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Gramsci e il subalterno:

Il subalterno nel postcolonialismo significa una classe della gente subordinata, più
bassa del proletariato e senza la propria voce, in conseguenza dell’egemonia
culturale. Il lemma fu inventato dall’intellettuale e marxista teorico italiano Antonio
Gramsci nei suoi Quaderni del carcere. Per Gramsci i subalterni non possono
protestare l’ingiustizia della loro oppressione sociale al potere dominato perché non
hanno un modo per comunicarla.

Said e Orientalismo:

Dal saggio di Edward Said (palestinese) dal nome Orientalism pubblicato nel 1978,
molti accademici hanno incominciato a usare il termine orientalismo per riferirsi a un
atteggiamento paternalistico occidentale nei confronti del Medio Oriente e del
Maghreb. Nell'analisi di Said, l'Occidente rende essenziali queste società come
statiche e non sviluppate, creando così una visione della cultura orientale che può
essere studiata, rappresentata e riprodotta. Implicito in questa fabbricazione, scrive
Said, è l'idea che la società occidentale sia sviluppata, razionale, flessibile e
superiore. Tutti i pregiudizi e i preconcetti diventavano una guida, come se fosse un
manuale di intervento. Così si crea uno stereotipo: la conoscenza, la rappresentazione
dell’altro in termini culturali è fondamentale. Non ci sarebbe stata colonizzazione se
non ci fosse stato lo strumento culturale di alcuni intellettuali. Per Said il vero
intellettuale è un outsider (molto simile all’underdog), un contestatore, un esiliato, un
dilettante. A fronte di tanti intellettuali professionisti che pongono il loro lavoro a
servizio dell’ordine costituito, il vero intellettuale si prende la responsabilità di dire la
verità al potere. (tra questi: Gramsci, Spivak, Fanon) Non bisogna parlare di quello
che non si conosce. Gramsci diceva: Io parlo perché vivo

Daniel Barenboim:
Uno dei direttori d’orchestra più importanti dei nostri giorni. Said, che era un
musicologo, mise insieme a Barenboim una delle esperienze di incontro tra
palestinesi ed israeliani, si chiamava East Western divan Orchestra, i due
selezionarono dei musicisti giovanissimi palestinesi ed israeliani e li fecero lavorare
per un lungo periodo sotto la loro direzione. Questi ragazzi raccontarono che
potevano lavorare insieme al di là di tutte le differenze, lontananze, gli odi. Si
stabilirono a Berlino come un conservatorio di musica accreditata che addirittura
offriva dei diplomi.

Devi, The Hunt:


Mahasweta Devi è uno delle scrittrici di spicco e ha lavorato per i diritti delle persone
di bassa classe sociale, in particolare i popoli tribali. I personaggi di Mahasweta Devi
sono braccianti senza terra, tribali e donne povere. Devi mostra come i popoli tribali
convivano a stretto contatto
la natura, che sta fornendo tutto per loro, e può facilmente sopravvivere con la foresta
e animali perché la natura è il mondo per loro. Mary Oraon/ tehsildar

Appadurai:

le aspirazioni nutrono la democrazia: si ricollega al concetto di subalterno, parlando


anche degli studenti. Nella società esiste un ruolo per ogni persona, gli studenti se
non hanno aspirazioni, o non trovando alcuna aspirazione all’interno della società
non si creano identità precise su cosa o chi si vuole diventare nel futuro. Le
aspirazioni viceversa nutrono la democrazia, e la stessa capacità di aspirare è per i
poveri, cioè per una parte gigantesca dell'umanità, la premessa per riconoscere la
propria condizione, per prendere parola, per protestare e federarsi, per cambiare la
propria vita. Insomma, è la meta-capacità di ogni capacità. Dando conto dell'alleanza
dei poveri senza abitazione e senza diritti di Mumbai, del loro modo paziente di
lottare, del loro modo innovativo di associarsi, Arjun Appadurai nei due brevi saggi
qui raccolti -La capacità di aspirare e Democrazia profonda - valorizza la cultura
come capacità di avere aspirazioni e di pensare il futuro. Questo importante lavoro di
ridefinizione della politica democratica dell'antropologo indiano è presentato.

Hall:

Stuart McPhail Hall (Kingston, 3 febbraio 1932 – Londra, 10 febbraio 2014) è stato
un sociologo, accademico e attivista giamaicano naturalizzato britannico. I Cultural
Studies designano una particolare corrente di pensiero e di studi sociali e culturali che
hanno origine in Gran Bretagna a partire dalla fine degli anni cinquanta i quali,
partendo dal concetto fondamentale di cultura intesa non come cultura alta (high
culture) bensì come a whole way of life vale a dire, in un senso più ampio, come i
molteplici modi di vivere e di comunicare nella società, promuovono la propria
ricerca interdisciplinare a proposito della relazione tra cultura e potere, cultura e
società interrogandosi continuamente su tematiche quali l’identità, la politica, l’etnia,
il cambiamento sociale e la subordinazione di alcuni gruppi come le donne, i poveri e
le minoranze etniche. Gli studi culturali combinano una varietà di approcci critici
politicamente impegnati tra cui postmodernismo, semiotica, marxismo, teoria
femminista, etnografia, teoria critica, post-strutturalismo e postcolonialismo. Gli studi
culturali cercano di capire come venga generato il significato, e come esso sia legato
– secondo l'impostazione teorica postmoderna – ai sistemi di potere e di oppressione.

Bessie Head:

Scrittrice sudafricana. Dikeledi e Garesego Mokopi; Kenalepe e Paul Thebolo. The


Collector of Treasures (La donna dei tesori. Racconti da un villaggio del Botswana,
1987), uscito nel 1977, è una drammatica denuncia degli atteggiamenti di oppressione
degli uomini nei confronti di donne e bambini. Head evidenzia questo tema
descrivendo il contrasto fra il matrimonio di Dikeledi, la protagonista, e Garesego, il
marito, e il matrimonio ideale dei vicini Kenalepe e Paul Thebolo. La scrittrice
espone dal punto di vista delle donne, una teoria riguardo gli uomini. Head difende
l’idea che ci siano due tipi di uomini: ci sono quelli che vanno con le loro donne
come i cani, spinti dal desiderio carnale e quelli che si occupano davvero delle donne
come esseri umani. I primi vivono prossimi ai livelli animaleschi e si comportano
come tali. Come i cani e le scimmie non accettano le responsabilità delle vite che
generano e possono indurre anche le donne agli aborti. Ci sono poi uomini che invece
concentrano le loro risorse, emozionali e materiali, attorno la loro vita familiare e che
vanno avanti con il loro ritmo quieto come un fiume.

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