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957 (vii,io) qtr (R.E.

Clements) (vii,i 1)958

probabilmente della forza militare come segno tende allora che la più piccola delle due tribù ha
della benedizione divina (nel senso del detto di poi soppiantato quella più grande (lo stesso vale
Lev. 26,8). Della perfezione della pace paradisia­ nel caso di Giacobbe in Gen. 27).
ca nella futura età della salvezza parla Is. 11,6: al­
lora anche un fanciullino, cioè una persona pic­ Un simile scambio di ruoli non deriva certo dalla
concreta vita familiare. Si tratta piuttosto del con­
cola e indifesa, potrà pascere insieme animali do­
trasto nel corso della storia tra famiglie e tribù, in­
mestici e animali selvatici. terpretata come il frutto di (indiretti) decreti divini
(nel senso chc Dio dimostra qualcosa attraverso il
Analogamente *qóten è usato in / Reg. 12,10 (2
più giovane o il più insignificante, v. sopra, 2.a). Alla
Chron. 10,10). Qui la maggior potenza di un indivi­
vita familiare appartiene soltanto l’idea della priorità
duo è provata (in senso figurato) dalle dimensioni del primogenito in quanto tale (-* bekor UI.2.d).
straordinarie di una parte del corpo generalmente
piccola (il mignolo o il pene, cfr. KBLJ 1022; sui J. Conrad
LX X v. sopra, 1.2).

b) Quando nomi indicanti una collettività sono


caratterizzati come piccoli, ciò significa che lo so­ qtr
no di regola e dispongono di conseguenza di
forza limitata. Una piccola città non può normal­
mente difendersi contro un grande esercito (Eccl. Tito'j? qitór, miqtar, rntDfpp miqteret,
9,14). Jhwh renderà piccolo Edom (Abd. 2; ler. rnbj? q'torà, rnbp q etoret
49,i 5), vale a dire lo priverà della sua forza attua­
le e lo abbandonerà indifeso (cfr. Abd. 3 s.; su 1 Etimologia e significato. -
I . i . Ugarit. -
2 . Antico
3 .

Sam. 9,21 v. sopra, 2.a). Testamento. - 4. I LXX e Qumran. - 11.1. Sacrifici in


Delle catastrofi naturali, contro le quali Gia­ generale. - Sacrifici proibiti. -
2 . Offerte di incenso
3 .

cobbe, cioè Israele, è impotente, parla Am. 7,2.5. proibite e permesse in Israele.
Dietro all’affermazione che Giacobbe è piccolo Bibl.: W.F. Albright, Yahweh and thè Godi of Canaan,
sta probabilmente anche l’idea di un bambino de­ London 1968. - Id., Die Religion Israels im lichte der
bole e piccolo d’età, che ha bisogno di cure parti­ archàologischen Ausgrabungen, 1956. - H.F. Beck, An­
colari (v. sopra, 2.a.; cfr. Brucggemann 391 n. 2, cient Frankincense-Producing Areas (R. LeBaron Bow-
la cui supposizione chc in questo caso vi sia un ri­ en [Hg.], Archeological Discoveries in South Arabia,
ferimento alle tradizione di Giacobbe nella Ge­ Baltimore 1958, 139-142). - Id., Megiddo (IDB ih,
nesi e alla teologia del patto non è tuttavia soste­ 33 5-342). - J.P. Brown, The Sacrificial Cult and its Cri-
tique in Greek and Hebrew (11). JSS 25 (1980) 1-21. -
nibile).
T.A. Busink, Der Tempel von Jerusalem 1, Leiden 1970.
I nomi collettivi possono essere caratterizzati - U. Cassuto, A Commentary on thè Book of Exodus,
anche da relative connotazioni genealogiche. Se Jerusalem 1967. - D. Conrad, Zu Jes 6f,jb: ZAW 80
una tribù viene fatta risalire ad un fratello più (1968), 232-234. - G. Henton Davies, Pillar of Fire and
giovane in qualità di eponimo (lud. 1,13), si sup­ of Cloud (IDB I I I , 817). - R. Degen, Der Ràucheraltar
pone allora che questa sia numericamente più pic­ aus Lachisch (NESE 1, 39-48). - W. Dietrich, Israel und
cola e meno potente. Lo stesso vale per famiglie Kanaan (SBS 94, 1979). - G.R. Driver, Three Technical
(/ Chron. 24,3 ib; in proposito cfr. Rudolph, HAT Terms in thè Pentateuch: JSS 1 (1956), 97-105. - R.
Dussaud, Les origines cananéennes du sacrifice israélite,
1/21, 164 s.) e per città, personificate come sorelle
Paris 1921. - K. Elliger, Chammanim - Masseben?'.
(Ezech. 16,46.61). Così anche i Cananei sono clas­ ZAW 57 (1939) 256-265. - K. Galling, Ba’al Hammon
sificati come un popolo di rango inferiore, grazie in Kition und die Hammanim (Fs. K. Ellingcr, AOAT
al riferimento al figlio più giovane di Noè (in Gen. 18, 1973, 65-70). - T.H. Gaster, Sacrifices and Offer-
9,24 l’accento cade certamente sulla loro condan­ ings, O.T. (IDB rv, 147-159). - N. Glueck, Incense Al-
na alla schiavitù in seguito a una specifica colpa tars (Translating and Undcrstanding thè O. T., Fs. H.G.
delPeponimo: cfr. v. 25 -» k ena'an 1.4). Se invece May, 1970, 325-329). - N. Groom, Frankincense and
in Is. 60,22 al più giovane viene promessa una di­ Myrrh, London-Beirut 1981. - M. Haran, The Uses of
scendenza straordinaria, ciò significa che persino Incense in thè Ancient Israelite Ritual. V T 10 (i960)
113-129. -R .K . Harrison, Healing Herbs of thè Bible,
le famiglie o clan più piccoli diventeranno nume­
Leiden 1988. - F.N. Hepper, Arabian and African Fran­
rosi in modo inaspettato, e si potrà così misurare kincense Trees: JEA 55 (1969) 66-72. - R. de Langhe,
la grandezza dell’ Israele futuro. Se si afferma a L'autel d'or du tempie de Jérusalem: Bibl 40 (1959)
proposito del fratello più giovane che questi so­ 476-494. - M. Lòhr, Das Ràucheropfer im Alten Testa­
stituirà il primogenito (Gen. 48.19, cfr. 18), si in­ ment, 1927. - W.W. Muller, Weihrauch (PW Suppl. xv,
959 (v ii,i l ) qtr (R.E. Clements) ( v i i , 13) 960

l977>7° ° 777)- - K. Nielsen, Incense in Ancient Israelzione per il suo ingresso negli inferi (cfr. J.C . de
(VTS 38, 1986). - M. O ’Dwyer-Shea, The Small Cu- Moor, An Anthology o f Religious Texts from
boid Incense-Burner of thè Ancient Near Est: Levant Ugarit, Leiden 1987, 228, il quale pensa parimen­
15 (1983) 76-109. - J.B. Pritchard, On thè Use of thè ti - anche se in maniera diversa - a un nesso con
Tripod Cup: Ugaritica 6 (1969) 427-434. - M. Rehm,
riti funebri).
Das Opfer der V'òlker nach Mal 1,11 (Fs. H. Junker,
1961, 193-208). - R. Rendtorff, Studien zur Geschichte 3. NelPA.T. il verbo qtr ricorre tanto al pi. (41
des Opfers im alten Israel (W M A N T 24, 1967). - H. volte) quanto al h if (69 volte) e anche al pu. (1
Schmòkel, Zur kultischen Deutung des Hohenliedes: volta) e al hof (2 volte). Al pi. significa ‘far salire
ZAW 64 (1952) 148-155. - R.O . Steuer, Stacte in Egyp- un’offerta di fumo’, mentre il h if ha il significato
tian Antiquily: JA O S 63 (1943) 279-284. - J.-M . de specifico di ‘bruciare profumi’ . Di conseguenza il
Tarragon, Le culte à Ugarit (C R B 19, 1980). - M. Tse-hif. in / Sam. 2,15 s., che parla del bruciare la par­
vat, Studies in thè Book of Samuel T. H U C A 32 (1961)te di grasso (heleb) della carne offerta in sacrificio,
19 1- 2 16 .- O . Tufnell, Lachish 11 -m , Oxford 1940,1953.
va emendato in un pi. (cfr. H.J. Stoebe, KAT vm/
- E. Unger, Aitar (R LA I, 73-75). - R- de Vaux, Studies
i, 108). Il bruciamento di vittima e di profumi è
in Old Testament Sacrifice, 1964. - H.M. Wiener, The
Altars of thè Old Testament, 1927. - K. Wigand, Thy- menzionato come forma cultuale permessa e an­
miateria: Bonner Jahrbucher 122 (19 13) 1-97. — W. che come forma proibita. In quanto le attestazio­
Zwickel, Rducherkult und Ràuchergeràte (O BO 97, ni si riferiscono soprattutto a quest’ultima, il rito
1990). corrispondente risulta meno chiaro. Occasional­
mente viene praticato «nelle strade» della città, più
-> zàbah, -> minhà, -» 'olàfòlà. spesso «sulle alture» (-> bàmà), cosicché viene
subito squalificato come offerta agli dèi stranieri.
1.1. La base qtr ricorre frequentemente nell’A. Il nome qitòr si trova 4 volte nel senso generi­
T. come verbo e in derivati nominali. Il suo signi­ co di ‘fumo’, per indicare il fumo di una città che
ficato fondamentale ‘bruciare’ e ‘produrre fumo’ brucia (Gen. 19,28 [2 volte]). Forse si riferisce
è confermato dalle attestazioni delle altre lingue anche alla ‘nebbia’ o al vapore denso di un vulca­
semitiche. L ’acc. qatàru (AH w 907) significa ‘fu­ no (Ps. 148,8), sebbene in questo caso sia stato
mare’, alla forma D ‘affumicare’; cfr. anche qut- proposto di emendarlo in ‘gelo’.
ru(m) ‘fumo’ (AHw 931) e qutrènum, qutrinnu Il nome miqtàr indica il ‘supporto dei profu­
‘(offerta) di incenso’ (AHw 930). L ’ar. qatara si­ mi’, sul quale si bruciano i profumi (Ex. 30,1); lo
gnifica ‘fumare, odorare’ (cfr. il nome quttàr ‘fu­ stesso vale per miqteret (Ezech. 8 ,11; 2 Chron. 26,
mo’). L ’et. qétarè significa ‘profumi’ (cfr. Dill- 19; cfr. 30,14).
mann, Lex. Ling. Aeth. 442). Altre informazioni Molto frequentemente ricorre il nome q etòret,
in K B L 3 1022. che si riferisce al fumo del sacrificio e più spesso
2. L ’ug. qtr è attestato 6 volte (Whitaker, Con- ai profumi (61 attestazioni). Quest’ultimo domi­
cordance, 548) con il significato di ‘vapore, respi­ na nell’A.T., probabilmente in maniera esclusiva,
ro’ in tre passi (KTU 1.18, 1v.26.37; 1,19, 11,44) dal momento che anche il sacrificio di animali era
dove si tratta del respiro o del vapore emesso dal accompagnato spesso dal bruciamento di spezie
naso di Aqhat, segno che egli è ancora vivo (WUS fragranti. Secondo J. Wellhausen (Prolegomena
nr. 2404; cfr. anche A. Caquot - M. Sznycer - A. zur Geschichte Israels, 61927, 63 n. 2), q etóret as­
Herdner, Textes ougaritiques I, Paris 1974, 422, i sume per la prima volta con Ezechiele il significa­
quali citano il parallelo qtr con rh nps e spiegano to specifico di ‘offerta di profumi’ (cfr. tuttavia
perciò qtr come ‘principio vitale’). Analogo signi­ Haran 114). Come ‘offerta di profumi’ q etòret
ficato hanno le attestazioni in K TU 1,17,1,27.46; può riferirsi (Ex. 30,8) tanto alla materia (definita
11,1, che Gibson (C M L2 104) traduce con ‘spiri­ normalmente sammim ‘profumi fragranti’, K B L 3
to’, pur aggiungendo che il nome può significare 716) quanto al rito del sacrificio (qetòret tàmid)
anche ‘profumi’ (cfr. anche U T nr. 2220 ‘fumo, in­ (Ezech. 30,8).
censo’). Se quest’ultima interpretazione fosse le­ qtrt ricorre 2 volte nelle iscrizioni puniche, do­
gittima, allora tutte le attestazioni che parlano del­ ve si riferisce all’offerta di profumi oppure ad aro­
la salita del qtr di Aqhat dalla terra si riferireb­ mi fragranti (cfr. DISO 257; cfr. anche 130).
bero all’offerta di profumi per i morti. Si potreb­ L ’espressione più frequente in parallelo a qetò-
be perciò trattare di uno specifico rito funebre, ret è l bòna ‘incenso’ (-> voi. iv 689 s.), per la qua­
che veniva condotto evidentemente nell’ambito le non sembra possibile una precisa differenzia­
della casa. Si potrebbe trattare di un’offerta per zione. Dal momento che molti aspetti per l’uso di
lo spirito del morto oppure di un rito di purifica­ profumi nell’A.T. saranno rifiutati, è notevole che
96 i (v ti,i 3) qtr (R.E. Clements) (v i i , 1 4 ) 9 6 2

il nome hàmman ricorra a designare un altare per tanto una parte dell’offerta, troviamo q ctoret in
profumi (cfr. K B L 3 315) proprio in contesti che Ex. 30,20; 2 Reg. 16 ,13.15; 2 Chron. 32,12 (cfr.
non si riferiscono a un sacrifìcio di profumi com­ Rendtorff n o s.).
patibile con il culto di Jhwh. Questo nome va con­ In Lev. 1,9 .13.15 .17 ecc. hiqtìr sta per bruciare
siderato la definizione di piccoli supporti per pro­ l’‘olocausto’ {‘àia) sull’altare di Jhwh. Nel caso
fumi che rientrano in quelle attività cultuali re­ dclT'offerta di farina’ (qorbdn minhà: Lev. 2,1 ss.)
spinte dallo jahvismo (cfr. Albright, Religion Is- una parte dell’offerta veniva presa, mischiata con
raels 164. 241 s.). l ebónà e poi bruciata sull’altare come ‘memoriale’
4 . 1 L X X traducono qtr rispettivamente con ('azkarà, -> zdkar, Lev. 2,2.9.16). Secondo Num.
'Su(Aià^eiv/'&u(jLiàv (più di 60 volte), àvc^épeiv (24 5,5-31, la legge relativa al rito ordalico della vacca
volte) e ÈTti/Sueiv (13 volte). q etóret è normal­ rossa prescrive che durante la prova destinata a
mente reso con '9 u(j.ta(j.a, ma che i L X X ampliano scoprire se una donna sia colpevole o meno di
la gamma semantica del termine ebraico tradu­ adulterio si presenti una simile offerta di farina.
cendolo talvolta anche con c t u v S ecn c ; (3 volte) (cfr.
La parte della ’azkarà sarà bruciata sull’altare (v.
Nielsen 52 s.). 1 26). Una parte del sacrificio selàmìm (Lev. 3,9­
A Qumran q etòret si trova in 4QFlor 1,6 in 1 1) va anch’essa bruciata sull’altare (vv. 11.16 ). In
una citazione di Deut. 33,11 relativa agli incarichi tutti questi casi qtr descrive l’atto di bruciare una
dei leviti. Inoltre il verbo ricorre soltanto nel Ro­ parte dell’offerta sull’altare, che si tratti delle par­
tolo del Tempio (1 iQ T) (20 volte) - un importan­ ti grasse nel caso di sacrificio di animali o della
te sostegno all’idea che il Rotolo del Tempio non parte aromatica nell’offerta di farina. In ogni caso
provenga effettivamente da Qumran (cfr. H. Ste- non risulta se qtr sia limitato all’offerta delle parti
gemann, VTS 40, 1988, pp. 235-256). Per il Roto­ aromatiche (cfr. Rendtorff 187; de Vaux 27 ss.).
lo del Tempio (1 iQ T) qtr è un termine sacrificale In Lev. 4,10.19.26.31.35; 5,12 anche il brucia­
significativo: in occasione della festa dell’incenso mento della parte grassa del sacrificio per il pec­
si fanno salire in fumo un’offerta alimentare e l’of­ cato (batta't) è descritto col verbo hiqtìr. Un sa­
ferta fusa ( 1 1 Q T 16,6.9.18, cfr. Ex. 29; Lev. 8); bi­
crificio del genere è prescritto tra i riti per l’inve­
sogna anche offrire sacrifici insieme alla parte del stitura sacerdotale di Aronne e dei suoi figli (Lev.
memoriale in occasione della festa del vino nuovo 8,16.20.21.28). Le parti del sacrificio sono ben de­
(20,4.7.11), dell’olio nuovo (22,6.7), dell’offerta finite (v. 25). Allo stesso modo bisogna procedere
della legna (23,10 .11.16, 24,4) e in occasione del nel sacrificio per la colpa ('àsàm) (Lev. 7, 5.31).
giorno dell’espiazione (26,8; cfr. Lev. 16; 23,27­ Per entrambi le offerte è prescritto lo stesso rito
32; Num. 29). Anche nelle descrizioni delPorga- di bruciamento (Lev. 9,10.13.14.17.20; 16,25; l 7&
nizzazione prevista per la preparazione del sacri­ cfr. Ex. 29,13.18.25; Ier. 33,18).
ficio intorno al complesso del tempio il verbo ri­ Dietro alla distruzione completa dell’olocausto
corre molte volte (32,7; 33,15; 34 ,11.13). 11Q T per mezzo del fuoco sta l’idea che si debba tra­
52,21 è una digressione rispetto a Deut. 12,20-28. sferire a Dio la forza vitale della vittima. Nei re­
stanti sacrifici, particolarmente nell’offerta di fa­
11.1. qtr al pi. significa generalmente ‘far salire rina, nella quale non si sacrificava nessuna vittima
un’offerta di fumo’. Così viene descritta in / Sam. animale, resta oscuro lo scopo preciso del brucia­
2,15.16.28 (v. sopra) la presentazione delle offerte re; è verosimile che, analogamente al sacrificio di
a Dio comc compito fondamentale del sacerdozio, animali, serva a trasferire la forza vitale. In ogni
in questo caso caratteristico dei figli di Eli; dalla caso il rito del bruciamento era già stabilito ben
descrizione consegue che si tratta di bruciare la prima che si giungesse a fissare in forma scritta la
«parte di offerta grassa» (heleb v. 15), che genera­ legge che regolava il sacrificio. L ’offerta di farina
va un fumo denso e un forte odore. Analogamen­ fu collegata agli aromi per ottenere un odore for­
te da Am. 4,5 si ricava chc il bruciare l’offerta di te e piacevole, e questo potrebbe avere qualcosa
ringraziamento (tódà) fa parte dei compiti fonda­ che fare col fatto che si definisca 'azkràrà il sacri­
mentali dell’israelita in generale (cfr. H.H. Wolff, ficio. Era probabilmente compreso un elemento
B K xiv/22, p. 248). Al significato di q €tàret nel di purificazione; proprio comc il nutrimento de­
senso di fumo e odore durante il bruciamento del­ gli uomini viene prima insaporito con l’aiuto di
la parte grassa di un sacrificio fanno riferimento spezie, così questo procedimento è applicato an­
anche Is. 1,13 ; Ps. 66,15. Come descrizione gene­ che alle offerte sacrificali indirizzate a Dio. È per­
rale ricapitolativa per la presentazione delle of­ ciò improbabile che il bruciamento dell’intera vit­
ferte nel corso della quale è bruciata tutta o sol­ tima o di una sua parte servisse soltanto a uno sco­
963 (vrx,i 5) qtr (R.E. Clements) ( v i i , 16) 964

po particolare. Si suggerisce che la produzione di fumi sulle alture in Hos. 4,13, inequivocabilmente
fumo e di profumo servisse a destare l’attenzione collegate a Ba‘al a causa della menzione di imma­
di Dio, ma ci sono indizi che si considerasse il gini cultuali (cfr. Hos. 11,2). 2 Reg. 23,5; Ier. 7,9;
fuoco un mezzo che poteva trasferire la forza di 11,13 .17 (dtr.) si riferiscono a un simile sacrificio
quanto veniva sacrificato alla divinità. per Ba'al. Sacrifici a dèi stranieri sono menzionati
2. In certi passi hiqtir si riferisce ad azioni ri­ in 2 Reg. 22,17; Ict‘ “ 1I2; 18,15; I 9»45 44 >3-
tuali non autorizzate e tassativamente proibite. 5.8. Geremia accusa le donne fuggite in Egitto di
La disapprovazione biblica lascia aperta la possi­ avere offerto olocausti a dèi stranieri e di offrirli
bilità che si tratti soltanto di un’offerta di profu­ ancora (Ier. 44,15), in particolare alla ‘regina dei
mi o del bruciamento di una vittima sacrificale ac­ cieli’ (vv. 15.17.19). La polemica dtr. nel libro di
compagnata dal bruciare aromi. Più spesso la pre­ Geremia investe anche le donne di Gerusalemme,
sentazione di una simile offerta è descritta come che in passato, nelle vie della città, si erano com­
se avvenisse in un santuario, ma frequentemente portate allo stesso modo (Ier. 44,21.23). Se si do­
si pensa a un gesto molto più semplice che si svol­ vesse prendere questo alla lettera, si potrebbe al­
ge in casa. In quest’ultimo caso probabilmente il lora trattare di un uso privato dei profumi, pro­
bruciamento di aromi era una forma di offerta di babilmente nell’ambito di riti apotropaici o fune­
profumi. rari. Esiste anche un nome qittér in Ier. 44,21,
Nonostante l’aspra polemica, non risulta chia­ probabilmente collegato ad aromi che venivano
ro perché tale offerta fosse un abominio per Jhwh. bruciati come profumi.
Bruciare profumi in sé valeva come atto offensi­ Questa polemica dtr. è ripresa in 2 Chron. 34,
vo, ma nulla più vien detto. Da molti passi si evin­ 25; 26,16.18 (2 volte).i9. Secondo il Cronista,
ce che la presentazione di simili offerte di profu­ Amasia sacrificò agli dèi degli Edomiti (2 Chron.
mi a divinità straniere suscita l’ira di Jhwh. È una 25,14)-
tipica richiesta deuteronomistica di condannare il Inoltre l’A.T. contiene una serie di passi nei
rito del bruciamento di vittime o profumi in col­ quali il bruciamento di profumi è vietato in situa­
legamento con una polemica di più ampio respiro zioni molto specifiche. Ezech. 8,11 condanna il
(contro Ba‘al o altre divinità straniere). Dunque comportamento dei settanta anziani d’Israele, fra
la componente dei culti stranieri rappresenta da i quali è espressamente ricordato Iazania figlio di
una parte un terreno appropriato per la polemica; Safan, i quali portano in segreto offerte d’incenso
altri passi dimostrano inoltre che con l’offerta di alle immagini degli dèi. Questo avveniva nei luo­
profumi si metteva in atto una forma di sacrificio ghi più nascosti del tempio ed è rimarchevole il
assai diffusa, praticata nelle case private, per la fatto che ciascuno degli anziani abbia in mano la
quale nessun intervento dei sacerdoti era richie­ sua coppa di profumi. Qui si allude probabilmen­
sto. Qui è in discussione lo status non qualificato te al bruciamento di sostanze narcotizzanti (cfr.
di chi offre il sacrificio, non conforme alla reli­ v. 12), del resto il rito sembra collegato al culto di
gione di Jhwh. Resta una mera congettura se ta­ Jhwh. Is. 65,3 (v. anche il v. 7) respinge alcuni
lora all’offerta di profumi risultasse in qualche mo­ Israeliti, i quali portano l’offerta di profumi «sui
do collegato un effetto di natura narcotizzante. mattoni/sulle pietre», cosa che sembra attestare
Lo studio dei testi che contengono un rifiuto riti privati, che si facevano sul tetto di casa. Is. 65,
del bruciamento (qittér) della vittima sacrificale o 7 si riferisce inoltre in modo più convenzionale ai
dei profumi parte di preferenza da quei passi che riti che si svolgevano «sui monti». Infine Prov.
sono segnatamente dtr. Tali attestazioni, di carat­ 27,9 sembra far riferimento a una forma assoluta­
tere affatto convenzionale, si riferiscono al brucia­ mente secolare e privata di uso dei profumi, nel
mento dei profumi sulle alture (/ Reg. 22,44; 2 quale profumi e olio servono a rallegrare il cuore.
Reg. 12,4; 15,4.35; *6,4; 17 ,11; 23,5). Le Cronache Secondo Ezech. 16,18; 23,41 il bruciamento di
mettono in rilievo negativamente, sotto questo ri­ profumi serviva a produrre un odore gradevole e
guardo, soprattutto il comportamento del re Acaz la purificazione. La natura complessa del linguag­
(2 Chron. 28,4.25). Tali offerte erano naturalmen­ gio per immagini di Ezechiele fa tuttavia pensare
te destinate a Jhwh, il Dio d’Israele. Questo è evi­ anche in questo caso a un uso proibito dei profu­
dentemente implicito, ad esempio, nell’offerta per mi. L ’uso privato di profumi per profumare e per
il serpente di bronzo (n'hustàn -» nhst) nel tem­ produrre buon odore è conosciuto anche da Cant.
pio di Jhwh a Gerusalemme. Solo sotto Ezechia 3,6. Abac. 1,16 condanna i soldati babilonesi, dal
quest’immagine cultuale fu rimossa (2 Reg. 18,4). momento che profumano le «loro reti» (= armi, o
Simili a questi passi dtr. sono le offerte di pro­ insegne) (cfr. Rudolph, KAT xm/3, 210 s.).
?6 5 (vii, 17 ) qtr (R.E. Clements) ( v i i , 18) 966

La condanna dell’offerta di profumi da parte di Il nome q'tòret indica tanto i profumi che si
Uzzia in quanto comportamento liturgico pro­ bruciano, quanto il rito dei profumi stesso. Ma è
fondamente ostile a Jhwh è espressa inequivoca­ a partire da Ezechiele che abbiamo indizi incon­
bilmente in 2 Chron. 26,16-21. Dal momento che futabili dell’esistenza di un tale rito (cfr. Haran).
il re, pur non essendo un sacerdote, entrò nel tem­ Probabilmente in epoca più antica questa pratica
pio (v. 16) con la coppa di profumi in mano (v. 19), non aveva avuto una regolamentazione efficace,
nonostante ciò fosse proibito, per compiere la sua come risulta dai molti indizi polemici dalia lette­
offerta di profumi, egli fu punito con la lebbra. ratura dtr. del vi sec. a.C. In seguito si affermò la
Una serie di testi sacerdotali stigmatizza l’uso regolamentazione liturgica dei libri dell’Esodo e
proibito dei profumi. Lev. 10,1-7 parla del pecca­ del Levitico, che prescriveva uno specifico rito
to di Nadab e Abiu, che portarono il «fuoco stra­ per il culto del tempio. Due volte al giorno si de­
niero» (’ès zara) per fumigare con esso. Di conse­ ve offrire il sacrificio tamid (Ex. 30,7). Istruzioni
guenza entrambi furono puniti da Jhwh per mez­ sulla costruzione di un altare per profumi si tro­
zo del fuoco. Num. 16,1-35 narra di una punizio­ vano in Ex. 30,1-16 (cfr. Ex. 31,8; 35,15; 37,25; 39,
ne simile: 250 uomini guidati da Core, Datan e 38; 40,5; Lev. 4,7, 1 Chron. 6,34; 28,18). Secondo
Abiram avevano portato un’offerta di profumi il v. 3, l’altare deve essere rivestito d’oro e il ser­
proibita (cfr. particolarmente il v. 35). Il racconto vizio presso questo altare è riservato al sacerdo­
è indubbiamente formato da più strati, nei quali zio della stirpe di Aronne esclusivamente (Num.
sono collegati insieme diversi temi originari (cfr. 4,16; 2 Chron. 2,3; 13 ,11; 29,7). L ’offerta di pro­
M. Noth, ATD 7, 107-114). Né i profumi né la fumi fu poi unita come offerta di accompagna­
possibilità di una religione straniera sono in di­ mento alla presentazione dell’animale per il sacri­
scussione, perché il bersaglio della critica è che co­ ficio del peccato nel giorno dell’espiazione (Lev.
storo non erano sacerdoti della stirpe di Aronne 16,12 s.). M. Noth (ATD 56, 192) crede che la
e non erano perciò legittimati a presentare sacri­ menzione di questi altari speciali per l’offerta di
fìci a Jhwh. profumi non appartenga allo strato originario di
In relazione con il racconto del Cronista sulla PG ma sia un’espansione più tarda. Questo con­
malattia di Uzzia è evidente che simili offerte di corda con quanto sappiamo, cioè che in prece­
profumi godevano di grande popolarità presso i denza l’offerta di profumi si faceva su piccoli al­
profani fino all’epoca postesilica. tari appositi di ceramica, che si potevano tenere
La condanna generale che abbiamo incontrato in mano, oppure in coppe di metallo per i profu­
dimostra la grande espansione e la sopravvivenza mi, tenute per i lunghi manici. Probabilmente, ma
di questa forma di sacrificio, in quanto si trattava non è certo, PG non conosceva l’offerta di profu­
di una forma popolare di pratica religiosa. La sua mi. Se in seguito per essa mantenne un posto cen­
esecuzione era assai semplice, poiché si basava su trale nel tempio, questo si accompagnò al divie­
aromi costosi ma di facile reperibilità. Non oc­ to di presentare l’offerta di profumi per chiunque
correvano perciò sacerdoti specializzati. Gli aro­ non fosse membro del sacerdozio della stirpe di
mi menzionati erano considerati così significativi Aronne.
da attirare l’attenzione della divinità. Tale rito ve­ Istruzioni precise per l’offerta di profumi si
niva perciò effettuato in modo semplice ed effica­ trovano in Ex. 30,30-38, dove sono formulati di­
ce con la preghiera. vieti tassativi contro simili offerte private (v. 37).
3. Il bruciamento di profumi conquistò in Israe­ Questo è in linea con il rigetto di offerte di pro­
le il suo posto fondamentale, quando il culto ven­ fumi illegittime nel v. 9. Gli ingredienti per la
ne completamente sistematizzato in epoca post­ preparazione dei profumi sono menzionati in Ex.
esilica. In proposito vi sono alcuni indizi di quan­ 3 5,8.28. L ’offerta dell’incenso in accordo con que­
to questa pratica avesse goduto già nel culto pre- ste prescrizioni è descritta infine in Num. 7 (13
esilico di una profonda diffusione e di grande po­ attestazioni). .
K.L. Clements
polarità. Lo attesta chiaramente il gran numero di
altari per profumi, soprattutto in ceramica, che
l’archeologia ha riportato alla luce (cfr. Glueck).
Anche il racconto sulla costruzione del tempio di
Salomone menziona utensili per i profumi (1 Reg.
7,50). Secondo Albright le due colonne isolate del
tempio, Ialcin e Boaz, dovevano servire da grandi
supporti o coppe per profumi.

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