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ARTE MEDIEVALE - LEZIONE 2

LE CATACOMBE
Le catacombe sono dei cimiteri sotterranei che si trovano anche in area campana e
romana. L’espressione “catacombe” vuol dire “presso le porte”. Le catacombe si
trovano al di fuori delle mura delle città, anche per motivi igienico-sanitari e sono
scavate sotto terra, dove il terreno è molto morbido.
Le catacombe non erano un rifugio, ma erano degli spazi dove venivano deposti i
morti, dove potevano essere svolte delle celebrazioni funerarie, erano spazi usati
quotidianamente non solo dai cristiani.
A Roma le principali chiese e catacombe sono:
⁃ San Pietro
⁃ San Giovanni in Laterano
⁃ San Sebastiano
⁃ Sant’ Agnese e Santa Costanza
⁃ Catacomba di Domitilla
⁃ Catacomba dei santi Pietro e Marcellino
⁃ Catacomba di Priscilla, con loculi (spazi ricavati a parete in senso
verticale; originariamente questi spazi venivano chiusi da lastre lapide, che venivano
poi sigillate) e arcosoli (c’è uno spazio inferiore volto ad accogliere una tomba; le
pareti sono dipinte)
Oltre alle catacombe con loculi e arcosoli, abbiamo anche le catacombe con
“cubicoli”, di forma poligonale, dove sono sepolti i cristiani più facoltosi.

LA PRODUZIONE ARTISTICA DELLA PRIMA CRISTIANITÀ


I loculi erano sigillati da lastre lapìde poste a chiusura della tomba, chiuse con Malte
cementizie; nelle malte a chiusura dei loculi troviamo le prime attestazioni di oggetti
devozionali riconducibili alle comunità cristiane.
Un esempio è il Vetro dorato con Sant’Agnese nella Catacomba di Panfilo a Roma:
questo oggetto consiste in due fondi di bicchiere usati come due lastre, in mezzo alle
quali veniva posta una foglia d’oro, lavorata e incisa con un soggetto iconografico; la
seconda parte del vetro veniva sovrapposta e fusa insieme in modo da inglobare il
soggetto usato poi come sigillo per la tomba.
Altri tipi di sigilli sono le monete e le conchiglie. I soggetti dipinti sono per lo più
cristiani. Un esempio è Sant’Agnese, che si presenta con un’acconciatura molto
lussuosa, un’aureola intorno al capo, ha vestiti lussuosi e apre le braccia nel gesto
dell’orante; è affiancata dalle colombe, segno di purezza; vicino al volto, oltre a delle
stelle, vediamo due dettagli piccoli, i rotuli (forma del libro antico). Un altro esempio
è il Vetro Dorato con Pietro e Paolo, rappresentati con una corona gemmata; indicano
la concordia apostolorum.
Un altro esempio è il Medaglione con busto virile: in questo caso è usata una foglia
oro su vetro blu.
L’uso degli spazi funerari, però, era aperto anche ad altre confessioni religiose; un
esempio è il vetro dorato con raffigurazione di oggetti simbolico-rituali: è
rappresentato con l’armadio dell’atorà, due leoni e due candelabri a sette braccia.
Nel IV secolo le raffigurazioni cominciano ad esprimere anche la devozione ai santi:
⁃ Vetro dorato con San Lorenzo e Cipriano
⁃ Vetro dorato con San Sisto e Timoteo
In questi due esempi è molto leggibile il “crismon”, ossia il simbolo di Cristo e i
personaggi aderiscono con l’antichità. Questi possono essere confrontate con delle
statue del I secolo, come la Statua Barberini, in cui la figura dell’oratore regge i volti
idealizzati degli antenati.
Nel IV secolo iniziano ad essere raffigurati anche gli apostoli:
⁃ Catacombe di via Ostiense: Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni: questi
ritratti però rappresentano quattro volti ideali che ben si prestano a raffigurare i
discepoli di Cristo. Pietro è rappresentato come un uomo più anziano, con la barba;
Paolo con i capelli dirottati e la barba lunga. Anche negli spazi pittorici più ampi si
riscontrano i primi esempi di devozione:
1. Catacomba di Domitilla: nella lunetta di arcosolio è rappresentata Santa
Petronilla che accompagna Veneranda, raffigurata con un velo sopra la testa, una
lunga tunica e le braccia aperte in segno di orazione. Accanto alle due donne
troviamo dei libri.
Nelle catacombe però a volte i soggetti non sono cristiani:
⁃ Catacomba di Vibia: Vibia è raffigurata sulla porta, è accompagnata da
un “angelus bonus” viene sottoposta al giudizio degli uomini saggi, raffigurati
attorno al banchetto
⁃ Catacomba di San Pietro e Marcellino: sono rappresentati i triclinia su
cui sono distesi gli uomini per il banchetto funebre. È una pittura molto veloce, a
pennellate corpose, molto simile alla “pittura compendiaria”. Questa tipologia di
soggetti non la troviamo solo nelle catacombe, ma anche nei sarcofagi, come nel
Sarcofago di P.Cecilius Vallanius.
Uno dei soggetti più diffusi per rappresentare la devozione cristiana è l’orante, figura
generalmente femminile raffigurata con le mani rivolte al cielo. Due esempi:
⁃ Catacomba di Priscilla
⁃ Catacomba dei Giordani
Un altro soggetto che si piega alla risemantizzazione è Orfeo, caratterizzato dal suo
cappello, detto “Pireo”. La figura di Orfeo viene cambiata di significato nella
rappresentazione di Re David.
Anche la figura del buon pastore viene sottoposta allo stesso processo per raffigurare
Cristo.
Nella Catacomba di Via Latina ci sono molti cubicoli che rappresentano l’affinità tra
il mondo pagano e il mondo cristiano. In questi cubicoli è raffigurato Alcesti che
muore e la moglie che chiede a Eracle di poter fare cambio con il marito e quindi
riscattarlo dagli inferi.
Nei cubicoli B e C della Catacomba di via Dino Compagni è raffigurato il sacrificio
di Isacco: il linguaggio artistico e il linguaggio iconografico parlano una lingua che
può essere antichizzante, ma, in realtà, il contenuto, la scelta delle scene, ecc... ci fa
pensare che è rappresentato il sacrificio di Isacco.
Altri esempi sono “Daniele nella fossa dei leoni”, “tre giovani ebrei nella fornace”,
“Il sogno di Giacobbe”.
Un altro esempio è quello di “Giona inghiottito dal mostro marino” e “Giona che
riposa sotto il pergolato”. Anche nelle Catacombe di San Pietro e Marcellino è
raffigurato Giona che viene gettato dalla barca.
I quattro episodi di Giona sono raffigurati in modo da formare una croce. L’episodio
di Giona è molto importante perché ci fa capire che nell’acqua è la morte e nell’acqua
è la vita; la rinascita dei cristiani avviene attraverso l’acqua (battesimo).
Episodi neo testamentari che non possono avere ambiguità:
⁃ Cristo e la samaritana, Catacomba di via Dino Compagni
⁃ Moltiplicazione dei pani e dei pesci, Catacomba di Via Anapo.
Un ultimo esempio di dipinto Cristiano è la cappella greca nella Catacomba di
Priscilla, in cui è raffigurato l’episodio dell’Adorazione dei Magi: sono rappresentati
i tre magi che si presentano in modo devozionale verso la Vergine, seduta in trono
con il bambino; in questo caso sappiamo che la donna in trono è la madre di Dio.

I SARCOFAGI
Tra i sarcofagi funerari del III e IV secolo troviamo:
⁃ Sarcofago con orante, pescatore e buon pastore: decorazione ad onde che
movimenta la superficie; gli angoli e il pannello centrale sono lavorati con delle
figure ad alto rilievo e sono, inoltre, figure riconducibili all’ambito Cristiano. Al
centro c’è la figura femminile con il panno sopra la testa e le braccia alzate che
rappresenta l’orante; sul fronte del coperchio del sarcofago c’è un corteo di mostri
marini
⁃ Sarcofago di Dioniso: in cui Dioniso riposa sotto il pergolato
⁃ Sarcofago di Endimione: è raffigurato un giovane che viene rapito
durante il sonno; il momento del sonno è rappresentato con corpo semi disteso e il
braccio alzato che passa dietro la testa
⁃ Sarcofago con ciclo di Giona
⁃ Sarcofago di Julia Juliane
⁃ Sarcofago di Giona e pastorale
⁃ Sarcofago di Giona
⁃ Sarcofago del buon pastore
⁃ Sarcofago della caccia.
La produzione di questi oggetti, molto grandi e lavorati, si ha con una certa
frequenza: sono oggetti che hanno una base di partenza , ma possono essere anche
personalizzati. La personalizzazione avviene nell’ultima fase, ed è proprio in
quest’ultima fase che si precisa la connotazione cristiana.
Se prendiamo ad esempio il Sarcofago di Santa Maria Antiqua, che è un sarcofago
paradisiaco del IV secolo, possiamo vedere che i soggetti hanno i volti indefiniti
perché sono stati lasciati da finire in un’ultima fase.
Bisogna tenere presente che anche se il sarcofago è cristiano non vuol dire che
l’artista è necessariamente cristiano.
A questi sarcofagi che mantengono un livello simbolico di rappresentazione, si
affiancano sarcofagi che sono molto più complessi nella concezione figurativa. Si
tratta di episodi figurativi, emblematici, che vengono composti secondo una precisa
finalità, cioè quella di confrontare episodi dell’ Antico e del Nuovo testamento.
Un esempio è il Sarcofago dei due fratelli del IV secolo: se guardiamo le immagini
scolpite notiamo che si tratta di una narrazione, perché c’è un’alternanza di episodi,
come la “Resurrezione di Lazzaro”, “il Diniego di Pietro”, “Mosè che riceve la
legge”, “il Sacrificio di Isacco”, “Cristo e Pilato”; poi nel secondo registro ci sono
altre scene: “Pietro e la fonte”, “Daniele nella fossa dei leoni”, “Pietro che legge”,
“guarigione del cielo nato”, “moltiplicazione dei pani e dei pesci”.
Un’altra tipologia di sarcofagi sono i “sarcofagi simbolici”, cioè quelli che
raffigurano una serie di immagini simboliche. Un esempio è il Sarcofago della
Catacomba di Domitilla, in cui la croce simboleggia il crismon, l’ambientazione è di
tipo architettonico. Un altro sarcofago simbolico è il Sarcofago di San Paolo fuori le
mura: alle estremità è raffigurato il sacrificio di Abele e di Giobbe, al centro c’è la
cattura di Pietro e Paolo; l’ambientazione è la pergola.
Un ultimo esempio è il Sarcofago di Giunio Basso, prefetto di Roma che morì nel
359 ca ed è stato sepolto in questo sarcofago.

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