LE SCRITTURE CONTABILI
La funzione delle scritture contabili: la vita delle imprese è dinamica perché impone scelte e valutazioni
economiche, si sviluppa attraverso atti di scambio che modificano la consistenza quantitativa e la
composizione qualitativa del patrimonio dell’imprenditore, perciò l’attività dell’impresa presuppone una
costante informazione ed un costante controllo sull’andamento degli affari e della consistenza quantitativa
e monetaria del patrimonio, nonché un controllo sui costi sopportati e i ricavi realizzati per verificare l’utile
conseguito o la perdita subita, ( questo controllo normalmente ha una cadenza annuale). Nozione: le
scritture contabili sono i documenti che contengono la rappresentazione in termini quantitativi e monetari
dei singoli atti di impresa, della situazione del patrimonio dell’imprenditore e del risultato economico
dell’attività svolta. Art. 2214 c.c. la tenuta delle scritture contabili è un obbligo per gli imprenditori che
esercitano attività commerciali. I soggetti obbligati: non vi è perfetta coincidenza fra i soggetti obbligati a
tenere le scritture contabili e la categoria degli imprenditori commerciali, infatti la disciplina delle scritture
contabili non si applica ai piccoli imprenditori e quindi anche a quelli che esercitano un’attività commerciale
(art. 2214, 3° comma). Inoltre anche le società commerciali (tranne la società semplice) sono obbligate alla
tenuta delle scritture contabili e alla redazione del bilancio anche se non esercitano un’attività
commerciale, come gli è stato imposto dagli artt. 2302, 2421, 2423 e 2478. L’obbligo della tenuta delle
scritture contabili è inoltre previsto per gli enti pubblici e gli enti privati diversi dalle società che svolgono
attività commerciali per la loro sottoposizione allo statuto dell’imprenditore commerciale. Infine tale
obbligo è previsto per le organizzazioni che assumono la qualifica di impresa sociale indipendentemente
dalla natura commerciale o agricola dell’attività esercitata.
Le scritture necessarie per un’ordinata contabilità variano a seconda del tipo di attività, delle dimensioni e
dell’articolazione territoriale dell’impresa. L’art. 2214 prevede che in ogni caso devono essere tenuti i
seguenti libri contabili: il libro giornale e il libro degli inventari e devo anche essere conservata per ciascun
affare la corrispondenza commerciale (lettere, fatture). Libro giornale: è un registro cronologico-analitico, in
esso devono essere indicate giorno per giorno le operazioni relative all’esercizio dell’impresa (art. 2216).
Libro degli inventari: viene redatto all’inizio dell’esercizio dell’impresa e successivamente ogni anno,
fornisce il quadro della situazione patrimoniale dell’imprenditore e si chiude con il bilancio e con il conto
dei profitti e delle perdite. Il bilancio: (art. 2217) dal bilancio devono risultare la situazione complessiva del
patrimonio (stato patrimoniale), gli utili conseguiti e le perdite (conto economico) alla fine di ciascun anno.
Altre scritture contabili: libro mastro nel quale le singole operazioni sono registrare non cronologicamente
ma sistematicamente (per tipo di operazione, per cliente ecc.); libro cassa che contiene le entrate e le
uscite di denaro; libro magazzino registra le entrate e le uscite di merci. Regole di tenuta delle scritture
contabili: per garantire la veridicità delle scritture contabili è imposta l’osservanza di regole formali e
sostanziali nella loro tenuta. Art. 2219 tutte le scritture contabili devono essere tenute secondo le norme di
un’ordinata contabilità (senza spazi bianchi, senza interlinee, senza abrasioni e in modo che le parole
cancellate restino leggibili). L’inosservanza di tali regole rende le scritture irregolari e quindi giuridicamente
irrilevanti. Tali scritture devono essere conservate per 10 anni. Sanzioni: l’obbligo di tenuta delle scritture
contabili non è sottoposto ad alcuna sanzione, ma l’imprenditore che non tiene regolarmente le scritture
non può utilizzarle come mezzo di prova a suo favore.