Dubbio

L’etimologia della parola dubbio è la stessa di quella di ‘doppio’: entrambe le parole derivano dal
latino ‘duo’ (due). La prima cosa che viene in mente pensando al dubbio è infatti l’incapacità di
scegliere tra due alternative, che siano azioni, spiegazioni di un fenomeno o opinioni discordanti.
Siamo familiari con questi dubbi al plurale, ma la nozione di dubbio in Filosofia indica a volte
qualcosa di più che confrontarsi con scelte difficili. Una cosa è essere incerti riguardo a una propria
credenza, per esempio ‘Sono certo di aver chiuso la porta di casa quando sono uscita?’ oppure
ancora ‘è vero che la città di Atalanta si trova in Ohio?’. Una cosa del tutto diversa è invece trovarsi
in uno stato di dubbio2 in cui ci si chiede ‘Sono capace di stabilire se ho chiuso la macchina oppure
no?’ o, più in generale, ‘Ho ragione a credere che quello che percepisco sia reale?’. In questo caso
si dubita non di qualcosa in particolare, ma di sé stessi, della propria capacità di formarsi credenze
vere in generale. È quello che ha fatto Cartesio nelle Meditazioni metafisiche, quando si è chiesto:
‘come faccio ad essere sicuro che non ci sia un genio maligno che mi inganna sistematicamente,
facendomi credere cose che sono tutte false?’. Il problema che altri filosofi si sono posti
recentemente è il seguente: dato che la persona che crede, per esempio, di aver chiuso la porta di
casa, e quella che si chiede se ha ragione di credere di averla chiusa sono in questo caso la stessa,
come si può risolvere quest’ impasse? Dipende dalle circostanze e sicuramente ci sono diverse
strategie per sfuggire a questo insidioso dubbio su noi stessi, ma per ora sembra che ci troviamo in
uno stato di dubbio3, formulabile come uno scioglilingua del tipo ‘Mi chiedo se sia giusto chiedermi
se sono certo di aver chiuso la porta di casa’… Tanto vale tornare indietro a controllare!

Fonti

https://plato.stanford.edu/entries/epistemic-self-doubt/#CaliHighOrdeProb

https://www.treccani.it/enciclopedia/dubbio_%28Dizionario-di-filosofia%29/