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Logica

La logica per Aristotele:

la logica è utile per l’esercizio, è una ginnastica mentale, utile per discutere con diverse opinioni in ballo,
utile per saper controbattere e non solo smentire un argomento. La logica è necessaria per comprendere
un argomento e capire se è corretto o è ingannevole. Nei dibattici politici la logica è utile per mettere a
confronto diverse opinioni. È utile per le scienze filosofiche per comprendere se un argomento sia vero o
falso.

La Logica nasce dall’ignoto, dalla necessità di voler risolvere ciò che non si conosce e superare la paura a
volte che si ha dell’ignoto. La logica si occupa di sviluppare una capacità argomentativa, della costruzione
delle teorie, e del distinguere una fallacia da un argomento vero.

Secondo lo scrittore Sagan, la conoscenza è scetticismo e immaginazione, in quanto lo scetticismo ci aiuta a


vedere in modo critico una problematica, e l’immaginazione ci aiuta e ci spinge a costruire teorie. Andare
oltre con la mente ed elaborare.

L’ARGOMENTAZIONE:

l’argomentazione consiste nel fornire ragioni in vista di un’affermazione, questa è formata da premesse che
possono essere ipotesi o conclusione.

La logica formale, si occupa dei modelli di inferenza (passaggio da certi dati ad altri), tramite premesse
esistenti, per arrivare ad una conclusione.

La logica informale, si occupa del contenuto e significato dei nostri ragionamenti del linguaggio naturale.

Un argomento è formato da proposizioni:

 Proposizione congiuntiva: A e B sono detti congiunti, sono due proposizioni correlate


 Proposizione disgiunta: A e B sono detti disgiunti, o è uno o l’altro
 Proposizione negative: o negazione di una proposizione
 Proposizione condizionale: A e B sono dipendenti tra l’oro, ne consegue che una e l’altra
 Proposizioni universali: determinate proprietà valgono per un intero
 Proposizioni esistenziali: determinate proprietà valgono o non valgono per alcuni individui di un
intero

Gli argomenti si possono distinguere sulla base della verità:

argomenti deduttivi: argomenti che deducono la verità di una conclusione dalle premesse antecedenti. La
verità delle premesse è sufficiente per garantire la verità della conclusione

argomenti induttivi, non sempre la conclusione è vera come le premesse o viceversa, la correlazione di
verità tra queste fa più fatica ad essere assunta

Gli argomenti si possono analizzare sulla base del contenuto:

argomenti ampliativi, sono gli argomenti per cui una conclusione aggiunge qualche nozione in più rispetto a
quelle dette nelle premesse

argomenti non-ampliativi: sono argomenti per cui la conclusione non aggiunge nulla di nuovo e si limita a
rispecchiare i contenuti delle premesse.
Le inferenze, sono deduttive se sono in grado di garantire con certezza della verità della conclusione,
altrimenti si dicono non-deduttive. Le inferenze sono anche inconsapevoli, come per esempio in un
ragionamento di un neonato.

Un argomento si dice complesso o semplice. È complesso se le proposizioni svolgono il ruolo di premesse e


non solo, anche da conclusione in un’altra parte del discorso. Un argomento è semplice se le premesse
danno una sola conclusione.

Un argomento è valido o corretto se la verità delle premesse porta ad una conclusione vera, o se le
premesse son false anche la conclusione logicamente sarò falsa.

Un argomento è non-valido, se le premesse sono vere e la conclusione è falsa, o viceversa.

Due forme di argomento più antichi:

Modus Ponens, il modo che afferma: A implica B, A dunque B.

Modus Tollens, il modo che nega: A implica B, nonB dunque nonA.

Se le premesse non vengono dette esplicitamente e sono sottointese si dicono assunzioni o implicite.

Un principio è una premessa che deve essere sempre valida: per es, IL PRINCIPIO DEL TERZO ESCLUSO, o è
vero A o è vero nonA.

LE FALLACIE:

LA FALLACIA, è un errore di ragionamento. Dal latino Fallere, vuol dire, ingannare. Una fallacia dunque è un
ragionamento che all’inizio sembra essere corretto, in seguito attraverso un’analisi accurata ci si rende
conto che sia errata.

Le fallacie formali sono due:

l’affermare il cosenguente e il negare l’antecedente;

LE FALLACIE INFORMALI:

 Fallacie ad hominem (contro l’uomo): è l’errore per cui si attribuisce il criterio di verità di una frase
in base alle circostanze di chi la dice.
 Fallacie ad hominem to quoque (ipocrisia): è l’errore per cui una frase non si ritiene vera nel caso in
cui chi dice A in passato abbia fatto diversamente da A o detto qualcosa in contrario con A
 Fallacia del ricorso dell’autorità: è l’errore che viene fatto quando si ritiene vero un argomento se
viene chiamato in causa qualcuno, per affermare la tesi, che in realtà non ha reali competenze con
il discorso
Ci sono dei criteri per assumere una persona competente: esperienza sull’argomento; area di
competenza; legittimità dell’aria di competenza; grado di consenso tra gli esperti; parzialità della
persona; identificazione dell’autorità;
 Fallacia dell’onere della prova: è l’errore che viene commesso quando non abbiamo prove che una
cosa sia falsa, dunque si assume per vera.
 Fallacia della composizione: è l’errore di chi attribuisce determinate proprietà di determinati
individui ad una intera classe solo perché ne fanno parte; errore perché non viene giustificata la
comparazione.
 Fallacia della divisione: è l’errore di chi attribuisce le proprietà di una intera classe a gli individui che
ne fanno parte, solo perché compongono quell’intero.
 Fallacia della metà campo: è l’errore commesso quando si afferma che la posizione di mezzo tra
due posizioni estreme, sia quella giusta.
 Fallacia dell’uomo di paglia: la fallacia di quando una persona distorce il discorso o il ragionamento
di un altro interlocutore, traendone un discorso distorto.
 Fallacia del post hoc: come per la superstizione, è l’errore di chi inferisce che un evento ne causa un
altro semplicemente perché sono capitate insieme o una causa consegue l’altra.
 Fallacia della falsa pista: è la fallacia per cui si svia un argomento, e sviando l’argomento che prima
era in ballo si assume il criterio di verità di questo solo perché è stato sviato.
 Fallacia del pendio scivoloso: è l’errore commesso quando si assume per certo che un evento
inevitabilmente debba accadere in seguito ad un altro.
 Fallacia dell’avvelenamento del pozzo: è la fallacia per cui si scredita il passo successivo di un altro
interlocutore; screditare una tesi che si potrebbe proporre in seguito.
 Errore del relativista: è l’errore per cui per un proprio punto di vista o presa di posizione si nega
un’affermazione, anche se obiettivamente è vera.
 Appello alla tradizione: è la fallacia per cui si fa ricorso al vecchio, una cosa antica poiché è sempre
stata così e ha sempre funzionato sarà migliore di una novità.
 Fallacia dell’incredulità: l’errore per cui se una cosa è difficile da credere si assume per falsa.
 Falso dilemma: è l’errore che si commette quando per stabilire il criterio di verità di una cosa di
inferisce su di un’altra. (se x è vera, y è falsa)

Un errore che molto spesso è causa delle fallacie è la distinzione tra condizione necessaria e condizione
sufficiente. La condizione necessaria, è quella per cui A implica B, necessariamente (per essere madre è
necessario essere donna); la condizione sufficiente è quella per cui A è sufficiente per la verifica di B (avere
una medaglia è sufficiente per salire sul podio);

Le FALLACIE NUMERICHE, o statistiche:

sono gli errori che si possono commettere quando si fa uso di numeri o statistiche per sostenere una certa
tesi. Per far si che gli errori non vengano commessi, bisognerebbe: stabilire dei criteri sul quale il dato è
stato prodotto, assicurarci che il campione utilizzato su cui ci basiamo sia del tutto rappresentativo;

gli errori statistici sono dati dall’interpretazione sbagliata di aggregazione e disgregazione di dati; Il
paradosso di Simpson, afferma per esempio che tratti di un errore possono basarsi su dati reali, i valori di
una statistica per un errore si possono letteralmente invertire.

Errori piu comuni delle fallacie numeriche:

 Errore del giocatore d’azzardo: è l’errore commesso quando una persona inferisce sul verificarsi di
un evento, prevedendone la fine o la mossa futura.

Bisogna distinguere gli eventi indipendenti da gli eventi dipendenti; gli indipendenti, come per il lancio di
una moneta, non si può influire sul lancio dell’altra faccia della medaglia, dal primo lancio. Sono due eventi
indipendenti basati sulla probabilità. Un evento dipendente, è un evento per cui un andamento influisce
sulla mossa futura, considerando un giocatore di tennis che vince sempre il 50%delle partite, si è in grado di
prevedere o meno l’arrivo in finale del giocatore.

 Errore della generalizzazione affrettata: è l’errore commesso di chi salta ad una conclusione
affrettata di una popolazione sulla base di un campione troppo piccolo, non abbastanza sufficiente
rispetto alla popolazione.
Il modo più affidabile è prendere un campione sempre più grande su cui basarsi, così che la
probabilità di errare su un campione sia sempre minore.

ERRORE E RAGIONAMENTO

L’errore è necessario per la conoscenza, dall’ignoto, dallo sbaglio, ampliamo il discorso e cerchiamo del
nuovo, o la correzione. La ricerca scientifica è correzione di errori.

Paradosso dell’inferenza:

se in una regola d’inferenza la conclusione non è contenuta nelle premesse, non può essere valida; se la
conclusione non possiede novità rispetto alle premesse , non può essere ampliativa. Ma la conclusione non
può essere contenuta nelle premesse ed essere al tempo stesso ampliativa. Una regola d’inferenza
ampliativa non può essere corretta.

Ampliare un discorso vuol dire aggiungere del nuovo, conoscere, ma una inferenza ampliativa non può
essere corretta, perche al tempo stesso non può rispecchiare ciò che viene detto nelle premesse, quindi, la
conoscenza si basa su un’inferenza non corretta.

Il ragionamento analogico:

se due cose sono simili tra loro, allora poiché simili avranno qualche prorpietà in comune.

L’analogia può essere usata (errore della falsa analogia) per argomentare contro o favore di ogni cosa.
Analogie positive, negative o neutre.

L’analogia ha due funzioni:

 Retorica: per persuadere o ottenere il consenso in un argomento


 Euristica: per generare ipotesi e risolvere problemi

RISOLVERE PROBLEMI:

La prima tappa è la costruzione di teorie:

costruire teoria, giustificare o confermare teorie, scegliere tra più teorie.

Confermare una teoria: vuol dire sulla base delle informazioni dare noi ci fidiamo di quella versione. È
questione di fiducia in quanto per conoscere la piena verità di una cosa bisognerebbe fare infinite ricerche
su di essa.

Scegliere tra più teorie: come per il Rasoio di Ockam, una teoria più semplice (con il minor numero di
ipotesi) sarà preferibile rispetto ad un’altra.

La semplicità di un’ipotesi su due criteri: la falsificabilità, deve permettere di trarre dall’ipotesi delle
conseguenze che possono compararsi con fatti per stabilirne la falsità; la sotto-determinazione: gli stessi
dati e lo stesso fatto può essere spiegato in un numero potenzialmente infinito di teorie.

Generare nuove ipotesi: lo si fa attraverso un metodo che usa regole euristiche, le regole della scoperta. Le
euristiche indirizzano la ricerca delle ipotesi per risolvere un problema.

L’euristica è: lo studio e le regole di scoperta e invenzione;

 Generative: generano nuove opzioni di ipotesi


 Selettive: scelgono opzioni gia disponibili
UN PROBLEMA: è una questione da risolvere, a cui dare una soluzione o una risposta. L’origine di
un problema nasce quando dei fatti non sono familiari tra loro.

Tipi di problemi:
 Empirici (quelli che riguardano il mondo) possono dividersi in:
 Potenziali: non esiste una spiegazione
 Risolti: sono spiegati da qualche teoria
 Anomali: sono risolti da una ipotesi rivale, valida
1. Problemi concettuali (i problemi che nascono all’interno di una teoria) nascono per:
2. Una teoria incoerente
3. Teorie che non possono essere giustificate

LE EURISTICHE:

Euristiche positive: ci guidano nella scelta dei percorsi da seguire nella ricerca di una soluzione

Euristiche negative: bloccano i tentativi di ricercare nelle aree errate di un problema. Ci fanno comprendere
dove non cercare

Euristiche primitive: sono i mattoni su cui costruiamo le nostre teorie. In primo luogo si basano su analogie
tra gli oggetti che stiamo indagando. Per es. l’analogia multipla ci permette di arrivare ad una conclusione
più forte basandoci su diverse fonti e non una singola.

Euristiche derivate: sono le euristiche che derivano dalle primitive, sono le euristiche per cui cerchiamo di
risolvere ragionamenti più complessi, utilizzando metodi più articolati, come l’uso di dati remoti, l’analisi di
incidenti paradossali.

Per es, attraverso: esperimenti mentali, riformulare il problema nei termini del suo opposto, fare
l’assunzione opposta (euristiche di inversione), analizzare casi estremi, costruire scenari (sulla base di teorie
possibili credibili e rilevanti).

Difficilmente un problema viene risolto sulla base di una sola euristica, ma sulla combinazione di molteplici
euristiche. Un modo particolare di combinare euristiche è l’analogia multipla, in specifico la
concatenazione, in cui una nuova analogia può ampliare e correggere l’analogia precedente.

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