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8.

LA COMMISSIONE
La Commissione è un organo:
-Esecutivo: suo compito principale è far applicare i Trattati e gli atti.
-Indipendente: i commissari sono nominati a titolo individuale(non
rappresentano né gli stati da cui provengono né gruppi di interesse esterni
all’UE).
-Collegiale: tutte le delibere vengono riferite alla Commissione nel suo
complesso.
-A tempo pieno: si riunisce almeno una volta a settimana(per questo c’è
incompatibilità dei suoi membri con qualsiasi altra carica o attività
professionale.
La commissione rappresenta il perno del sistema dell’unione, ed è
chiamata ad esprimere il principio di sovranazionalità e a rappresentare e
a garantire l’interesse generale dell’unione in piena indipendenza rispetto
sia agli stati membri sia ad ogni altra istituzione o organo.Alla
commissione spetta il compito di sorvegliare sulla corretta applicazione
del diritto dell’unione, di promuovere l’interesse dell’unione preparando
l’adozione dei provvedimenti appropriati a tal fine e avviando lo sviluppo
delle sue politiche; la commissione inoltre assicura la rappresentanza
esterna dell’unione( ad eccezione di politica estera e di sicurezza comune),
dà esecuzione al bilancio, esercita funzioni di coordinamento, di
esecuzione e di gestione.I membri della Commissione sono scelti tra i
cittadini degli stati membri, uno per ciascun stato, in base alla loro
competenza generale e al loro impiego europeo e devono offrire garanzie
di indipendenza.Il trattato di lisbona ha stabilito che da novembre 2014,
essa sarà composta da un numero di membri, compreso il Presidente e
l’Alto rappresentante dell’Unione,corrispondente ai due terzi del numero
degli stati membri, a meno che il Consiglio europeo, deliberando
all’unanimità, non decida di modificare tale numero.I componenti della
commissione saranno scelti in base a un sistema di rotazione, stabilito
all’unanimità dal consiglio europeo, secondo un principio di assoluta
parità tra gli stati membri per quanto riguarda la permanenza dei loro
cittadini in seno alla commissione e facendo in modo:a) che il numero
totale dei mandati di cittadini di uno stato membro non sia mai superiore di
una unità al numero dei mandati di cittadini di un altro stato;b) che
ciascuna delle commissioni successive sia costituita in modo da riflettere
anche la molteplicità demografica e geografica degli stati membri.La
procedura di nomina attualmente prevede che il consiglio europeo,
deliberando a maggioranza qualificata, proponga al parlamento europeo un
candidato alla carica di presidente.Il presidente designato viene eletto dal
Parlamento a maggioranza dei membri che lo compongono( non più a
maggioranza dei voti espressi).Se non vi è approvazione, il Consiglio
propone, sempre a maggioranza qualificata, entro un mese, un nuovo
candidato.Successivamente, il Consiglio, di comune accordo col presidente
appena eletto, adotta l’elenco delle altre personalità che propone di
nominare come membri della Commissione, in base alle proposte degli
stati membri.Infine, il presidente e l’Alto rappresentante sono soggetti ad
un voto di approvazione da parte del Parlamento.In seguito
all’approvazione, la Commissione è formalmente nominata dal Consiglio
europeo.Per quanto riguarda l’Alto rappresentante, questo è nominato dal
Consiglio con l’accordo del presidente della Commissione.Il mandato dei
membri del parlamento è di 5 anni, cioè coincide con la durata dlla
legislatura del parlamento europeo.Termina per decesso, per dimissioni
volontarie, per dimissioni di ufficio;il membro dimissionario o deceduto
sarà sostituito,per la restante durata del suo mandato, da altro della stessa
nazionalità nominato dal consiglio di comune accordo col presidente della
commissione e previa consultazione del parlamento.Relativamente
all’organizzazione: le regole si rinvengono nei trattati e nel regolamento
interno della commissione.Al presidente spetta il coordinamento
dell’attività della commissione e la sua rappresentanza esterna, decide
l’organizzazione interna e affida ai vari mebri le rispettive
competenze.Inoltre, ha il potere di chiedere ad un membro della
commissione di dimettersi per evitare la mozione di censura da parte del
Parlamento.I vice presidenti sono nominati dal Presidente.La commissione
si riunisce almeno una volta a settimana, o quando è necessario, e le
riunioni non sono pubbliche e i dibattiti riservati.Una delle caratteristiche
della commissione è il principio di collegialità: tutti i membri sono
collettivamente responsabili delle decisioni adottate, in campo politico.Le
deliberazioni sono adottate a maggioranza del numero dei componenti.Il
regolamento interno, tuttavia, prevede delle procedure semplificate: la
procedura scritta e la delega.
-1La procedura scritta permette di rilevare l’accordo dei membri su una
proposta proveniente da uno solo di essi.Il testo della proposta viene
comunicato agli altri commissari che devono far conoscere le loro
eventuali proposte di emendamento entro un termine prefissato:se non ci
sono obiezioni la proposta è ritenuta adottata.Ogni commissario può anche
decidere che su quella proposta vi sia un dibattito ed in tal caso si rinvierà
alla successiva riunione della commissione.
-2La procedura delle deleghe prevede che la Commissione possa
autorizzare i suoi membri a prendere misure di gestione e amministrazione
chiaramente definite, a condizione che il principio di collegialità sia
rispettato.La legittimità di tali deleghe è stata riconosciuta dalla Corte di
giustizia( sentenza Azko Chemie, 1986).La commissione può anche creare
degli organi sussidiari e conferire loro dei poteri di esecuzione delle sue
decisioni, a condizione che questi siano precisamente delimitati e non
lascino margine di apprezzamento discrezionale.
-COMPETENZE:POTERE DI INIZIATIVA
Le competenze della commissione sono indicate in via generale dall’art 17
TUE,ma si ricavano anche da varie altre disposizioni dei trattati.L’aspetto
più significativo dell’attività della commissione è indubbiamente
l’esercizio del potere generale di iniziativa per lo sviluppo
dell’integrazione europea.In primo luogo, essa adotta raccomandazioni e
formula pareri nei settori definiti dal trattato, quando ciò sia esplicitamente
previsto oppure ogni volta che lo ritenga necessario;inoltre rivolge
raccomandazioni agli stati membri e ad altre istituzioni od organi.Essa ha
un potere determinante relativamente alla procedura di formazione degli
atti,infatti un atto legislativo può essere adottato solo su proposta della
commissione.Solo in pochissimi casi, indicati dai trattati, la proposta della
commissione è prevista in via alternativa rispetto alla proposta di altri
soggetti, ad esempio consiglio o banca centrale.Il TFUE(art 293)
attribuisce particolare valore alla proposta della commissione, stabilendo
che il consiglio non può emanare un atto che costituisca sue emendamento
se non all’unanimità, mentre è sufficiente la maggioranza prevista per
approvare la proposta.
Questa disposizione ha lo scopo di impedire che una maggioranza di stati
possa far prevalere i propri interessi sulla posizione della commissione e
possa prevaricare gli stati in minoranza senza il consenso di questa; solo
l’unanimità degli stati può far prevalere il loro comune interesse
all’interesse generale.La proposta,che è preparata dalla direzione generale
competente, è il modo normale attraverso cui si esprime l’iniziativa
economica, ma questa può anche consistere in una raccomandazione.La
proposta della commissione deve contenere l’indicazione della base
giuridica su cui si fonda: in particolare, dopo l’introduzione del principio
di sussidiarietà, la commissione è tenuta a giustificare sempre la
conformità della sua proposta a tale principio.Alcuni atti legislativi
possono, però, essere adottati anche su iniziativa di un gruppo di stati
membri, su raccomandazione della banca centrale, sulla richiesta della
corte di giustizia e del consiglio.Quindi l’iniziativa economica non è
esclusiva.Inoltre, il parlamento europeo può chiedere alla commissione di
presentare adeguate proposte su questioni per le quali reputa necessaria
l’elaborazione di un atto dell’unione e la stessa iniziativa può essere
assunta dal consiglio.Infine, si contempla anche la possibilità che i
cittadini dell’unione, in numero di almeno un milione e appartenenti a un
numero significativo di stati membri, possano prendere l’iniziativa di
chiedere alla commissione di presentare una proposta su materie per le
quali ritengono necessario un atto giuridico dell’unione ai fini
dell’attuazione dei trattati.La proposta di iniziativa, viene registrata dalla
commissione qualora essa non la ritenga manifestamente estranea alle
competenze dell’unione.La commissione può rifiutare la registrazione se la
proposta è contraria ai valori dell’unione,se ha un contenuto futile o
ingiurioso, se il comitato degli organizzatori è stato costituito in modo
irregolare.Entro 12 mesi, il comitato proponente raccoglie le dichiarazioni
di sostegno dei firmatari.Successivamente, se la raccolta delle adesioni va
a buon fine, la commissione entro 3 mesi la esamina, esprime il suo parere
in proposito ed indica l’eventuale azione che intende adottare e le
motivazioni che la inducono o meno ad agire.Infine non si può ignorare la
prassi seguita normalmente dalla commissione di “prenegoziare” le sue
proposte col consiglio attraverso trattative dirette o attraverso lo strumento
delle comunicazioni al fine di sondare in via preliminare gli orientamenti
di quest’ultimo.Nell’ambito della PESC il ruolo della commissione è
molto ridotto: essa può solo appoggiare l’Alto rappresentante dell’Unione
nel sottoporre al consiglio questioni relative alla politica estera, quindi ha
una funzione meramente consultiva.
POTERE DECISIONALE
La commissione ha un limitato potere decisionale nell’ambito della
politica della concorrenza:può constatare infrazioni con decisioni
motivate; può controllare la disciplina delle imprese pubbliche; sorvegliare
la compatibilità degli aiuti di stato col mercato interno con una decisione la
cui inosservanza da parte dello stato interessato può dar luogo a un ricorso
diretto per inadempimento davanti alla corte di giustizia; dispone inoltre
di un potere normativo primario nei casi previsti dei trattati.Inoltre, il
tratttao di lisbona, ha previsto che la commissione possa adottare atti a
portata generale su delega di un atto legislativo, per integrare o modificare
determinati elementi non essenziali dell’atto stesso.
POTERI DI ESECUZIONE
Nella disciplina precedente all’entrata in vigore del trattato di lisbona, era
espressamente previsto che il consiglio potesse delegare alla commissione
la competenza per l’esecuzione degli atti normativi da esso adottati, purchè
la delega fosse precisa e indicasse i limiti della competenza delegata; la
commissione quindi non era titolare di un potere autonomo di
esecuzione.Nello stesso tempo si dava al consiglio la possibilità di fissare
le modalità con cui esplicare il potere delegato; fu cosi’ introdotta la
procedura dei comitati, composti dai rappresentanti degli stati membri,
chiamati ad affiancare la commissione nell’esercizio dei poteri attribuiti.La
corte di giustizia ha riconosciuto la legittimità di tale procedura, a
condizione di non alterare l’equilibrio istituzionale e purchè riguardi
esclusivamente misure di esecuzione delle norme adottate.Vi sono poi altre
3 importanti procedure(stabilite nella decisione del consiglio del 13 luglio
del 1987(“comitologia”: prevedeva che la commissione dovesse tener
conto dei pareri dei comitati speciali,alcuni dei quali composti da
rappresentanti di stati membri.Tale decisione distingueva: comitati
consultivi di cui il loro parere era vincolante;comitati di gestione di cui il
loro parere era parzialmente vincolante;comitati di regolamentazione di cui
il loro parere era vincolante e non poteva essere ignorato dalla
commissione se non formulando una proposta in merito al consiglio, e
infine i comitati di regolamentazione con controllo che furono introdotti
con decisione nel 2006, la quale prevede che parere del comitato è sempre
vincolante, ma prima di approvare l’atto di esecuzione la commissione
deve trasmetterlo a parlamento e consiglio affinche possano esercitare un
controllo) e poi nella decisione del 28 giugno 1999):
-La prima(procedura consultiva) prevede l’intervento di un comitato di
rappresentanti degli stati membri, presieduto da un rappresentante della
commissione a carattere consultivo:la commissione sottopone le misure da
prendere al comitato, che emana un parere nel termine fissato e del quale si
terrà la massima considerazione.
-La seconda e terza procedura( procedura di gestione e procedura di
regolamentazione) prevedono di affiancare alla commissione dei
comitati.Nella procedura di gestione , una volta emanato il parere a
maggioranza qualificata, o qualora il comitato non si pronunci nel termine
stabilito, le misure previste dalla commissione sono immediatamente
applicabili ma, nel caso non si sia conformata al parere del comitato, le
comunica al consiglio e ne differisce l’esecuzione:se il consiglio non
prende una decisione diversa o non si pronuncia, la commissione adotta
definitivamente le misure in questione.
La procedura di regolamentazione è più severa per la
commissione: in caso di parere negativo del comitato o in assenza di
parere, la commissione sottopone al consiglio una proposta in merito alle
misure da prendere e ne informa il parlamento.Il consiglio può deliberare
sulla proposta a maggioranza qualificata: se manifesta la sua opposizione
alla proposta, la commissione la riesamina e può ripresentarla al consiglio;
se questi non si pronuncia o non manifesta opposizione, la commissione
può adottare l’atto di esecuzione proposto.
La disciplina attuale, dopo il Trattato di lisbona che abroga quella
precedente, appare più lineare e semplice.Infatti essa opera una importante
differenziazione; da un lato, i poteri delegati dal legislatore alla
commissione per adottare atti non legislativi di portata generale,
conferendo al consigli e al parlamento il controllo sull’esercizio delle
competenze attribuite avvalendosi del diritto di revoca o del diritto di
obiezione;dall’altro le competenze attribuite alla commissione per adottare
gli atti necessari per assicurare l’esecuzione uniforme degli atti normativi,
i quali devono in tal caso conferire alla commissione le competenze di
esecuzione.La competenza di esecuzione risulta condivisa tra stati membri
e commissione, in quanto ai primi spetta la competenza ad adottare tutte le
misure di diritto interno necessarie per l’attuazione di tali atti, alla seconda
vengono conferite competenze di esecuzione allorchè siano necessarie
condizioni uniformi per la loro applicazione.Viene mantenuta la struttura
dei comitati, riorganizzati per affinità, i cui lavori sono periodicamente
comunicati al parlamento e al consiglio e devono essere accessibili al
pubblico: ad essi viene affidati il controllo degli stati membri per
l’adozione degli atti di esecuzione da parte della commissione.Sono
previste solo 2 procedure: quella consultiva,diviene la regola generale, la
commissione decide le misure da adottare tenendo nella massima
considerazione il parere formulato dal comitato; la procedura d’esame,
invece, si deve applicare solo all’adozione di misure di portata generale al
fine di attuare gli atti di base e a misure con un impatto potenziale
considerevole riguardanti la politica agricola comune, l’ambiente, la
sicurezza delle persone, la protezione della salute.Essa infatti prevede un
controllo da parte degli stati membri tale da impedire l’adozione di misure
non conformi al parere del comitato.Questi formula il proprio parere a
maggioranza qualificata.Se il progetto di misure non è conforme al parere,
o non viene formulato il parere, la commissione adotta le misure in
questione; se invece non sono conformi al parere del comitato non può
adottarle.
POTERE DI GESTIONE
Alla commissione spetta la gestione amministrativa dei programmi e
strumenti finanziari e degli stanziamenti destinati agli interventi pubblici
dell’unione, nonché in collaborazione con le autorità interessate, dei fondi
a finalità strutturale, come il fondo europeo di sviluppo regionale(FESR)
o il fondo sociale europeo(FES).La gestione di questi strumenti finanziari
si inquadra nella competenza di esecuzione del bilancio.In tale ambito essa
dispone di ampi poteri di controllo al fine di garantire il corretto utilizzo
dei contributi concessi.Svolge inoltre varie competenze nella gestione
amministrativa delle politiche settoriali(concorrenza, agricoltura,trasporti).
POTERI DI CONTROLLO
La commissione ha il compito di vigilare sull’applicazione delle norme dei
trattati e del diritto derivato da parte degli stati membri e da parte delle
istituzioni.A tal fine dispone di vari poteri di verifica e sanzionatori.In
primo luogo può raccogliere informazioni, può procedere ad inchieste e
può comminare sanzioni.A titolo preventivo, può prendere l’iniziativa di
segnalare agli stati determinati comportamenti o misure che a suo giudizio
comportano il rischio di porsi in contrasto col diritto dell’unione: a tal fine
rivolge agli stati pareri e raccomandazioni.Inoltre sorveglia sulla
compatibilità degli aiuti di stato col mercato comune nonché sulla corretta
applicazione delle clausole di salvaguardia(clausole dei trattati
commerciali internazionali che autorizzano uno stato contraente ad
adottare un regime tariffario più oneroso o limitazioni quantitative nei
confronti di quei prodotti di altri paesi la cui importazione potrebbe avere
effetti negativi sulla produzione nazionale di merci similari).
Funzione di controllo
Due tipi di intervento(vigilanza)
1. Intervento diretto: decisioni vincolanti(direttamente applicabili) più
sanzioni previste da trattati e regolamenti in deterninati settori
2. Intervento indiretto:può proporre ricorsi alla corte di giustizia UE
contro stati/istituzioni che hanno violato gli obblighi loro incombenti
in virtù dei trattati.
In secondo luogo, la commissione può promuovere la procedura per
infrazione,per ogni violazione degli obblighi dei trattati, davanti alla
corte di giustizia, di propria iniziativa o su richiesta di un altro stato
membro, solo dopo l’espletamento di una procedura precontenziosa che
prevede l’emissione di un parere motivato a riguardo.Una deroga a tale
procedura è prevista solo quando uno stato non si conformi alla
decisione della commissione che constati l’incompatibilità di un aiuto di
stato: in questo caso, la commissione può adire direttamente la corte di
giustizia.Nei confronti delle altre istituzioni, la commissione può
richiamarle al rispetto dei trattati sia azionando il ricorso in
annullamento di atti dell’unione,sia utilizzando la competenza
consultiva della corte.Nell’ambito della politica della concorrenza, la
commissione ha il potere di emanare anche sanzioni pecuniarie nei
confronti delle imprese o dei privati che abbiano violato gli obblighi
imposti dalle norme dell’unione.
RELAZIONI ESTERNE
Un importante ruolo è svolto dalla commissione nel quadro delle
relazioni internazionali.In primo luogo, il trattato di lisbona affida alla
commissione la rappresentanza esterna dell’unione europea.Essa inoltre
negozia gli accordi tra unione e stati terzi o organizzazioni
internazionali nell’ambito delle direttive stabilite dal consiglio;
particolarmente rilevante è tale competenza in materia di accordi
commerciali.

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