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L’ECONOMIA RURALE
Possiamo definire l’economia rurale come l’insieme delle attività economiche
che insistono sul territorio rurale. I principali indicatori a questo proposito sono
l’occupazione e il valore aggiunto. La composizione delle attività economiche
in aree rurali è sostanzialmente diversa da quella delle aree urbane. In genere,
il peso dell’attività agricola è maggiore che non nelle aree urbane. Tuttavia,
in nessuna delle aree rurali europee il settore primario è predominante.
Le aree rurali possono essere classificate secondo il grado di integrazione nel
resto del territorio:
Aree rurali integrate: In queste aree una quota rilevante della
popolazione è occupata nell’industria e nei servizi;
Aree rurali intermedie: queste aree sono relativamente distanti dai centri
urbani e presentano un mix di attività primarie e secondarie
Aree rurali remote: queste presentano bassa densità di popolazione, età
media elevata ed occupazione fortemente dipendente dal settore
agricolo.
La rivitalizzazione del rurale: per evitare tutto ciò occorre mettere in atto azioni
politiche, economiche e sociali al fine di ridurre le problematiche inerenti la
ruralità. L’UE a partire dal 2000 ha messo in atto tutta una serie di politiche di
sviluppo rurale atte a favorire uno sviluppo equilibrato del territorio rurale, il
quale rappresenta l'80% del territorio europeo. I principi sono: riconoscimento
del ruolo multifunzionale dell'agricoltura, miglioramento della competitività,
integrazione delle sfide ambientali, diversificazione delle attività economiche,
conservazione del patrimonio rurale. In questi anni si è quindi cercato di
invertire le tendenze sopradescritte cercando di:
• Valorizzare i beni pubblici come “amenità” cioè come qualcosa che
genera piacere
• Migliorare l’accessibilità delle aree rurali e quindi ridurre le distanze
(fisiche e non) dai centri urbani, industriali e commerciali favorendo
l’instaurarsi del pendolarismo.
L’APPROCCIO DI SEN
Per valutare la bontà del cambiamento occorrono dei parametri che la
misurino in modo soddisfacente, Quindi bisogna considerare gli aspetti che
crescano il benessere di un individuo è di una comunità. Se da una parte gli
economisti convenzionali danno per scontato che attraverso i soldi si compra
tutto, dall'altra l'approccio di Sen approfondisce gli aspetti legati alla qualità
della vita e afferma che questo non è generato soltanto dal reddito.
A parità di reddito, secondo Sen, si possono vedere le condizioni molto diverse
per cui si realizzano livelli anche molto diversi di qualità della vita. Sen propone
di studiare il benessere non solo attraverso la disponibilità di beni materiali,
come la ricchezza e il reddito, ma soprattutto analizzando la possibilità di
vivere esperienze cui l’individuo attribuisce un valore positivo.
SVILUPPO SOSTENIBILE
Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni del presente,
senza compromettere la possibilità, per le generazioni future di vedere
soddisfatti propri bisogni. Questa definizione poi l'attenzione sul fatto che le
azioni compiute In nome del progresso, usando in modo intensivo risorse non
rinnovabili, possono rappresentare in realtà una minaccia per il progresso
stesso. Tuttavia A più di vent'anni da questa definizione sono in molti a rilevarne
i problemi risolti:
Il primo problema riguarda il concetto di bisogni in quanto non possiamo
decidere dall'esterno Quali sono i bisogni da soddisfare né tantomeno
possiamo definire quali saranno i bisogni delle future generazioni;
Il secondo problema riguarda gli eventuali conflitti nella definizione dei
bisogni da parte di comunità differenti o da parte di gruppi che fanno
parte della stessa comunità. Ad esempio il bisogno di silenzio, aria pulita
e godimento dei paesaggi agrari da parte di alcuni può entrare in
conflitto con il bisogno di ricchezza materiale da parte di altri,
soprattutto se il soddisfacimento di quest'ultima implica inquinamento;
Infine il terzo problema è quello di comparare il livello di sostenibilità di
diverse configurazioni di funzionamenti.
Ad oggi si tende a considerare la sostenibilità come risultato di tre componenti:
ambientale, sociale ed economica. Perché sia sostenibile, lo sviluppo deve
essere equo, Vitale e realizzabile.
Dall'intersezione della storia economica con la sfera sociale nasce il principio
di equità: il parametro per misurare il grado di equità in un paese è il reddito.
Maggiore è la differenza di reddito tra coloro che guadagnano di più e quelli
che guadagnano di meno e maggiore è la disuguaglianza punto un
indicatore della disuguaglianza è l'indice di gini, che varia da 0 a 1 e che
misura la concentrazione del reddito: un indice pari a zero rappresenta
uguaglianza assoluta, mentre un indice pari ad uno è il caso limite, in cui una
sola persona detiene la totalità del reddito.
Dall'intersezione della sfera ambientale con la sfera sociale nasce il concetto
di sviluppo vitale. Non sempre questa condizione soddisfatta, a causa dei
conflitti tra l'uso delle risorse e la sopravvivenza di alcune comunità.
uno dei dilemmi in questo ambito è rappresentato dalla questione delle tre F:
Food, feed & fuel (cibo, alimentazione zootecnica e combustibili) e possono
avere origine biologica partendo dalle biomasse vegetali. Di fronte alla
scarsità di queste risorse emerge la competizione: Per esempio, se investiamo
una certa superficie a mais da destinare alla produzione di combustibile, si
sottraggono ettari che potrebbero essere coltivati a grano e questo comporta
la riduzione del grano disponibile sul mercato determinandone un incremento
del prezzo.
IMPRESA MULTIFUNZIONALE
Per capire le caratteristiche dell'impresa multifunzionale bisogna
concettualizzare in modo diverso rispetto alla teoria convenzionale. Come
Noto, la teoria convenzionale considera l'impresa come un insieme di attività
regolate dai prezzi degli input e da quelli degli output. Secondo Questa teoria
una variazione dei costi della manodopera favorisce Tecnologie meccaniche
e chimiche Che risparmi non lavoro, Mentre una variazione relativa dei prezzi
dei prodotti finali porta la produzione verso quest'ultimi. Nel caso dell'azienda
multifunzionale dobbiamo invece guardare molto più in profondità al rapporto
dell'azienda con il suo ambiente, che invece nella teoria convenzionale è
limitato al mercato. Riguardo la concezione dell'ambiente esterno nella teoria
convenzionale è stato introdotto il concetto di esternalità, che viene definito
come l'insieme degli esperti esterni alla relazione di mercato. L'esempio più
facile di esternalità è quello delle qui lamento, risultato non voluto dall'attività
economica ma esistono anche esternalità positive, e l'agricoltura è un'attività
che ne produce molte. Nel caso della teoria dell'impresa multifunzionale
Invece l'ambiente può essere definito come l'insieme di elementi che al tempo
stesso influenzano il comportamento dell'impresa e che l'impresa può
modificare attraverso la propria azione. Se poniamo l'attenzione sulle relazioni
che l'impresa intrattiene con l'ambiente esterno, possiamo descrivere l'azienda
come sistema di relazioni.
A tale proposito possiamo distinguere le relazioni interne da quelle esterne: le
relazioni interne Sono quelle tra proprietà dell'azienda, proprietà dell'impresa
e ruolo delle diverse figure nella gestione. Nel caso dell'impresa contadina
familiare Ad esempio la proprietà e la titolarità della gestione possono
coincidere nella stessa persona oppure essere disgiunti. Quando consideriamo
le relazioni esterne Dobbiamo considerare tutte le relazioni che ciascun
elemento intrattiene con l'esterno. Tra le relazioni esterne possiamo distinguere
le relazioni con il mercato e le relazioni con il territorio. Tra le relazioni con il
mercato includeremo tutti i soggetti che vendono all'impresa o che comprano
dall'impresa, Mentre tra le relazioni con il territorio includere nei rapporti con la
comunità locale, con le istituzioni e con il resto della società. Sulla base di
queste distinzioni possiamo rappresentare l'impresa agraria come l'intersezione
di Tre sfere di relazioni: il mercato, il territorio e le risorse interne. La struttura di
queste relazioni Dipende dalle scelte dell'impresa e dalle relazioni esterne che
la condizionano. Nel modello della modernizzazione agricola le imprese sono
sempre più specializzate e riducono le proprie relazioni con il territorio e le
risorse interne mentre Si consolidano le relazioni con il mercato e con gli
operatori della filiera. In questo modello le imprese diventano dipendenti dalle
relazioni di mercato. Nel caso in cui l'azienda ha subito processi di
modernizzazione, l'impresa convenzionale si trova ad essere inserita in una
filiera produttiva che presenta un ponte i fornitori di input e a valle i
trasformatori Che successivamente vendono il prodotto finito al consumatore
finale. L'azienda agraria non ha rapporti diretti con il consumatore finale, vede
atrofizzati i rapporti con il territorio e ha una forte compressione delle risorse
interne non commerciali.
CREAZIONE DI VALORE
Sul lato del mercato l'impresa multifunzionale sceglie di creare valore agendo
sui prezzi di vendita dei prodotti piuttosto che sui costi di acquisto delle materie
prime. La creazione di valore si realizza attraverso prodotti di qualità che
possono essere sia trasformati sia venduti direttamente in azienda. L'azienda
comunica direttamente con i consumatori che possono acquistare
direttamente dal produttore a prezzi più bassi. il produttore a sua volta
valorizza il proprio lavoro ed evitando di passare attraverso il trasformatore
ottiene il valore aggiunto che altrimenti andrebbe ai soggetti intermediari.
Riguardo la DIVERSIFICAZIONE, L'impresa agraria riscopre le componenti del
territorio come possibili risorse economiche e attraverso programmi di vario
tipo realizza i cosiddetti servizi verdi, servizi sociali, servizi turistici e servizi
commerciali. Un esempio italiano di diversificazione è il caso dell'Azienda
Agricola La Parrina: Questa azienda offre, oltre alla vendita diretta di prodotti,
servizi agrituristici con organizzazione di weekend tematici all'insegna della
degustazione di formaggi e vini tipici, Inoltre l'azienda svolge molteplici attività
come la produzione dell'olio, frutta, verdura e vino.
Riguardo la RIFONDAZIONE, Il terzo lato del triangolo la strozzo multifunzionale
tende a ricondurre, all'interno dell'azienda alcune attività che vengono
delegate all'esterno come la trasformazione dei prodotti, la vendita e la
riproduzione della fertilità. In questo modo si riducono i costi di produzione e si
trattiene il valore aggiunto. Un esempio di Rifondazione quello legato
all'agricoltura biologica con la quale si vuole rompere il legame che l'azienda
ha con i fornitori di input ritornando a realizzare un ciclo aziendale chiuso Dove
la fertilità dei suoli proviene dall'interno. Occorre però dire che negli ultimi anni
si è assistito ad un forte incremento dell'offerta di concimi biologici ed alcuni
Agricoltori sono nuovamente ricaduti nella dipendenza nei confronti dei mezzi
esterni in questo caso non sono più chimici ma organici.
STRADE TEMATICHE
Una componente sempre più decisiva nello sviluppo del turismo rurale è L’
integrazione tematica: Questa consente di creare una narrativa comune tra
i diversi elementi del territorio rurale, coinvolgendo i diversi soggetti in un
progetto comune e facilitando in questo modo la cooperazione tra di loro.
Uno degli esempi più riusciti di integrazione tematica è il cammino di Santiago
di Compostela, Che basandosi sul percorso effettuato dai Pellegrini in epoca
medievale ha creato attraverso una combinazione di iniziative e azioni di
sostegno diverse integrate tra loro, un tipo di turismo che oggi attrae migliaia
di turisti da tutto il mondo. Ma più In generale le strade tematiche, dalle Strade
del Vino alla enorme varietà di strade tematiche che oggi caratterizzano il
panorama turistico italiano, rappresentano la fase culminante di percorsi di
sviluppo basati sulla azione collettiva E su reti di relazione che coinvolgono
attori di varia natura, pubblici e privati.
Il turismo del vino ad esempio Rappresenta una delle forme più diffuse di
integrazione tematica sul turismo rurale e. attualmente esistono in Italia 112
Strade del Vino. Il turista delle Strade del Vino cerca, come tutti i turisti rurali,
ospitalità, ristorazione, riposo e silenzio. al tempo stesso però richiede
specifiche attività legate al vino, come la degustazione, nuove conoscenze,
interazione sociale con altri appassionati e possibilità di acquisto.
Infine Per quanto riguarda l'azienda agricola , l'evoluzione da azienda
agrituristica multifunzionale ad azienda agrituristica Distrettuale si basa su una
più piena consapevolezza del contributo dell'azienda alla produzione di beni
pubblici che facilitano la visibilità e la reputazione del territorio in cui operano
favorendo strategie di differenziazione. Questi Beni pubblici vengono definiti
capitale territoriale; a sua volta può essere distinto in sei categorie:
Il capitale naturale
Il capitale culturale
Il Capitale umano
Il capitale sociale
Il capitale istituzionale
Il Capitale simbolico
Rientrano nel capitale naturale le razze e le varietà autoctone, il paesaggio è
la fertilità dei suoli.
Fanno parte del capitale culturale non solo i monumenti e reperti storici, ma
anche le ricette tradizionali, le storie locali e gli stili di vita eccetera.
Il capitale umano è l'insieme delle capacità presenti negli individui come Arti
e Mestieri specifici, la conoscenza di fenomeni naturali, la capacità di
organizzazione e di comunicazione eccetera.
Il capitale sociale e il potenziale di azione collettiva legato a Reti locali cioè la
famiglia, il vicinato e l'associazionismo.
Il capitale istituzionale è l'insieme delle regole e delle organizzazioni generatosi
all'interno di una comunità Ed infine il capitale simbolico deriva
dall'interazione della comunità locale con il mondo esterno, ovvero con coloro
che direttamente o indirettamente beneficeranno del valore creato. il
capitale simbolico incorpora le simboli distintivi di un territorio la notorietà, la
reputazione, la fiducia da parte di osservatori esterni nei confronti del territorio
e dunque diventa una risorsa di per sè in quanto, oltre ad aggiungere valore
ad un prodotto anonimo, può essere estesa ad altri prodotti del territorio.
LA VALORIZZAZIONE
Il concerto di valorizzazione Ha che fare con la capacità di creare o
redistribuire il valore attraverso la trasformazione di un insieme di risorse. La
valorizzazione avviene all'interno di un sistema di relazioni: con chi ci fornisce
lavoro e materia prima oppure con chi compra il nostro prodotto. Porter
analizza il processo di valorizzazione in un contesto competitivo attraverso il
concetto di catena del valore. Secondo questo concetto, il valore Viene
creato ogni volta che un'impresa produce un bene che L'acquirente è
disponibile a comprare sceglierlo tra un certo numero di prodotti concorrenti.
Secondo Porter la creazione di valore sta Dunque nell’ apportare delle
modifiche al prodotto Tali da far percepire al cliente l'aumento di valore che
ne potrebbe ottenere nel preferirlo ad un prodotto concorrente.
Possiamo rappresentare la valorizzazione come un processo composto da
alcune fasi:
a) La mobilizzazione delle risorse locali;
b) la qualificazione del prodotto;
c) la commercializzazione;
d) e l'attivazione di Sinergie.
Il concetto di mobilizzazione parte dal presupposto che ogni area rurale abbia
delle risorse specifiche che la distinguono da altre aree e che per valorizzare
un prodotto tipico sia necessario attivare e rafforzare i legami tra queste risorse
e il prodotto. In molti casi le risorse locali sono poco conosciute e apprezzate
anche dalla comunità locale e In molti casi vanno ricostruite, difesa da possibili
aggressioni e sviluppate attraverso azioni appropriate.
Lo scopo del processo di immobilizzazione ed incorporazione delle risorse locali
nel prodotto che avviene quando: le caratteristiche distintive del prodotto
derivano in modo chiaro dalle risorse locali e quando gli osservatori esterni, e
in particolare consumatori, associano in modo chiaro e stabile il prodotto alla
specificità delle risorse locali. La mobilizzazione delle risorse locali inoltre è
necessaria per garantire l'evoluzione del prodotto in un contesto di mercato
che cambia quindi possiamo dire che la mobilizzazione è alla base di un
percorso di innovazione basato sul recupero della tradizione, ed È un processo
continuo che aspira a mantenere e accentuare le condizioni della diversità e
unicità di un prodotto all'interno di un contesto in continuo cambiamento.
ECONOMIA
-> Oykos = casa e famiglia
-> Nomos = spirito delle leggi
Comportamento di una singola unità o di una comunità. Bisogna studiare il
comportamento anche della governance nazionale e locale (politica)
I fautori della prima teoria pensarono di puntare tutto sull’industria per uno
sviluppo ‘maturo’. Ciò ha attirato tutti gli investimenti in questo settore
causando una crescita smodata, l’aumento dei laboratori e una crescita dei
costi con la continua richiesta di manodopera che l’agricoltura non era più in
grado di dare; il tutto sfociò nell’Inflazione che portò alla recessione: aumento
del prezzo al consumo con la conseguente contrazione del potere di acquisto,
rimanendo immutati gli stipendi e stimolando guadagni fittizi.
In tale prospettiva l’unica possibilità di ripresa sembra essere il ritorno al settore
primario, fortemente promosso dall’Unione europea per il rilancio del 91% delle
aree agricole presenti nel suo territorio.
Sviluppo economico:
- Ogni settore produttivo fa parte di un sistema interdipendente
(economia nazionale)
- Non è facile determinare il contributo di ogni settore produttivo nello
sviluppo economico di un paese, non è possibile astrarlo dal contesto
poiché dipendente dall’andamento degli altri settori produttivi.
PNL E PIL: indica il valore complessivo di mercato di tutti i beni e servizi prodotti
da un settore economico in un anno. Misurano il benessere economico di una
comunità, valuta la produttività annua
Di beni e servizi calcolata in contabilità statale con questi due indicatori.
Macro-tematiche:
• Retroinnovazione: rivoluzione con una mentalità di governance per una
pianificazione sistematica
• Innovazioni nelle aree rurali: somministrazione dei pesticidi
• Silent Spring
FASI DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Agricoltura arretrata e manodopera in eccesso
L’industria assorbe forza lavoro dall’agricoltura
Fine dell’eccedenza della manodopera in agricoltura
Incremento dei salari in industria e aumento della domanda dei beni
agricoli (prima erano tanti lavoratori con stipendi bassi, adesso bisogna
far lavorare di più aumentando il salario)
Offerta agricola che non si adegua alla domanda (non riesce a
soddisfare la domanda sempre maggiore)
Inflazione ed aumento dei prezzi agricolo (come soluzione per
attenuare la domanda, impossibile da soddisfare)
Arresto dei processi di sviluppo e contrazione del potere di acquisto
(impossibilità di investimenti delle aziende, stagnazione)
Offerta agricola che si adegua con una crescita equilibrata dei settori:
bisogna favorire gli investimenti ed il progresso tecnologico per
incrementare la base della produzione senza l’ausilio dei fertilizzanti.
Favorire questi investimenti in agricoltura attraverso la tecnologia è possibile,
degli esempi possono essere considerate le biotecnologie e la produzione
transgenica (OGM per combattere la fame nel mondo), che però hanno dato
vita a due modelli di pensiero opposti:
• Europeo, PRINCIPIO DI PRECAUZIONE: secondo cui l’utilizzo di questi
alimenti ha un contenuto proteico sempre minore e può permettere lo
sviluppo di diverse intolleranze e malattie per l’uomo
• Americano, PRINCIPIO DI EQUIVALENZA: fino a prova scientifica sali
prodotti potranno essere commercializzati, l’osservazione si attua su
base ventennale (iniziati nel 2000 e finanziati dalle stesse multinazionali).
“The European for the development of rural areas of The UE using the
multifunctional farm model”
• Concerto di agricoltura multifunzionale
• Funzioni svolte dall’agricoltura
• Multifunzionalità ed aspetti evolutivi della PAC
Perché rurale?
- Poiché la superficie dell’Unione Europea è rappresentata circa dall’80%
dalle zone rurali
- A causa di circa la metà degli abitanti dell’Unione Europea che vive in
queste aree
- Perché in queste zone ci sono 12 milioni di agricoltori
- Perché l’agricoltura rappresenta il 6% del PIL (settore agricolo) con 15
milioni di imprese e 46 milioni di posti di lavoro
Cos’è rurale?
Aree caratterizzate da attività di agricoltura (tutto ciò che non è
urbano)
Aree con bassa densità di popolazione per chilometro quadrato
Aree dove il reddito è più basso che in altri settori produttivi, circa del
30% rispetto all’industria e al settore terziario (il miglioramento di queste
aree parte da qui)
Dov’è rurale?
Località situate in montagna con evidenti problemi infrastrutturali, come
la viabilità stradale ed i collegamenti in generale (si valutano trasporti e
livello dei servizi). I territori sono caratterizzati dalla quasi scomparsa dei
giovani, in cui mancano anche i servizi assistenziali per i residenti che
spesso sono costretti ad allontanarsi; non esistono servizi sociali per i
giovani, bambini e anziani. La causa di ciò può essere ricercata nel non
aver voluto investire nello sviluppo delle aree rurali al sud.
Nell’Unione Europea la superficie è maggiore a 4 milioni di chilometri
quadrati e in queste aree vivono 503 milioni di persone; è situata al terzo
posto nella classifica per estensione dopo Cina e India, da ciò la
necessità di investire nelle aree rurali (essendo un’unione di paesi rurali).
Obiettivi:
- Presentare il dibattito sulla riforma della PAC post 2020 sull’ambiente e
sulla sviluppo rurale
- Evidenziare il contributo della letteratura economico agrario
Sfide territoriali: aree rurali hanno una struttura socio economica differenziata
ma in cui vi è centralità dell’agricoltura; diversità delle aree rurali e delle
tipologie di agricoltori. Sviluppo endogeno: ruolo dell’agricoltura nel generare
altra attività economiche strettamente legate all’industria alimentare, al
turismo e al commercio (base per lo sviluppo di tradizioni locali e dell’identità
sociale).
SPAZIO AGRICOLO
1. Aspetto occupazionale
2. Aspetto settoriale (agricoltura)
3. Realtà che ruotano attorno al primario
SPAZIO RURALE
1. Aspetto residenziale
2. Aspetto territoriale
Bisogna far conciliare lo sviluppo economico (agricolo) con un miglioramento
della qualità della vita.
Aree Rurali:
- OCSE = densità di popolazione al di sotto dei 150 abitanti per km
- UE = densità al di sotto dei 100 abitanti per km
Grado di ruralità:
• Predominante: almeno il 50% della popolazione vive in comunità rurali
• Significatamente rurale: dal 15 a 50 % vive in una comunità rurale
• Predominante urbano: meno del 15% della popolazione vive in aree
rurali
SOCIALE
E
V
S
ECONOMICO
AMBIENTA R
Le tre sfere dello sviluppo sostenibile sono come un sottosistema in cui ogni
sfera interagisce con l’altro, pertanto i sistemi non sono chiusi, possono essere
isolati se non si riesce a farli colloquiare tra di loro. Come interagiscono?
• SOCIALE + AMBIENTALE = Interazione VIVIBILE (V)
• ECONOMICO + AMBIENTALE = Interazione REALIZZABILE (R)
• SOCIALE + ECONOMICO = Interazione EQUA (E)
L’interazione con l’ambiente genera rispetto per lo stesso ma bisogna
consentire che vi siano delle ricadute economiche per la società (cercando
di non favorire solo pochi, sviluppo intra e inter generazionale). Prima il
rapporto con la natura era di osservazione; in seguito esso ha cercato di
assecondarla, agevolandone il ciclo di vita; per passare a delle forme di
innesto, naturale; infine per intervenire su di essa con la tecnologia (chimica,
alternandone gli equilibri ambientali) = Agricoltura NO TILL (una soluzione,
lavorando solo in superficie per non intaccare la fertilità del terreno.
SOSTENIBILITA’ (S)
Environment component + Social component = development vital
- 805 milioni soffrono la fame
- 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono buttate
- 98% di chi soffre la fame vive nel sud del mondo
Per uno sviluppo realizzabile, che sia sostenuto e sostenibile è necessario
attuare delle politiche di innovazione: attraverso la riduzione del packaging o
il bilancio sociale che punta sull’immagine etica rappresentata dall’azienda
(è comunque un marketing strategico, non solo etico, come quello attuato
dalla Barilla Foundation).
L’innovazione può avvenire attraverso la pianificazione:
PSR: programma di sviluppo rurale che risponde a delle linee guida
comunitarie che vengono realizzare dalle varie regioni (contiene dei
fondi ma non lo è).
PAC: Politica Agricola Comune
Riforma della PAC 2014-2020
Dal primo gennaio 2014 al 31 dicembre 2020 l’impatto globale del sostegno
dell’Unione Europea allo sviluppo rurale è di 84.936.000.000 di Euro. Durante
tale riforma l’architettura della PAC è rimasta invariata, sostanzialmente
confermata, con un edificio che si regge su 2 pilastri, 2 fondi e 4 regolamenti:
1. POLITICA DEI PREZZI DI MERCATO -> Pagamenti diretti, interventi di
Mercato (Feage)
2. POLITICA DI SVILUPPO RURALE -> sostegno dello sviluppo rurale (Feasu)
(Fondamento, gestione e monitoraggio della PAC)
Il Sostegno dello Sviluppo Rurale promuove la competitività delle imprese
agricole e lo sviluppo rurale, con misure programmatiche a livello territoriale; si
adottano le misure europee in base a ciò che necessita il territorio su una lista
ampia di scelta.
Obiettivi (guidati dalla misura generale della strategia Europa 2020):
Produzione alimentare sostenibile, aumentare la competitività del
settore agricolo e la redditività della produzione
Gestione sostenibile delle risorse, al fine di garantire la produzione di beni
pubblici e la lotta contro gli effetti del cambiamento climatico
Sviluppo territoriale equilibrato per migliorare la differenzazione
dell’agricoltura e delle zone rurali
TERRITORIAL CAPITAL:
- Istituzionale
- Naturale: è alla base dello sviluppo locale e rurale, il suo utilizzo implica
la riscoperta e la valorizzazione delle risorse naturali presenti (clima,
suolo e corsi d’acqua); sono degli attrattori che devono essere
preservati. Rappresentato come la naturale vocazione cha ha un
territorio per la propria biodiversità
- Culturale: da valore aggiunto al prodotto locale, insieme di elementi
che fanno parte della conoscenza, valori e modi essere che creano
l’identità della popolazione locale (patrimonio conoscitivo e storico). Il
vantaggio competitivo è riferito alla tradizione, alla storia che il
produttore può vantare di avere alle spalle (la storia non si inventa, vino
italiano vs australiano)
- Sociale/ Umano: abilità di fare le cose in modo collettivo, capacità
degli individui inseriti in un contesto; lavorano insieme per raggiungere
degli obiettivi o dei benefici comuni (lotta all’individualismo). All’interno
del k sociale è possibile identificare tre tipologie diverse di contratti
sociali:
1. BONDING: legami tra pari per realizzare un mutuo supporto e
delle economie di scala (associazione di agricoltori che si
raggruppano insieme per reciproco sostegno)
2. BRIDGING: legame instaurato tra persone diverse; città e
campagna, agricoltore e cittadino/consumatore; ciò genera
un vantaggio poiché vengono conosciute le reali esigenze di
mercato (box agricolo con consegna diretta alla residenza).
3. LINKING: legame che si instaura tra persone che occupano
gradini diversi della scala sociale, allo scopo di facilitare
l’ottenimento degli obiettivi comuni -> strategie territoriali dei
vantaggi attribuibili attraverso il legame che si realizza con il
politico (esempio)
Vantaggi:
• La riproduzione delle competenze: capacità che hanno più aziende a
trasferire il proprio know how; confronto (miglioramento) e circolazione
delle competenze aziendali (open innovation).
• La diffusione della conoscenza: consequenziale, si riesce a migliorare il
sistema (si portano le aziende sullo stesso livello), la competizione porta
il miglioramento a livello locale (non devono raggiungere un vantaggio
competitivo)
• Sviluppo dell’attività sussidiarie: differenzia la produzione, permette di
variare e dare più possibilità; sistema circolare che porta più sbocchi
• Impiego di macchinari specializzati: le piccole aziende non hanno la
capacità economica di acquistarli
• Formazione di un mercato di lavoro specializzato: spesso manca una
figura, quella del professionista, che le piccole aziende, da sole, non
riescono ad acquistare le competenze mentre in gruppo è molto più
semplice (esempio può essere un veterinario per le prese zootecniche
di un’area)
• Sviluppo di industrie complementari: ottica sinergica dei rapporti
• La presenza di una norma critica: logistica, la comunicazione, la
tempistica nei mercati di sbocco
TIPOLOGIE DI DISTRETTI
1. Agroindustriale: vi è la realizzazione di un prodotto tipico (certificato,
diverso dai tradizionali), sia la scomponibilità e la divisibilità del processo
produttivo; vi è una concentrazione e una specializzazione delle
imprese; vi sono delle relazioni Inter industriali che creano un mercato
comunitario; vi sono delle relazioni interpersonali favorevoli ad una
speciale atmosfera informativa (definizione di Iacoponi che riprende
Marshall). “Nasce dall’integrazione fra un sistema locale di imprese
agricole ed un sistema locale di industrie di trasformazione della materia
prima agricola”, Piatti.
2. Agroalimentare: legge di orientamento 228 del 2001, art. 13: i sistemi
produttivi locali, anche a carattere Inter settoriale, che hanno una
significativa presenza economica e delle relazioni di interdipendenza
produttiva delle imprese agricole e agroalimentari, nonché di una o più
produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa:
interazione tra imprese efficienti, un’opera di marketing agroalimentare,
definizione delle priorità e degli aiuti agli investimenti, identificazione dei
fabbisogni di formazione, identificazione delle esigenze e delle richieste
di ricerca, creazione delle strutture di supporto, favorisce un know how
per identificare le abilità future.
3. Rurale: È più ampio, si parla di territorio e complesso residenziale, non di
impresa e filiera: comprende tutte le attività di piccole e medie imprese
che fanno parte dell’economia locale di un territorio locale, anche dal
punto di vista sociale (forme di vita di cultura sedimentare) ed
ambientale (valorizzazione del paesaggio)
4. Turistico: ambito geografica dov’è opera una popolazione di PMI che
condividono il patrimonio culturale sufficientemente omogeneo e che
racchiude in se diversi sistemi di prodotto che si rivolgono a diversi
segmenti di clientela, secondo processi di integrazione (capacità di
contenere in uno stesso ambito dei filoni diversi) e di omogeneità
TURISMO RURALE
Sono parte di esso sia il turismo verde (più estremo, si parla di ecoturismo nelle
aree protette; sia l’agriturismo, disciplinato dalla legge 96/2006.
Si crea turismo solo se il reddito è di beneficio delle aree rurali; quota di reddito
generata dal settore turistico. In funzione alla percentuale di reddito che viene
destinata all’insieme della popolazione locale o, nel caso dell’agriturismo, solo
ai singoli agricoltori.
Se il reddito è direttamente a beneficio della popolazione locale
(moltiplicatore) il turismo è Rurale
Se il reddito è a beneficio solo dei singoli agricoltori allora ha ricadute
solo nell’agriturismo
Turismo in aree rurali -> turismo turale -> agriturismo
La seconda definizione si basa sui contenuti dell’offerta: il turismo sarà rurale
quando la cultura rurale rappresenterà una componente importante
dell’offerta. In base alla principale attività specifica dell’offerta si parlerà di
agriturismo, di turismo verde, equestre, di turismo gastronomico, cinegenetico
(termine spagnolo, cultura popolare), storico culturale.
Turismo culturale: di iniziativa locale, a gestione locale, con progetti locali,
caratterizzato da paesaggi locali, valorizzante per la cultura locale
Il know how del turismo locale è crescere attraverso gli imprenditori locali:
capacità di farsi conoscere, di comunicare mediante parole, atteggiamenti,
ambiente e attività, con i cittadini che hanno perso il contatto con la
campagna e con la natura, per loro il rurale è un nuovo esotismo, lusso
supremo delle cose semplici.
Attrattività
Bassa Alta
Professionalità
Bassa
AGRITURISMO AGRITURISMO
OCCASIONALE INERZIALE
Alta
AGRITURISMO AGRITURISMO
DI SERVIZIO PROFESSIONALE
ITTITURISMO E PESCATURISMO
Ai sensi del decreto legislativo 154 del 2004 è un imprenditore ittico colui che
esercita un'attività di pesca in modo professionale, volta alla cattura di
organismi acquatici in ambiti Marini o svolga attività ad essa connesse.
Quest'ultime possono essere: Attività di ospitalità, didattiche, culturali
finalizzate alla corretta fruizione degli ecosistemi acquatici e delle risorse della
pesca e alla valorizzazione degli aspetti socio-culturali delle imprese ittiche
esercitate da imprenditori attraverso l'utilizzo della propria abitazione
denominata appunto Ittiturismo; e attività di lavorazione dei prodotti del
mare, conservazione e trasformazione e commercializzazione, nonché azioni
di promozione e valorizzazione. Dunque l'ittiturismo consiste in quelle attività
di ricezione ed ospitalità esercitata dai pescatori professionisti che mettono a
disposizione le loro abitazioni e che offrono servizi di ristorazione e
degustazione dei prodotti tipici marini. è importante quindi sfruttare le risorse
che si hanno a disposizione attraverso abitazioni tipiche dei Pescatori che oltre
a rappresentare un valore storico comune monumentale costituiscono un
vantaggio competitivo rispetto a quelli che non possono sfruttare lo stesso
patrimonio ambientale e strutturale.
Comunque si potrebbero ottenere altri profitti attraverso per esempio
l'allestimento di botteghe dove, oltre a vendere il prodotto ittico appena
pescato possono far conoscere le tradizioni e le leggende del mondo della
pesca. al riguardo da molti anni le associazioni del Movimento Cooperativo
pesca Aspettano l'approvazione di una legge che possa definire Ittiturismo
come agriturismo del mare. in Sicilia sono stati adottati provvedimenti per
ampliare questa attività turistica infatti nel marzo 2005 la regione ha stanziato
circa €7000000 a sostegno dei Pescatori che vogliono avviare questa attività.
i singoli beneficiari possono ottenere massimo €20000 per la creazione
dell'attività, Mentre per la ristrutturazione di edifici un massimo di €50000.
Le strade del pesce Sono iniziative a cui aderiscono ad esempio i mercati ittici,
i commercianti, i ristoranti, le pescherie Con lo scopo di far conoscere al
consumatore I differenti prodotti ittici, la loro stagionalità, le loro caratteristiche
e la loro qualità attraverso eventi e manifestazioni lungo tutta la costa dei
territori di riferimento.
Pescaturismo, Cioè l'imbarco di persone non facenti parte dell'equipaggio
su navi da pesca a scopo Turistico ricreativo. Il pescaturismo quindi consente
la attività di ristorazione che può essere effettuata bordeaux e di escursioni
che consentono l'esplorazione dell'ambiente costiero e possono praticare
queste attività tutti gli armatori in possesso di imbarcazione per la pesca
costiera.
Deve essere presentata una domanda al capo del compartimento
Marittimo del luogo di iscrizione della nave allegando la copia delle
annotazioni di sicurezza dell'unità, la copia della prova di stabilità e la copia
delle annotazioni di sicurezza, finalizzate solamente all'esercizio del
pescaturismo. l'autorizzazione deve essere rinnovata ogni tre anni ed è
necessario Inoltre possedere il registro navale italiano. per rinnovare
l'autorizzazione è necessario presentare la domanda presso la Capitaneria
di Porto e in questo caso non è necessario eseguire le prove di stabilità punto
infine il numero massimo di passeggeri che può ospitare un'imbarcazione è
fissato a 12 persone.
Acquacoltura È una forma di allevamento intensivo che attraverso apposite
gabbie situata in zone costiere o sulla terraferma all'interno dei baci naturali,
mantiene in cattività gli organismi da allevare.
Maricoltura Ha l'obiettivo di incrementare la produttività nel settore ittico E
comprende varie forme come quella di piscicoltura e molluschicoltura.