei che trova
frutti per gli uomini. Io sono madre di re Horus. Io sono colei che sorge nella stella canicolare.
Colei che è detta dea
dalle donne. Per me è stata costruita la città di Bubasti. Io ho diviso la terra dai cicli. Io ho mostrato
il sentiero delle stelle. Io ho ordinato il corso del sole e della luna. Io ho inventato i traffici nel
mare.
Io ho fatto forte l'uomo. Io ho unito donna e uomo. Ho prescritto alle donne di dare nascita ai loro
infanti nel decimo mese, lo ho prescritto che i genitori debbano essere amati dai figli. lo ho imposto
punizioni per coloro che non nutrono naturale affetto per i loro genitori.
Con mio fratello Osiride ho posto fine al divoramento di uomini. Ho rivelato misteri agli uomini.
Ho insegnato agli uomini il modo di onorare immagini degli dei. Ho consacrato i recinti degli dei.
Io ho infranto i governi dei Tiranni. Io ho posto fine agli assassimi.
10 ho costretto le donne ad accettare l'amore degli uomini, lo ho reso
11 diritto più forte dell'oro e dell'argento. Io ho ordinato che il vero debba essere ritenuto bene. Io
ho inventalo i contratti di matrimonio. Io ho assegnato a greci e barbari i loro linguaggi, lo ho fatto
sì che il bello e l'immondo siano distinti per natura. Io ho prescritto che nulla sia più temuto di un
giuramento.
Iside moglie e sorella di Osiride.
Io ho consegnato colui che trama il male contro altri nelle mani di colui contro il quale ha
complottato. Io ho stabilito punizioni per coloro che praticano ingiustizie e ho decretato il perdono
per i supplici. Io proteggo (od onoro) i giusti guardiani. Con me il diritto prevale.
Io sono la regina dei fiumi, dei venti, e del mare. Nessuno è tenuto in onore a mia insaputa. Sono la
regina della guerra e del fulmine. Io sconvolgo il mare e lo calmo. Io sono nei raggi del sole.
Qualsiasi cosa io voglia, anch'essa avrà fine. Con me ogni cosa è ragionevole.
10 libero coloro che sono in ceppi. Io sono la regina della navigazione. Io rendo il navigabile non
navigabile, quando io lo voglia. Io ho creato mura di città. Io sono detta la legislalrice.J Io ho
portato isole alla luce. Io sono signore delle tempeste/ Io vinco il fato.
11 fato mi presta ascolto. Salve, Egitto che mi ha nutrito.

Creare nuovi cantici

I canti sono composizioni che vengono cantate o recitate, e di solito sono in rima. Questo aiuta a
favorire, sia in chi ascolta sia in chi canta, maggiore concentrazione e facilita il ricordo. Di solilo i
canti sono caratterizzali da forti ritmi, ma in quelli più possenti non mancano a volte divagazioni
ipnoticne. Il cantico più semplice, e del resto antichissimo, è una recitazione di nomi o titoli della
dea.

Lo schema più elementare è composto da tre nomi della dea che cominciano con la slessa parola, e
da un'invocazione come: «Iside sii con noi!» o «Vieni a noi, dea». Questo è un bellissimo canto che
si può eseguire con spontaneità perché è impossibile sbagliarsi: basta concentrarsi su tre nomi della
dea (ma si può anche improvvisarne altri al momento!) e aggiungere una breve frase con cui la si
invita a manifestare la sua presenza. Dopo pochi versi, questa forma di cantico acquista
grandissima forza. Si può anche eseguirlo a canone alternato. Può essere iniziato da una
sacerdotessa o sacerdote, e ogni partecipante esegue un verso o una singola strofa. Ecco qui un
breve esempio:

Signora della luce (serie di nomi)


Signora della vita (serie di nomi)
Signora delle verdi piante (serie di nomi)
Vieni adesso a noi! (serie di invocazioni)
Dea della magia
Dea della guarigione
Dea dello splendore benedici noi tuoi figli!
Signora della forza
Signora della rettitudine
Signora della stella della sera insegnaci la tua sapienza! "
Iside di File
Iside di Menfi
Iside di Alessandria mostraci i tuoi luoghi!

...e così via. Trattandosi di Iside Myrionymos, Iside della miriade di nomi, le possibilità sono
illimitate. Nel paragrafo intitolato «Dea dei diecimila nomi» sono riportati altri nomi di Iside.

I nomi dei luoghi

Un altro modello di inno, semplice ma toccante, è quello composto da nomi dì luoghi. Un tipo
simile di inno a Iside consisteva nella dichiarazione, da parte della dea stessa, dei suoi attributi, dei
diversi luoghi e dei suoi poteri sull'umanità e a favore di essa. Copie di alcuni di questi inni sono
state ritrovate in parecchi luoghi sacri, e in alcuni casi i nomi degli autori (come Isìdoro, autore di
uno degli inni riportato in precedenza) sono so-pravvissuti nei secoli con particolari della loro vita.
Nella forma più semplice, questi antichi inni comprendevano i nomi di tutti i luoghi in cui, a
cognizione dell'autore, esisteva il culto di Iside. E un modulo che può essere facilmente adattato
alla propria situazione e alle proprie esperienze. Dove eravate quando meditavate o rivolgevate
preghiere a Iside? Scegliete una maniera piacevole di elencare la città, il luogo, magari il nome
della strada. Prestate orecchio alla combinazione sonora delle parole. Tentate di alternare sillabe
non accentate ad altre accentate, come nelle nenie infantili. E un sistema che crea un ritmo
incalzante, facile da memorizzare e che conferisce forza alla recitazione. Se volete, potete ricorrere
alla rima. Poca importanza hanno il numero di versi e di sìllabe, la perfetia aderenza al metro e la
sequenza delle rime. L'importante è che la composizione, inno o cantico che sia. abbia efficacia per
voi.
Dal momento che i canti creati da voi sono unicamente vostri, con t ogni probabilità vi risulteranno
assai più facile da memorizzare che non quelli semplicemente letti. Sentitevi liberi di cambiarli
ogni volta che li recitate a seconda di nuovi eventi o rievocazioni di un tempo o luogo che abbiano
particolare significato per voi. E consideratevi anche liberi di affezionarvi ad alcuni versi che
ripeterete sempre nello stesso modo.
Tenete presente che la semplicità è forte. Pronunciare ad alta voce o in silenzio uno o più dei molti
nomi di Iside è già una preghiera-cantico. Farlo in gruppo, con i partecipanti che cominciano in
momenti differenti e recitano ciascuno un diverso nome di Iside, crea un formidabile vortice di
energia che può essere offerto alla dea e indirizzato a una finalità di suo gradimento, come una
guarigione o la pace.

Dea dei diecimila nomi


Solo pronunciare i suoi-nomi costituiva una litanìa sacra, sebbene molti dei titoli di Iside siano
andati da lungo tempo perduti e molti altri restino da scoprire. Ecco qui di seguilo alcuni dei molti
nomi che le vennero attribuiti nel corso della sua lunga storia.

Abile nel calcolo


Abile nella scrittura
Abitatrice a Netru
Africa
Afrodite
Agape
Albula
Alessandria
Alto faro di luce - Iside esaltata come faro di Alessandria
Amenti - la nascosta
Amicizia
Ankhet - produttrice e dispensatrice di vita
Anqet - colei che abbraccia la terra, produttrice di fertilità nelle acque
Arbitra in faccende di amore
Aset - un modo di pronunciarne il nome egizio
Ast - un altro modo di pronunciarlo
Atena
Au Set - variante di Aset, il nome egizio di Iside
Aut - un titolo di Iside a Dendera
Base del più bel triangolo
Bellicosa
Benefattrice del Tuat (gli inferi)
Colei che abbraccia la terra
Colei che muove ovvero potere che interviene
Comprensiva
Consacrata
Cornucopia di tutti i nostri beni
Corona di Ra - Heru
Creazione
Creatrice dell'inondazione del Nilo
Dalla bella forma
Datrice di luce del cielo
Datrice di vita
Dea degli incroci
Dea della rugiada
Dea della rugiada
Dea di tutte le dee
Dea ex-machina - la dea che compare sulla Macchina, la divina
Dea madre
Dea quindici
Dea verde
Diadema di vita
Dikaiosyne - un aspetto associato alla giustizia
Disperditrice di attacchi
Divina
Donna-trono
Dynamis
Dynastis
Epekoos - colei che tutto ode
Era - Iside identificata con Era
Estia - Iside identificata con Estia
Euploia - dispensatrice di buona navigazione
Figlia di Geb
Figlia di Neb-er-Teher
Figlia di Nut
Figlia di Ra
Figlia di Seb
Figlia di Thot
Fruttificatrice
Galactotrouphousa - Iside che allatta, che concede il miracolo del latte della vita
Generatrice di monarchi
Generatrice di re
Gentile
Gioia
Gioiello del vento
Giustizia - Iside di giustizia
Grande dea
Grande dea degli inferi
Grande maga che guarisce
Grande scrofa bianca di Heliopolis
Grande signora
Grande signora degli inferi
Grande vergine
Grandissima
Guardiana
Guida
Guida delle Muse
Hent - Regina
Heqet - Iside grande maga
Horus femmina
Immortale
Ineffabile signora
Inventrix - inventrice delle cose
Iside - Afrodite
Iside-Afrodite-Astarte
Iside-Afrodite-Pelagia
Iside-Astarte
Iside-Fortuna - dea del fato e della fortuna
Iside-Hathor
Iside-Inanna
Iside-Nike - Iside associata alla dea della vittoria
Iside-Tyche
Khut - la dispensatrice di luce
Kourotrophos
La bella dea
Libertà
Linopeplos - Iside vestita di lino
Lochia
Luna
Lydia educatrix - Iside educatrice di Lydia
Madre degli dei
Madre dell'Horus d'oro
Madre di Dio
Madre divina
Maia
Massima degli dei
Materia
Mediatrix tra il celestiale e il terreno
Medicina Mundi - il potere che guarisce il mondo
Menouthis - questo aspetto di Iside era adorato sia a Menouthis sia ad Alessandria dove era
considerata una dea dalle potenti capacità terapeutiche
Meri - Iside come dea del mare
Myrionymos - Iside dalla miriade di nomi, Iside dei diecimila nomi
Multiforme
Multinominata
Nanaia - Iside identificata con la dea Nanaia
Nascosta
Natura
Nepherses - la bella
Nome del sole
Noreia - Iside identificata con la dea Noreia
Nutrice
Occhio di Ra
Onnidea
Onnimunifica
Onniricevente
Onniudente
Onnivedente
Panthea - la dea di tutte le dee
Pantocrateira l'onnigovernante
Pelagia -Iside del mare cioè protettrice di navi
Persefone
Pliaria - Iside dell'isola di Faro ad Alessandria
Phronesis - personificazione della sapienza
Placidae Reginae - la Regina della pace
Ploutodotai - Iside dispensatrice di ricchezze
Pluonumos - Iside dai molti nomi
Polyonimos - dai molti nomi
Potentissima
Potere che guarisce il mondo
Potere che sorge dal Nilo
Prima delle muse a Heropolis
Primo principio femminile in natura
Primo figlio del tempo
Pterophoros - l'Iside alata
Quella dalle grandi ali e dalla falce di luna
Quella della luna
Quella dalle lodi innumerevoli
Ra femmina
Regina del cielo
Regina della pace
Regina del sole
Regina del sud e del nord
Regina della terra
Regina d'Egitto di lino vestita
Renenet - dea del raccolto
Risurrezione e vita
Saeculi Felicitas - felicità dell'età nostra
Salvatrice
Salvatrice dell'umanità
Salvatrice di marinai
Selene - la luna
Sesheta - dea della letteratura e della biblioteca
Signora degli incantesimi
Signora dell'anno nuovo
Signora del caldo e del fuoco
Signora del mare
Signora del mondo
Signora del pane
Signora del tuono
Signora del vento del nord
Signora dell'abbondanza
Signora dell'amore
Signora delle api
Signora della bellezza
Signora della birra
Signora della casa di fuoco
Signora della crescita e del declino
Signora dell'eternità
Signora della fiamma
Signora della gioia e dell'allegria
Signora della grande casa
Signora della guerra e regola
Signora della luce
Signora della tessitura
Signora della pace
Signora della parola del principio
Signora della piramide
Signora della terra
Signora della terra delle donne
Signora della terraferma
Signora della vita
Signora delle bocche dei mari e dei fiumi
Signora delle due terre
Signora delle messi verdi
Signora delle parole di potere
Signora di ogni paese
Signora di tutti gli elementi
Signora Iside
Signora ricca di nomi
Signora sempiterna di tutte le cose
Signora su un carro a forma di fuoco
Sophia - Iside come sapienza divina
Sothis - Iside dea della stella Sothis (Sirio) e dell' anno nuovo
Sovrana del mondo
Sposa di Dio
Sposa di Ra
Sposa del signore (Osiride)
Sposa del signore dell'abisso
Sposa del signore dell'inondazione (Osiride)
Trono - Iside colei che assegna il trono
Uadyet - Iside dea cobra
Una
Unica
Usert - Iside dea-terra, dispensatrice di vita
Urthekau - colei che è in magici incantesimi
Venerandum - Iside come ciò che deve essere adorato

Nomi di sacerdotesse, sacerdoti e devoti

Tramite scritti dell'epoca e iscrizioni templari e tombali sono giunti fino a noi alcuni nomi di
sacerdotesse, sacerdoti e devoti di Iside. Eccone un elenco:

Alexandra (f)
Anihia (f)
Anlonius (m)
Anuph (m)
Apollodorous (m)
Arsinoe (f)
Augusta (f)
Auguslus (m)
Calasiris (m)
Canlria (f)
Cleopatra (f)
Cultilia (f)
Cynihia (f)
Demetria (f)
Diodora (f)
Dionysia (f)
Dorion (m)
Dynamis (f)
Elpis (f)
Fabia (f)
Flavia (f)
Harpocras,
Harpocrates,
Harpocration (m)
Isadora - dono di Iside (f)
Isias (f)
Isidorus - dono di Iside (m)
Isidotus - dono di Iside, dato da Iside (m)
Isigenea (f) Ision (m)
Isocrales (m)
Italiana, Juliana(f)
Jason (m)
Klea (f)
Lucius (m)
Mithras (m)
Nicippe (f)
Paedusis - colei che insegna (f)
Paesi s (f)
Parthena (f)
Paul ina (f)
Petosiris - dono di Osiride (m)
Selene - la luna (f)
Serapion (m)
Tesenisis - figlia di Iside (f)
Tetratia (f)
Theopompis - signora della sacra
processione (f)
Tryphaena(f)

Rito di autonominazione

Come seguace di Iside, può capitarvi di sentire che il nome che vi è stato dato non è più adatto a
voi. Per quanto non sia indispensabile assumere un nuovo nome, può darsi che in questo periodo ne
riteniate più appropriato un altro. Nel corso della vostra vita spirituale, potete cambiarlo più di una
volta e per questo conviene servirsene solo nell'ambito dei vostri riti sacri anziché nella vita di ogni
giorno.
Riflettete attentamente sul vostro nuovo nome: potete magari combinarlo con una descrizione come
«sacerdotessa del faro di Pharia» oppure «Serapione, servo dì Serapide».
Preparatevi o acquistate una nuova veste rituale. Ponetevi davanti stro altare. Accendete candele o
lampade a olio e offrite incenso e fu

Santa Iside,
Tu dalla miriade di nomi,
Oggi sto davanti a te per dichiarare il mio nuovo nome.
Tu mi hai colmato di tanta gioia e ricchezza
Che il mio vecchio nome è consunto.
Io ti dichiaro che. venuto a te quale (vecchio nome)
sono adesso (nuovo nome},
Tuo servo.
Ammaestra me (nuovi) nome) alla tua maniera.
Fammi acquisire cognizione di tutti i tuoi santi nomi.
Multiforme,
Multinominata,
Grande Iside!

La settima ora del giorno


Il rito di mezzogiorno
LA sfera del sole è giunta allo zenii e pende sopra di noi, spandendo sulla lena la sua luce più
splendente. L'energia dei suoi raggi è al culmine e penetra nel suolo. È una nuova manifestazione
della luce diretta e persino eccessiva. A questo nuovo potere e a Iside in quanto sole viene offerto
un altro rito.
A mezzogiorno, al rito del risveglio che all'alba saluta la divinità viene aggiunta un'altra cerimonia
che celebra il passaggio del sole nel suo punto PIÙ alto. In ogni tempio, durante questa funzione, la
divinità adorata era generalmente identificata con il sole. Venivano fatte nuove offerte e si
compivano altri riti minori. Nei templi di Iside, a mezzogiorno si bruciava mirra.
Nella nostra cultura, la pausa per il pranzo coincide all'incirca con il momento in cui il sole
raggiunge lo zenit. Come nel caso del rito del mattino, siete voi a decidere quale momento preferite
per praticare questa cerimonia. Questo rito non era diffuso né ritenuto importante quanto quello del
mattino, quando il tempio o la persona, dopo che le mitologiche sfide della notte erano state
affrontate e superate, riprendevano coniatto con la dea. Il rito di mezzogiorno era meno solenne.
Durante il suo svolgimento si potevano presentare alta dea preghiere e richieste.
Come nel caso della colazione, potete santificare il vostro pranzo offrendolo, anche se siete
tìsicamente lontani dalla vostra zona templare. Approfittate dell'occasione per immaginare il vostro
tempio, quello di cui vi servite in casa oppure uno che siete in grado di rammentare o che avete
creato.
Questo rito, in primo luogo una celebrazione della divinità, può anche portare benefici alla salute di
chi lo compie. Molte persone, me compresa, soffrono per la mancanza di luce del sole. Questa
carenza può causare depressione e apatie e sembra essere la causa dell'alta percentuale di suicidi
registrata nei paesi nordici. La luce del sole svolge un'azione benefica anche per alcuni problemi di
vista.
Scegliete nel vostro ambiente di lavoro un luogo che vi sembri partico-larmente adatto e che possa
essere usato quale tempio fisico per questo rito. Saggi architetti contemporanei cominciano a
progettare spazi che favoriscono la contemplazione persino negli ambienti più mondani. In un
complesso alberghiero di San Diego ci sono torri a pianta esagonale che. quando il sole si trova
all'equinozio, hanno zone completamente inondale di luce esattamente come negli antichi templi.
Alcuni complessi per uffici hanno delle piscine illuminate e che possono essere luoghi di
meditazione.
Il rito di mezzogiorno offre una grande opportunità per riconoscere Iside come dea solare, un
aspetto un po' trascurato per via dei suoi forti poteri lunari. Riconoscere l'aspetto solare della dea
costituisce un passo importante per aumentare la propria consapevolezza e le proprie capacità,
soprattutto quando si ha a che fare con il mondo estremamente materialistico degli affari. Forse
anche voi trovate più interessanti gli aspetti lunari o oceanici di Iside e vi concentrate soprattutto su
questi, ma è importante sapere accettare anche i numerosi altri. Le principali vie di crescila
personale spesso sono quelle con cui abbiamo, per natura, poca familiarità o che ci creano disagio.
L'aspetto solare è una forma altamente concentrala dell'energia stellare, che ci giunge senza essere
filtrata dalle forze che sbarrano l'accesso allo spazio profondo. Questo aspetto solare costituisce un
punto di partenza per una più attenta esplorazione del ruolo di Iside quale dea cosmica che tutto
contiene, la cui influenza trascende di gran lunga la «piccola città» de! nostro sistema solare.

Iside e il dio solare Ra

Negli scritti più amichi non si trovano accenni a legami tra Iside e il dio solare Ra, in un periodo
successivo vengono considerati padre e figlia: rapporto questo che può essere stato istituito per dar
modo ai sacerdoti del dio solare di spiegare il persistente potere di Iside anche in tempi e luoghi in
cui il culto osiriaco era stato ridotto a una religione del mondo degli inferi e dei morti, mentre gli
dei solari regnavano nella luce del giorno e sulla terra. Iside passava liberamente dall'uno all'altro
mondo, assumendo in certi contesti la funzione di divina mediatrice tra le divinila terrene e co-
smiche.
Si riteneva che Ra si indebolisse con il passare delle ore del giorno e che nel ciclo pomeridiano
viaggiasse nella barca di Semket, la barca del-r«indebolimenlo». dopo il viaggio mattutino sulla
barca detta Matet ovvero «del rafforzamento».
Iside era fermamente decisa ad assicurarsi il potere sul sole a causa di un altro evento della sua
storia. Dopo la nascita di Horus la dea era vissuta da sola nelle paludi piene di papiri, andando
quotidianamente a mendicare cibo per sé e per suo figlio.
Un giorno, nelle ore più calde, trovò Horus, figlio orfano di Osiride. ucciso dal fratello di questi,
Seth. Horus giaceva a terra con la schiuma alle labbra, colpito da Seth sotto forma di scorpione.
Iside si affidò alla pieià di Ra, chiedendogli di fermare il sole nel suo corso altraverso i cicli per
darle il tempo di salvare il bambino con le sue arti magiche. Finalmente Ra si lasciò commuovere e
il sole si arrestò nel ciclo, mentre Thot, qui una forma di Ra, calava dal ciclo e insegnava a Iside un
potente incanlesimo con cui riportare il figlio in vita. Guarito Horus, il sole riprese il proprio corso.
Nel papiro di Torino è contenuta una curiosa descrizione del rapporto tra Iside e Ra. che in questa
versione è suo padre. È un racconto che risale al Nuovo Regno (1539-1075 a.C). e nel quale Ra
diviene vecchio e incompetente. Sbava, le sue azioni sono confuse, il cosmo e l'umanità sono
minacciati da rovina.
Isìde decide allora che non può permettere la distruzione dell'universo e che deve penante
procurarsi il nome segreto di Ra, la suprema parola di potere che le pennellerà di guarirlo e anche
di regnare, se necessario, al suo posto. E un racconto che può anche avere attinenza con atii di
suicidio o di assassinio rituali di faraoni divenuii incapaci di regnare.
Con il fango formalo con la saliva di Ra, Iside crea la figura di un cobra egiziano (Naya haye) e lo
pone sul cammino di Ra. perché soltanto qualcosa di creato dalla natura del dio solare avrebbe
avuto la capacità di fargli del male.
Aggirandosi per la terra, Ra passa vicino al serpente che lo morde, trafiggendogli la pelle e
iniettandogli il suo potente veleno.
Febbricitante e stordito, Ra soffre e Iside si offre di guarirlo a patto che le conceda il poiere dì farlo.
Dapprima Ra si rifiuta di rendere nolo il proprio nome segreto, ma alla fine cede, spinto dai dolori
che gli procura il veleno.
Iside lo guarisce con il suo nome e gli rida la salute, ma a questo punto il potere di Ra è condiviso
anche da lei. La dea è riuscita a rubare il fuoco dal ciclo con il nome del dio solare Ra,
riaffermando e incremen-lando il proprio potere divino. Si traila di un milo che, a prima vista, è di
difficile comprensione e che si presta a molte interpretazioni, compresa quella di un'allegoria
alchemica di cui tratteremo nel diciottesimo capitolo, «Iside e l'alchimia». In questa vicenda Iside,
che ne! mito egizio è sempre una dea benefica che risparmia alla sorella adultera la propria collera,
che all'ultimo momento salva la vita all'assassino Seth, che presiede alle nascite e alle guarigioni,
ricorre apparentemente al ricatto per acquistare potere.'
Contrariamente al normale concetto di divinità suprema. Ra è decrepito o incapace di assolvere ai
doveri divini. Il mito poteva avere senso se l'adorazione di Iside avesse soppiantato quella di Ra,
mentre invece i due culti vivevano conlemporaneameme. anche se quello di Iside in realtà aveva la
precedenza sul culto di Ra.
Arthur Verslouis. nel suo efficace libro Thè Egyptian Mysteries, propone un'interessante
spiegazione del mito e allo stesso tempo illumina la na-lura di Iside. A suo giudizio la senilità di Ra
è nuli'altro che una metafora del declino del culto tra una popolazione sempre più ignorante e
nell'ambito del sacerdozio. Incapace di un rapporto diretto con il Supremo, l'umanità autorizza Iside
ad agire quale divina mediatrice, riducendo il poiere di Ra. le cui azioni risultano talmente oscure
da sembrare quelle di un dio senile.-
Indubbiamente Iside svolse questo ruolo di mediatrice e salvairice in tempi successivi, e fu in tale
veste che divenne oggetto della più profonda devozione da parte delle masse: era Iside quella che
poteva modificare il fato e viaggiare tra i due mondi, quello dei morti e quello dei viventi.
Saluto del mezzogiorno

È un rito che va compiuto all'aperto o dove il sole sia visibile, approfittando dell'occasione per far
sì che la luce dell'astro sia assorbita dal proprio corpo. Se vi è impossibile esporvi al sole,
rilassatevi, respirate a fondo e cercate di rievocare il ricordo di uno splendido momento trascorso
sotto il sole e immaginatevi intenti a compiere il rito in quel luogo.
Se non riuscite a rammentare le parole del rituale o se esse vi sembrano prive di significato, creale
il vostro saluto o semplicemente rivolgetevi alla dea quale quella divina amica che è. Un'occhiaia al
sole e un «Salve Iside!» detto ad alta voce o mentalmente, costiluiscono una valida manifestazione
di questo rito.
Il fatto è che Iside non viene né sminuita né ingrandita dal compimento di questo o di ogni altro
rito. È la vostra percezione del divino a essere incrementata, la vostra capacità di capire
completamente le dimensioni spirituali dell'esistenza e di trasmettere tale capacità ed esperienza al
mondo in cui vivete.
Durante il rilo l'azione della luce del sole ha un effetto così forte sul terzo occhio, che può accadere
di dimenticare gli altri centri di energia del corpo. Datevi il tempo di piantare fermamente i piedi
sulla terra (o sul pavimento) e respirate a fondo, sentendo l'energia contenuta nell'ossigeno
penetrare in ogni cellula del vostro corpo. Dedicate particolare attenzione al flusso di energia nella
regione cardiaca.
Gli egiziani amavano la settima ora del giorno, quella meridiana, «l'ora dell'espansione del cuore»,
che si protende verso Horus. Lasciate che il calore e la luce che penetrano nel vostro corpo
risveglino il sentimento di amore divino.

Salve Iside
Signora velata dal mantello del sole
II cui calore fa crescere l'erba verde
La cui luce illumina la terra
Facci vivere nella luminosità
Signora del fuoco e della luce!

Saluto alternativo

Dalla terra del mattino io


saluto te Iside Ti ringrazio per la tua guida
durante le ore tra la none e il mezzogiorno
Benvenuta nel più dolce ciclo del pomeriggio
Volgi lo sguardo alla tregua del crepuscolo
e della sera.

Saluto dell'eclissi solare

Le eclissi possono essere momenti di grande chiarezza per questioni che ci appaiono confuse, dal
momento che le influenze alle quali siamo abituati vengono all'improvviso rimosse o trasformate e
oggetti e situazioni quotidiane possono apparire in una luce davvero «nuova» anche se temporanea.
Nefti. una dea del crepuscolo e gemella di Iside. è legata anche con le energie delle eclissi sia solari
sia lunari, momenti di crepuscolariià «innaturale» che sono sotto la sua influenza. Per brevi istanti
si può assistere a una eclissi solare parziale o persino totale. In tal caso, potete far ricorso al
seguente saluto speciale dell'eclisse. Se preferite concentrarvi soltanto sulle energie di iside,
sostituite il suo nome a quello di Nefti.
Salve Nefti
La luna e il sole sono
tutt'uno. Signora del luminoso
crescente e del cerchio
scuro Signora della notte nascosta
dalla luce Moltiplica i miei occhi in
modo che io ti possa
vedere in tutte le tue forme.

La meditazione del sole: salendo sulla barca di Ra

Iside è una dea solare, un veicolo del potere dell'astro o uno specchio della luce del sole. Iside è
«luce», «ancora splendore», quella che attenua
Nefii. gemella di Iside, dea liei crepuscolo, asso-naia anche con le energie dette eclissi.
la tenebra tra stati di morte e di vita. Tside è calore e luce combinati con l'umidità, le condizioni
ideali per la vita e la crescita.
Il velo della luna e dell'acqua celano un infocato cuore solare, che a sua volta cela il buio sipario
che finalmente si apre a rivelare il sole-dietro-il sole, la stella Sirio.
Sirìo nasconde con se stesso e rivela con le sue perturbazioni la sua buia stella gemella, un sole
nero. Così, i veli della dea si aprono e turbinano: Iside danza di fronte a noi, e ogni velo della
rivelazione può chiudersi a nascondere o aprirsi a rivelare, ogni sprazzo di cambiamento un'altra il-
luim'nazione del ciclo dell'iniziazione, un altro giro nel labirinto.
L'iniziazione solare di Iside può essere una delle più soddisfacenti perché è legala agli aspetti
razionali della mente, le facoltà quotidiane che ci sono familiari e che pertanto diamo per scontale.
Quando questo accade, si ha chiarezza e assenza di dubbio che non si dilegua nella luce del
mattino, anzi è essa stessa la luce del mattino.
L'iniziazione solare conferisce dinamismo intcriore ed esteriore, in fasi di potere alternanti. Spesso
si hanno concreti benefici materiali perché l'individuo è finalmente in grado di integrare gli aspetti
lunari, intuitivi della personalità, con quelli solari, razionali.
L'iniziazione solare non dì rado coinvolge anche un membro del sesso opposto. Può essere
un'unione romantica, ma anche l'unione del maestro con l'allievo o dell'amico con l'amico.
Nella ricerca di una conoscenza solare di Iside. è utile compiere regolarmente il rito di mezzogiorno
e meditare sul sole nelle sue varie fasi durante i riti quotidiani. Prendete nota dei punti in cui il sole
sorge e tramonta. Collocale nel vostro giardino una meridiana. Preparatevi infusi solari, caricate
cristalli con energia solare. Meditate sugli aspetti posiiivi e negativi dell'energia nucleare.
Rendetevi conto che il sole alimenta se stesso mediante fusione nucleare che combina all'infinito gli
elementi. Fate esperimenti. Giocate con un prisma e illuminate una zona buia servendovi di specchi
con cui riflettere la luce del sole.

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