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In questo contesto -> vuoto di potere, minaccia comunista -> ci si riunisce per stipulare i trattati di pace.
PARIGI
Clima: alla Conferenza di Parigi c’è un’atmosfera di precarietà, la situazione è totalmente rivoluzionata ed
inoltre incombe la minaccia comunista.
Perché Parigi: i francesi insistono per coronare la vittoria. Ma la Francia si presenta devastata dal conflitto.
Chi partecipa: ci sono tutti ma a comandare sono Usa, Gb, Francia, Giappone, Italia. Il Giappone e l’Italia
nutrono interessi a livello locale. Di fatto i negoziati sono tra i primi tre.
USA -> Wilson si dichiara contro la diplomazia segreta, parla della necessità di creare un’organizzazione
internazionale garante della pace. I famosi “14 punti di Wilson” vengono enunciati dallo stesso già nel 1918,
come reazione alla rivoluzione russa, proposta fortemente propagandistica e idealista. I quattordici punti
presentati alla Conferenza di pace di Parigi nel 1919 prevedevano:
1) Abbandono della diplomazia segreta -> trattati di pace palesi, apertamente conclusi in seguito ai quali
non vi potranno essere accordi internazionali segreti di alcuna specie. La diplomazia agirà sempre
apertamente ed alla vista di tutti.
2) La libertà dei mari in pace e in guerra -> libertà assoluta della navigazione marittima,
3) Rimozione delle barriere doganali, libero accesso alle materie prime.
4) Riduzione degli armamenti -> procedere ad un disarmo generalizzato
5) Definizione delle dispute coloniali secondo modalità che tenessero conto degli interessi tanto delle
potenze occupanti quanto delle popolazioni soggette -> rigorosa osservanza del principio che, nella
soluzione di tutte le questioni di sovranità, gli interessi delle popolazioni in questione debbono essere
considerate alla stessa stregua, che le eque pretese degli Stati dei quali il giusto titolo è in discussione.
6) Evacuazione dei territori russi occupati,
7) Di quelli belgi -> il Belgio deve essere sgombrato e restaurato.
8) Di quelli francesi, compresa l'Alsazia-Lorena -> tutto il territorio francese dovrebbe essere liberato, le
regioni invase dovrebbero essere ricostruite ed il torto fatto dalla Prussia alla Francia nel 1871 con
l’occupazione dell’Alsazia-Lorena dovrebbe essere riparato.
2. TRATTATO DI VERSAILLES
Clausole Territoriali
Alsace et Lorraine à la France
Renania smilitarizzata + presenza di truppe internazionali che vigilano (comunque sovranità tedesca)
Saar amministrata per 15 anni dalla Società delle Nazioni con referendum allo scadere del termine per
decidere a chi assegnarla
Germania cede territori a favore di Belgio e Danimarca
Germania perde Danzica a favore dei Polacchi (violazione principio del principio di autodeterminazione dei
popoli allo scopo di dare alla Polonia uno sbocco sul mare
La Slesia viene affidata per i 2/3 alla Germania e per 1/3 alla Polonia (la Gb non voleva uno stato polacco
interposto tra Francia e Russia
Divieto Anschluss alla Germania: non può annettere l’Austria, nonostante ciò sia contro il principio (che si
applica quando fa comodo) di autodeterminazione dei popoli (si avvicinerebbe troppo a zona Balcani).
Le colonie tedesche vengono spartite tra Francia e Gb. Italia niente colonie in Africa. Le isole a nord del
Pacifico vengono date al Giappone. Le isole a sud dell’equatore ad Australia e New Zeland (praticamente
alla Gb, per bilanciare il Giappone).
Clausole Militari-Economiche
Ridurre flotta ed esercito
ART 231; la Germania è responsabile della guerra e deve pagare delle riparazioni agli stati vincitori;
questione al centro dell’opinione pubblica per evidenti ragioni. Tutti gli stati avevano promesso che la
Germania avrebbe pagato, bisognava spremerla! ; sia Francia che Gb avevano enormi aspettative. Il padre
dell’Europa, Jean Monnet, in questo periodo era una voce fuori dal coro: egli auspicava una collaborazione
economica per scongiurare i conflitti, collaborazione anche con la Germania; nessuno gli dà ascolto. La
Francia si accoda agli altri per fare spremuta di tedeschi. L’ART 231 prevede il pagamento di un danno
legato alla “responsabilità”; il concetto di responsabilità viene associato al concetto di “colpa”; una valenza
morale che offende i tedeschi. I tedeschi non possono negoziare ed il popolo tedesco non accetterà mai la
sconfitta, una sconfitta non sentita; negli anni successivi si assiste al revisionismo in merito al trattato di
Versailles; Germania e Ungheria. In parallelo nasce l’antirevisionismo; da parte degli stati che vedono nei
trattati di pace una garanzia della propria sicurezza/esistenza: Francia, Polonia, Romania, Cecoslovacchia,
Jugoslavia. Contrapposizione revisionismo-antirevisionismo originata dai trattati.
Gb e Usa non condividevano ma comunque comprendevano le esigenze francesi; prendono una decisione
che compensa le lacune del trattato di Versailles; 2 trattati di garanzia; Usa e Gb si impegnano a tutelare la
sovranità francese; trattati mai ratificati perché vi era in realtà un altro patto contenuto nel Trattato Istitutivo
della Società delle Nazioni che regolava l’intervento in caso di aggressione.
Società delle Nazioni; Assemblea formata da tutti gli stati + Consiglio formato da Usa, Gb, Francia,
Giappone, Italia.
Art. 10: (voluto da Wilson) obiettivo della Società delle Nazioni è la difesa della sovranità delle nazioni. In
caso di violazione di quest’ultima, la Società delle Nazioni avrebbe dovuto riunirsi in Consiglio e
“consultarsi”; Wilson non voleva essere obbligato ad intervenire, era cosciente della maggioranza
isolazionista all’interno degli Usa; voleva che il Trattato venisse approvato dal Congresso.
Un altro meccanismo inserito all’interno del Trattato Istitutivo garantiva il diritto di chiamarsi fuori; regola
dell’unanimità per prendere le decisioni.
3. ALTRI TRATTATI
Austria – Trattato di Saint Germain (sett.1919)
L’Austria perde un bel po’ di territori: cede un pezzo di Polonia, di Jugoslavia, di Cecoslovacchia, un po’ dà
pure all’Italia. Complessibìvamente: nasce uno stato macrocefalo: Austria molto piccola con capitale
l’enorme Vienna. L’Austria viene anche danneggiata economicamente. Da ricordare il divieto all’Anschluss.
Italia – Trattato di Rapallo
L’Italia era entrata in guerra grazie al patto segreto di Londra (ministro Sonnino) in cambio di Alto-Adige,
Trieste, Istria, Dalmazia; ma NON chiesero Fiume; cioè crea un dibattito e Wilson si infuria perché
innanzitutto il patto di Londra essendo segreto veniva condannato dagli Usa che non erano coinvolti; in
secondo luogo molte richieste italiane violavano il principio di sovranità. Nonostante ciò accettano
paradossalmente di concedere all’Italia l’Alto-Adige, in quanto il nuovo confine garantisce stabilità. Sul
confine orientale invece, non transige; Sonnino e Orlando fanno scenate e per protesta se ne vanno,
cercando di ottenere il consenso del popolo italiano. La questione viene lasciata a Italia e Jugoslavia; il
trattato di Rapallo assegna Trieste all’Italia, l’Istria e un pezzo di Dalmazia. Fiume alla Società delle
Nazioni; tutto sommato, un successo; grazie al fatto che Francia e Gb se ne fregano e grazie agli sforzi di
Sforza (ah ah), che aveva la tatticona di cercare il sostegno delle grandi potenze.
Bulgaria – Trattato di Neuilly
Perde dei territori, ma tra gli sconfitti è quella che ci smena di meno.
Ungheria
L’ultimo trattato ad essere firmato a causa di un’insurrezione comunista che allunga i tempi. Perdita di
numerosi territori magiari; ciò alimenta il revisionismo. Perde un pezzo di Cecoslovacchia (la Slovacchia),
cede dei territori alla Jugoslavia, perde la Transilvania. Ancora una volta violato il principio di
autodeterminazione.
Perché vengono creati nuovi stati in violazione del principio di autodeterminazione? ; cordone sanitario
contro comunisti, gli stati vicini alla Russia non devono essere né troppo piccoli né troppo grandi. Ma il
sistema di Versailles è intrinsecamente debole e lacunoso nel complesso.
Tutta la storia del dopoguerra è la storia delle cause della Seconda Guerra Mondiale e dell’erosione del
sistema di Versailles (e nel Pacifico del sistema di Washington, creato a seguito della conferenza di
Washington).
6. RUSSIA
Anche la Russia voleva risolvere la questione degli indennizzi. La Russia era isolata e mirava ad uscire da
questo stato di isolamento grazie alla figura del ministro ierin (ex nobile diventato comunista e abile
diplomatico). Egli firma dei trattati di pace di mutuo riconoscimento coi paesi confinanti. Inoltre cerca di
dialogare con le potenze europee, presentando la Russia come un potenziale mercato, facendo leva sugli
interessi economici.
1921: trattati commerciali con Gb e Germania + convocazione di una conferenza per discutere la questione
indennizzi.
La Gb era interessata ad allearsi commercialmente con la Russia perché la NEP sembrava allettante.
La Gb ritiene vantaggiosa dal punto di vista economico la ridiscussione delle riparazioni previste da
Versailles, revisionismo; la Francia resta da convincere ma Briand sembra possibilista.
Si avvia il dialogo a Londra; la Gb propone alla Francia una garanzia britannica in cambio di una revisione
delle riparazioni tedesche e degli indennizzi russi; Briand nega possibilità cancellazione indennizzi sul
fronte russo, ma si mostra possibilista per le riparazioni tedesche MA a patto che la garanzia britannica
copra tutti i confini usciti da Versailles. La Gb non vuole perché se ne frega del destino di certe aree quali la
Polonia.
1922 Cannes; conferenza preparatoria in cui Briand e Lloyd George si incontrano nuovamente in disparte e
la Gb propone una garanzia di tipo regionale. Briand nel frattempo è caduto in minoranza e gli viene
imposto di non accettare. Egli si dimette e gli succede Poincaré, del filone degli intransigenti.
1922 Genova; vengono invitati anche Germania e Russia. Gli Usa non partecipano, quindi non si può
parlare dei debiti, questione decisamente legata alle riparazioni.
In aprile 1922 Germania e Russia si appartano a Rapallo e stipulano il Trattato di Rapallo, un trattato tra
esclusi. Cicerin parla di disarmo e di coesistenza pacifica, suggerisce dei percorsi che attirano l’attenzione
dell’opinione pubblica. La Germania si lascia convincere e firma, nel timore che anche la Russia avanzi
pretese di riparazioni. Il Trattato di Rapallo ha due pilastri: uno politico-diplomatico e l’altro economico-
militare:
a)politico-diplomatico: i due governi si riconoscono a vicenda (ciò comporta l’invio reciproco di
diplomatici); superamento dell’isolamento
b)economico-militare: rinuncia ad ogni rivendicazione di tipo economico tra loro. Clausola della nazione
favorita; se concedi qualcosa a uno stato terzo, lo devi concedere pure a me! Clausola segreta; Parte
integrante del trattato era anche un protocollo aggiuntivo segreto relativo alla cooperazione militare tra i due
paesi. Tale protocollo prevedeva la possibilità per i tedeschi di testare le proprie armi in territorio sovietico,
aggirando la demilitarizzazione imposta dal trattato di Versailles.
Fine Conferenza di Genova; restano tutti i problemi e la Francia con la sua intransigenza ha aggravato la
propria situazione.
1922; la Germania avanza una nuova richiesta di moratoria: la Gb dice ok; la Francia dice ok se in cambio
mi dai risorse produttive e mi fai sfruttare le miniere; teoria dei pegni produttivi. Nel 1922 la Francia aveva
intenzione di invadere la Ruhr e di occuparla. In gennaio 1923 l’esercito francese occupa la Ruhr, sentendosi
giustificati dal fatto che la Germania non ha pagato le riparazioni, inadempienza volontaria dei tedeschi che
non consegnano migliaia di pali telegrafici; reazione tedesca: resistenza passiva, sciopero, no
collaborazione con le truppe occupanti. Ciò causa crisi in Germania e iperinflazione in Francia. Servirebbe
7. PIANO DAWES
interventi, riforme sul sistema monetario tedesco e nuovo calendario sul pagamento delle riparazioni.
1. Riparazioni; modificate le scadenze, bisogna pagare ogni anno sempre un po’ di più (rate crescenti) per
cinque anni, poi si vedrà in base all’andamento dell’economia tedesca. Nessun riferimento alla cifra totale.
2. Riforme economiche in Germania; interventi su politica monetaria: viene introdotto un nuovo marco e
viene attuata una riforma della Banca Centrale Tedesca (Reichbank) a cui viene imposta una politica
deflazionistica, di contenimento dell’inflazione; contenere la domanda di moneta (per emetterne meno) e
aumentare il tasso di sconto; ciò richiama in Germania capitali americani, perché ci sono più interessi sui
prestiti.
Nel 1924 ha luogo a Londra una conferenza per l’attuazione del piano Dawes. Presero parte il laburista Mc
Donald, il nuovo governo francese, guidato da Herriot del Cartel de Gauche vincente su Poincaré. Herriot
vuole creare un fronte amico con la Gb, ma fallì e dovette accettare di liberare la Ruhr nel giro di un anno,
perdendo così l’ultimo strumento di pressione e venendo insultato! Ma almeno ottiene il protocollo di
Ginevra; arbitrato (obbligo di ricorso all’arbitrato per la risoluzione di controversie: se non ricorri
all’arbitrato di uno stato terzo allora sei un aggressore!) –sicurezza (1- abolire il principio di unanimità, in
caso di crisi e violazioni si può votare a maggioranza di 2/3, viene meno il diritto di veto; 2- decisioni della
Società delle Nazioni vincolanti) –disarmo (politica di disarmo generalizzato).
Il protocollo di Ginevra fallisce perché Mc Donald fallisce e viene sconfitto dal conservatore Baldwin che
negò la validità del protocollo firmato dal predecessore.
L’esprit di Locarno
La premessa di Locarno fu il piano Dawes che aveva creato un clima di fiducia. I protagonisti furono Briand
e Stresemann; quest’ultimo vinse il nobel per la pace. Solo a metà degli anni ’30 l’idea di ottimismo e
fiducia legata a Locarno venne scalfita. Briand veniva visto come colui che aveva risolto, appariva come
vincitore.
Motivi di ottimismo:
Gli stati ritrovano stabilità economica tornando nel 1925 a utilizzare il gold standard, ancorando cioè la
moneta all’oro
Nel 1926 un accordo tra Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Saar viene firmato sancendo la
collaborazione nel settore dell’acciaio; “pull dell’acciaio”, cooperazione transnazionale tra privati che diede
l’impulso ad una riflessione sulla cooperazione tra stati
L’ingresso della Germania nella Società delle Nazioni in qualche modo legittima quest’ultima
Tra il ’25 e il ’29 il dialogo tra Germania e Francia appare di nuovo possibile, si assiste ad una serie di
incontri informali
1926: avvio conferenza preparatoria della conferenza sul disarmo.
Limiti di Locarno
La garanzia delle Gb è una garanzia di tipo militare, ma in realtà la Gb non sta investendo nel settore
militare e non sarebbe in grado di intervenire
La Germania ha riconosciuto SOLO il suo confine occidentale; il lato orientale è stato trascurato; Urss
irritato (nel ’24 è arrivato Stalin e l’Urss è stati riconosciuto da tutti gli stati): Stalin è sostenitore della
rivoluzione in un solo stato ed inizia dunque a tessere relazioni internazionali; per effetto di Locarno questo
dialogo subisce una battuta d’arresto; timore di accerchiamento; eccezione: la Germania stipula un trattato
di amicizia con l’Urss per rassicurarla; ciò indebolisce la stabilità del sistema europeo
Il fatto che i confini orientali non vengano garantiti fa imbestialire gli alleati della Francia; Briand li aveva
rassicurati con le eccezioni al trattato; ma le eccezioni dipendono comunque dal consenso della Società
delle nazioni.
L’ingresso della Germania nella Società delle Nazioni provoca screzi tra Francia-Polonia perché la
Germania entra come membro del consiglio permanente e la Polonia vorrebbe lo stesso privilegio. Invece
non lo ottiene poiché la Germania accetta di entrare nella Società delle Nazioni solo se la Polonia non è nel
consiglio permanente; sembra quasi che la Francia favorisca la Germania;
Sulla Renania Stresemann ottiene una grande revisione di Versailles; non si ha più la certezza che la
Germania stia smilitarizzando; incertezza & timore tra gli alleati della Francia, che non ha più strumenti di
controllo e perde sicurezza.
Un anno dopo la Germania ottiene la moratoria di un anno delle riparazioni. Dal ’32-33 la Germania si gioca
La crisi del ’29 aveva avuto conseguenze politiche anche in Europa, colpendo i paesi più deboli; la
repubblica di Weimar e l’Austria, i quali tentarono un’unione doganale nel 1931; questo passo venne
interpretato come un tentativo di Anschluss; condanna Austria.
2 settembre 1939 l’Italia dichiara la sua non belligeranza; o sei belligerante o neutrale! Stranezza.
3 settembre 1939 Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania in difesa della Polonia.
FRONTE ORIENTALE: il blitzkrieg ha pieno successo, infatti il 25 settembre Varsavia è nelle mani dei
tedeschi. I sovietici varcano il confine polacco, assestandosi sulla linea stabilita dai protocolli segreti del
patto Molotov-Ribbentrop. Il 28 settembre tali accordi sono perfezionati (modifiche del protocollo segreto):
l’URSS ottiene la Lituania in cambio di un’avanzata tedesca in Polonia; è Hitler a fare questa proposta,
perché crede possibile riaprire la strada del compromesso: infatti vuole utilizzare la Polonia come merce di
scambio, pensando che Chamberlain avrebbe accettato più probabilmente una Polonia più piccola ma non
una Polonia per metà sovietica; ma ormai l’offensiva di pace di Hitler trova risposta negativa prima dalla
Francia e subito dopo dalla Gb, che vede l’ingresso nel governo di uomini come Churchill (fautore
dell’intransigenza antigermanica). Nel frattempo Stalin riscuote ciò che gli spetta: Estonia, Lettonia e
Lituania accettano l’ingerenza dell’URSS (costruzione di basi sovietiche), ma la Finlandia oppone
resistenza: si apre la cosiddetta “guerra d’inverno” (1939-1940), mediocre prova delle armate sovietiche, che
incoraggia Hitler a persistere nella sua strategia occidentale, vista la presunta fragilità militare dell’URSS. In
questa occasione la Società delle Nazioni ha un ultimo soffio di vita: espelle l’Unione Sovietica (ciò peserà
molto quando, sulle ceneri della Società delle Nazioni, nascerà l’Organizzazione delle Nazioni Unite).
FRONTE OCCIDENTALE: il 9 aprile 1940 Hitler occupa Danimarca e Norvegia, per poi rivolgersi verso la
Francia. Dopo aver violato la neutralità di Belgio e Olanda, il 14 giugno 1940 le forze tedesche entrano
trionfalmente a Parigi. La Germania occupa i 2/3 della Francia e lascia 1/3 ai francesi, repubblica di Vichy.
La flotta francese rimane ferma. Il governo francese, stabilito a Vichy, è affidato al filonazista Pètain, il
quale firma l’armistizio il 22 giugno 1940 sulla vettura ferroviaria di Rethondes (dove era stato firmato
quello del 1918). Quando le operazioni contro la Francia mettono in luce la netta supremazia tedesca, a
Mussolini (che aveva espresso mille critiche/perplessità e aveva tentato di sganciarsi da Hitler) non resta che
prendere posto al tavolo dei vincitori, così il 10 giugno 1940 l’Italia dichiara guerra ad una Francia morente
e alla Gran Bretagna.
La conseguenza dell’entrata in guerra dell’Italia è che la guerra inizierà ad estendersi oltre l’Europa; area
balcanica + nord africa.
Mentre i tedeschi elaborano la strategia contro la Gran Bretagna, rimasta sola a combattere, il 28 ottobre
1940 Mussolini inizia le operazioni contro la Grecia, ma gli esiti negativi costringono le truppe tedesche a
soccorrere quelle italiane, imponendo il loro armistizio nel 1941. In questo momento tutta l’Europa è sotto il
controllo tedesco, ad eccezione della Gran Bretagna, dove il 9 maggio 1940 Winston Churchill sostituisce
Chamberlain nella carica di Primo ministro. Ad agosto Hitler inizia a bombardare sistematicamente la Gb;
la Gb resiste, grazie alla compattezza della società civile britannica e all’utilizzo dei radar (comunque
difficoltà a livello economico).
Per quanto riguarda i problemi immediati circa l’apertura del secondo fronte, Usa e Gb si incontrano alla
Conferenza di Arcadia nel 1942.
1 GENNAIO 1942: DICHIARAZIONE DELLE NAZIONI UNITE; essa viene elaborata durante la
conferenza Arcadia, che Roosevelt e Churchill tengono tra dicembre 1941 e gennaio 1942, e si propone
come una sorta di manifesto della lotta contro l’Asse RoBerTo. I due statisti ribadiscono i principi già
espressi nella Carta Atlantica e assumono due impegni precisi: combattere la guerra con tutte le risorse
disponibili e cooperare con gli altri firmatari della dichiarazione senza sottoscrivere paci o armistizi separati
(per rassicurare Urss). Tra i 26 firmatari anche Cina e Unione Sovietica. Per l’URSS, che da sola sta
reggendo il peso della guerra, sottoscrivere tale impegno comune significa avere la promessa di non essere
abbandonata dai nuovi alleati. Tuttavia l’apertura del “SECONDO FRONTE”, che avrebbe alleggerito la
pressione tedesca sul fronte orientale, si fa attendere per 2 lunghi anni; parte della storiografia sostiene che
ci sia stata intenzionalità a ledere Stalin, affinché nazismo e comunismo si distruggessero vicendevolmente:
tuttavia ciò non è possibile, poiché in questa fase è prematuro parlare di guerra fredda e poiché l’obbiettivo
comune è fermare il nazismo. Il ritardo dipende da diverse difficoltà: i tedeschi non fanno mistero di aver
disposto sulle rive dell’Atlantico un sistema difensivo che essi giudicano inespugnabile; inoltre USA e GB
non attuano le medesime strategie:
la Gran Bretagna ha come priorità la conservazione del suo impero ed è perciò rivolta ad una STRATEGIA
PERIFERICA, che vada quindi a preservare punti strategici in Asia, Africa e vie di comunicazione. I
britannici riescono a persuadere gli americani dell’opportunità di tentare l’OPERAZIONE TORCH: lo
sbarco in Marocco e Algeria dell’8 novembre 1942, che non richiede una preparazione troppo lunga. E’
esattamente espressione della strategia periferica britannica anche lo SBARCO IN SICILIA del 10 luglio
1943, che tuttavia ben poco incide sulle sorti della guerra (per Churchill bisogna colpire “the soft underbelly
2. CONFERENZA DI TEHERAN (28 novembre – 1 dicembre 1943) Churchill Roosevelt Stalin: il tema
militare si risolve con l’impegno che lo sbarco per il “secondo fronte” sarebbe stato effettuato entro il 1°
maggio 1944, mentre Stalin promette l’apertura da parte sovietica di un fronte contro il Giappone. Sul piano
giuridico-politico Roosevelt e Stalin non hanno difficoltà ad accordarsi su argomenti quali pace, Nazioni
Unite e lotta contro il colonialismo; è così aperta la via che condurrà alla messa a punto dello statuto della
nuova organizzazione universale a Dumbarton Oaks (agosto-settembre 1944; si riuniscono i 4 governi
poliziotti per delineare i contorni della futura Onu; ci sarà ancora disaccordo su 2 questioni: struttura
Consiglio di Sicurezza e rappresentanza stati federati Urss all’Assemblea Generale). Ma il tema scottante a
Teheran riguarda la necessità per l’Unione Sovietica di circondarsi di “stati amici” che facciano da
cuscinetto: pertanto Stalin, che fonde politica di espansione e politica di sicurezza, chiede che non sia messa
in discussione la posizione che l’URSS sta acquisendo in Europa dell’est. La questione riguarda in primis la
Polonia: USA e GB acconsentono allo spostamento del confine polacco di 200 km a ovest, sino al fiume
Older, a danno della Germania (viene mantenuto il principio dell’indipendenza ma non quello
3. CONFERENZA DI YALTA (1 – 11 febbraio 1945, Crimea, vicino a Urss): la sconfitta della Germania è
alle porte; il senso di colpa che aveva in parte animato gli anglo-americani durante gli accordi di Teheran è
svanito; Roosevelt ha capito le intenzioni di Stalin riguardo gli “stati amici”, tuttavia permane la necessità di
tenere vicina l’Unione Sovietica affinché combatta ancora contro il Giappone ed entri nell’Organizzazione
delle Nazioni Unite. Yalta è un momento importante ma non dominante rispetto ad un processo iniziato
parecchio tempo prima, in cui la conferenza rappresenta, a dispetto del deteriorarsi del clima diplomatico,
una pausa di moderazione. I temi affrontati:
accordi sulla Germania: non si parla di smembramento ma di creazione di 4 zone di occupazione (sovietica
+ francese all’interno delle zone americana e britannica); sul piano economico non è intenzione né di
Roosevelt né di Churchill annientare la Germania con le riparazioni, ma Stalin è categorico: avendo subito i
danni maggiori, esige almeno la metà delle riparazioni (10 milioni $); Roosevelt non si mostra ostile
24. IL 1948
CECOSLOVACCHIA: guidata dal Presidente Benes, vi si è instaurato un democratico governo di
coalizione. Ma dopo la decisione di Gottwald, leader del Partito comunista cecoslovacco e Primo ministro,
di piegarsi alla pressione sovietica e di boicottare il Piano Marshall nell’estate 1947, e ancor di più a seguito
del suo sfacciato progetto di riempire la polizia di agenti comunisti, la popolazione cecoslovacca inizia a
ribollire. In risposta al crescente malcontento il Cremino fa pressione sul Primo ministro affinché formi un
governo monopartitico, facendo intendere che l’assistenza militare sovietica sarebbe stata disponibile
qualora richiesta. Il 20 febbraio 1948 Gottwald ricorre a intimidazioni per costringere Benes a nominare un
nuovo governo in cui solo i comunisti possano sceglierne i membri non comunisti: due settimane dopo,
l’unico membro non comunista rimasto, il ministro degli Esteri Jan Masaryk, muore nel misterioso episodio
della defenestrazione di Praga. Seguono le dimissioni di Benes, cui gli succede Gottwald a capo di un nuovo
governo monocolore; questo rappresenta l’ultimo tassello della creazione dei cosiddetti “stati amici”, ma è il
più preoccupante poiché la Cecoslovacchia era uscita dalla guerra con un sistema democratico.
ITALIA: gli Stati Uniti nutrono molte preoccupazioni poiché il Partito comunista italiano è molto forte, ma
nel maggio 1947 la Democrazia Cristiana lo estromette dalla coalizione di governo, nella previsione di
ottenere più probabilmente l’assistenza economica statunitense. Le elezioni italiane del 1948 non vedono il
coinvolgimento diretto di USA e URSS, infatti le armi inviate dai sovietici al PC sono state in gran parte
confiscate, mentre la proposta americana di fornitura di armamenti al governo viene rifiutata da de Gasperi
(perché non abbia effetti controproducenti sulle elezioni ma anche perché l’Italia è in grado di cavarsela da
sola). Se da una parte l’Unione Sovietica annuncia di essere favorevole al ritorno delle colonie in Italia,
dall’altra gli Stati Uniti rispondono di essere favorevoli al ritorno di Trieste all’Italia. Il 18 aprile 1948 si
afferma nettamente la DC di de Gasperi con il 48% dei consensi, senza però determinare il venir meno del
Partito comunista.
GERMANIA: le tre potenze occidentale procedono sulla via dell’unificazione economica e monetaria,
istituendo il 1° marzo 1948 una Banca Centrale che emetta un’unica valuta tedesca da utilizzare nelle tre
zone ovest; il 18 giugno 1948 introducono nelle loro zone unificate una nuova moneta, il marco tedesco, nel
tentativo di combattere l’iperinflazione e il mercato nero. Il 25 giugno l’Unione Sovietica procede con
l’istituzione di un proprio marco all’interno della zona est. L’estate del 1948 segna l’interruzione totale della
cooperazione interalleata nell’occupazione della Germania. La zona occidentale comprende il 75% della
popolazione e le zone industriali più produttive (Ruhr, Renania e Westfalia) e tutto ciò genera notevole
preoccupazione a Mosca sia perché essa esercita una forte attrattiva sui cittadini tedeschi della zona
sovietica, sia perché potrebbe diventare un baluardo delle potenze capitaliste pericolosamente vicino
all’impero sovietico. Così, nell’estremo tentativo di ostacolare gli alleati occidentali, Stalin si serve della
questione monetaria per far scattare la scintilla: la questione riguarda quale moneta debba circolare a
Berlino, situata nella zona sovietica. Le potenze occidentali si accordano per permettere al marco della zona
sovietica di circolare in tutta la città, a patto che la moneta sia stampata sotto la supervisione di tutte le
quattro potenze, per evitare che i russi inondino la città con una moneta che rischia di perdere in breve
tempo il suo valore. I sovietici sono però irremovibili e iniziano a distribuire unilateralmente il loro marco in
tutta la città; gli alleati occidentali reagiscono introducendo nei loro settori il marco tedesco, destinato a
distruggere la debole moneta sovietica. Il 24 giugno 1948 le autorità della zona sovietica reagiscono
interrompendo ogni collegamento stradale e ferroviario tra la zona occidentale e Berlino: col BLOCCO DI
BERLINO, Mosca annuncia che il governo delle 4 potenze nella città è giunto al termine. Washington e
31. Ungheria
L’agitazione polacca si riversa anche in UNGHERIA: a Budapest, nell’ottobre 1956, gli insorti impongono
al governo il comunista antistalinista Nagy, la reintroduzione del sistema multipartitico e l’uscita dal patto di
Varsavia. Soprattutto quest’ultima pretesa è inaccettabile per Chruscev, perché un’Ungheria neutrale e non
comunista sarebbe un pericoloso precedente: così decide di stroncare sul nascere l’insurrezione ungherese,
inviando il 4 novembre 250 mila soldati e 5.000 carri armati. Nell’arco di tre giorni il Primo ministro Nagy
viene rimpiazzato dal nuovo capo del Partito comunista Kadar: la brutale repressione della rivoluzione
ungherese rivela i limiti degli impulsi riformistici di Chruscev, non solo scuotendo i partiti comunisti
europei, ma fornendo all’Occidente una potente arma nella sua guerra di propaganda contro l’Unione
Sovietica. In questa occasione il Cremlino non teme l’intervento statunitense, non solo perché
l’amministrazione Eisenhower è colta completamente di sorpresa, ma soprattutto perché il governo
americano è concentrato sulle vicine elezioni e sulla crisi di Suez.
37. Indocina
Spesso si tende a legare le crisi coreana e vietnamita, poiché entrambe rappresentative della cosiddetta
“teoria del domino”. Ma le due vicende sono molto differenti, perché mentre la vicenda coreana è scatenata
dall’attacco della Corea del Nord nei confronti della Corea del Sud (25 giugno 1950), nel caso del Vietnam
non c’è una data precisa di inizio del conflitto: si parla di escalation verso lo stato di guerra.
La penisola indocinese, territorio compreso tra Cina e Siam (Tailandia) che include Cambogia, Laos e
Vietnam, è dalla seconda metà del XIX secolo colonia francese. Il movimento indipendentista vietnamita
assume maggiore importanza dopo la prima guerra mondiale, sotto la leadership di HO CHI MINH: ex
maestro elementare, dopo aver viaggiato in tutto il mondo, nel 1918 si trasferisce a Parigi, dove si unisce a
un gruppo di vietnamiti nazionalisti emigrati che si ispirano al principio wilsoniano di autodeterminazione
dei popoli -> una volta divenuto chiaro che tale principio è riservato ai soli popoli bianchi, Ho si converte
all’ideologia marxista-leninista, fondando nel 1929 il Partito comunista indocinese. La sconfitta della
Francia nel giugno 1940, rivela la vulnerabilità del grande impero coloniale un tempo invincibile e sembra
far avvicinare l’indipendenza vietnamita: tuttavia nel settembre 1940 le forze giapponesi si riversano nel
Tonchino, la provincia più settentrionale del Vietnam, fino ad occupare l’intero paese. Ho torna
segretamente in patria, dopo l’esilio in Cina, per organizzare la resistenza contro francesi e giapponesi: nel
maggio 1941 fonda il VIETMINH (Lega per l’indipendenza del Vietnam) e aiuta l’intelligence USA
fornendo informazioni sui movimenti delle truppe giapponesi, nella speranza di ottenere poi l’appoggio
statunitense per una rapida indipendenza. Con la sconfitta del Giappone, il 25 agosto 1945 il Vietminh
costringe ad abdicare Bao Dai, l’imperatore posto dai giapponesi come governo di facciata, e il 2 settembre
Ho Chi Minh proclama l’indipendenza della Repubblica democratica del Vietnam, dichiarando (per
accattivarsi il pubblico statunitense) “che tutti gli uomini sono creati uguali e dotati di diritti inalienabili”.
Roosevelt è contrario alla ricostituzione del potere coloniale francese e propone per l’Indocina
un’amministrazione fiduciaria internazionale per prepararla all’indipendenza, tuttavia Churchill denuncia la
proposta come un pericoloso precedente che potrebbe sminuire la posizione coloniale della Gran Bretagna in
Asia. La proposta va in fumo dopo la morte di Roosevelt ed il vuoto di potere postbellico viene colmato dai
cinesi a nord e dai britannici a sud del 16° parallelo: esaurite le operazioni di disarmo dell’esercito
giapponese il controllo torna nelle mani dei francesi, i quali il 23 novembre 1946 scatenano la guerra contro
il Vietminh ; Ho Chi Minh predilige la strategia della guerriglia, evitando gli scontri in campo aperto e
concentrandosi su attacchi “hit-and-run” (attacco a sorpresa e dispersione nelle campagne), mentre i francesi
costruiscono avamposti militari isolati nelle campagne da dove conducono missioni “search-and-destroy”
per snidare i vietminh dai loro nascondigli. I francesi, dopo aver riconosciuto l’indipendenza del Vietnam
all’interno dell’Unione Francese, il 14 giugno 1949 riportano al governo Bao Dai.