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L’individuazione del sottosegretario ai Servizi 

Franco Gabrielli, la nomina del


nuovo segretario generale del Dis Elisabetta Belloni, la conferma fino a maggio
2022 del direttore dell’Aisi Mario Parente, l’elezione del presidente del
Copasir Adolfo Urso hanno definito un quadro chiaro e stabile del sistema
dell’intelligence nazionale.

Si è quindi in condizione di affrontare le gravi e urgenti questioni di sicurezza


nazionale che riguardano il nostro Paese.

Tanto per cominciare l’operatività dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale,


che con il precedente governo aveva creato non poche polemiche mentre
adesso ha ricevuto soprattutto consensi.

Il tema è attualissimo, in quanto nel 2030 praticamente tutto il mondo sarà


collegato al web. Non a caso, c’è chi afferma che il rating di uno Stato potrebbe
presto essere determinato anche dal livello della propria sicurezza informatica.

Altro aspetto determinante verso il quale indirizzare l’intelligence è il contrasto


alle mafie che si stanno infiltrando sempre di più nel tessuto economico. Il
recente dibattito sul codice degli appalti (che sarebbe il caso urgentemente di
riprendere) ha riproposto in modo macroscopico le infiltrazioni delle mafie nelle
opere pubbliche.

Nell’annuale Rapporto del Dis al Parlamento, l’indicativo resoconto delle


informative inviate dall’Aisi alle autorità istituzionali e alle forze di polizia riporta
che il 9 per cento abbia riguardato la criminalità organizzata. Una percentuale
che sarebbe forse il caso di aumentare, anche per quanto attiene l’Aise che si
attesta al 2 per cento.

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