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DEMOCRAZIA
di Salvatore Brizzi
Torino, 16/08/2007
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SOMMARIO
Non ci sono uomini di destra e uomini di sinistra: c’è il sistema e i nemici del
sistema.
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LA DEMOCRAZIA NON ESISTE
La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa
scelta prescritta.
Theodor W. Adorno, filosofo
Non voglio qui affermare che la democrazia (dal gr. demos kratos=potere del
popolo) sia sbagliata, bensì che essa semplicemente non esiste, o meglio, che
può esistere solo come maschera dell’oligarchia (dal gr. oligoi –archia=governo
di pochi).
Niente può governarsi da sé. È logicamente impossibile che ciò possa avvenire,
perché ogni ente che vuole esprimere in maniera ordinata le proprie azioni
deve necessariamente fare riferimento a qualcosa che gli è evolutivamente
superiore e che quindi possiede una visione più ampia della realtà in cui esso
deve muoversi. L’ordine sociale deve quindi procedere dall’autorità spirituale, e
non, come qualcuno assurdamente crede, da se stesso. Sia chiaro che per
autorità spirituale si vuole qui intendere l’autorità della propria anima e non il
controllo da parte di qualche organo religioso.
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sul piano sociale in una Gerarchia Spirituale – non potendo trovare in se stesse
i valori cui aspirare, si ritroveranno senza direzione né etica, senza un fine
evolutivo da seguire e da trasmettere alle nuove generazioni. E ciò che non ha
come obiettivo la propria evoluzione spirituale – sia esso un singolo o una
civiltà – inevitabilmente degenera.
Dal momento che ogni ente deve necessariamente, per forza di cose, trovare
fuori da sé il proprio governante, il risultato dell’infantile desiderio di
autogoverno del popolo è la fatale sottomissione a chiunque possegga l’abilità
di illuderlo che ciò sia effettivamente possibile. L’irrazionale desiderio di
democrazia avrà quindi sempre come effetto l’oligarchia, che, non a caso, è
oggi la forma di governo più diffusa nel mondo cosiddetto ‘democratico’. La
democrazia non è possibile, ma se il popolo non si rende conto di questa
impossibilità e vuole comunque illudersi di potersi autogovernare, allora
un’oligarchia è autorizzata a stabilirsi al potere per decenni facendosi chiamare
‘governo democratico’.
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quanto elementari, ma se non si entra in un paradigma che presuppone il
risveglio delle coscienze attraverso un percorso iniziatico, simili meccanismi di
asservimento saranno applicabili ancora per centinaia di anni.
Il livello di coscienza dei politici non si discosta da quello del popolo che essi
vorrebbero dirigere. Gli uomini di governo dimostrano ogni giorno di essere
nati per escrezione e non per parto, come nel passato ha affermato qualcuno
che di politica se ne intendeva. Essi, a causa dei loro pesanti attaccamenti a
potere, denaro e idee di parte, non possono ancora, anche volendo, agire per il
Bene Comune, e ne è la dimostrazione il fatto che si vantino di essere i
portavoce del popolo, cioè, in ultima analisi, di non riuscire a governarlo.
Reggere uno Stato non significa infatti limitarsi ad assecondare i voleri egoistici
(=rivolti alla propria sopravvivenza) della popolazione, bensì e-ducare i
cittadini portandoli progressivamente su un nuovo livello di consapevolezza. La
strada dell’accumulare voti promettendo ciò che il popolo vuole sentirsi
promettere, è una strada senza uscita, poiché sul piano della materialità sarà
sempre impossibile accontentare tutti. Essi non si preoccupano di e-ducare,
cioè di modificare lo status-quo in cui giace la società, non innalzano la qualità
della coscienza del popolo, si preoccupano esclusivamente di assecondarne gli
istinti di sopravvivenza e le emozioni più basse... e il popolo li acclama per
questo! Non potendo però, una volta eletti, soddisfare i bisogni egoistici di
tutti, si trovano nella condizione di non poter mantenere ciò che hanno
promesso.
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costringiamo all’omologazione e la chiamiamo uguaglianza o globalizzazione.
La gente vuole arte? Le diamo – e le insegniamo nelle scuole – la tecnica
(un’attività della mente) e la chiamiamo arte (un’attività del Cuore).
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attaccamenti e paure, non potrebbe più essere manipolato. Un politico
decondizionato, privo di attaccamenti e paure, non potrebbe più essere
corrotto.
Le oligarchie che sono attualmente al governo nei diversi Stati subiscono a loro
volta la manipolazione – a volte connivente, a volte inconsapevole – da parte
di mafia e potere economico. Ad esclusione di alcuni casi eccezionali è sempre
questo potere economico a decidere chi deve governare all’interno di ogni
Stato, ed esso si trova saldamente nelle mani di pochi finanzieri internazionali
che, per ovvie questioni di convenienza, collaborano assiduamente fra di loro,
anche quando apparentemente sembra che siano in concorrenza (l’illusione del
libero mercato).
Non si vota mai per forze politiche sostanzialmente differenti, ma per la stessa
forza che appare sotto diverse e multicolori forme. Le differenze fra gli
schieramenti sono illusorie, sono dei miraggi che servono ad alimentare il
grande inganno: se crediamo di poter scegliere fra opposte fazioni che si
combattono, crediamo di vivere in una nazione libera. Ma l’aspetto veramente
ridicolo di tutto questo è che le diverse fazioni sono realmente convinte di dire
cose diverse nella sostanza, e non solo nella forma, e sono convinte di poter
difendere nel modo migliore quella condizione inesistente che è la democrazia.
I vari esponenti e gli stessi segretari di partito sono in maggioranza solo
vittime inconsapevoli del meccanismo che contribuiscono ad alimentare; sono
essi stessi schiavi di paure e attaccamenti materiali, cioè di quei medesimi
condizionamenti che sfruttano per aggraziarsi l’opinione pubblica o per
denigrare un avversario agli occhi degli elettori. Chi viene eletto non si rende
conto di essere stato scelto unicamente in virtù del suo particolare livello di
mediocrità e della sua inconsapevolezza riguardo ciò che gli accade intorno. I
partiti politici sono in mano a un gruppo di banchieri ebrei e alla mafia. I
cittadini sono burattini di altri burattini. Per avere una panoramica della
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situazione si leggano i libri di Oliviero Beha, di Giorgio Galli (in particolare “La
venerabile trama”) e soprattutto il capolavoro di Jan Van Helsing, Le società
segrete e il loro potere nel ventunesimo secolo.
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continua a irradiarla anche quando esteriormente appare pacato, misurato e
tranquillo.
UOMINI E IDEOLOGIE
Il problema non riguarda mai l’ideologia, ma gli uomini che vogliono metterla
in pratica. Il comunismo, il capitalismo, il fascismo non sono di per se stessi
giusti o sbagliati, perché tutto dipende dal grado di apertura della coscienza di
chi sta professando tali idee. Alcune delle idee di Marx rivestono un importante
significato nel percorso evolutivo dell’umanità: quando si sono diffuse hanno
portato il popolo ad un balzo di coscienza. Chi ha sostenuto le sue idee
all’interno di un sistema di governo durante tutto il ’900 non possedeva però lo
stesso livello di coscienza di chi le aveva espresse per primo, di chi cioè le
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aveva pensate e non solo seguite. Tanti si sono detti marxisti o comunisti dopo
Marx, ma ognuno ha interpretato questi termini secondo il suo personale livello
di coscienza.
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agitarla in faccia alla folla, perché non è la bandiera che fa la differenza, ma chi
la sventola.
LIBERTÀ E UGUAGLIANZA
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Chi usa queste parole ‘a effetto’ per arringare la folla, di norma non si avvede
nemmeno di porsi alla stregua di un commerciante che truffa i propri clienti,
perché egli stesso non riflette mai sul significato dei termini che usa e si limita
a selezionarli in base alla forza persuasiva che possono esprimere.
E il cittadino viene ubriacato d’acqua!
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Ai lettori allarmati vogliamo subito chiarire che qui non si vuole promuovere la
negazione del diritto di voto per alcuni in favore di altri, ma si sta unicamente
ponendo l’accento su un fatto naturale e inconfutabile: non tutti gli uomini
sono dotati dello stesso discernimento riguardo ciò che è bene per lo Stato, e il
grado di tale attitudine è intimamente legato al grado di apertura della
coscienza. È difficile accettare questo per chi è stato condizionato fin da
bambino a credere che “tutti gli uomini sono uguali”. Egli potrebbe infatti far
notare che: “Se tutti gli uomini sono uguali nei diritti, tutti possono fare politica
esprimendo il proprio voto e decidendo per la nazione”.
Ma se tutti gli uomini posseggono gli stessi diritti, allora perché non tutti hanno
il diritto di comprendere la filosofia o la matematica con la stessa acutezza,
mentre si pretende che tutti siano in grado di comprendere la politica? Voglio
ricordare che andare a votare significa ‘fare politica’, e questa non è un’azione
da poco. Al cittadino che esprime il suo voto si sta chiedendo di compiere un
atto politico, ma non lo si mette nelle condizioni di studiare e comprendere a
fondo questa materia. La politica – la capacità di decidere per il Bene della
comunità – è una materia (un’Arte) come tutte le altre, che richiede una certa
predisposizione innata, una buona preparazione intellettuale e un continuo
esercizio. I cittadini invece vanno a votare così come scelgono il nuovo
contratto telefonico, ‘per simpatia’, seguendo gli slogan gridati da un palco.
Non si può decidere ‘per legge’ che da oggi tutti i cittadini diciottenni possono
comprendere la filosofia e la matematica ed esprimere pareri a riguardo, e che
la loro opinione possiede lo stesso valore dell’opinione di un qualunque filosofo
o di un qualunque matematico, in virtù del fatto che tutti abbiamo gli stessi
diritti. Non si può decidere circa la giustezza di una teoria filosofica ‘per alzata
di mano’ – democraticamente – in base a ciò che pensa la maggioranza! E se
non si può seguire questa condotta palesemente assurda per la filosofia e la
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matematica, non vediamo ragione perché lo si debba invece fare per la
politica. È forse la politica la materia più elementare fra tutte? È forse la meno
importante, per cui non ha grande importanza chi la faccia e quali siano le sue
capacità, purché la si faccia... come la pulizia dei gabinetti pubblici?
Più l’essere umano entra in contatto con la sua anima grazie a un percorso
iniziatico, più si espande la sua coscienza, che così smette progressivamente di
occuparsi della sua sopravvivenza e della sopravvivenza della sua famiglia, per
cominciare a pensare al Bene Comune. In altre parole, più si espande la sua
coscienza, maggiore è la porzione di umanità che riesce a sentire come parte
di sé. Per fare politica, e quindi anche per andare a votare, servono
un’accurata preparazione intellettuale e un altrettanto accurato sviluppo della
consapevolezza.
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di ciascuno, è necessario che l’Esoterismo – cioè l’insieme delle Leggi dello
Spirito – venga insegnato a scuola, e che le scuole diventino delle Scuole
Iniziatiche, in tal modo ognuno avrebbe la possibilità di intraprendere un
percorso di crescita interiore in grado di portarlo a contattare la propria anima.
Nella misura in cui la sua coscienza si sarà espansa – ed egli avrà abbandonato
gli attaccamenti personali e sarà in grado di agire per il Bene Comune – potrà
in futuro ricoprire posti di potere e cariche decisionali.
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Il terzo condizionamento ipnotico cui abbiamo accennato, l’idea di
«democrazia», concerne qualcosa di materialmente irrealizzabile: come già
abbiamo accennato, il popolo non può autogovernarsi, pena la sottomissione a
una ristretta minoranza. Tale assurda idea nell’antichità non esisteva
nemmeno, giacché si riteneva evidente che anche la politica, esattamente
come ogni altro mestiere, fosse un’attività che richiedeva studio e attitudini
particolari. Se vogliamo diventare atleti è necessario che possediamo delle doti
naturali e che ci alleniamo costantemente; allo stesso modo, se vogliamo
trovare un lavoro come ingegneri nucleari dobbiamo possedere un’innata
dimestichezza con la matematica e le materie tecniche, e anni di studio alle
spalle. Ma se veniamo presi dal desiderio di ‘fare politica’, se vogliamo cioè
decidere per mezzo del nostro voto chi deve governare il Paese, non è
necessario che possediamo doti naturali, non è necessario che conosciamo la
sociologia, la storia, la filosofia o la psicologia sociale, e ancor meno è
necessario che sviluppiamo ‘occhi per vedere’, ossia che la nostra coscienza sia
aperta ai segnali intuitivi dell’anima. Se noi vogliamo fare politica – sia per
eleggere che per essere eletti – è sufficiente che abbiamo compiuto diciotto,
venticinque o quarant’anni!!
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calzolaio, anzi, non è necessario nessun addestramento. Per votare è
sufficiente essere maggiorenni – quindi automaticamente in grado di decidere
per il Bene Comune e immuni da ogni influenza massmediologica che potrebbe
alterare le nostre decisioni (!?) – e non aver mai ucciso qualcuno, o meglio, è
sufficiente che non ci abbiano ancora scoperto!
Davanti ad una situazione sociale così ridicola bisognerebbe avere un cuore di
pietra per non mettersi a ridere.
Con il procedere sulla strada del risveglio della coscienza, gli uomini potranno
intuire animicamente il valore oggettivo di una frase o di una teoria qualunque,
e smascherare gli pseudo-intelligenti, i quali dall’ignoranza della collettività
hanno sempre tratto forza e fortune. D’altronde si sa che il mulo accanto
all’asino fa la figura del cavallo!
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Se noi fossimo permanentemente in contatto con la nostra anima la scienza, la
religione, l’arte e la politica non potrebbero più esistere come istituzioni
dogmatiche, perché dovrebbero confrontarsi ogni giorno con l’intelligenza di
iniziati che posseggono già in se stessi la reale conoscenza, e non più con
scolari obbedienti che attendono la verità dalla bocca degli ‘esperti’. In futuro
tutti manterranno il loro sacrosanto diritto alla parola, anche in politica, ma
solo chi avrà qualcosa da dire eserciterà una reale influenza su un pubblico
sempre meno manipolabile.
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In particolare l’educazione scolastica è impartita da
schiavi con lo scopo di creare altri schiavi. Tutto ciò è perfetto, in quanto la
Gerarchia Spirituale non può venire imposta a masse umane inconsapevoli che
non sono ancora pronte per riceverla. Le masse umane, come le mucche,
vengono semplicemente sfruttate per ciò che possono dare.
IL PRINCIPIO QUANTITATIVO
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Il fatto che un’opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che
non sia completamente assurda.
Bertrand Russell, matematico e filosofo
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del Paese, ma si adotta il parere della maggioranza. Non è detto però che
quanto viene deciso dalla maggioranza sia la cosa più giusta. Va tenuto sempre
presente che le nostre attuali demento-crazie sono la conseguenza
dell’incapacità di costruirci ‘occhi per vedere’, pertanto nell’accettare come vero
ciò che ha deciso la maggioranza, si cerca solo di ovviare temporaneamente a
questa incapacità. Ma ciò che ha stabilito la maggioranza non è per principio la
soluzione migliore per il Bene Comune. È semplicemente ciò che la
maggioranza desidera per i suoi scopi di sopravvivenza.
Siamo così assuefatti a questo modus operandi che non ci accorgiamo più della
sua assurdità. Ci lamentiamo del fatto che in una dittatura non ci sia libertà
perché una sola persona decide per tutti gli altri, ma non c’è alcun motivo per
cui la decisione di una sola persona debba essere peggiore della decisione della
maggioranza, non essendo quest’ultima più vicina al Vero – a ciò che è più
utile all’evoluzione della nazione – per il solo fatto che è sostenuta da tanti.
Pensare in tal modo significa adottare la quantità come «valore»: è più valido
ciò che pensa una maggioranza, rispetto a quanto pensano una minoranza o
un singolo dittatore. Ma in tale concetto non c’è alcuna logicità. Non c’è
nessuna ragione per cui un imperatore o un dittatore non debbano essere
persone intelligenti e assennate, capaci di operare il Bene Comune molto
meglio che una maggioranza di pecore ignoranti.
Le nostre visioni della monarchia e della dittatura sono state falsate dal
pensiero democratico che imperversa nel Kali Yuga. Vale a dire che solo in
una democrazia la democrazia può essere vista come un’evoluzione rispetto a
un sistema di governo assolutista!
Gli stessi fatti storici che hanno interessato le dittature del passato sono stati
pesantemente alterati da quei poteri che hanno costruito sulla democrazia il
proprio vantaggio (a tal proposito si indaghi sul tema del revisionismo). In
realtà stiamo assistendo alle peggiori espressioni di governo che siano mai
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esistite. Il nostro modo di fare politica è paragonabile alle volgari risse da
strada e non ha nulla da spartire con l’autentica politica, ossia il tendere dei
governanti verso il Bene Comune dei cittadini.
Qual è l’implicazione più terribile che risiede in questo modo di pensare? Qual è
la filosofia che sottende un qualunque sistema demento-cratico? Che un
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individuo valga quanto un altro e le loro opinioni siano sempre comunque
equivalenti, perché entrambi rappresentano ugualmente bene un’anonima
unità numerica. L’importanza dell’uomo è ridotta a quella di numero, per cui
uno vale l’altro purché si raggiunga la quantità sufficiente, sul lavoro come in
politica, nella religione o nella scienza. Un uomo vale 1, due uomini valgono 2,
e così via, e si considera superiore unicamente ciò che è quantitativamente
maggiore. Su tale mostruosità, che è poi a ben guardare la primitiva
legge del più forte, si fonda l’illusione della democrazia – dove, per
l’appunto, vince sempre il più forte e non il più saggio. Per quanto possa
essere scomoda da accettare... questa è la realtà: in democrazia vale la legge
del più forte. Tale sistema di amministrazione della cosa pubblica può
sopravvivere solo fino a quando non si riconosce valido un altro criterio di
valutazione: il grado di consapevolezza di un essere umano, cioè la sua
capacità di entrare in contatto con l’anima e apprendere Verità oggettive.
Più un uomo diviene consapevole grazie a un costante lavoro su di sé, più sarà
capace di conoscere il Vero e agire per il Bene Comune, non per una sua
scelta, ma perché non potrà fare altrimenti. Sintetizzando il significato del
lavoro di risveglio spirituale possiamo dire che esso costituisce l’insieme di
quei momenti di osservazione cosciente e priva di giudizio che portano
un uomo a conoscersi profondamente. Conosci te stesso e conoscerai
l’Universo. Se non ci conosciamo non possiamo sapere cosa è Bene per noi, e
se non sappiamo cosa è Bene per noi a maggior ragione non sapremo cosa è
Bene per la comunità. Partendo da queste premesse come possiamo arrogarci
con leggerezza il diritto di votare o, ancor peggio, di essere eletti?
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aventi diritto al voto rimanga confinato nell’ordine della quantità (il
raggiungimento della maggiore età) piuttosto che nell’ordine della qualità
(l’acquisito contatto con la propria anima e lo sviluppo di “occhi per vedere”).
Fino a quando gli elettori resteranno in uno stato di addormentamento della
coscienza, e in una condizione di ignoranza riguardo l’eventualità di essere
psichicamente manovrati, essi non saranno capaci di cogliere il livello di
coscienza dei candidati alle elezioni, non saranno capaci di pensare in maniera
autonoma e si limiteranno a ripetere quelle forme di pensiero comuni che i
partiti immettono nell’atmosfera durante la campagne elettorali.
Sia ben inteso che io non sono nella maniera più assoluta per la negazione del
diritto di voto a qualcuno. Tutti avranno sempre il diritto di votare, ma con il
passare del tempo e il crescere del livello di consapevolezza dei votanti, gli
imbecilli al governo saranno sempre meno.
Sia pure ben inteso che questo nostro discorso sull’impossibilità della
democrazia è rivolto alle nazioni che sperimentano tale forma di governo già
da molto tempo. Per esse è giunta l’ora di abbandonarla e muoversi verso
qualcosa di nuovo: una Gerarchia Spirituale finalmente composta di individui
risvegliati in grado di prendere decisioni per il Bene Comune. Questo passaggio
avverrà quando saremo stanchi di subire passivamente le decisioni di
un’oligarchia che mira a difendere i suoi meschini interessi personali. Resta il
fatto che non tutti i popoli sono uguali e dunque ognuno sta attraversando una
differente fase del suo cammino evolutivo: ciò che vale per l’Italia e per la
Francia può non valere per l’Afghanistan.
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SULLE DIFFERENTI FORME DI GOVERNO
di Salvatore Brizzi
Torino, 17/08/2007
Nell’ambito dell’Esoterismo, una fra le più importanti Leggi dello Spirito viene
indicata con il nome di Scala della Relatività: ogni essere, o comunità di
esseri, fa sempre la cosa giusta e si trova nel posto giusto
relativamente al suo livello di consapevolezza.
La successione evolutiva delle forme di governo, dalla più primitiva alla più
avanzata, è questa:
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Tribù separate
↓
Governo assolutista (monarca, dittatore)
↓
Democrazia/Oligarchia
↓
Gerarchia spirituale
↓
Comunismo spirituale
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-- La democrazia è il tentativo del popolo di autogovernarsi. Serve affinché i
cittadini avvertano su di essi la responsabilità dell’amministrazione di uno
Stato. È una fase di transizione solitamente caotica durante la quale si rischia
periodicamente di tornare alla dittatura o, dall’altra parte, di defluire
nell’anarchia e nell’ingovernabilità. Generalmente si costituisce
spontaneamente un’oligarchia: alcune decine di persone prendono il potere e lo
mantengono creando quello che potremmo anche definire un ‘sistema
democratico chiuso’. Ciò significa che nonostante in apparenza continuino a
effettuarsi le votazioni, possono entrare a far parte dell’oligarchia solo coloro
che posseggono determinate caratteristiche psicologiche: arrivismo,
attaccamento al potere e al denaro, attitudine a mentire, capacità ridotta di
utilizzare la mente astratta e quindi di produrre pensiero originale. Per le
ragioni spiegate nell’articolo Sulla democrazia questa non è una forma di
governo vera e propria, ma serve solo da ponte fra la monarchia e la
«gerarchia spirituale».
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saranno invece qualità indispensabili dei governanti futuri, i quali sapranno
attingere alla Forza – il vir o vril – ma anche al Cuore. Dalla fusione di Rigore e
Misericordia si origineranno i leader, il Condottieri della nuova era, il cui
Carisma proverrà dal centro del petto e non solo dalla testa.
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-- Il «comunismo spirituale» è la forma di aggregazione sociale ideale.
Consiste in una comunità dove non esiste più la proprietà privata, i beni
vengono condivisi e non c’è più un’autorità esterna, in quanto ognuno è
perfettamente in grado di governarsi da sé. Esiste ancora una struttura
amministrativa in quanto è necessaria per il buon funzionamento della vita
quotidiana, ma niente è necessario che venga imposto in quanto ognuno sa già
‘per intuizione’ ciò che deve fare e come deve farlo ai fini del benessere della
Comunità. Ciò è possibile solo quando tutti i cittadini hanno raggiunto
l’apertura di coscienza che in precedenza era caratteristica della sola
«gerarchia spirituale». Il buon funzionamento di una società gerarchica deve
infatti focalizzarsi sul tentativo di portare ciascun cittadino – ognuno secondo le
sue capacità e i suoi tempi – alle realizzazioni interiori che inizialmente erano
appannaggio degli appartenenti alla sola Gerarchia. Per fare ciò utilizza
l’educazione in primis, ma anche l’arte, l’economia, la politica, la Via del
guerriero...
Unicamente l’essere umano identificato in maniera totale con la sua anima può
affermare: “Io non posseggo più nulla, nemmeno la mia vita”. A questo punto
egli può autogovernarsi, nel senso che l’anima governa la mente, le emozioni e
il corpo: tutti i pensieri, le emozioni e gli atti provengono dal Cuore, sono in
armonia con quelli degli altri e perennemente rivolti al Bene Comune.
Corrisponde alla fase dell’adulto maturo nell’essere umano (dai 28 anni in poi).
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PASSARE DA UNA FORMA DI GOVERNO ALL’ALTRA
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Dittatura e monarchia sono strutture che appartengono a stadi evolutivi
precedenti a quello della democrazia. È quindi auspicabile che chiunque si trovi
sottoposto a tali condizioni di governo miri al raggiungimento della democrazia.
Pertanto, relativamente allo stato di coscienza di talune nazioni, ottenere un
governo democratico significa compiere un passo evolutivo essenziale, passo
che viene spesso effettuato dal popolo anche in maniera violenta.
L’Afghanistan e l’Iraq, per esempio, devono faticosamente arrivare alla
democrazia; il rischio è che ricadano periodicamente nella dittatura o
nell’anarchia, ma la democrazia resta ormai il loro vero obiettivo evolutivo.
D’altra parte sarebbe impossibile spiegar loro già adesso cosa è un’autentica
«gerarchia spirituale» in quanto a quel livello di coscienza essa viene
regolarmente confusa con il ‘potere religioso’, cioè la comune «gerarchia
ecclesiastica», ma questa è ai nostri giorni quantomai distante dalla vera
«gerarchia dell’essere», poiché la prima non implica alcuna particolare
espansione nella coscienza dei suoi appartenenti, mentre la seconda fa di tale
espansione il metro di giudizio per stabilire chi deve occupare posizioni di
potere.
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Ingerire negli affari interni di una comunità è compito piuttosto delicato, che
dovrebbe essere svolto da anime ‘adulte’ (con più incarnazioni alle spalle e
quindi più ampia espansione di coscienza) che vedono oltre le apparenze della
forma e delle dicotomie mentali e quindi sanno qual è l’intervento più adatto
per favorire il cammino evolutivo di un certo popolo. L’apertura di coscienza
degli esseri umani lungo la storia si è in media grandemente accresciuta, tanto
che da qualche decennio si fanno le marce per la pace ed esiste il volontariato
– comportamenti dettati all’individuo dalla sua anima e impensabili fino a un
secolo fa. Ciò che gli esseri umani pare non riescano a comprendere è che sulla
Terra si trovano rappresentati contemporaneamente tutti i livelli di coscienza,
pure quelli che, mediamente, sono stati superati da migliaia di anni, e questo
perchè anche le anime più ‘giovani’ (con meno incarnazioni alle spalle) possano
trovare il loro spazio di espressione. Un livello di coscienza non è infatti più
sbagliato di un altro solo perché noi lo abbiamo già superato.
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si facciano troppo male durante il loro processo di crescita e non distruggano
l’intera ‘casa’, in molte circostanze si comporta da bambina essa stessa. Ad
esempio in Ruanda nel 1994 gli Hutu hanno affettato con il machete centinaia
di migliaia di Tutsi. L’ONU, per una questione di ‘convenienze’ internazionali
che qui sarebbe troppo lungo indagare, è rimasta a guardare mentre alcuni
uomini – che per settimane erano stati addestrati a uccidere e pesantemente
condizionati a livello mentale quasi fino all’ipnosi – riducevano a pezzi altri
uomini che non avevano fatto loro assolutamente nulla. Come può d’altronde
un’organizzazione composta da anime ‘bambine’ svolgere la funzione di baby-
sitter del pianeta? Non si limiterà a proteggere gli interessi dei bambini più
grandi e più forti permettendo loro di possedere tutti i giocattoli disponibili?
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
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Vai al catalogo delle opere di Salvatore Brizzi
Bibliografia:
Il regno della quantità e i segni dei tempi
di René Guénon – Adelphi – 1945
La crisi del mondo moderno
di René Guénon – Mediterranee – 1927
Considerazioni sull’iniziazione
di René Guénon – Luni Editrice – articoli 1928-51
Rivolta contro il mondo moderno
di Julius Evola – Mediterranee – 1951
Le società segrete e il loro potere nel ventunesimo secolo
di Jan Van Helsing,
L’Esoterismo nella cultura di destra, l’Esoterismo nella cultura di
sinistra
di Fabrizio Ponzetta – Jubal Editore – 2005
Italiopoli
di Oliviero Beha – Chiarelettere Edizioni – 2007
La venerabile trama. La vera storia di Licio Gelli e della P2
di Giorgio Galli – Edizioni Lindau – 2007
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