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Sia V uno spazio vettoriale sul campo R. Un prodotto scalare p su V è dato as-
segnando una forma bilineare p con forma quadratica associata definita positiva,
ovvero tale per cui q(v) ≥ 0 per ogni v ∈ V e q(v) = 0 se e solo se v = 0.
Osservazione. La nozione di prodotto scalare può essere data anche per spazi
vettoriali complessi, ma la definizione è più complicata dal momento è necessario
considerare forme sesquilineari invece che bilineari. Una forma f : V × V → C si
dice sesquilineare se
f (λ1 v1 + λ2 v2 , w) = λ1 f (v1 , w) + λ2 f (v2 , w)
e
f (v, µ1 w1 + µ2 w2 ) = µ̄1 f (v, w1 ) + µ̄2 f (v, w2 )
per ogni scelta di v, v1 , v2 , w, w1 , w2 ∈ V e λ1 , λ2 , µ1 , µ2 ∈ C, dove µ̄i denota il
coniugato di µi . La simmetria della forma sesquilineare porta alla nozione di
forma hermitiana, ovvero di forma sesquilineare tale per cui si abbia
f (v, w) = f (w, v).
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Con tali condizioni la forma quadratica associata ad una forma hermitiana è sempre
a valori reali, e quindi ha ancora senso parlare di prodotto scalare. Ad esempio il
prodotto scalare canonico in Cn è definito da
n
X
p((z1 , . . . , zn ), (w1 , . . . , wn )) = zi w̄i .
i=1
p(b2 , b01 ) 0
b02 = b2 − b
||b01 ||2 1
...............
Sostanzialmente quello che si fa è sottrarre ad ogni passo le proiezioni dei vettori
non ortogonali al vettore successivo che si vuole costruire.
Esempio. Ortogonalizziamo la base di R3 data da B = {(1, 0, 0), (1, 1, 0), (1, 1, 1)},
rispetto al prodotto scalare canonico di R3 . Si ha b01 = (1, 0, 0); poi
1
b02 = (1, 1, 0) − (1, 0, 0) = (0, 1, 0)
1
e
1 1
b03 = (1, 1, 1) − (0, 1, 0) − (1, 0, 0) = (0, 0, 1).
1 1
3
Si è quindi ottenuta la base canonica di R , che è ortogonale rispetto al prodotto
scalare canonico.
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