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1. Che cos’è la dialettica per Hegel ?

La dialettica è la legge fondamentale che regola il


movimento del Pensiero - e quindi della realtà -; eppure
Hegel, nelle sue opere, non ne tratta quasi mai in maniera
esplicita e “separata”: non intende fare un “discorso sul
metodo” (o sulle regole), quanto mostrare nell’intero
“sistema” il modo di operare vivo e concreto della
dialettica.
La dialettica hegeliana è la successione di tre momenti:
tesi, antitesi e sintesi. Abbiamo già incontrato questi
momenti nell’esposizione generale del percorso del
Pensiero per raggiungere l’autocoscienza; proponiamo la
lettura di un’altra pagina dell’Enciclopedia nella quale
questo processo viene ulteriormente schematizzato.
2.  Parla dell’arte in Hegel ?
Il fine dell’arte, secondo Hegel, non è né l’imitazione della
natura né il tentativo di suscitare sentimenti e purificare
le passioni, né l’ammaestramento o il perfezionamento
morale: il vero scopo dell’arte è “rivelare la verità sotto
forma di configurazione artistica sensibile”.  Nel bello
artistico si ha la manifestazione sensibile della verità, la
rivelazione concreta e individuale dell’universalità dello
spirito , “l’apparire sensibile dell’idea”.  In  questo senso
l’arte è essenzialmente mediazione e conciliazione tra
spirito e materia, universale e particolare, infinito e finito,
pensiero e sensibilità: essa è un prodotto dello spirito con
il quale questo dà vita a una prima forma di “conciliazione
tra ciò che è semplicemente esterno, sensibile e
transeunte , ed il puro pensiero, tra la natura e la realtà
finita e l’infinita libertà del pensiero concettuale”.   L’opera
d’arte è dunque al tempo stesso sensibile e spirituale, si
offre alla nostra apprensione sensibile e al contempo
rivela attraverso di essa il proprio contenuto spirituale:
“Perciò il sensibile nell’opera d’arte, in confronto con
l’esistenza immediata della cosa naturale, è elevato a
semplice parvenza, e l’opera d’arte sta nel mezzo tra la
sensibilità immediata e il pensiero ideale.  L’opera d’arte
non è ancora puro pensiero, ma, nonostante la sua
sensibilità, non è più semplice esistenza materiale, come
le pietre, le piante, la vita organica”.  A differenza delle pur
varie forme del bello naturale, l’opera d’arte reca in sé un
momento della vita dello spirito e fa appello a un pensiero
capace di comprenderla nella sua essenza: essa “è
essenzialmente una domanda, un’apostrofe , rivolta ad un
cuore che vi risponde, un appello indirizzato all’animo e
allo spirito”.
3. Il pensiero in Hegel ?
La filosofia di Georg Wilhelm Friedrich rappresenta una
delle linee di pensiero più profonde e complesse della
tradizione occidentale Partendo dal lavoro dei suoi
predecessori nell'idealismo (Fichte e Schelling ) e con
influenze e suggestioni di altri sistemi di pensiero (come
Immanuel Kant), sviluppò una filosofia innovativa,
profonda e articolata. La sua visione storicista e idealista
della realtà nel suo complesso ha rivoluzionato il pensiero
europeo, gettando le basi della filosofia continentale e del
marxismo successivo . Hegel sviluppò un quadro teorico
completo come non veniva sviluppato dall'epoca di
Platone e Aristotele , un "sistema"(idealismo assoluto),
studiando il rapporto tra mente e natura , soggetto e
oggetto della conoscenza e della psicologia ; e tenendo
conto nella sua prospettiva dello stato, della storia ,
dell'arte, della religione e della filosofia . In particolare, ha
sviluppato un concetto di mente o spirito, manifestatasi in
una serie di contraddizioni e di opposizioni e, in ultima
analisi, pervenendo ad una filosofia della totalità. Esempi
di contraddizioni che vengono superate nel suo sistema
filosofico sono quelle tra natura e libertà o tra immanenza
e trascendenza .
4. Descrivi brevemente le sue due opere principali. Di
cosa parlano?
Le sue opere principali sono: Fenomenologia dello spirito
(1807); Scienza della logica (1812-16); Enciclopedia delle
scienze filosofiche in compendio (1817, 1827, 1830);
Lineamenti di filosofia del diritto (1821). Oltre che a questi
lavori, la conoscenza del pensiero hegeliano è
consegnata anche ai risultati del suo insegnamento
universitario: le celebri Lezioni (di Storia della filosofia, di
Filosofia della religione, di Filosofia della storia e di
Estetica), redatte a cura degli allievi e pubblicate dopo la
sua morte.
5 . Fenomenologia dello spirito. Enciclopedia delle
scienze filosofiche?
La Fenomenologia dello spirito (in tedesco
Phänomenologie des Geistes) è un'opera filosofica di
Hegel, pubblicata per la prima volta nel 1807 dove si
descrive il percorso che ogni individuo deve compiere,
partendo dalla sua coscienza, per identificare le
manifestazioni (la "scienza di ciò che appare", la
"fenomenologia") attraverso le quali lo spirito si innalza
dalle forme più semplici di conoscenza a quelle più
generali fino al sapere assoluto. Hegel sviluppa il tema
della risoluzione del finito nell'infinito nella
Fenomenologia dello Spirito intesa come approccio alla
filosofia che inizia con l'esplorazione dei "fenomeni" (che
si presentano a noi nell'esperienza conscia) come mezzo
per cogliere lo Spirito Assoluto che è dietro il fenomeno.
Nel caso della fenomenologia hegeliana si parla dunque
di "fenomenologia dialettica". La fenomenologia, come
scienza dell'esperienza della coscienza, è la storia
romanzata dello Spirito (Geist) che «attraverso
erramenti, contrasti e quindi infelicità e dolore, esce dalla
sua individualità e si riconosce come ragione che è realtà
e realtà che è ragione.», a partire cioè dalla forme più
semplici della coscienza individuale, perviene
gradualmente, ma progressivamente al sapere assoluto.
Il compito e la funzione della Fenomenologia consistono
nel condurre la coscienza naturale e finita al punto di
vista della scienza filosofica, ovvero al sapere assoluto
(absolutes Wissen), ovvero dal conoscere finito al
conoscere infinito; la Fenomenologia mostra il passaggio
dall'opposizione ed estraneità del soggetto rispetto
all'oggettività della coscienza finita, al riconoscimento da
parte della coscienza di essere in identità e unità con la
realtà.
Il percorso della coscienza esposto nella Fenomenologia
intende presentarsi come un movimento dialettico
immanente alla coscienza, e non come qualcosa di
imposto arbitrariamente dall'esterno; in virtù di questa
necessità interna la coscienza stessa riconosce, volta per
volta, l'inadeguatezza del proprio punto di vista. La
Fenomenologia, dunque, rappresenta l'esperienza che la
coscienza fa di sé e del proprio oggetto

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