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Analisi gestionale dei costi aziendali in

materia di igiene e sicurezza sul lavoro.


Indice
• Introduzione
• Capitolo 1 – Classificazione dei costi
• 1.1 - Costi nascosti
• 1.2 – Costi della sicurezza diretti e indiretti
• 1.3 – Costi della sicurezza assicurati e non
• 1.4 – INAIL e responsabilità amministrative
• 1.5 – Costi per la prevenzione della SSL
• Capitolo 2 – Gestione dei costi aziendali SSL
• 2.1 – Metodologia Shield
• 2.2 – I costi di produzione, i costi sociali e la sicurezza nell’economia d’impresa
• 2.3 – Costi sociali
• 2.4 – I costi per le decisioni della politica aziendale della sicurezza
• 2.5 – L’individuazione dei costi di prevenzione e sociali
• 2.6 – Il budget della sicurezza
• 2.7 – I costi totali della sicurezza e il bilancio sociale
Introduzione
La rilevanza strategica della sicurezza, ovvero il suo contributo alla creazione di
valore da parte dell'azienda può essere tradotta in termini economici.

• Incidenza sui costi


Molti dei fattori coinvolti sia nell'accadimento di un evento dannoso per il lavoratore
(infortunio, malattia professionale, incidente) sia nelle iniziative messe in atto dal
management per migliorare la sicurezza dei luoghi di lavoro, sono direttamente
rilevabili dall'azienda in termini di un effettivo esborso, oppure stimabili in termini di
costo figurato, cioè di mancata produzione o inefficienza.

• Incidenza sui ricavi


Infatti, le prestazioni di sicurezza dell'azienda non incidono unicamente sui costi
operativi, ma potenzialmente anche sul fronte dei ricavi:
• MAGGIORE RICAVO
Per esempio elevati standard di sicurezza possono avere un impatto
positivo sulla promozione dell'immagine aziendale, con ricadute
positive sul fatturato, o addirittura nell'apertura di nuovi business.

• MINORE RICAVO
Per esempio il verificarsi di un incidente grave può compromettere
l'immagine aziendale e per aziende quotate spesso significa una
riduzione del valore dell'azione.
Capitolo 1 – Classificazione dei
costi
• D'ora in avanti, si farà riferimento ai costi aziendali della sicurezza come
all'insieme costituito dalle voci relative ai costi aziendali di incidenti, malattie e
infortuni sul lavoro, e dagli esborsi sostenuti per gestire il rischio.

• E’ importante notare che quelli aziendali non sono gli unici costi legati alla
sicurezza nei luoghi di lavoro: sia il verificarsi di infortuni o malattie
professionali, sia la loro prevenzione, inducono anche dei costi a carico del
lavoratore e dei costi sociali.

• Questi ultimi sono i costi causati dall’azienda ad aziende terze, a clienti, alla
collettività. Per un'azienda consapevole delle proprie responsabilità verso tutti
gli interlocutori, interni ed esterni, in particolare consapevole del ruolo sociale,
questi effetti non possono essere trascurati. Infatti questi costi per l’azienda si
traducono in risarcimenti stabiliti dalla legge, in multe, ammende o altri
adempimenti in materia di Responsabilità come ad es. il D. Lgs. 231.
1.1 – Costi nascosti
Ai costi sopra indicati, si aggiungono i cosiddetti costi nascosti, ovvero
quelle voci di spesa che non figurano normalmente nella contabilità
aziendale e che, di conseguenza, sono di difficile individuazione e stima;
uno su tutti il danno all’immagine aziendale che ha una duplice prospettiva:
interna ed esterna.

• Interna, ossia verso i propri dipendenti nei quali può essere ravvisato
un calo di morale e di senso di attaccamento all’azienda con
conseguente perdita di produttività;

• Esterna, ossia verso la clientela che potrebbe andare persa a causa di


eventuali ritardi o disservizi nella fornitura, con ripercussioni negative
anche sull’acquisizione di nuovi clienti. Quest’ultima tipologia di danno
è indubbiamente di difficile quantificazione.
• In letteratura emerge la convinzione che i costi nascosti
rappresentino volendo fare un paragone concreto ed esemplificativo
la parte nascosta dell'iceberg dei costi, per esempio, dell'infortunio.
• Il rapporto tra costi espliciti e nascosti dipende in maniera diretta
dal particolare scenario aziendale di cui si sta sviluppando l'analisi
contabile come ad esempio il settore, il livello e la frequenza degli
infortuni e la sensibilità del personale addetto al rilevamento e alla
stima di tali passività.

• Un riferimento ragionevole può essere quello che stima


l'incidenza dei costi nascosti pari a circa 4 volte i costi espliciti.
1.2 – Costi della sicurezza diretti
ed indiretti
• Una prima suddivisione di carattere generico è quella dei Costi
Diretti ed Indiretti.

• Costi Diretti associati in modo univoco all’oggetto di costo quale


l’incidente, l’infortunio o la malattia professionale;

• Costi Indiretti associati mediante un criterio di allocazione in


quanto non definiti secondo un rapporto di univocità.
• Ad esempio in caso di INFORTUNIO si potrebbero avere le seguenti
voci di costi:

• DIRETTI
• - costi per premi pagati per l’assicurazione degli infortuni sul lavoro;
• - costi delle ore lavorative perse per infortunio;
• - costo per la mancata produzione dovuta a eventuali fermi impianto
• (costo nascosto);
• - costo di eventuali multe o sanzioni inflitte all’azienda (costo
sociale);
• - costo dei risarcimenti agli infortuni (costo sociale).
• INDIRETTI

• - costo salariale, corrispondente al tempo perso:


• della vittima;
• dei colleghi costretti ad interrompere il loro lavoro;
• del personale tecnico che si occupa delle riparazioni delle attrezzature danneggiate,
ecc.;

• - costi dovuti all’aumento delle spese di gestione del personale:


• spese relative all’assunzione di un sostituto temporaneo o definitivo;
• spese di salari complementari versati alla vittima oltre alle prestazioni erogate dalla
previdenza;
• spese per le ore supplementari pagate ai colleghi della vittima per recuperare il
tempo perso;
• spese per la formazione fornita ai sostituti;
• i costi materiali, che comprendono:

• la riparazione e la sostituzione delle attrezzature danneggiate;


• l’aumento delle polizze assicurative, ecc.;
• le spese legali per cause di lavoro conseguenti agli infortuni, spese per perizie,
ecc.;
• i costi di immagine per l’azienda (immagine intaccata dagli incidenti);
• i costi derivanti per maggiori premi INAIL (costi assicurati e non).

• Generalmente i costi indiretti possono variare da 2,5 a 4 volte i costi diretti.

• E’ interessante considerare con riguardo all’ultima voce menzionata “costi


derivanti per maggiori premi INAIL” un’altra classificazione di costi.
1.3 – Costi della sicurezza
assicurati e non
• Per le aziende operanti in Italia è obbligatoria la copertura assicurativa INAIL
per tutti i dipendenti, la quale garantisce il lavoratore con un trattamento
economico per i giorni di assenza dal lavoro a causa di infortunio. Talvolta, tale
ente non riconosce l'accaduto di propria competenza e in questo caso subentra
l'INPS o le eventuali assicurazioni private integrative che l'azienda può avere
sottoscritto.

• Una buona assicurazione privata consente una copertura da molte fonti di


spesa che si vorrebbero evitare. Ci si protegge ad esempio:

1. dal dover pagare consistenti indennizzi, da perdite di prodotto (ad esempio nel
caso di un incendio che interessi un magazzino in cui si trovano stoccati i
prodotti finiti in attesa di essere spediti),
2. da rischi legati alle risorse (ad esempio il pericolo che bruci un reparto
produttivo con l'eventualità che vada persa tutta la capacità produttiva di cui si
disponeva).
• In tutte le imprese in cui sono state effettuate rilevazioni accurate si è constatato che la parte di
costo non coperta dall'assicurazione é superiore a quella coperta, ossia che il rapporto:

• H=Costo non assicurato


Costo assicurato

• è sempre maggiore di 1.

• Il valore di H è variabile a seconda dell'azienda considerata e, per una stessa azienda,


varia nel tempo in funzione delle condizioni di pericolo e delle misure di sicurezza messe in atto.

• I valori rilevati, da parte di numerosi autori oscillano tra 1 e 7. Con ciò si deduce che il
costo totale è pari mediamente a circa “n” volte il costo dell'assicurazione, con variazioni da 2 a 8
volte.
1.4 – INAIL e responsabilità
amministrativa
• L’infortunio sul lavoro, per riassumere, può derivare:

 dal caso fortuito o da forza maggiore;


 dal comportamento stesso del lavoratore assicurato;

 COSTI A CARICO INAIL

 da causa ascrivibile ad un terzo estraneo al rapporto di lavoro;


 da causa ascrivibile allo stesso datore di lavoro o ad un soggetto di cui debba
rispondere;

 AZIONE DI SURROGA INAIL, SANZIONI


• Tralasciando le prime due ipotesi, in presenza delle quali non si può dar corso a
nessuna azione per il recupero delle prestazioni erogate dall’INAIL, nel caso di
responsabilità di un terzo estraneo al rapporto assicurativo l’INAIL può
recuperare le somme spese per l’infortunio o la malattia professionale
esercitando l’azione di surroga (art. 1916 C.C.). L’INAIL, inoltre, può fare azione
di regresso nel caso di un fatto imputabile al datore di lavoro (art. 2049 C.C.).

• Per quanto concerne l’irrogazione di sanzioni, si ricorda, a titolo d’esempio, che


la tardiva comunicazione da parte del datore di lavoro all’INAIL relativamente
all’infortunio del dipendente (ovvero entro 2 giorni da quando ne ha avuto
notizia) comporta una sanzione amministrativa della misura minima di euro
1.290,00, secondo quanto disposto dalla Legge 296/2006. La stessa sanzione
si applica in caso di tardiva comunicazione da parte del datore di lavoro
relativamente alla malattia professionale del dipendente, decorsi 5 giorni dalla
comunicazione da parte del lavoratore dell’insorgere della stessa.
• A quanto sopra riportato si aggiunge, anche la responsabilità
amministrativa dell’impresa, come citato nei paragrafi precedenti. Nel
2010 i 775.000 infortuni sono costati all’Italia una cifra complessiva di
24 miliardi di euro. Un infortunio, oltre alle problematiche di carattere
individuale e familiare, comporta differenti costi:

 in primo luogo i soccorsi;


 le cure mediche;
 la degenza ospedaliera;
 le visite successive, l’iter burocratico;
 L’indennizzo a carico dell’INAIL per l’infortunio e per l‟eventuale
invalidità e relativo sussidio;
 risarcimenti ulteriori.
• Nel caso degli infortuni mortali, questi comportano inoltre ulteriori costi
(sussidio per i superstiti, assenze dal lavoro successive all’infortunio) a
carico dell’INAIL e dell’azienda (la quale deve inoltre affrontare la
relativa perdita di produttività).

• Ogni singolo incidente sul lavoro nel 2010 è costato in media al


“sistema Italia” circa trentamila euro. I rilevanti costi derivanti dagli
infortuni hanno indotto l’INAIL a destinare maggiori somme alla
prevenzione, al fine di contrastare le altre voci del costo sociale ed
economico legato ai danni da lavoro, al fine di favorire il
raggiungimento dell’obiettivo previsto dalla strategia comunitaria che
prevede una contrazione del 25% dei tassi standardizzati di incidenza
infortunistica nel periodo 2007-2012 (dati osservatorio statistico aprile
2010).
• Sulla base dei dati INAIL, risulta che l’adozione di un SGSL
(SISTEMA di GESTIONE della SICUREZZA LAVORO) comporta
una contrazione:

 degli indici di gravità 15,4%;


 degli indici di frequenza del 22%;

• rispetto a quelli relativi alle aziende che non adottano un sistema di


gestione della sicurezza, e che il 40% degli infortuni riscontrati
potevano essere evitati se fosse stata adottata una corretta e
razionale organizzazione del lavoro.
1.5 – Costi per la prevenzione
della SSL
• I costi per la prevenzione di SSL comprendono tutte le spese
sostenute o da sostenere ai fini della sicurezza, e precisamente:

 il servizio di prevenzione e protezione;


 il servizio del medico competente;
 la formazione e informazione del personale (RLS, Addetti
all’emergenza, Addetti al primo soccorso, Lavoratori), ecc.;
 i costi per l’adeguamento degli impianti e delle macchine, incluse le
spese di progettazione e gli eventuali studi per la razionalizzazione del
lay-out all’interno dell’azienda;
 i costi per l’adeguamento dell’ambiente di lavoro (vie di uscita, porte,
segnaletica, ristrutturazioni, ecc.);
 i costi per dispositivi di protezione individuali (DPI).
Capitolo 2 – Gestione dei costi
aziendali SSL
• Le analisi di CIPRAL (Centro interdipartimentale sulla Prevenzione dei Rischi
negli Ambienti di Lavoro), indicano che nella realtà pratica la quasi totalità delle
imprese non possiede un sistema adeguato di contabilizzazione dei costi per la
prevenzione dei rischi e della sicurezza del lavoro nella prospettiva del
management. La mancata valorizzazione della dimensione economica della
prevenzione è paradossale se si pensa che la maggioranza delle imprese ha
attuato e attua politiche di prevenzione e sostiene i relativi costi solo in
attuazione ad obblighi di legge imposti dalla normativa vigente.

• Una corretta gestione dei costi aziendali della sicurezza consente di


raggiungere l’obiettivo economico espresso in termini di minimizzazione del
costo. In tal senso è possibile affermare che miglioramento della sicurezza e
obiettivo economico possono essere tra loro sinergici.

• A tale riguardo la metodologia Shield si è rivelato uno strumento molto utile.


Un caso pratico
• Un’impiegata mentre preparava documenti per una riunione,
inciampava nei cavi della stampante e cadeva sul pavimento
provocandosi la lussazione e distorsione del polso destro. Il recupero,
difficoltoso, ha comportato un’assenza dal lavoro pari a 122 giorni, con
esito finale un grado di invalidità inferiore al 15%. L’Organo di Vigilanza
ha accertato le seguenti violazioni: la lavoratrice non aveva ricevuto
un’adeguata informazione sui rischi presenti in ufficio (art. 36 D. Lgs.
81/08). La legislazione prevede infatti a carico del datore di lavoro
l’ammenda da 800 a 3 mila euro; il documento di valutazione dei rischi
è carente della valutazione concernente i rischi da inciampo e caduta
sul piano. La legislazione prevede a carico del DL l’arresto da quattro a
otto mesi o l’ammenda da 4 mila a 12 mila euro.
COSTI DATORE DI LAVORO COSTI SOCIALI
4 giorni di franchigia Cure Ospedaliere

40% della retribuzione dal 15° al 91° giorno 60% della retribuzione dal 5° al 91° giorno

25% della retribuzione dal 92° al 122° giorno 75% della retribuzione dal 92° al 122° giorno

Sanzioni pari a 4.800 Euro Terapie riabilitative

Prescrizioni Certificazioni e visite

Possibile azione di rivalsa dell’INAIL e conseguenti spese legali Risarcimento del danno biologico
2.1 – Metodologia Shield
• La metodologia SHIELD fonda la sua originalità e la sua praticità di applicazione
sul concetto dei costi sociali, che consente di affrontare e valutare il problema
chiave per il management aziendale: quanto e come investire in azienda.
I centri di costo per la riclassificazione dei costi sociali relativi al risarcimento dei danni
Igiene e Infortuni Rischi psicosociali Inquinamento Pericolosità Modello/sistema
malattie (stress, mobbing, ambientale del prodotto o di organizzazione
professionali burn-out del servizio della prevenzione
dell’ambiente di
lavoro
Costo Costo per Costi processuali e Multe AUSL, Risarcimento Costi da
riconoscimento infortuni, di welfare (rivalsa). risarcimento danni a clienti responsabilità
malattie processi, Costi di terapie danni a terzi, amministrativa
professionali e incendio farmacologiche e ecc. D.Lgs. 231
ambiente non a requisizioni, psico-terapeutiche
norma ecc.
Il percorso delineato dal metodo in esame per arrivare alle decisioni del management si articola in tre
attività gestionali nel corso delle quali viene attuata una riclassificazione dei costi rilevati nel sistema
contabile aziendale.

• TRE ATTIVITA’ GESTIONALI concernenti:

• la politica di prevenzione, ovvero le decisioni che il datore di lavoro deve prende su


quante risorse finanziarie investire nella prevenzione dei rischi e in quali settori aziendali;

• la programmazione e il controllo economico, ovvero le decisioni operative circa la


realizzazione dei piani di sicurezza (derivanti dall’analisi del documento dei rischi) da parte dei
dirigenti ai quali sono assegnati le risorse e le responsabilità economiche per eliminare le fonti di
rischio delle proprie unità di lavoro;

• la decisione di dotare l’impresa del bilancio sociale e la sua redazione per quanto la
valorizzazione economica della politica di prevenzione, ovvero i costi sostenuti ed i risultati acquisiti in
materia di sicurezza.
2.2 - I costi di produzione, i costi sociali
e la sicurezza nell’economia d’impresa
 La somma algebrica dei costi e dei ricavi consente di misurare la
produzione economica, ovvero il conseguimento del reddito di
esercizio. L’azienda produce ricchezza offrendo una determinata
gamma di prodotti o di servizi sul mercato rispettando le regole della
concorrenza.

 Lo svolgersi della gestione determina un’altra categoria di costi, i


costi sociali, noti anche come diseconomie esterne o effetti esterni
negativi (Kapp, 1950). Sono valori che misurano i danni economici
che l’impresa arreca ad altre imprese, alle famiglie, ad enti pubblici
ed alla collettività (le c.d. terze economie), mentre produce i beni o
servizi che qualificano la sua gestione tipica aziendale.
2.3 – Costi sociali
• Si considerino gli esempi seguenti di costi sociali:

1. L’inquinamento provocato dalle imprese della pianura padana attraverso gli


scarichi industriali nel fiume Po determina l’inquinamento della costa
romagnola (ad esempio la produzione di mucillaggine ), provocando un danno
alle imprese alberghiere, dovuto alla riduzione del flusso turistico.

2. Il carente igiene nell’ambiente di lavoro o il verificarsi di un disastro ambientale


possono provocare rispettivamente malattie o menomazioni professionali nei
lavoratori e nella popolazione e quindi l’aumento delle spese sanitarie
nell’economia dell’ente pubblico territoriale di riferimento.

3. Infine l’infortunio determina l’aumento dei costi sanitari, assicurativi e di welfare


(INAIL, INPS) per l’integrazione del mancato reddito familiare dei lavoratori
infortunati.
• Per iniziare ad effettuare una valutazione dei costi sociali è
opportuno predisporre le classificazioni proposte nella successiva
tavola 3 che collega le aree della sicurezza e le fonti di rischio da
presidiare, i rischi derivanti, i costi sociali collegati e gli attori
coinvolti. E’ utile ricordare che la tavola 3 riporta solo i costi sociali.
• I costi di mancata prevenzione per la singola impresa sono
costituiti, oltre che dai costi sociali, dall’aumento dei costi di
produzione interna per la mancata produzione, per il calo del
fatturato derivante dal deterioramento dell’immagine sul mercato
ecc. (costi nascosti)
Tavola 3 – Classificazione aree di
sicurezza, rischi e costi sociali
Aree della sicurezza Natura dei rischi
Costi sociali Attori coinvolti
in impresa in impresa
Sicurezza dell’ambiente di lavoro Igiene del lavoro (luminosità, Cure sanitarie, costi di welfare, costi Lavoratori
polverosità, ecc) e malattie processuali e di risarcimento
professionali (rumore, vibrazioni,
sostanze pericolose, ecc.)
Sicurezza del benessere fisico Incidenti e infortuni Cure sanitarie, costi assicurativi, costi Lavoratori
(movimentazione manuale, processuali e di risarcimento, costi di
esposizione atmosfere esplosive, welfare
mancato uso DPI, ecc.)
Sicurezza del benessere mentale e Rischi psico-sociali (stress, mobbing, Cure sanitarie, costi da welfare Lavoratori
sociale burn out)
Sicurezza del prodotto e del servizio Pericolosità del prodotto (danni Costi processuali e di risarcimento Clienti e imprese concorrenti
all’utilizzatore finale) o
dall’erogazione del servizio (danni ai
clienti
Sicurezza dell’ambiente naturale Inquinamento ambientale (danni al Costi processuali e di risarcimento Cittadini, Enti pubblici, imprese
lavoratore e alle terze economie) concorrenti
• I costi sociali considerati nella metodologia SHIELD misurano dunque il danno
inferto a terze economie, ovvero:

* ad altre imprese, (ad esempio per l’inquinamento ambientale prodotto);


* alle famiglie (per il mancato reddito del loro congiunto infortunato);
* ai consumatori, (per i danni della pericolosità del prodotto o dell’erogazione del
servizio);
* all’ente pubblico (per la distruzione dei beni pubblici o per l’aumento dei costi
di welfare).

• I costi indotti dalla mancata prevenzione dei rischi riguardanti la sicurezza (nella
declinazione ella tavola 3) si definiscono quindi costi derivanti dai rischi non di
mercato, per distinguerli dai costi derivanti dal ben conosciuto rischio di
impresa. La distinzione si basa sul mancato funzionamento regolatore del
mercato (il c.d. fallimento o market failure).
• Da qui la giustificazione dell’intervento dello Stato il quale,
attraverso la deterrenza di sanzioni penali ed economiche previste
dal D.Lgs 9 aprile 2008, n. 81 (notevolmente aumentate rispetto al
passato), forza il management a considerare i costi sociali nelle
decisioni di politica aziendale, in particolare quella riguardante la
prevenzione dei rischi non di mercato. La natura delle due categorie
di costo, di mercato e non di mercato, è sintetizzata nella Tavola 4.
SHIELD, come si dimostrerà di seguito, consente al management di
valutare e confrontare contemporaneamente i costi di produzione e
quelli sociali per decidere, con logica economica, quale politica circa
gli investimenti di prevenzione da effettuare.
Tavola 4 – Categorie di costi nella
gestione dell’impresa
Costi di produzione Costi sociali
Tratto gestionale
(di mercato) (non di mercato)

Regolatore Il mercato Lo Stato

Valore della sanzione e per l’inosservanza


Valore di acquisizione dei fattori
Contenuto segnaletico delle leggi in materia di sicurezza e del
produttivi
risarcimento del danno arrecato

Condizione preliminare per la


Effetto sulla gestione Distruzione di ricchezza
produzione della ricchezza
Motivo del sostenimento Prevenzione del rischio Risarcimento del danno

Finalità economica del contenimento e Aumentare il valore Mantenere integro il valore


della riduzione (l’utile di esercizio) (il patrimonio e il capitale umano aziendale)

Finalità sociale del contenimento e della Aumentare la concorrenza tra le Aumentare la responsabilità sociale delle
riduzione imprese a beneficio del cliente imprese a tutela dei diritti sociali
2.4 - I costi per le decisioni della
politica aziendale della sicurezza
• Nel caso specifico della politica della sicurezza il management
aziendale dopo aver individuato e valutato tutti i rischi presenti in
impresa deve decidere la priorità degli interventi da effettuare e la
loro distribuzione negli esercizi futuri. I vincoli economici della
gestione (il conseguimento di un utile di esercizio) limitano la
possibilità di riduzione immediata di tutte le fonti di rischio
individuate.

• Sarà necessario scegliere tra due alternative: quali rischi eliminare e


quali rischi correre nell’ambito di un esercizio di gestione. La scelta
si ripropone per ciascun esercizio sino alla eliminazione completa
delle fonti di rischio.
• La politica di prevenzione consiste quindi nella decisone circa la
combinazione di

 rischi accettabili
 non accettabili

• Nella prospettiva economica l’allocazione dei costi tra due


alternative è ottima quando i costi totali (nel caso specifico i costi di
prevenzione e i costi sociali) sono minimi. Il grafico 1 evidenzia
l’andamento dei costi di prevenzione (curva CP), dei costi sociali
(curva CA+CI), dei costi totali (curva CT).
• Grafico 1 – I livelli di sicurezza, i costi di prevenzione, i costi sociali
ed i costi totali – Categorie di costi nella gestione dell’impresa
CT
CT
CP
T1 Pm T2
COSTI TOTALI

CA+C1

CP LS1 LS LS2 LIVELLO DI SICUREZZA IN %


• Il ragionamento esposto soffre di un’eccezione nel senso che la
natura dell’attività potrebbe non consentire di correre alcun rischio,
pena la sopravvivenza dell’impresa. Si pensi ad esempio ai settori
bio-medicale, farmaceutico o nucleare dove non è ammessa la
difettosità del prodotto e del servizio, perché ciò determinerebbe la
morte del paziente.

• Le imprese dei settori ad alta pericolosità, pertanto, non possono


che adottare la politica di prevenzione del rischio zero e in tal senso
sono qualificate, (nella prassi e nella letteratura scientifica), imprese
ad alta affidabilità (high reliability enterprises) (Sagan, 1993).
2.5 - L’individuazione dei costi di
prevenzione e sociali
• Nella politica aziendale della prevenzione dei rischi è necessario
effettuare una riclassificazione dei costi dal criterio per natura (il fattore
produttivo) al nuovo criterio per destinazione (la prevenzione dei rischi).

• La riclassificazione dei costi è un’operazione consueta per la presa


delle varie decisioni gestionali (dall’analisi del bilancio alla contabilità
analitica o dei costi dei prodotti e servizi).

• L’esemplificazione della riclassificazione dei costi di prevenzione


attinenti a ciascuno dei sei centri di costo è riportata nella successiva
tavola 5.
Tavola 5 – Centri di costo per la
classificazione dei costi di prevenzione
Igiene e malattie Infortuni Rischi Inquinamento ambientale Pericolosità del prodotto Modello di Organizzazione
professionali psico-sociali o servizio della prevenzione
(stress, mobbing,
burn-out)

Immobili e ambienti di Impianti (elettrico, Costi di progettazione e di Impianti di smaltimento e di Ricerca interna e sul Immobili dedicati (quota
lavoro, messa a norma antincendio), messa a erogazione di ricerche e di indagini abbattimento, messa a cliente, HACCP (costi di ammortamento uffici Servizio
(quota ammortamento) norma (quota sul benessere norma, (quota esercizio e di acquisto SPPP) e messa a norma
ammortamento) (questionari, ecc.) ammortamento) servizi esterni)

Manutenzione impianti Manutenzione impianti Costi di diagnosi dello stato di Manutenzione impianti Manutenzione interna Manutenzione interna
interna (costo esercizio) interna (costo esercizio) benessere interna (costo esercizio) (costo esercizio) (costo esercizio)

Manutenzione impianti Manutenzione impianti Costi di formazione alla Manutenzione impianti Manutenzione interna Manutenzione interna
esterna (costo servizio) interna (costo servizio) prevenzione dei rischi psico-sociali interna (costo servizio) (costo servizio) (costo servizio)

DPI, Dispositivi prevenzione DPI, Dispositivi Costi di modifica DPI, Dispositivi prevenzione DPI, Dispositivi DPI, Dispositivi prevenzione
individuale prevenzione individuale dell’organizzazione del lavoro individuale prevenzione individuale individuale
(costo acquisto) pronto soccorso (costo acquisto) (costo acquisto) (costo acquisto)
(costo acquisto)

Informazione su rischi Informazione su rischi Informazione su rischi Informazione su rischi Informazione su rischi
specifici (costo materiali e specifici (costo materiali e specifici (costo materiali e specifici (costo materiali e specifici (costo materiali e
sedute) incontri) incontri) incontri) incontri)
Corsi di formazione Corsi di formazione Corsi di formazione Corsi di formazione Corsi di formazione
(costo esercizio, (costo esercizio, (costo esercizio, (costo esercizio, servizio (costo esercizio,
servizio esterno) servizio esterno) servizio esterno) esterno) servizio esterno)
Assicurazione Assicurazione Assicurazione incendio Assicurazione RC Assicurazione
RTC, RCO RTC, RCO NH (premio) prodotti o rischi verso i tutela legale (premio)
(costo premio) (costo premio) clienti (premio)

Medico competente e Esercitazione squadra Esercitazione (costo) Messa in sicurezza punti Costi generali di
visite di controllo antincendio e vendita funzionamento
(costi esercizio) evacuazione (costi di acquisto e (telefoni, software, ecc.)
(costo esercizio) manutenzione) (costi acquisto)

Resi per difettosità Costo del lavoro ruoli


di produzione dedicati (RSPP, ASPP,
(costo sostituzione) Controllo qualità) (costi
servizio esterno)

Consulenza (OCRA) Consulenze Consulenze Consulenze (rumore, Consulenze Consulenze ed


(costo servizio (costo servizio esterno) psicologiche, lux, ecc.) (costo di (costo servizio esterno) eventuale costo
esterno) mediche, servizio esterno) certificazioni
organizzative (costo servizio esterno)
(costo servizio
esterno)
• L’individuazione e la riclassificazione dei costi sociali, attinenti ai
risarcimenti dei danni provocati dall’impresa a terze economie
avviene in modo analogo a quanto previsto per i costi di
prevenzione. Dalla contabilità generale (in particolare dal piano dei
conti) si estraggono i costi sociali e li si riclassificano in relazione
alle categorie di rischio alle quali si riferiscono, come riportato nella
tavola 6. I costi sociali, trattandosi di risarcimenti stabiliti dalla legge,
sono ineludibili nella loro entità per l’impresa.
Tavola 6 – I centri di costo per la
riclassificazione dei costi sociali relativi
al risarcimento danni

Igiene e malattie Infortuni Rischi Inquinamento Pericolosità Modello/sistema


professionali psico-sociali ambientale del prodotto di Organizzazione
dell’ambiente di (stress, mobbing, o del servizio della prevenzione
lavoro burn-out)
Costo Costo per Costi processuali e Multe AUSL, Risarcimento Costi da
riconoscimento infortuni, di welfare (rivalsa) risarcimento danni a clienti responsabilità
malattie processi, Costi di terapie danni a terzi, amministrativa
professionali e incendio farmacologiche e ecc. D.Lgs 231
ambiente non a requisizioni, ecc. psico-terapeutiche
norma
2.6 - Il budget della sicurezza
• Le decisioni circa la politica di sicurezza, si realizzano attraverso il
processo di programmazione e controllo, che si attua
dinamicamente nell’ambito di ciascun esercizio della gestione.

• Il ciclo della programmazione e del controllo (noto come il processo


di budgeting) si compone di tre momenti: la definizione degli
obiettivi, la realizzazione, il controllo tra preventivo e consuntivo.
• SHIELD è progettato anche per la definizione del budget della sicurezza:
occorre aggiungere ai costi di prevenzione discrezionali (considerati nella tavola
5 per la decisione circa la politica di prevenzione) quelli obbligatori. Ci si
riferisce in particolare ai costi obbligatori delle assicurazioni obbligatorie INAIL
contro gli infortuni, delle messe a norma cogenti, dell’informazione minima
dovuta ai lavoratori (il costo delle riunioni periodiche e del materiale
informativo), dell’addestramento e della formazione dei lavoratori obbligatori.
• Nell’ ambito della politica a rischio zero il budget della sicurezza non considera i
costi sociali in sede preventiva, ma solo a consuntivo, poiché l’impresa non può
pianificare consapevolmente situazioni di inadempienza circa la sicurezza.

La tavola 7 indica sinteticamente i costi da utilizzare ai fini della definizione del


budget della sicurezza, evidenziando i momenti del preventivo, degli scostamenti e
del consuntivo.
Tavola 7 – I costi per la programmazione e
il controllo (il budget) della sicurezza

Scostamenti tra
Costi Preventivi Discrezionali Costi Consuntivi Discrezionali
Preventivo e Consuntivo

Igiene e malattie professionali dell’ambiente di lavoro Igiene e malattie professionali dell’ambiente di lavoro

Infortuni Infortuni

Rischi psico-sociali (stress, mobbing, burn-out) Rischi psico-sociali (stress, mobbing, burn-out)

Inquinamento ambientale Inquinamento ambientale

Pericolosità del prodotto o del servizio Pericolosità del prodotto o del servizio

Modello/Sistema di organizzazione della prevenzione Modello/Sistema di organizzazione della prevenzione

Costi Preventivi Obbligatori Costi Consuntivi Obbligatori

Igiene e malattie professionali dell’ambiente di lavoro Igiene e malattie professionali dell’ambiente di lavoro

Infortuni Infortuni

Rischi psico-sociali (stress, mobbing, burn-out) Rischi psico-sociali (stress, mobbing, burn-out)

Inquinamento ambientale Inquinamento ambientale

Pericolosità del prodotto o del servizio Pericolosità del prodotto o del servizio

Modello/Sistema di organizzazione della prevenzione Modello/Sistema di organizzazione della prevenzione

Costi Totali Preventivi Costi Totali Consuntivi


2.7 - I costi totali della sicurezza e
il bilancio sociale
• SHIELD consente a consuntivo anche di calcolare facilmente i costi
totali effettivi della sicurezza incorsi dall’impresa nell’esercizio.

• Si tratta infatti di sommare ai costi totali a consuntivo del budget


della sicurezza (composti dai costi di prevenzione discrezionali e
obbligatori a consuntivo) i costi sociali effettivi sostenuti dall’impresa
a consuntivo. Le tavole 8 e 9 riportano i costi totali nella loro
composizione sintetica e analitica.
Tavola 8 – I costi totali a consuntivo (ex
post a fine esercizio) della sicurezza
Igiene e malattie Infortuni Rischi psico-sociali (stress, Inquinamento Pericolosità del Modello/Sistema di
professionali dell’ambiente mobbing, burn-out) ambientale prodotto o del servizio organizzazione della
di lavoro prevenzione

Costi di prevenzione Costi di prevenzione Costi di Costi di prevenzione Costi di prevenzione Costi di prevenzione
discrezionali discrezionali prevenzione discrezionali discrezionali discrezionali discrezionali

+ + + + + +

Costi di prevenzione Costi di prevenzione Costi di Costi di prevenzione Costi di prevenzione Costi di prevenzione
obbligatori obbligatori prevenzione obbligatori obbligatori obbligatori obbligatori

+ + + + + +

Costi sociali di risarcimento Costi sociali di Costi sociali di risarcimento Costi sociali di Costi sociali di Costi sociali di risarcimento
danni risarcimento danni danni risarcimento danni risarcimento danni danni

= = = = = =

Costi totali Costi totali della Costi totali Costi totali della Costi totali della Costi totali
della sicurezza ambiente di sicurezza ambiente di della sicurezza ambiente di sicurezza ambiente di sicurezza ambiente di della sicurezza ambiente di
lavoro lavoro lavoro lavoro lavoro lavoro
Tavola 9 - I costi totali analitici
della sicurezza di esercizio
Igiene e malattie Infortuni Rischi Inquinamento Pericolosità del Modello/Sistema di
professionali psico-sociali ambientale prodotto o del organizzazione della
dell’ambiente di lavoro (stress, mobbing, servizio prevenzione
burn-out)

Costi di prevenzione Costi di prevenzione Costi di Costi di prevenzione Costi di Costi di


discrezionali discrezionali prevenzione discrezionali prevenzione prevenzione discrezionali
discrezionali discrezionali

Immobili e ambienti di Impianti (elettrico, Costi di progettazione e Impianti di Ricerca interna e Immobili dedicati (quota
lavoro, messa a norma antincendio), messa a di erogazione di ricerche smaltimento e di sul cliente, HACCP ammortamento uffici
(quota ammortamento) norma (quota e di indagini sul abbattimento, messa (costi servizi Servizio SPPP) e messa a
ammortamento) benessere (questionari, a norma (quota interni ed esterni) norma
ecc.) ammortamento)

Manutenzione impianti Manutenzione Costi di diagnosi dello Manutenzione Manutenzione Manutenzione


interna (costo) impianti interna stato di benessere impianti interna attrezzatura attrezzatura interna
(costo) (costo) interna (costo) (costo)

Manutenzione impianti Manutenzione Costi di formazione alla Manutenzione Manutenzione Manutenzione


esterna (costo servizio) impianti interna prevenzione dei rischi impianti interna attrezzatura attrezzatura interna (costo
(costo servizio) psico-sociali (costo servizio) interna (costo servizio)
servizio)
DPI, Dispositivi DPI, Dispositivi Costi di modifica DPI, Dispositivi DPI, Dispositivi DPI, Dispositivi
prevenzione individuale prevenzione dell’organizzazione del prevenzione prevenzione prevenzione individuale
(costo acquisto) individuale pronto lavoro individuale individuale (costo acquisto)
soccorso (costo acquisto) (costo acquisto)
(costo acquisto)
Informazione su rischi Informazione su rischi Costi di terapie Informazione su Informazione su Informazione su rischi
specifici (costo materiali specifici (costo farmacologiche e psico- rischi specifici rischi specifici (costo specifici (costo materiali e
e sedute) materiali e incontri) terapeutiche (costo materiali e materiali e incontri) incontri)
incontri)
Corsi di formazione Corsi di formazione Corsi di formazione Corsi di formazione Corsi di formazione (costo
(costo esercizio, servizio (costo esercizio, (costo esercizio, (costo esercizio, esercizio, servizio esterno)
esterno) servizio esterno) servizio esterno) servizio esterno)

Assicurazione RTC, RCO Assicurazione RTC, Assicurazione Assicurazione RC Assicurazione tutela legale
(costo premio) RCO (costo premio) incendio NH prodotti o rischi (premio)
(premio) verso i clienti
(premio)
Medico competente e Esercitazione squadra Esercitazione Messa in sicurezza Costi generali di
visite di controllo (costi antincendio e (costo) punti vendita (costi di funzionamento (telefoni,
esercizio) evacuazione) acquisto e software, ecc.) (costi
manutenzione) acquisto)
Resi per difettosità di Costo del lavoro ruoli dedicati
produzione (costo (RSPP, ASPP, Controllo
sostituzione) qualità) (costi servizio
esterno)

Consulenza (OCRA) Consulenze (costo servizio Consulenze psicologiche, Consulenze Consulenze (costo Consulenze ed eventuale
(costo servizio esterno) mediche, organizzative (rumore, lux, ecc.) servizio esterno) costo certificazioni (costo
esterno) (costo servizio esterno) (costo servizio servizio esterno)
esterno)

Costi di prevenzione Costi di Costi di prevenzione Costi di Costi di prevenzione Costi di


obbligatori prevenzione obbligatori prevenzione obbligatori prevenzione
obbligatori obbligatori obbligatori

Costi assicurazione obbligatoria Costo addestramento e Costi di controllo Costi redazione documento
INAIL manutenzione squadre qualità obbligatori valutazione rischi
(al netto sconti) antincendio

Costi di informazione, Costi di consultazione RLS


addestramento e formazione (riunioni periodiche, ecc.)
obbligatori
Costo addestramento e
manutenzione squadre
antincendio
Costi messa a norma Costi messa a Costi messa a norma Costi messa a norma Costi messa a norma
non conformità norma non non conformità non conformità non conformità
conformità

Costi per Costi per Costi per Costi per Costi per
Arresto produzione arresto produzione arresto produzione arresto produzione arresto produzione
(lavoro, penali, (lavoro, penali, (lavoro, penali, (lavoro, penali, (lavoro, penali,
energia, ecc.) energia, ecc.) energia, ecc.) energia, ecc.) energia, ecc.)

Costi sociali Costi sociali Costi sociali Costi sociali Costi sociali Costi sociali
di di di di di di
risarcimento risarcimento risarcimento danni risarcimento risarcimento risarcimento danni
danni danni danni danni

Costo riconoscimento Costo per infortuni, Costi processuali e di Multe AUSL, Risarcimento danni a Costi da
malattie professionali processi, incendio welfare (rivalsa) risarcimento clienti responsabilità
e ambiente non a requisizioni, ecc. Costi di terapie danni a terzi, amministrativa D.Lgs
norma farmacologiche e ecc. 231
psico-terapeutiche
• In riferimento alla tavola 9 è opportuno precisare che si possono
aumentare gli indicatori potendo valutare i costi indiretti e costi
nascosti (ad esempio il danno all’immagine, la minore efficacia etc).
Sono consultabili, a seguire,
applicazioni empiriche
dell’adozione del metodo
esaminato.
L’applicazione empirica di SHIELD
• Nell’ambito del progetto di ricerca si sono considerate QUATTRO imprese
operanti in altrettanti settori della trasformazione agro-industriale e
precisamente:
• lattiero caseario, Latteria di San Giovanni della Fossa Cooperativa
Agricola, Reggio Emilia;
• enologico, Cantina Sociale Cooperativa di San Martino in Rio S.C.A,
Reggio Emilia;
• aceto industriale, Monari&Federzoni S.p.A., Modena;
• lavorazione carni, Castelfrigo S.r.l, Castelnuovo Rangone, Modena.
• Le imprese che hanno aderito al progetto sono di piccole e medie dimensioni,
ovvero con più di 10 addetti e con meno di 50 addetti.
• L’applicazione di SHIELD consente di quantificare l’impegno ed i risultati delle
politiche di prevenzione sotto il profilo economico, come si può notare dalla
tavola 6 che riassume i costi di prevenzione e quelli sociali sostenuti da
ciascuna impresa nell’esercizio 2009.
• La riclassificazione dei costi secondo metodologia SHIELD, ha
attirato l’attenzione del management della Ditta Monari e Federzoni
sull’elevato importo del premio assicurativo RC verso i clienti circa
l’uso dei prodotti (in SHIELD il costo di questa assicurazione figura
tra i costi di prevenzione della pericolosità del prodotto) e soprattutto
sull’elevato valore di franchigia che esponeva l’impresa all’eventuale
risarcimento diretto. Nel corso della riclassificazione alla ditta
giungeva la richiesta di risarcimento danno per 500 €uro da parte di
un cliente americano che si era tagliato un dito nell’aprire la
confezione. La concomitanza dei due eventi ha aiutato il Direttore a
rivedere le condizioni contrattuali con la società assicuratrice,
ottenendo sia la diminuzione del valore della franchigia sia del
premio alla luce del’analisi dell’andamento dei rischi in questione.
Tavola 10 – La dimensione economica
della politica di prevenzione nelle quattro
imprese nell’esercizio 2009
• Come si può notare la politica di prevenzione messa in atto dalle quattro
imprese risulta efficace in termini di costi sociali e conferma, pur nella
limitatezza del campione, la fattibilità di adottare come assunto di politica di
prevenzione l’obiettivo del rischio zero. Il diverso ammontare degli investimenti,
riflesso dai costi di prevenzione dell’esercizio, si spiega, oltre che dall’impegno
specifico del management, anche dalla difforme complessità gestionale e dalle
fonti di rischio latenti insite in ciascuno degli specifici settori delle attività
economiche dove operano le quattro imprese (si rimanda al documento sui casi
aziendali). Ad esempio la società Castelfrigo, (contrariamente alle altre imprese
dove la trasformazione del prodotto è di processo) presenta un’attività
intrinsecamente rischiosa (il taglio) e include al suo interno anche la logistica dei
trasporti, presentando quindi oggettivamente i rischi maggiori. L’analisi degli
allegati dove sono riportate le singole applicazioni, offre anche la composizione
degli investimenti, che, a loro volta, riflettono la prevenzione delle fonti di rischio
peculiari di ciascuna azienda.
• Per la società Castelfrigo la prevenzione dei rischi di sicurezza del
lavoro (infortuni), dell’ambiente naturale e del prodotto richiede un
ammontare quasi simile di investimenti. Le restanti imprese
concentrano gli investimenti su un rischio specifico: la sicurezza
dell’ambiente di lavoro (la Latteria S. Giovanni), la sicurezza
dell’ambiente di lavoro (la Cantina sociale cooperativa), la sicurezza
del prodotto (l’acetificio Monari&Federzoni).
Bibliografia
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Torino, 1989)
• Elsner W, Frigato P., Ramazzotti P., Social Costs and Public Action in Modern
Capitalism, Routledge, 2006
• Golzio L, Economia e organizzazione della sicurezza, Giuffré, Milano 1986
• Golzio L., La politica di prevenzione e gli assetti organizzativi, in Frey M. (a
cura di), Sicurezza del lavoro e trasformazioni organizzative, Egea, Milano, 1996
• Grandori A., Organizzazione e comportamento economico, Il Mulino, Bologna,
1999
• Hinna L., Come gestire la responsabilità sociale dell’impresa,. Manuale pratico
operativo. Processi, strumenti e modelli. La redazione del Bilancio sociale. Il
Sole24ore, 2005.
• Hongren C.T. – Foster G. – Dadar S.M. – Contabilità per la direzione, Isedi,
Torino, 1998
• K.W.Kapp, The Social Costs of Business Enterprises, Spokesman, 1978
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• INAIL, www.inail.it
• Mossink J – de Greef M, Inventory of socioeconomic costs of
work accidents, European Agency for Safety and Health at Work,
2002.
• S.D. Sagan, The Limits of Safety, Princeton University Press,
Princeton, 1993
• Viviani M., Il coinvolgimento degli stakeholder nelle
organizzazioni socialmente responsabili. Maggioli, 2006
• www.valocchi.eu
ALLEGATO 1. L’applicazione di SHIELD presso la società
Castelfrigo S.r.l. Esercizio 2009. Elaborazione dei costi di
prevenzione e dei costi sociali
ALLEGATO 2. L’applicazione di SHIELD presso la società
Latteria di S. Giovanni della Fossa. Esercizio 2009.
Elaborazione dei l costi di prevenzione e costi sociali
ALLEGATO 3. L’applicazione di SHIELD presso la società
Cantina Sociale Cooperativa di San Martino in Rio.
Esercizio 2009. Elaborazione dei l costi di prevenzione e
costi sociali
ALLEGATO 4. L’applicazione di SHIELD presso la società
Monari & Federzoni S.pA. Esercizio 2009. Elaborazione
dei costi di prevenzione e costi sociali

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