Sei sulla pagina 1di 22

NTC 2008

Metodo semiprobabilistico
agli stati limite
e metodo alle tensioni ammissibili

Per fissare meglio l’attenzione sui criteri generali e applicativi dei metodi di calcolo, si fa riferimento a schemi
statici molto semplici. Il materiale preso come esempio è l’acciaio strutturale (o acciaio da carpenteria).
Omogeneo, isotropo, dotato di un effettivo campo elastico lineare, è il materiale di più semplice modellazione,
che meglio si presta all’applicazione immediata delle regole della Scienza delle costruzioni (analisi lineare).
Dotato anche di un effettivo campo plastico, si presta altrettanto bene ad illustrare le indagini da svolgere quando
si abbandona il familiare modello dell’elasticità lineare.

Conoscenze preliminari allo studio dell’argomento


• Caratteristiche di sollecitazione (Vol. A, Mod. D, UD1)
• Comportamento dei materiali (Vol. A, Mod. D, UD2, parr. 2.2, 2.4, 2.5, 2.6)
• Tensioni normali (Vol. A, Mod. E, UD1)
• Travi iperstatiche (Vol. A, Mod. F, UD2, parr. 2.3, 2.4)

1 Il campo elastico e il campo plastico


Per comprendere i criteri di calcolo del metodo semiprobabilistico è indispensabile conoscere
il comportamento dei materiali, delle sezioni e delle strutture stesse quando, abbandonato il campo
elastico, iniziano i fenomeni di plasticizzazione.

2 MSL e MTA
Con l’entrata in vigore delle nuove Norme tecniche per le Costruzioni del 14 gennaio 2008,
il metodo semiprobabilistico è diventato metodo di elezione per il calcolo delle strutture. Il metodo
alle tensioni ammissibili è consentito in casi particolari, con alcune differenze applicative rispetto
alle norme del secolo scorso.
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 1
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
1 Il campo elastico e il campo plastico

1.1  Comportamento dei materiali riferimento al diagramma semplificato b, suddiviso


nei tre tratti sotto descritti.
Il termine resistenza può assumere significati diversi • Tratto elastico: rettilineo fino al raggiungimento
secondo il tipo di prestazione richiesta al materiale e del­l’allungamento ey che provoca lo snervamen-
secondo il tipo di azione sollecitante. Si può parlare di to (2) del provino e rappresentato dalla funzione:
resistenza al fuoco, alle azioni termiche, alla corrosio- f=Ee
ne, all’usura, alla deformazione.
nota come legge di Hooke. La costante di propor-
In questa sede si fissa l’attenzione sulla resistenza
zionalità E, ossia la pendenza tg a della retta, è det-
meccanica, intesa come risposta del materiale struttu-
ta modulo elastico di resistenza del materiale (3).
rale alle sollecitazioni provocate dai carichi.
• Tratto plastico: il provino continua ad allungarsi
Si considera, a titolo di esempio, la resistenza del-
men­tre la tensione di snervamento fy rimane co-
l’acciaio che, essendo omogeneo, isotropo, ugualmen-
stante.
te resistente a trazione e a compressione, è il materia-
• Tratto di incrudimento: le tensioni riprendono len-
le di più semplice modellazione.
tamente a crescere fino al raggiungimento della
Dotato di un ampio ed effettivo campo elastico, è
tensione ultima fu.
il materiale che più si avvicina al modello ideale della
• Tratto delle forti deformazioni: l’allungamento
Scienza delle Costruzioni.
prosegue finché si arriva alla rottura del provino
Dotato anche di un effettivo campo plastico, l’ac-
per eccessiva deformazione (4).
ciaio si presta altrettanto bene a illustrare ciò che ac-
cade oltre il campo elastico, quando si abbandona il Agli acciai di tipo ordinario, con punto
familiare modello della perfetta elasticità lineare. di snervamento ben definito, si può assegnare
un comportamento ideale elastico-perfettamente
Comportamento reale e modello plastico (fig. 1.2).

Il comportamento meccanico dei materiali è preva- Il diagramma ideale risulta composto da due soli
lentemente rappresentato dai diagrammi f-e (tensio- rami:
ne-deformazione) già noti dal Modulo D. • un ramo lineare, di equazione f = E e;
In particolare, il comportamento reale dell’acciaio • un ramo costante, di equazione f = fyk.
si studia sui diagrammi restituiti dalle prova a trazio-
ne, in cui sono riportati: La tensione di snervamento fyk che segna, nel
diagramma ideale, il passaggio tra campo elastico
• in ascissa, i valori e della deformazione relativa (1);
e campo plastico è il valore caratteristico della
• in ordinata, i corrispondenti valori f della tensione
tensione fy e definisce la resistenza del materiale.
normale distribuita sulla sezione retta del provino.
Fissando l’attenzione sugli aspetti essenziali del (2)  Snervamento in inglese yielding, da cui il pedice y.
com­portamento del materiale e trascurando i dettagli (3)  Le NTC 2008 assegnano a tutti i tipi di acciaio lo stesso valore
(fig. 1.1), invece dell’effettivo diagramma a si può fare del modulo elastico normale:
E = 210 000 N / mm2.
(4)  Si ricorda che il tratto è decrescente perché le prove fanno
(1)  Si ricorda che la grandezza adimensionale e (epsilon) misura riferimento a una sezione trasversale del provino che si riduce
la deformazione Dl rapportata alla lunghezza originaria l del pro- progressivamente rispetto a quella originaria (fenomeno della
vino (e = Dl / l ). Se Dl è riferito a 1000 unità di lunghezza, e viene strizione). Se riferite all’area della sezione originaria le tensioni
espresso in ‰. continuano, se pur lentamente, a crescere.

Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 2


Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
σ
incrudimento
fu
a
nto b
ime
tratto plastico c rud
fy in
otic
elas
o
tratt

O ε ε ε ε ε
1.1 Acciaio: diagramma
reale (a) e diagramma
semplificato (b).

fu b

fy
c
fyk

α E = tg α

O ε ε ε ε ε
1.2 Diagramma
semplificato (b)
e diagramma ideale (c).

fyk c
fyd
d
σa

MSL MTA

O εε ε
1.3 Diagramma
ideale (c) e diagramma
di calcolo (d).
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 3
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
Tabella 1.1  Resistenze degli acciai strutturali (N / mm2).

Resistenza caratteristica Resistenza di calcolo


Tipo di acciaio
di snervamento di rottura MSL MTA
(resistenza di progetto) (tensione ammissibile)
fyk ftk sa = fyk / gM (gM ≅ 1,5)

Denominazione Vecchia
attuale (NTC 2008) denominazione

S 235 Fe360 235 360 160


fyd = fyk / gM
S 275 Fe430 275 430 (gM = 1,05) 190

S 355 Fe510 355 510 210

Si assume come valore caratteristico della resisten- il che giustifica la presenza del pedice d, iniziale della
za il frattìle di ordine 0,05 della relativa funzione di parola inglese design (progetto).
distribuzione, cioè quel valore che ha solo il 5% di
probabilità di non essere superato. In pratica si assu-
me come caratteristico un valore della resistenza così 1.2  Comportamento delle sezioni
basso, che ci saranno ben 95 probabilità su 100 di otte-
nere resistenze superiori. Al di sopra della tensione ammissibile non solo rima-
I valori caratteristici della resistenza assegnati ai ne ancora da sfruttare un’ampia porzione di campo
più diffusi tipi di acciaio da costruzione (acciaio strut- elastico, ma anche tutto il campo plastico.
turale o acciaio da carpenteria) sono riportati nella Abituati a procedere, secondo i criteri tradiziona-
tabella 1.1. li della Scienza delle costruzioni, nelle ipotesi della
perfetta elasticità lineare, si è portati a vedere il su-
peramento del limite elastico come un passo denso di
Diagramma ideale e diagramma di calcolo
incognite.
La plasticità del materiale può invece avere effetti
Nell’ambito del diagramma ideale prima definito il
molto positivi.
progettista, in accordo con le indicazioni normative,
definirà il diagramma di calcolo, ossia la porzione di
diagramma ideale dove intende fare lavorare il mate- Campo elastico lineare
riale strutturale.
Tutti i metodi di calcolo ritengono che il valore ca- Le tensioni crescono in modo direttamente propor-
ratteristico della resistenza, anche se altamente pro- zionale alle deformazioni; a ogni valore della defor-
babile, non sia sufficientemente sicuro. Assegnano mazione corrisponde un solo valore della tensione, e
quindi alla resistenza di progetto fyd valori in genere viceversa.
minori di quelli caratteristici fyk, aumentando così la
probabilità che tale resistenza non sia superata (fig. La proporzionalità lineare tra tensioni e deformazioni
1.3). La riduzione della resistenza caratteristica a re- rende lecito ipotizzare un’analoga proporzionalità
sistenza di calcolo si esegue semplicemente dividendo tra i carichi applicati e tutti i loro effetti.
la prima per coefficienti di sicurezza gM ≥ 1 (tab. 1.1).
Si ha quindi: La proporzionalità lineare tra forza e sollecitazio-
ne (F ↔ N, V, M) e tra sollecitazione e tensione (N, V,
fyk
fyd = M ↔ s, t) costituisce l’ipotesi base della Scienza delle
gM Costruzioni.
Nel campo elastico vale anche il principio della so-
Se si procede con il metodo semiprobabilistico agli vrapposizione degli effetti, per cui gli effetti di un siste-
stati limite (MSL), che applica alle resistenze bassi coef- ma di forze possono essere ricavati sommando gli ef-
ficienti di sicurezza (in genere gM = 1,05), il diagramma fetti delle singole forze pensate agenti separatamente.
di calcolo comprende l’intero diagramma ideale.
Se si procede con il metodo alle tensioni ammissi- Si immagini di sottoporre un piccolo tratto di trave
bili (MTA), che applica alle resistenze coefficienti di (tronco elementare) alla flessione retta M, per esem-
sicurezza più alti (gM ≅ 1,5), il diagramma di calcolo pio positiva, gradualmente crescente (fig. 1.4).
comprende solo una porzione del tratto elastico. Le fibre superiori si allungano e le fibre inferiori
La resistenza di progetto fyd è anche chiamata, nel- si accorciano. Propor­zionalmente alle deformazioni
la terminologia tipica dell’MSL, resistenza di design, e crescono linearmente le tensioni f, che assumono
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 4
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
O
O

ϕ ϕ

SEZIONE y

TRONCO
ELEMENTARE sezione
fibre
+f accorciate
fibre accorciate delle
M strato utre
n e
G fibre
strato neutro fibre
M M z allungate
fibre allungate ass
en
eu
tro
l
–f
∆x

1.4 Effetti della flessione retta nel campo elastico.

+ f fyd fyd fyd

Me M Mp
2h/3

h/2
h

–f
ε εy (a) ε εy (b) ε→∞ (c)

1.5 Equilibrio delle tensioni nel campo elastico e nel campo plastico.

istante per istante andamento crescente dall'asse neu- detto momento di prima plasticizzazione o momento
tro ai lembi. Se la sezione della trave è simmetrica ri- al limite elastico o, più semplicemente, momento ela-
spetto all'asse neutro, per esempio rettangolare, si ha stico.
il tipico andamento a farfalla, con tensioni massime di Incrementando ulteriormente il carico, la trave en-
trazione e di compressione uguali in valore assoluto. tra nel campo plastico.
Per l’equilibrio della sezione il momento esterno M
deve uguagliare il momento della coppia interna (fig.
Campo plastico
1.5a). Si ha quindi:

1 bh 2 h bh2 L’equazione rappresentativa del tratto plastico è:


M= f ⋅ = f = f We
2 2 3 6 fyd = costante
Se si vuole mantenere la sezione nel campo delle Allo stesso valore fyd della tensione di progetto corri-
tensioni ammissibili il momento M non dovrà supera- spondono quindi infiniti valori della deformazione e.
re il valore resistente: Si fissi l’attenzione sulla zona più sollecitata della
M̄ = s̄ We sezione, che per prima raggiunge la tensione di sner-
vamento: ai lembi della sezione le fibre continuano
Se si vuole mantenere la sezione nel campo elastico a deformarsi senza che aumenti la tensione fyd. Nel
il momento M non dovrà superare il valore resistente: frattempo anche le fibre immediatamente sottostanti,
Me = fyd We ancora nel campo elastico, continuano a deformarsi
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 5
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
con aumento proporzionale della tensione; raggiunto La duttilità del materiale, ossia la sua capacità
lo snervamento, entrano anch’esse nel campo plastico di plasticizzazione, rappresenta una riserva
dove continuano a deformarsi senza aumento di ten- di resistenza che la struttura può sfruttare quando,
sione (fig. 1.5b). soggetta a carichi più alti, si spinge oltre il campo
All’ulteriore aumentare del carico lo snervamento elastico.
delle fibre procede verso l’asse neutro, interessando
porzioni sempre maggiori della sezione. Quando l’in- Tale beneficio plastico dipende in primo luogo dal
tera sezione è plasticizzata, tutte le fibre sono sottopo- comportamento del materiale, che deve essere dutti-
ste alla stessa tensione fyd (fig. 1.5c). le e non fragile. Dipende però anche dalla geometria
L’equilibrio tra momento esterno M e momento della sezione, che deve distribuire tale duttilità in ma-
della coppia interna si esprime in questo caso come: niera il più possibile uniforme (fig. 1.6a).
In questo senso si può dire che, a parità di mate-
bh h bh2 riale, sono più duttili le sezioni con masse areali rego-
M = fyd ⋅ ⋅ = fyd ⋅
2 2 4 larmente distribuite rispetto a quelle in cui le stesse
masse tendono a concentrarsi in zone limitate.
La caratteristica geometrica Sezioni di quest’ultimo tipo non hanno risorse oltre il
campo elastico, qualunque sia il materiale costituente.
bh2 Se si misura il beneficio plastico della sezione me-
Wp =
4 diante il rapporto Wp / We si ha, a parità di materiale
costituente:
prende il nome di modulo plastico di resistenza
della sezione. • nel caso della sezione rettangolare:
L’espressione bh2 / 4 può essere scritta nella forma:
Wp bh2 bh2
bh2 bh h = : = 1, 5
= 2⋅ ⋅ We 4 6
4 2 4
dove bh / 2 è l’area di metà sezione e h / 4 • nel caso della sezione IPE 270 (tab. Acc1):
è la distanza tra il baricentro della stessa area
e l’asse neutro. Wp 2 ⋅ 242
Il modulo plastico rappresenta quindi il doppio = = 1, 13
We 429
del momento statico Sn 1/2 di metà sezione rispetto
all’asse neutro. Il risultato, ottenuto per le sezioni
• nel caso della sezione HEB 280 B (tab. Acc2):
rettangolari, ha validità generale. Si ha:

Wp = 2 Sn 1/2 Wp 2 ⋅ 767
= = 1, 11
I valori di Sn 1/2 (riferiti all’asse principale d’inerzia We 1380
x) dei profilati della serie IPE, HE e UPN si possono
Nel caso limite di masse puntiformi (fig. 1.6b), con:
leggere direttamente nelle tabelle Acc1, Acc2, Acc3
riportate nella sezione Acciaio del Prontuario.
In Ah2
We = =2 = 2 Ah
La deformazione, che teoricamente potrebbe pro- h h
cedere all’infinito, non può in realtà superare la defor-
mazione di rottura, a cui corrisponde il collasso della Wp = 2 Sn = 2 Ah
sezione. si avrebbe:
Nel campo plastico il momento M non dovrà supe-
rare il valore: We
=1
Mp = fyd Wp Wp

detto momento di completa plasticizzazione o, più che corrisponde all’assenza di beneficio plastico.
semplicemente, momento plastico.
Conclusioni
Beneficio plastico
Esprimendo la resistenza in termini di sollecitazione
Poiché il modulo plastico Wp è maggiore del modulo resistente (in questo caso specifico di momento resi-
elastico We, il momento Mp che può essere sopportato stente MR) è chiaro che la resistenza deve equivalere
dalla sezione nel campo plastico è maggiore di quello al massimo momento esterno M che può essere appli-
che può essere sopportato nel campo elastico. cato all’elemento strutturale senza che sia superata:
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 6
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
h
n n n

h
(a) (b)

1.6 Beneficio plastico decrescente, da alto a nullo.

• nel campo elastico: la deformazione ey corrispon- • nel campo delle tensioni ammissibili:
dente al limite elastico;
M̄R = s̄a · We = 190 · 24 · 10– 3 = 4,56 kN · m
• nel campo plastico: la deformazione et corrispon-
dente alla rottura. • al limite elastico:
Schematicamente si ha:
275
WRe = fyk ⋅ We = · 24 · 10−3 = 6, 28 kN · m
• al limite elastico (e ≤ ey) 1, 05

fyk • nel campo plastico:


MRe = We
1, 05 275
WRp = fyk ⋅ Wp = · 36 · 10−3 = 9, 42 kN · m
1, 05
• nel campo plastico (e → et )

fyk 2   Supponendo la stessa trave in semplice appoggio


MRp = Wp (con Wp = 2S ) sulla luce di 2,00 m, si valuti il massimo carico Pd con-
1, 05
centrato in mezzeria che la trave può sopportare.
All’interno del campo elastico si colloca il momen- Essendo Mmax = Pl / 4, si ha anche:
to ammissibile, proprio delle strutture che lavorano
nel campo limitato dalla tensione ammissibile s̄a. Si ha: Pd = 4 Mmax / l
e quindi:
M̄R = s̄a · We
• nel campo delle tensioni ammissibili:
4 MR 4 ⋅ 4, 56
E se m p i Pd = = = 9, 12 kN
l 2
1   Si valuti la resistenza flessionale nei diversi campi
di lavoro di una trave a sezione rettangolare (10 mm × • al limite elastico:
120 mm) realizzata in acciaio Fe430.
4 MRe 4 ⋅ 6, 28
Essendo: Pde = = = 12, 56 kN
l 2
s̄a = 190 N / mm2    fyk = 275 N / mm2
• nel campo plastico:
e
4 MRp 4 ⋅ 9, 42
bh2 1 ⋅ 122 Pdp = = = 18, 84 kN
We = = = 24 cm 3 l 2
6 6
bh2
Wp =
4
= 1, 5 We = 36 cm 3 1.3  Comportamento delle travi
Si immagini di applicare a una trave continua in ma-
si ha (5): teriale omogeneo (fig. 1.7) un generico carico p e di
farlo crescere gradualmente con successivi incrementi
(5)  Occorre fare attenzione alle unità di misura:
1 N / mm2 = 10– 3 kN / mm2 = 10– 3 / 10– 6 kN / m2 = 103 kN / m2
Dp. Fino a valori relativamente modesti di p tutta la
1 cm3 = 10– 6 m3 trave lavora nel campo elastico lineare (stato 1); al
1 N / mm2 · 1 cm3 = 103 · 10– 6 = 10– 3 kN m crescere del carico crescono proporzionalmente la ca-
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 7
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
pl 2
Me– =
8

p
STATO 1
SCHEMA
INTEGRO A C
B
A B C
l l pl 2 Mu pl 2
Me+ = Me+ =
14,3 14,3


STATO 2
SCHEMA
MODIFICATO A C

Mu = M e+ + ∆ · l 2/ 8

pu ∆
STATO 3
COLLASSO

( Mu ) ( Mu )

1.7 Successiva formazione di cerniere plastiche in una trave continua.

ratteristica di sollecitazione M e tutti i suoi effetti, tra plastiche nelle sezioni di momento massimo positivo.
cui le rotazioni. A questo punto la trave (labile) si è trasformata in
All’ulteriore incremento di p la zona dell’appoggio un meccanismo e si ha collasso per impossibilità di
B, che è la più sollecitata, raggiunge per prima il limite equilibrio (stato 3). Il valore del carico al limite della
elastico. Mentre il resto della trave continua a defor- formazione di meccanismo è detto anche carico ulti-
marsi nel campo elastico, la zona B entra nel campo mo pu.
plastico, dove la rotazione procederà senza incremen-
to di tensioni (e quindi di momento flettente) fino alla Se occorre naturalmente impedire che la trave si tra-
completa plasticizzazione. Il massimo valore assunto sformi in un meccanismo, la formazione della prima
dal momento flettente è detto momento ultimo Mu. cerniera plastica può, al contrario, avere effetti positi-
La presenza di rotazione senza trasmissione di mo- vi. La plasticizzazione, infatti, assorbe parte dell’ener-
mento è tipica del comportamento a cerniera; si usa gia trasmessa da ulteriori azioni esterne, in particolare
quindi dire che in B si è formata una cerniera plastica. sismiche.
Dallo schema originale di trave continua (iperstatica) Si tratta di un’ulteriore riserva plastica della trave,
si è passati a uno schema modificato, costituito da due dovuta non solo – ancora una volta – alla duttilità del
travi appoggiate indipendenti (isostatiche). Il momen- materiale, ma anche alla configurazione dello schema
to cessa di crescere nell’appoggio B mentre crescono di calcolo.
elasticamente i momenti positivi in campata fino a
raggiungere il massimo valore consentito dal nuovo Non tutti gli schemi di calcolo, infatti, consentono a
schema di calcolo (stato 2). elementi ugualmente duttili di attingere in uguale
Incrementando ulteriormente il carico, in modo modo alle riserve plastiche.
analogo a quanto visto in precedenza, si formano – Le travi isostatiche sono prive di riserva plastica.
in questo caso contemporaneamente – due cerniere Essendo vincolate in modo strettamente sufficiente a
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 8
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
P Pl Pl
8 8

STATO 1
SCHEMA
INTEGRO A B
l
Pl
8


STATO 2
SCHEMA
MODIFICATO

1.8 Trave iperstatica priva di beneficio plastico.

mantenere l’equilibrio, la formazione di una sola cer- • validità del principio di sovrapposizione degli ef-
niera plastica basta a renderle labili. fetti
si procederà con i consueti metodi di analisi elastica
Maggiore è il grado di iperstaticità, maggiore lineare.
è la riserva plastica.
È naturale chiedersi come ci si debba comportare
L’entità della riserva plastica è proporzionale alla nel campo plastico, dove la suddetta linearità viene
quantità di cerniere plastiche che si possono formare a mancare. Per ora è sufficiente sapere che anche in
prima che la trave si trasformi in un meccanismo. questo campo le semplici strutture proposte (travi iso-
Dato che ogni volta che si forma una cerniera pla- statiche, travi continue, semplici telai a nodi fissi) pos-
stica la struttura perde un grado di iperstaticità, a un sono comunque essere sottoposte ad analisi elastica
grado maggiore corrisponde la possibilità di formare lineare. Nell’ambito dell’analisi elastica si collocano:
un maggiore numero di cerniere plastiche.
• l’analisi incrementale, che consente di determinare
Per particolari schemi di calcolo anche le travi
il massimo carico sopportabile dall’elemento in se-
iperstatiche possono essere prive di riserva plastica.
guito alle plasticizzazioni localizzate;
• l’analisi elastica con ridistribuzioni, normalmente
Si veda per esempio la trave doppiamente incastra- applicata a semplici schemi iperstatici come le travi
ta della figura 1.8. Per l’identità dei momenti negativi e continue.
positivi le tre cerniere plastiche si formano contempo- Entrambe le analisi riescono a indagare nel campo
raneamente, trasformando la trave in un meccanismo. plastico ricorrendo alla sovrapposizione di più analisi
Lo stesso schema statico, caricato in maniera non elastiche.
simmetrica, possiede invece riserva plastica.
Analisi incrementale
1.4  Analisi elastica lineare
Questo tipo di analisi è particolarmente adatto
Prende il nome di analisi strutturale l’insieme a determinare il massimo carico (carico ultimo) che
di ipotesi e di procedimenti che consentono un elemento può sopportare prima di trasformarsi
di impostare e di risolvere uno schema di calcolo, in un meccanismo.
ossia di determinare gli effetti dei carichi:
Considerata la trave doppiamente incastrata di fi-
sollecitazioni (N, V, M), tensioni (f ) e deformazioni.
gura 1.9, si immagini di applicare al carico p graduali
incrementi Dp.
Nel campo elastico lineare restano valide tutte le
ipotesi fondamentali della Scienza delle costruzioni e
Stato 0.  Nel campo elastico i valori dei momenti si
legittimi tutti i suoi procedimenti. Nell’ipotesi di:
calcolano nel modo consueto (tab. CS2). Si ha:
• comportamento perfettamente elastico del mate-
riale; pl 2 pl 2 Me−
Me− = Me+ = =
• linearità tra azioni ed effetti; 12 24 2
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 9
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
p
M-e M-e
STATO 0
ε ε

A B
l
∆ Me+ = Me- / 2


STATO 1 Mu Mu
SCHEMA
INTEGRO
12 Mu
→ =
l2

Me+ = Mu / 2

pu = 16 Mu /l 2


STATO 2
SCHEMA 4 Mu
MODIFICATO →∆ =
l2

∆ · l2/ 8

1.9 Procedimento di analisi incrementale.

Stato 1.  Si raggiunge un valore p′ del carico che pro- mazione delle cerniere plastiche nelle zone di vincolo.
voca il momento ultimo Mu nelle zone più sollecitate Si ha quindi anche:
A e B. Le zone restanti continuano a lavorare nel cam-
po elastico. Si ha quindi, a schema ancora integro: Dp ⋅ l 2
DM =
8
p′l 2 p′l 2 Mu
Mu = Me+ = =
12 24 2 Uguagliando le due espressioni si ha:

In questa situazione il massimo carico sopportabile Mu Dp ⋅ l 2


=
vale: 2 8
12 Mu
p′ = da cui segue:
l2
4 Mu
Dp =
Stato 2.  Applicando al carico un ulteriore e opportu- l2
no incremento Dp, si può fare in modo che la sezione
di mezzeria di campata subisca un incremento positi- Il valore massimo che può essere assegnato al carico
vo DM del momento, tale che complessivamente an- p è diventato:
che il momento positivo raggiunga il limite elastico e
quindi il momento Mu. Dovrà essere: 12 Mu 4 Mu 16 Mu
pu = p′ + Dp = + =
l 2
l 2
l2
Mu Mu
Mu = DM + M → DM = Mu −
+
=
e
2 2 Trattandosi di trave una volta iperstatica, il procedi-
mento si esaurisce in un solo passaggio, perché ulte-
Gli effetti dell’incremento DM dovuto all’incremento riori aumenti di carico comporterebbero la formazio-
di carico Dp sono naturalmente da valutare su uno ne della cerniera plastica di campata e quindi la labi-
schema alterato rispetto a quello originale per la for- lità della trave.
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 10
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
Analisi elastica con ridistribuzioni
F F
La formazione di una cerniera plastica in una sezione
provoca una rotazione aggiuntiva, che si può pensare
associata a un momento DM avente lo stesso verso di
tale rotazione.
Nel caso della figura 1.10 il momento DM sull’ap- A B C
poggio B ha quindi segno opposto a quello del mo- l l
mento elastico M–.
(a)
DM provoca quindi una riduzione del momento
negativo M– e, contemporaneamente, un aumento del M – = (6 / 32) · Fl
momento positivo di campata M+ (dove ancora pro-
segue la deformazione elastica). Si realizza, in pratica,

una ridistribuzione del momento negativo.
La ridistribuzione elastica delle sollecitazioni è am-
messa, a determinate condizioni, dalla normativa. ∆
Entro certi limiti, l’entità della ridistribuzione è la-
sciata al progettista. In particolare, per quanto riguar-
da le travi in acciaio, la ridistribuzione è ammessa con M + = (5 / 32) · Fl M + = (5 / 32) · Fl
(b)
un grado massimo del 15%.
Si definisce grado di ridistribuzione la quantità
Fl / 6
DM
M−
dove:
• M–  è il momento flettente elastico sull’appoggio in- Fl / 6 Fl / 6
terno; (c)
• DM è il decremento assegnato allo stesso momen-
to flettente.
1.10 Procedimento di analisi elastica con ridistribuzioni.
Nelle travi di acciaio può essere vantaggioso as-
sumere un grado di ridistribuzione tale da ottenere
momenti negativi e positivi di pari valore assoluto. In 2 2 6 5 
questo modo si sfrutta pienamente – in tutte le sezio- DM = (M − − M + ) =  ⋅ Fl − ⋅ Fl  =
3 3 32 32 
ni – la resistenza del materiale, identica a trazione e a
compressione. 2 1 2 1
= ⋅ Fl = Fl = ⋅ Fl
3 32 96 48
E se m p i O
Si esegua l’analisi elastica lineare con ridistribuzioni Il grado di ridistribuzione è:
sulla trave di figura 1.10a.
DM 1 6
= : = 11% < 15%
Dalle tabelle CS2 del Prontuario si ha (fig. 1.10b): M− 48 32
6
M− = ⋅ Fl Il diagramma dei momenti da utilizzare nei calcoli
32 è riportato nella figura 1.10c. I momenti di progetto in
5 5 seguito alla ridistribuzione sono:
M+ = ⋅ Fl = ⋅ M−
32 6
3 1 8 Fl
Md− = M − − DM = ⋅ Fl − ⋅ Fl = ⋅ Fl =
Si effettua la ridistribuzione impostando l’uguaglian- 16 48 48 6
za tra momento positivo e momento negativo. Si ha:
DM 5 1
Md+ = M + + = ⋅ Fl + ⋅ Fl =
DM 2 322 96
M − − DM = M + +
2
15 1 Fl
= ⋅ Fl + ⋅ Fl =
da cui segue: 96 96 6
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 11
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
E quindi: • Progetto al limite elastico
Se si vuole che la trave lavori oltre le tensioni am-
Fl missibili ma ancora all’interno del campo elastico si
Md− = Md+ =
6 dovrà utilizzare un profilato IPE avente modulo di
resistenza elastico:

E se m p i O Md 460, 4
We ≥ = ⋅ 1, 05 ⋅ 103 = 2057 cm 3
Si progetti il profilato IPE necessario ad assicurare la fyd 235
sola resistenza a flessione (6) della trave precedente
realizzata in acciaio S235, essendo: È necessario ricorrere al profilato IPE 550 (We =
= 2440 cm3).
F = 818,5 kN    l = 3,00 m
• Progetto in campo plastico
Il momento di calcolo senza ridistribuzioni è: Se si vuole che la trave lavori nel campo plastico si
può fare ancora riferimento allo schema senza ridi-
3 3
Md = ⋅ Fl = ⋅ 818, 5 ⋅ 3 = 460, 4 kN · m stribuzioni, ottenendo, come prima:
16 16

Il momento di calcolo con ridistribuzioni è: Md 460, 4


Wp ≥ = ⋅ 1, 05 ⋅ 103 = 2057 cm 3
fyd 235
1 1
Md = ⋅ Fl = ⋅ 818, 5 ⋅ 3 = 409, 3 kN · m
6 6 e ricorrendo al profilato IPE 500 (Wp = 2 Sx =
= 2 · 1100 = 2200 cm3).
• Progetto alle tensioni ammissibili
Se si vuole mantenere la trave nel campo delle ten- Si può anche, volendo, tenere conto della ridistribu-
sioni ammissibili si deve utilizzare un profilato IPE zione elastica dell’11% sull’appoggio centrale utiliz-
avente modulo di resistenza elastico: zando il momento di progetto di 409,3 kN · m. Si ha in
questo caso:
Md 460, 4
We > = ⋅ 103 = 2877 cm 3
sa 160 Md 409, 3
Wp ≥ = ⋅ 1, 05 ⋅ 103 = 1828 cm 3
fyd 235
Si può assumere il profilato IPE 600 (We = 3070 cm3).
Ancora una volta si dimostra necessario utilizzare il
(6)  La resistenza flessionale è in realtà condizionata dalla pre- profilato IPE 500; è però evidente, in questo caso, il
senza di taglio. maggiore margine di sicurezza.

Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 12


Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
2 MSL e MTA

2.1  Metodi di calcolo • di sopportare tutte le azioni previste;


• di rimanere adatta all’uso.
La determinazione di tutte le grandezze che interessa- Per eseguire le verifiche (di resistenza, di stabilità,
no il calcolo delle strutture è condizionata dall’incer- di deformabilità), si devono determinare:
tezza. Questo è dovuto a:

• incerta previsione del valore delle forze agenti, so- • un parametro di progetto Ed, che di volta in volta
prattutto se causate da eventi naturali (neve, vento, può essere:
terremoto); –  una sollecitazione (Nd, Md, Vd);
• possibile presenza di difetti occulti dei materiali, –  una tensione (fd);
che ne diminuiscono la resistenza presunta; –  una deformazione (dd);
• approssimazione degli schemi statici adottati e del- • un parametro di resistenza Rd, sempre omogeneo al
l’analisi strutturale, che si ripercuote sul calcolo corrispondente parametro di progetto, che di volta
delle sollecitazioni. in volta può essere:
–  una sollecitazione (NRd, MRd, VRd);
Scopo del calcolo, al contrario, è garantire la sicu- –  una tensione (fRd);
rezza di tutte le parti della costruzione in ogni mo- –  una deformazione (dRd).
mento della vita di quest’ultima: produzione, traspor-
to, messa in opera, esercizio e manutenzione. Il parametro di progetto Ed (che, in pratica, costitui-
In primo luogo, va garantita la prevenzione del sce la domanda strutturale) si determina applicando
collasso. In funzione della tipologia, della destina- l’analisi strutturale a un opportuno schema di calcolo;
zione e dell’importanza della costruzione, si possono Ed è quindi un effetto dei carichi agenti.
rendere necessarie ulteriori verifiche: di stabilità, di Il parametro di resistenza Rd (che, in pratica, costi-
resistenza alla fatica (cioè a ripetute azioni di segno tuisce la risposta strutturale) si determina in funzione
alterno), alle variazioni termiche, al fuoco. Anche delle proprietà meccaniche del materiale, delle carat-
corrosione e degrado potrebbero indebolire a tal teristiche geometriche della sezione e delle indicazio-
punto le sezioni e i collegamenti da generare perico- ni normative.
lo di crollo. Naturalmente le capacità di risposta della struttura
In secondo luogo, vanno garantite le prestazioni – in termini di sicurezza o di prestazioni attese – devo-
attese, tutelando la costruzione da deformazioni e fe- no essere superiori (o, al massimo, uguali) alla doman-
nomeni di degrado che, pur non compromettendo la da. Deve quindi essere:
sicurezza in senso stretto, potrebbero pregiudicare il
corretto utilizzo o l’aspetto della costruzione stessa.
Molto comune è il caso di un solaio che si deforma Ed ≤ Rd
sensibilmente, danneggiando le finiture e procurando
agli utenti sensazioni sgradevoli. Si pensi anche a un Garantire la sicurezza delle opere civili è partico-
grattacielo che oscilla sensibilmente sotto l’azione del larmente complesso, perché il progettista non può
vento causando malessere agli utenti; a un serbatoio sperimentare in vera grandezza gli effetti delle solle-
di cemento armato da cui l’acqua fuoriesce a causa citazioni, al contrario di quanto avviene per le costru-
della fessurazione; a un capannone industriale in cui zioni meccaniche (si pensi per esempio al crash test
le macchine producono vibrazioni insopportabili. eseguito sulle automobili). Occorre quindi affidarsi a
Riassumendo, si può dire che ogni costruzione deve procedimenti uniformi e collaudati, regolati da norme
possedere la capacità: specifiche, detti metodi di calcolo.
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 13
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
Tutti i metodi concordano nel ritenere non «Tali norme si debbono applicare integralmente,
sufficientemente sicuro assumere nelle verifiche salvo per i materiali e i prodotti, le azioni
i valori nominali o caratteristici dei carichi e il collaudo statico, per i quali valgono
e delle resistenze. L’incertezza sulla determinazione le prescrizioni riportate nelle presenti norme
di queste grandezze viene ridotta applicando tecniche».
ai valori caratteristici opportuni coefficienti
di sicurezza g, maggiorativi per i carichi e riduttivi
per le resistenze. E se m p i
Quanto più il carico è incerto nella determinazione 1   Si supponga di dovere eseguire il calcolo di un
e nella distribuzione, tanto più elevato sarà il coef- edificio per civile abitazione. Si può usare l’MTA?
ficiente amplificativo g di sicurezza. Per esempio, ai Si tratta, secondo le NTC, di un’opera di tipo 2 (opera
carichi variabili Qk saranno in genere assegnati coef- ordinaria) e di classe d’uso II (costruzione che pre-
ficienti gQ maggiori dei coefficienti gG assegnati ai ca- vede normali affollamenti, senza contenuti pericolosi
richi permanenti G. per l’ambiente).
Analogamente, quanto più il materiale è incerto Se la costruzione si trova a Brindisi o a Milano (en-
nelle sue prestazioni, anisotropo, disomogeneo, fragile, trambe in zona 4) si può procedere sia con MSL sia
di origine naturale o di produzione poco controllata, con MTA.
tanto più elevato sarà il coefficiente gM riduttivo della Se invece la stessa costruzione si trova a Bologna
resistenza. Per esempio, alla resistenza della muratura (zona 3) o a Rimini (zona 2) o a Messina (zona 1) è
saranno assegnati coefficienti di sicurezza maggiori di obbligatorio usare l’MSL.
quelli assegnati alla resistenza dell’acciaio.
2   Si può calcolare un piccolo ospedale a Brindisi
I coefficienti di sicurezza si possono applicare con l’MTA?
ai soli carichi, alla sole resistenze o a entrambe
le grandezze. Pur trovandosi in zona 4, si tratta di un’opera di im-
portanza strategica (classe IV). È perciò obbligatorio
La prima strada è seguita dai cosiddetti metodi a utilizzare l’MSL.
rottura, poco diffusi e ignorati dalla normativa italiana
se non nel campo della stabilità dei terreni.
La seconda, dal metodo delle tensioni ammissibili 2.2  MSL: stati limite
(MTA).
La terza, dal metodo semiprobabilistico agli stati Si definisce stato limite di un elemento strutturale uno
limite (MSL). stato di insufficienza, raggiunto il quale l’elemento non
è più in grado di assolvere la funzione per la quale era
stato progettato.
Le NTC 2008 stabiliscono che il calcolo
Si distinguono due tipi di stati limite:
delle strutture deve essere eseguito con MSL.
L’MTA è ammesso solo «per costruzioni di tipo 1 • stati limite ultimi (SLU);
e 2 (1) e classe d’uso I e II (2), se ricadenti in zona • stati limite di esercizio (SLE).
sismica 4 (3)».
Le verifiche vanno eseguite secondo le prescrizioni Stati limite ultimi (SLU)
del DM 92 per le strutture in calcestruzzo
e in acciaio, del DM 87 per le strutture in muratura
Gli stati limite ultimi, legati alla sicurezza in senso
e del DM 88 per le opere e i sistemi geotecnici.
stretto, sono associati al collasso o ad altre forme
di cedimento strutturale che possono mettere
in pericolo l’incolumità delle persone o provocare
(1)  La tabella 2.4.I delle NTC definisce:
• di tipo 1 le opere provvisorie e le strutture in fase costruttiva; gravi danni ambientali e sociali.
• di tipo 2 le opere ordinarie, i ponti, le opere infrastrutturali, le
dighe di dimensioni contenute o di importanza normale. Per tutte le strutture, anche le più semplici, va veri-
(2)  Il paragrafo 2.4.2 delle NTC definisce: ficato lo SLU di resistenza.
• di classe I le costruzioni con presenza solo occasionale di per- Altri SLU frequenti sono:
sone e gli edifici agricoli;
• di classe II le costruzioni il cui uso preveda normali affolla- • collasso per fenomeni di instabilità;
menti, senza contenuti pericolosi per l’ambiente e senza fun- • collasso per fatica (dovuto a carichi ripetuti e di se-
zioni pubbliche e sociali essenziali.
gno alterno);
(3)  Tutti i comuni italiani e la zona sismica di appartenenza sono
elencati anche nel sito www.protezionecivile.it. In generale si fa • collasso dovuto a eventi eccezionali (incendio, urto,
tuttora riferimento all’OPCM 3274. esplosione);
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 14
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
• presenza di degrado o corrosione che rendono ne-
Fd = gG G + gQ1 Qk1 + gQ2 ψ02 Qk2 +
cessaria la sostituzione della struttura o di sue parti (1)
fondamentali; + gQ3 ψ03 Qk3 + ...

• perdita di equilibrio dell’intera struttura o di una
sua parte (cedimenti vincolari); dove:
• dissesto per formazione di meccanismi; • G indica il valore nominale dei pesi propri struttu-
• dissesto per eccessiva deformazione. rali e non strutturali;
Il superamento di uno stato limite ultimo, detto anche • Qk1 indica il valore caratteristico di uno degli n
collasso, ha carattere irreversibile. carichi variabili presenti, assunto di volta in volta
come azione dominante nelle varie combinazioni;
Stati limite di esercizio (SLE) • Qki indica il valore caratteristico delle altre n – 1
azioni variabili, che possono agire contemporanea-
Gli stati limite di esercizio, legati alla funzionalità mente all’azione dominante.
dell’opera, sono associati alla capacità di garantire
le prestazioni attese, in modo che l’opera stessa L’MSL non ritiene sufficientemente sicuro assumere
si mantenga idonea all’uso per il quale è stata i valori nominali o caratteristici dei carichi
progettata. elementari.

Il superamento di uno stato limite di esercizio, che Moltiplica quindi tali valori per coefficienti parziali
comporta una perdita di funzionalità, è dovuto in ge- gG e gQ, in genere amplificativi, che riducono ulterior-
nere alle seguenti cause: mente la probabilità che questi possano essere supe-
• deformazioni che peggiorano l’aspetto, o limitano rati (dal 5% fino al 5 0/00).
la possibilità d’uso della struttura, o danneggiano Nel caso in cui il carico in esame sia favorevole alla
elementi non strutturali e finiture; sicurezza (5), gli stessi coefficienti assumono però va-
• vibrazioni che causano disturbo agli occupanti, lori inferiori. Si ha:
danno all’edificio e ai beni in esso contenuti;
• fessurazione del calcestruzzo, che può influire ne- Carichi sfavorevoli Carichi favorevoli
gativamente sull’aspetto, sulla durabilità e sull’im-
gG 1,3 1
permeabilità all’acqua.
In generale è il progettista, in funzione delle pre- gQ 1,5 0
stazioni attese, a decidere quali SLE verificare. Tipici
e ricorrenti sono:
Nei riguardi delle azioni variabili, l’MSL ritiene
• stato limite di deformazione, per le strutture in le-
improbabile che queste si manifestino
gno e in acciaio;
contemporaneamente con la massima intensità
• stato limite di fessurazione, per le strutture in calce-
gQi Qk · i .
struzzo;
• stato limite di vibrazione, per le strutture in acciaio.
Alla sola azione dominante gQ1 Qk1 si assegna quin-
Il superamento di uno stato limite di esercizio può di il valore massimo, mentre le altre (Qki) sono molti-
avere carattere reversibile o irreversibile. plicate per coefficienti di combinazione ψ0i < 1, ripor-
tati nella tabella 2.1 (6).
2.3  Stati limite ultimi (SLU) Rispetto alla (2.5.1) delle NTC 2008 si è scelto:
• di non distinguere i pesi G in pesi G1 (pesi propri degli ele-
Determinate le azioni elementari che interessano la menti strutturali) e pesi G2 (pesi propri degli elementi non
struttura, ossia i carichi permanenti G (valori nomi- strutturali);
nali) e i carichi variabili Qk (valori caratteristici), si • di trascurare il termine gP Pk, relativo alle azioni P di presolle-
citazione.
procede come indicato nel seguito.
(5)  Sono sfavorevoli alla sicurezza le azioni che affaticano la
struttura (si pensi al peso proprio di una trave); vanno moltiplica-
Azioni di progetto Fd te per i valori massimi dei coeficienti g.
Sono favorevoli alla sicurezza le azioni che aiutano la struttu-
Le combinazioni non sismiche di carico agli SLU sono ra a sopportare altre azioni (si pensi al peso proprio di un muro di
sostegno, che aiuta il muro stesso a contenere la spinta del terre-
poste nella forma seguente (4), detta combinazione no); vanno moltiplicate per i valori minimi dei coeficienti g.
fondamentale: (6)  A ogni carico variabile sono associati tre coefficienti di com-
binazione: y0 i , y1 i , y2 i .
(4)  Nelle formule di combinazione i segni + non hanno il signi- Si assumerà il valore raro y0i Qki dell’azione se si suppone che
ficato ordinario di somma algebrica, ma stanno a indicare che le questa, durante la vita strutturale, si manifesterà almeno una vol-
azioni di progetto sono considerate agenti contemporaneamente. ta insieme all’azione dominante. (segue)

Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 15


Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
Tabella 2.1  SLU-SLE: coefficienti di combinazione (NTC 2008)

  Categoria/Azione variabile ψ0 ψ1 ψ2
(SLU/SLE rari) (SLE frequenti) (SLE quasi permanenti)

Categoria A  Ambienti a uso residenziale 0,7 0,5 0,3


Categoria B  Uffici 0,7 0,5 0,3
Categoria C  Ambienti suscettibili di affollamento 0,7 0,7 0,6
Categoria D  Ambienti a uso commerciale 0,7 0,7 0,6
Categoria E  Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti a uso industriale 1,0 0,9 0,8
Categoria F  Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso ≤ 30 kN) 0,7 0,7 0,6
Categoria G  Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 kN) 0,7 0,5 0,3
Categoria H  Coperture 0,0 0,0 0,0
Neve (a quota ≤ 1000 m s.l.m.) 0,5 0,2 0,0
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.) 0,7 0,5 0,2
Vento 0,6 0,2 0,0
Variazioni termiche 0,6 0,5 0,0

Analisi strutturale Il coefficiente parziale per la resistenza gM tiene


conto delle incertezze del modello e della geometria
In alcuni casi, in particolare in presenza di sisma, strutturale, e può variare in funzione del materiale,
l’analisi strutturale deve essere condotta con metodi della situazione di progetto e della particolare verifica
non lineari. in esame. Per il calcolo degli elementi in acciaio si fa
Tuttavia, anche nel campo plastico, e soprattutto riferimento ai valori della tabella 1.1
nelle combinazioni non sismiche, è in genere consen-
tito utilizzare la consueta analisi elastica lineare. Verifica
In questo caso c’è proporzionalità diretta tra azio-
ni, sollecitazioni e tensioni. Di conseguenza, i risultati Basta confrontare domanda e risposta strutturale e
dell’analisi (domanda Ed) possono essere espressi in- controllare che quanto richiesto non superi la capaci-
differentemente in termini di sollecitazione (Nd, Md, tà di risposta (Ed ≤ Rd).
Vd) o di tensione fd.
L’MSL preferisce seguire comunque la prima stra-
da, esprimendo la domanda in termini di sollecitazione. 2.4  SLU: esempi
Resistenza Gli esempi che seguono fanno solo intravvedere la
complessità e la flessibilità del metodo. Per strutture
Non considerando sufficientemente sicuro il valore semplici, soggette a un limitato numero di azioni va-
caratteristico della resistenza, l’MSL assume una re- riabili e in assenza di sisma, realizzate con materiale
sistenza di calcolo fd ottenuta dividendo la resistenza omogeneo e isotropo, molti vantaggi dell’MSL posso-
caratteristica per opportuni coefficienti di sicurezza no sfuggire.
gM > 1. Si ha quindi, in generale: Le capacità di indagine del metodo, molto raffinate,
sono più evidenti nelle strutture a molte iperstatiche
fk (telai, anche spaziali), soggette a molte azioni variabi-
fd =
gM li e al sisma, di materiale disomogeneo e anisotropo
come il calcestruzzo armato.
(6)  (seguito)
Si assumerà il valore frequente y1 i Qki dell’azione se si suppone Esempi di combinazioni di calcolo
che questa, durante la vita strutturale, si manifesterà abbastanza
spesso insieme all’azione dominante. 1   Si determini il carico di progetto pd che produce il
Si assumerà il valore quasi permanente y2 i Qki dell’azione se
si suppone che questa, durante la vita strutturale, si manifesterà
massimo momento Md sulla trave di un edificio scola-
molto spesso insieme all’azione dominante. stico (fig. 2.1), soggetta ai seguenti carichi elementari:
Essendo y0 i > yi 1 > y2 i , i valori precedenti sono via via de-
crescenti; agli SLU, che verificano le strutture per alti valori dei
• permanenti g = 2 kN / m;
carichi, sono sempre associati i valori rari y0 i Qki delle azioni va- • di esercizio qk = 3 kN / m;
riabili. • neve qsk = 4 kN / m.
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 16
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
g q qs g q qs
qualsiasi

1,3 γG 1,3 γG
A 1,5 γQ B A B 1,5 γQ
l l a

(a)
max M -
2.1 Coefficienti g per la combinazione di carico SLU
(trave appoggiata). g q qs

Si noti che tutti i carichi:


• hanno la stessa direzione, quindi possono essere
1,3 � G 1 γG
sommati algebricamente;
A 1,5 � Q B 0 γQ
• contribuiscono al momento (massimo positivo) Md,
quindi sono sfavorevoli alla sicurezza. l a

I coefficienti g e y0 assumono i seguenti valori: (b)


max M +
gG = 1,3
gQ = 1,5
y0q = 0,7 (tab. 2.1)
2.2 Coefficienti g per le combinazioni di carico SLU
(trave appoggiata con sbalzo).
y0s = 0,5 (tab. 2.1, neve a quota inferiore a 1000 m)
La presenza di due azioni variabili comporta due distinguere, nel calcolo delle combinazioni, tra cam-
combinazioni di carico SLU. pata e sbalzo.
• Combinazione 1
• Campata
Carico dominante: sovraccarico variabile qk.
La combinazione più sfavorevole è la stessa combina-
La (1) diventa:
zione 2 precedente, con pd = 11,75 kN / m.
pd = gG g + gQ qk + gQ y0s qsk
pd = 1,3 · 2 + 1,5 · 3 + 1,5 · 0,5 · 4 = 10,1 kN / m • Sbalzo
Poiché pesi, carico di esercizio e neve sono in questo
• Combinazione 2 caso favorevoli alla sicurezza della campata, vanno
Carico dominante: neve qsk. moltiplicati per i coefficienti ridotti:
La (1) diventa: gG = 1    gQ = 0
pd = gG g + gQ qsk + gQ y0q qk Restano identici i coefficienti y0:
pd = 1,3 · 2 + 1,5 · 4 + 1,5 · 0,7 · 3 = 11,75 kN / m y0q = 0,7    y0s = 0,5
Risulta più sfavorevole la combinazione 2. La (1) fornisce ancora due combinazioni:

2   Si determini il carico di progetto pd che, per le 1) pd = gG g + gQ qk + gQ y0s qsk


stesse azioni precedenti, produce sulla trave di figura 2) pd = gG g + gQ qsk + gQ y0q qk
2.2 il massimo momento negativo M– (sull’appoggio in questo caso identiche essendo nullo il coefficiente
B) e il massimo momento positivo M+ (in campata). gQ. Si ha, per entrambe:
• Ricerca del massimo momento negativo pd = gG g = 1 · 2 = 2 kN / m
M– è massimo quando lo sbalzo è caricato nel modo
più gravoso (fig. 2.2a). 3   Considerato il cartellone pubblicitario della figu-
La combinazione più sfavorevole è la stessa combi- ra 2.3, si determini la massima eccentricità ed = M / N
nazione 2 precedente, con pd = 11,5 kN / m. del peso trasmesso alla base.

• Ricerca del massimo momento positivo Si supponga che l’analisi dei carichi abbia fornito i se-
M+ è massimo quando la campata è caricata nel modo guenti valori risultanti delle azioni elementari:
più gravoso e contemporaneamente lo sbalzo è carica- • peso permanente G = 4 kN;
to nel modo meno gravoso (fig. 2.2b). Occorre quindi • carico vento Qwk = 1 kN.
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 17
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
1,50
1,5 1,5
1,3 1

1,50
Qwk

M max M

max N min N

2.3 Combinazioni SLU più gravose per N + M.

I due carichi in gioco non hanno la stessa direzione e, Si ha quindi:


di conseguenza, non possono essere sommati algebri-
N = 4 kN    M = 0    ed 2 = 0
camente. Si tratta del tipico caso in cui la formula di
combinazione (1) serve soltanto per stabilire il gioco • Caso 3
dei coefficienti. Peso sfavorevole, vento favorevole.
Essendo presente un solo carico variabile, si ha una
gG G = 1,3 · 4 = 5,2 kN
sola combinazione di carico:
gQ Qwk = 0 · 1 = 0
Fd = gG G + gQw Qwk
Si ha quindi:
I coefficienti g assumono i seguenti valori (tra paren-
tesi quelli favorevoli alla sicurezza): N = 5,2 kN    M = 0    ed 3 = 0
gG = 1,3 [1]    gQ = 1,5 [0] • Caso 4
Si possono quindi avere, per l’unica combinazione di Vento sfavorevole, peso favorevole.
carico, ben quattro casi. gG G = 1 · 4 = 4 kN
• Caso 1 gQ Qwk = 1,5 · 1 = 1,5 kN
Entrambi i carichi sono sfavorevoli alla sicurezza.
Si ha quindi:
gG G = 1,3 · 4 = 5,2 kN
N = 4 kN
gQ Qwk = 1,5 · 1 = 1,5 kN
M = 1,5 · 1,50 = 2,25 kN · m
Si ha quindi:
2, 25
N = 5,2 kN ed3 = = 0, 56 m
4
M = 1,5 · 1,50 = 2,25 kN · m
2, 25 La combinazione che rende massima l’eccentricità ri-
ed1 = = 0, 43 m chiesta ed è espressa dal caso 4.
5, 2 Il risultato poteva essere previsto: l’eccentricità
• Caso 2 e = M / N è tanto maggiore quanto più M è grande e N
Entrambi i carichi sono favorevoli alla sicurezza. è piccolo, e risulta nulla in assenza di M (ossia, in que-
sto caso, in assenza di vento). È interessante comun-
gG G = 1 · 4 = 4 kN que notare come l’MSL porti a individuare la corretta
gQ Qwk = 0 · 1 = 0 kN combinazione in modo praticamente automatico, sen-
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 18
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
za necessariamente fare intervenire l’esperienza del
progettista. 2.5  Stati limite di esercizio
Nei riguardi delle verifiche di esercizio l’MSL procede
Esempio di analisi e di calcolo della domanda Ed nel modo seguente.

Si determini il momento di progetto Md nella trave del


precedente esempio 1 (l = 3,60 m). Azioni di progetto Fd
L’analisi strutturale, in questo caso molto semplice, Sono possibili tre combinazioni di carico agli SLE.
fornisce:
• Combinazione rara, generalmente impiegata per
pd l 2 11, 75 ⋅ 3, 62 gli SLE irreversibili e per le verifiche delle defor-
Md = = = 19, 0 kN · m
8 8 mazioni istantanee:

La domanda strutturale Ed risulta:


Fd = G + Qk 1 + y0 2 Qk 2 + y0 3 Qk 3 + … (2)
Md = 19,0 kN · m
• Combinazione frequente, generalmente impiegata
Esempio di calcolo della resistenza Rd per gli SLE reversibili:
Fd = G + y11 Qk 1 + y22 Qk 2 + y23 Qk 3 + …
Si determini il momento resistente MRd della trave
dell’esercizio 1, realizzata con un profilato HEB 120 • Combinazione quasi permanente, generalmente im­
di acciaio S235. pie­gata per effetti a lungo termine:

Dalla tab. 1.1 si ha: Fd = G + y2 1 Qk 1 + y2 2 Qk 2 + y2 3 Qk 3 + …

fyk = 235 N / mm2 Si noti che agli SLE i carichi non sono amplificati, ma
assunti direttamente con il valore nominale o caratte-
e dal Prontuario, tab. Acc2: ristico (gG = gQ = 1). Naturalmente andranno esclusi
We = 144 cm3 dalla combinazione i carichi variabili Qki che danno
contributo favorevole alla sicurezza.
Wp = 2 Sx = 2 · 82,6 = 165,2 cm3
Non sempre le norme indicano quale combina-
Risulta: zione utilizzare, lasciando al progettista il compito di
fyk 235 scegliere la più appropriata, in funzione dello schema
fyd = = N / mm 2 di calcolo, delle proprietà del materiale e delle presta-
gM 1, 05 zioni che si vogliono ottenere.
Una delle tipiche verifiche di esercizio, essenziale
Nel campo elastico:
per le travi di acciaio, è la verifica di deformazione,
235 finalizzata a garantire che la trave sia idonea al nor-
MRd e = fydWp = ⋅ 144 ⋅ 10−3 ≅ 32, 2 kN · m male utilizzo.
1, 05
Domanda e risposta strutturale sono espressi, in
Nel campo plastico: questo caso, in termini di deformazione d. La verifica
è soddisfatta se la freccia elastica di progetto dd (do-
235 manda) non supera la freccia limite stabilita dalle nor-
MRd p = fydWp = ⋅ 165, 2 ⋅ 10−3 ≅ 37 kN · m
1, 05 me (tab. 1.2). Deve essere:

La risposta strutturale Rd è in questo caso: dd ≤ dlim


nel campo elastico MRd e ≅ 32,2 kN · m
nel campo plastico MRd p ≅ 37 kN · m E se m p i O
Si esegua la verifica allo SLE di deformazione della
Esempio di verifica trave appoggiata degli esempi precedenti.
• Azioni di progetto → Fd
Nella trave dell’esercizio precedente si ha la domanda:
La combinazione rara (2) determina il carico di pro-
Md = 19,0 kN · m getto. In presenza di due carichi variabili si hanno due
e capacità di risposta maggiore: combinazioni di carico.

nel campo elastico MRd e ≅ 32,2 kN · m 1. Carico dominante: carico di esercizio qk


nel campo plastico MRd p ≅ 37 kN · m pd = g + qk + y0 s qsk
La verifica di resistenza è comunque soddisfatta. pd = 2 + 3 + 0,5 · 4 = 7 kN / m
Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 19
Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
2. Carico dominante: neve qsk
pd = g + qsk + y0 q qk
2.6  Metodo alle tensioni ammissibili
pd = 2 + 4 + 0,7 · 3 = 8,1 kN / m Ponendosi come metodo immediatamente derivato
dai principi della Scienza delle costruzioni e collau-
• Analisi → domanda Ed
dato da più di 150 anni, l’MTA è particolarmente sin-
Dati:
tetico e semplice. Il procedimento di calcolo è il se-
Acciaio → E = 210 000 N / mm2 guente.
HEB 120 → (Prontuario, tab. Acc2) → In = 864 cm4
Freccia di progetto dd Azioni di progetto Fd
– dovuta al carico totale:
Le NTC 2008 prescrivono che nelle verifiche alle ten-
5 pd l 4 5 8, 1 ⋅ 36004
dd = ⋅ = ⋅ = 9, 7 mm sioni ammissibili si utilizzi la combinazione rara (2).
384 In 384 210 000 ⋅ 864 ⋅ 104 Si avrà quindi:

– dovuta ai soli carichi variabili Fd = G + Qk 1 + y0 2 Qk 2 + y0 3 Qk 3 + …


(pd = 8,1 – 2 = 6,1 kN / m):
Le azioni permanenti G e variabili Qk devono esse-
5 pd l 4 5 6, 1 ⋅ 36004 re assunte con i valori nominali o caratteristici previsti
d2 d = ⋅ = ⋅ = 7, 3 mm nel capitolo 3 delle NTC 2008 (tab. 3.1.II di pag. 4).
384 In 384 210 000 ⋅ 864 ⋅ 104 Si considerano agenti con l’intero valore (gG =
= gQ = 1) e, a eccezione del carico dominante, fattoriz-
• Resistenza → risposta Rd
zati con i coefficienti di combinazione y0 (7).
La resistenza è in questo caso costituita dalle massime
Andranno naturalmente esclusi dalla combinazio-
frecce elastiche consentite dalle norme, ricavabili di-
ne i carichi variabili Qk j che danno contributo favore-
rettamente dalla tabella 2.2. Si ha:
vole alla sicurezza.
l 3600
Per dd → dd R = = = 14, 4 mm
  250 250 Analisi strutturale
l 3600 Poiché le verifiche sono sicuramente svolte nel campo
Per d2d → d2d R = = = 12 mm
  300 300 elastico del materiale, l’analisi è sempre di tipo elasti-
co lineare, nel rispetto delle ipotesi della Scienza delle
• Verifica → Ed ≤ Rd
costruzioni.
Essendo la domanda strutturale (dd , d2 d) inferiore alla
I risultati dell’analisi, che costituiscono la domanda
capacità di risposta dd R, d2d R), si ritiene soddisfatta la
strutturale Ed, possono essere espressi indifferente-
verifica allo SLE di deformazione.
mente in termini di tensione o di sollecitazione.
L’MTA preferisce in genere usare la prima strada,
Tabella 2.2  Frecce limite per gli elementi di impalcato delle costru-
zioni ordinarie (NTC 2008) determinando le tensioni di progetto sd, td.

  Elementi strutturali Limiti superiori


per gli spostamenti verticali Resistenza di progetto
δmax / l δ2 / l
La resistenza del materiale fd, detta in questo caso
Coperture in generale 1/200 1/250 tensione ammissibile f̄ a (s̄a, t̄a) si ottiene dividendo la
Coperture praticabili 1/250 1/300
resistenza caratteristica fy per il coefficiente gM. Si ha:
Solai in generale
Solai o coperture che reggono 1/250 1/350 fy
fa =
intonaco o altro materiale di finitura gM
fragile o tramezzi non flessibili
Solai che supportano colonne 1/400 1/500
Nei casi in cui lo spostamento 1/250
può compromettere l’aspetto (7)  Nella formulazione tradizionale dell’MTA tutti i carichi pote-
dell’edificio vano presentarsi contemporaneamente con la massima intensità
(y0 = 1), secondo la formula:
• l è la luce dell’elemento (nel caso di mensole, il doppio
Fd = G + Q1 + Q2 + Q3 + …
dello sbalzo)
• δ2 lo spostamento elastico dovuto ai carichi variabili Le due formulazioni coincidono nel caso di presenza di un
• δmax è lo spostamento nello stato finale, depurato dell’eventuale solo carico variabile, quando si ha:
monta iniziale Fd = G + Q1

Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 20


Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
Tabella 2.3  Frecce limite (DM 92-CNR UNI 10011) Domanda di deformazione (per soli carichi variabili):
  Elementi strutturali Freccia limite δlim
5 pd l 4 5 6, 1 ⋅ 36004
l / 400
dmax = ⋅ = ⋅ = 7, 3 mm
Travi determinata dal solo
384 In 384 210 000 ⋅ 864 ⋅ 104
carico variabile
• Resistenza → risposta Rd
Travi caricate direttamente
Risposta di resistenza (tab. 1.1):
da pilastri o da muri portanti
l / 500
(in assenza di particolari s̄a = 160 N / mm2
determinata dal carico totale
provvedimenti cautelativi,
anche da muri divisori) Risposta di deformazione (tab. 2.3):
l / 200
Solai di copertura (travetti) l 3600
determinata dal carico totale dlim = = = 9 mm
Per le travi a mensola ci si deve riferire a una luce pari al doppio
400 400
della lunghezza dello sbalzo.
• Verifica
Confrontando la domanda con la rispettiva risposta,
è immediato vedere che sono soddisfatte entrambe le
I coefficienti gM sono in questo caso tanto alti (tab. verifiche:
1.1) da costringere l’elemento strutturale a lavorare
nel campo elastico lineare. smax < s̄a    dmax < dlim

Le deformazioni resistenti (dlim) delle travi di acciaio Non può sfuggire l’analogia tra la verifica di deforma-
sono riportate nella tabella 2.3. zione eseguita con MTA e la corrispondente verifica
allo SLE raro (MSL).

Verifica

L’MTA comprende normalmente solo due tipi di ve-


2.7  MSL e MTA a confronto
rifiche (8): Pur presentando molte analogie formali, MSL e MTA
• di resistenza, riferita alla capacità portante; hanno, nei confronti del calcolo, un approccio comple-
• di deformabilità, riferita alle condizioni di esercizio. tamente diverso (tab. 2.4).

L’MSL si basa su criteri prevalentemente


E se m p i O probabilistici.
Si verifichi con MTA la trave dell’esercizio 1 del para-
grafo precedente. Le azioni sono considerate grandezze non certe,
ma aleatorie e come tali sottoposte ai procedimenti
• Azioni di progetto → Fd di combinazione e di fattorizzazione tipici del calcolo
Si hanno le due possibili combinazioni. probabilistico.
1. Carico dominante: carico di esercizio qk Agli SLU le azioni sono assunte con valori maggio-
rati di circa il 40-50% rispetto ai valori caratteristici,
pd = g + qk + y0 s qsk in modo da prefigurare una situazione di crisi. Nelle
pd = 2 + 3 + 0,5 · 4 = 7 kN / m diverse combinazioni, uno solo degli n carichi variabili
è assunto di volta in volta con valore caratteristico Qk,
2. Carico dominante: neve qks
mentre gli altri n – 1 partecipano con valore raro y0 i Qki .
pd = g + qsk + y0 q qk Altre grandezze sono invece considerate certe e
pd = 2 + 4 + 0,7 · 3 = 8,1 kN / m determinate.
Già nel calcolo delle sollecitazioni sono considerate
• Analisi → domanda Ed aleatorie le azioni, ma certe le altre grandezze in gio-
Domanda di resistenza (We = 144 cm3): co (bracci delle forze e geometria delle sezioni). Inol-
tre l’MSL assume come certe le resistenze di calcolo,
pd l 2 8, 1 ⋅ 3, 62 dividendo le resistenze caratteristiche per opportuni
Md = = = 13, 12 kN · m
8 8 coefficienti di sicurezza.
La coesistenza di criteri probabilistici e determini-
Md 13, 12 ⋅ 103
s max = = ≅ 91 N / mm 2 stici giustifica la denominazione di «metodo semipro-
We 144 babilistico».

L’MTA si basa su criteri prevalentemente


(8)  Ulteriori verifiche (di instabilità negli elementi snelli, di fati-
ca, al fuoco) si rendono necessarie in casi particolari. deterministici.

Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 21


Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007
Tabella 2.4  MSL e MTA: quadro riassuntivo

MSL (SLU) MTA

Criterio Semiprobabilistico Prevalentemente deterministico


Materiali Possono lavorare anche nel campo plastico Lavorano solo nel campo elastico
Azioni elementari G, Qk Valori di calcolo Valori caratteristici
γG G, γQ Qk G, Qk
Formule di combinazione Fd Più di una Una sola
Analisi strutturale In genere elastica lineare nelle combinazioni Sempre elastica lineare
non sismiche
Domanda di resistenza Ed Sollecitazione di progetto Tensione di progetto
Risposta di resistenza Rd Sollecitazione che corrisponde Tensione ammissibile
allo snervamento o alla deformazione ultima (per l’acciaio: γM ≅ 1,5)
(per l’acciaio: γM =1,05)
Verifica Ed ≤ Rd
Tipo di verifica Globale → l’MSL può verificare l’intero Puntuale → l’MTA verifica la singola sezione
edificio, tenendo conto delle relazione del singolo elemento strutturale
tra i vari elementi strutturali

Dà per certo, infatti, che tutti i carichi non possano zo armato, dove l’MSL può progettare sezioni ridotte
superare il proprio valore nominale o caratteristico. e quindi più economiche.
L’unica combinazione da considerare è quella agli
SLE rari (novità, questa, introdotta dalle NTC) in cui, L’MSL è più complesso dell’MTA.
di volta in volta, uno solo degli n carichi variabili è as-
sunto come dominante (con valore caratteristico Qk), Infatti:
mentre gli altri n – 1 partecipano con valore raro y0 i Qki .
Dividendo la tensione caratteristica per il coeffi- • considera un maggiore numero di combinazioni di
ciente di sicurezza, l’MTA dà per certo anche il valore carico;
della resistenza. • prescrive un maggiore numero di verifiche;
Altre differenze tra i due metodi (sull’analisi strut- • può costringere all’analisi non lineare
turale e sul tipo di verifica, globale o puntuale) pos-
sono essere apprezzate solo affrontando il calcolo di Proprio la complessità delle indicazioni progettuali
strutture complesse e soggette ad azioni sismiche. e le difficoltà pratiche di calcolo hanno creato una cer-
ta resistenza alla diffusione del metodo (consolidato
alla metà del secolo scorso), da parte sia dei proget-
L’MSL è più sicuro dell’MTA.
tisti sia delle normative. Oggi queste difficoltà sono
superate dalla disponibilità di un software strutturale
Infatti:
sempre più raffinato e competitivo.
• realizza un migliore accordo con i risultati speri- Al di là delle situazioni particolari previste dalle
mentali; NTC, l’MTA – sintetico e immediato – resta a disposi-
• costringe il calcolatore a considerare, mediante il zione del progettista per eseguire:
gioco dei coefficienti, una più ampia casistica di
condizioni di carico; • il dimensionamento di massima delle sezioni;
• comporta controlli più circostanziati, indagando • il controllo locale sull’ordine di grandezza dei risul-
anche su situazioni particolari; tati restituiti dai programmi di calcolo.
• può esplorare il campo plastico;
Il paragrafo 10.2 delle NTC 2008 dice esplicita-
• si adatta anche ad analisi non lineari, a volte indi-
mente, a tale proposito, che «spetta al progettista il
spensabili in presenza di azioni dinamiche (sisma).
compito di sottoporre i risultati delle elaborazioni a
Nel calcolo di schemi elementari, soggetti a poche controlli che ne comprovino l’attendibilità; tale va-
azioni variabili, l’MTA porta a risultati molto vicini lutazione consisterà nel confronto con i risultati di
a quelli dell’MSL (che amplifica le sollecitazioni, ma semplici calcoli, anche di larga massima, eseguiti con
contemporaneamente anche le resistenze). Differenze metodi tradizionali e adottati, per esempio, in fase di
più apprezzabili si hanno negli elementi di calcestruz- primo dimensionamento».

Copyright © 2010 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6779] 22


Questo file è una estensione online del corso Vera Zavanella Strutture Calcolo Progetto, seconda edizione © Zanichelli 2007

Potrebbero piacerti anche