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14 Prodotto scalare, ortogonalità

Sia V uno spazio vettoriale sul campo R. Un prodotto scalare p su V è dato as-
segnando una forma bilineare p con forma quadratica associata definita positiva,
ovvero tale per cui q(v) ≥ 0 per ogni v ∈ V e q(v) = 0 se e solo se v = 0.

Assegnato un prodotto scalare p su V si dice che v e w sono ortogonali, e si


scrive v ⊥ w, se p(v, w) = 0. Notiamo che è sempre 0 ⊥ v, per ogni v ∈ V . Se
A ⊆ V allora il complemento ortogonale di A denotato con A⊥ è definito come
l’insieme
A⊥ = {v ∈ V : p(v, w) = 0 ∀w ∈ A}.
Il complemento ortogonale è sempre un sottospazio di V ; la semplice verifica può
essere svolta per esercizio, discende dalle proprietà di linearità del prodotto scalare
in quanto forma bilineare.

Mediante il prodotto scalare è possibile definire in v la lunghezza dei vettori po-


nendo p
||v|| = q(v)
la quale risulta essere una norma. Inoltre osservando che si ha
|p(v, w)|
≤1
||v||||w||
è ben definito anche l’angolo θ tra v e w ponendo
p(v, w)
cos θ = .
||v||||w||

Esempio. In Rn il prodotto scalare canonico è dato da


n
X
p((x1 , . . . , xn ), (y1 , . . . , yn )) = xi y i .
i=1

Osservazione. La nozione di prodotto scalare può essere data anche per spazi
vettoriali complessi, ma la definizione è più complicata dal momento è necessario
considerare forme sesquilineari invece che bilineari. Una forma f : V × V → C si
dice sesquilineare se
f (λ1 v1 + λ2 v2 , w) = λ1 f (v1 , w) + λ2 f (v2 , w)
e
f (v, µ1 w1 + µ2 w2 ) = µ̄1 f (v, w1 ) + µ̄2 f (v, w2 )
per ogni scelta di v, v1 , v2 , w, w1 , w2 ∈ V e λ1 , λ2 , µ1 , µ2 ∈ C, dove µ̄i denota il
coniugato di µi . La simmetria della forma sesquilineare porta alla nozione di
forma hermitiana, ovvero di forma sesquilineare tale per cui si abbia
f (v, w) = f (w, v).

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Con tali condizioni la forma quadratica associata ad una forma hermitiana è sempre
a valori reali, e quindi ha ancora senso parlare di prodotto scalare. Ad esempio il
prodotto scalare canonico in Cn è definito da
n
X
p((z1 , . . . , zn ), (w1 , . . . , wn )) = zi w̄i .
i=1

Ortogonalizzazione di Gram−Schmidt. Illustriamo per concludere un meto-


do che consente di ortogonalizzare una base assegnata in uno spazio vettoriale
V dotato di prodotto scalare p, ovvero una base costituita da vettori a due a
due ortogonali tra loro. Tale procedura va sotto il nome di ortogonalizzazione di
Gram−Schmidt. Data una base B = {b1 , . . . , bn } costruiamo una base ortogonale
come segue. Sia b01 = b1 ; sia poi

p(b2 , b01 ) 0
b02 = b2 − b
||b01 ||2 1

p(b3 , b02 ) 0 p(b3 , b01 ) 0


b03 = b3 − b 2 − b
||b02 ||2 ||b01 ||2 1

...............
Sostanzialmente quello che si fa è sottrarre ad ogni passo le proiezioni dei vettori
non ortogonali al vettore successivo che si vuole costruire.

Esempio. Ortogonalizziamo la base di R3 data da B = {(1, 0, 0), (1, 1, 0), (1, 1, 1)},
rispetto al prodotto scalare canonico di R3 . Si ha b01 = (1, 0, 0); poi
1
b02 = (1, 1, 0) − (1, 0, 0) = (0, 1, 0)
1
e
1 1
b03 = (1, 1, 1) − (0, 1, 0) − (1, 0, 0) = (0, 0, 1).
1 1
3
Si è quindi ottenuta la base canonica di R , che è ortogonale rispetto al prodotto
scalare canonico.

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