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LA COOPERATIVA

SOMMARIO

Sommario.................................................................................................................................................................................................................. 2
Vademecum del cooperatore............................................................................................................................................................................ 3
Principi della cooperazione.......................................................................................................................................................................... 3
Generalità............................................................................................................................................................................................................ 4
Che cos’è una società cooperativa............................................................................................................................................................. 5
Come si costituisce una società cooperativa......................................................................................................................................... 6
Quali sono gli organi sociali di una società cooperativa?............................................................................................................. 6
Le altre leggi sulla cooperazione............................................................................................................................................................ 6
Adempimenti per costituire una cooperativa....................................................................................................................................... 7
La normativa della cooperazione............................................................................................................................................................... 8
Partecipazione dei soci al capitale sociale.............................................................................................................................................. 9
Costituire e gestire una cooperativa comporta costi contenuti.................................................................................................. 10
Per l’assistenza c’è Confcooperative...................................................................................................................................................... 11
Avete un buon progetto? C’è chi può aiutarvi.................................................................................................................................... 11
Le principali tipologie di cooperative......................................................................................................................................................... 12
Introduzione.................................................................................................................................................................................................... 12
Le cooperative di produzione e lavoro.................................................................................................................................................. 13
Aspetti retributivi e previdenziali del socio lavoratore............................................................................................................. 14
Le cooperative di consumo........................................................................................................................................................................ 16
Le cooperative agricole............................................................................................................................................................................... 17
Le cooperative edilizie di abitazione...................................................................................................................................................... 18
Le cooperative sociali................................................................................................................................................................................... 20

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VADEMECUM DEL COOPERATORE

PRINCIPI DELLA COOPERAZIONE

DEFINIZIONE: Una cooperativa è un’associazione autonoma di persone che si uniscono volontariamente per
soddisfare i propri bisogni economici, sociali e culturali e le proprie aspirazioni attraverso la creazione di
un’impresa a proprietà comune, controllata democraticamente.

VALORI: Le cooperative si fondano sui valori dell’autosufficienza, dell’auto-responsabilità, della democrazia,


dell’eguaglianza, dell’equità e della solidarietà. Fedeli allo spirito dei padri fondatori, i soci delle cooperative
aderiscono ai valori etici dell’onestà, della trasparenza, della responsabilità sociale e dell’altruismo.

I principi cooperativi sono linee guida mediante le quali le cooperative mettono in pratica i propri valori.

1° Principio - Adesione libera e volontaria.

L’adesione ad una cooperativa deve essere volontaria e non deve essere oggetto di restrizioni artificiose, né di
discriminazioni sociali, politiche, razziali o religiose.

2° Principio - Controllo democratico da parte dei Soci.

Le cooperative sono organizzazioni democratiche: gli affari devono essere amministrati da persone scelte dai
soci. I soci devono avere uguale diritto di voto (un socio, un voto).

3° Principio - Partecipazione economica dei Soci.

L’eventuale interesse sul capitale sociale deve essere limitato; gli avanzi di gestione appartengono ai soci e
devono essere ripartiti in modo che nessuno sia favorito, secondo le seguenti finalità:

 sviluppo degli affari sociali


 istituzione di servizi comuni
 distribuzione ai soci in misura proporzionale alle operazioni con la società

4° Principio - Autonomia e indipendenza.

Le cooperative sono organizzazioni autonome, basate sull’auto aiuto e gestite dai loro membri. Se esse stipulano
accordi con altre organizzazioni, compresi i governi, o raccolgono capitale dalle fonti esterne, fanno ciò a
condizioni che assicurano comunque il controllo democratico da parte dei loro soci e mantengono inalterata la
loro autonomia cooperativa.

5° Principio - Educazione, formazione e informazione.

Le cooperative devono fornire ai loro soci, dirigenti, amministratori e dipendenti l’educazione e la formazione
necessarie per poter contribuire efficacemente allo sviluppo delle cooperative stesse. Devono inoltre curare la
diffusione presso l’opinione pubblica dei principi, dei metodi e dei benefici della cooperazione.

6° Principio - Cooperazione tra cooperative.

Ogni cooperativa, al fine di soddisfare più efficacemente i propri soci e di rinforzare l’intero movimento
cooperativo, deve operare attivamente ed in modo coordinato assieme alle altre cooperative su scala locale,
nazionale ed internazionale.

7° Principio - Impegno verso la collettività.

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Le cooperative lavorano per lo sviluppo sostenibile della collettività di cui sono espressione ed alla quale
appartengono attraverso politiche approvate dai loro soci.

GENERALITÀ

Le cooperative italiane danno lavoro ad oltre 500.000 persone. Scopo di questo vademecum è di illustrare come
ci si crea un’opportunità di lavoro, come, in altri termini, potreste dar vita ad una vostra cooperativa, che nascerà
da una vostra idea, che sarete voi a gestire.

Intendiamo, inoltre, fornirvi una «panoramica generale» sulla cooperazione, per illustrarvi i molteplici campi nei
quali essa opera.

È basilare iniziare quindi con una breve presentazione del mondo cooperativo.

L’impegno cooperativo, iniziato tanti anni fa, prosegue oggi, e potrà avere ancora interessanti sviluppi, anche
grazie ad apporti lavorativi di nuovi soci.

La cooperazione ha oltre un secolo e mezzo di storia. Di cosa si tratta esattamente? Come nasce?

La società cooperativa è essenzialmente due cose:

 un’impresa
 una società.

Ha quindi (in quanto impresa) un fine economico e non si fa da soli. Nasce cioè da un gruppo di persone che si
uniscono per soddisfare un bisogno comune.

Non si tratta esclusivamente di una semplice entità economica. L’aspetto economico-finanziario ha infatti la sua
importanza, ma l’attività di una cooperativa va a toccare, in modo non marginale: la sfera del sociale, quella
economica e non ultima quella culturale.

La cooperativa è dunque un’impresa nella quale la persona-socio prevale sull’elemento economico. Alla base della
cooperativa sta infatti la comune volontà dei suoi membri di tutelare i propri interessi di consumatori, lavoratori,
agricoltori, operatori culturali, ecc.

La comune gestione dell’impresa permette di collocarsi in una situazione di concorrenza nei confronti di chi,
come i grandi gruppi, detiene una posizione di forza sul mercato.

~4~
CHE COS’È UNA SOCIETÀ COOPERATIVA

La cooperativa è una società che, per costituirsi, deve avere almeno 3 soci (piccola società cooperativa) oppure 9
soci (cooperativa tradizionale).

La riforma del diritto societario ha in parte modificato il codice civile.

L’articolo 2522 c.c. al primo comma ci ricorda che per costituire una cooperativa è necessario che i soci siano
almeno nove. Fino a qui niente di nuovo rispetto al vecchio codice. Appare però, al secondo comma, una grossa
novità: può essere costituita una società cooperativa da almeno tre soci, quando i medesimi sono persone fisiche,
e la società in questo caso “deve” adottare le norme della società a responsabilità limitata.

Questo passaggio segna la fine della piccola società cooperativa come concetto a se stante.

Il numero minimo di soci differisce da quello previsto per le cooperative in generale (9) per particolari categorie
di cooperative nel modo che segue:

 le cooperative di produzione-lavoro ammissibili ai pubblici appalti devono avere almeno 15 soci;


 quelle di consumo necessitano di almeno 50 soci;
 quelle edilizie di abitazione che intendono iscriversi all’Albo nazionale, requisito per partecipare al
finanziamento agevolato, necessitano di almeno 18 soci;
 per costituire una Banca di Credito Cooperativo, infine, sono richiesti almeno 200 soci.

Le cooperative si distinguono in società a responsabilità limitata o illimitata, a seconda che delle obbligazioni
sociali risponda solo la società con il suo patrimonio o anche i soci in via sussidiaria. Il capitale sociale è variabile
ed è formato da quote o azioni.

Le cooperative possono unirsi e dar vita ad un consorzio, al fine di realizzare una struttura organizzativa comune
in grado di garantire meglio i loro scopi mutualistici. I requisiti per costituire un consorzio sono:

 i soci devono essere prevalentemente società cooperative;


 il numero di cooperative non può essere inferiore a tre
 il capitale sociale minimo ammonta ad € 516,46, di cui almeno la metà versato al momento della costituzione.

COME SI COSTITUISCE UNA SOCIET À COOPERATIVA


~5~
La società cooperativa si costituisce con atto pubblico (fatto dal notaio) e con la partecipazione di almeno nove
soci.

Quali sono gli adempimenti successivi?

Ottenuta l’iscrizione presso il tribunale, la cooperativa deve effettuare i seguenti ulteriori adempimenti:

 iscriversi presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio;


 iscriversi al Registro Prefettizio.

QUALI SONO GLI ORGANI SOCIALI DI UNA SOCIETÀ COOPERATIVA?

Assemblea dei soci (alla quale è attribuito il compito di stabilire il programma delle attività sociali)

Consiglio di amministrazione (organo di governo dell’impresa, che ne cura l’amministrazione)

Collegio sindacale (organo di controllo)

Il Legislatore, traendo ispirazione da esperienze normative diverse, riconducibili agli Ordinamenti della
Germania e dell’Inghilterra, ha introdotto nel sistema italiano due nuovi modelli di gestione, i cosiddetti modelli
di amministrazione e controllo “dualistico” o “monistico”, applicabili - secondo l’art. 2544, secondo e terzo
comma - dalle società cooperative.

Tali modelli sono rispettivamente disciplinati dagli artt. 2409-octies e seguenti e dagli articoli 2409-sexiesdecies,
c.c. Anche su tale materia la legge affida la scelta del modello allo statuto: l’art. 2380, c.c. dispone infatti che “se
lo statuto non dispone diversamente, l’amministrazione e il controllo della società” sono disciplinati secondo
regole analoghe a quelle attuali (con un consiglio di amministrazione e un collegio sindacale).

LE ALTRE LEGGI SULLA COOPERAZIONE

Il DLCPS 14 dicembre 1947, n. 1577 e successive modifiche ed integrazioni (legge Basevi) è la legge fondamentale
in materia di cooperazione. Reca le norme sulla vigilanza delle imprese cooperative nonché quelle sulla struttura
giuridica.

Legge 17 febbraio 1971, n. 127 - Modifiche al DLCPS 14 dicembre 1947, n. 1577.

Legge 19 marzo 1983, n. 72 - Rivalutazione monetaria dei beni e del capitale delle imprese: disposizioni in
materia di imposta locale sui redditi concernenti le piccole imprese; norme relative alle banche popolari, alle
società per azioni ed alle cooperative nonché disposizioni in materia di trattamento tributario dei conti
interbancari.

Legge 31 gennaio 1992, n. 59 - Nuove norme in materia di società cooperative.

Decreto Legislativo 17 gennaio 2003 n. 6 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 17 del 22 gennaio 2003 - S. O. n.
8)- Riforma organica della disciplina delle società di capitali e società cooperative, in attuazione della legge 3
ottobre 2001, n. 336.

ADEMPIMENTI PER COSTITUIRE UNA COOPERATIVA

~6~
Definito un progetto e individuati i requisiti, occorre pensare alla costituzione della cooperativa. Gli adempimenti
sono:

 costituirsi con atto pubblico, di fronte a un notaio, allegando il relativo Statuto della cooperative;

 depositare l’Atto costitutivo e lo Statuto in Tribunale per ottenere l’omologazione e l’iscrizione nel Registro
delle imprese ;

 iscriversi presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro e della Massima Occupazione, affinché la cooperativa sia
pubblicata nel B.U.S.C. (Bollettino Ufficiale Società Cooperative);

 iscriversi alla Camera di Commercio nel Registro delle Ditte;

 iscriversi nel Registro prefettizio in una delle otto sezioni istituite (consumo; produzione e lavoro; agricola;
edilizia; trasporto; pesca; mista; sociale);

 depositare l’atto costitutivo presso l’Ufficio distrettuale delle imposte dirette;

 aprire numero del contribuente presso l’Esattoria e numero di partita Iva presso i relativi uffici.

LA NORMATIVA DELLA COOPERAZIONE

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1. Assemblea dei soci

È la riunione dei soci alla quale è attribuito il compito di approvare il programma delle attività sociali e di
eleggere gli organi sociali.

Ogni socio ha diritto ad un voto, qualunque sia la quota o numero di azioni possedute (salvo i casi di soci persone
giuridiche e soci sovventori che possono avere fino a cinque voti).

Il socio può farsi rappresentare nell’Assemblea soltanto da un altro socio e nei casi previsti dallo Statuto. Ciascun
socio non può rappresentare più di cinque soci. La delega va fatta per iscritto e conservata agli atti della
cooperativa.

Nelle assemblee hanno diritto di voto solo coloro che risultano iscritti da almeno tre mesi nel Libro Soci.

L’Assemblea dei soci può essere ordinaria o straordinaria:

 ordinaria, quando approva il bilancio annuale di esercizio, nomina gli amministratori, i sindaci e il presidente
del collegio sindacale, determina il compenso degli amministratori e dei sindaci, delibera su altri oggetti
attinenti la gestione della società;
 straordinaria, quando modifica l’atto costitutivo e lo Statuto.

L’Assemblea ordinaria deve essere convocata almeno una volta all’anno, entro quattro mesi dalla chiusura
dell’esercizio sociale.

2. Consiglio di amministrazione

È l’organo di governo della cooperativa. Ha il compito di curare l’amministrazione della società e redigere il
bilancio. I consiglieri, nominati dall’assemblea, devono essere soci o mandatari di persone giuridiche socie.

3. Collegio sindacale

È l’organo di controllo, i cui compiti sono:

 controllare l’amministrazione della cooperative;


 vigilare affinché siano osservate le leggi e lo Statuto;
 accertare la regolare tenuta della contabilità sociale.

Il Collegio sindacale è composto da tre a cinque membri effettivi più due supplenti. La durata del loro incarico è
di tre anni.

PARTECIPAZIONE DEI SOCI AL CAPITALE SOCIALE

Ogni socio persona fisica può possedere quote e azioni fino a un massimo di € 100.000.
~8~
Il valore nominale di ciascuna quota o azione non può essere inferiore ad € 25 né superiore ad € 500.

Nelle cooperative con più di 500 soci il limite di possesso di € 100.000 può essere elevato fino al 2% del capitale
sociale purché tale clausola sia contenuta nell’atto costitutivo.

Ogni socio persona fisica, indipendentemente dalla quota versata, ha diritto in Assemblea a un solo voto. I soci
sovventori e i soci persone giuridiche hanno diritto a non più di cinque voti.

I conferimenti di beni in natura non sono considerati ai fini del limite di € 100.000 di cui sopra, applicandosi tale
limite solo ai conferimenti in denaro.

La nuova Legge 59/92 (cosiddetta. Miniriforma della cooperazione) ha introdotto elementi di novità per
rispondere al problema della sottocapitalizzazione della impresa cooperativa.

Le modalità individuate sono:

 l’autofinanziamento: i soci possono fare prestiti alla loro cooperativa per un importo massimo di € 30.031,00
(€ 60.063,00 per le cooperative di produzione e lavoro e quelle edilizie di abitazione);
 le azioni di partecipazione: sono prive di diritto di voto, al portatore, e privilegiate nella ripartizione degli utili
e nel rimborso del capitale. I possessori di queste azioni hanno diritto a una remunerazione maggiorata
rispetto a quella dei soci.

COSTITUIRE E GESTIRE UNA COOPERATIVA COMPORTA COSTI CONTENUTI

Pensate che costituire e gestire un’impresa cooperativa costi molto? Non è così. E questo proprio perché, come
abbiamo detto, l’elemento portante di una cooperativa siete voi, il vostro lavoro, le vostre idee, e non il capitale.

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Ecco un esempio:

IPOTESI DI SPESE PER LA COSTITUZIONE DI UNA SOCIETA’ COOPERATIVA

Spese notarili

 Atto costitutivo e statuto;


 omologazione (l’omologa viene data dopo circa 1 mese dalla costituzione);
 iscrizione presso cancelleria del tribunale;
 iscrizione presso la camera di commercio.

Totale € 1.810,00 (per le cooperative sociali il costo è inferiore di € 260,00 in funzione dell’esenzione
dall’imposta di bollo)

Altre spese:

 Iscrizione ufficio IVA e apertura partita IVA;


 Iscrizione al registro della prefettura, entro giugno 2004 è prevista l’istituzione di apposito albo presso il
MAP.

Totale € 105 circa

 Acquisto e vidimazione libri sociali;


 Acquisto e vidimazione libri fiscali.

Totale € 516,00 circa (per le cooperative sociali EURO 387,00 in quanto non vi è il costo della vidimazione)

Totale costi per la costituzione: € 2.431 (per le cooperative sociali € 2.042,00)

Costi annuali

 Tassa C.C.I.A.A. € 88,00;


 Costo biennale per revisione da € 227,00 circa a € 1.700,00 circa a seconda delle dimensioni e tipologia della
cooperative;
 Spese deposito bilancio € 232,00 circa (per le cooperative sociali il deposito avviene in esenzione di bollo).

Totale costi per mantenimento da € 807,00 ad € 2.280,00 per le cooperative in generale; da € 575,00 ad
€ 2.048,00 per le cooperative sociali.

N.B. i costi citati sono indicativi e possono variare in funzione di modificazioni legislative e/o diverse disposizioni
localmente vigenti (come nel caso della Tassa C.C.I.A.A.).

PER L’ASSISTENZA C’È CONFCOOPERATIVE

Confcooperative (denominazione abbreviata di Confederazione Cooperative Italiane) è un’Associazione nazionale


di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del movimento cooperativo. é presente su tutto il territorio
nazionale, in ogni regione e quasi in ogni provincia.
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Potete quindi rivolgervi alla sede Confcooperative della vostra provincia, allo scopo di avere assistenza e
consulenza per costituire e gestire una società cooperativa.

La Confcooperative è articolata inoltre in 8 Federazioni settoriali:

 Federabitazione
 Federagroalimentare
 Federazione della Banche di Credito Cooperativo
 Federconsumo
 Federcoopesca
 Federcultura Turismo Sport
 Federlavoro e servizi
 Federsolidarietà

AVETE UN BUON PROGETTO? C’È CHI PUÒ AIUTARVI

Leggendo questa guida state pensando di poter costituire una società cooperativa? Siete almeno tre persone?
Avete una buona idea imprenditoriale? Il prodotto o il servizio che intendete realizzare avrà un sicuro mercato?
Insomma, avete tutto il necessario, ma la base finanziaria (che pure deve esserci) non è sufficiente per porre in
essere la vostra cooperativa?

Alcune cooperative nascono e si sviluppano per creare occupazione, per migliorare le condizioni di lavoro, per
valorizzare le risorse individuali e collettive, altre chiedono una partecipazione per aumentare la loro
competitività e conquistare nuovi mercati. In tutti i casi il punto di partenza è il progetto, che è al tempo stesso
studio, attività creativa ed intuizione: gli elementi fondamentali di un business plan. Il business plan è un
documento con il quale si descrive il piano imprenditoriale: dall’analisi di mercato al progetto finanziario, dal
marketing alla gestione delle risorse umane. Ma è soprattutto uno strumento che aiuta chi lo scrive e chi lo
analizza ad individuare i problemi che si dovranno affrontare e come superarli. Il business plan è quindi uno
strumento importante per farsi conoscere prima, e per ottenere risorse e trovare partnership poi, utile sia in fase
di avviamento che in fase di gestione. Diventa quindi di basilare importanza aiutare le cooperative nella
redazione del business plan, e offrire attività di consulenza e formazione personalizzate alle società che ne fanno
richiesta. Ma è la motivazione dell’imprenditore l’elemento che non deve mai mancare in un business plan. Solo
la sua determinazione, può consentire a un’idea di trasformarsi in impresa cooperativa e al suo progetto di avere
successo.

Una modalità di finanziamento può essere l’assunzione di partecipazioni nelle cooperative da parte di società
finanziarie, con l’obiettivo di sostenerne lo sviluppo. Si tratta di una partecipazione di minoranza e temporanea,
cioè inferiore al 50% del capitale di rischio della cooperativa che ne farà richiesta, e la cui durata non può
superare i 10 anni.

Le modalità per porre in essere la partecipazione sono quelle previste per i soci persone giuridiche, i soci
sovventori e per i sottoscrittori di azioni di partecipazione cooperativa.

In caso di utili delle cooperative partecipate, le società finanziarie avranno diritto ad un dividendo superiore di
due punti a quello deliberato dall’assemblea per gli altri soci.

Un ulteriore strumento è la concessione (diretta o indiretta) di finanziamenti per la realizzazione di programmi


di investimento. Si tratta di finanziamenti a sostegno degli investimenti fissi. In luogo dei finanziamenti, ci si può
avvalere di strumenti equivalenti come certificati di investimento ed obbligazioni, prestiti partecipativi,
fideiussioni e locazioni finanziarie. Questi finanziamenti sono sempre subordinati all’accordo di partecipazione

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LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI COOPERATIVE

INTRODUZIONE

In sede di analisi della riforma della disciplina delle società cooperative è opportuno soffermarsi anche sulle
diverse tipologie di cooperative al fine di comprendere le modalità attraverso le quali la forma cooperativa è
stata utilizzati nel contesto sociale ed economico nazionale.

Dal momento che l'organizzazione in società cooperativa consente di concentrare in un unico assetto
organizzativo le capacità di più soggetti che, viceversa, non potrebbero sostenere il mercato, tale forma
societaria è stata utilizzata per iniziative riguardanti sia il settore prettamente economico (di produzione,
consumo e distribuzione dei beni) sia quello più vicino al campo culturale e sociale.

Le principali tipologie di cooperative che si vogliono analizzare in questa sede sono le seguenti:

 cooperative di produzione e lavoro;


 cooperative di consumo;
 cooperative agricole;
 cooperative di credito;
 cooperative edilizie di abitazione;
 cooperative di trasporto;
 cooperative editoriali;
 cooperative sociali.

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LE COOPERATIVE DI PRODUZIONE E LAVORO

Le cooperative di produzione e lavoro sono volte a collocare II lavoro o i prodotti dei soci cooperatori alle migliori
condizioni e a procurare, tramite le attività sociali, vantaggi diretti e immediati all'economia dei singoli soci1.

Tali cooperative operano soprattutto nei settori dei trasporti, dell’edilizia, delle pulizie e della ristorazione.
L'elemento peculiare delle cooperative di produzione e lavoro è rappresentato dalla particolare natura che
connota lo scambio mutualistico tra i soci e la cooperativa, incentrato nell'attività di lavoro che i soci prestano
nell'ambito della cooperativa stessa: il socio, di fatto, incorpora contemporaneamente sia le caratteristiche del
lavoratore sia quelle dell'imprenditore. Tale peculiarità aveva creato dei problemi in sede di qualificazione del
rapporto sussistente tra socio e cooperativa, successivamente risolti dalla legge 3 aprile 2001, n. 142, la quale
dispone che: "il socio lavoratore di cooperativa stabilisce con la propria adesione o successivamente
all'instaurazione del rapporto associativo un ulteriore rapporto di lavoro, in forma subordinata o autonoma o
in qualsiasi altra forma, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata non occasionale, con cui
contribuisce comunque al raggiungimento degli scopi sociali" 2. lì socio, in quanto imprenditore, assume
l'appalto di lavori che esegue con gli altri soci e sopporta, conseguentemente, oneri e rischi delle attività
intraprese; come lavoratore, invece, esegue il lavoro e, in cambio, riceve una remunerazione per il lavoro
prestato. L'art. 3 della legge 142/2001, a tale proposito, sottolinea che "[...] le società cooperative sono tenute a
corrispondere al socio lavoratore un trattamento economico complessivo proporzionato alla quantità e qualità
del lavoro prestato e comunque non inferiore al minimi previsti, per prestazioni analoghe, dalla contrattazione
collettiva nazionale del settore o della categoria affine, ovvero, per i rapporti di lavoro diversi da quello
subordinato, in assenza di contratti o accordi collettivi specifici, al compensi medi in uso per prestazioni
analoghe rese in forma di lavoro autonomo [...]. Trattamenti economici ulteriori possono essere deliberati
dall'assemblea e possono essere erogati:

a) a titolo di maggiorazione retributiva, secondo le modalità stabilite in accordi stipulati al sensi dell'articolo 2;
b) in sede di approvazione del bilancio di esercizio, a titolo di ristorno, in misura non superiore al trenta per
cento dei trattamenti retributivi complessivi di cui al comma 1 e alla lettera a), mediante integrazioni delle
retribuzioni medesime, mediante aumento gratuito del capitale sociale sottoscritto e versato […] 3.

I soci della cooperativa di produzione e lavoro da un lato ottengono una remunerazione analoga allo stipendio
e, dall'altro, dividono l'eventuale profitto che, una volta dedotte le spese dell'attività e le remunerazioni ai soci,
scaturisce dall'attività svolta dalla cooperativa. In giurisprudenza 4 si è, per esempio, considerato illegittimo
l'atto costitutivo di una società cooperativa che si definisce di produzione e lavoro in cui non si rinviene, tra le
clausole, alcuna disposizione volta a fornire al soci, attraverso l'esercizio in comune dell'attività
imprenditoriale prescelta, un qualche servizio consistente nell'offerta di occasioni di lavoro o di altro vantaggio
inerente alla produzione che si vuole avviare, difettando in tal modo del requisito essenziale dello scopo
mutualistico.

In relazione al requisiti dei soci partecipanti alle cooperative di produzione e lavoro, l'art. 23 del DLCPS
1577/1947, dispone che "i soci delle cooperative di lavoro devono essere lavoratori ed esercitare l'arte o iI
mestiere corrispondenti alla specialità delle cooperative di cui fanno parte o affini. Non possono essere soci di
tali cooperative coloro che esercitano in proprio imprese identiche o affini a quella della cooperativa. È
consentita l'ammissione a soci di elementi tecnici e amministrativi nel numero strettamente necessario al buon
funzionamento dell'ente. Nelle cooperative agricole per affittanze collettive o per conduzione di terreno in
concessione ai sensi del decreto legislativo luogotenenziale 19 ottobre 1944, n. 279, non possono essere
ammesse come soci le persone che esercitano attività diversa dalla coltivazione della terra [...]". Il legislatore,
all'art. 1 della legge 142/2001, ha altresì disposto che "i soci lavoratori di cooperativa:

a) concorrono alla gestione dell'impresa partecipando alla formazione degli organi sociali e alla definizione
della struttura di direzione e conduzione dell'impresa;
b) partecipano all'elaborazione di programmi di sviluppo e alle decisioni concernenti le scelte strategiche,
nonché alla realizzazione dei processi produttivi dell'azienda;
c) contribuiscono alla formazione del capitale sociale e partecipano al rischio di impresa, ai risultati
economici e alle decisioni sulla loro destinazione;
d) mettono a disposizione le proprie capacità professionali anche in relazione al tipo e allo stato dell'attività
svolta, nonché alla quantità delle prestazioni di lavoro disponibili per la cooperativa stessa".

~ 13 ~
Le disposizione del 1947 prevedono che i soci della cooperativa di produzione e lavoro debbano essere
lavoratori ed esercitare l'arte o iI mestiere corrispondente all'oggetto della cooperativa stessa; a volte, tuttavia,
viene accolta anche un'interpretazione evolutiva 5 che ricomprende nella tipologia di cooperativa di produzione
e lavoro anche cooperative volte a far svolgere ai soci lavori manuali part-time, oppure le cooperative tra
disoccupati (che intendano così procurarsi un lavoro), previste dalla legge 28 febbraio 1986, n. 44, al fine di
promuovere l'occupazione giovanile soprattutto nelle zone depresse. La legge 44/1986 contiene misure
straordinarie per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditorialità giovanile, favorendo la costituzione di
cooperative di produzione e lavoro tra giovani disoccupati di età compresa tra i 18 e i 29 anni, residenti e
operanti nel Mezzogiorno, al fine di realizzare progetti per la produzione di beni nei settori dell'agricoltura,
dell'artigianato e dell'industria, nonché per la fornitura di servizi a favore di imprese appartenenti a qualsiasi
settore. In giurisprudenza si è sottolineata, altresì, la necessità che sussista una certa qualifica professionale dei
soci, correlata all'attività svolta dalla cooperativa stessa: "la qualifica professionale è necessaria perché
l'impresa cooperativa deve essere legata a una particolare identità e affinità di interessi, determinati e
qualificati, tra più soggetti appartenenti a una determinata categoria di impresa e dei quali interessi è possibile
il soddisfacimento attraverso l'esercizio collettivo dell'attività di impresa" 6. Analogamente, la giurisprudenza
ha stabilito che è illegittimo, e non può pertanto essere iscritto nel registro delle imprese, l'atto costitutivo di
una società cooperativa di produzione e lavoro il cui oggetto comprende molteplici ed eterogenee attività, quasi
tutte altamente specialistiche, rispetto alle quali i soci non hanno neppure dichiarato di possedere una
qualifica o attitudine professionale7. 

In merito alla natura di cooperativa di produzione e lavoro, questa deve risultare dall'iscrizione della società
nell'apposita sezione del registro prefettizio e, dal momento che, in base a quanto disposto dall'art. 2751-bis, n.
5, c.c.8, i crediti delle cooperative di produzione e lavoro relativi a corrispettivi dei servizi prestati e alla vendita
di manufatti godono di privilegio generale sui beni mobili del debitore, la giurisprudenza ha stabilito che la
natura di cooperativa di produzione e lavoro debba emergere anche a livello sostanziale, verificando
statutariamente se la cooperativa persegue scopi mutualistici attraverso la gestione associata dell'attività dei
soci9.

Circa il numero di soci, l'art. 14 della legge 59/1992 ha stabilito che il numero minimo richiesto per l'iscrizione
nei registri prefettizi di cooperative di produzione e lavoro ammissibili ai pubblici appalti è di quindici. Tale
numero minimo e richiesto ai fini dell'iscrizione nel registro prefettizio, ma per la legale costituzione della
cooperativa è sufficiente che la compagine sociale sia costituita da almeno nove soci. II ministro per il Lavoro e
la Previdenza sociale, sentito il Comitato centrale per le cooperative, in considerazione di particolari situazioni
ambientali o della peculiare natura dei lavori o dei servizi oggetto dell'attività sociale, può autorizzare
l'iscrizione di cooperative di produzione e lavoro, ammissibili ai pubblici appalti, con un numero di soci
inferiore a quindici, ma non a nove.

ASPETTI RETRIBUTIVI E PREVIDENZIALI DEL SOCIO LAVORATORE

Le obbligazioni concernenti il rapporto fra la società e il socio lavoratore hanno subito modifiche e integrazioni
in seguito all'introduzione della legge. 30/2003 (cosiddetta legge Biagi) e del D. lgs. 276/2003 10. Le nuove
disposizioni, infatti, prevedono agevolazioni per quelle strutture rivolte a "garantire trasparenza ed efficacia del
mercato del lavoro e migliorare le capacità di inserimento professionale dei disoccupati e di quanti sono in
cerca di una prima occupazione, con particolare riferimento alle fasce deboli del mercato del lavoro" 11 

Le strutture societarie deputate a perseguire la suddetta finalità, in base a quanto disposto dall'articolo 4 del D.
lgs. 276/2003, devono essere iscritte in un apposito "albo delle agenzie per il lavoro, ai fini dello svolgimento
delle attività di somministrazione, intermediazione, ricerca e selezione del personale, supporto alla
ricollocazione professionale". La procedura di iscrizione all'albo prevede che, a seguito della presentazione
della richiesta, il Ministero, entro sessanta giorni dal ricevimento e previo accertamento della sussistenza dei
requisiti giuridici e finanziari, rilascia l'autorizzazione provvisoria all'esercizio delle attività, provvedendo
contestualmente all'iscrizione all'albo. L'autorizzazione a tempo indeterminato viene riconosciuta, decorsi due
anni dall'autorizzazione provvisoria e successivamente alla verifica del corretto andamento dell'attività svolta.
Il decorso di tali termini senza un provvedimento espresso dal Ministero comporta l'accettazione della
domanda di autorizzazione (principio del silenzio assenso) 12. Tale disposizione interessa anche le cooperative
di lavoro poiché l'articolo 5 del D. lgs. 276/2003 dispone, tra i requisiti richiesti per la costituzione delle
agenzie, che queste siano costituite "[...] nella forma di società di capitali ovvero di società cooperativa o
consorzio di cooperative, italiana o di altro Stato membro dell'Unione europea [...]"
~ 14 ~
Si ricorda, a tal fine, che le cooperative di lavoro, in base a quanto disposto dagli articoli i e 6 della legge
142/2001, instaurano con i soci "un ulteriore rapporto di lavoro, in forma subordinata o autonoma o in
qualsiasi altra forma, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata non occasionale, con cui contribuisce
comunque al raggiungimento degli scopi sociali" e possono ottenere la certificazione di cui al D. lgs. 276/2003
attraverso la predisposizione di un regolamento interno, con il quale la cooperativa definisce il tipo di rapporto
che intende stabilire con i propri soci. Tale regolamento, che deve ottenere l'approvazione dell'assemblea dei
soci, deve essere presentato entro trenta giorni dalla sua approvazione alla Direzione provinciale del lavoro
competente per territorio13. Le cooperative di lavoro che, in quanto iscritte all'apposito albo, saranno
autorizzate dal Ministero a fornire manodopera, devono rispettare determinati requisiti di natura patrimoniale
e strutturale, disciplinati dall'articolo 5 del citato decreto, volti a garantire la capacità della cooperativa di
esercitare l'attività in esame. In particolare, per le cooperative che intendono svolgere l'attività di ricerca e
selezione del personale sono richiesti:

1. un capitale minimo versato non inferiore a 25.000 euro e


2. l'indicazione dell'attività di supporto alla ricollocazione professionale come oggetto sociale, anche se non
esclusivo.

Nel caso specifico delle cooperative di lavoro, inoltre, viene richiesta la presenza di almeno sessanta soci e tra
essi, come socio sovventore, almeno un fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo. I soci scendono a
venti nel caso di somministrazione di una delle attività specifiche previste dall'articolo 20 del decreto in
commento (servizi di pulizia, consulenza informatica e altro).

Per quanto concerne gli aspetti contributivi del socio lavoratore, è necessario richiamare quanto disposto dal
D. lgs. 423/2001, relativamente alle cooperative disciplinate dal D.P.R. 602/1970 14, il quale dispone
l'abolizione, seppia graduale, del sistema che prevedeva il calcolo dei contributi previdenziali su retribuzioni
convenzionali e non su quelle effettivamente erogate, al fine di garantire, fra l'altro, una prestazione
pensionistica calcolata sull'effettivo rendimento conseguito. Il decreto stabilisce che, dal 10 gennaio 2007
troverà applicazione il disposto della legge 389/1989: ne consegue che, per la determinazione della
retribuzione imponibile, il socio lavoratore sarà equiparato ai lavoratori dipendenti di imprese 15. Prima della
completa applicazione del disposto normativo viene previsto, tuttavia, un periodo transitorio di cinque anni,
dal 2002 al 2006, che servirà ad arrivare gradualmente all'omogeneizzazione degli imponibili previdenziali
corrisposti ai soci lavoratori con quelli erogati ai dipendenti di aziende. Fermo restando che l'allineamento sarà
raggiunto a partire dal 10 gennaio 2007, dal 10 gennaio 2003 al 31 dicembre 2006, per ciascun socio
lavoratore, l'imponibile giornaliero deve essere aumentato, ai fini contributivi, nelle misure percentuali
prestabilite (25 per cento nel 2003, 50 per cento nel 2004, 75 per cento nel 2005 e 100 per cento nel 2006).

LE COOPERATIVE DI CONSUMO

~ 15 ~
Le cooperative di consumo appartengono alla categoria delle cooperative di utenza e hanno l'obiettivo di
fornire beni al soci a condizioni più favorevoli di quelle presenti sul mercato, cioè al prezzo minore possibile
salvaguardando l'aspetto qualitativo dei prodotti e dei servizi. Per queste cooperative valgono, in linea
generale, le disposizioni dettate in materia di cooperazione, senza particolari agevolazioni dal punto di vista
fiscale, se non quelle previste dalla legge per le società cooperative che rispettano, in seguito all'introduzione
della riforma del diritto societario, i requisiti di mutualità prevalente. Tali cooperative si sono sviluppate
soprattutto nel settore dei beni alimentari, ma si riscontrano numerosi esempi di cooperative di consumo
anche nelle zone rurali, dove sono state costituite per fornire scorte agrarie agli associati e,
contemporaneamente, collocare sul mercato i prodotti agricoli provenienti dalle aziende di questi ultimi. II
vantaggio mutualistico viene generato dal fatto che i soci, per il tramite della cooperativa, fanno acquisti in
comune, ottenendo delle condizioni di acquisto migliori, e la cooperativa vende loro, direttamente, prodotti a
prezzi più competitivi senza coinvolgere altri intermediari.

II minor costo per i soci che acquistano dalla cooperativa può determinarsi in due modi alternativi:

 consentendo loro di pagare, effettivamente, un prezzo inferiore all'atto dell'acquisto dei beni;
 facendo acquistare i beni al prezzo corrente di mercato, ma distribuendo ai soci, a fine esercizio, un
ristorno proporzionato agli acquisti effettuati.

Le cooperative di consumo, nell'attuale scenario economico, operano quasi sempre anche nei confronti dei non
soci: tale fenomeno, indicato dalla dottrina come mutualità spuria, non comporta il venir meno delle
prerogative mutualistiche della società, anzi, risulta essere un modo attraverso il quale la cooperativa è in
grado di garantire il conseguimento del vantaggio mutualistico in capo al soci cooperatori. Nell'atto costitutivo
delle cooperative di consumo è necessario indicare, nell'oggetto sociale, se la cooperativa svolgerà la propria
attività esclusivamente coni propri soci o anche con i terzi. Il DLCPS 1577/1947, all'art. 22, dispone, in
relazione al numero minimo dei soci delle cooperative, che "non possono essere iscritte nei registri prefettizi le
cooperative di consumo le quali, al momento della domanda, abbiano un numero di soci inferiore a
cinquanta. Tuttavia il ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, sentito il comitato centrale per le
cooperative, può autorizzare l'iscrizione di cooperative di consumo, con numero di soci inferiore a cinquanta, le
quali forniscano esclusivamente ai propri soci particolari servizi, in considerazione della peculiare natura dei
servizi stessi". L'art. 23 sottolinea, inoltre, che "nelle cooperative di consumo non possono essere ammessi,
come soci, intermediari e persone che conducano in proprio esercizi commerciali della stessa natura della
cooperativa".

LE COOPERATIVE AGRICOLE

~ 16 ~
II legislatore non offre una definizione di cooperativa agricola; dall'art. 2135 c.c. 16, relativo alla nozione di
imprenditore agricolo, si desume tuttavia che sono qualificabili come cooperative agricole quelle cooperative
che svolgono una delle seguenti attività17:

a) la coltivazione del terreno e la silvicoltura;


b) l'allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un quarto dal terreno e l'attività diretta alla
produzione di vegetali tramite l'utilizzo di strutture se o mobili, anche provvisorie, se la superficie diretta
alla produzione no eccede il doppio di quella del terreno su cui la produzione stessa insiste;
c) l'attività diretta alla manipolazione, trasformazione e alienazione di prodotti agricoli e zootecnici, ancorché
non svolta sul terreno, che rientri nell'esercizio normale dell'agricoltura e che abbia per oggetto prodotti
ottenuti per almeno la metà dal terreno e dagli animali allevati su di esso;
d) un'attività concernente la prestazione di servizi a favore dei soci imprenditori agricoli.

Si possono, quindi, individuare due macrocategorie di cooperative agricole:

 le cooperative di produzione, che si occupano della coltivazione e dell'allevamento di cui ai punti sub a e b;
 le cooperative di conferimento, in cui la società cooperativa ha il compito di concentrare in capo a sé alcune
fasi del processo di lavorazione o trasformazione dei prodotti conferiti dal soci al fine di consentire il loro
collocamento sul mercato. In questo caso i produttori agricoli conferiscono i propri prodotti, affinché essi
vengano conservati, manipolati, trasformati e venduti tramite l'organizzazione collettiva, con gestione
comune di impianti, stabilimenti e magazzini. La cooperativa in questo caso si occupa anche di coordinare
il rifornimento delle scorte, nonché il miglioramento delle colture.

I settori agricoli in cui si ricorre più frequentemente a questo tipo di cooperazione sono il settore lattiero-
caseario, con i caseifici sociali, il settore frutticolo, con le cooperative ortofrutticole, il settore zootecnico, con le
cooperative di allevamento e il settore viticolo, con le cantine sociali.

L'obiettivo primario di queste cooperative è promuovere il perfezionamento della produzione agricola e


incrementare le economie rurali attraverso la cura della qualità del prodotto sin dalle prime operazioni di
coltivazione e conduzione agraria. La cooperativa, pertanto, è tenuta a controllare il livello qualitativo dei
prodotti operando un controllo centralizzato sulla coltivazione dei terreni, sugli impianti frutticoli e vinicoli,
sulla difesa delle piantagioni da parassiti, sulle razze di bestiame in allevamento, sui sistemi di alimentazione e
così via. 

Per le cooperative agricole valgono le disposizioni civilistiche dettate per la cooperazione in generale.
Relativamente ai soci delle cooperative agricole, il DLCPS 1577/1947, all'art. 23, dispone che "nelle cooperative
agricole per affittanze collettive o per conduzione di terreno in concessione ai sensi del decreto legislativo
luogotenenziale 19 ottobre 1944, n. 279, non possono essere ammesse come soci le persone che esercitano
attività diversa dalla coltivazione della terra. I proprietari, gli affittuari e i mezzadri possono essere soci di tali
cooperative solo quando coltivino direttamente la terra e la superficie da essi direttamente coltivata sia
insufficiente ad assorbire tutta la mano d'opera del nucleo familiare. Limitatamente all'esercizio di mansioni
amministrative e tecniche nell'interesse sociale, per il quale sia necessario il possesso della qualità di socio, è
consentita l'ammissione a soci di persone che non siano lavoratori manuali della terra". Anche per le
cooperative agricole, così come per le cooperative di produzione e consumo, vale quanto disposto dall'art. 2751-
bis c.c.: "hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti [...] i crediti delle società cooperative agricole
e dei loro consorzi per i corrispettivi della vendita dei prodotti". Tale disposizione comporta la necessità, ai fini
del riconoscimento del privilegio, che la cooperativa produca valida documentazione, quale il proprio statuto,
al fine di verificare l'effettiva qualità mutualistica della società e la sua effettiva costituzione in forma
cooperativa18.

LE COOPERATIVE EDILIZIE DI ABITAZIONE

~ 17 ~
Le cooperative edilizie hanno lo scopo di associare persone di varie professioni e condizioni per assicurare loro
l'acquisto di un'abitazione in proprietà o in affitto; sono volte pertanto a procurare un alloggio direttamente al
soci, differenziandosi in tal modo dalle cooperative di produzione e lavoro nel settore dell'edilizia, che svolgono
un'attività di produzione per conto terzi.

Si possono individuare due forme di cooperative edilizie:

a) cooperative a proprietà indivisa: l'elemento caratterizzante, in questo caso, è l'adesione alla cooperativa di
soci che intendono ottenere l'assegnazione in godimento a tempo indeterminato di un alloggio. La
cooperativa procede alla realizzazione di immobili di civile abitazione che rientrano nel patrimonio della
cooperativa stessa e che verranno concessi solo in godimento ai soci assegnatari. I soci assegnatari
contribuiscono al finanziamento della costruzione degli alloggi, sia attraverso il versamento della quota
sociale sia attraverso l'integrazione dei fabbisogni finanziari non coperti dai mutui ottenuti dalla
cooperativa attraverso particolari forme di finanziamento la cui determinazione è demandata all'autonomia
statutaria. II socio è inoltre tenuto a versare un canone di godimento, la cui determinazione viene indicata
nei regolamenti della cooperativa;
b) cooperative a proprietà individuale o divisa: l'elemento caratterizzante è l'adesione alla cooperativa di soci
che intendono ottenere l'assegnazione in proprietà di un alloggio. La cooperativa procede alla realizzazione
di immobili di civile abitazione non destinati a entrare a far parte delle immobilizzazioni della cooperativa,
ma che troveranno rilevazione in bilancio tra le rimanenze. I soci contribuiscono al finanziamento della
costruzione dell'abitazione di cui diverranno, poi, assegnatari in proprietà.

Le cooperative edilizie si possono poi ripartire in cooperative edilizie a contributo erariale e cooperative edilizie
cosiddette libere.

Le cooperative edilizie che fruiscono di contributi pubblici, cosiddette sovvenzionate, sono vincolate alle
disposizioni normative di cui al R.D. 28 aprile 1938, n. 1165, Testo unico dell'edilizia popolare ed economica.

Le cooperative libere, invece, non fruiscono del contributo statale o di altro intervento pubblico, ma
provvedono a finanziarsi mediante prestiti dei soci e mutui ipotecari concessi dagli istituti di credito. Tali
cooperative si modellano essenzialmente sullo schema dettato dal codice civile per le società cooperative in
generale, fatti salvi i casi in cui lo statuto stesso rinvii alle disposizioni del Testo unico dell'edilizia popolare ed
economica. 

Dal punto di vista fiscale, l'art. 2, comma 5, della legge 388/2000 stabilisce che "ai fini della determinazione
del reddito delle cooperative edilizie a proprietà indivisa si deduce un importo pari alla rendita catastale di
ciascuna unità immobiliare adibita ad abitazione principale dei soci assegnatari e delle relative pertinenze",
prevedendo pertanto una deduzione dal reddito soggetto a IRPEG.  La ratio della norma è volta a rendere
omogeneo il trattamento riservato alle cooperative in questione rispetto al trattamento riservato alle persone
fisiche con riguardo al trattamento fiscale dell'abitazione principale. Le cooperative edilizie sono poi soggette a
particolari agevolazioni relativamente alle imposte di bollo e di registro, in base a quanto disposto dal D.P.R.
26 aprile 1986, n. 131, poiché alle cooperative edilizie di abitazione e loro consorzi disciplinati dai principi della
mutualità e iscritti nei registri prefettizi e nello schedario generale della cooperazione si applicano le seguenti
disposizioni23:

 gli atti costitutivi e modificativi, gli atti di ammissione e recesso dei soci e gli atti, documenti e registri
relativi alle operazioni previste dai rispettivi statuti, con la sola esclusione degli assegni bancari e delle
cambiali, sono esenti da imposta di bollo in modo assoluto;
 gli atti costitutivi e modificativi sono soggetti a registrazione gratuita;
 gli atti, documenti e registri relativi alle operazioni previste dai rispettivi statuti, per i quali sia prevista la
registrazione, sono soggetti all'imposta di registro in misura fissa, assolta una sola volta per ciascun atto
registrato, compresi i relativi allegati.

In base a quanto disposto dal R.D. 1165/1938, inoltre, le cooperative edilizie di abitazione e loro consorzi
godono di una riduzione dell'imposta sulle concessioni governative pari a un quarto della stessa. Con
riferimento alle cooperative edilizie, si ricorda altresì che la legge 59/1992, all'art. 13, ha istituito un albo
nazionale delle società edilizie di abitazione e loro consorzi, presso la Direzione generale della cooperazione del
ministero del Lavoro. Le iscrizioni e le cancellazioni dall'albo sono disposte dal Comitato per l'albo nazionale
~ 18 ~
delle società cooperative edilizie di abitazione e dei loro consorzi. Nell'albo nazionale devono iscriversi le
cooperative che intendono ottenere contributi pubblici, purché abbiano non meno di diciotto soci, siano
iscritte nel registro prefettizio, o nello schedario generale, siano disciplinate dai principi mutualistici e si
trovino in almeno una delle seguenti posizioni:

 siano state costituite con il conferimento da parte di ciascun socio di quote o azioni per un valore non
inferiore a lire 500.000 [euro 258,23];
 abbiano iniziato o realizzato un programma di edilizia residenziale;
 siano proprietarie di abitazioni assegnate in godimento o in locazione ai propri soci, o abbiano assegnato in
proprietà gli alloggi al soci stessi.

Entro il 31 dicembre di ogni anno, il Comitato per l'albo nazionale predispone l'elenco delle società cooperative
e dei loro consorzi radiati dall'albo, per mancanza dei requisiti o delle condizioni appena viste, o perché già
sospesi dall'albo a seguito di sottoposizione a gestione commissariale. L'elenco viene pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale. Il legislatore sottolinea, infine, all'art. 4, comma 1, della legge 59/1992, che le società cooperative e I
loro consorzi operanti nel settore dell'edilizia abitativa non possono avere soci sovventori.

LE COOPERATIVE SOCIALI

~ 19 ~
Le cooperative sociali si confermano come una tipologia di cooperativa particolare che, come anticipato, sono
considerate sempre cooperative a mutualità prevalente, in virtù della loro funzione sociale che è volta sempre
al rispetto del principio della mutualità.

Le cooperative sociali sono disciplinate dalle disposizioni della legge 381/1991, la quale, all'art. 1, chiarisce che
"le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana
e all'integrazione sociale dei cittadini attraverso:

a) la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi;


b) lo svolgimento di attività diverse - agricole, industriali, commerciali o di servizi - finalizzate all'inserimento
lavorativo di persone svantaggiate".

La denominazione sociale, comunque formata, deve contenere l'indicazione di cooperativa sociale e l'atto
costitutivo e lo statuto devono indicare espressamente in quale dei due settori, tra quello indicato sub a) e
quello indicato sub b), la cooperativa intenda esercitare. Oltre ai soci ordinari, gli statuti delle cooperative
sociali possono prevedere la presenza di soci volontari che prestino la loro attività gratuitamente, salvo il
rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate sulla scorta di parametri stabiliti dalla
cooperativa stessa: è una categoria di soci del tutto particolare poiché essi prestano la loro opera ma non sono
destinatari del servizio o dell'attività lavorativa. Il legislatore fissa tuttavia dei limiti in merito al numero di tali
soci, disponendo che "il loro numero non può superare la metà del numero complessivo dei soci". Tali soci
sono iscritti in un'apposita sezione del libro dei soci. Ai soci volontari non si applicano i contratti collettivi e le
norme di legge in materia di lavoro subordinato e autonomo, a eccezione delle norme in materia di
assicurazione contro gli infortuni sui lavoro e le malattie professionali.

Nelle cooperative sociali sub b), si considerano persone svantaggiate gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli
ex degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori
in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla
detenzione. Tali categorie non sono in numero chiuso: altri soggetti svantaggiati potranno, infatti, essere
indicati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Le persone svantaggiate devono costituire
almeno il 30 per cento dei lavoratori della cooperativa e, compatibilmente con il loro stato soggettivo, essere
socie della cooperativa stessa. La condizione di persona svantaggiata deve risultare da documentazione
proveniente dalla pubblica amministrazione, fatto salvo il diritto alla riservatezza.

Possono essere ammessi come soci delle cooperative sociali anche persone giuridiche pubbliche o private nei
cui statuti sia previsto iI finanziamento e lo sviluppo delle attività di tali cooperative. Il legislatore non prevede
alcun limite al riguardo; tuttavia è da ritenersi impossibile costituire una cooperativa sociale in cui la totalità o
quasi dei soci siano persone giuridiche, perché verrebbe snaturata della sua funzione primaria di stampo
prettamente mutualistico e sociale. Il legislatore ha altresì sottolineato, vista l'attività sociale svolta da tali
cooperative, che "per le cooperative sociali le ispezioni ordinarie previste dall'art. 2 del citato decreto legislativo
del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, debbono aver luogo almeno una volta l'anno"
anziché ogni due anni.

Dal punto di vista delle agevolazioni fiscali, alle cooperative sociali spettano le agevolazioni relative alle
cooperative a mutualità prevalente, poiché la loro funzione sociale le fa ritenere sempre tali. L'art. 7 della legge
381/1991 sottolinea, tuttavia, che "ai trasferimenti di beni per successione o donazione a favore delle
cooperative sociali si applicano le disposizioni dell'art. 3 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 637 27". La norma
prosegue disponendo che "le cooperative sociali godono della riduzione a un quarto delle imposte catastali e
ipotecarie, dovute a seguito della stipula di contratti di mutuo, di acquisto o di locazione, relativi a immobili
destinati all'esercizio dell'attività sociale". Dal momento che le cooperative sociali rappresentano una
particolare categoria che sta sviluppandosi nel contesto sociale ed economico nazionale, sembra utile fornire, a
titolo esemplificativo, lo statuto di una società cooperativa sociale di tipo b) volta alla promozione di iniziative
di carattere culturale a verso l'apporto lavorativo di persone svantaggiate. Da tale statuto è possibile desumere
le caratteristiche di tali cooperative tema di:

 attività svolta, che deve basarsi sui principi di mutualità, senza fini di lucro, e lo scopo di perseguire
interessi generali della comunità, anche in relazione l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate;
 categorie di soci, individuabili in soci ordinari (che condividono le finalità de la cooperativa e ne
promuovono le attività), soci lavoratori (che prestano loro attività ricevendo una retribuzione), soci
~ 20 ~
volontari (che prestano la loro attività gratuitamente, esclusivamente per fini di solidarietà), soci
sovventori (che partecipano a programmi pluriennali per lo sviluppo e l'ammodernamento aziendale);
 requisiti mutualistici, che implicano il divieto della distribuzione ai soci di dividendi in misura superiore a
quella stabilita dalla legge e, in caso di cessazione della società, la devoluzione del patrimonio residuo ai
fondi mutualistici.

1. Cass. 22 agosto 1966, n. 2269.


2. Art. 1, comma 3, legge 3 aprile 2001, n. 142, che prosegue sottolineando che "dall'instaurazione dei predetti
rapporti associativi e di lavoro in qualsiasi forma derivano i relativi effetti di natura fiscale e previdenziale e
tutti gli altri effetti giuridici rispettivamente previsti dalla presente legge, nonché, in quanto compatibili con la
posizione del socio lavoratore, da altre leggi o da qualsiasi altra fonte".
3. L'art. 3, comma 2-bis, della legge 142/2001 prevede una disposizione particolare per le cooperative della
piccola pesca, specificando che "in deroga alle disposizioni di cui al comma 1, le cooperative della piccola pesca
di cui alla legge 13 marzo 1958, n. 250, possono corrispondere al propri soci lavoratori un compenso
proporzionato all'entità del pescato, secondo criteri e parametri stabiliti dal regolamento interno previsto
dall'articolo 6".
4. Tribunale di Cassino, sentenza del 9 aprile 1987.
5. Turano R.M., Gentili F., Società cooperative. Manuale pratico con formulano per amministratori, sindaci e
consulenti, Milano, Giuffrè, 2002, p. 14 e s.
6. Tribunale di Ascoli Piceno, sentenza del 17 marzo 1987.
7. Tribunale di Genova, sentenza del 15 giugno 1981.
8. L'art. 2751-bis c.c. dispone che "hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: [...I i crediti
dell'impresa artigiana e delle società o enti cooperativi di produzione e di lavoro, per i corrispettivi dei servizi
prestati e della vendita dei manufatti 1...]".
9. Tribunale di Perugia, sentenza del 13 marzo 1992, in Giur. comm., 1993, Il, p. 284.
10. II D.lgs. 276/2003 è stato emanato in attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del
lavoro di cui alla legge 30/2003 (legge Biagi).
11. Si veda l'articolo 3 del D.lgs. 276/2003.
12. Per approfondimenti si veda Bonati G., Rozza A., Vannoni L., Guida pratica ai lavori atipici e
flessibili, Milano, II Sole 24 Ore, 2003, p. 127 e s.
13. L'articolo 6 della legge 142/2001 dispone che "entro il 31 dicembre, le cooperative di cui all'articolo
1 definiscono un regolamento, approvato dall'assemblea, sulla tipologia dei rapporti che si intendono attuare,
in forma alternativa, con i soci lavoratori. ll regolamento deve essere depositato entro trenta giorni
dall'approvazione presso la direzione provinciale del lavoro competente per territorio [..]".
14. La tabella allegata al D.P.R. 602 del 30 aprile 1970 indica, le attività lavorative esercitate dagli organismi
associativi cui si applicano le disposizioni del decreto, ovvero:
"1) Facchinaggio svolto anche con l'ausilio di mezzi meccanici o diversi, o con attrezzature tecnologiche,
comprensivo delle attività preliminari e complementari alla movimentazione delle merci e dei prodotti:
a) portabagagli, facchini e pesatori dei mercati agroalimentari, facchini degli scali ferroviari, compresa la presa
e consegna dei carri, facchini doganali, facchini generici, accompagnatori di bestiame, e attività preliminari e
complementari; facchinaggio svolto nelle aree portuali da cooperative derivanti dalla trasformazione delle
compagnie e gruppi portuali in base alla legge 28 gennaio 1994, n. 84, art. 21, e successive modificazioni e
integrazioni;
b) insacco, pesatura, legatura, accatastamento e disaccatastamento, pressatura, imballaggio, gestione del ciclo
logistico (magazzini e/o ordini in arrivo e partenza), pulizia magazzini e piazzali, depositi colli e bagagli, presa
e consegna, recapiti in loco, selezione e cernita con o senza incestamento, insaccamento o imballaggio di
prodotti ortofrutticoli, carta da macero, piume e materiali vari, mattazione, scuoiatura, toelettatura e
macellazione, abbattimento di piante destinate alla trasformazione in cellulosa o carta e simili, e attività
preliminari e complementari.
2) Trasporto il cui esercizio sia effettuato personalmente dai soci su mezzi dei quali i soci stessi o la loro
cooperativa risultino proprietari o affittuari.
Trasporto di persone:
a) vetturini, barcaioli, gondolieri e simili;
b) tassisti, autonoleggiatori, motoscatfisti e simili. Trasporto di merci per conto terzi:
a) autotrasportatori, autosollevatori, carrellisti, gruisti, trattoristi (non agricoli), escavatoristi e simili e attività
preliminari e complementari (compresi scavo e preparazione materiale da. trasportare, montaggio e
smontaggio, rimozione forzata di veicoli a mezzo carri attrezzi, guardianaggio e simili);
b) trasportatori con veicoli a trazione animale, trasportatori fluviali, lacuali, lagunari e simili e attività
preliminari e complementari (compresi scavo e preparazione interiale (da trasportare, guardianaggio e simili);
3) Attività accessorie delle precedenti:
· addetti al posteggio dei veicoli, pesatori, misuratori e simili.
~ 21 ~
4) Attività varie:
· servizi di guardia a terra o a mare o campestre, polizia e investigazioni private, custodia, control
lo accessi e simili, barbieri e affini, guide turistiche e simili, gestione dei servizi di accoglienza nei musei e di
attività complementari, pulitori compresa la pulizia di giardini e spazi verdi anche con l'ausilio di mezzi
meccanici, pulitori di autoveicoli e autocarri, operatori ecologici, spazzacamini e simili, servizi di recapito
fiduciario e simili (servitori di piazza), ormeggiatori, ormeggiatori imbarcati a bordo di qualsiasi mezzo navale.
15. L'articolo 1 della disposizione in commento (legge 389/1989) dispone, infatti, che "la retribuzione da
assumere come base per il calcolo dei contributi di previdenza e di assistenza sociale non può essere inferiore
all'importo delle retribuzioni stabilito da leggi, regolamenti, contratti collettivi, stipulati dalle organizzazioni
sindacali più rappresentative su base nazionale, ovvero da accordi collettivi o contratti individuali, qualora ne
derivi una retribuzione di importo superiore a quello previsto dal contratto collettivo".
16. L'art. 2135 c.c. definisce l'imprenditore agricolo "chi esercita una delle seguenti attività coltivazione del
fondo, silvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. Per coltivazione del fondo, per silvicoltura e per
allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase
necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco
o le acque dolci, salmastre o marine. Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo
imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e
valorizzazione che abbiano a oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco
o dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione
prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, ivi
comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione e
ospitalità come definite dalla legge".
17. Ex art. 29 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917.
18. Il Tribunale di Roma, con sentenza dell'11 novembre 1999, in Dir. prat. soc., 2000, n. 6, p. 75, non ha infatti
ritenuto sufficiente la certificazione della prefettura o della Camera di Commercio attestanti la qualifica di
cooperativa agricola stabilendo in questo modo che prevale l'effettiva attività svolta dalla società in questione.
19. L'art. 5, comma 3, della legge 3 ottobre 2001, n. 366, dispone che "sono esclusi dall'ambito di applicazione
delle disposizioni di cui al presente articolo i consorzi agrari, nonché le banche popolari, le banche di credito
cooperativo e gli istituti della cooperazione bancaria in genere, ai quali continuano ad applicarsi le norme
vigenti salva l'emanazione di norme di mero coordinamento che non incidano su profili di carattere sostanziale
della relativa disciplina".
20. Ex art. 35 del D.lgs. 385/1993.
21. Ex art. 30 del D.lgs. 385/1993.
22. Ex art. 32 del D.lgs. 385/1993.
23.Vedi anche Benni M., Buscaroli E, Dulcamare U., Figone K, Ravaioli G., Setti M., Cooperative.
Guida operativa, Milano, Ipsoa, 2003, p. 364-365.
24. Benni M., Buscaroli E, Dulcamare U., Figone A., Ravaloli G., Setti M., op. cit., p. 420. 
25. Art. 1 della legge 416/1981.
26. In Merz S., Madonna R., Sguozzi E, Manuale pratico delle società cooperative, Padova, Cedam, 1999, p.
419.
27. Si presume che l'esenzione prevista dalla legge 381/1991 facesse a suo tempo riferimento all'art. 3 del D.lgs.
31 ottobre 1990, n. 346 che prevedeva: "Non sono soggetti all'imposta i trasferimenti a favore dello Stato, delle
regioni, delle province e dei comuni, né quelli a favore di enti pubblici e di fondazioni o associazioni legalmente
riconosciute, che hanno come scopo esclusivo l'assistenza, lo studio, la ricerca scientifica, l'educazione,
l'istruzione o altre finalità di pubblica utilità, nonché quelli a favore delle organizzazioni non lucrative di utilità
sociale (ONLUS) e a fondazioni previste dal decreto legislativo emanato in attuazione della legge 23 dicembre
1998, n. 461.
2. I trasferimenti a favore di enti pubblici e di fondazioni o associazioni legalmente riconosciute, diversi da
quelli indicati nel comma 1, non sono soggetti all'imposta se sono stati disposti per le finalità di cui allo stesso
comma.
3. Nei casi di cui al comma 2 il beneficiario deve dimostrare, entro cinque anni dall'accettazione dell'eredità o
della donazione o dall'acquisto del legato, di avere impiegato i beni o diritti ricevuti o la somma ricavata dalla
loro alienazione per il conseguimento delle finalità indicate dal testatore o dal donante. In mancanza di tale
dimostrazione esso è tenuto al pagamento dell'imposta con gli interessi legali dalla data in cui avrebbe dovuto
essere pagata.
4. Le disposizioni del presente articolo si applicano a condizione di reciprocità per gli enti pubblici esteri e per
le fondazioni e associazioni costituite all'estero.
4-bis. Non sono soggetti all'imposta i trasferimenti a favore di movimenti e partiti politici".
Peraltro, a norma degli artt. 13, comma 1, e 17, comma 1, della legge 18 ottobre 2001, n. 383, l'imposta sulle
successioni e donazioni di cui alla norma in commento è stata soppressa a decorrere dal giorno successivo a
quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Per le successioni per causa di morte aperte, per le

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donazioni fatte successivamente alla data di entrata in vigore della medesima legge 383/2001 e per la relativa
disciplina, vedi gli artt. da 13 a 16 della stessa legge 383/2001.

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