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IMPIANTI ELETTRICI

• Gli impianti elettrici negli edi ci di uso


civile hanno la funzione di assicurare
l'alimentazione delle utenze elettriche.
Tali impianti per assicurare una adeguata
protezione devono attenersi alle regole
normative e legislative, previste per gli
impianti elettrici a bassa tensione;
devono quindi essere progettati ed
eseguiti in conformità con queste

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IMPIANTI ELETTRICI
• Schema tipologico impianto casalingo a 230 V

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IMPIANTI ELETTRICI
• Schema distribuzione impianto casalingo a 230 V

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IMPIANTI ELETTRICI
Schema distribuzione impianto
casalingo a 230 V

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IMPIANTI ELETTRICI
Esempio di
rappresentazio
ne planimetrica
di un impianto
elettric
caso
edi cio
residenzial

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LE CANALIZZAZIONI
• Le canalizzazioni rappresentano la tipologia di
distribuzione delle reti elettriche e dati. I cavi elettrici
sono posati in canali, cavidotti e portati ai punti di
utilizzo.
• Le canalizzazioni saranno scelte in funzione della
tipologia edilizia: una prima distinzione dipende dal
caso che si tratti di edilizia prefabbricata o di edilizia

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LE CANALIZZAZIONI
• Tipi di distribuzione
• In cavo uni lare in tub
• Cavo doppia protezione in canale

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:

LE CANALIZZAZIONI
• Esempi di passaggio cavi in guain

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o

LE CANALIZZAZIONI
• Esempi di passaggio cavi protetti in canal

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e

LE CANALIZZAZIONI
• ESEMPI DI POS
• A: di murature isolate termicamente (cavi con o senza guaina in tubi
protettivi circolari, cavi con guaina senza tubi protettivi
• B: di murature tradizionali o in cemento (cavi con o senza guaina in
tubi protettivi circolari o non circolari, cavi con guaina senza tubi
protettivi
• C: di cavità strutturali (cavi con o senza guaina in tubi protettivi circolari
o non circolari, cavi con guaina senza tubi protettivi
• D: di stipiti di porte e nestre (cavi senza guaina in tubi protettivi o cavi
con guaina posati in stipiti di porte o nestre)

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)

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)

LE CANALIZZAZIONI
• Esempio di installazione di un impianto elettrico su
edilizia tradizionale. Questa è condizionata in
particolare
• - dal tipo di tramezzatura e dallo spessore dell'intonac
• - dal tipo di solaio e dalla relativa nitur

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:

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a

LE CANALIZZAZIONI
• Esempio di canalizzazione all’interno di strutture a secco
in legno, gesso rivestito, o materiali similare

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LE CANALIZZAZIONI
• ESEMPI DI DISTRIBUZIONE IN TUBO O
CANALETT
• A: cavi senza guaina in tubi protettivi circolar
• B: cavi con guaina in tubi protettivi circolar
• C: cavi senza guaina in tubi protettivi non circolar
• D: cavi con o senza guaina in canali provvisti di
elementi di separazione.

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A

LE CANALIZZAZIONI

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LE CANALIZZAZIONI
• C: cavi senza guaina in tubi protettivi non circolar
• D: cavi con o senza guaina in canali provvisti di
elementi di separazione.

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i

LE CANALIZZAZIONI
• ESEMPI POSA INTERRAT
• A: a pavimento con o senza guaina in tubi protettivi
non circolar
• B: a pavimento con o senza guaina in tubi protettivi
circolar
• C: cavi senza guaina in tubi protettivi circolari posati
entro cunicoli ventilati incassati nel paviment
• D: cavi con guaina interrati

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i

LE CANALIZZAZIONI
• ESEMPI

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LE CANALIZZAZIONI
• CASI COMUN
• B: a pavimento con o senza guaina in tubi protettivi
circolar

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i

MPIANTI IDRICI
• Le acque a servizio di un edi cio possono provenire
dall'acquedotto o da impianti privati di captazione. In
ogni caso è necessario interporre, tra la rete di
adduzione all'edi cio e la rete di distribuzione, un
sistema per la misurazione delle quantità d'acqua
fornite.

Negli edi ci gli impianti idrici provvedono

- all'adduzione e alla distribuzione di acqua calda e
fredda per i servizi;

- allo scarico delle acque usate;

- allo smaltimento delle acque meteoriche

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IMPIANTI IDRICI

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MPIANTI IDRICO-SANITARI
• La distribuzione
delle acque potabil
• ai servizi igienic
• si parla di acqua
potabile fredda (AF)
e calda (ACS
• Per lo scarico del
WC può essere
usata anche un
acqua non potabile
da recuper
• (AT) acqua tecnica
da rete dual

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o

MPIANTI IDRICO-SANITARI
Esempio di distribuzione a collettore in bagno

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MPIANTI IDRICO-SANITARI
Esempio di distribuzione a collettore in bagno

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MPIANTI IDRICO-SANITARI
distribuzione sotto traccia

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MPIANTI IDRICO-SANITARI
distribuzione in intercapedine

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MPIANTI IDRICO-SANITARI
distribuzione in intercapedine

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MPIANTI IDRICO-SANITARI
Distribuzione adduzione e scarichi in un bagno

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MPIANTI IDRICO-SANITARI
Distribuzione adduzione e scarichi in un bagno

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MPIANTI IDRICI
• Materiali delle tubazioni

Le tubazioni utilizzate sono in acciaio zincato, in PVC
(cloruro di polivinile) o in rame. L'uso contemporaneo di
ferro zincato e di rame può determinare fenomeni
elettrochimici indesiderati. Non sono ammesse tubazioni
in piombo per le sue caratteristiche di tossicità. Sui tubi
zincati non sono ammesse saldature.

Le tubazioni di adduzione principale ai fabbricati sono
generalmente in ghisa o in acciaio con rivestimento
esterno catramato per consentirne l'interramento

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MPIANTI IDRICI
• Materiali delle tubazioni int

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MPIANTI IDRICI
• Materiali delle tubazioni interne: Rame

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MPIANTI IDRICI
• Materiali delle tubazioni interne

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MPIANTI IDRICI
• Materiali delle tubazioni interne: acciaio zincato (vecchi
impianti)

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MPIANTI IDRICI
• Materiali delle tubazioni interne
• acqua potabile in multistrato e scarichi in PVC

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:

MPIANTI IDRICI - RETI DI SCARICO


• La rete di scarico e ventilazione, realizzata prevalentemente
in ghisa e in PVC, è costituita dai seguenti principali
elementi:

- colonna di scarico: raccoglie le acque di scarico delle
diramazioni dei vari servizi e le convoglia al collettore
orizzontale;

- collettore orizzontale di scarico: raccoglie le acque di
scarico della colonna e le convoglia all'innesto con la rete
fognante;

- diramazione di scarico: sono le tubazioni che connettono i
singoli apparecchi alle colonne di scarico:

- colonna di esalazione primaria: è la tubazione che collega il
terminale superiore della colonna di scarico con l'atmosfera
(oltre la copertura dell'edi cio);

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MPIANTI IDRICI - RETI DI SCARICO
• - colonna di ventilazione: è la tubazione verticale di areazione,
(anch'essa portata oltre la copertura dell'edi cio) collegata alla base
con la colonna di scarico e, ad ogni piano, con le diramazioni di
ventilazione;

- colonna di ventilazione secondaria: collega gli scarichi dei singoli
apparecchi sanitari con la colonna di ventilazione (può essere
sostituita da una diramazione "a gancio" tra le "braghe" di scarico
dei servizi con la colonna di ventilazione)

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MPIANTI IDRICI - RETI DI SCARICO
• Materiali rete scarichi oggi principalmente PVC: in alternativa polietilene

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MPIANTI IDRICI - RETI DI SCARICO
• Materiali rete scarichi: rete raccolta in PV

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C

MPIANTI IDRICI - RETI DI SCARICO


• Materiali rete scarichi: rete raccolta a terra scarichi in polietilen

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e

MPIANTI IDRICO-SANITARI
Esempio di rete scarico sotto pavimento nel massetto porta
impianto

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MPIANTI IDRICO-SANITARI
Esempio di
rete
scarico
sotto
pavimento
nel
massetto
porta
impianto

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SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE

• Le acque meteoriche, raccolte attraverso una rete


indipendente da quella delle acque usate, devono
essere convogliate in un "sistema
ricettore" (fognatura pubblica, terreno, corso
d'acqua, ...) previa approvazione da parte dell'autorità
competente. Lo smaltimento delle acque meteoriche
si avvale di un sistema di raccolta che dipende dal
tipo di copertura dell'edi cio - canali di gronda e
converse nel caso di tetti a falde, bocchettoni nel
caso di coperture piane, caditoie nel caso di super ci
piane come strade e cortili - tale sistema trasferisce le
acque al "sistema ricettore" attraverso tubazioni di
raccordo: pluviali (verticali) e collettori (orizzontali).

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SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE
• la determinazione delle portate di acqua meteorica da smaltire
implica calcoli complessi che devono necessariamente tenere conto
di molti fattori quali:

- le caratteristiche climatologiche e geomorfologiche del sito;

- le caratteristiche urbanistiche e le volumetrie in gioco;

- le caratteristiche tecniche e geometriche della rete di raccolta e
smaltimento
• I materiali utilizzati per i sistemi di raccolta e raccordo sono:

- per le gronde: acciaio zincato, PVC, rame, acciaio inox;

- per le tubazioni verticali: ghisa, PVC, polietilene ad alta densità,
lamiera zincata, rame, acciaio inox e acciaio smaltato per tubazioni
interne;

- per i collettori orizzontali: ghisa, PVC, polietilene ad alta densità,
cemento, brocemento,

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SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE


• Il dimensionamento di un canale a servizio di un bacino
di raccolta è funzione del volume teorico di acqua che
detto bacino può raccogliere nell'unità di tempo; la
portata è quindi data dal prodotto tra la super cie del
bacino e l'altezza della pioggia moltiplicato per un fattore
di riduzione che tiene conto della diversa permeabilità
delle super ci del bacino. L'altezza della pioggia sarà
ricavata sulla base dei dati raccolti dalle stazioni
meteorologiche e pubblicati dall'ISTAT (Annuario
statistico meteorologico) avendo cura di scegliere valori
che hanno la maggiore probabilità di veri carsi in un
periodo non inferiore a 10 anni. Per il calcolo dei diametri
interni delle tubazioni di raccordo (pluviali e collettori) si
fa riferimento alle norme UNI 9184.


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SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE

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SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE

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MPIANTO GAS
• Spesso nelle abitazioni si rende disponibile anche il gas
naturale o gpl per la alimentazione di apparecchi termici
quali cucine, caldaia, scaldaacqua a gas o altri impianti
speciali
• Le tubazioni sono simili alle idriche, normalmente rame

• Il gas ha delle regole ben precise di posa in funzione di


criteri di sicurezza. Esistono case in cui non è previsto la
fornitura in gas per sicurezza

• Questa tendenza è presente anche in paesi esteri

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MPIANTO GAS

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IMPIANTO TERMICO

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IMPIANTO TERMICO
• L'impianto di riscaldamento ha il compito di garantire
nella stagione fredda condizioni di benessere all'interno
di un ambiente abitato.
• A questo ne l'impianto integra le perdite di calore tra
l'involucro edilizio e l'ambiente esterno fornendo al primo
il calore necessario a mantenere le condizioni di
benessere.
• Nel compiere questo servizio l'impianto deve rispettare le
normative vigenti, in particolare quelle contenute nella
legge D.Lgs. 311/2006 e s.m.i. della legge 9 gennaio
1991, n. 10 sull'uso razionale dell'energia e nel D.M.
37/2008 sulla sicurezza degli impianti.


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IMPIANTO TERMICO
• Un approccio "energeticamente consapevole" impone, nella
progettazione di un impianto di riscaldamento, l'attenta veri ca del
sistema edi cio-impianto-contesto ambientale e la massima
integrazione nella fase di scelta delle soluzioni tecnologiche.

Dovranno essere quindi affrontate le problematiche di interfaccia
dell'impianto:

- con il contesto territoriale (analisi dei fattori climatici, veri ca della
disponibilità delle fonti di energia e relativi costi);

- con l'involucro edilizio (analisi della tipologia, analisi e veri ca delle
caratteristiche termo siche);

- con l'utenza (destinazione d'uso, pro li di occupazione, abitudini o
esigenze speci che, opzioni future)

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IMPIANTO TERMICO
• L'analisi delle condizioni di interfaccia fornisce gli elementi che
concorrono ad operare le scelte progettuali (ricorso alla fonte/i di
energia, tipologia di impianto, sistemi di distribuzione del calore,
sistemi di regolazione e controllo, ...)
• Particolare attenzione dovrà essere dedicata alle veri che di
interfaccia con l'involucro edilizio le cui prestazioni, ai ni del
benessere ambientale, hanno un ruolo di primaria importanza e non
sono quindi sopperibili mediante le prestazioni dell'impianto.
Secondo questo approccio l'obiettivo da conseguire in fase di
progettazione è realizzare la massima integrazione tra la
progettazione dell'impianto e quella dell'involucro edilizio.

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IMPIANTO TERMICO
• Oggi l’impianto termico può essere integrato in modo complementare
o sinergico con un impianto di raffrescamento.
• si parla quindi di impianto di condizionamento

• In tutti i casi l’impianto può essere suddiviso in tre parti funzionali


• Produzione energia termica (calda o fredda
• Trasferimento o distribuzion
• Emissione o distribuzione in ambiente

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e

PRODUZIONE CALORE
• La scelta del sistema di produzione del calore è
connessa all'entità del fabbisogno di calore e alla fonte di
energia disponibile. Tipicamente il calore necessario
all'impianto viene prodotto da un generatore di calore
alimentato a gas o gasolio.


• Il ricorso alla fonte elettrica per il riscaldamento


ambientale viene preso in considerazione tipicamente in
due situazioni: a) ricorso a radiatori elettrici nel caso di
consumi molto limitati e saltuari; b) ricorso ad un sistema
a pompa di calore.

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PRODUZIONE CALORE
• Generalmente la produzione del calore è concentrata a livello:

- di singola unità abitativa (caldaia di piccola potenzialità, per lo più di
tipo "murale");

- di edi cio o di più edi ci contigui (centrale termica);

- di quartiere (si parla in questo caso di teleriscaldamento)

• Per la generazione del calore si utilizza in prevalenza una caldaia


dotata di bruciatore (speci co per il tipo di combustibile impiegato:
gas naturale, GPL, gasolio kerosene).


• Il trasferimento del calore così prodotto (generalmente sotto forma di


acqua calda e in qualche caso di acqua surriscaldata o vapore)
avviene, mediante una rete di tubazioni ai sistemi di utilizzazione del
calore.

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PRODUZIONE CALORE
• Altri tipi di impianto prevedono una produzione del calore
localizzata a livello di singolo ambiente da riscaldare,
l'impianto è costituito in questo caso da una rete di gas
che alimenta direttamente unità autonome di produzione
e distribuzione del calore disponibili anche per piccole
potenzialità
• Il Sistema di Regolazione e Controllo ha il compito di
garantire il corretto funzionamento dell'impianto e dei
suoi componenti ai ni della sicurezza, del rispetto della
normativa e del benessere dell'utente. A questo ne il
sistema si avvale di due sezioni: una con funzioni di
acquisizione dati (sensori), l'altra con funzioni di
intervento sul funzionamento dell'impianto (attuatori).

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PRODUZIONE CALORE
• Caldaie a gas

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PRODUZIONE CALORE
• Caldaie condominiali

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PRODUZIONE CALORE
• Caldaie: schema distribuzione calore: in questo caso la
caldaia produce anche AC

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S

TRASFERIMENTO DEL CALORE


• Negli impianti l'acqua viene trasportata dalla caldaia attraverso la
rete di distribuzione ai sistemi di utilizzazione tramite opportune
pompe (di circolazione) di tipo centrifugo, direttamente accoppiate a
motori elettrici.
• La rete di distribuzione in un edi cio può essere costituita da un
percorso orizzontale, ad esempio al piano cantine, da cui partono le
colonne montanti che servono i sistemi di utilizzazione del calore: si
tratta in questo caso di una distribuzione a "colonne montanti"
• Tale tipologia è stata ormai soppiantata dalla tipologia "a zone" che
presenta notevoli vantaggi in quanto la produzione del calore è
sempre centralizzata ma la distribuzione è realizzata mediante reti
autonome ognuna afferente ad una utenza.

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TRASFERIMENTO DEL CALORE

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TRASFERIMENTO DEL CALORE
• Questo tipo di distribuzione, corredata di opportuni dispositivi - quali
valvole motorizzate o pompe di circolazione per ciascun alloggio -
consente una gestione del calore personalizzata a livello di singola
utenza sia per quanto concerne i parametri e le modalità di
funzionamento, che per la contabilizzazione del calore e quindi la
valutazione dei costi
• Per le reti di distribuzione vengono usate tubazioni in acciaio nero
senza saldatura (tipo Mannessman), in rame o in materiale plastico
• La rete di alimentazione dei collettori di zona può essere realizzata in
acciaio o in rame; la distribuzione ai sistemi di utilizzazione è
generalmente realizzata in rame - isolato secondo le normative di
legge - e le tubazioni vengono incluse nel massetto del pavimento
• La rete primaria in acciaio prevede una tubazione di mandata e una
di ritorno; i circuiti secondari di distribuzione possono essere
realizzati secondo due principali tipologie: monotubo o a due tubi con
diversi schemi di collegamento ai corpi scaldanti

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TRASFERIMENTO DEL CALORE


• Esempi di tubazion
• impianto a collettori

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i

UTILIZZAZIONE DEL CALORE


• I sistemi di utilizzazione del calore negli ambienti
realizzano lo scambio termico tra la rete di distribuzione e
l'aria: si tratta quindi di particolari tipi di scambiatori di
calore. Il loro funzionamento si basa su processi di
scambio termico di tipo radiativo (radiatori, piastre,
pannelli radianti a pavimento), radiativo e convettivo
(termoconvettori ventilconvettori), solo convettivo (unità
termoventilanti, aerotermi).

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RADIATORI
• Sono costituiti da elementi modulari accoppiabili tra loro per mezzo
di manicotti lettati (nipples) e collegati alle tubazioni di andata e
ritorno con l'interposizione di due valvole di regolazione. La prima
serve per la taratura del circuito nella fase di equilibratura
dell'impianto; la seconda consente l'ulteriore diminuzione della
portata in funzione delle esigenze di riscaldamento e può essere del
tipo automatico (valvola termostatica).

Gli elementi, costituiti da due o più colonne, sono realizzati in ghisa,
in alluminio o in acciaio (Fig. - D.5.3./9).

L'emissione termica di questi componenti è fornita dal costruttore,
espressa per elemento e per numero di colonne in funzione della
temperatura di mandata caldaia e del salto termico (mandata ritorno..
Il radiatore in ghisa è caratterizzato da una più elevata capacità
termica.


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RADIATORI
• Esempi di elementi in alluminio o ghis
• talvolta in acciai
• 


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o

RADIATORI
• Radiatori: Elementi di arred
• 


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o

PIASTRE RADIANTI
• Sono realizzate generalmente in acciaio o in alluminio
(Fig.D.5.3./10). L'emissione termica di questi componenti
è espressa per metro quadrato e per spessore. Questi
dati sono forniti dal costruttore in funzione della
temperatura di mandata della caldaia e del salto termico.


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PANNELLI RADIANTI
• Sono realizzati con serpentine realizzate con tubazioni, di rame o,
più frequentemente, di materiale plastico (polietilene reticolato),
poste nel massetto del pavimento. Per migliorare la resa le tubazioni
vengono messe in opera su uno strato isolante ricoperto da un sottile
strato ri ettente (kraft di alluminio) al ne di ridurre le perdite verso il
basso (Fig.D.5.3./11). Sono disponibili sistemi costituiti da elementi
modulari integrati che ne favoriscono la messa in opera.

Funzionano con acqua a temperatura relativamente bassa: la
temperatura di progetto deve comunque essere mantenuta entro
valori tali da non determinare temperature super ciali del pavimento
che possano creare situazioni di discomfort. Un impianto di questo
tipo è caratterizzato da una inerzia termica molto alta.


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PANNELLI RADIANTI

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TERMOCONVETTORI E VENTILCONVETTORI

• Sono costituiti da uno scambiatore di calore a serpentina alettata


(generalmente di rame) posto all'interno di un involucro di lamiera
dotato di una apertura (per la ripresa dell'aria) nella parte bassa e
una (di mandata) nella parte alta. Il ventilconvettore è dotato anche
di un ventilatore di tipo assiale (solitamente a più velocità) che
favorisce lo scambio termico tra l'aria ambiente e la serpentina
alettata contenente il uido primario (Fig.D.5.3./12).

Le rese termiche sono indicate dal costruttore in funzione della
temperatura di mandata e della portata d'aria del ventilatore (nel
caso del ventilconvettore).

Il ventilconvettore, più diffuso del termoconvettore, funziona con
acqua a temperature che possono essere anche relativamente
basse ed è quindi utilizzabile come il sistema a pannelli radianti,
anche con impianti solari o a pompa di calore.

Analoghi per prestazioni e campo di applicazione sono sistemi con
produzione autonoma del calore dotati di bruciatore e, generalmente,
alimentati da una rete di gas.

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TERMOCONVETTORI E VENTILCONVETTORI

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UNITÀ TERMOVENTILANTI
• Consentono di realizzare impianti di riscaldamento ad aria con le stesse
modalità degli altri sistemi di utilizzazione. Nel caso di impianto autonomo la
caldaia alimenta la singola unità termoventilante; nel caso di impianto
centralizzato multiutenza il generatore di calore alimenta, attraverso una rete
di distribuzione, le unità termoventilanti collegate. L'unità termoventilante è,
sostanzialmente, un ventilconvettore dimensionato in modo tale da fornire il
calore necessario per l'intera unità abitativa, ed è costituito da:

- batteria di scambio termico, in tubi di rame o di alluminio alettati,
generalmente a più ranghi;

- ventilatore di tipo assiale, generalmente a più velocità o a velocità variabile;

- contenitore metallico predisposto per i collegamenti con i condotti d'aria
con relativi ltri.

Tale unità è collegata agli ambienti da riscaldare attraverso canali d'aria
isolati termicamente, e collegati alla macchina attraverso un "polmone
d'aria": La diffusione dell'aria avviene mediante opportune saracinesche o
bocchette. Tale sistema di distribuzione può essere sempli cato potendo
utilizzare come "polmone" un'intercapedine ricavata nel sof tto di un
ambiente contiguo a quelli da riscaldare.

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UNITÀ TERMOVENTILANTI

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AEROTERMI
Si tratta di componenti utilizzati prevalentemente per il
riscaldamento di ambienti di ampie dimensioni non ad
uso abitativo. Il loro funzionamento si basa su
meccanismi di convezione forzata. Differiscono dalle
unità di termoventilazione per il tipo e la potenza del
ventilatore adottato. Questa caratteristica, unitamente
all'elevata temperatura del circuito di alimentazione,
consente di concentrare in una singola unità di
trattamento potenzialità termiche molto elevate.

Analoghi per prestazioni e campo di applicazione sono
sistemi con produzione autonoma del calore dotati di
bruciatore e, generalmente, alimentati

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AEROTERMI

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