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Buono…per natura

Sembra uno slogan perfetto per la pubblicità di uno yogurt o di una tisana, ma è
anche uno dei dilemmi morali più antichi e più difficili della storia della filosofia.
Come spesso accade, il primo a porlo è Platone o meglio il personaggio di Socrate
nel dialogo platonico Eutifrone. Prima di entrare al processo, Socrate incontra
Eutifrone e gli pone la seguente domanda: “L’uomo santo viene amato dagli dèi
perché è santo oppure è santo proprio in quanto è amato dagli dèi”?
Parafrasando, “apprezziamo il buono perché è buono o è buono perché
un’autorità (gli dèi, lo Stato, la nostra cultura, noi stessi) lo apprezza?”. La stessa
cosa si chiederà qualche secolo dopo Leibniz in Riflessioni sulla nozione comune
della giustizia: “La giustizia e la bontà dipendono dall’arbitrio divino, o hanno il
loro fondamento nelle verità necessarie ed eterne della natura delle cose?”. Il bene
(e anche il male, di riflesso) sta nelle cose stesse, nel mondo e dobbiamo soltanto
riconoscerlo? Oppure i valori etici vengono proiettati nel mondo da un’autorità
esterna che giudica positivi o negativi alcuni comportamenti, alcune pratiche,
alcuni fatti? Che ne pensate? E quali conseguenze pensate che abbia sul nostro
modo di vivere la risposta a questo dilemma?

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