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2 Marzo Storia dell’arte contemporanea

Volevo iniziare capendo cosa ci stiamo lasciando alle spalle, è bene intendersi sulle cronologie e sulle
definizioni terminologiche. L’insegnamento si chiama storia dell’arte contemporanea, voi lo sapete bene;
Però è per esempio una definizione che non trova concordi tutte le scuole in Europa, noi ci portiamo
appresso una definizione che quella della riforma gentiliana della scuola italiana stiamo parlando della fine
degli anni 20 del 900 in cui poteva avere un senso effettivamente parlare di contemporaneo per quello che
era a quella data una storia di un secolo appena concluso cioè l’800 dalla rivoluzione francese fino ai tempi
loro poi sono passati altri cento anni, per cui in altri contesti può in qualche modo fare indispettire il fatto
che si parli di contemporaneo con riferimento a vicende di oltre duecento anni fa tant’è che nella
schoolrship anglo-americana si preferisce parlare di modern art con riferimento all’arte moderna che avete
anche spesso sentito anche da me chiamare in causa nel corso della presentazione in cui ho spesso parlato
di moderno, di cultura moderna, di arte moderna di modernità certamente non facendo riferimento a
quella che noi intendiamo come storia dell’arte moderna, cioè dagli inizi del 400 fino alla rivoluzione
francese, preferendo parlare in area anglo-americana di arte del rinascimento o di baroque art con
riferimento ai secoli sei e settecento. Noi in qualche modo ce ne andiamo anche per comodità o per
pigrizia, con le definizioni ministeriali ancora invalse nel lessico della scuola della nostra università italiana
università. Però è un importante precisazione che quando parlerete a Londra di arte contemporanea gli
interlocutori che avrete di fronte immagineranno soprattutto che voi state parlando degli ultimi decenni,
diciamo nemmeno del post-war, che diciamo è stato storicizzato come appunto post-war art quindi come
una categoria già in qualche modo consegnata ad un processo di storicizzazione nei libri di storia ma
appunto di contemporaneo nel senso di coevo, contemporaneo a noi, quindi con riferimento alla
produzione di artisti viventi, e degli ultimi decenni e degli ultimi venti trenta quarant’anni al massimo.
Adesso occupiamoci della nostra arte contemporanea partiamo dai precedenti tardo barocchi che sul filo
delle cronologie si intersecano con i problemi e le opere che ci occuperemo. A partire da Fragorard uno dei
forse più celebrati artisti pittori del cosiddetto Ancient regime, cioè dell’antico regime dell’Europa appunto
delle grandi monarchie assolutiste dell’età moderna come quella francese e quella spagnola che meglio di
altri sintetizza questo gusto, opulento di questa leggiadria, piacevolezza, anche leggerezza di modi
contenuti e pratiche artistiche che un autore come Fragorard, l’altalena è una scena come dire mondana di
intrattenimento sociale di una coppia di aristocratici in cui ogni singolo dettaglio fa status, è
rappresentativo di una condizione sociale ben precisa dal povero servitore costretto a spingere in
penombra perché si deve vedere non troppo perché in qualche modo rappresentava lo status della signoria
spinta dall’altalena quindi che può permettersi qualcuno che si dedica totalmente al suo piacere o al suo
intrattenimento, quindi un ruolo subalterno secondario di secondo paino, mentre lei è la protagonista
indiscussa di questo dipinto e ai suoi piedi la figura di questo innamorato totalmente rimesso alla sua
mercé secondo quelle dinamiche del corteggiamento mondano, cortese, aristocratico tipico della società
dell’epoca. Un’attenzione al dettaglio millesimale nella resa del busto sopraffino, appunto aristocratico,
raffinatissimo, molto ricercato, in cui anche le dinamiche del corteggiamento amoroso rispettano un codice
di comunicazione ben preciso dove la donna ha un ruolo più egemonico con questa espressione come dire
civettuolo, ammiccante, il dettaglio prezioso di questa scarpina lasciata abbandonare così a mezz’aria e
questo gioco di gambe così maliziosamente praticato ad uso dello sguardo attento di questo suo
innamorato, le dinamiche appunto del corteggiamento, dell’accompagnatore galante figura del ottocento,
che rappresentava lo status di una condizione sociale raggiunta è presente in questo contesto idilliaco, una
solta di arcadia immaginata dove ogni singolo dettaglio è reso con una qualità materica straordinaria a
appunto da suggerisci la qualità materiale del tessuto, così traslucida racconta appunto di un’attenzione al
dettaglio di ogni singolo elemento compositivo che e pittorico che sta appunto dentro la poetica e l’estetica
di quegli anni. Prevale su tutto l’idea di una rappresentazione sontuosa meglio eloquente di grande
virtuosismo pittorico, gli svolazzi e le espressioni questa sorta di movimento reso in questo atto quasi
fotografico, una pittura del disimpegno, dell’intrattenimento, intesa a celebrare se stessa, la propria
condizione sociale on curante di quello che da lì a poco sarebbe accaduto facendo precipitare il vecchio
continente in una delle rivoluzioni più sanguinose e radicale della sua storia. C’è ancora la celebrazione di
un mondo di privilegi un mondo in cui il protagonista assoluto è l’alta aristocrazia. Fragorard è un’artista
che andava moltissimo in mercato, e dunque come dire parte in causa di questo sistema di valori che
questo dipinto ci racconta in maniera così eloquente. Un altro esempio l’obelisque di Duchamp il quadro
che potete immaginare ha suscitato grandi sensazioni, che scuramente ha solleticato la pruderite dell’epoca
per questo modo di rappresentare un’odalisca dall’interno di un harem, ho scelto questa immagine non per
scandalizzarvi, ma perché è uno di quei casi in cui si rende necessaria la conquista di quel punto di vista
subalterno, perché si tratta chiaramente di una rappresentazione fortemente sessista, è un pittore maschio
che ritrae una donna nuda di un’altra cultura, dell’islam, in una posizione che potremmo tranquillamente
definire pornografica, l’opera si trova al Louvre, è per esempio uno di quei quadri che esige la protezione di
un vetro, per evitare di far allungare al visitatore medio la manina. Questo per raccontarvi il potere di
seduzione di questa immagine, oggi abbiamo visto di tutto, però ancora oggi è tale al forza pornografica di
questa immagine in cui ritroviamo lo stesso virtuosismo al stessa estrema perizia e qualità di resa plastica e
materica degli effetti anche tatti, in cui sembra di poter toccare per mano al morbidezza dei cuscini al
vaporosità dei tessuti, che ne fanno certamente un quadro in cui chiunque non può riconoscere la
straordinaria qualità e resa, ma c’è anche un problema di interpretazione, non possiamo limitarci a leggere
quest’opera senza provare a restituirla al contesto di cultura a cui appartiene che è quello di una visone
prettamente maschilista in cui al condizione della donna è considerata subalterna al piacere del maschio,
operando una manipolazione di quella che è la realtà storica degli harem che di fatto in proposte di questo
tipo ma vedremo anche in tutto il corso dell’ottocento e dei primi del 900. Fintanto che il nudo era
giustificato da ragioni storiche o mitologiche e religiose era metaforicamente casto ma quando invece si
trattava di un tema contemporanee o cioè reale le cose si complicavano, anche perché non è un nudo
integrale ma parziale, però il fatto che fosse una figura ben rivestita di fatto identificava questa scena con le
immagini di un bordello in cui la donna era esclusivamente oggetto quasi inanimato del piacere maschile. E
per esempio proprio dicevo per la necessità della conquista del punto di vista del rappresentante e del
rappresentato è bastata non troppo tempo fa negli anni 99-2000 a Barcellona in Spagna intitolata:
“Fantasie dell’harem nuove e Sherazard” al centro di cultura contemporanea a Barcellona per dimostrare
quanto questa rappresentazione da due punti vista diversi occidentale e orientale fosse radicalmente
diversa. Perché se nella cultura orientale l’harem è il luogo femminile per eccellenza dello studio, infatti
perché “Sherazard”, perché si fa riferimento al personaggio de mille e una notte, cioè colei che racconta, è
appunto il luogo della intelligenza femminile, dell’esercizio della musica della pittura della lettura colta, per
cui troverete nella tradizione della cultura dell’islam delle rappresentazioni dell’harem con donne vestite
ma anche donne operose che stanno leggendo studiando suonando al musica, dipingendo eccetera,
tutt’altro da quello che una tradizione occidentale dell’harem ci ha abituato a immaginare. Pensate alla
cinematografie di tutti i tempi: le case di tolleranza sono rappresentate con questo gusto un po’
orientalizzante, giapponesizzante, i riferimenti principali sono quelli dell’immagine della donna sottomessa
per antonomasia come l’odalisca o la geisha, tutte e due costruzioni della cultura occidentale che poi non
ha nulla a che fare con la realtà storica e l’harem. Però è questo un mondo in cui il predominio della cultura
occidentale si presenta in proposte di questo tipo. Impeccabile e straordinario dal punto di vista della resa
visiva, della qualità pittorica dei linguaggi di questa pittura di cui non possiamo far altro che rilevarlo. Ma di
cui d’altro campo come storici della contemporaneità non possiamo che rivelarne le contradizioni che
un’opera di questo tipo si porta dietro testimone di un’epoca che era agitata da tutt’altro di valori. Vediamo
per esempio l’opera di un italiano “l’apoteosi della monarchia spagnola” nel palazzo reale di Madrid, un
opera di Tiepolo che concluse la sua straordinaria carriera internazionale con questi lavori nel palazzo reale
di Madrid, un’altra monarchia di queste assolutiste di età moderna con una forte vocazione monocratica e
anche qui ritroviamo una pittura dai linguaggi alti, monumentali, aulici, questo spazio tutto precipitato sul
primo piano complicato dalla ricchezza di riferimenti, da un virtuosismo anche affollato. Con questi effetti di
sfondamento, cono gli ultimi colpi di coda della pittura barocca, tanto da avvolgere lo spettatore con vere e
proprie visioni dal carattere teatrale. Era ancora la scuola italiana in qualche modo a dettare legge a livello
internazionale. Vedremo da domani che anche questo è un luogo comune di cui dobbiamo liberarci perché
l’ottocento italiano è ricco di personalità che metteranno anche profondamente discussioni questi assetti
beneficio di più radicali posizioni

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