Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 1 di 26
SOMMARIO
1. OGGETTO E SCOPO ........................................................................................................................................................ 2
2. CAMPO DI APPLICAZIONE .............................................................................................................................................. 2
3. RESPONSABILITÀ ........................................................................................................................................................... 2
4. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO ....................................................................................................................................... 2
5. DEFINIZIONI ED ABBREVIAZIONI .................................................................................................................................... 3
6. EPIDEMIOLOGIA ............................................................................................................................................................ 3
7. DEFINIZIONE DELLE LDP ................................................................................................................................................. 4
7.1. STADIAZIONE DELLE LESIONI DA PRESSIONE ............................................................................................................. 5
8. FATTORI PREDISPONENTI .............................................................................................................................................. 6
9. VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI LESIONI DA PRESSIONE .................................................................................................. 7
10. RIPOSIZIONAMENTO DELLA PERSONA A RISCHIO ...................................................................................................... 8
11. CURA DELLA CUTE ................................................................................................................................................... 13
12. AUSILI ANTIDECUBITO ............................................................................................................................................. 16
12.1. CUSCINO ANTIDECUBITO ......................................................................................................................................... 17
12.2. MATERASSO IN SCHIUMA ....................................................................................................................................... 18
12.3. MATERASSO A PRESSIONE D’ARIA ALTERNATA ....................................................................................................... 18
12.4. MATERASSO A CESSIONE D’ARIA ............................................................................................................................. 19
12.5. LETTO AD ARIA FUIDIZZATA .................................................................................................................................... 19
13. ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE ............................................................................................................................ 20
13.1. ALIMENTAZIONE AUTONOMA ................................................................................................................................. 21
13.2. ALIMENTAZIONE NON AUTONOMA ........................................................................................................................ 21
13.3. ALIMENTAZIONE ENTERALE PARENTERALE O MISTA ............................................................................................... 21
14. DOCUMENTI COLLEGATI .......................................................................................................................................... 22
15. ALLEGATI ................................................................................................................................................................. 22
Il documento è stato controllato da UOC Qualità e Accreditamento solo ed esclusivamente per il rispetto dell’iter di emissione dei documenti.
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 2 di 26
1. OGGETTO E SCOPO
Il documento tratta le indicazioni comportamentali, preventive della complicanza dell’allettamento “Lesioni da Pressione (LdP)”,
riguardanti l’utilizzo di ausili antidecubito, la mobilizzazione ed il mantenimento di postura, la cura della cute e l’alimentazione e
idratazione
2. CAMPO DI APPLICAZIONE
Il documento ha validità aziendale; è rivolto ai Coordinatori Infermieristici e di Riabilitazione, agli Infermieri, ai Fisioterapisti e alle
figure di supporto (OTA-OSS) operanti presso i Moduli Funzionali di tutta l’ASST, dove abitualmente sono presenti persone a
rischio di contrarre LdP.
“Il documento rappresenta un insieme di raccomandazioni referenziate a cui gli operatori devono attenersi nel corso delle
attività; è comunque facoltà del singolo professionista, a fronte di particolari condizioni organizzative e cliniche, assumere scelte
differenti, ma comunque referenziate, che devono trovare evidenza nella documentazione clinica.”
3. RESPONSABILITÀ
La responsabilità dell’applicazione è di tutto il personale coinvolto nei processi assistenziali rivolti a soggetti a rischio di LdP.
In particolare l’Infermiere ha la responsabilità di applicare le indicazioni riportate nel documento elaborando un piano di
assistenza personalizzato sulla singola persona.
I “referenti Lesioni cutanee di settore”, hanno la responsabilità di essere di riferimento e di supporto agli operatori
nell’implementazione delle indicazioni riportate nel documento e di attivare e presidiare l’aggiornamento del personale sul tema
specifico.
La responsabilità della verifica della corretta applicazione è dei Coordinatori Infermieristici di Area Funzionale e di Modulo
Funzionale, dei “referenti lesioni cutanee di settore” e per quanto di competenza delle funzioni aziendali che esercitano attività
di auditing.
La responsabilità della revisione del documento è del referente del documento o, in sua assenza, dei responsabili della verifica.
Il documento verrà aggiornato o comunque verificato ogni tre anni e/o ogni volta che vi saranno rilevanti modifiche organizzative
e/o aggiornamenti.
4. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
C.T. Hess, Guida clinica alla cura delle lesioni cutanee, Masson, Milano, 1999 A. Colosso, E. Zanetti, Linee guida integrali dell’AHRQ per
la prevenzione e il trattamento delle lesioni da decubito, III edizione versione italiana, AISLeC, 2003.
A. Apostoli, A. Colosso, A. Bellingeri, Due anni di studi cinici randomizzati e controllati sulle lesioni da decubito: cambia qualcosa nelle
linee guida dell’AHCPR, Professioni Infermieristiche luglio-settembre 2003, pag. 163-72A.Colosso.
A. Bellingeri, La valutazione del rischio di contrarre Lesioni da pressione, I Quaderni, a cura della Federazione Nazionale Collegi IPASVI,
settembre 2003, pag. 21-25.
Le lesioni cutanee-Manuale clinico, Carocci Faber, Roma, 2004.
Risk Assessment and prevention of pressure ulcers, Linee Guida RNAO, Revisione Marzo 2005.
European Pressare Ulcer Dvisory Panel (EPUAP) Linee Guida di prevenzione e terapia delle ulcere da pressione, 2009/10.
Centro Studi EBN Policlinico S.Orsola Malpigli Bologna, Linee guida sulla prevenzione e trattamento delle LDD, ottobre 2014.
Pressure ulcers: prevention and management of pressure ulcers, Linee Guida N.I.C.E., 2014.
Prevention and treatment of pressure ulcers/injuries: quick reference guide 2019 EPUAP
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 3 di 26
5. DEFINIZIONI ED ABBREVIAZIONI
S.I.T.R.A.: Servizio Infermieristico Tecnico e Riabilitativo Aziendale
M.F.: modulo funzionale, Unità organizzativa del SITRA
LdP: lesione da pressione o lesione da decubito.
A.I.S.Le.C.: Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee (italiana)
O.T.A.: Operatore Tecnico Addetto all’Assistenza
O.S.S.: Operatore Socio Sanitario
Referente Lesioni cutanee S.I.T.R.A.: Infermiera referente per il S.I.T.R.A. con funzioni su tutta l’Azienda nella gestione delle
Lesioni cutanee
Referente Lesioni cutanee di settore: Infermiera/e che presta servizio in un M.F., la quale ha funzioni di collegamento con il
gruppo aziendale al fine di portare capillarmente le decisioni in merito al tema delle LdP e delle lesioni cutanee in genere. Inoltre
più specificatamente hanno le seguenti funzioni:
1. collaborano nell’implementazione del protocollo di prevenzione
2. sostengono i colleghi del singolo settore nell’applicazione del protocollo;
3. collaborano alle revisioni del protocollo;
4. partecipano alle indagini di incidenza e alla gestione dei dati;
5. partecipano alla gestione di gare per acquisizione di presidi e ausili specifici, per quanto di competenza (stesura
capitolato parte tecnico-professionale, valutazione dei prodotti offerti, ecc.)
Materasso standard: materasso comunemente utilizzato nelle strutture sanitarie, che non ha particolari proprietà antidecubito.
Ausili antidecubito o superfici di supporto (anche superfici antidecubito): letti, materassi che sostituiscono il materasso
standard, sovramaterassi che si posizionano sopra il materassi standard o cuscini da seduta che riducono o scaricano la
pressione sulla cute della persona. La superficie antidecubito viene utilizzata per la persona identificata a rischio di LdP.
Riposizionamento: sostanziale scarico della pressione e non solo temporaneo spostamento, con l’obiettivo principale di
consentire una ripresa della perfusione tessutale e quindi prevenire le modificazione ischemiche dei tessuti. Le tecniche
specifiche e la frequenza devono essere individuate sulla base del livello di rischio dell’assistito e degli obiettivi di assistenza. Di
norma viene usato impropriamente come sinonimo di mobilizzazione.
6. EPIDEMIOLOGIA
Una sfida impegnativa per i professionisti sanitari è la prevenzione di una delle ricorrenti e più temute conseguenze della perdita
di autonomia nella mobilità (allettamento) frequentemente presente nell’anziano ma anche nella disabilità: le ulcere da
pressione, che, oltre ad impattare negativamente sulla qualità di vita dei pazienti (e dei loro familiari), comportano anche un
notevole onere socio-economico. Dai dati emersi dall’indagine di Prevalenza condotta da AISLeC nel 2010 (tabella n. 1), si
evince che il problema delle LdP rimane ancora oggi, malgrado l’evoluzione delle tecnologie e delle conoscenze, un problema
significativo, che incide pesantemente sulla qualità di vita e sulla salute dei pazienti, soprattutto quando ricoverati nelle unità di
rianimazione/terapia intensiva.
Complessivamente la prevalenza di LdP è di 28,94% nelle aree intensive, 17,98% nelle medicine/lungodegenze, con un dato di
prevalenza globale del 19,53%.
Questi risultati richiedono una riflessione a tutti i livelli: da parte dell’organizzazione che deve focalizzare il problema e
riconoscere le risorse umane e materiali per permettere un approccio di garanzia alla prevenzione; da parte dei professionisti
che non devono abbassare la guardia rispetto il problema e coinvolgere sia gli operatori di supporto che i caregiver nel
processo di prevenzione; da parte degli assistiti e dei caregiver che hanno il diritto di ricevere un’assistenza appropriata ed
efficace ma soprattutto che garantisca loro di evitare danni durante il periodo di malattia.
Le L.d.P. si possono stadiare a seconda dei tessuti cutanei coinvolti (fig. n. 2).
8. FATTORI PREDISPONENTI
I fattori predisponenti sono quelli che aumentano il rischio di contrarre le LdP.
Essi si dividono in:
INTRINSECI
Immobilità
Capacità funzionali limitate
Incontinenza fecale
Incontinenza urinaria
Compromissione della sensibilità
Diminuzione del livello di coscienza
Scarso stato nutrizionale
Età
Patologie associate (es. diabete, ipertensione, mal. neurologiche croniche
ESTRINSECI
Forza di frizione o attrito: il tessuto epiteliale sfrega, fa attrito con il supporto esterno ovvero le lenzuola e il
materasso, provocando maggior fragilità, arrossamenti e abrasioni della cute. I risultati sono peggiori se una delle
superfici è ruvida o se una superficie è umida e l’altra secca.
Forza di pressione o di compressione: il peso della persona crea una pressione che si applica sui suoi tessuti, che
sono compressi tra le prominenze ossee ed il materasso, o supporto in genere, su cui è posta la persona. Quando la
pressione è superiore alla P.O.C. (pressione di occlusione capillare= 32-35 mmHg) i capillari si occludono e quindi si
riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti. Su di un materasso standard la pressione va da 40 a 160 mmHg circa.
Forze da stiramento o da taglio: i piani tessutali superficiali e quelli profondi vengono stirati verso direzioni parallele e
opposte (quando si solleva la testata del letto provocando lo scivolamento della persona verso il basso e quindi un
aumento di frizione nella zona sacrale e coccigea). Cioè si verifica uno scivolamento parallelo e inverso. In questo
modo i capillari possono stirarsi e torcersi oltre che occludersi riducendo di conseguenza l’apporto di ossigeno ai
tessuti.
Macerazione: la traspirazione cutanea della persona, i diversi essudati, l’incontinenza favoriscono un ambiente umido
e quindi l’alterazione dell’omeostasi cutanea. La cute umida ha un coefficiente di frizione due volte superiore alla cute
secca.
La prevenzione deve essere un programma globale (allegato n° 1) che prevede, dopo la valutazione del rischio:
1. la cura della cute
2. il riposizionamento programmato e il mantenimento di posture corrette
3. l’utilizzo di superfici antidecubito
4. l’alimentazione e l’idratazione sistemica.
L’Infermiere effettua la valutazione del rischio di LdP e sulla base di esso definisce un piano di assistenza personalizzato
applicando il presente protocollo.
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 7 di 26
RACCOMANDAZIONI INTERVENTI
ATTENZIONE
LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO È UNA COMPETENZA CHE OGNI
INFERMIERE DEVE POSSEDERE PER INDIVIDUARE LA PERSONA A RISCHIO DI LDP PRIMA DI METTERE IN ATTO
QUALSIASI INTERVENTO PREVENTIVO.
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 8 di 26
OBIETTIVO: proteggere la persona assistita dagli effetti negativi di forze meccaniche esterne quali la pressione,
frizione e scivolamento
RACCOMANDAZIONI INTERVENTI
persona assistita e/o care giver nel approccio interdisciplinare per ciascuna persona a rischio LdP, in base al
riposizionamento frequente, grado di autonomia residua. Riposizionare la persona assistita almeno ogni
indicando tempi e modalità, quando 3/4 ore o con maggiore frequenza se c’è rischio elevato (compatibilmente con
Nel riposizionare l’assistito bisogna tenere conto dei punti maggiormente a rischio di LdP:
ATTENZIONE
Evitare la compressione prolungata, tra le prominenze ossee e le superfici d’appoggio (sedi maggiormente a rischio).
Evitare di lasciare oggetti nel letto (es. tappini di deflussori, copriago, ecc.).
Evitare di mantenere la padella sotto il bacino della persona per tempi prolungati
Controllare il posizionamento di sondini, cateteri vescicali, sistemi di drenaggio, ecc., che potrebbero creare
compressioni su specifiche e delimitate aree (forme a stampo)
Evitare l’uso di ciambella, in quanto provocano un ridotto apporto ematico al centro e nelle zone compresse dalla
stessa.
Nel posizionare la persona assistita è necessario utilizzare accorgimenti per l’allineamento del corpo, al fine di prevenire
complicanze quali contratture o deformazioni articolari. Le figure sotto riportate sono tratte da “A.Calosso, Le lesioni cutanee-
Manuale clinico, Carocci Faber, Roma, 2004”.
POSTURA PRONA
Testa posta lateralmente e senza cuscino o cuscino basso.
Tronco allineato.
Arti superiori allineati lungo il tronco, gomito flesso e spalla abdotta.
Arti inferiori estesi, flessi al ginocchio.
Piedi a 90° possibilmente.
POSTURA LATERALE
Tronco e testa allineati.
Arto superiore sottostante con spalla abdotta e ruotata esternamente.
Arto superiore sovrastante in appoggio, flesso a 90° ed eventualmente sopra ad un cuscino.
Arto inferiore sottostante in leggera flessione al ginocchio.
Arto inferiore sovrastante con flessione maggiore dell’anca e del ginocchio. Fondamentale mantenere un cuscino tra gli
arti inferiori per contenere l’adduzione e il contatto.
Piede in flessione dorsale.
Dietro il rachide va posto un cuscino per permettere un appoggio all’assistito ed evitare il sovraccarico eccessivo sulla
spalla a contatto con il letto.
Testata del letto possibilmente non superiore a 30° (evita la compressione a livello del trocantere)
POSTURA SUPINA
Capo allineato al tronco.
Mantenere in scarico gli arti superiori con cuscini come sostegno, allineati lungo il tronco partendo subito al di sotto
dell’articolazione scapolo- omerale, con la mano in scarico e dita aperte.
Mantenere in scarico gli arti inferiori sempre con cuscini o nei letti articolati attivare la flessione.
I piedi vanno tenuti possibilmente in flessione dorsale a 90° (per evitare la flessione plantare) con cuscino alla pediera
del letto e archetto alza coperte.
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 13 di 26
OBIETTIVI:
1. preservare l’integrità cutanea, mantenendola integra, elastica, idratata e pulita.
2. individuare precocemente alterazioni della cute
RACCOMANDAZIONI INTERVENTI
L’ispezione della cute (tutto il corpo)
deve basarsi sulla valutazione di
quelle aree conosciute come
vulnerabili per ogni assistito. Le aree
vulnerabili tipicamente
comprendono: L’ispezione cutanea è condotta tramite l’osservazione del colore e dello stato di
regione temporale e occipitale idratazione.
del cranio In caso di presenza di zone di eritema o arrossamento effettuare la palpazione
orecchie della zona per verificare alterazioni di consistenza attraverso la prova della
RACCOMANDAZIONI INTERVENTI
Usare sempre il metodo “senz’acqua” e cioè i panni imbibiti (vedere IUP01
“Istruzione operativa per l’igiene completa e parziale dell’assistito non
autonomo”):
in caso di igiene dopo evacuazione, prima di utilizzare il prodotto
rimuovere feci con garza TNT asciutta (fornita insieme ai panni imbibiti)
può essere necessario una minore quantità di crema idratante dopo ogni
igiene effettuata, in quanto di norma il panno imbibito lascia già sulla cute
le sostanze emollienti ed idratanti.
Esecuzione dell’igiene della cute: Se si usa metodo classico con acqua per l’igiene (in casi eccezionali):
bagno almeno una volta al giorno e usare detergente neutro o a pH debolmente acido (non < 5.5) e non
igiene parziale al bisogno. eccessivamente schiumogeno, al fine di evitare la rimozione del film
Comunque dopo ogni evacuazione idrolipidico di protezione dall’eccessiva disidratazione cutanea;
intestinale e/o minzione e al cambio
se si usa le manopole pre-saponate, verificare se è possibile evitare il
della superficie assorbente
risciacquo;
(pannolone).
utilizzare acqua tiepida (37°C): l’acqua troppo calda o troppo fredda può
causare secchezza della cute e irritazione;
RACCOMANDAZIONI INTERVENTI
L’annotazione delle osservazioni Annotare sulla documentazione infermieristica le caratteristiche della cute rilevate
deve essere effettuata almeno 2 e l’esito della digitopressione. Eventuali annotazioni più articolate si possono
volte al giorno (di norma a seguito effettuare sul documenta MAD207/A “Scheda di monitoraggio e trattamento
delle cure igieniche principali) e locale delle ferite-lesioni cutanee”.
quando si evidenziano alterazioni
ATTENZIONE
Evitare l’uso di prodotti con alcool sulla cute, come alcool saponoso, acqua di colonia, profumi a base alcolica, in
quanto rendono più fragile ed aggredibile la cute da agenti esterni a causa della eccessiva disidratazione.
Evitare l’uso di borotalco, in quanto mescolato al sudore o ad altri liquidi biologici crea un impasto che macera ed irrita
la cute.
Evitare assolutamente massaggi o frizioni in corrispondenza delle prominenze ossee, in quanto possono portare ad un
microtrauma del tessuto in profondità: provocano scollamento dei piani cutanei, ostacolano la rigenerazione dei tessuti
e i processi di angiogenesi. Eseguiti in zone circostanti le LdP inibiscono la riepitelizzazione. Non utilizzare cerate
impermeabili sul letto, in quanto impediscono la traspirazione cutanea, creano aumento di calore e favoriscono quindi il
formarsi di LdP.
La crema idratante da applicare sulla cute per un’idratazione locale può essere qualsiasi prodotto in commercio
(è possibile rispettare eventuali abitudini e preferenze della persona assistita).
Nel caso la persona assistita voglia esplicitamente che l’igiene personale venga effettuata da un famigliare o altra
persona indicata, è responsabilità dell’Infermiere educare questi alla corretta modalità e comunque ispezionare la
cute con regolarità.
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 16 di 26
Gli ausili antidecubito sono strumenti tecnologici il cui utilizzo supporta l’operatore nella prevenzione e a volte anche nella cura
delle LdP. Essi consistono in materassi, sovramaterassi, cuscini e letti con azione antidecubito che riducono la pressione di
contatto tra superficie corporea e superficie d’appoggio e alcuni contrastano la macerazione.
Studi dimostrano che le superfici antidecubito sono più efficaci, al fine della prevenzione di LdP, rispetto ai materassi standard
ospedalieri.
Il funzionamento di tali superfici si basa sulla LEGGE DI PASCAL, secondo la quale il peso di un corpo fluttuante su un sistema
fluido si distribuisce in modo uguale sull’intera superficie. In questo modo i punti di pressione vengono eliminati.
OBIETTIVO: ridurre la pressione d’interfaccia tra superficie e assistito mantenendo il più possibile i valori che non
comportino l’occlusione capillare (P.O.C. >32mmHg).
RACCOMANDAZIONI INTERVENTI
Fare la prova “TOCCARE IL FONDO”: (fig. 3) corrisponde al fatto che quando una
zona corrispondente a prominenza ossea agisce su una superficie può accadere
che questa sia talmente compressa da far collabire i margini inferiore e superiore.
In questa maniera la zona corrispondente a prominenza ossea si troverà in una
condizione di elevata P.O.C..
Un metodo semplice per valutare se una zona corporea sta “toccando il fondo” è
quella di porre una mano a piatto fra il piano del letto e la superficie antidecubito
Quando si utilizza una valutando che resistenza s’incontra sotto questa zona corporea: se le dita hanno
superficie antidecubito un margine di movimento si può affermare che quella zona di superficie corporea
valutarne l’efficacia sulla non “tocca il fondo” e cioè non tocca il piano di appoggio della superficie di
singola persona assistita. supporto.
Evitare l’EFFETTO AMACA: effetto creato dal lenzuolo incalzato posto sulla
superficie antidecubito, che annulla in parte l’azione di ridistribuzione del peso.
L’effetto provoca una concentrazione della pressione sulle zone ove vi sono
prominenze ossee. Per evitarlo occorre avere una copertura sufficientemente
elastica, oppure non rimboccare il lenzuolo sotto la superficie antidecubito ma
lasciarlo cadere ai lati.
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 17 di 26
Figura n. 3: Manovra per valutare se la persona “tocca il fondo” clinico, Carocci Faber, Roma, 2004).
ATTENZIONE
Non pensare che la presenza della superficie antidecubito sostituisca il riposizionamento (è necessario associare
sempre alla superficie antidecubito un piano globale di prevenzione)
Posizionare sulla superficie antidecubito solo il lenzuolo o traversa (evitare l’utilizzo improprio di pannoloni, cerate, etc.
se non strettamente necessari: in tal caso preferire pannoloni sagomati o quadrati o meglio teli assorbenti monouso e
sostituirli di frequente). Più strati si interpongono tra la cute della persona e la superficie antidecubito minore è
l’efficacia di quest’ultima.
Valutare periodicamente la reale necessità della superficie antidecubito rivalutando il rischio di contrarre LdP (utilizzare
la superficie solo per il tempo necessario)
Non scegliere la superficie antidecubito senza aver fatto la valutazione del rischio (scheda valutazione rischio - scala di
Braden)
Se è presente il letto elettrico è possibile variare periodicamente (in occasione di qualsiasi procedura assistenziale o
avvicinamento all’assistito) anche di poco l’inclinazione delle diverse sezioni (soprattutto quelle superiore e centrale),
così da variare spesso le pressioni di appoggio. E’ possibile dare questa indicazione anche al caregiver se rimane
accanto all’assistito: in questo caso verificare la capacità e la disponibilità.
DEFINIZIONE
Superficie spessa di schiuma poliuretanica espansa, a forma di cuscino da porre su sedia, poltrona, carrozzina, comoda. Ha la
capacità di ridurre la pressione. Può essere termosensibile e quindi con la temperatura corporea può modellarsi alla superficie
corporea, riducendo le pressioni. È ricoperto con materiale impermeabile, bielastico, facile da pulire, bassa manutenzione. A
volte è composto dallo stesso materiale del materasso e dunque è ad aria e si gonfia con la stessa pompa.
INDICAZIONI
Persona a rischio (tutti i gradi)
Persone che possono mantenere la posizione seduta su sedia/carrozzina/poltrona
MODALITÀ DI UTILIZZO
Posizionare il cuscino su sedia/poltrona/carrozzina
Se la persona indossa pigiama/camicia da notte va posta direttamente sul cuscino senza traverse o lenzuola
Se la persona non indossa pigiama/camicia da notte porre solo un sottile strato di tessuto sul cuscino es. (un telo)
Non necessita di alimentazione elettrica se in schiuma
ATTENZIONE
Al momento presenti in numero contenuto nei nostri ospedali
Evitare di sovrapporre più strati di biancheria (cerate, ecc.) tra cuscino e superficie corporea, in quanto riduce l’efficacia
del cuscino antidecubito
Utilizzare insieme al programma di riposizionamento
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 18 di 26
DEFINIZIONE
Superficie spessa di schiuma di poliuretano espanso. Ha la capacità di ridurre la pressione e viene utilizzato in sostituzione del
materasso standard. Di norma ha bassa memoria elastica e pertanto è in grado di modellarsi alla superficie corporea postavi
sopra, mediante il calore, riducendo così le pressioni. È ricoperto con materiale impermeabile, elastico, facile da pulire e di
scarsa manutenzione.
INDICAZIONI
Persone con basso rischio LdP (scala Braden)
Mantenimento della parziale mobilità della persona
Persona con medio e alto rischio LdP (scala Braden) se non tollerata o controindicata superfici antidecubito dinamica
(pressione alternata e cessione d’aria)
MODALITÀ DI UTILIZZO
Sostituisce il materasso standard
Non necessita di alimentazione elettrica
Da usare sempre e solo con lo specifico rivestimento
ATTENZIONE
Evitare di sovrapporre più strati di biancheria (lenzuolo, traversa, ecc.) tra materasso e superficie corporea, in quanto
riduce l’efficacia antidecubito
Utilizzare insieme al programma di riposizionamento
DEFINIZIONE
Materasso ad aria (sul mercato anche in versione sovramaterasso) composto da diversi segmenti che, gonfiandosi e
sgonfiandosi alternativamente e ciclicamente, impediscono alla pressione di esercitare la propria forza costantemente sulla cute
in uno stesso punto. Inoltre possono favorire la circolazione ematica. Agisce riducendo le pressioni di contatto là dove non è
garantito il mantenimento continuo della pressione di contatto inferiore alla POC (32-35 mmHg). È dotato di sistema elettrico di
gonfiaggio.
INDICAZIONI
Scala Braden a basso e medio rischio
Da valutare in caso di politraumi e in particolare in caso di fratture del rachide non stabilizzate (di norma controindicato)
In caso di intolleranza ad altra tecnologia
In presenza di LdP con lo scopo di sollevare dalle pressioni i tessuti già danneggiati
MODALITÀ DI UTILIZZO
Sostituisce il materasso standard
Necessaria alimentazione elettrica
ATTENZIONE
Evitare di sovrapporre più strati di biancheria (lenzuolo, traversa, ecc.) tra materasso e superficie corporea, in quanto
riduce l’efficacia antidecubito.
Utilizzare insieme al programma di riposizionamento
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 19 di 26
DEFINIZIONE
È un materasso ad aria (in commercio anche in versione sovramaterasso) con sistema elettrico di gonfiaggio, che consente di
cedere continuativamente l’aria contenuta al suo interno verso l’esterno (scarico pressione) e quindi sulla cute della persona,
grazie alle caratteristiche del telo di rivestimento e alla presenza di fori. In questo modo si ottiene un sistema che mantiene
costantemente le pressioni di contatto al di sotto della POC (32-35 mmHg) e un sistema attivo di ventilazione che contrasta la
macerazione cutanea da eccesso di umidità. Oltre a ridurre le pressioni di contatto riducono anche le forze di frizione e taglio.
INDICAZIONI
Scala Braden alto rischio (inferiore a 9)
Nel caso ci siano problemi di macerazione cutanea (incontinenza, sudorazione importante, etc.)
In caso di intolleranza ad altra tecnologia
In presenza di LdP con lo scopo di sollevare dalle pressioni i tessuti già danneggiati
MODALITÀ DI UTILIZZO
Il materasso sostituisce il materasso standard
Necessaria alimentazione elettrica
ATTENZIONE
Evitare di sovrapporre più strati di biancheria (lenzuolo, traversa, ecc.)
Utilizzare insieme al programma di riposizionamento
In posizione semiseduta a letto l’angolatura non deve essere superiore a 30°. In caso fosse necessario un’angolatura
maggiore per un tempo prolungato, è probabile che si verifichi il fenomeno “tocca il fondo” a livello sacrale. In questo
caso valutare la possibilità di ricorrere ad una tecnologia a pressione alternata o non mantenere la posizione a lungo e
ispezionare spesso la cute.
DEFINIZIONE
Letto che funziona con il meccanismo di microsfere calcio-sodiche rivestite di silicone, tenute in “fluidizzazione” e cioè in
continuo movimento con un abbondante flusso d’aria rigorosamente automatizzato. La persona risulta sospesa su queste
microsfere in movimento e quindi si crea una situazione fluida (1,5 volte la densità dell’acqua). Il telo che contiene le microsfere
è traspirante e favorisce l’accesso di aria direttamente sulla cute, evitando la macerazione, e la filtrazione di liquidi che sono
sulla cute della persona. La pressione è costantemente mantenuta al di sotto dei 32-35 mmHg (POC) rendendo la pressione di
contatto inesistente, e si verifica un’azione contrastante la macerazione cutanea.
INDICAZIONI
Persone completamente immobile e/o in condizioni cliniche molto critiche
In presenza di LdP (tutti gli stadi ed escara), estese e multiple
Persona che ha subito intervento di chirurgia plastica ricostruttiva (valutare sede ed estensione)
Persone con ulcere molto essudative
MODALITÀ DI UTILIZZO
Sostituisce il letto e il materasso standard
Necessaria alimentazione elettrica
ATTENZIONE
Questa superficie si può noleggiare solo con autorizzazione di specialista in wound care
Evitare di sovrapporre più strati di biancheria (lenzuolo, traversa, ecc.)
Valutare la compatibilità con la struttura (ingombrante e pesante)
Attenzione a forature del telo: le microsfere sul pavimento lo rendono molto scivoloso
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 20 di 26
OBIETTIVO: assicurarsi che l’introito giornaliero (adeguato apporto giornaliero di carboidrati, proteine, vitamine e sali
minerali, compatibilmente con le patologie concomitanti) sia adeguato a mantenere o migliorare lo stato nutrizionale al
fine i prevenire la comparsa di LdP.
RACCOMANDAZIONI INTERVENTI
ATTENZIONE
Somministrare supplementi/integratori orali e/o per SNG ad alto contenuto proteico, in aggiunta alla normale dieta a individui a
rischio di malnutrizione e di LDP che presentino malattie acute o croniche o a seguito di intervento chirurgico.
La nutrizione enterale e parenterale può rendersi necessaria quando la nutrizione orale è inadeguata o non è praticabile, in
base alle condizioni dell’assistito e agli obiettivi di cura.
15. ALLEGATI
ALLEGATO N° 1: Diagramma di flusso: gestione complessiva della prevenzione di LdP
ALLEGATO N° 2: Procedura per il noleggio di superfici antidecubito
ALLEGATO N° 3: Scheda tecnica con istruzioni operative per la gestione di cuscini e materassi antidecubito statici
ALLEGATO N° 4: Tabella istruzioni superfici antidecubito dinamiche
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 23 di 26
PERSONA A RISCHIO?
NO
SI
ELABORAZIONE DI UN PIANO DI
PREVENZIONE
STOP
RIVALUTAZIONE RISCHIO
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 24 di 26
RESPONSABILE TEMPI
Personale infermieristico
Attivazione online della ditta fornitrice della superficie Subito dopo la
antidecubito valutazione del
rischio se
necessario
Dopo la valutazione
Attivazione online della ditta fornitrice per il ritiro della che non è più
Personale infermieristico superficie quando non più necessaria necessaria la
superficie o alla
dimissione
Coerenza?
NO
ALLEGATO N° 3: Scheda tecnica con istruzioni operative per la gestione di cuscini e materassi antidecubito statici
DI COSA SI TRATTA?
Cuscino antidecubito per sedia, carrozzina, poltrona e materasso, sostitutivo di quello standard, per
il letto.
Si tratta di un cuscino/materasso in materiale termoelastico che consente l’affondamento del corpo,
grazie anche alla temperatura corporea, modellando così la superficie al contorno della parte
anatomica appoggiata. Questo porta alla distribuzione del carico e quindi della pressione su una
superficie più ampia.
La fodera è in materiale vigilance e quindi impermeabile ai liquidi ma traspirante per la cute.
ATTENZIONI NELL’USO
Per non inficiare l’efficacia del cuscino/materasso seguire le seguenti attenzioni:
usare sempre con la sua fodera
mettere la persona sul lato corretto (di norma indicato)
se la persona indossa indumenti non mettere nessun altro tessuto
se la persona non indossa indumenti mettere solo uno strato di tessuto il più sottile possibile
(es. un lenzuolo o una traversa)
evitare di mettere tra il cuscino e la persona tessuti impermeabili (cerate, teli assorbenti, ecc.)
In caso di imbrattamento importante della cover o per sanificazione periodica o in caso di patologie
infettive, inviare in guardaroba il rivestimento, in un sacco a parte trasparente con etichetta
riportante il MF-la data-il contenuto.
ASST Ovest Milanese PAP26
PROCEDURA AZIENDALE
PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE Rev2
UOC SITRA Pag. 26 di 26