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“Mi venisse un colpo!” sir William notò che Tyrer era sbiancato.

“Dove sono i disordini, esattamente?” “Permesso accordato, signore.” Per altri no, aggiunse tra sé. Aveva

ricevuto l'avviso di presentarsi nel suo ufficio con Norbert l'indomani e subito i due si erano incontrati in

privato: “In questa fottuta storia zia Willie non c'entra” concordò Norbert irritato, “che si occupi piuttosto dei

giapponesi e di far tornare presto la flotta! “Grazie, ma dubito che avremo bisogno di aiuto dal mare.” “Forse

questa sera potrà tornare...” “Grazie. Meglio che siate presente anche voi, dopo tutto siete “ammiraglio in

carica della Difesa navale”, anche se solo temporaneamente.” Marlowe rise. “Almeno temporaneamente,

signore, non mi dispiacerebbe godere di quello stipendio, poco m'importa del grado.” La raffica di proiettili

placò le grida e l'eccitazione e calamitò l'attenzione dei presenti, anche quella della cavalleria, inducendo tutti

a voltarsi o ad abbassarsi. Sir William, rosso in volto per l'ira, incedette rigido nel silenzio che segui verso la

zona che separava i due fronti. In fondo alla strada, Lunkchurch e gli altri osservavano la scena paralizzati.

Lanciò un'occhiata all'orologio. Erano le 6 e 46. E' così lunga l'attesa, pensò, sempre più ansiosa. Non ti

preoccupare, sussurrò la voce, le ore passeranno in fretta e poi sarai libera, non dimenticare che hai vinto,

Angélique, sei stata molto coraggiosa e in gamba, hai fatto tutto benissimo, non ti preoccupare di nulla, tu sei

viva e lui è morto, ed era l'unico modo con cui tu, o qualsiasi altra donna, avresti potuto sopravvivere, presto

sarai libera, di lui, di questo, e tutto quello che è successo prima non sarà altro che un brutto sogno... Inoltre

era coinvolto direttamente, visto che stava offrendo rifugio allo shishi. Anche il pazzo ronin era stato in casa

sua, e lui non li aveva denunciati come avrebbe dovuto. L'ordine però era chiaro: denunciare la presenza di

qualsiasi estraneo. “Sì.”  

Attribuendo la vampata di ansia al sakè troppo forte, si fece aria con il ventaglio. “Karma” disse poi, e

allontanò la paura di un avvenire incerto per concentrarsi sul presente. “Ti do un'altra buona notizia: c'è una
ragazza che vorrei farti conoscere.” Andrè riuscì a superare lo smarrimento immediato che gli provocava la

notizia, ma si ritrovò senza forze. “Quando?” “Nei periodi cattivi, un uomo saggio investe una parte della

propria ricchezza in oggetti minuscoli che si possano nascondere nella manica. Attraverso le assi della porta

barricata del negozio dello shoya Hiraga scrutava la folla di uomini urlanti, armati di pistole e moschetti, che

sbraitava all'esterno. E non fatene parola con nessuno, nemmeno con Dmitri. “Fa freddo, questa sera” disse

per nascondere la paura. “Scusa, Nakama, ma non è questo il punto. Sir William dice che tu sei un'inutile

complicazione, scusa, ma ha ragione. Le autorità verranno presto a sapere che sei qui, se già non lo sanno. Se

ci chiederanno di consegnarti, e verosimilmente lo faranno, dovremo acconsentire.” “Ma io mi preoccupo!” A

riva, tutti quelli che stavano osservando l'arrivo della Pearl si chiedevano se il capitano sarebbe stato in grado

di controllare un attracco così impetuoso, perchè con quel vento vivace sotto vela la manovra si preannunciava

difficile. Il forte odore di sigaro del suo alito e il profumo della pomata sui capelli erano virili e gradevoli.

Angélique si lasciò stringere, le sue braccia erano forti e muscolose, ma la mano che cercava il suo seno le

parve goffa e pesante, e le sue labbra dure avevano un vago sapore di brandy. Proprio l'opposto dell'altro.  

“Ci sarà un'investigazione della Bakufu” aveva piagnucolato sua moglie un'ora prima, “verremo sicuramente

chiamati a testimoniare. I loro soldati sono ancora qui. Perderemo tutto, anche la testa, Namu Amida Butsu!”

Lei e la loro figlia maggiore stavano facendo la spesa al mercato quando i primi assalitori erano arrivati urlando

nel villaggio e si erano messi a rovesciare i banchi e a spingere e insultare i venditori costringendoli a scappare

in preda al panico. Nel suo appartamento poco lontano, Raiko aveva finito di truccarsi e si stava vestendo per

la sera. Scelse il nuovo kimono rosa, decorato sul dorso con un grande airone ricamato a fili d'oro. Lo

desiderava da molti mesi e ora era suo, grazie a una parte del grandioso ricavo ottenuto vendendo gli orecchini

di perle, che si erano dimostrati ancora più preziosi del previsto. “INNESTATE LE BAIONETTE!” “Allora lo farà
solo Norbert” ribatté sornione sir William. “Merda di cane, tutti loro! Fate una relazione sull'accaduto e

spiegatene la causa. La voglio entro domani, shoya.” “Certo, signore!” rispose con un sorriso sdentato Tinker,

il timoniere di Struan, che già aveva messo a tutta velocità le macchine. Il vecchio marinaio tatuato e con il

codino grigio, un tempo aiuto nostromo su una delle loro golette, superò la lancia di sir William lasciando gli

otto rematori di stucco, sputò con bonomia liquido marrone di tabacco e con un gestaccio al loro indirizzo si

impossessò della traversina. Jamie saltò sulla passerella. “Riguarda il non tanto addomesticato samurai di

Tyrer, Nakama” Jamie lanciò un'occhiata a Phillip. “Un gruppetto di riottosi lo ha assalito, lui ha reagito e

servendosi di spade trovate chissà dove ha ferito un ubriaco, un australiano, non in modo grave, e li avrebbe

ammazzati tutti se non fossero scappati. Alcuni di loro si sono armati di pistole, sono tornati a cercarlo e lo

avrebbero fatto secco se non si fosse rifugiato in un negozio del villaggio. Ma non qui, non a Yokohama. A

Edo.” Lei fissò per un istante il bicchierino chiedendosi come mettere in salvo se stessa e volgere la situazione a

proprio vantaggio. Anche se continuava a non sapere quale scusa avrebbe escogitato, era più che mai convinta

di doversi liberare subito di Hiraga e di Akimoto. Per quanto giusta fosse la causa di sonno-joi, non poteva

rischiare di essere scoperta quale protettrice di Ori e anche degli altri due.

  Ma prima che potessero farsi avanti, l'ufficiale dei samurai cominciò a interrogare lo shoya e il fante.

Abbiamo poi il commercio del tè e quello dell'oppio bengalese venduto alla Cina, il raccolto quest'anno è stato

ottimo, e ho intenzione di acquistare il cotone in India per sopperire alla crisi della produzione cotoniera

americana. E con tutte le nostre navi... L'Inghilterra è il paese più ricco e fiorente del mondo, e tu sei

bellissima.” “Sono molto preoccupata per te, Malcolm, non voglio interferire con le tue scelte, ma sono in

ansia per te. E di una cosa sento di doverti parlare” disse cauta. “Il dissidio tra te e Jamie. Posso in qualche

modo...” Malcolm sorrise. Akimoto scoppiò in una sonora risata che contagiò Hiraga. “Eeeh, Hiraga-san, hai
manipolato il gai-jin in modo geniale! Geniale! Sakè, portate dell'altro sakè!” Erano sdraiati nella loro camera

isolata, a pianterreno alle Tre Carpe, con le finestre di shoji chiuse per tenere lontani gli insetti notturni.

“Signore?” Così la ragazza sarà a disposizione di Taira in qualsiasi momento io voglia. Provala se credi, non ti

costerà niente.” “Certo, signore!” rispose con un sorriso sdentato Tinker, il timoniere di Struan, che già aveva

messo a tutta velocità le macchine. Il vecchio marinaio tatuato e con il codino grigio, un tempo aiuto nostromo

su una delle loro golette, superò la lancia di sir William lasciando gli otto rematori di stucco, sputò con

bonomia liquido marrone di tabacco e con un gestaccio al loro indirizzo si impossessò della traversina. Jamie

saltò sulla passerella. “ La trepidazione e l'amore di Malcolm erano così sinceri e profondi che Angélique faticò

a mantenersi calma, a non scoppiare a piangere gridando tutta la verità. “Non ti preoccupare, amore mio,

presto tutto sarà magnifico, lo prometto.” Malcolm prese posto su una sedia accanto al letto e le raccontò del

tentativo di sommossa e di come sir William era riuscito a sedarla in breve tempo. “E un uomo valido per molti

aspetti” disse. “Hai chiesto a Katsumata di proteggerla.

Chiunque non si disperdesse entro quarantacinque minuti era passibile di arresto immediato, incarcerazione

e, se giudicato colpevole, di condanna alla pena di morte o alla deportazione a vita, secondo il volere di Sua

Maestà. Jamie McFay borbottò, madido di sudore e con il cuore che batteva ancora per la paura. L'ashigaru e i

soldati rimasero impassibili sull'attenti e gli altri, tremando, subirono la sfuriata in ginocchio, con le teste chine.

Stava quasi per mettersi a gridare, provato dal precipitare degli eventi e dallo sforzo di contrastare il profondo

panico che lo attanagliava da quando aveva scoperto il tradimento di Ori. “L'altro uomo. Il giapponese che si è

rifugiato qui inseguito dai gai-jin” disse irritato. “Raiko mi conosce, vero?” chiese André. Certo che ti conosco,

pensò lei. “Bene.” Raiko si assicurò che la medicina fosse quella giusta e la posò accanto al tavolo. Dopo aver

fatto aspettare André per un tempo sufficiente, né poco né tanto, lo mandò a chiamare. “Ah, Furansu-san,
benvenuto nella mia umile casa.” Riempì due bicchierini con il suo miglior sakè e brindò. “Signore?” Come se

già non lo sapessi, pensò. “Vorrei comunicarle il mio infinito affetto e prometterle che sarò la migliore nuora

del mondo.” Sarò libera, grazie a Dio, grazie a Dio.

“Accidenti, Phillip, ve la siete cavata benissimo” si complimentò McFay.   “Sapete quello che accadrà se mi

troveranno qui!” aveva detto allo shoya e all'ashigaru non appena i rivoltosi erano scappati lasciandogli via

libera sul vicolo posteriore. “Vi conviene tacere. Tacete e prendete un pò di botte che subito dimenticherete.

Diversamente verremo tutti trascinati in una prigione dalla quale nessuno di noi, e neppure vostra moglie e i

vostri figli, avrà la possibilità di uscire vivo. Sonno-joi.” Tyrer gli stava facendo una domanda: “Vorrei che tu mi

spiegassi il comportamento dell'ufficiale. Prima era perfettamente calmo, poi si è scatenato come un bruto e

subito dopo è tornato normale, e tutti fingevano che non fosse successo niente”. Malcolm si illuminò. E non

fatene parola con nessuno, nemmeno con Dmitri. “Accidenti, Phillip, ve la siete cavata benissimo” si

complimentò McFay. “Spiacente, ma la questione non vi riguarda, anch'io farò di tutto per uccidere lui.

Concordo con voi sulla necessità di fare chiarezza una volta per tutte: Jamie, avete intenzione di considerarmi il

tai-pan e di ubbidirmi o vi rimangiate il vostro sacro giuramento?” Branco di imbecilli indisciplinati, pensò.

“Sergente! Tutti alle baracche. Subito!” I soldati cominciarono ad allontanarsi. Tyrer si inchinò per l'ultima volta

davanti all'ufficiale samurai e, molto soddisfatto di sé, li osservò mentre si allontanavano lungo la strada verso

la porta Nord. “Non affaticare la tua bella testolina.”

Tyrer, seduto di fronte a Hiraga e non meno turbato di lui, cambiò posizione. Il salotto che divideva con

Babcott al piano terreno della Legazione era arredato con poche sedie, due scrivanie e uno scaffale pieno di

vasi di medicinali che diffondevano nell'aria un acre odore di balsami e unguenti. Le finestre erano aperte sulla

notte e, benché non facesse freddo, Hiraga rabbrividì, ancora turbato dal rischio appena corso. “Ti
insegneremo noi a non toccare le nostre donne...” Uno di loro lo colpì improvvisamente alla schiena

gettandolo a terra. Quando Tyrer e McFay giunsero al negozio l'incendio era già stato domato. Dopo altre sei o

sette secchiate d'acqua le fiamme si spensero sfrigolando. La facciata esterna del negozio era distrutta. Lo

shoya e l'ashigaru uscirono sulla veranda, si inginocchiarono e si inchinarono mormorando frasi di

ringraziamento. McFay vide con stupore che non vi era traccia di Hiraga, l'uomo che lui e Tyrer conoscevano

come Nakama. Akimoto scoppiò in una sonora risata che contagiò Hiraga. “Eeeh, Hiraga-san, hai manipolato il

gai-jin in modo geniale! Geniale! Sakè, portate dell'altro sakè!” Erano sdraiati nella loro camera isolata, a

pianterreno alle Tre Carpe, con le finestre di shoji chiuse per tenere lontani gli insetti notturni. “Infatti, ma il

suo appartamento è stato danneggiato dall'incendio. Sull'albero maestro sventolava la bandiera di sir William

e altre bandierine erano state issate per chiamare subito la lancia che li aspettava già in rada, affiancata dalla

lancia a vapore della Struan. “Grazie, amore mio, ma perchè mai dovrebbe succederti una cosa simile?”

“Sapete quello che accadrà se mi troveranno qui!” aveva detto allo shoya e all'ashigaru non appena i rivoltosi

erano scappati lasciandogli via libera sul vicolo posteriore. “Vi conviene tacere. Tacete e prendete un pò di

botte che subito dimenticherete. Diversamente verremo tutti trascinati in una prigione dalla quale nessuno di

noi, e neppure vostra moglie e i vostri figli, avrà la possibilità di uscire vivo. Sonno-joi.” Tyrer gli stava facendo

una domanda: “Vorrei che tu mi spiegassi il comportamento dell'ufficiale. Prima era perfettamente calmo, poi

si è scatenato come un bruto e subito dopo è tornato normale, e tutti fingevano che non fosse successo

niente”. Non posso correre questo rischio, non adesso che Willie è di pessimo umore!” Meglio che Nakama se

ne vada prima che mettano a me la corda intorno al collo perchè lui ha fatto scoppiare un incidente

internazionale.
“Al confine meridionale del villaggio, vicino alla Terra di Nessuno.” L'ufficiale e i suoi uomini si inchinarono e

sir William rispose. Ora che i samurai erano nuovamente sotto controllo, il ministro britannico girò sui tacchi e

raggiunse lo schieramento di fanti con i fucili spianati che stavano costringendo la folla ad arretrare.

Benedette lacrime, pensò guardando Malcolm che si avvicinava goffamente al letto, un vero dono del cielo, gli

uomini le considerano una debolezza, ma sono uno scudo infallibile contro di loro. Malcolm aveva un bel

sorriso, ma gli occhi stranamente cerchiati e un'aria stanca. “Fa freddo, questa sera” disse per nascondere la

paura. “Con Jamie va tutto bene ora. E' la buona notizia di oggi. L'ho mandato a chiamare questo pomeriggio e

mi ha chiesto scusa per avermi creato delle difficoltà. Ha rinnovato il giuramento di sostenermi in tutto. In

tutto.” “Bene. Dopo l'incontro di domani con Zia Willie, chiederete in segreto a Norbert se mercoledì gli sta

bene. “Sì, signore.” L'ufficiale, un uomo sulla trentina con il viso butterato, sbirciò dentro al negozio. “Dov'è

l'altro?” Il cuore di Hiraga quasi si fermò. Da quando era sfuggito all'accerchiamento nel villaggio non aveva

smesso un istante di cercare uno stratagemma per contrastare l'inevitabile esito della sommossa. Era stato

visto, il samurai aveva sicuramente capito che uno shishi girava nell'Insediamento. Non aveva trovato altra

soluzione che continuare a nascondersi lì. Cercare di scappare adesso sarebbe stato ancora più pericoloso.

Sono stanco della Città Ubriaca e di quella stupida marmaglia. In attesa che Londra ci invii il Corpo di polizia

promesso, ne formeremo uno nostro. Stanno affluendo sempre più uomini armati e l'atmosfera si è fatta

rovente, è coinvolta anche la cavalleria e il generale non vede l'ora di mandarli alla carica come la Brigata

Leggera a Balaclava.” Fottuto imbecille, pensò sir William. “Scendo subito a terra.” “L'ho visto con i miei occhi,

era armato di spade.”

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