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14 ottobre 2021

Arte e Media
Anni 1922 e 1928 “Balletto Triadico” ( Bahuaus) e “Quadri di un’esposizione” ( Kandinskij)
Walter Benjamin —> L’opera d’arte nella tua riproducibilità tecnica

Concetto di copia : si parla di copia quando vi è un originale, ma nel caso della moneta, della xilogra a, e della
litogra a, non è presente un originale, dunque “le copie” vengono de nite riproduzioni.

Il tema della riproducibilità non è un tema speci co degli anni ’20, ma ha riferimenti storici più lontani

• Monete

• Xilogra a —> incidere e inchiostrare una tavola di legno per trasferire l’immagine dalla matrice ai fogli
tecnologia già in uso prima della stampa, era possibile riprodurre immagini in più copie.

• Stampa —> Gutenberg 1453-1455, di usione di testi scritti.

• Litogra a —> ( Lìthos = Pietra) tecnica chimico- sica.


La matrice, fatta di pietra calcarea CaCO3 (successivamente di zinco), si disegna con sostanze grasse,
dunque la si spennella con un liquido a base di acido nitrico HNO3 e mendante torchio si comprime la stessa
matrice con il foglio
• Fotogra a —> 1826-27 Vista dalla nestra a Le Gras di Joseph Nicéphore Niépce, seppur già Aristotele nel
IV secolo a.C. scrisse il principio della camera oscura; dalla matrice rigida si passa alla pellicola e
l’impressione diventa in negativo
La fotogra a permette una riproduzione tecnica estremamente sempli cata e potenzialmente in nita, dunque si
può de nire come anticamera del cinema (fotogrammi uniti, che in successione danno l’idea del movimento)
—> Muybridge (cavalli) riproducendo le immagine ad alta velocità si aveva l’impressione del movimento

Guardando la fotogra a ci si accorgeva di un elemento che l’occhio umano non aveva analizzato, al galoppo si
aveva l’impressione che il cavallo staccasse le quattro zampe, invece ci si accorse che l’animale aveva sempre
un appoggio. Dunque la tecnologia permette di cogliere aspetti della realtà che non sono percepibili senza il
supporto della tecnologia stessa; successivamente vengono difatti realizzate opere che poggiano su questa
abilità di aumentare la capacità di lettura della realtà.

Riproducibilità che aumenta il potenziale dei fruitori/consumatori, (se ho un’immagine che è sempre l’originale,
attraverso la di usione a data a riproduzione concreta, può viaggiare da una parte all’altra del globo; si allarga
quindi il potenziale dei fruitori, tuttavia si perdere il rapporto diretto artista-opera, rapporto ancora più immediato
per le arti performative. I primi esperimenti fotogra a erano i ritratti o sperimentazioni di diversi campi, perciò si
aveva la possibilità di so ermarsi su dettagli che a fatica potevano essere colti senza l’utilizzo della tecnologia.
Si ha l’aumentare della quantità di informazione del fatto artistico.

Riproducibilità

• Vantaggi : possibilità di cogliere aspetti che senza lo strumento tecnologico è impossibile percepire
Teatro greco —> espressività del volto a teatro non visibile a causa della distanza sica

• Svantaggi : cancellazione rapporto artista opera e assenza HIC ET NUNC (qui ed ora)

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Benjamin parla di un concetto totalmente nuovo, mai messo a fuoco, dell’aura.


A prologo del saggio terminato nel ’36 mette un breve testo che è di un poeta Paul Valéry (francese) importante
dettaglio a indicare che la materia di cui parla non è qualcosa di materiale ma di intangibile e invisibile.

“Le nostre arti belle sono state istituite in un epoca ben distinta dalla nostra, in un epoca in cui il potere d’azione dell’uomo sulle cose era

insigni cante rispetto a quello cui disponiamo oggi (1936). Ma lo stupefacente aumento dei nostri mezzi (fotogra a e cinema), la loro duttilità e la

loro precisione, le idee e le abitudini che essi introducono garantiscono cambiamenti imminenti profondi nell’antica industria del Bello.

In tutte le arti si dà una parte sica che non può più venir considerata e trattata come un tempo, e che non può più venir sottratta agli interventi

della conoscenza e della potenza moderne. Né la materia né lo spazio, né il tempo non sono più, da vent’anni in qua, ciò che erano da sempre.

C’è da aspettarsi che novità di una simile portata trasformino tutta la tecnica artistica, e che così agiscano sulla stessa invenzione, no magari a

modi care meravigliosamente la nozione stessa di Arte.”

Riferimenti cardine

• Materia : prima con una sicità ben de nita (tela pennelli pigmenti marmo) —> smaterializzazione dell'opera

• Spazio : gli spazi dove si fruiva l’arte erano luoghi sici, aperti a fruibilità pubblica (ed. culto/pubblici) o
privata per classi agiate (muri di abitazioni private) —> ora muta, luoghi con moltiplicazione in nita (cinema).
Lo spazio di fruizione diventa pubblico ma non legato a un rituale

• Tempo : presente un appello ad un tempo comunitario —> ampliamento del tempo

Ampliamento = MOLTIPLICAZIONE ma viene distrutto questo sentimento, sensazione, emozione legata alla
partecipazione di un evento che ha carattere di unicità, non legato a riproduzione meccanica; poeta come
visionario che intuisce aspetti del futuro presagiti nel tempo in cui viveva. Il cambiamento in questi 80-90 anni è
un cambiamento che ha realmente stravolto il mondo della produzione di immagini e della produzione dell’arte.

«Come l’acqua, il gas o la corrente elettrica, entrano grazie a uno sforzo quasi nullo, provenendo da lontano, nelle nostre abitazioni per

rispondere ai nostri bisogni, così saremo approvvigionati di immagini e di sequenze di suoni, che si manifestano a un piccolo gesto, quasi un

segno, e poi subito ci lasciano»

Aura = sentimento che sia avverte quando siamo di fronte a qualcosa di autentico e originale, unico non
soltanto per la sua sicità, che cambierà nel tempo e nello spazio; qualcosa che si può cogliere di fronte a realtà
con caratteri di unicità, autenticità ed originalità.

Deriva dalla sicità dell’opera ( dipinto Caravaggio, marmi del Partenone ) non permanente, che si può
modi care nel tempo, che obbedisce alle leggi del tempo, si modi ca, si degrada, cambia con la luce.
[ Parentesi resastauro Sposalizio della vergine di Ra aello —> I restauri ( molte volte discutibile, perché senza
riferimenti) che restituiscono parte dell’originalità dell’opera entrano in relazione con qualcosa che appartiene ad
ogni opera e che ha a che fare con il tempo ( che come abbiamo già detto muta l’opera ); queste modi che
avvengono sull’unicum, non sulle copie o sulle riproduzioni ]

L’originalità ha a che fare anche con lo spazio —> Nozze di Cana de Il Veronese ( refettorio della chiesa di San
Giorgio Maggiore del Palladio 10X7 ) l’opera non ha una collocazione neutra, composta e posta proprio in quel
luogo, per fondersi nel contesto in cui viene immesso. Napoleone Bonaparte ha l’idea di trasportare il dipinto
Parigi, sezionandolo a fette e ricucendolo all’arrivo, difatti oggi lo ritroviamo al Louvre, nella sala in cui c’e la
Gioconda di Leonardo (passa quasi inosservato).
Perciò quella che era un’opera inserita in una parete per dare impressione di continuità di spazi, quello che era
un unicum, quel valore/emozione particolare che l’opera assumeva e che ci restituiva nel refettorio, totalmente
scompare perché diventa un dipinto con la sua cornice all’interno di una sala di museo.

Cosa perde l’opera? Non ha l’Aura, qualcosa che possiamo de nire per negazione, è assente quella carica
creativa ed emotiva che l’opera ha nello spazio in cui è concepita, l’Aura è un elemento collegato all'opera e che
è possibile cogliere quando si ha a che fare con una materia, con uno spazio e un tempo che hanno
caratteristiche di unicità. HIC ET NUNC

“ Ciò che vien meno è insomma quanto può essere riassunto con la nozione di «aura»; e si può dire: ciò che vien meno nell’epoca della

riproducibilità tecnica è l’«aura» dell’opera d’arte. Il processo è sintomatico; il suo signi cato rimanda al di là dell’ambito artistico. “

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Le Nozze di Cana
Nell’autunno del 2006 il museo del Louvre raggiunse un
accordo con la fondazione Giorgio Cini e concesse a Factum
Arte l’accesso per digitalizzare l’immenso dipinto de Le
Nozze di Cana.

Realizzata dall’inglese Adam Lowe nel 2007.


Una volta ricavati separatamente linea, colore e volume,
questi vengono fusi tramite un processo di stampa digitale
per ricostruire un clone del dipinto; chiamiamo copia il
duplicato fotogra co di un’opera ( riproduzione di linee e
colori ), in questo caso viene introdotta la dimensione
volumetrica-materica, ci si avvale quindi del termine clone
( copia volumetrica ).

Secondo il principio citato in precedenza, questa riproduzione, che non è l’originale, non possiede aura propria.
Sorge però sportano un quesito : se l’aura è data da materia, spazio e tempo, è possibile che riproducendo la
materia del dipinto e avendo recuperato lo spazio originario, quest’ultima si sia spostata dal Louvre a Venezia?

“ Senza dubbio per lei l’aura dell’originale era migrata dal Louvre a San Giorgio :

la prova migliore è che si doveva venire a vedere l’originale per rendersene conto. “

Peter Greenaway Wedding at Cana, a Vision 2010

L’installazione ( meta-opera ) di Peter Greenaway è


una reinterpretazione dell’opera che di fatto si svolge
nello spazio e nel tempo, sono coinvolte anche le
pareti laterali, così come il resto dell’architettura
( compreso il clone ), dando vita a uno spazio unico e
interrelazionato.

Come riusciamo a vedere l’originale?


Se non c’è luce, non c’è spazio, non vi è immagine.
Quindi com’era illuminato originariamente il dipinto?
CERTAMENTE NON C’ERA ILLUMINAZIONE
ARTIFICIALE, ma illuminazione NATURALE o
LAMPADE ad olio, ma come erano queste luci?
Pensiamo al Louvre, davanti al dipinto di Veronese,
non si vede la fonte luminosa, la luce è piana e
neutra, si distribuisce in modo uniforme su tutto il dipinto.

Proviamo a pensare alla luce naturale, tutto l’opposto: muta con il tempo, arriva lateralmente, non è né piana né
statica e così accade anche per le lampade ad olio; perciò la visione originaria, legata all’autenticità è vincolata
anche alla luce dell’ambientazione iniziale.

Progetto di Greenway —> video-proiettore ( MEDIACONTECH ) che proietta immagini = proiezione di luce.
Attraverso i software con cui viene trattata l’immagine da proiettare la luce può essere modi cata, ecco che
utilizzando le tecnologie riusciamo a modi care la percezione dell’opera, cogliamo quindi la possibile capacità
dei nuovi media di riavvicinale l’opera al fruitore; inoltre l’opera era accessibile a intervalli regolari, in modo da
seguire un preciso svolgersi degli eventi, e creando una nuova dimensione performativa , di conseguenza
questo intervento ha un suo sviluppo, un suo tempo proprio. La convocazione dei fruitori non era libera,
pertanto in modo arti cioso, si era ricreata una ritualità legata alla fruizione originaria dell’opera, vincolata da
elementi spaziali e temporali speci ci. ( Richiamo della Ritualità )

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La riproducibilità tecnica crea anche un altro sconvolgimento —> Dimensione Economica
Il lavoro dell’artista produce immagini con quale scopo/valore speci co?

“ L’unicità dell’opera d’arte si identi ca con la sua integrazione nel contesto della tradizione.

Il valore unico dell’opera d’arte autentica trova una sua fondazione nel rituale,

nell’ambito del quale ha avuto il suo primo e originario valore d’uso. “

L’immagine viene creata, non più in funzione di una fruizione di un pubblico.

Con i vari metodi di riproduzione tecnica l’opera abbiamo un passaggio radicale che consiste nella perdita del
valore rituale ( magico, del culto, religioso ) e nel distaccamento dalla dimensione pubblica; si osserva invece
un’acquisizione di valore espositivo, legato alla dimensione economica.

Grazie ai nuovi medium l’espansione della platea diventa potenzialmente in nita, paradossalmente la capacità di
parlare a una platea senza limite e indistinta va a coniugarsi con una certa afasia, incapacità di comunicare.

Ad oggi il valore di un’opera è commisurato alla sua capacità e al proprio potere di acquisto fruitori.

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