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1) Sistema sessagesimale;
2) Sistema centesimale;
3) Sistema sessadecimale;
4) Sistema analitico
Il sistema sessagesimale ha per unità il grado sessagesimale (1°) che è la 90a parte dell’angolo retto.
L’espressione numerica
57° 25’ 38”,2
Questo sistema ha lo svantaggio di non seguire per le somme e le differenze il sistema numerico
decimale.
Il sistema centesimale ha per unità il grado centesimale (1g) che è la centesima parte dell’angolo
retto.
1
I sottomultipli sono:
- il primo centesimale 1c che è la centesima parte del grado centesimale.
- Il secondo centesimale 1cc che è la centesima parte del primo.
45g , 5835
Il vantaggio del sistema è quello di poter operare, per addizioni e sottrazioni, con il sistema
decimale.
Di contro angoli particolari (30°, 60°) non sono espressi da numeri interi
Questo sistema accomuna i vantaggi del sistema sessagesimale e del sistema centesimale.
Il Sistema Analitico ha per unità il radiante (1r), questo è l’angolo che sulla circonferenza con
centro nel vertice individua un arco pari al raggio.
αr x R = s per R=s
αr = 1r
in particolare per S = 2 π r αr = 2 π
S=π r αr = π
2
TRASFORMAZIONI DI MISURE ANGOLARI
α” : αg : αr = 90 : 100 : π/2
***
Supponiamo di voler trasformare l’angolo 65° 15’ 12”,3 nel sistema centesimale
a) 12”,3 corrisponde a
in definitiva
Siccome α° : αg = 90 : 100
αg = α ° x 100/90 = 10/9 x α°
Avremo
3
Trasformazione da sessagesimale in analitica
α° : αr = 90 : π/2
α° x π | αr x 180
r
α = ------------ | α° = ---------------
180° | π
|
Se α° = 1° αr = 0.01745 | Se αr = 1r α° = 57°,29577
Se α° = 1’ αr = 0.00029 | α’ = 3437’,74
Se α° = 1” αr = 4.848 x 10-6 | α” = 206265”
|
|
αg : αr = 100 : π/2
αg x π | αr x 200
αr = ------------ | αg = ---------------
200° | π
|
Se αg = 1g αr = 0.0157 | Se αr = 1r αg = 63g,66197
Se αg = 1c αr = 1.57 x10-4 | αc = 6366,197
Se αg = 1cc αr = 1.57 x 10-6 | αcc = 636619
|
|
4
APPLICAZIONI
δx δx
r
ϕ = --------- δy = -------- x L
H H
Se H = 10 m L = 5.50 m δx = 3 cm
3 3
r
ϕ = --------- δy = -------- x 5.50 = 1.65 cm
1000 1000
Il paramento ha ruotato di
3
ϕ” = ------ x 206265 = 618”,7 ≅ 10’,313
1000
5
UTILIZZAZIONE DEL SISTEMA RADIANTE
Questo sistema di misura degli angoli consente di risolvere in modo molto semplice alcuni
problemi come:
Spostamenti e rotazioni
a) Supponiamo di aver posto sotto controllo la rotazione di un muro di sostegno in cls., le cui
dimensioni sono quelle riportate in figura.
A tal fine si è disposta sulla testa del muro una piastra d’acciaio dello spessore di 5 mm
ancorandola con zanche, e posizionandola il più orizzontale possibile.
Lettura zero 1^ 2^ 3^ 4^ 5^ 6^
-0.5p 2p 2p 4p 4p 4p 4p
8” 8” 16” 16” 16” 16”
6
Dalle letture tabulate si evince che tra la lettura di zero e la 1^ e 2^ lettura c’è stato uno
spostamento di 2.5 parti pari a
2.5 x 4 = 10”
mentre la lettura finale rispetto allo zero da 3.5 parti di spostamento dalla bolla che corrispondono
a:
4.5 x 4” = 18”
Essendo la struttura rigida, si avrà che paramento e fondazione ruotano dalla stessa quantità,
secondo lo schema riportato in figura.
18”
δ = 260 cm x ----------- = 2.27 ⋅ 10-2 cm = 2.27 ⋅ 10-1 mm
206265
18”
ρ= (400 + 100) x ------------ = 4.37 ⋅ 10-2 cm = 4.37 ⋅ 10-1 mm
206265
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PROGETTO DEI SEGNALI
La dimensione di un segnale deve essere progettata in funzione del tipo di operazione che si sta
eseguendo.
Un segnale deve avere come prima caratteristica la visibilità, è sin troppo ovvio che se il segnale
non è visibile non giova a nessuno.
E’ necessario pertanto conoscere la minima dimensione (in genere lo spessore) visibile ad una certa
distanza D.
Per far ciò è necessario partire dalla definizione del potere separatore dell’occhio.
che consiste nell’angolo minimo al di sotto del quale l’occhio non separa il punto A dal punto B, e
quindi non li distingue.
α” = 50” ÷ 90”
60” h
r
α = -------------- = --------- dove
206265” D
- h è la dimensione minima
- D è la distanza a cui si trova h.
Risulterà così:
h ≅ 3 x 10-4 x D
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Quindi se vogliamo conoscere la minima dimensione visibile ad occhio nudo a 100 m, avremo
3 x 10-4 x D
h = ------------------ e nel nostro caso
√I
3 x 10-4 x 100
h = -------------------- = 6 mm ( I=25)
√ 25
Volendo progettare un segnale in un’operazione di Alta Precisione, si devono prendere in
considerazione altri parametri.
Devo però tenere conto dell’errore di puntamento che consiste nel considerare collimato un
punto, quando il punto non può essere materializzato e pertanto non può essere perfettamente
collimato.
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In altre parole, se R che rappresenta il punto intersezione dei fili del reticolo fosse posto nel
centro del quadrato δ x δ che rappresenta il punto S del segnale, potremmo dire che l’errore di
puntamento è praticamente zero. Ma, senza tener conto delle dimensioni visive di R, che sono molto
piccole e quindi trascurabili, il raggio ottico che parte da R colpirà uno dei punti all’interno del
quadrato δ x δ, e ciò avverrà in funzione della stima che l’occhio dell’operatore eseguirà nella
ricerca del centro di S.
60” 130000
δ = ----------- x ------------ = 7.5 mm
206265 √25
7.5
ρ = --------- > 1.87 mm
4
1.87
θ = ------------ x 206265 = 2.96”
130000
il che significa che l’errore di puntamento è superiore al valore di precisione richiesto (1”).
σ” = √ 1 + 2.962 = 3”,12
10
Sarà meglio utilizzare un cannocchiale con I = 30, infatti risulterà
60” 130000
δ = ------------ x ------------ = 6.90 mm
206265 √ 30
6.9
ρ = -------- = 1.72
4
1.72
θ” = ---------- x 206265 = 2.72”
130000
risulterà così :
σ 2 α = √ 1” + 2.72” = 8”,44 σα ≤ ± 3”
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MISURA DEGLI ANGOLI AZIMUTALI E ZENITALI
Si definisce angolo azimutale “AOB” la sezione dell’angolo diedro formato dal piano contenente
la verticale per “O “ed il punto “A” ed il piano contenente la verticale per “O” ed il punto “B”.
Questo angolo coincide in pratica con l’angolo formato dalle sezioni normali sulla superficie di
riferimento.
Si definisce zenitale “ZOA” in “A” l’angolo formato dalla verticale in “A” e la direzione “OA”.
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- Il cannocchiale è sorretto dall’alidada e può quindi ruotare nel piano orizzontale e nel piano
verticale.
Completano la struttura del teodolite i seguenti accessori:
- viti micrometriche, che consentono il bloccaggio di una direzione nello spazio e il successivo
piccolo movimento attorno ad essa.
- Piombino ottico, che sostituisce il filo a piombo, e consente di portare il centro dello strumento
sulla verticale del punto stazione.
La condizione di rettifica dello strumento è che gli assi s’incontrino in un punto C, centro dello
strumento e siano mutuamente ortogonali.
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La quota del punto C non interessa ai fini della misura dell’angolo azimutale, in quanto interessa
soltanto che C sia sull’asse a1 - a1.
Viceversa, se si misura un angolo zenitale è necessario conoscere la quota, in quanto il vertice
dell’angolo si forma in C e non sul terreno.
Si dice che lo strumento è in “stazione” su un punto P quando l’asse a1 è “perfettamente” verticale
ed il punto C si proietta lungo la verticale a1 – a1 in P.
Le misure degli angoli vengono effettuate mediante letture su cerchi graduati, quello per gli angoli
azimutali è fissato attorno alla base e pertanto è orizzontale quando lo strumento è in stazione,
mentre per gli angoli zenitali il cerchio è fissato al cannocchiale e ruota con esso.
I cerchi azimutali hanno generalmente una graduazione centesimale o sessagesimale che si sviluppa
in senso orario.
La misura di un angolo “AOB” procede come segue:
α = LB − L A
dove
Nel caso che le direzioni lette siano a cavallo dello zero si avrà:
α = LB − ( L A − 2π )
Ad esempio se:
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LA = 280° ed LB = 20°
LA = (Cs + Cd) / 2
dove
ϕ = | L2 – L1 |
15
L’incertezza di una lettura in questa classe strumentale ha un intervallo molto ampio (0.1” ÷ 5’).
In generale la minima incertezza ottenibile è 0.3” ÷ 0.5”. per gli angoli azimutali, mentre per angoli
zenitali l’incertezza aumenta in quanto il cerchio è più piccolo.
Cerchio verticale
C.S.
L’indice legge 100g
lettura Z = 100g
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Capovolgiamo il cannocchiale
C.D:
L’indice legge 300g
Lettura Z=300g
Z=ϕ+∈ ϕ=z-∈
d
de = (nota )
sen z
de h de h
= ⇒ =
sen ϕ sen ε sen(z - ε ) sen ε
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de sen z ⋅ cos ε − sen ε ⋅ cos z
= = sen z ⋅ ctgε − cos z
h sen ε
de 1
ctgε = ( + cos z ) ⋅
h sen z
1 1
= tgε =
ctgε de
+ ctgz
h ⋅ sen z
Le componenti strumentali
Il Cannocchiale
L’asse di collimazione a2 – a2 si realizza nel cannocchiale come la retta che passa tra il centro del
reticolo e il centro dell’obbiettivo.
Il cannocchiale montato sul teodolite è a lunghezza costante, originariamente era di tipo
astronomico, vale a dire due tubi coassiali che potevono variare la lunghezza tra obiettivo ed
oculare, al fine di fare cadere l’immagine sul reticolo, lo schema ottico è quello in figura:
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Nello schema è rappresentato una lente obbiettivo con distanza focale F1 molto più grande di quella
di F2 della lente oculare
La lente obbiettivo di un oggetto posto a distanza d > 2 F1, fornisce un’immagine reale capovolta e
rimpicciolita che raccolta dalla lente oculare tra il suo fuoco e il centro della lente stessa, viene
restituita come immagine virtuale, diritta e ingrandita.
Quanto sopra nel rispetto dell’equazione fondamentale delle lenti sottili:
Affinché l’immagine sia collimata, essa deve cadere sul piano del reticolo, il cui centro deve cadere
sull’asse ottico.
La possibilità di portare l’immagine sul reticolo, nel cannocchiale a lunghezza costante, è data da
una lente interna.
Le caratteristiche principali del cannocchiale sono:
- L’ingrandimento
- Il diametro dell’obbiettivo
- La chiarezza
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tgα
I=
tgε
si dimostra che
f1
I= = 10 ÷ 60
f2
campo
1km
Infatti a causa della natura ondulatoria della luce, l’immagine si forma dentro un dischetto di
diffrazione il cui raggio vale
1.22λ
r= ⋅f
D
Dove
λ = 5⋅ 10-5 cm ( luce verde) ƒ=30 cm D= 5cm
20
Se sul piano del reticolo due punti distano meno di r non sono più distinguibili, di conseguenza si
definisce poter risolutivo l’angolo che alla distanza focale ƒ sottende due punti distanti r.
1.22 ⋅ 5 ⋅ 10 −5
γ "= ⋅ 206265" =≈ 2.5"
5
L’errore di puntamento è dato dall’errore angolare che si commette quando si ritiene di aver
sovrapposto il centro del reticolo con il punto collimato, detto errore si può ritenere pari a γ”/4.
Q/a
dove
I cerchi dei teodoliti hanno dimensioni variabili da 50 mm a 120 mm, sono costituiti da vetro ottico
e portano la graduazione che viene incisa, ovvero riportata con procedimento di fotoincisione.
La realizzazione della graduazione è un procedimento molto delicato; infatti, se si considera che su
un cerchio di 80 mm di diametro, per incidere 400g è necessario tracciare un segno ogni 6 decimi di
millimetro, e per i primi (1-) i tratti dovrebbero distare 6 µ, ci si rende conto che anche per strumenti
di modesta precisione è necessario una procedura molto raffinata.
Per poter eseguire delle letture sui cerchi c’è quindi la necessità di utilizzare un microscopio che
con l’ausilio di altri mezzi consente di pervenire a letture con stime del decimo di secondo.
21
Tralasciando gli schemi ottici, possiamo dire però che un microscopio semplice rinvia all’oculare
un’immagine 10 volte ingrandita, mentre un microscopio composto ingrandisce mediamente 30 ÷
80 volte.
Ora se l’intervallo di 1g sul cerchio misura 0.6 mm significa che:
a) con microscopio semplice avremo una immagine apparente di 6 mm
b) con microscopio composto avremo un immagine apparente di 4.8 cm (I=80)
Ogni intervallo è 25c, pertanto posso stimare con un’approssimazione di 25c/3 ∼8c
Nel secondo avremo
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3 ⋅ d = a + 3 ⋅ d’ da cui
a= 3 (d – d’)
Per esempio nel caso di una graduazione del tipo in figura avremo:
I sistemi di lettura a stima non consentono letture al di sotto del 1c e di apprezzare meno di 0.3 ÷
0.5c, per poter avere letture più raffinate è necessario utilizzare i sistemi di misura micrometrici che
sfruttano il principio della lastra a facce piane parallele.
23
Se la lastra ruota di iˆ , il raggio ottico trasla senza ruotare di una quantità
S
d = AB ⋅ sen(i − r ) = ⋅ (i − r )
cos r
d = (S / cos r) ⋅ sen (i – r)
pertanto
d = S (i-r)
r 1 n -1
d= S ⋅ i (1 – -----) = S ⋅ i (1 – -----) = S ⋅ i (---------)
i n n
Se consideriamo una lastra con uno spessore di 2 cm in vetro ottico (n = 1.5) per apprezzare lo
spostamento di 10-4 mm è necessaria una rotazione pari a:
10-4 1.5
i = -------- ⋅ (-------) ⋅ 206265” = 3”
20 0.5
Con riferimento alla figura, il micrometro consente di valutate il tratto a con lettura del 1” e
27° 28°
24
a
stima del 0.1”, infatti se si ruota la lastra sino a fare coincidere l’indice sul 27°, in funzione della
360 x3600" x
=
2πr a
1296000" x 10 -4 ⋅ 1296000"
= −4 ⇒ x= = 0.6"
219.8 10 219.8
Il che significa che posso organizzare una scala di lettura per frazioni di grado in cui si legge il 1” e
si apprezza 0.2”÷ 0.5”.
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Difetti del Tedolite
Perpendicolarità
Più che di un difetto, si tratta di una anomalia originaria dello strumento causata dalla mancata
ortogonalità tra asse a1 – a1 ed il cerchio azimutale.
E’ un difetto che può essere presente per costruzione, ovvero può essere causato da un urto.
L’errore indotto non può essere eliminato con particolare uso dello strumento, che in definitiva non
può essere utilizzato.
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Il difetto origina dal fatto che l’asse generale a1 – a1 incide ortogonalmente il cerchio azimutale in
un punto c’ diverso dal centro della graduazione.
Pertanto lo strumento nel collimare P gira di α ma legge α’, commettendo un errore di ∈.
Infatti
L1 = α’ = α - ∈
L2 = α’ + π + 2∈ = α - ∈ + π + 2∈ = α + π + ∈
L1 + L2 (α − ε + α + ε ) + π
=
2 2
e a meno di π sarà
L1 + L2
= α (lettura corretta)
2
∈ = e/r ⋅ senα
Per strumenti di bassa precisione il difetto non determina errori rilevanti, mentre per strumenti più
raffinati il problema si pone, infatti se si considera un e = 10-3 mm con un r = 30 mm α=90°, si ha:
10 −3
ε= x1x 206265" =≈ 7"
30
Per questo motivo tutti gli strumenti di una certa precisione sono dotati di lettura al doppio indice.
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Eccentricità dell’asse di collimazione
Il difetto si verifica allorquando l’asse di collimazione proiettato sul cerchio azimutale non passa
per il centro della graduazione ma ha rispetto ad esso un’eccentricità e.
In queste condizioni, collimando il punto P, invece di leggere Lo fornirà la lettura
L1 = L0 - ∈
L2 = L0 + ∈
pertanto
L1 + L2
= Lo
2
E’ dovuto al fatto che la graduazione non può essere incisa in maniera perfetta, il che può
comportare che in alcune parti del cerchio è più ravvicinata mentre in altre è più distanziata.
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Si comprende come il difetto generi errori di carattere sistematico per la lettura degli angoli.
L’errore indotto dal difetto di graduazione viene eliminato attraverso una particolare procedura che
utilizza i metodi di Ripetizione e di Reiterazione, che vedremo più avanti.
Si definiscono difetti di rettifica quelli che con particolari procedure possono essere eliminati dallo
strumento.
collimazione C c” / sen z
inclinazioni I i” ctg z
verticalità V ν” tg α sen A (α = elevazione)
(Â angolo planimetrico)
Questi tre difetti derivano dalla mancata condizione di rettifica dello strumento ed in particolare dal
fatto che l’asse a1 – a1 non può essere reso perfettamente verticale e che la mutua ortogonalità degli
assi non può essere raggiunta perfettamente.
La condizione di rettifica si ottiene nel momento in cui gli errori indotti siano dell’ordine di
grandezza della precisione strumentale.
Va però tenuto presente che mentre negli strumenti meno precisi la condizione di rettifica si può
ottenere in maniera canonica, per strumenti molto precisi detta condizione è più difficile da
verificare.
Lo studio degli errori indotti dalla presenza simultanea dei tre difetti è abbastanza complessa, ma
nella sostanza si può ammettere che gli effetti possono essere studiati separatamente in quanto ν, i, c
sono tanto piccoli da poterne trascurare i quadrati, infatti consideriamo che il valore del difetto sia
10c, passando ai quadrati avremo:
10c =2.9088 · 10-3 rad che al quadrato diventa 8.46 · 10-6 rad2 ≈ 1”.7
29
A questo punto se L è la lettura che si farebbe allo strumento, collimando un punto P in condizioni
di perfetta rettifica, mentre per effetto di v, i e c si legge L’, potremo scrivere:
L’ – L = ƒ (ν, i, c, A, Z) dove
ν
L’ – L = ƒo (ν, i, c, A, Z) + J x i
c
ϑf ϑf ϑf
L '− L = v + c + i
ϑv 0 ϑc 0 ϑi 0
Dove il doppio segno è dovuto al cambiamento di segno di c ed i nella lettura con C.S. e C.D., il che
comporta che nella media delle letture coniugate gli effetti dovuti a c ed i si elidono.
Si può ora enunciare la regola di Bessel, che recita:
“Per misura di una direzione s’intende la media delle letture con C.D. e C.S.”
Questa procedura elimina:
- errore dovuto a difetto di collimazione
- errore dovuto a difetto di inclinazione
- eccentricità del lembo
- eccentricità dell’asse di collimazione.
30
Per il primo caso è necessario procedere ad una stima preventiva che porta a concludere:
- nel caso di strumenti con bassa precisione (30”) l’errore dovuto a ν” resta al di sotto dell’errore
strumentale;
- nel caso di strumenti con elevata precisione e per operazioni di controllo, conviene effettuare
più letture tramutando l’errore in accidentale, attenuando, così, gli effetti nella media finale.
Le procedure di misura e le cautele sin qui indicate non eliminano l’ultima causa d’errore dovuta al
difetto di graduazione.
Per poter attenuare l’errore che ne deriva è necessario mutare anche esso da errore sistematico ad
accidentale, e ciò si ottiene misurando l’angolo in parti diverse del cerchio.
Per poter fare ciò è necessario che il cerchio possa ruotare attorno all’asse a1 – a1, e a seconda delle
modalità con cui si consente questa rotazione i teodoliti prendono il nome di Reiteratori o Ripetitori.
Nello strumento Reiteratore il cerchio è calettato ad attrito sul basamento e può ruotare attorno ad
esso mediante una vite chiamata proprio di reiterazione.
Mentre nel teodolite Ripetitore il cerchio può essere fissato al basamento, ovvero all’alidada
ripetendo così una lettura.
Prima di passare ad esporre le due procedure di misura, dobbiamo chiarire come si fissa il numero n
delle reiterazioni o delle ripetizioni.
E’ noto che la relazione che lega lo ∈. m. m. con s.q.m. in una popolazione di n misure è:
σ(m) = ± σ/√n
Pertanto se σθ è lo s.q.m. nella misura di una direzione e si vuole sulla media un ∈.∈. m. pari a
σ(m) si avrà:
√n = σθ / σ(m)
Il valore di n è inutile che superi il valore 20 ÷ 24, infatti la relazione σ(m) = ± σ/√n è approssimata
partendo dal presupposto che la misura è
31
Xi = m + ∈i
Dove ∈i sono scarti di misura puramente accidentali a media nulla e indipendenti l’uno dall’altro.
X = m + ∈i ⋅ ∈k
1
2
σ = --- ∑ (∈i ⋅ ∈k)
n
e ancora
1
σ = --- [ ∑i=k ∈2i + ∑i≠k ∈i ⋅ ∈k)
2
ed essendo
σ2
2
σ m = ---
n
si ha
1
σ2(m) = --- [ ∑i=k ∈2i + ∑i≠k ∈i ⋅ ∈k)
n2
considerato che
si ha
n n2 - n
σ2(m) = --- ⋅ σ2 + ---------- ⋅ ρ ⋅ σ2
n2 n2
32
1 1
σ2(m) = --- ⋅ σ2 + (1 - ----) ⋅ ρ ⋅ σ2
n n
σ2(m) = ρ ⋅ σ2 ≠ φ
Ciò posto, stabilito quanto deve essere il valore dell’∈. ∈. m., con la scorta delle considerazioni
fatte si fissa il numero n, che nel caso:
- della reiterazione si ottiene facendo compiere al cerchio n rotazioni pari a 2π/n.
Il valore angolare sarà quello della media dell’angolo, la cui lettura si è ottenuta su parti diverse
del cerchio.
- della ripetizione si ottiene con la seguente procedura:
A
1) Lo strumento è in stazione in O
2) Si punta A e si legge L1,
si punta B e si legge L2
3) Si fissa il cerchio all’alidada, si sblocca dal basamento e si punta A dove si legge L2.
Si fissa il cerchio al basamento, si sblocca dall’alidada e si punta B dove si legge L3.
4) Si avrà così lo schema di letture di seguito la cui media vale
α1 = L2 – L1
α2 = L3 – L2
α3 = L4 – L3
………….
αn = Ln – Ln-1
-----------------
∑αi = Ln – L1
Ln + K ⋅2 π - L1
α = ---------------------
n
33
K è il numero di volte che si passa per lo φ
Zenit strumentale
Ls = Z
Ld = 400g - Z
Ls = φ LD = 400g(φ)
Ls =ξ LD = 400 - ξ
Ls =Z - ξ LD = 400 – Z - ξ
e la differenza fornirà
Ls - LD = Z - ξ - 400 + Z + ξ = 2 Z - 400
da cui
(Ls - LD) + 400
Z = ----------------- =
2
34
Ls + LD = 400 – 2∈
Correzione d’indice
- Se sulla traversa è presente una livella , si centra la bolla con le viti proprie della livella.
Stazione eccentrica
35
Se in luogo di fare stazione in S e misurare α, si fa stazione in C e si misura α’, sarà:
α + ∈1 = α’ + ∈2 α = α’ + ∈2 - ∈1
e ancora
∈2 / e = sen ϕ2 / d2 ∈2 = e/d2 sen ϕ2
∂∈ ∂∈ ∂∈
σ2∈ = (-----) ⋅ σ e + (-----) ⋅ σ ϕ + (-----) ⋅ σ2d
2 2 2
∂e ∂ϕ2 ∂d2
(1) (2) (3)
36
per ϕ = 90° e valutando che sia σ∈ = 1”
per D = 1 km risulta
1 ⋅ 1” ⋅ 1 km
σe = ---------------- = 5 mm
206265”
σe = 0.5 mm
per ϕ = 90° e = 1 m e σ∈ = 1”
per D = 1 km risulta
1” ⋅ 106
σe = ---------------- = 4.84 m
206265”
σe = 0.48 m
per ϕ = φ e=1m e σ∈ = 1”
per D = 1 km risulta
σϕ = 1000 ⋅ 1” = 1000”
per D = 100 m risulta
σe = 100”
Si può quindi constatare che la misura che richiede più esattezza è quella dell’eccentricità (e).
37
La misura elettronica delle direzioni
Lo scopo generale con cui si è mossa la ricerca nel campo strumentale è così riassumibile:
- ottenere misure migliori e più rapide;
- eliminare le soluzioni di continuità tra l’effettuazione delle misure e l’elaborazione dei calcoli;
- registrazione automatica delle misure su supporto compatibile elettronico;
- elaborazione automatica del grafico.
In questo contesto la misura delle direzioni (e delle distanze) è stata al centro di una vera e propria
rivoluzione Copernicana.
I primi tentativi di misura digitale delle direzioni risalgono agli anni ‘50, ma bisogna arrivare agli
anni ‘70 per avere le prime realizzazioni commerciali.
Inizialmente si adottò il sistema codificato, che richiedeva però in un secondo momento la lettura
con un lettore ottico.
Nella sostanza si trattava di decodificare un vero e proprio codice a barre
38
To = 330 ⋅ 10-6 s f(conteggio) = 1.72 ⋅ 10-6 Hz
4000000cc
--------------- = 3906.25”
1024
6.9
σ = ± ----------- = 2cc
√12
4000000cc
--------------- x 0.0005 = 12.24cc
π ⋅ 52
6.9
σ = ± --------------- = 0.1cc
√512
***
39
I caratteri più appariscenti di questa nuova generazione di strumenti è:
- Peso
- Dimensioni
- Automatismo
- Pochi comandi
- Allacciamento seriale con computer
- Manutenzione già semplice
Consideriamo la tacca di misura a , nel momento in cui sotto l’indice (sensore) passa il tratto
iniziale e finale, il sensore “ sa” che sotto di esso è passato un tratto il cui valore è a.
Se il sensore nel tempo necessario al passaggio della tacca emette n impulsi è capace di “leggere”
una frazione pari ad a/n.
In questo senso questo tipo di lettura si definisce incrementale.
Il fatto poi che possa essere l’indice a muoversi sul cerchio, o il cerchio a muoversi sotto l’indice
comporta che la lettura è di tipo statico ovvero dinamico.
Le realizzazioni che di seguito illustreremo saranno di tipo dinamico-incrementale, senza che ciò
tolga nulla al concetto della misura.
La ditta Sokkishia (Tokio) utilizza un cerchio costituito da un disco cilindrico ricoperto nello strato
superiore da Nichel-Ferro e magnetizzato con polarità alternata.
La rotazione del cilindro genera un segnale sinusoidale con λ = 0.2 mm, mentre il sensore emette in
λ / 200 impulsi arrivando ad una risoluzione di 1 µ.
Il diametro esterno del disco è 137.8 mm.
Si avrà così:
2πr 10 −3 mm
= e ancora
360 x3600" ϕ
40
432.692mm 10 −3 10 -3 ⋅ 1296000
= ⇒ϕ= = 3"
1296000" ϕ 432.69
Nei teodoliti elettro-ottici Wild è applicato il metodo Sercel che è di tipo dinamico-incrementale,
infatti sia il cerchio orizzontale che il cerchio verticale ruotano trascinati da un servomotore.
Per ogni misura angolare il cerchio fa una rotazione completa ed è letto da due diodi all’infrarosso,
di cui uno fisso posto sulla circonferenza esterna (L.F) ed uno mobile posto sulla circonferenza
interna (L.M.).
L’indice costituito da L.F. è lo zero, in quanto il cerchio non essendo codificato non ha direzione
origine.
Sia ϕ l’angolo azimutale, compreso tra i due assi dei diodi, potremo quindi scrivere
ϕ = n ϕo + ∆ ϕ
Se gli assi dei diodi passassero sulle delimitazioni iniziali e finali di n ϕo , ∆ ϕ sarebbe nulla.
∆ϕ ∆T ∆T
= ⇒ ∆ϕ = ⋅ϕo
ϕo To To
ed in definitiva
∆T
ϕ = n ϕo + ⋅ϕo
To
Ora se
To = 330 ⋅ 10-3s
f = 1.70 MHZ (frequenza di conteggio del diodo)
2π 400 x10000
e ϕo = = = 3906.25 cc
1024 1024
41
n = 1.72 ⋅ 106 ⋅ 330 ⋅ 10-6 = 567.6
3906.25 cc
= 6.88 cc
567.6
Ogni misura di fase viene raccolta da sei sensori diametralmente opposti avremo:
6.9
σ =± = ±2 cc
12
0.5 ⋅ 10 −3
ε= ⋅ 639948 = 12 cc
26
5⋅10-3
12 cc
σg = ± = 0.5 cc
512
Un altro sistema dinamico-incrementale che merita di essere citato è quello adottato nell’AGA 140,
in quanto in esso non può essere presente l’errore di graduazione nel senso classico.
Lo strumento infatti è fornito di cerchi costituiti da doppi dischi separata da uno strato d’aria, e
recanti piste coordinate a zig-zag, radialmente simmetriche del tipo in figura
disco superiore
42
disco inferiore
Una corrente alternata introdotta nel disco inferiore ne induce un’altra sul disco superiore
generando una tensione massima nel momento in cui girando le piste si sovrappongono, mentre la
tensione si annulla nel momento in cui le piste sono sfasate di un quarto.
Girando l’alidada si generano tensioni la cui ampiezza d’onda corrisponde a 0.6 milligon.
L’errore di graduazione non può esistere, nel senso comune, in quanto la misura avviene per
integrazione della tensione.
Quello che si può riscontrare è che si possono generare dissimetrie cicliche nelle tensioni che si
tramutano in pseudo errori di graduazione.
43
L’errore accidentale nella misura degli angoli
La misura di alta precisione di una direzione dovrà essere fornita dalla media dei risultati di n
operazioni che sia per angoli azimutali e zenitali indicheremo genericamente come
)
θ = θ m ± σ θ (m )
dove
θm è il valore medio
σθ(m) è l’errore medio della media
1
θ m = Σθi
n
dove
θi è la media delle letture coniugate (Bessel) operate in parti diverse del cerchio.
Quindi in termini di varianza σ2θ possiamo dire che essa è determinata come segue:
σ 2 θ = ε 2 (v , g ) + ε 2 l + ε 2 p
44
Per quanto riguarda ∈2(l) questa è dovuta sia a piccoli movimenti delle componenti strumentali sia
dalla differente stima che lo stesso operatore opera nell’eseguire letture ripetute.
La Varianza dovuta ad ∈2(p) è determinata dal fatto che il centramento del segnale con il centro del
reticolo comporta un errore.
Nelle operazioni di precisione è necessario procedere ad uno studio del segnale cercando di
ottimizzare ∈2(p).
Il puntamento risulterebbe perfetto se il centro del reticolo si sovrapponesse al centro del segnale, in
questo caso avremmo ∈2p = φ.
α h
è data da
h = D ⋅ α(r)
70"
αr = = 3.39 ⋅ 10 − 4 (rad)
206265"
45
pertanto h risulta:
h = 3.39 ⋅ 10-4 –100 m = 3.39 cm
αr ⋅D
h= e nel nostro caso
I
3.39 ⋅ 10 −4 ⋅ 100m
h= = 0.61cm = 6.1mm
30
Pertanto se voglio vedere il segnale dovrò avere un’intersezione di linee il cui minimo spessore
deve essere 6 mm.
6 mm
6mm
2mm
ε" p = ⋅ 206265" = 4" ,125
100000mm
4" ,125
ε " p ( m) = = 1" ,30
10
In ogni caso nelle operazioni di alta precisione oltre al dimensionamento del segnale, che va fatto
come abbiamo detto, è conveniente determinare la varianza complessiva σ2θ attraverso un buon
46
numero di misure eseguite preventivamente in modo da poter usufruire di tale valore nel progetto
delle operazioni.
Varianza di un angolo
α = θ 2 − θ1
pertanto
σ 2 (α ) = 2σ 2 (θ )
α1 = θ 2 − θ1
α 2 = θ3 −θ2
α3 = θ4 −θ3
α 4 = 2π − θ 4 + θ 1
47
σ 2α φ φ φ
Cθθ = φ σ 2θ 2 φ φ
φ φ σ 2
θ3 φ
φ φ φ σ 2θ 4
Cαα = J ⋅ Cθθ ⋅ JT
48