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QUARTO MOMENTO

Entra in scena Pitipin, indossa una maschera e va di corsa verso i bambini.

PITIPIN: (euforico) Ciao, Custodi del Tempo! Come va? (Aspetta la riposta) Sono di nuovo Mascheratin, il
coniglio mascherato che risolve i vostri problemi col tempo!

Entrano in scena Ilenia e Milo.

PITIPIN: Ma certo, (con la carota indica un punto di fronte a sé) là c’è il mercante di animali che fa per noi. Io
non rischierò di essere riconosciuto, me ne starò in disparte.

Entra in scena Uruk, con un fez in testa e la barba lunga.

URUK: (super sorridente e sdentato, si rivolge ai ragazzi) Salve, viaggiatori. Sono Uruk il vendianimali. Posso
esservi utile?

MILO: (si frappone) Ci servono due cammelli.

URUK: certo, sono l’un terzo della sabbia delle vostre ampolle.

MILO: Così tanto?

URUK: (un po’ finto) ehh con la crisi che c’è a causa dello sceicco, non ci posso fare proprio nulla.

PITIPIN: Si certo, come se non si sapesse in giro, che sei suo alleato.

ILENIA: (stringe la mano e parla all’ampolla) Cara ampolla, cedigli un quinto della sabbia che contieni.

MILO: (consegna il gioco e parla all’ampolla) Ampolla ampollina, cedigli un quinto di ciò che hai.

URUK: (soddisfatto, saltellante) Grazie, i cammelli sono lì. Buon viaggio!

Uruk esce di scena e Pitipin si accosta ai ragazzi.

PITIPIN: forza ragazzi, si parte per l’Oasi delle quattro estati!

I tre partono insieme a bordo dei cammelli ed escono di scena.


Rientrano subito dopo.

PITIPIN: (si guarda intorno) l’Oasi delle Quattro Estati è di là.

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ILENIA: Venite, si vede lo specchio d’acqua! (Delusa) Ma nessuna traccia del Nomade senza nome.

PITIPIN: (agita la carota) Relaxatevi. Montiamo la tenda e ripariamoci dal freddo.

I tre si fermano e montano la tenda, si coprono e si stendono vicini.

ILENIA: (si tira su un po’) Ma voi dormite?

MILO: Io non ho sonno, ho fame. (fa perno sui gomiti e alza la testa) Ehi! ho sentito dei rumori.

Entra in scena il Nomade senza nome, si ferma a un metro dai tre.

PITIPIN: (si alza in piedi) Esco io a controllare. (esce dalla tenda e vede l’uomo) Tu chi sei?

NOMADE: (secco) Non ho nomi.

PITIPIN: Ma allora so chi sei. Sei il Nomade senza nome.

NOMADE: (ai bambini) Mi ha beccato, questo coniglio. (si rivolge a Pitipin) Forse sono io.

Escono dalla tenda anche Ilenia e Milo.

PITIPIN: (gli punta contro la carota) Hai uno dei Grandi Gomitoli del Tempo, ne abbiamo bisogno.

NOMADE: Chi vi ha detto che ce l’ho io?

PITIPIN: Magog il Trasformista.

NOMADE: (medita, poi parla) Lo confesso, (si siede) a me piace giocare. Il mio Gomitolo sono disposto a
metterlo in palio. Mi sfiderete a Tric-Trac e, se mi batterete, sarà vostro. Altrimenti mi cederete un terzo della
vostra sabbia del tempo.

MILO: (si siede davanti a lui) Va bene, ci sto.

PITIPIN: Attento, bro.

I due si mettono ancora più vicini, cominciano a tirare dadi e il Nomade ridacchia.

NOMADE: (ai bambini) La fortuna è dalla mia, come sempre.

PITIPIN: (ai bambini) Ahi ahi ahi. La vedo brutta. (Addenta la carota nervosamente)

ILENIA: (a Pitipin) Signor Coniglio, non eravamo noi i pessimisti?


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PITIPIN: Guarda. (Indica verso i giocatori)

MILO: (si dispera) Non ci posso credere: ho perso!

NOMADE: Ho stravinto! (Ridacchia, entusiasta) Ed esigo ciò che mi spetta. Subito.

MILO: (ai bambini) Non sono stato capace di essere utile ai miei amici, mi vergogno.

ILENIA: Quindi (si asciuga una lacrima) è finita? Abbiamo fallito la missione?

Milo si alza e va dai bambini, con aria triste. Si siede tra loro.

MILO: (scuote la testa) Lo sapevo fin dall’inizio, l’avevo detto che non ero all’altezza del compito. Sono un
ragazzo e basta, non un eroe che può salvare il mondo. (A fronte china) Mi devo arrendere. (Guarda i bambini
accanto a sé) Mi devo arrendere? (Aspetta la risposta, cambia tono) Devo davvero arrendermi? Dite che devo
chiedere la rivincita al Nomade senza nome? (Meno triste) Dite che posso farcela?

Milo si alza e torna indietro, mentre Ilenia sta cedendo al Nomade la sua parte di sabbia.

MILO: Nomade, voglio la rivincita.

NOMADE: E cosa metti in palio? (Ridacchia)

MILO: (deciso) Se vincerò io, ci darai il Grande Gomitolo e restituirai la sabbia a me e Ilenia. Se perderò, ti darò
tutto il mio tempo.

NOMADE: Affare fatto. (Ridacchia e lo invita a sedersi davanti a lui) Non ho quasi mai l’occasione per giocare,
ne approfitto volentieri.

MILO: (si accomoda) E allora giochiamo!

I due iniziano a tirare i dadi e Pitipin fa la telecronaca.

PITIPIN: (si avvicina ai bambini e parla) Il Nomade senza nome si porta in vantaggio, attacca, Milo però non
molla, si sta giocando tutto ma non ha paura, rilancia, ecco che pareggia la situazione! Che tiro, che giocata!
(Addenta la carota)

MILO: (al Nomade) Perché hai detto di avere poche occasioni per giocare?

NOMADE: Nella mia vita non c’è posto per gli amici. Fatico a provare emozioni, sfidare persone al gioco mi fa
sentire vivo.

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MILO: In mezzo alle persone si possono provare molte altre emozioni, addirittura più forti. (Smette di tirare i
dadi, li tiene in mano) Hai mai giocato senza mettere in palio qualcosa?

NOMADE: No, (scuote la testa) sarebbe una perdita di tempo.

MILO: Divertirsi in compagnia non è una perdita di tempo. (Con una mano sparpaglia le pedine) Ti propongo di
giocare senza nulla in palio, così, per prova.

Pitipin apre la bocca, è stupefatto e corre a un passo dai bambini.

PITIPIN: Colpo di scena! Milo sospende la sfida, che sta succedendo? Si va forse verso una squalifica?

MILO: La partita era equilibrata, possiamo benissimo ripeterla. Prima però (gli porge i dadi) facciamo che si
gioca un po’ per divertirci e basta.

NOMADE: (è perplesso, ci medita un attimo, si decide) Va bene.

MILO: (annuisce) Vai, ripartiamo e raccontami di te.

NOMADE: (si predispone a ricominciare la partita daccapo) Ero un fanciullino allegro, ogni pretesto era buono
per inventarsi modi di passare bene il tempo, coinvolgendo chiunque avessi accanto. Ho inventato dei giochi di
strada bellissimi, alcuni sono diventati famosi in tutto l’universo. Nascondino. Le belle statuine. Alto di terra. Poi…

Anche Ilenia e Pitipin si siedono lì vicino.

ILENIA: Non ci credo, (a bocca spalancata) non puoi averli inventati tu!

NOMADE: (annuisce) Invece sì, moltissimo tempo fa. (Le strizza l’occhio) Sulla Terra eravate ancora impegnati a
scoprire come si accende il fuoco.

ILENIA: (curiosa) Ma come ti chiami?

NOMADE: (sospira) All’epoca mi chiamavano Gab.

ILENIA: Non è male. (Ci pensa) Signor Gab, suona bene.

NOMADE: Avevi ragione, ragazzo. Mi sto divertendo. (A Milo)

MILO: (felice) Mi chiamo Milo.

NOMADE: Non serve mettere in palio sempre qualcosa, per godersi il tempo che scorre.

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ILENIA: È amico mio mica per caso.

NOMADE: Ve lo meritate, (fruga in una sacca) prendetelo. (Consegna al ragazzo il Grande Gomitolo del
Costruire) E accettate anche un po’ di frutta dell’Oasi delle Quattro Estati.

MILO: (euforico, passa il gomitolo a Ilenia e prende il cibo) Super volentieri, sembra tutta roba slurposa quanto
uno snack al cioccolato!

NOMADE: (sorride) Sono contento di cenare almeno una volta in compagnia. Anni fa avevo parecchi amici, poi
lo Sceicco ci ha reso tutti avidi e diffidenti e ognuno sta per conto proprio. Non ci si incontra più per condividere il
tempo.

ILENIA: Le cose cambieranno.

NOMADE: Me lo auguro. (Si alza in piedi) Adesso vado. Ho un fratello che lavora nel Bazar. Non lo vedo da
troppo tempo, devo rimediare. (Fa un inchino) Grazie per la compagnia!

Il Nomade senza nome esce di scena salutando i bambini con la mano.

PITIPIN: (ai due ragazzi) Custodi del Tempo, dobbiamo programmare il prossimo viaggio! Manca solo l’ultimo
Grande Gomitolo, quello del Condividere. (Va dai bambini) Lo dovremo sottrarre dalle mani dello Sceicco,
l’uomo più potente della comunità di Kairos: colui che mira a possedere ogni cosa.

ILENIA: In marcia!

Ilenia, Milo e Pitipin escono di scena trotterellando sui loro cammelli.

Titolo giornata: Solidarietà


Tema giornata: Al di là di rapporti superficiali e passeggeri, va dedicato tempo per costruire rapporti di
solidarietà operosa, vera e concreta, nell’attenzione a misurare il passo su quello degli ultimi.

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