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IL NOVECENTO, IL CORNO DOPPIO, IL TRIPLO.

In Europa alla fine dell’800 ogni orchestra ormai dispone di cornisti che utilizzano corni a
macchina in Fa, ma le filosofie costruttive differiscono sensibilmente da un paese all’altro.
A Vienna il sistema adottato è quello ancora oggi in uso nella sezione corni dei “Wiener
Philarmoniker”denominato dello stantuffo o valvola viennese, ideato da Uhlmann nel 1830 .
In Francia invece si preferisce adottare il pistone o sistema Perinet, dal nome del suo ideatore, che
lo brevetta nel 1839 e che viene perfezionato poi a Bruxelles da A. Sax e che è stato largamente in
uso fino a pochi decenni or sono.
Entrambi i citati metodi prevedono che la deviazione della colonna d’aria avvenga tramite la
pressione di un pistone che si muove longitudinalmente.

IMMAGINE PISTONI E STANTUFFI.

Diversa è la filosofia del sistema cosiddetto tedesco o del cilindro rotante, ideato dal Riedl a
Vienna, sistema che si è imposto agli altri per la sicurezza del funzionamento e che, corno viennese
a parte, è rimasto il solo attualmente in uso.
L’aria è deviata nelle pompe attraverso aperture create sulle pareti del cilindro, la cui rotazione
viene attivata da un sistema di leveraggio collegato alla tastiera.

IMMAGINE CILINDRI ROTANTI

La tecnica dei cornisti si evolve così in misura enorme, alimentata anche dalle nuove esigenze dei
compositori tardo romantici, Richard Strauss in testa. Il virtuosismo richiesto ora anche agli
strumentisti d’orchestra spinge i costruttori a cimentarsi in progetti che rendano le parti musicali
più eseguibili, visto che l’estensione richiesta dalla grande orchestra è ora prossima alle quattro
ottave.
Il solo corno in Fa, pur con l’adozione dei cilindri, non dà garanzie sufficienti di centratura delle
note, in particolare nel registro acuto, dove la presenza di frequenze armoniche molto vicine rende
la stecca, o scrocco, molto probabile.
La soluzione che si impone alle altre è quella di affiancare al corno in Fa una serie di canne in Si/b
che, azionata da un pistone od un cilindro mediante l’uso del pollice, alza la tonalità dello
strumento di una quarta rendendone molto più sicura l’emissione.
L’idea di un doppio strumento era già venuta ad alcuni costruttori, tra i quali è giusto ricordare
Maresch e Clagget nel settecento e particolarmente Gautrot con il suo système equitonique del1864,
ma è nel 1899 che Fritz Kruspe coadiuvato da Gumbert realizza ad Erfurt, in Germania, il primo
strumento che si avvale di tre cilindri rotanti oltre ad un pistone che, azionato dal pollice, devia la
colonna d’aria nella fila di canne più corta alzando la tonalità di impianto a Si/b.
In seguito anche per il pollice si preferisce un cilindro rotante in alternativa al pistone che non
garantisce le stesse possibilità tecniche oltre ad essere meno sicuro nel funzionamento.
Nasce così il Corno doppio in Fa/sib che a tutt’oggi è di gran lunga lo strumento più utilizzato tra i
professionisti di tutto il mondo. A questa innovazione ne seguiranno altre, la più recente e diffusa è
probabilmente la aggiunta al corno doppio di un ulteriore appendice in Fa acuto (un ottava sopra il
corno in Fa tradizionale). Ciò renderebbe lo strumento molto pesante ma le più recenti tecnologie e
le innovazioni nel campo dei materiali e del designa (per esempio la compensazione tra le sezioni di
canne) hanno ovviato a questo inconveniente ed è oggi possibile suonare un corno triplo che pesa
meno di un doppio di pochi anni fa.
Compiuta la fase evolutiva del Waldhorn e migliorate le tecnologia costruttive, il Corno si avvia nel
900’ ad essere strumento cardine dell’orchestra sinfonica, e con l’avvento dei nuovi mezzi di
comunicazione non disdegna di apparire nella musica commerciale da Film, nel Jazz ed in ogni
altra forma di musica moderna.

Nel ventesimo secolo ricompare una figura che era, dopo l’era di Punto, andata scomparendo,
quella del solista. La figura più importante in questo senso è senza alcun dubbio quella di Dennis
Brain (1921-1957). Nato a Londra da una famiglia di cornisti (padre, zio e nonno sono personaggi
chiave nell’evoluzione del corno in Inghilterra), il giovanissimo Brain si impone subito
all’attenzione del mondo musicale tanto da divenire primo corno solista della “Philarmonia
Orchestra” ma è come solista che il suo nome diviene celebre in tutta Europa.
Purtroppo la sua scintillante carriera solistica dura solo vent’anni e si interrompe bruscamente con
la morte a causa di un incidente automobilistico all’età di trentasei anni.
L’enorme merito di Brain non è solo quello di avere ricreato la figura del solista di corno, ma anche
quello di avere interessato i compositori a lui contemporanei allo scrivere brani a lui dedicati in
questa veste.
Paul Hindemith, Benjamin Britten, Malcom Arnold e Gordon Jacob sono solo alcuni dei molti
compositori ispirati dalla facilità tecnica e dalla vena poetica con cui Brain suonava, doti queste
oggi riscontrabili nelle parecchie registrazioni ancora in commercio.
Inevitabilmente una figura come quella di Brain traccia un percorso nel quale altri strumentisti si
cimentano, negli anni successivi alla sua prematura scomparsa decine di cornisti hanno abbracciato
la carriera solistica e per motivi di spazio solo alcuni vengono menzionati.
In Inghilterra Alan Civil, Barry Tuckwell (Australiano di origine ma inglese d’adozione), Ifor
James, Frank Lloyd.
In Francia George Barboteau, Daniel Bourgue, in Italia Domenico Ceccarossi, in Germania
Hermann Baumann, Peter Damm, in Svezia Ib Lanzky-Otto, negli Stati Uniti Dale Clevenger.
Oltre a questi illustri maestri in attività dagli anni 60 ad oggi molte nuove personalità si stanno
imponendo nel panorama concertistico attuale contribuendo a confermare, se ancora ve ne fosse il
bisogno, il Corno come uno strumento solista a tutti gli effetti.
Molto tempo è passato da quando il corno attraverso la Caccia , la Posta e le fanfare militari entra
nell’orchestra ed inizia il suo inarrestabile ciclo evolutivo. L’ascoltatore contemporaneo è spesso
stupito nel sentire il virtuosismo tecnico dei solisti di oggi e le elettrizzanti sonorità orchestrali del
Corno attuale e qualunque sarà la musica del futuro essa non potrà prescindere dal magico suono
del Corno, la strada è ancora aperta.

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