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ECONOMIA DOMESTICA

Classe terza

o Cenni sulle comunità infantili e sui vari tipi di istituti


Esistono vari tipi di istituti:

 di studio e di assistenza scolastica (Asili, collegi, convitti, pensionati, case dello


studente ecc.).
 di cura (ospedali, cliniche ecc.).
 turistico (colonie vacanze, pensioni, alberghi, ostelli ecc.).
 convivenza religiosa (seminari, monasteri, conventi)
 prevenzione e pena (riformatori, carceri)
 di assistenza (istituti per anziani “paganti”, ospizi “non paganti”, case
di riposo, dormitori pubblici, istituti di assistenza per giovani.

ASILO NIDO (da 0 ai 3 anni)


La struttura è dell’800 (iniziata dal sacerdote FERRANTE APORTI e da lui chiamata scuola
infantile). Sorgono nella prima metà dell’800 (Laura Mantegazza-Solera l’ha aperto a
Milano per i figli dei lavoratori).
Oggi, 150 anni dopo, si chiama struttura educativa.
Negli asili-nido (che sono controllati dal comune, dall’assessore alla pubblica istruzione)
non ci sono maestre, ma A.C.I. = assistente comunità infantile.

SCUOLE MATERNE dai 3 ai 6 anni


Il 90% dei bambini tra 3-6 anni sono nelle scuole materne (metodo sorelle Agazzi). Si
chiamano scuole perché il bambino è attivo, non è lì solo in custodia come nell’800. Si
chiamano materne perché la maestra è la vice-mamma. Tratta il bambino come a casa: lo
coccola, lo lava, lo accudisce ecc.

Particolarità della scuola materna:


 Accoglienza è assomiglia alla casa con piante, quadri ecc. Gli armadietti ove
depositare le cose personali (cappotti ed altro) devono essere dotati di contrassegni
 Sala giochi è conterrà il “museo” delle cianfrusaglie (Agazzi), quelle piccole cose che
possono essere sempre utilizzate, a seconda della fantasia del bambino, a differenza
dei giochi comperati che stancano subito
 Aula didattica è banchi, sedie, lavagne. Al bambino è data la possibilità di esprimersi
nel disegno libero
 Spazio all’aperto è angolo della manipolazione (terra, fango, sabbia ecc.) utile per
l’abilità manuale.

I bambini sono divisi in tre squadre di uguale età. Ogni squadra ha il suo nome (squadra
gialla, rossa o blu per esempio). Questa diversità non comporta però un isolamento,
perché i più grandi sono incaricati di fare da “vice-maestra” ai più piccini.

La sorveglianza delle scuole materne è affidata al direttore didattico, che è il preside delle
scuole elementari e materne.
All’interno è affidata al direttore, o direttrice, con sotto di sé le maestre che, nel loro lavoro,
devono tenere conto dei NUOVI ORIENTAMENTI del 1991 che contengono le linee
programmatiche obbligatorie.
Le maestre possono attingere liberamente ai N.O. tramite la programmazione che stilano
all’inizio dell’anno (ogni anno) sotto la coordinazione del direttore.
Naturalmente durante l’anno, in diversi periodi, fanno le verifiche della programmazione.

Esempio: metto nella programmazione la SOCIALIZZAZIONE. Userò strumenti tipo il


girotondo per raggiungerla. Verificherò a Natale e a Pasqua a che punto sarà la
socializzazione. Però il direttore didattico può mettere in dubbio il “come” aggiungere
l’obiettivo.

In sintesi:
Programmazione è obiettivi è modi per raggiungerli è verifica.

LA CASA DEI BAMBINI


Il rimanente 10% sono le case dei bambini (di Maria Montessori), dove tutto è a misura di
bambino, anche i tavoli bassi, le prese elettriche ecc.

Dire che ci sono maestre è un’eresia. Lei parlerà di direttrici e in un libro scriverà:
“La miglior dote della direttrice è quella di non saper fare niente”.

Alla base del metodo montessoriano sta l’AUTOEDUCAZIONE.


La direttrice prepara gli ambiti nei quali il bambino si muove.
Per esempio: se mette un biliardo in una stanza, di sicuro i bambini giocheranno al biliardo
e non a un altro gioco.

Ultimamente sono in auge anche le scuole steineriane (di Rudolf Steiner) che formano la
persona nella sua armonia. Per loro sono molto importanti la musica, l’educazione fisica
ecc.

Ricapitolando:
 AGAZZI è gioco libero, di fantasia
(non c’è il gioco del silenzio)
 MONTESSORI è la fantasia è un po’ tralasciata
 gioco del silenzio (ascoltare le voci dell’esterno, della natura. La
direttrice chiamava i bambini a uno a uno e questi dovevano
alzarsi e muoversi in silenzio
 gioco del filo (camminare sul cerchio disegnato per terra =
PONDERATIO, cioè per la distribuzione armonica del peso.

o Studio degli ambienti di una comunità nei loro aspetti igienici, economici ed
estetici; norme generali
Le norme che regolano gli ambienti comunitari sono sostanzialmente le stesse che
regolano l’ambiente domestico, ma ovviamente sono più regolamentate e soprattutto sono
sottoposte a vigilanza da parte degli organi preposti: Comune, ASL ( Azienda, Sanitaria
Locale), NAS ( Nuclei Antisofisticazione dei Carabinieri), ecc. Naturalmente esistono le
loro strutture omologhe in Svizzera.

Aspetti igienici e di sicurezza


L’IMPIANTO  l’impianto elettrico deve essere costruito da personale
ELETTRICO qualificato che possa rilasciare il certificato di conformità. Deve essere
costruito secondo le norme CEI in accordo con le norme della Comunità
Europea e deve possedere la messa a terra per evitare dispersioni di
corrente.
Naturalmente l’illuminazione deve essere adeguata alle esigenze in
modo da non affaticare la vista durante la lettura.
Coprire le prese basse, affinché i bambini non possano metterci le mani
o degli oggetti.

L’IMPIANTO  l’impianto idrico deve essere dotato di acqua potabile e


IDRICO possibilmente anche di un decalcificatore per ridurre la durezza
dell’acqua.

L’IMPIANTO DI  normalmente è a termosifoni di metalli vari (alluminio,


RISCALDAMENTO ferro, leghe di bronzo ecc.), in piccoli ambienti si può trovare anche la
stufa o il camino. Centralizzato può essere:
1. a convezione (ventola ad aria)
2. a irraggiamento (quelli normalmente usati)
3. elementi posti nel pavimento.

LE FINESTRE  ideali le basculanti (con l’apertura a compasso): danno


un continuo ricambio di aria e provvedono ad una
illuminazione naturale. A doppi vetri riparano dal freddo.
Aspetti economici
GESTIONE  il fine ultimo della gestione di comunità è di fornire dei DI COMUNITÀ
servizi con il massimo di benefici e un costo minimo.
Le condizioni alle quali deve attenersi un gestore sono:
 assicurare i principi necessari per un’alimentazione sana con quantità,
qualità, varietà, appetibilità e prezzo
 assicurarsi un adeguato ritorno finanziario per pagare i fornitori, i
dipendenti e mantenere la comunità).
 possedere le debite attrezzature (locali adeguati, gli impianti a norma
di legge, cucine ben attrezzate ecc.)
 personale controllato igienicamente (libretto sanitario)
 fornitori sicuri igienicamente, affidabili e competitivi
 alimenti possibilmente freschi e senza conservanti

LE VARIE  a parte gli asili nido (1° livello) e le scuole materne (dai 3
COMUNITÀ anni in poi) e le normali scuole primarie (elementari e medie), possono essere,
a secondo del loro scopo:
 di studio e di assistenza scolastica (collegi, convitti, pensionati, case
dello studente ecc.).
 di cura (ospedali, cliniche ecc.).
 turistico (colonie vacanze, pensioni, alberghi, ostelli ecc.).
 convivenza religiosa (seminari, monasteri, conventi)
 prevenzione e pena (riformatori, carceri)
 di assistenza (istituti per anziani “paganti”, ospizi “non paganti”, case di
riposo, dormitori pubblici, istituti di assistenza per giovani

I MATERIALI  Per l’arredamento delle comunità che si consiglia pratico,


vivace e colorato (quadri !), è necessario utilizzare materiali che
presentino le seguenti caratteristiche:
 siano facili da pulire: marmo, piastrelle, legno, linoleum (che oltre tutto
attutisce il rumore) ecc. non usare la moquette !
 non presentino fenomeni di radioattività naturale: granito, dolomite ecc.
 non presentino superfici che emettono sostanze nocive:
i solventi per la laccatura, la lana di vetro, l’amianto ecc.
 nell’arredamento non siano presenti oggetti che emettono radiazioni
elettromagnetiche: la TV (deve essere almeno a due metri di distanza
dallo spettatore; gli strumenti che sono fonti di potenza devono essere
allontanati dalla zona notte (le radiosveglie non troppo vicine alla testa).
 utilizzare tessuti naturali: lana, seta, cotone (possibilmente grezzo),
piume d’oca ecc. e ricordare che la lana va lavata non calda (30°) per
non infeltrirla ed il cotone va prelavato, affinché non si restringa, e va
possibilmente bollito (95°). Le tintorie sono da scartare perché usano
solventi.
 attenzione a non includere mobili con spigoli vivi.

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