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Elettromagnetismo

Prof. Francesco Ragusa


Università degli Studi di Milano

Lezione n. 43 – 27.05.2021

Dipolo oscillante
Radiazione di una carica in moto
Casi dell'accelerazione parallela e
perpendicolare alla velocità

Anno Accademico 2020/2021


Campi di Liénard-Wiechert
• Le formule per i potenziali trovate sono semplici solo apparentemente
• Per passare ai campi E e B bisogna eseguire le derivate prestando molta
attenzione alle quantità "ritardate"
• Un calcolo dettagliato è fatto nel Griffiths† ( § 10.3.2 )
r0 (t )
• Ricordiamo le definizioni della geometria ˆ(t )
n
nˆ(tr )
R(t ) = r − r0 (t ) = R(t )n
ˆ(t ) r0 (tr ) R(t )
R(tr ) r,t punto di
tr = t − origine R(t r ) osservazione
c
• Il risultato per il campo elettrico è
q ⎡ (1 − β 2 )(n
ˆ − β) n ˆ − β) × β) ⎤
ˆ × ((n
E(r, t ) = ⎢ + ⎥
4πε0 ⎢⎣ gR3 2 3
cg R ⎥⎦
ret
• Il risultato per il campo magnetico è g(t ) = 1 − β(t ) ⋅ n
ˆ(t )
1 dentro le parentesi [ ] tutto
B(r, t ) = n(
ˆ tr ) × E(r, t )
c è calcolato al tempo tr
• †Vedi Griffiths D. Introduction to Electrodynamics 3° ed. Prentice Hall 1999
• Vedi anche Zangwill A. – Modern Electrodynamics CUP 2012 p. 875

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 487


Campi di Liénard-Wiechert
• Esaminiamo più attentamente il campo elettrico
q ⎡ (1 − β 2 )(n
ˆ − β) n ˆ − β) × β) ⎤
ˆ × ((n
E(r, t ) = ⎢ + ⎥
4πε0 ⎢⎣ gR3 2 3
cg R ⎥⎦
ret

• Il campo risulta da due contributi diversi E = Ev + Ea


• Il primo termine Ev è chiamato campo di velocità
• Questo termine varia come 1/R2
• Il secondo termine Ea è chiamato campo di accelerazione
• Questo termine varia come 1/R
• Anche il corrispondente Ba varia come 1/R
1
B(r, t ) = ˆ tr ) × E(r, t )
n(
c
• Il vettore di Poynting dei campi di accelerazione varia come 1/R2
• Il flusso di energia attraverso una superficie di raggio R è costante
• Il campo di accelerazione è la radiazione che viaggia
• Ritorneremo più avanti sul problema della radiazione da parte di una carica di
cui si conosce la legge del moto r0(t)
• Per comprendere meglio le formule calcoliamo i campi di una carica in moto
rettilineo uniforme r0(t) = vt

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 488


Campo di una carica con v costante
• Specializziamo la formula al caso di una carica in moto rettilineo uniforme
• Abbiamo già analizzato questo problema con altri metodi (vedi 145842 )

• Se la carica non accelera il campo di accelerazione è nullo Ea = 0


q ⎡ 1 (1 − β 2 )(nˆ − β) ⎤
E(r, t ) = E v = ⎢ ⎥
4πε0 ⎢⎣ (1 − n
ˆ ⋅ β)3
R 2 ⎥⎦
ret
• L'obbiettivo è esprimere la formula in funzione di t eliminando tr
• Consideriamo la traiettoria della particella in moto
• Consideriamo un punto di osservazione (r,t)
• Al tempo t la posizione della particella è r0(t) = vt
• Al tempo tr la particella è nella posizione r0(tr) = vtr
• Il tempo ritardato tr è la soluzione dell'equazione
r − r0 (tr ) R(t r ) R(tr )
tr = t − =t− t − tr = v(t − t r ) = βR(tr )
c c c (r, t )
• Abbiamo pertanto ˆ(t r )
R(tr )n
Δs = v(t − tr ) = βR(tr ) ˆ(t )
R(t )n
• Rappresentiamo i vettori
ˆ(tr ) = Δs + R(t )n
R(tr )n ˆ(t ) r0 (tr ) Δs r0 (t )

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 489


Campo di una carica con v costante
• Otteniamo pertanto
ˆ(tr ) = Δs + R(t )n
R(tr )n ˆ(t ) ˆ(tr ) = βR(tr ) + R(t )n
R(tr )n ˆ(t )
ˆ(t )
R(t )n q ⎡ 1 (1 − β 2 )(nˆ − β) ⎤
n(tr ) − β =
ˆ E(r, t ) = ⎢ ⎥
R(tr ) 4πε0 ⎢⎣ (1 − n
ˆ ⋅ β)3
R 2 ⎥⎦
ret

• Useremo questa relazione per sviluppare il numeratore del campo


• Consideriamo ancora il grafico g(t ) = 1 − β(t ) ⋅ n
ˆ(t )
• Calcoliamo la proiezione AB di Δs su AC
C (r, t )
AB = Δs ⋅ n
ˆ(tr ) = R(tr )β ⋅ n
ˆ(t r ) ˆ(tr )
R(t r )n
• Inoltre B ˆ(t )
R(t )n
BC = R(tr ) − R(tr )β ⋅ n
ˆ(tr ) A α D θ
= R(tr )[1 − β ⋅ n
ˆ(tr )] = R(tr )g(tr ) r0 (tr ) r0 (t )
• Consideriamo i triangoli rettangoli BCD e BDA Δs = βR(t r )
BD = AD sin α = Δs sin α = βR(tr )sin α
BD 2 BC 2 DC 2
β 2R 2 (tr )sin 2 α + R 2 (tr )g 2 (tr ) = R (t )
2
AC DC
R(tr )sin α = R(t )sin θ β 2R 2 (t )sin 2 θ + R 2 (tr )g 2 (tr ) = R 2 (t )
Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 490
Campo di una carica con v costante
q ⎡ 1 (1 − β 2 )(nˆ − β) ⎤
β 2R 2 (t )sin 2 θ + R 2 (tr )g 2 (tr ) = R 2 (t ) E(r, t ) = ⎢ ⎥
4 πε0 ⎢⎣ (1 − n
ˆ ⋅ β)3
R 2 ⎥⎦
• Otteniamo ret

g 2 (tr )R 2 (tr ) = R 2 (1 − β 2 sin 2 θ) g(tr ) = [1 − β ⋅ n


ˆ(t r )]
• Pertanto ricordiamo
ˆ(t )
R(t )n
g (tr )R (tr ) = R (t )(1 − β sin θ)
3 3 3 2 2 3/2 ˆ(tr ) − β =
n
R(tr )
• Inseriamo nell'espressione del campo
q ⎡ 1 (1 − β 2 )(nˆ − β) ⎤
E(r, t ) = ⎢ ⎥
4 πε0 ⎢⎣ (1 − n
ˆ ⋅ β)3
R 2 ⎥⎦
ret

q 1 (1 − β 2 )R(t )
E(r, t ) =
4πε0 (1 − n
ˆ(t r ) ⋅ β)3 R 3 (t r )
q (1 − β 2 )R(t )
E(r, t ) = Identico al risultato
4 πε0 (1 − β 2 sin 2 θ)3/2 R 3 (t ) ottenuto in 155
853

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Potenziali di una carica con v costante
(r, t )
• Calcoliamo adesso i potenziali di una carica che ˆ(t r )
R(tr )n
si muove con velocità v costante ˆ(t )
R(t )n
• Ricordiamo θ
R(t ) = r − r0 (t ) = R(t )n ˆ(t ) r0 (t ) = vt
r0 (tr ) β r0 (t )
R(tr )
R(t ) = r − vt tr = t −
c
g(t ) = 1 − β(t ) ⋅ n
ˆ(t ) g (tr )R 3 (tr ) = R 3 (t )(1 − β 2 sin2 θ)3/2
3

g(tr )R(tr ) = R(t )(1 − β 2 sin2 θ)1/2


• Per il potenziale φ(r,t)
q 1 1 q 1 1
φ(r, t ) = =
4 πε0 r − r0 (tr ) 1 − β(tr ) ⋅ n
ˆ(tr ) 4 πε0 (1 − β 2 sin 2 θ)1/2 R(t )

• Per il potenziale A(r,t)


R(tr ) g(tr )
v(tr ) = v
qv(tr ) 1 1 qv 1 1
A(r, t ) = =
4 πε0 r − r0 (tr ) 1 − β(tr ) ⋅ n
ˆ(tr ) 4 πε0 (1 − β 2 sin 2 θ)1/2 R(t )
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Quantità di moto
• Un altro esempio sulla quantità di moto, apparente paradosso y′
• Consideriamo due sistemi di riferimento Σ e Σ′ y
r′
• Σ′ si muove da destra verso sinistra con velocita v′ −v ′ v′
• Supponiamo che nel sistema Σ′ due cariche q1 e q2 si q1 q2
muovano con velocità opposte con lo stesso modulo v′ v
• Naturalmente nel sistema Σ la carica q1 è ferma v=0
mentre la carica q2 si muove con una velocità v Σ′ x′
• Osserviamo innanzitutto che in entrambi i sistemi x
l'interazione fra le due cariche è solo elettrica Σ
• Infatti il campo magnetico nella posizione delle cariche è nullo
1
B= v×E se v ed E sono paralleli segue che B = 0
2
c v′
• Il campo elettrico generato dalle due cariche è sin θ ′ = 0 β′ =
1 q1,2 1 − β ′2 1 q1,2 c
E1,2 =
4πε0 r ′2 1 − β ′2 sin2 θ ′ 23
=
4 πε0 r ′2
( 1 − β ′2 )
( )
• Nel sistema Σ′ su ciascuna carica agisce la forza
1 q1q 2
F1,2 = ±
4 πε0 r ′2
( 1 − β ′2 ) ˆex ′
• Le due forze soddisfano la terza legge di Newton

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Quantità di moto
• Analizziamo adesso il fenomeno nel sistema Σ y′
y
• Nella posizione della carica q1 il campo elettrico è r′
−v ′ v′
1 q2 1 q1q 2
E1 = −
4πε0 r 2
( 1 − β 2 ) ˆex F12 = −
4 πε0 r 2
( 1 − β 2 ) ˆex q1 q2
r
• Nella posizione della carica q2 il campo è elettrico è v
1 q1 1 q1q 2 v=0
E2 = ˆe F21 = ˆe Σ′ x′
4πε0 r 2 x 4πε0 r 2 x x
• Osserviamo che le due forze agiscono sulla congiungente Σ
ma hanno moduli diversi
• La terza legge di Newton non è soddisfatta
• Ancora una volta la soluzione si trova attribuendo quantità di moto al campo
• Si dimostra che la quantità di moto del campo è
μ0 q 2v 1 q 2v
pEM = qA A ( x , 0, 0, t ) = ˆex = ˆe
4π r + vt 2 r + vt x
4 πε0c
• Si può verificare che l'equilibrio delle forze è t =0

dp dpEM dA 1 q1q 2v 2 1 q1q 2β 2


F12 + F21 = − EM = q2 =− ˆex = − ˆex
dt dt dt 2
4πε0c ( r + vt ) 2 4πε0 r 2

• Sommiamo F12 e F21 1 q1q 2β 2


F12 + F21 = ˆex
Jefimenko O. – European Journal of Physics 20 (1999) p. 39 4πε0 r 2

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Terza legge di Newton
• Il paradosso dell'apparente violazione della terza legge y
di Newton† può essere risolto nel modo seguente q1 d q2
v F
• Abbiamo una carica q1 ferma, supponiamo a r1 = 0 2
v=0
• Una carica q2 che si muove con velocità v verso destra x
• La sua posizione è r2(t) = vt = d
• La carica q1 genera il potenziale φ1(r) indipendente dal tempo
q1 1
φ1 (r) =
4πε0 (x 2 + y 2 + z 2 )1/2
• La carica q2 genera i potenziali φ2(r,t), A(r,t)
q2 1 1
φ2 (r, t ) =
4 πε0 (1 − β 2 sin 2 θ)1/2 ((x − vt )2 + y 2 + z 2 )1/2
qv 1 1
A(r, t ) = 2
4 πε0 (1 − β 2 sin 2 θ)1/2 ((x − vt )2 + y 2 + z 2 )1/2
• Calcoliamo la forza F2 esercitata da q1 su q2: F2 = q2E1(r2)
• Il campo E1 è un campo elettrostatico
q1q 2 ˆer q1q 2 ˆex
F2 = q 2 E1 (r2 ) = −q 2∇φ1 = =
4 πε0 r 2
4 πε0 d 2
• †Vedi Zangwill A. – Modern Electrodynamics CUP 2012 p. 511

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Terza legge di Newton
• Calcoliamo la forza F1 sulla carica q1 y
• È generata dalla carica q2 in movimento q1 d q2
v
∂A v=0
F1 = q1 E2 (r1 ) = −q1∇φ2 − q1 x
∂t
• Calcoliamo il gradiente di φ2
q2 1 1
φ2 (r, t ) = ≡ f1 (r)f2 (r)
4πε0 (1 − β sin θ) ((x − vt ) + y + z )
2 2 1/2 2 2 2 1/2

• Osserviamo preliminarmente che il calcolo finale andrà fatto per r = 0

∇φ2 (r, t ) = f2 (r)∇f1 (r) + f1 (r)∇f2 (r)


• Si verifica facilmente che

∇f1 (r) r = 0 = 0 f1 (0) = 1


• Otteniamo pertanto
q1q 2 (x − vt )ˆex + yˆey + zˆez q1q 2 ˆex
F1 = −q1∇φ2 = =−
4 πε0 ⎡ (x − vt )2 + y 2 + z 2 ⎤ 2 4πε0 v 2t 2
r=0 3

⎣ ⎦ r=0
• Osserviamo che il modulo di questo contributo a F1 è uguale a quello di F2

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Terza legge di Newton
• Riassumendo
q1q 2 ˆex q1q 2 ˆex ∂A ∂A
F2 = F1 = − − q 1
F1 + F2 = −q1
4 πε0 d 2 4 πε0 v 2t 2 ∂t ∂t
• La terza legge di Newton sembra violata
• Alla forza corrisponde una variazione di quantità di moto
d
F1 + F2 = pmech
dt
• Concludiamo che per ripristinare la terza legge di Newton (e con essa la
conservazione della quantità di moto) dobbiamo ipotizzare l'esistenza di una
ulteriore quantità di moto pEM tale che
d d d ∂A
(pmech + pEM ) = 0 pEM = − pmech = q1
dt dt dt ∂t
• E infine
pEM = q1A
1
• A questo stesso risultato si può giungere a partire dalla definizione† g= S
• Nel sistema di riferimento in cui una delle cariche è a riposo, c
utilizzando il gauge di Coulomb e integrando su tutto lo spazio
• †Vedi Zangwill A. – Modern Electrodynamics CUP 2012, §15.5.3, p. 514

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Radiazione
• Quando una carica subisce un'accelerazione si genera una perturbazione
elettromagnetica che si disaccoppia dalle sorgenti che l'hanno generata
• La perturbazione generata viaggia allontanandosi dalla sorgente
• Trasporta energia e quantità di moto
• La potenza (Joule al secondo) della radiazione, al tempo t, è data dal
flusso del vettore di Poynting attraverso (ad esempio) la superficie A di
una sfera di raggio r (con r molto grande)
1 1
S=
μ0
E×B P ( r, t ) =
μ0 ∫ ( E × B ) ⋅ da
A

• La potenza al tempo t deve essere uguale alla potenza emessa dalla sorgente
al tempo precedente t0 = t – r/c
• Abbiamo pertanto
⎛ r ⎞⎟ Il limite per r → ∞ deve essere uguale
( ) ( ) ⎜
Psource t0 = P r , t = P ⎜ r , t0 + ⎟⎟ a P (t ) e quindi indipendente da r
⎜⎝ c⎠ source 0
• Pertanto il flusso del vettore di Poynting non deve dipendere da r
• Il flusso del vettore di Poynting su una sfera di raggio r vale circa
1 1
P =
μ0 ∫A
( E × B ) ⋅ da ∼ S 4πr 2 P = cost S rad ∼ 2
r
Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 498
Radiazione
• Il ragionamento precedente ci dice che i campi statici o quasi statici 1
che conosciamo non possono essere campi di radiazione S rad ∼
• Ad esempio, per un campo statico r2
1 1 1
E ∼ B ∼ S ∼
r2 r2 r4
• I campi derivati dai potenziali ritardati hanno dei termini che dipendono
dalla derivata rispetto al tempo delle sorgenti e che variano come 1/r
• Ad esempio consideriamo il campo elettrico (vedi diapositiva 487
1429 )
q ⎡ (1 − β 2 )(n
ˆ − β) n ˆ − β) × β) ⎤
ˆ × ((n
E(r, t ) = ⎢ + ⎥ r0 (t )
4 πε0 ⎢⎣ gR3 2 3
cg R ⎥⎦
ret
ˆ(t )
n

1 R(t )
B= n ˆ(tr ) × E R(t ) = r − r0 (t ) = R(t )n
ˆ(t ) r punto di
c origine osservazione
• Contiene termini che hanno la dipendenza da 1/r corretta
• Per studiare la radiazione pertanto occorre
• Studiare la soluzione per i campi a grande distanza dalla sorgente
• Trascurare i termini che vanno a zero all'infinito più velocemente di 1/r
• Questi termini si annullano per grandi distanze
• In particolare diventa nullo il flusso di energia attraverso una superficie

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Radiazione di dipolo elettrico
• Consideriamo un sistema composto da due piccole sfere collegate da un cavo
collegato ad un generatore di corrente. Il sistema è orientato lungo l'asse z
• Al tempo t le due sfere hanno carica
+q ( t )
±q ( t ) = ±q 0 cos ωt è un dipolo p ( t ) = p0 ˆez cos ωt
∼ d p0 = q 0d
• Il generatore fornisce pertanto una corrente
dq
I = = −q 0 ω sin ωt Idl ≡ Iˆezdz . −q ( t )
dt
• Calcoliamo il potenziale ritardato dovuto alle due cariche (v. diapositiva 469
1096 )

1 ρ ( r′, tr ) r − r′
φ ( r, t ) =
4πε0 ∫ V r − r′
dV ′ tr = t −
c
• Matematicamente la densità di carica è data da
⎛ d ⎞⎟ ⎛ d ⎞⎟
⎜ ⎜
ρ ( x , y, z , t ) = q ( t ) δ ⎜ r − ˆez ⎟⎟ − q ( t ) δ ⎜ r + ˆez ⎟⎟
⎜⎝ 2⎠ ⎜⎝ 2⎠
• Inseriamo nella formula del potenziale

⎢ ( r) (
1 ⎡ q t δ r ′ − ˆezd / 2 ) q ( tr ) δ ( r ′ + ˆezd / 2 ) ⎤
φ ( r, t ) =
4πε0 ∫ V

⎢⎣ r − r′

r − r′
⎥ dV ′

⎥⎦
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Radiazione di dipolo elettrico
1 ⎡ q ( tr ) δ ( r ′ − ˆezd / 2 ) q ( tr ) δ ( r ′ + ˆezd / 2 ) ⎤ r − r′
φ ( r, t ) =
4πε0 ∫
V


⎣⎢ r − r ′

r − r ′

⎦⎥

⎥ dV tr = t − c

• L'integrale è molto semplice per la presenza della funzione δ


d d
r ′ → ±ˆez r − r ′ → r± = r ∓ ˆez = r 2 + d 2 / 4 ∓ rd cos θ
2 2
• Otteniamo
q 0 ⎡⎢ cos ⎡⎣ ω ( t − r+ / c ) ⎤⎦ cos ⎡⎣ ω ( t − r− / c ) ⎤⎦ ⎤⎥
φ ( r, t ) = −
4πε0 ⎢⎢⎣ r+ r− ⎥
⎥⎦
• Fino a questo punto il calcolo è stato esatto
• Applichiamo adesso tre approssimazioni
• La prima che la dimensione del dipolo oscillante sia molto piccola d  r
⎛ d ⎞⎟ 1 1 ⎛⎜ d ⎟⎞

r± ≈ r ⎜ 1 ∓ cos θ ⎟ ≈ ⎜ 1 ± cos θ ⎟
⎝⎜ 2r ⎟⎠ r± r ⎜⎝ 2r ⎟⎠
⎡ ⎛ r± ⎟⎞⎤ ⎡ ⎛ r d cos θ ⎞⎤⎟ ⎡ ⎛ r ⎞⎟ ωd cos θ ⎤
⎜ ⎜
cos ⎢ ω ⎜ t − ⎟⎟ ⎥ ≈ cos ⎢ ω ⎜ t − ± ⎜
⎟ ⎥ = cos ⎢ ω ⎜ t − ⎟⎟ ± ⎥
⎢⎣ ⎝⎜ c ⎠⎟ ⎦⎥ ⎢⎣ ⎝⎜ c 2c ⎠⎟ ⎥⎦ ⎢⎣ ⎜⎝ c⎠ 2c ⎥⎦
⎛ r⎞ ωd cos θ ⎛ r⎞ ωd cos θ
= cos ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ cos ∓ sin ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ sin
⎜⎝ c⎠ 2c ⎜⎝ c⎠ 2c
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Radiazione di dipolo elettrico
⎡ ⎛ r± ⎟⎞⎤ ⎛ r⎞ ωd cos θ ⎛ r⎞ ωd cos θ
cos ⎢ ω ⎜ t − ⎟⎟ ⎥ = cos ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ cos
⎜ ∓ sin ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ sin
⎣⎢ ⎝⎜ c ⎠⎟ ⎦⎥ ⎝⎜ c⎠ 2c ⎜⎝ c⎠ 2c
• La seconda approssimazione assume che il dipolo sia piccolo rispetto alla
lunghezza d'onda della radiazione: d  λ
2πc 2πc ωd ωd cos θ ωd cos θ ωd cos θ
λ= d π cos ≈1 sin ≈
ω ω 2c 2c 2c 2c
• Inseriamo nell'equazione del termine oscillante
⎡ ⎛ r± ⎟⎞⎤ ⎛ r ⎟⎞ ωd cos θ ⎛ r ⎟⎞
⎢ ⎜ ⎥ ⎜
cos ω ⎜ t − ⎟⎟ ≈ cos ω ⎜ t − ⎟⎟ ∓ ⎜
sin ω ⎜ t − ⎟⎟
⎢⎣ ⎜⎝ c ⎟⎠ ⎥⎦ ⎜⎝ c⎠ 2c ⎜⎝ c⎠
• Ritorniamo all'espressione del potenziale

q ⎡ cos ⎡ ω ( t − r+ / c ) ⎤ cos ⎡ ω ( t − r− / c ) ⎤ ⎤ 1 1 ⎛⎜ d ⎞⎟
φ ( r, t ) = 0 ⎢ ⎣ ⎦− ⎣ ⎦⎥ ≈ ⎜ 1 ± cos θ ⎟⎟
4πε0 ⎢ r+ r− ⎥ r± r ⎜⎝ 2r ⎠
⎢⎣ ⎥⎦

q0 ⎡ ⎛ d ⎞ ⎛ d ⎞⎤
φ ( r, t ) = ⎢ cos ⎡ ω ( t − r+ / c ) ⎤ ⎜⎜ 1 + cos θ ⎟⎟⎟ − cos ⎡ ω ( t − r− / c ) ⎤ ⎜⎜ 1 − cos θ ⎟⎟⎟ ⎥
4πε0r ⎢⎣ ⎣ ⎦ ⎜⎝ 2r ⎠ ⎣ ⎦ ⎜⎝ 2r ⎠ ⎥⎦

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Radiazione di dipolo elettrico
• Riassumiamo i risultati ottenuti
q0 ⎡ ⎛ d ⎞ ⎛ d ⎞⎤
φ ( r, t ) = ⎢ cos ⎡ ω ( t − r+/c ) ⎤ ⎜⎜ 1 + cos θ ⎟⎟⎟ − cos ⎡ ω ( t − r−/c ) ⎤ ⎜⎜ 1 − cos θ ⎟⎟⎟ ⎥
4πε0r⎢⎣ ⎣ ⎦ ⎜⎝ 2r ⎠ ⎣ ⎦ ⎝⎜ 2r ⎠ ⎥⎦
⎡ ⎛ r ⎞⎤ ⎛ r ⎞ ωd cos θ ⎛ r⎞
cos ⎢ ω ⎜⎜ t − ± ⎟⎟⎟ ⎥ ≈ cos ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ ∓ sin ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟
⎣⎢ ⎜⎝ c ⎟⎠ ⎥⎦ ⎜⎝ c⎠ 2c ⎜⎝ c⎠
• Introduciamo le approssimazioni nella formula di φ
⎡ ⎡ ⎛ r ⎞ ωd cos θ ⎛ r ⎞⎤ ⎛ d ⎞⎤
⎢ + ⎢ cos ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ − sin ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ ⎥ ⎜⎜ 1 + cos θ ⎟⎟⎟ ⎥
q 0 ⎢ ⎢⎣ ⎜⎝ c⎠ 2c ⎜⎝ c ⎠ ⎥⎦ ⎜⎝ 2r ⎠⎥
φ ( r, t ) = ⎢ ⎥
4πε0r ⎢ ⎡ ⎛ r ⎞ ωd cos θ ⎛ r ⎞⎤ ⎛ d ⎞ ⎥
⎢ − ⎢ cos ω ⎜⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ + sin ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ ⎥ ⎜⎜ 1 − cos θ ⎟⎟⎟ ⎥
⎜⎝
⎢⎣ ⎢⎣ ⎝ c⎠ 2c c ⎠ ⎥⎦ ⎜⎝ 2r ⎠ ⎥⎦
• Semplificando
q0 ⎡ ωd cos θ ⎛ r ⎞ d cos θ ⎛ r ⎞⎤
φ ( r, t ) = ⎢− sin ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ + cos ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ ⎥
4πε0r ⎢⎣ c ⎜⎝ c⎠ r ⎜⎝ c ⎠ ⎥⎦
q 0d cos θ ⎡ ω ⎛
⎜ r ⎞⎟ 1 ⎜
⎛ r ⎟⎞⎤
φ ( r, t ) = ⎢ − sin ω ⎜ t − ⎟⎟ + cos ω ⎜ t − ⎟⎟ ⎥
4πε0r ⎣ c⎢ ⎝⎜ c⎠ r ⎜⎝ c ⎠ ⎥⎦
• Il primo termine varia come 1/r, come atteso per la radiazione

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Radiazione di dipolo elettrico
q 0d cos θ ⎡ ω ⎛ r⎞ 1 ⎛ r ⎞⎤
φ ( r, t ) = ⎢ − sin ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ + cos ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟ ⎥ q 0d = p0
4πε0r ⎢⎣ c ⎜⎝ c⎠ r ⎝⎜ c ⎠ ⎥⎦
• Applichiamo adesso la terza approssimazione
• La distanza dal dipolo è molto maggiore della lunghezza d'onda
2πc 1 ω ω
λ= r < Il secondo termine è trascurabile
ω r 2πc c
• In conclusione il potenziale scalare è
p0ω cos θ ⎛ r⎞
φ ( r, t ) = − sin ω ⎜⎜ t − ⎟⎟⎟
4πε0rc ⎜⎝ c⎠
• Riassumiamo le approssimazioni usate: d  λ  r
• Calcoliamo adesso il potenziale vettore
d z d
μ J ( r′, tr ) μ +
dz +
∫ ∫ ∫ J ( r′, t )da ′
2
A ( r, t ) = 0 dV ′ = 0 2
4π V r − r′ 4π −
d r − r′ S
r
y
2
d x
μ +
I ( tr ) ˆezdz ′ d
A ( r, t ) = 0

2 −
2
4π −
d r − z ′ˆez
2

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 504


Radiazione di dipolo elettrico
d
μ +
I ( tr ) ˆezdz ′
A ( r, t ) = 0

2

4π −
d r − z ′ˆez
2
• Applichiamo le approssimazioni
• La dimensione del dipolo molto minore della distanza d  r

z ′2 z′ z′
r − z ′ˆez = r 1 + 2 − 2 cos θ ≈ r (1 − cos θ)
r r r
• La corrente del dipolo è (vedi diapositiva 500
1100 )

I ( tr ) = −q 0ω sin ω ( t − r − r′ / c ) ≈ −q 0ω sin ⎡⎣ ω ( t − r / c ) + z ′ω cos θ / c ⎤⎦


• Assumiamo che |z′|<d sia molto minore della lunghezza d'onda λ
2πc 2πc ωd Si può verificare che l'ultimo
λ= d 2π
ω ω c termine è trascurabile

• Otteniamo I ( tr ) ≈ −q 0ω sin ω ( t − r / c )
d
+
μ ωq μ0 ωq 0d
A ( r, t ) = − 0 0 ˆez sin ω ( t − r / c )

2
dz ′ A ( r, t ) = − ˆez sin ω ( t − r / c )
4 πr −
d
4 πr
2

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 505


Radiazione di dipolo elettrico
• In previsione della derivazione dei campi E e B esprimiamo A in coordinate
sferiche ˆer = sin θ cos φˆex + sin θ sin φˆey + cos θˆez
• Ricordiamo che ˆeθ = cos θ cos φˆex + cos θ sin φˆey − sin θˆez
ˆez = ˆer cos θ − ˆeθ sin θ ˆeφ = − sin φˆex + cos φˆez

• I potenziali sono pertanto (usiamo V invece di φ per evitare confusione)


p0ω cos θ ⎛ r ⎞⎟
V ( r , θ, t ) = − ⎜
sin ω ⎜ t − ⎟
4πε0rc ⎜⎝ c ⎟⎠
μ0 p0 ω
A ( r , θ, t ) = − ( ˆer cos θ − ˆeθ sin θ ) sin ω ( t − r / c )
4πr
∂V 1 ∂V 1 ∂V
• Calcoliamo il gradiente di V ∇V = ˆer + ˆeθ + ˆeφ
∂r r ∂θ r sin θ ∂φ
p0 ω ⎧⎪⎪ ⎡ 1 ω ⎤ sin θ ⎫⎪⎪
=− ⎨ ˆer cos θ − 2 sin ω ( t − r / c ) − cos ω ( t − r / c ) − ˆeθ 2 sin ω ( t − r / c ) ⎬
⎢ ⎥
4πε0c ⎪⎩⎪ ⎢⎣ r rc ⎥⎦ r ⎪⎭⎪

• Trascuriamo i termini 1/r2 rispetto p0 ω 2 cos θ


a ω/rc (approssimazione tre) ∇V = ˆer cos ω ( t − r / c )
4 πε0c r
2

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 506


Radiazione di dipolo elettrico
p0 ω 2 cos θ 1
∇V = ˆer cos ω ( t − r / c ) = μ0
4 πε0c 2
r ε0c 2
• Inoltre
∂ μ0 p0 ω 2
A ( r , θ, t ) = − ( ˆer cos θ − ˆeθ sin θ ) cos ω ( t − r / c )
∂t 4πr
∂A
• Otteniamo infine il campo elettrico di radiazione E rad = −∇V −
∂t
μ p ω cos θ
2
μpω 2
=− 0 0 ˆer cos ω ( t − r / c ) + 0 0 ( ˆer cos θ − ˆeθ sin θ ) cos ω ( t − r / c )
4π r 4 πr
μ0 p0 ω 2 sin θ
Erad ( r , θ, t ) = −ˆeθ cos ω ( t − r / c )
4π r

• Per il campo magnetico B = ∇ × A

1 ⎡⎢ ∂ ( sin θAφ ) ∂Aθ ⎥ ˆe + 1 ⎢ 1 ∂Ar − ( φ ) ⎥ ˆe + 1 ⎢ ( θ ) − ∂Ar


⎤ ⎡ ∂ rA ⎤ ⎡ ∂ rA ⎤
⎥ ˆe
= ⎢ − ⎥ r ⎢ sin θ ∂φ ⎥ θ r ⎢ ∂r ⎥ φ
r sin θ ⎢⎣ ∂θ ∂φ ⎥⎦ r ⎢⎣ ∂ r ⎥⎦ ⎢⎣ ∂θ ⎥⎦

1 ⎡⎢ ∂ ( rAθ ) ∂Ar ⎤⎥
B ( r , θ, t ) = ⎢ − ˆeφ
r ⎢⎣ ∂r ∂θ ⎥⎥⎦

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 507


Radiazione di dipolo elettrico
μ0 p0 ω 1 ⎡⎢ ∂ ( rAθ ) ∂Ar ⎤
⎥ ˆe
A ( r , θ, t ) = − ( ˆer cos θ − ˆeθ sin θ ) sin ω ( t − r / c ) B ( r , θ, t ) = ⎢ − ⎥ φ
4πr r ⎣⎢ ∂ r ∂θ ⎦⎥
• Calcoliamo le derivate

1 ∂ ( rAθ ) μ0 p0 ω 2 sin θ 1 ∂Ar μ0 p0ω 2 sin θ


=− cos ω ( t − r / c ) = sin ω ( t − r / c )
r ∂r 4πc r r ∂θ 4πc r 2
• Il secondo termine va come 1/r2 ed è trascurabile rispetto al primo
• Concludiamo
μ0 p0 ω 2 sin θ
Brad ( r , θ, t ) = − ˆeφ cos ω ( t − r / c )
4 πc r
μ0 p0 ω 2 sin θ
E rad ( r , θ, t ) = − ˆeθ cos ω ( t − r / c )
4π r
• Come previsto la soluzione è un'onda elettromagnetica che si propaga in
direzione radiale
• I campi Erad e Brad sono perpendicolari alla direzione di propagazione
• Inoltre sono perpendicolari fra di loro e Erad/Brad = c
• Osserviamo che non sono onde piane bensì onde sferiche

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 508


Radiazione di dipolo elettrico

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 509

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