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Ortolani verifica di Storia dell'Arte 24 aprile

Munch Il Grido:

Il grido, o urlo, di Munch sono una serie di dipinti che rappresenta un soggetto, in primo piano che
urla, il quadro di per sé e l’icona massima che rappresenta l’apice della corrente espressionista.
L’autore evidenzia l’espressione di terrore, di disperazione presente nell’urlo. Si tiene la testa con
le mani e il suo corpo come il resto del dipinto viene deformato. Munch degenera il soggetto
umano a tal punto (privandolo dei capelli, disumanizzando il viso e stirando la figura che sembra
non avere più un corpo osseo) che di essa rimane solo l’espressione di terrore e di paura. Seguita
da un urlo soffocato.

Sul sentiero, in secondo piano appoggiati al parapetto o camminanti sono presenti altri 2 soggetti
distanti come in opere precedenti del pittore, che non fanno altro che distaccare il rapporto
umano da soggetto principale, come se non lo sentissero. Il tutto contornato da un paesaggio di
cielo rosso e un pesante addensamento di colori che viene trascinato dal pittore, aumentando la
pesantezza dell’opera.

Nel dipinto sono presenti 2 geometrie contrastanti, quella della natura che si trascina per il dipinto
da cui l’urlante si fa travolgere e 2 le figure nette in sfondo, che ci ricordano la razionalità e
seguono la strada, razionalità che il soggetto principale con il suo volto deformato ha ormai perso;
l’apice del terrore è forse visibile tra i lineamenti contorti soprattutto negli occhi.

Picasso Poveri in riva al mare:

Poveri in riva al mare è uno dei Picasso più conosciuti, classe 1903, e appartenente al periodo blu.

A dipingerlo è un Picasso ancora giovanissimo, ma con già straordinarie doti pittoriche.

I soggetti del quadro sono una famiglia povera (padre madre e figlio). Il quadro, carico appunto di colori blu,
evidenzia ancora di più la tristezza dei soggetti immedesimati nella più nera rassegnazione. I loro volti sono
chini quasi in segno di lutto ed essi immersi nel freddo del paesaggio sono in balia della sorte. Il religioso
silenzio che i personaggi manifestano aumenta le loro distanze e quasi rompe il legame familiare.

Picasso Ritratto di Ambroise Vollard:

Ritratto di Ambroise Vollard ci porta a un Picasso già fortemente cubista e seguendo i canoni della corrente
l’autore cerca di darci un ritratto perfetto, che superi una foto in realtà, cercando di rappresentare la 4°
dimensione. Vediamo più prospettive dell’immagine riassunte nello stesso piano dandoci una
rappresentazione completa e stilizzata.

Come dice il titolo il quadro, è il ritratto di Ambroise Vollard, che viene ritratto chino mentre legge un libro
sostenuto da una mano non immediatamente riconoscibile.

Boccioni Stati d'animo:


Gli Stati d’animo di Boccioni sono due trittici realizzati nel 1911 e nel 1912.

Le tre opere che compongono il trittico sono: quelli che vanno (dove due persone vicine si stanno
dando l’addio, nel momento clue del saluto), gli addii (dove è evidenziata la difficoltà di
abbandonare il luogo che si ama) e quelli che restano (che evidenzia l’osservatore che assiste alla
partenza del primo individuo e lo deve metabolizzare.

Vediamo nella progressione un vero e proprio percorso di crescita. La differenza tra il primo e il
secondo addio sta nell’evoluzione da un quasi espressionismo a un netto (e in stile gotico)
cubismo, quasi l’opera non si riconosce. Vediamo un effetto similare nella differenza delle seconde
tele che passano da un espressionismo evoluto, mirato a rappresentare la velocità tramite una
serie di linee che vogliono rendere l’idea del movimento, a una sua evoluzione cubista (meno
netta la distinzione rispetto agli addii) e un cambio di colori che assumono toni blu nel secondo. In
Quelli che restano invece, la forte malinconia della separazione viene molto evidenziata dagli occhi
di chi osserva il primo soggetto partire. Passiamo da una forte espressività quasi depressiva a un
cubismo blu e i soggetti da anime inermi che strascicano (evidenziato dal coloro salmastro della
prima edizione) diventano quasi coltelli che evidenziano la separazione (anche qui vediamo un
cambio in blu).

Duchamp Fontana:

l’opera perduta di Duchamp figurava un orinatoio con una firma nel bordo.

Vediamo forte la satira del Dada, quasi ai livelli massimi in questa opera potremmo dire anti
artistica. Sappiamo anche che l’opera non fu mai esposta al pubblico.

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