Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Atti Del Primo Congresso Nazionale Di in
Atti Del Primo Congresso Nazionale Di in
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
NYPL RESEARCH LIBRARIES
VXA
1
ATTI
del
GENOVA
TIPOGRAFIA DI ANGELO CIMINAGO
Vico Mele, 7, int. 5
1911.
Cor
ATTI
del
GENOVA
TIPOGRAFIA DI ANGELO CIMINAGO
Vico Mele, 7, int. 5
1911,
بلاية فية
ངུ་ 1911
( & ༥༢༢ །
ŵ Marino
202 ,1911
དོན་ག་ལའི་ དག་པས་སྤང་
CLAS
T
PUBLIC LIBRARY
55487A
LENOX AND
FO UNDATIONS
L
- III
INDICE
Adesioni XII
XX
Telegrammi.
Memorie.
Verbali .
quarta 541
quinta 583
CONSIGLIO DIRETTIVO
(Anno 1911 )
11 NOVEMBRE 1911 .
12 NOVEMBRE 1911 .
13 NOVEMBRE 1911 .
Presidente Onorario
Presidenti
Segretario
A desioni
IGNARRA ing, cav. uff. Edoardo - Ten . Colonn. Genio Nav. Capo Uf-
ficio tecnico, Livorno.
SALVATORE ORLANDO
ROMA.
<< Institution of Naval Architects sends bets wishes for success
<< of italian Congress »
BRISTOL President.
MARQUIS of BRISTOL
r
x = y = d
d %
=
d
-
$ 9. Con le controtorpediniere si potrebbe ritenere esau-
rita la serie dei tipi del naviglio militare, se recentemente non
si fosse fatto luogo alla introduzione di lance automobili come
suscettibili di destinazione a servizi militari . Le Tav. IX e X,
nelle quali necessità tipografiche hanno ancora una volta obbli-
gato a impiccolire le scale del disegno, contengono nelle loro
linee a tratto grosso le curve di resistenza per le carene, ridotte
a un chilogrammo di dislocamento, di lance automobili carat-
terizzate da un coefficiente di lunghezza di 6,6 per l' una, di
7,0 per l'altra ; anche per questo specialissimo tipo di naviglio
si manifesta la benefica influenza di un incremento del coeffi
ciente di lunghezza, tanto da farci arguire che, se i costruttori
di naviglio automobile non si sono spinti oltre nell'assegnazione
del coefficiente di lunghezza, ciò devono aver fatto per preoccu-
pazioni dipendenti da stabilità , robustezza, facilità di governo o
altro ma non da considerazioni facienti capo alla resistenza di
carena. In ogni modo la Tav. X ci permette di rilevare che le
lance automobili , così come esistono in alcuni loro tipi abba-
stanza pregiati, raggiungono velocità le quali, fatta la riduzione
all'unità di dislocamento, salgono a oltre 2,50 m. per sec e in-
contrano resistenze che si ragguagliano a oltre 140 millesimi
del dislocamento.
a ne
$ 14. — Sarebbe erroneo il credere che una fortunat evoluzio
dei tipi di carena si sia prodotta soltanto presso di noi : essa è stata
generale , anche perchè in parte essa dipende dalla natura delle
cose e dalla necessità di soddisfare ai bisogni via via mutevoli
e crescenti delle nuove concezioni di navi militari . Essendo ve-
nuto a conoscenza dei risultati sperimentali ottenuti su diversi
modelli di navi della marina militare francese , ho formato con
o
essi, previa riduzione al dislocamento di un chilogramm , il
complesso delle linee riportate a Tav . XIV , nella quale il gruppo
inferiore si riferisce a tipi varii di corazzate, dalle primitive a
quelle che furono per molti anni il tipo quasi costante della
corazzata di squadra in quella marina e infine a quelle che si
riferiscono a un tipo pregiato di grande incrociatore corazzato ;
evidemente anche là il progressivo crescere del coefficiente di
lunghezza da circa 4 a oltre 6 accompagna un progressivo mi-
glioramento del modo di comportarsi rispetto alla resistenza di
carena. Analoga conclusione dovremmo trarre esservando le linee
del gruppo superiore , che riguardano navi da crociera , da esplo-
razione , da servizio torpediniero . Si potrebbe osservare che , seb-
bene il carattere generale dell'insieme di linee della Tav . XIV
20 -
o
§ 16. - Le Tav. da XIX a XXIII incl . mi hanno servit per rap-
presen ta re , prev ia la cons ue ta ridu zi on e al disl oc am en to unità , i
risult ati sperim en ta li relati vi a alcuni specia gallli eg gi an ti , per
(*) Una gran parte del materiale sperimentale, che ha servito alla
preparazione di questa Nota , è tratto dagli annali dell' officiua per espe-
rienze di architettura navale del regio arsenale militare marittimo di
Spezia ; mi corre obbligo di esprimere la mia riconoscenza al Ministero
della Marina per avermi consentito di valermi del materiale in essi
annali raccolto .
(* ) Nelle tavole annesse i numeri indicati con Le hanno il significato
del coefficiente di lunghezza considerato nel testo di questa Nota ; i
numeri indicati con N. e I hauno il significato di due analoghi coeffi-
cienti di larghezza e di immersione .
Tav. I.
25
4
13
2
0
20
و Pirosafi
s 8
-7
6 6
5
4 4
3
2 2
1
-10 10
9 9
8
7
G 6
S 5
4
3
2
2
10
-2 3 5 6 S 1
la
le
la
lo
to y MI 100 2
น
3
or 4
1
3
2
17
0
10 20
.2
.3 2
Corazzate
Tav. II.
A
18n6n
9.
5-i18 75
188
.7
0-1 es
890
" 189
0-1 ཏྟཱ
900
1
~2 .
05
09
4
3
1
8
910
6
5
9
2
3
10
4
25
2
9
20
1
S
y
Tav. III.
25
108
2
eri
7
20 20
dini
2
Kope
Jurociatori
8
ori
iat
roc
5
inc
ཤ་
མ
2
lli
1
ote
10
ri
10
to
ia
12
oc
cr
in
7 X
6 o ri i
at at
5 ci i 9
ro ar 5
mc pr
4
3
2
10
3 5 ·8 1.9.
4. 9.
Tav. IV.
50
Naviglio
40
ut
Sa 20
порго
Sco
во
Explorazione
30 30
20 20
10 10
the •2 1.6
Taviglio
torpediniero
40 20
Corpediniere to
30 30
20 20
5
4
3
2
10
2
24 او
Tav. V.
Tav. VI.
150
40Naviglio 40
to 3x
ot 9
a
di
Xorpediniero
çai
dtiip
di
me
i
liv
ia
ed
di
ut
Contro- torpediniere 30
98
86
-
20
20
10.
10
9.
Tav. VII.
90
80
Corpediniera
70 L.C = 8,90
N = 0,93
10, 26
_60
50
40
30
20
10
ང་
to
F
1
Tav. VIII .
90 20
80 86
Contro torpediniera
་
70 L₂ = 9,80
N. 0,92
1.0.27
60 60
50 50
40 40
.30 30
20 20
10 Jo
O
1-2 棒 +8
Tav. IX.
240
Lancia
150 automobile
L= 6,65
120
N = 1,04
110 I = 0,38
100
90
80
60
50
40
30
20
6390
Tav. X.
Lancia
₤130 automobile
120 L₁ = 7,05
N₁ = 1,27
110 = 0,30
100
90
80
-10
60
50
40
30
20
68202
Tav. XI.
90 90
Cipi principali
del
80 80
Naviglio militare
70
is
din
लागत
100
60 या 60
one
50 30
rari
exaplor
40 40
d
30 30
attaglia
20 20
costa
10 10
02
Tav. XII.
68 18
8.4
86
Naviglio da battaglia
63
20 e da crociera 20
19
9
7
della R. Marina Italiana
5.
18 8
7
6
5
4
ठ
3
2
1
10
10
9
89 8
700
9.8
31
4
2
5.
3
2
1
2
6 .8 9 10 1
6
Tav. XIII.
Agordat
क
rdia
Lomba
20 20
Naviglio
ง
ба S
battaglia
>
n
Wo
da crociera 6
5
Polo co
za
della RMarina Italiana 4
Mar
a
Pisa
en
egu camor
nf
3
Co
Fie
2
a
1
Jar
10 10
9
Lio
8
O
Garoba ator
>
Chalis ts
ndd
fon
Acl o
ys 6
In
BBe
3
2
2
11
0
2 3 9 10
14 1.5 8 ༡
9.
Tav. XIV.
125
4
e
mb
1
Vipi diversi della
ta
20
Bo
Mi
19
82
9
Marina militare francese
8
7
6 8. 6
5
98
4
r d
3
ya
- a an
e
2
42
Oc
B
et
1
in
10 10
Qu
9
9
r
8 8
6 sé
₹
g
s
7
d
6
a
6
E
r
i
8
u
5
9
C
5
4
3
1 2
1
a 4 5 1.6 1.7 18 1.9 10 1 21
Tav. XV.
40 di 40
Esperienze
R. E.Froude
36
20
6.8
to
·6 8 10 -2 6 ·8 20
Tav . XVI.
50
ང་
ག
༢
དཁ1
ཁ
8
40 40
30 30
y = 0,56
7
9.8
20 20
9
09
ऋद्र
10 to
18
16
5
4
3
12
10 •2 10 ·2 .4
Tav. XVII.
[ 2.
30 30
y= 0,64
98
20
--༥༤
ནི་
གཝ་
ལུ་
ཁ་
10 10
2
18
{Y
6
4
3
2
Fo 8 Z% 4 6
Tav. XVIII .
40
4 = 0.68
30
J
20
10
10
50 50
8
16
5
4
3
2
40
2
unaratto
6
5 XL = ~ 2,4
4
nt
13
di
co
un
१
iw
30 30
so
o
2
8
7
o llo
6
5
de
4
dell
Mo
Bodelle
20 201
9
8
6
5
4
3
2
1
то 10
9
18
Z
16
5
4
13
2
·8 .
२
Tav. XX.
23 25
31
Barcone da canali ย
no
4 = 0,95 1
20 20
9
S
L = 5.26 8
N = 0,88
Ne 7
I = 0,23 6
5
4
2 a
1
2ii le
10 10
a
can
21x41
In
9
d
8
a
ri
1
be
o
11.
a"c
li
3
2
1
10
2
5 8 10
Tav. XXI.
50
Chiatta fluviale
40 4: 0,82 40
Le=7,35
N :1,00
1 = 0,17
30 30
20 20
10 +101
13
12
-4
&
to 2 1.6 ·8 Lo
Tav. XXII
30
Sanciaa vapore
40 4 =0,47 40
L = 5,45
N = 0,97
L = 0,40
30 30
གཡ
20 20
10 10
13
12
10 |Չ 2 ·6 8 20
Tav. XXIII.
le
199
tomobi
-u
a
a ncia
iglio
90 Nav 90
au a
i
Xorpediniero Lanc
e minore
80 ed
1ST
media
08
sapore
70
P
Con
R
60
60
Isa
२० 2 12
Tav. XXIV.
Rota
d.66 kg
Kg
80
L -9,31
750
N = 1,02
16=0,24
70
60
3.10
50
225
40
150
30
075
20
10
+8 10 2
: +24 1.8
་יד ז
Tav. XXV.
90
Denny
80
L. 8,80
N. 0.85
1.-
70
370
295
50 295
40
1,50
015
30
20
10
9102
Tav. XXVI.
Schütte
d.65 Kg
L₁ = 8,65
Nc = 0,98
I. - 0,26
F70
F60
-50
-40
14,20
30
555!!!
395
20
10
620
XXVII.
₤20 Schütte
d- 65 kg
£80
Le = 8,65
Ne = 0,98
Ic = 0,26
70
F60
50
7.901
-40
2.65
30
20
090
10
TTTL
Tav. XXVIII.
Sopper
d.65 Kg
=80
4c = 7,40
N = 1,16
Ic 0,26
8,00
50
16
40
SA
967
10 +2 to
Tav. XXIX.
90
Sopper
d= 86 Kg
-80
Lc=8,55
N =1,30
I₁ = 0,22
70
60
50
€40
725
30
145
20
10
0 2 4 6 8 20
078 46
1
Tav. XXX.
90
Topper
d= 99 Kg
80
L = 8,20
Nc= 1,25
Ic = 0,20
70
60
50
€ 40
69
30
141
20
10
* 6 8 10 2
Tav. XXXI.
20 Dumbarton
d = 124 Kg
·80 L₁ = 7,33
Nc = 0,99
Ic = 0,16
1160
40 9.76
34
20
70
810 2 #
Tav. XXXII.
20Harold
Jarrow
80
Le= 8,15
Nc= 0,85
Ic = 0,32
E60
50
325
2.75
E40
160
30 070
6 19 20
Tav. XXXIII.
€90
Caylor
d= 450 kg
₤80
Lε= 4,95
Nc = 0,90
70 I = 0,34
60
50
40
30 08.
456
06
20
10
Tav. XXXIV.
90Rasmussen
D= 105 t
£80
L.- 9.05
Nr. 0,92
L=
F70
-60
-50
3,30
2.45
F40
125
#
015
-30
120
40
-12
Tav. XXXV.
90Rasmussen
D = 132 t
80
Le 8,68
Nc = 0,94
Ic =
70
60
50
40
0,9.
23
3.0
30
13
20
30
Tav. XXXVI.
20Saulus
₤
De400 t
80
L₁ = 8,70
Nc = 0,95
Ic = 0,31
£60
50
40
-30
205
QE82
40
10
Tav. XXXVII.
06:
Sh . Watt
80D = 836 °
L.- 8.80
N = 0,95
1.: 0,26
70
60
800
180.175
50
07
30
20
OF
6 810 8
Tav. XXXVIII.
90
Sommergibile
80
L= ~ 6,00
60
50
40
A
30
10
2
4.
P
T
Sull'armamento principale e sulla difesa subacquea
delle navi da battaglia
I.
Armamento principale
gneri navali
learneddel Luglio scorso a Londra : « No new lessons have
< been by the war to revolutionise the art of naval con-
struction
< . The Dreadnought is but the logical outcome of the
progress of naval construction and that type would have been
arrived
< at, sooner of later , even if the war had never taken
" plac
e. »
30 -
(A) 460
五
目
(B) 332
(C) 300
35
(D) 220
(E ) 202
(F) 180
(G) 180
(A) 490
(B) 460
(C) 554
(D) 610
(E) = 619
(F ) 630
(G) = 630
(A) = 1960
(B) 2216
(C) 2280
36
( D) 2440
(E) 2476
(F) 2514
(G) 2520
Dal che risulta sempre che le navi del secondo gruppo hanno
campi di grande intensità di fuoco complessivamente maggiori di
quelle del primo gruppo.
Per ciò che riguarda poi esclusivamente il tiro dritto per chi-
glia, la superiorità dei tipi di armamento ( D) (E) ( F) (G) su quelli
del primo gruppo non richiede dimostrazioni .
Come si è già visto, solo un impianto può, in queste ultime
navi , far praticamente fuoco in tale direzione, mentre le navi ad
armamento sovrapposto dispongono di due o di tre impianti agenti
nello stesso senso .
In queste condizioni , è evidente che alle navi tipo (A) ( B ) (C) ,
specie a quelle del tipo C, non converrebbe dar caccia o ritirarsi pre-
sentando la prora o la poppa , ciò che eventualmente può costituire
la via più breve per raggiungere il nemico o per entrare nella zona
di protezione di un porto di rifugio , poichè esse non potrebbero
opporre al fuoco intenso dell'avversario , che il fuoco di un solo
impianto e si troverebbero perciò in uno stato di inferiorità .
Navi di questo tipo , combattendo con nemico provveduto di
tiro sovrapposto, si trovano dunque sempre nella necessità di ma-
novrare in modo da rilevarlo per un angolo, dal piano diametrale ,
non inferiore alla metà dell'angolo morto dell'impianto immediata-
mente adiacente a quello estremo , e cioè da 6 a 25° , onde poter
far fuoco almeno con due impianti . Invece le navi del secondo tipo ,
specialmente quelle che presentano al fuoco estremo tre impianti ,
non hanno la necessità assoluta di modificare le proprie rotte ed
avranno quindi sempre il vantaggio di una grande libertà di manovra.
Evidentemente quanto più ampio sarà il settore laterale di
massima intensità di fuoco , nelle navi a impianti sullo stesso ponte,
meno duramente si farà sentire questa necessità, alla quale però
esse dovranno pur sempre sottostare .
E per ciò , poichè il settore massimo laterale aumenta coll'au-
mentare della lunghezza , come conseguenza, si andrebbe a navi ec-
cessivamente lunghe, difficilmente manovrabili, che presenterebbero
- 37 -
(D) 50°
(E) 19°
(F) 180
(G) 30°
(D ) 120°
(E ) 98°
(F) 108°
(G) 120°
Difesa subacquea
1
della nave a ponte alto nel rapporto di per le parti centrali e
2,74
1
di per le parti adiacenti alle macchine , mentre le freccie di
4,38
1 1
incurvamento avrebbero rispettivamente i rapporti di e
7,5 19,17
Vi è quindi presumibilmente da sperare di poter costituire una
paratia laterale, raccordata in alto col ponte corazzato , capace di
resistere agli effetti che una esplosione sottomarina , che avvenga
ad una distanza non minore di m . 5 da essa, può farle risentire
attraverso le tre pareti interposte , fasciame esterno , fasciame in-
terno, paratie del carbonile ed eventualmente la massa di carbone
depositata nello stesso .
In ogni caso, le deformazioni alla paratia laterale avranno
certo una grande limitazione in confronto di ciò , che avverrebbe
nel caso del ponte corazzato rialzato , onde può con sicurezza
presumersi che , nella peggiore delle ipotesi , il danno sarà limi-
tato e non potrà probabilmente mai essere invaso più di uno dei
grandi compartimenti centrali . Ma anche in questo caso, dagli
esperimenti eseguiti , potendo ritenersi certa la resistenza del ponte
corazzato, esso verrebbe a costituire pur sempre, così come si pro-
pone di disporlo, una grande riserva di spostamento e di stabilità,
ciò che non ha luogo affatto colla forma usuale del detto ponte .
La disposizione orizzontale dello stesso rappresenta inoltre un
efficace rinforzo al fasciame esterno contro le pressioni orizzontali ,
mentre permette di unire il ponte stesso alla paratia laterale co-
razzata con un raccordo di raggio sufficiente formando così , colle
due lamiere soprapposte (quantunque di grossezze differenti) , una
struttura unica , capace di una certa elasticità e suscettibile di de-
formarsi senza dar luogo a vie d'acqua.
Si ha, in tal modo , come si è detto , una carena di emergenza della
nave.
Economia di peso.
Carbonili.
Zona Cellulare.
(A)
THE NEW YORK
PUBLIC LIBRARY
ANTOR, LENDE
TILDEN FOU
TAV. II .
(B )
TAV . III .
(C )
0.
フ
ro TAV. IV .
(D)
THE WSW YORK
PUBLIC LIBRARY
TILDEN
TAV. V.
(E)
?
TAV. VI.
(F)
8E1
$108 , LENOX
ALDEN FOUNDATIONS
TAV. VII.
(G)
THE NEW YORK
PUBLIC LIBRARY
TOS , LENO
TALDEN FOUNDATIONS
THE NEW YORK born 395 % 5°
IR NEW Y
PUBLIC LIBRARY
BLIC LIBI
ASTOR, LENOX
ASTOR, LEN TILDEN FOUNDATIONS
EN FOUND Comp
Gran co
| il mp
FIG. 2
•
TAV. X.
( F)
"1
Ear
ONIN
Il numero delle eliche nelle moderne navi da battaglia
*
- 60
7'1
S rapporto della resistenza al rimorchio , della carena mu-
X Xe = E
as
4
1: 80LA
SCA
5.95
14 12
. 0-5 43.704
00
3.7 15.00
----
---13.00
26.90
ELEMEN
PRINCI
DELLE PALI
TIELICHE
OR
.. TO
P TO 5-0,913
RAPPOR
AL
D DIAMET
{ RO MASSIMO 3,680
MOZZO
DEL 0,768
PASSO
GEOMETRICO 3,360
m
SUPERFICIE PROIETTATA
TOTALES 5,87
ISVILUPPATA
ELICA
UNA
DI 6,71
DI
TOTALE
FRAZIONE
PASSO 0,577
Tav
.I.
LIN
a EA ALLE
MMERSION
I-•SA.
น D'ACQUA
IM
.CE
INTERMED
LINEA IA- ELEMENTI DELLE
DELLA
FORME
C
=INH
DELLE
LARCE
DOLLE
SOZIONI CARENA LUNGHEZZA IMM
= ERSIONE
ALL'IMM
CARONA
DELLA
.TAASUBASALI
AE
=
PaROPILO DELLA
SONG MAOSTRA Lanonezza ARE O
DELLO
SED
TRA OR
B
CARE N
Scal
FÜR
LE a 35.5
LUNGHEZ
mm
: ze UNI
PERTA
DEA
SCAL
LE A LARGИezze PER
LG 4
.0
IMMERSIONI
: mm .
FER UNITA
SCAL
PER
LC A AREE
DOLLO SEZIONI TRASVERSALI UNI
FOR
'.100TA
: mm.
bis
.I
Tav
HAVE
SISTEMAZIONE
DELLEA TRE
CLICHE
ઉં
4
:1 80 A
SCAL
5.90
7
10.70
ELEMENTI
PRINCIPALI
DELLE CLICHE
9
,0
: 465
=
RAPPORTO
AL
METRO
{ m 4.094
a DIAMETROMASSIMO
MOZZo
DEL 5,840
P PASS
GEOMOETRICO 3,875
ន SUPERFI
TOTALE
!! CIE PROIETTATA
m 7,95
G VIL
DI UPP
1SCLI
UNA CA ATA 9,03
f FRAZIONE
TOTALE
DI
PASSO 0,631
ADA 2204
I.Tav
I
NAV BE
SI
DELST
LE EMAZIONE
QUATTRO
CLICKE
y
ac
4
1
: 30LA
SCA
5.95
12,90
ELEMENT
P
!RINCIPALI DELL
ELICHEE
음
:-
RAPPORTO
AL 0
= ,913
D MASSIMO . 3,833
DI AMETRO m
MO
DELZZ O 0,800
GEOMET
PASSO RICO 3,500
SUPERFI 6,37
m²
TOTALE CIE PROIETTATA
{
ISVILUPPATA
ELICA
UNA
DI 7,28
FRAZIONE
TOTALE
DI ?
PASSO ༠,5
.III
Tav
B
NAVE
DEL LE TRE ELICHEx
SISTEMAZIONE
4
:1 80
SC ALA
B
A
-6.30
5.95--
5.95-
2· 0- 0-4-5 7.50--
|---
4.00
-5.2
。....
ELEMENTI
PRINCIPALI ELIC E
DELLHE
: TO 0
=
2
: ,9465
RAPPOR
AL
D 4
.m,264
DIAM
{ ETRO MASSIMO
d MOZZO
DEL 0,882
5.20
PASSO
GEOMETRICO " 4,037
PROI LE 2
8,63
SUPE m
TOTAETTA
. TAIE
RFIC
ELICA
UNA
DI SVILUPPATA
19 9,79
TOTALE
DI
FRAZIONE
PASSO ~ 0,631
I V
.Tav
IS OL
ICAT
HEE
E L
Pg
)
(
%
2 N
IBASE
AL
DEI
FUNZIONE
I—
=
DI LORI
VA eN
0.6
0.50
CLIC
A
0.40
Blee
e =
0.30
0
2.2
VALORI
5 10 15 20 25 30 35 40 45
er
O
VALORI %
คเP7a
IN
BASE
DI
Tav
.V .
ས་ས་
TOT
EFF ALEENZA
DELLICI DI
PROPULSIONE
NUM
DEL ERO
DEI EE
LIN GIRI
E
B
HAVE
A VE
HA
3 LICHE
COM CHE
3
F
ALI
ONCHE A
-C COM
. 300 300
PROPULSIONE
10
70
200
.2000 CHE HE
IC
EL4I E CL
པ་ ན་
1 LICH A
E
& COMLICHE
B
130
CON 3
CON
100
100
EFFICIENZA
NUMERO
16
14
12
10 18 20 22
24
26 10
18
16
14
12 20
12 24
26
30
VELOCITA
IN HODI VELOCITA
IN
MODI
Tav
.VI
I
VALORDEL SCIATE
COEFFICIEN
QURELLE LATERALI
EL CE E
NT RA LI PE
PER LEICHE
VE
HAA
ELICHE
THE ELICHE
CON
QUATTRO
COM
4200
CENTRA
BLISHEL
1.100 TH
LATERE
ALI
512
1,000
0,900
VALORI
0,800
16
10
14
12
18 20 22 24 26 18
20
16
14
12
10 22 24 26
24
22
IN
VELOCITA
HODI VELOCITA
NODI
TH
II
V.Tav
VALORI
EL SCIA
COEFFICIENTE
CENTRALI QUELLE LATERALI
PER Le HE
(
ELI E PER
B
NAVE
CON ELI
TRECHE ELI
CON TTRO
QUACHE
RLICH
1.200
ELICHE.LATEBBEL
CENTR
ELICHEALI
1.100
5/5 ELITHE
LAT ERAL
1.000
VALORI
0,800
12
10 16
14
18 20 22 24 26 10 12 14 16 18 20 29 24 26
24
UELOLITA NODI
IM VELOCITA
IN
HODI
VIII
.Tav
VALO
DELLERI A CARENA
SPINT
ESERC E
ITATE ACCOPPIATE
ELICHE
DALLE ALL
A
NAVE
90 O
(N TRE ELICHE COH ELICHE
QUATTRO
_80
70
GO
50
AL
_AQ E RA ER
TONNELLATE
AT
9
L
A
NI
IC
EL
A
2
UN
90
SPINTE
10
100 20 40 60 200
2.0
80 40 60 100 20 40 60 200
80
20 40 60
NUMERDEO '
1
GIRIAL NUMERO 1
AL
GIRI
'DEI
Tav
.IX
13
VALO
SPIN
ESER E
TE
DELLCITA
RI TE ELICHE
ACCOPPIATE
DALLE
ALLA
A
( RENA
B VE
NA
100
CON
ELICHE
TRE QUATTRO
CON
ELICHE
مو
-821
ZQ
GO
A TRA
EN
TE LI
TONNALLATE
L E
LA
40 RA CH
NI
KE
H
LI
IC
EL
30
--
-- UNA
20
SPINTE
19
100
20 40 60 200
20
80 40 60 100 20 40 60 200
80
20 40 60 80
NUMERO 1
GIRI
AL
021' NUMERO
DRI GIRI
AL
.X.
Tav
VALO
DEL RI O
( EFFICIENTE
SCIA COEFFICIEN
DEL TE DEDUZIONE
SPINT A
RENDIMENT
DEL
E
DELLA O
ARENA
(
CARENA
CON
E
3 LICHE
" 4 "
A
NAV E HAVE
B
1.20
SE
V
1•.10
S
ก
ة
DI
0.90
VALORI
-0.80
16
14
12
10
20
99
18 24 26 10
16
14
12
48 22
20 24 26
VELOCITA
IN NODI VELOCITA'I
NODI
IM
XI
.Tav
VALO
DEL RI COEFFICIENTE
D'INFLUENZA APPENDICI
DELLE
A
Have B
HAVE
ELI
90
w
/
~
0,80
0.70
COEFFICIENTE
130
VALORI
20
18
16
14
12
10
22 24 26 10
16
14
12 26
24
22
20
18
VELOCITA
IM MODI VELOCITA HODI
IH
Tav
.XII
W
A
Il lavoro della vasca per le esperienze coi modelli
3). Fin dal primo inizio dei lavori si mise a partito l'im
portante metodo di analisi dei dati sperimentali per lo studio
delle carene, ideato da R. E. Froude, sotto il titolo delle « Costanti ».
Si trattava di permettere l'immediato confronto fra le diverse
sagome sperimentate, indipendentemente dalla grandezza e dal-
l'unità di misura adottate.
In base a quel metodo in luogo della velocità (v) e della
resistenza (r) incontrata dal modello, ( resistenza d'onda , esclusa
cioè la parte dovuta all'attrito ) , si considerano le funzioni
v
K=
do 3,5792 e C = v² d s 78,05 ; ( d = dislocamento in
dm³ , v = velocità in m. per sec. , R = resistenza in Kg).
La linea dei valori (K, C) sostituisce quella usuale dei va-
lori (v, r ) ed essa è applicabile a qualunque grandezza assoluta
voglia considerarsi simile alla sagoma sperimentale, e riferendosi,
pel caso voluto alle relazioni :
KD'% C V³ D23
V= FCE
0,5847 426,3
efficienti, sempre più adatte allo scopo al quale esse son chia-
mate in ragione della loro grandezza e delle loro qualità belliche.
Valori Valori di C
3,60 ,515
-
8) Altre interessanti esperienze furono fatte variando le
dimensioni nel verso trasversale e cioè alterando il rapporto fra
larghezza ed immersione, rimanendo però inalterata l'area delle
diverse sezioni trasversali. Le prove si eseguirono tra limiti as-
sai estesi di tale rapporto : da 1,677 a 6,704 ; la lunghezza ri-
maneva costante. Le deduzioni si poterono così riassumere : nel-
l'infinita serie di forme che si possono derivare da una data
forma di carena, cambiando le scale delle sezioni trasversali,
alla condizione che le aree rimangano le stesse, vi è un certo
rapporto per tali scale, prossimo a quello che corrisponde alla
minima superficie bagnata, pel quale non vi è sensibile varia-
zione nel valore della resistenza e quindi della FCE alterando
in più od in meno il detto rapporto in limiti modesti. Di que-
sta particolarità è possibile servirsi per introdurre eventuali cam-
biamenti nel valore del detto rapporto quando sia richiesto da
condizioni costruttive senza alterare il valore della FCE.
nd
eliche o dell'elica , si registrano quelli di : N == eS= 29
v d² v²
nelle quali de rappresentano, rispettivamente il diametro del-
l'elica e la velocità d'avanzo lineare. La curva di efficenza con-
serva, praticamente, la stessa configurazione sia nel caso del
modello sia in quello corrispondente ad una grandezza qualsi-
voglia ; base del riferimento : i regressi delle eliche.
La sensibilità degli apparecchi dinamometrici che sono a
disposizione per siffatte esperienze, dà sicura garanzia dell'esat-
tezza delle deduzioni che si possono trarre dallo impiego dei
grafici rappresentanti le caratteristiche delle varie eliche ed è
facile immaginare quanta utilità ne nossa trarre l'ingegnere
dalla raccolta dei dati : N ed S, come sopra indicati , per eliche
di vario tipo, di vario passo, funzionanti a differenti regressi ,
essendo noto, in ogni caso, il grado di efficenza relativo ; dico
relativo poichè, per quanta cura si apponga nello spogliare i
dati sperimentalí dalla influenza di errori istrumentali, è assai
difficile che il valore dell'efficienza dell'elica data da un suo
modello, sia eguale a quello da realizzarsi al vero . Molti coeffi-
cienti entrano in campo per opporsi a questo fatto, ma resta
peraltro oggidì la possibilità di giudicare, per confronto, della
bontà di un'elica rispetto ad un'altra. Tuttavia molta attenzione
è ora rivolta per perfezionare i metodi di correzione e non si
tarderà a giungere al desiderato scopo.
In ogni modo si può essere, praticamente, sicuri che la re-
lazione fra gli elementi ; v, ned s (velocità, n.º di giri e spinta )
ottenuti dalle esperienze con i modelli, mercè il sistema di cor-
rezione in uso presso la Vasca, potrà generare quella fra gli ele
menti: V, Ned S corrispondenti all'elica di grandezza deter-
minata.
sura del passo fatta a metà delle pale, o risultante dalla media
dei valori di esso dal mozzo alle estremità. Questo speciale modo
di considerare il passo dell'elica che fu trovato presso la nostra
vasca nel 1896, lo abbiamo visto accettato e riprodotto nello
studio fatto dal R. E. Froude nel 1908 , nel quale, a proposito
di esperienze con le eliche, egli considera come base dei suoi
tracciati precisamente il passo eguale all' avanzo per rivoluzione.
all'andatura corrispondente alla spinta zero .
Si trovò che :
-
16) Gli apparecchi dinamometrici della Vasca hanno per-
messo di studiare la questione del verso della rotazione delle
eliche gemelle, ossia se sia conveniente che dette eliche girino
in dentro come suol dirsi, oppure in fuori. Si è dimostrato che
in massima , dal punto di vista della propulsione della nave, è
praticamente indifferente che esse girino in un verso o nell'altro
purchè siano collocate molto a poppa e siano discoste dallo scafo .
Quando però siano disposte alquanto verso prora da quella po-
sizione, vi è perdita di efficenza se ruotano verso dentro. È da
notare che tale questione del verso della rotazione delle eliche, sorse
con l'intendimento di soddisfare esigenze costruttive delle macchi-
ne alternative per eliche gemelle , volendo cioè disporre gli organi
governo delle macchine nelle parti più prossime al piano dia-
metrale longitudinale della nave e così , facendo girare le eliche
82
-
22) Nel 1900 vennero pure eseguite prove di rimorchio
di galleggianti (chalands) per navigazione interna , facendoli
muovere in un simulacro di canale. Il fondo della vasca si era,
all'uopo, alzato a mezzo di adeguato tavolato, come nelle prove
precedenti. Le sponde del canale erano rappresentate da pareti
piane, le quali potevano tenersi verticali (canale a sezione ret-
tangolare) od inclinate (canale a sezione trapezoidale ) . La distanza
fra i punti di attacco delle sponde, sul piano che rappresentava
il fondo , era variabile. Si ebbe così agio di esperimentare pro-
fili di canale di varia immersione, di varia larghezza delle spon-
-- 87 -
= 1,13 VĀ , si deduce :
1 == 8 × 1,13 |
VA☎ = 9V
7A
5548
100
lati rettilinei sia nel senso della resistenza che in quello dell'al-
lungamento, come chiaramente apparisce dalla Tav. VIII.
All'intento di porre in confronto le grandezze dei campi di
collaudo dei varii registri con quello che spetta all'Associazione
Italiana in base ai valori della resistenza e dell' allungamento
di rottura prescritto per ferro omogeneo per scafi di navi si è
pure segnato tale campo di collaudo ricordando che detta As-
sociazione stabilisce per lamiere e profilati di acciaio :
Resistenza non minore di 40 Kg. per m/in quadrato e non
maggiore di 47 Kg.
Allungamento di rottura dal 16 al 20 0 % almeno.
Nella tav. IX per semplicità di rappresentazione e per chia-
rezza non vennero segnate le zone rettangolari indicanti i campi
di collaudo delle lamiere per caldaie, perchè ovviamente l'area
di dette zone può essere egualmente rappresentata dalla corri-
spondente diagonale.
Dalla considerazione che soltanto valori minimi delle carat-
teristiche del materiale compresi in ogni zona, possono essere
ammessi alla collaudazione dei vari istituti, ho desunto la de-
nominazione di campo di collaudo quale designazione dell'esten-
sione abbracciata dai valori diversi imposti con concetti eviden-
temente assai diversi da ciascun comitato tecnico che ha pre-
sieduto alla formazione delle norme di collaudo.
È opportuno osservare come i vari campi di collaudo forni-
scono il coefficiente di qualità minimo ammissibile per le cate-
gorie di materiale navale considerato, sia che si voglia assumere
come caratteristica della bontà e della qualità del metallo tanto
la misura che di essa ci fornisce il coefficiente di Wöhler, quanto
quello di Tetmajer o quello di Dormus. Inoltre la valutazione
della loro area ci indica il maggiore o minor grado di libera-
lità concesso nella fornitura di un materiale impiegato conforme
Veritas perchè esso offre valori più alti e più bassi delle carat-
teristiche del metallo desunte da prove di trazione.
L'utilità dei diagrammi segnati nella tavola VIII e IX con
particolare referimento alla ricerca di valori comuni ai diversi
campi di collaudo dei registri tra loro è dimostrata dall ' evi-
denza di una zona comune del materiale per scafi compresa tra
44,1 kg. e 49 kg, per m/m quadrato per quanto concerne la
resistenza e tra il 16 e circa il 20 % per quanto concerne l'al-
lungamento. Si potrebbero portare tali valori a 44 e 47 kg. con
20 % di allungamento qualificando con ciò un'acciaio dolce
compreso eziandio entro il campo di accettazione dell'associa-
zione Italiana.
L'intesa per il materiale da impiegarsi nell'involucro delle
caldaie potrebbe conseguirsi col prescrivere la resistenza tra i
40 e 45 kg. l'allungamento minimo del 21 ; per lamiere da
flangiarsi o da impiegarsi in parti esposte al fuoco un buon va-
lore medio potrebbe essere stabilito fra i 38 e 42 kg. e l'allun-
gamento minimo del 23 almeno, tenendo conto delle tendenze
dei registri e dell' Associazione Italiana e precisando utilmente
entro un campo più ristretto e definito un ottimo ferro omo-
geneo per generatori di vapore.
La limitazione del campo di collaudo risultante dall'adozione
dei valori medi e comuni testè definiti sarebbe particolarmente
utile all'ingegnere, al costruttore ed all'arinatore e quindi alle.
persone che più hanno attinenza ed interesse allo svolgimento
delle funzioni assegnate ai registri di classificazione sia entro i
limiti della fiducia privata che entro l'ambito più vasto ed uf-
ficiale della pubblica fede.
È ovvia infatti la maggior sicurezza di progetto e di esecu-
zione che deriva all'ingegnere ed al costruttore nel poter fare
sicuro assegnamento su del materiale più strettamente caratte
rizzato da dati numerici qualificanti la sua resistenza e duttilità
non troppo discosti tra loro come appunto sopra si è proposto ;
ed è del pari ovvio la maggior sicurezza risultante contem-
poraneamente all'armatore nell' avere la nave costrutta o ripa-
rata con una qualità di metallo non troppo diversa tanto in
patria che all'estero.
- 105
col precisare per 7 (raggio di curvatura delle fibre del lato in-
terno della provetta lavoranti alla compressione) valori registrati
nelle varie prescrizioni di collaudo e cioè : r = 1,5 s oppure r = 2s
od anche = diametro.
Con ciò è evidente il dissenso delle varie norme in uso
dalle buone regole tecniche e dalla valutazione del coefficiente.
di qualità stabilito dal Tetmajer.
L'Associazione Italiana però mentre si è allontanata al pari
dei Registri dal giusto concetto della prova di piegamento am-
mettendo la misura del raggio di curvatura dello spigolo interno
della provetta o del diametro della fibra su cui è prescritto il
piegamento, anzichè del raggio di curvatura della fibra neutra,
ha però conservato nelle sue norme un'evidente superiorità ed
omogeneità di concetto prescrivendo sempre per le diverse cate-
gorie del materiale (lamiere, chiodi, pezzi fusi e pezzi fucinati)
valori ben definiti degli elementi di prova e cioè angoli di pie-
gamento e raggio di curvatura in funzione sempre dello spes-
sore o del diametro del saggio. Tutti i registri considerati, ad
eccezione del Germanischer Lloyd's, abbandonano addirittura
per certe prove di piegamento i veri fondamenti scientifici del-
109
<< numerici precisi. Ciò non di meno tale precisione non è che
« apparente, poichè i risultati dati da diverse provette ricavate
<< da uno stesso pezzo, presentano spesso delle differenze notevoli ;
<< di più il metodo è lungo e costoso ed ancora ha l'ultimo in-
<< conveniente, ben grave , che diversi acciai danno alla prova di
trazione, dei risultati conformi alle esigenze delle specificazioni
<< più severe e con tutto ciò non offrono alcuna sicurezza nel
<< loro impiego ».
Con particolare riferimento agli acciai impiegati nelle costru-
zioni navali , l'Ing. Barba, capo delle officine del Creusot ed au-
torità universalmente riconosciuta in materia di prove dei ma-
teriali , in una sua memoria « Sur l'emploi dans les construc-
tions d'acier di haute limite d'élasticité ». Bulletin de l'Association
Teenique Maritime 1895, testualmente scriveva : « Tra le prove
abituali, la prova di trazione richiama a prima vista l'atten-
zione, ma essa sembra non presentare, dal punto di vista spe-
ciale dell' omogeneità, delle garanzie sufficienti e io consiglierei
di abbandonarla come prova di collaudo, come è già avvenuto
nei nuovi capitolati della Marina, per i pezzi di macchina » .
Indubbiamente, poi, non può negarsi che il metodo di prova
alla trazione risulti sommamente dispendioso nei collaudi navali .
Il metodo di prova alla trazione ha poi ancora a suo svan-
taggio il forte dispendio di materiale e di lavorazione richie-
sto dall'impiego delle provette e delle spese di primo impianto
e di esercizio delle sensibili macchine di prova moderne assai
costose . Tutto sommato si può calcolare infatti che in media il
saggio di una barretta importa la spesa di circa L.it. 15 a ca-
rico del fornitore del materiale e quando si rifletta che ad esem-
pio nella costruzione di un ordinario piroscafo da carico di una
portata maneggevole (handy size, nel traffico marittimo odierno)
ossia sulle 6.000 tonnellate , è necessario impiegare press' apoco
2500 tonnellate di materiale , si vede che attenendoci alla'col-
laudazione prescritta dai Registri in lotti di 25 tonnellate , la
spesa totale di collaudo per le sole prove a trazione ammonta
a L.it. 1500 almeno e potrà salire anche a L.it. 2.000 compreso
gli onorari dei periti collaudatori e la necessità di dover collau-
dare molto materiale in lotti anche minori delle 25 tonnellate
121
D — V D' -
— d²
A 2
1
tari della resis
trendenti alungamen
campi di collaudo
tre de Associazione
2 13 14 15 16 17
lunga
menti % minim
TAV . VIII .
50
)
(
P
69
Resistenza
orp e
.C iiter
87
rottura
Re d
lB.a g
R.N .
y
.
rm
To
m
8
er
alla
kg
in
p
x
.
97
s
u
a
a
t
ލވ
i
r
r
u
i
B
re at
a
l
En
a fi
mi o
Ma epr
27
n
io
at
87
ci
so
As
87
17
07
39
38
12 13 14 15 18 19 20 21 22 23
*
53
B.V.-G..Valorieccezionali Involucro
32
52
19
L.R
44
In
lucro
B.
vo
lu
G
43
cr
L.
o
Invo
A.I.
42
.
39
B.V.FornieCasseFuoco
30
38
37
JA.I formi
36 G.L. Invol , Fondi
Fronti, Forni
35 CasseFuoco
34
18 19
26
20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
ས
1
APP
POR
PER
LA
PRO
DI
DUR
DEI
MET
COL
costr
Soci
COSTRE
- 129 --
h
per = 0,50 , 0,593 ,
h
9 == 0,60 , 0,577 ,
h
f = 0,70 , = 0,560 ,
h
= 0,80 , = 0,544 .
l
(') Questa nota non fu, come doveva essere, presentata al Congresso,
perchè non fu terminata nel tempo debito .
(2) V. Rivista Marittima, fascicolo di febbraio 1903 .
131
lh = c = costante,
ed
h
=m
7
sarà
C
1= " h=
√ =Vom ⋅
y = a + b x,
L (1 + h)
= 40+ 1560
32
C V m + 73,76 V m
+ 0,28 L
P₁ = K, L 0,0005128 (1)
+ Le + 0,0016948 + 0,001182 m
m
1
+0,000004487 ZV c + V m
ገበ
134
= !!! 0,0005128
= 0,658 ;
V 0,001182
M=
Ľ ( l + h)
92 - 22,5 +
1700
P, - K,24 L 22,5 Ve +
Vm
Le 1
1700 m + (2)
Ps =
P₁ - K,3 L
LIJs
1 Is3 ;
- 136
L (l + h)
= 30 +
3000
1
P3 = K, L
P₁ 30 V c
m
LC 1
+ (3 )
3000 m
l + h
d = 12,25 +
6
1}
--- 137
u₁ = 1,7 +0,00003 L (1 + h) ,
P₁ = K us
d I
1
1,7V + 0,00003 Lc (
Vm +1)
P₁ = K, L (4)
1
Vc
12,25 + + Vm )
6 Vm
-
§ 9. Peso dei madieri nel doppio fondo. La lunghezza
media dei madieri sarà proporzionale ad 7 , il numero totale dei
madieri sarà proporzionale al quoziente di La d , e, secondo le
Tavole 8 e 9, l'area u , della sezione trasversale media dei ma-
dieri, nei limiti già definiti , può essere espressa da
u7,430,00023 L (l + h) ,
138
+0,00023 Lc
7,43 Ve
Vm m + 1)
P = K, L (5)
1
Vc
12,25 + + Vm )
6 m
Wc = - 4,40 + 0,211 ,
L
(— 4,40 + 0,21 1) ,
P₁6 = K d 1 (−
!
139
9. = 21 + 0,4 h ,
P₁ = K, 1hg, K, cg,,
Ug = 1 +0,011 h² ,
nella quale formola heu, sono espresse rispettivamente in piedi
e in pollici quadrati .
Denotando con P,8 il peso dei rinforzi suddetti , escluse le
squadrette di collegamento delle estremità, sarà
8
PK,8 c (-1 +0,011 cm). (8)
In conseguenza di questa relazione le variazioni relative di
Pem sono le seguenti :
!
141
P P₂|P3
P₂ P3 P4 P5 P P P P P
Scafo A,; == 0,525 100 28,0 20,0 10,3 22,4 18,0 10,3 6,4 30,0 245,4
» A; m = 0,530 100 28,2 20,9 10,0 21,6 18,7 9,5 6,7 34,8 250,4
» Am = 0,545 100 30,4 20,8 10,0 22,4 20,0 9,5 8,3 42,0 263,4
142 -
L L
scafo 4 ) 320 × 43,71 × 28,41 piedi ; h = 11,26 ; — = 7,32 ;
L L
- 12,08 ; =7,55 ;
scafo A ) 360 × 47,68 × 29,80 piedi ; h ī
L L
scafo A ) 400 × 52,31 × 32,43 piedi ; h = 12,33 ; 7 = 7,74 .
1
― 147 ---
Tasos joconfere
ginated mil
Polverizzatore
up ni
(200 obes
p300
«-P
L HP
em
» ovekin
terrestri
otenza
arine
caldaie
. assoe
er
dobT-Hebe
700 ab e
& saltof
hollob
ab sinu od
jose ofreg og
If organelb
ocapore
pal niy
S
brandos The
btiliamd
an I nos oflot
un ofia Bal
dunlashand
- 154 --
nosognosi , poll
Filtro
milf
र
a hagen 12
Nafta
Polverizzatore Thornycroft .
Carbonio 0,90
Carbon fossile Idrogeno 0,05
Ossigeno 0,05
Carbonio 0,85
Nafta Idrogeno 0,14
Ossigeno 0,01
157
Ilpensa
si presenta
colla stessa
a forma del
Fascio tubolare
6 jeazob .
12xcarso
Nafta
Dapore
com
pre
Qria
Qri
ssa
a
refratta
Muratto
。。。。 O o O o O
rio
Platea
a
Piroscafo « Romania »
Vapore
apore
– 163 .
Sez
XX
. ione
AWIAM .
Qria
Traiano
Imperatore
Piroscafo
164 --
Conclusione.
del volante, numero dei giri da 450 a 500 al 1 ' , dimensioni li-
mitate per l'ingombro in lunghezza , altezza, larghezza, peso
massimo di 16-18 kg. per Cav-effettivo compresi tutti gli acces-
sori, garanzie di consumo di combustibile e di olio lubrificante
a pieno carico ed alle varie andature intermedie, prove d'offi-
cina al freno continuative per 24-48 e fino a 72 ore consecutive
a pieno carico, prima di montare i motori a bordo , ripetizione
delle stesse prove a bordo dopo il montaggio.
Il divario fra quanto si richiedeva e quanto si era fino al-
lora ottenuto era certamente notevolissimo : era d'altra parte evi-
dente che risolto il problema in queste sue condizioni special-
mente difficili di velocità e di peso, il motore a combustione
marino avrebbe presentato tutti i vantaggi del motore a vapore
collegati a quelli provenienti dalla natura stessa del suo funzio-
namento .
Il solo tipo di motore che sembrava poter dare i risultati
richiesti era il motore a combustione a pressione costante fun
zionante a due tempi , a cilindri multipli, e, per le condizioni
fissate di altezza minima e per altre considerazioni , precisa-
mente a 6 cilindri. Le difficoltà maggiori da superare consiste-
vano nell'ottenere che i motori potessero girare alla velocità di
450 e 500 giri con buon rendimento, cioè assicurando una per-
fetta combustione del combustibile, e nelle disposizioni da darsi
per ottenere il funzionamento del ciclo a due tempi, essendo
questa condizione collegata con quella della reversibilità di
marcia e con quella del peso.
Il ciclo ordinario dei motori Diesel a quattro tempi è noto
a tutti in una prima corsa discendente lo stantuffo aspira at-
traverso alle valvole d'aspirazione dell' aria pura che comprime
nella corsa ascendente successiva ad una pressione di circa 33-35
atmosfere, l'aria si riscalda in seguito alla compressione ad una
temperatura di circa 600 °. Quando lo stantuffo sta per arrivare
al limite della sua corsa superiore , ed un poco prima , si apre
la valvola del combustibile ed attraverso la sua apertura entra
trascinato da un getto d'aria ad una pressione di circa 45-50
atmosfere, il combustibile finamente polverizzato, che a contatto
dell'aria compressa a 600° si accende , producendo un aumento
171 -
98
%
00
00
OP
B
ab
L
191 -
이
To 10 201
2C73
(Motore
-1
).HP
giri
000
50
-
192-
S.T.E.N
TORINO
C73
2
Motore
).(1
giri
150
HP000
193 -
TORNO
S.T.C.N.
TFIOARTIN
O
.TEN
PORIZO
giri
500
).HP
6
1
(C00
216
Motore
H
- 195 1
FIG
.
1
distributore
t
c .d
'aed2
motore
Schemaria
el
empi
ombustione
un
di
196-
A'
+H
M
FIG 4
Β'
S
A
Posted 201
a
a
FIG. 3
Extent
Lunghezza
= 5,595
(Dislocamento) ' ls
Larghezza
- 0,527
(Dislocamento ) la
Area sezione
= 0,305.
(Dislocamento) :8
Velocità F. C. E. Differenze
(1) (2) (1 )
Resistenza f ( Vn)
(1) Del resto basta pensare alla grandissima influenza che la forma
e il numero dei montanti e dei tiranti di un aeroplano hanno sulla
sua velocità, per vedere che quasi altrettanto accadrà in un sommergibile .
Tav. I.
3000
65
.3. 500
senE
app d
Valori
. s
FC
delle
FCE
2000
500
3000
500
10 11 16 20 O
Velocita tn Nodi
!
Tav. II.
3.I.p6t n
1911
. m
m5
Iami
70
.4m.
2000
p.l/ 66
Im.m. e a
s r
apProg
3m.
70
4..
ra
EO
FCE
Valori
500
FC
se
ns p
.
FCE
delle
FC
se
1000
500
FCE
O
10 14 15 10 18 19 20
Velocità in Nodi
Tav. III.
ESPERIEKTE DI MR TAYLOR
200.000
100.000
LIBB
.IN
10
12 15 18 21 24 27 30 52
VELOCITA' IN HODI.
་ ན
Tav. IV.
RESISTENZA
MODELLO
130
LIBBRE
DEL
IN
RESISTENZE DEL MODELLO DI 25
SOMMERGIBILE DI
Mr. MASON CHACE 1911
20
1 MODELLO IMMERSO10"Z
5
2 3 5
VELOCITA DEL MODELLO IN NODI
}
Tav. V.
2000
1500
H.
P.
E.
1000
500
100
10 14 12 13 14 15 16 17 18
9 VELOCITA IN NODI
203 --
-
1. Stiluppo dell'industria petrolifera. Il petrolio , benchè
contenuto nei seno della terra , è conosciuto fin dalla più re-
mota antichità, a causa delle sue manifestazioni esteriori , come
emanazioni gassoze, sgorghi, ammassi bituminosi , laghi di pece,
che ne indicano la presenza in molte località petrolifere.
Tuttavia l'applicazione industriale del petrolio risale soltanto
alla seconda metà del secolo passato. L'attenzione del pubblico
vi fu richiamata la prima volta seriamente dal colonnello Drake
che avendo nell'anno 1858 a Titusville in Pensylvania scavato
un pozzo artesiano, trovò un'abbondantissima sorgente di petrolio
il quale dopo una purificazione molto semplice bruciava con
una luce smagliante.
Ben presto il nuovo prodotto ebbe una grande diffusione
per l'illuminazione pubblica e privata in tutta l'America del
Nord e molti capitali furono rivolti allo sfruttamento dei campi
petroliferi.
Quasi contemporaneamente l'industria prendeva piede anche
in Russia, le cui sorgenti di Baku sul Mar Caspio erano rino-
mate sin dall'antichità.
Per gli usi dell'illuminazione il petrolio naturale veniva di-
stillato per estrarre la parte più leggiera ; i residui venivano
considerati come una perdita.
Trovatosi in seguito il mezzo di utilizzare la parte più
pesante come combustibile nelle caldaie a vapore in luogo del
carbone, la richiestà andò ancora aumentando, nonostante il sor-
gere dell'illuminazione elettrica, e le ricerche di nuove sorgenti
si intensificarono sempre più.
La produzione subì un aumento notevolissimo al principio
di questo secolo per la scoperta di immensi giacimenti nell' A-
merica del Nord nello Stato del Texas.
Oltre che nell'America del Nord ed in Russia , sono stati
scoperti importanti giacimenti petroliferi anche in Romania ,
Gallizia, nelle Indie orientali olandesi (Borneo, Sumatra , Giava.)
nelle Indie orientali inglesi (Burma sul fiume Irawadi) in Giap-
pone, in Germania. Altri paesi stanno per diventare importanti
- 206
.1
Fig Impianto
derrick
un
.di
208
di Fig
EGruppo
aB.ibi
-derrick
ibat
.2presso
Baku
- 210
Pozzo
Catene
Depositi
Nafletine
Deposito
.MSez
.
DIMENSIONI
PRINCIPALI
Pp
le
fra
Lunghezza .m 46.00
ossatura
fuori
Larghezza
- 215-
9.00
mImmers
ccomplned
•.i:arico 3.50
Capacità
dei
depositi .800
mc
cinca
Pompa
=N00
2Poff
500 Depos
Nafte iti Alloggio Comandi
Deposito . line Pozze
cat
Dir eneggio
M.a ipa
Equ
Pompa
GOOG
.3
Fig · Cisterna
naftetine
per
automotrice
-216-
IV. -- Combustione.
20-770 2-20
9
6060
Rm.7.00.
600-400
Ma una parte del calore svolto è sempre portato via dai pro-
dotti della combustione che escono caldi dal fumaiuolo . Per
ogni grado di temperatura si può ritenere che la perdita sia la
seguente, sempre riferendosi a 1 Kg. di combustibile :
peso potere calorif.
Anidride carbonica Kg. 3,15 × 0,197 = 0,62 calorie per 1 °
Vapore . » 1,26 × 0,500 = 0,63
Azoto . » 11,34 × 0,248 = 2,80
Aria in accesso • » 7,38 x 0,239 = 1,76
fumaiuolo più lassa che sia possibile. Ciò può essere ottenuto
mediante un razionale percorso delle fiamme e con la perfetta
regolazione della combustione.
Contribuiscono ad abbassare il rendimento le impurità con-
tenute nel combustibile ; più dannosa di tutte è la presenza dell'ac-
qua specialmente quando è contenuta allo stato di emulsione. Tutte
le volte che si presenta una goccia d'acqua all'apparecchio di
combustione la fiamma si abbassa o si spenge ; di più l'acqua
passando nel forno si converte in vapore assorbendo calore.
Tutto sommato il potere evaporante di 1 Kg. di naftetine
raramente arriva a 15 Kg. d'acqua ; la combustione può rite-
nersi buona quando si riesce ad evaporare 14 Kg. di acqua.
Yanand
Unch
J
Petrolio
- Polverizzatore
.6
Fig
àapore
vLåssõe
222 -
Vapore
Aria
Perrolio
VAPORE
PETROLIO
Vapore
Petrolio
boldo
VA
Dol
baldol
.12
Fig - Polverizzatore
.
Thornycroft
PIASTRINA
P.
P
227
1
.3
Fig Polverizzatore
Peabody
- 228 —
—
IA
AR
488883
1. 9
Fig liquido
.a
W ilcox
ceombustibile
Babcock
Caldaia
-
A
233
VALY
RID.NE
D. I
TERMOMETR
110
FILTRO
236 -
POMPA POMPA
NA DAIDEPOSITI
ASPIRAZ
FILTRO
.1
2Fig - caldaia
ana
di
Sistemazione
.acombustibile
liquido
237 --
osservare che la realtà dei fatti dimostra che, per lo studio rigo-
roso dei fenomeni termo-meccanici, per l'esatta lavorazione delle
singole parti e coll'impiego della lubrificazione forzata, la mac-
china a vapore alternativa, quale motrice principale a bordo delle
navi, non è certamente seconda alla turbina.
È notevole il fatto che recentemente si è applicato alla mac-
china alternativa a vapore, con grande vantaggio del suo fun-
zionamento, il medesimo sistema di costruzione seguito nelle
grosse macchine a combustione interna a due tempi, a doppio
effetto, con lo scarico effettuantesi da finestre praticate nel mezzo
del cilindro , epperò con lo stantuffo lungo quanto la corsa di-
minuita dell'altezza delle finestre ora dette.
In tali macchine occorrono solo le valvole di ammissione che
si pongono, naturalmente, ai due estremi del cilindro ; esse pos-
sono costruirsi del tipo a sollevamento comandato da un sistema
di precisione. Lo scarico effettuantesi dal mezzo del cilindro,
durando solo pel tempo in cui lo stantuffo ne percorre due volte
l'altezza, limita molto la durata della comunicazione dell'interno
del cilindro con l'ambiente di scarico, per cui vengono ridotte
le perdite pel raffreddamento delle pareti , la temperatura delle
quali varia nella lunghezza delle generatrici del cilindro , avendo
un valore massimo nel tratto che corrisponde alla corsa di am-
missione ed un valore minimo in corrispondenza alle finestre di
scarico. Il vapore che rimane nel cilindro, quando lo stantuffo
chiude lo scarico, viene compresso aumentando la propria tem-
peratura poichè il valore di questa, per le pareti del cilindro ,
va crescendo dal mezzo verso gli estremi ; inoltre la temperatura
è certamente superiore a quella del vapore in compressione, così
la trasformazione termica può ritenersi avvenga sensibilmente
con legge adiabatica, e poichè breve è il tratto dello scarico
isobarico, così possiamo ancora praticamente ritenere che la com-
pressione sia completa riducendosi l'effetto dello spazio nocivo ;
questo fatto e quello delle perdite minime di calore, per cui il
nuovo vapore introdotto non subisce abbassamenti rilevanti della
sua energia, fanno si che, l'espansione avviene pure con legge
adiabatica aumentando il rendimento totale del ciclo di funzio-
namento.
- 242 --
F
a S
ん
V
10000
F
Fig. 1 .
- 244
Fig. 2 .
industriale, quella a vapore approfitta degli studi compiuti sulla
sua concorrente per avvantaggiarsi nel funzionamento e conti-
nuare nella lotta feconda. Risulta da ciò quale e quanta sia la
necessità di una dottrina vasta e nutrita poichè talvolta le so-
luzioni eleganti di problemi difficili vengono suggerite da tro-
vati caratteristici di altri rami più o meno affini della scienza.
Lo studio della sistemazione delle turbine a vapore o delle
macchine a combustione interna, quali motrici delle navi, è
intimamente collegato con quello dell'elica e presenta, in ge
nerale, non lieve difficoltà per determinare il complesso - mac-
china e propulsore - di massima efficacia. È noto che le mo-
trici ora dette hanno buon rendimento per un numero elevato
di giri ; all'infuori di tal regime il rendimento si abbassa in
modo molto sensibile.
245
Pi
Fig. 3 .
una soluzione abbastanza soddisfacente per le navi mercantili
ove è richiesta una andatura economica unica, quella cioè di
ordinaria navigazione, nelle navi militari invece il problema si
presenta più complesso a causa delle due andature ivi richieste :
quella di combattimento (a massima velocità) e quella di squadra
(a velocità ridotta).
Allo scopo di evitare le turbine di marcia indietro o fare
agire le turbine principali ed il propulsore nelle condizioni di
migliore rendimento, furono ideati vari sistemi di trasmissione
della potenza dall'asse della motrice a quello dell'elica ; furono
così proposte le trasmissioni elettriche, in cui le turbine sono
accoppiate direttamente agli alternatori compienti 1000 o 1200
giri, invianti la corrente ai motori calettati sugli assi delle eli-
- 246 --
che e ruotanti con quel numero di giri più conveniente pel pro-
pulsore. Con tale sistema è possibile variare l'andatura ed il
senso di marcia, mantenendo invariata la velocità rotatoria delle
turbine principali . Gli americani Melville e Mac - Alpine propo-
sero la trasmissione con ingranaggi elicoidali permettenti ridu-
zione di velocità di 1/20 nonchè l'inversione della marcia . È
notevole la prova eseguita dalla ditta Parsons col piroscafo da
carico << Vespasian » munito di riduttore ad ingranaggi che
effettuò un viaggio da Tyne a Malta dando ottimi risultati.
Ricorderemo ancora di sfuggita il trasmettitore di Föttinger
di cui diamo una sezione nella figura 4. Come è noto, tale
meccanismo consiste essenzialmente nella combinazione di una
pompa centrifuga calettata sull'asse della macchina, inviante
l'acqua con una certa energia nei canali di una turbina idrau-
lica calettata sull'asse dell'elica disgiunto quindi da quello della
macchina. In B C D F G sono rappresentate le sezioni con un
piano assiale dei canali della turbina idraulica , mentre AE
rappresentano i condotti della pompa centrifuga. I canali ABCD
appartengono alla marcia avanti mentre quelli EFG apparten-
gono alla marcia indietro. Le palette 4 della pompa centrifuga
cacciano l'acqua entro i condotti B della turbina idraulica pie-
gati in maniera da utilizzare l'energia della vena fluida. Da B
l'acqua passa in condotti C fissati all'involucro del trasmettitore
e destinati al piegamento della vena fluida che procede in una
seconda serie di condotti ricevitori D della turbina idraulica.
I condotti della pompa e della turbina si debbono studiare
in maniera che i numeri dei giri delle due parti stiano nel
rapporto voluto. Per la marcia indietro le palette E della pompa
centrifuga cacciano l'acqua dentro i condotti F fissati all' invo-
lucro del trasmettitore e destinati al piegamento della vena
fluida che viene diretta nella serie di condotti G della turbina
idraulica piegati in maniera da utilizzare l'energia della vena
scorrente in essi. I condotti Ee G della pompa e della tur-
bina si debbono studiare in modo che i numeri dei giri delle
due parti stiano nel rapporto voluto ed il senso di rotazione
sia discorde.
247
- -
fr
D
www
00
Fig. 4.
248 -
wollen w
R
Fig. 5 .
- 252 -
con quelli relativi ad altri cicli elementari non altrimenti allon Be compe
tanabili per condizioni speciali di fatto. lolo perg
Nelle macchine a vapore si può, con una certa facilità, di tosto che l'altro
sporre dei limiti di temperatura ; nel caso di funzionamento a
vapore saturo, poichè i vari elementi di calore nel periodo di
vaporizzazione sono trasmessi a temperatura costante e nel pe-
riodo di scarico sono tolti anche a temperatura costante, pos-
siamo concepire una motrice a vapore saturo che funzioni se-
condo un ciclo di Carnot, ciò che non si potrebbe più pensare
per una motrice a vapore surriscaldato, quando il sistema di
soprascaldamento è quello a pressione costante. Nelle macchine
a combustione interna è facile ottenere temperature elevate, ma
non è altrimenti facile abbassare il limite della temperatura di
scarico, epperò dato il modo speciale di funzionamento di tali
macchine, converrà prendere in esame altri elementi onde tro-
vare quale ciclo termico vi sia più conveniente.
Nel caso in cui il fluido evolvente sia un gas a cui si pos-
sano applicare le leggi dei gas perfetti, in base all'equazione
di elasticità di questi, si potrà esprimere il rendimento dei cicli
infinitesimi di Carnot mediante l'unità diminuita della potenza
Before Nary
(k - 1) esima del rapporto dei volumi dei punti medi delle iso-
Il cielo
termiche superiore ed inferiore ; detto rendimento si potrà anche
Saute vel
mettere uguale all'unità diminuita della potenza (1 --- 1k) esima
del rapporto delle pressioni dei punti medi delle isotermiche in-
feriore e superiore, essendo l'esponente caratteristico dell' adia-
batica.
È noto che il ciclo Otto (vedasi figura 6 ) composto, in via
teorica, di due adiabatiche 12 e 34 comprese fra due isometriche
23 e 41 è un ciclo di massimo rendimento fra i volumi che
caratterizzano le isometriche ora dette ; nel punto 4 il fluido
possiede ancora un'energia che va perduta completamente nel
salto da 4 ad 1 ; si può quindi pensare di usufruire tale energia
espandendo il gas fino al punto 5 sull'isobara del punto 1 : ot-
teniamo così un altro cielo 1235 il cui rendimento è maggiore
di quello di 1234; infatti in 1235 i varii cicli elementari, per
valori crescenti delle pressioni iniziali, si compiono fra limiti di * !] , <
201
volumi più distanziati.
- 255
Fig. 6.
lavoro dato dall'area 145 compensi il maggior costo dovuto al-
l'aumento di detto volume ; il cielo 1235 si trova realizzato nel
motore Sargent a quattro tempi.
Il cielo delle macchine a combustione sotto pressione co-
stante (vedasi figura 7 del tipo Brayton, Hargeaves, Brünler ecc .
Fig. 7.
93
Fig. 8.
39
29
Fig. 9 .
mite che parrebbe consentito dall'altezza delle aperture nel
mezzo del cilindro onde diminuire la compressione e quindi
prolungare l'espansione ; con ciò il diagramma di funzionamento
Pl
Fig. 10.
risulterebbe del tipo rappresentato in figura 10 secondo 1234567
in cui il percorso 56761 rappresenta lo scarico effettuato dalle
aperture centrali.
- 258 ---
Fig. 11.
АН,
で 2
Fig. 12 .
La parte filettata del gambo si adatta nel mozzo di una ruota
dentata conica L di acciaio (figure 12, 13 , 17) ; per impedire
lo sfilamento delle parti si pongono tre chiavette che traversano
la filettatura, come risulta dalle figure indicate.
Il mozzo dell'elica è formato di due gusci emisferici di
bronzo M, N riuniti per le basi , rappresentati in sezione longi-
tudinale nelle figure 13 e 18 e in vista esterna nella figura 11 .
Il guscio M ha un lungo collare filettato internamente per l'u
- 261 --
Fig
.13
M
— 262 -
D
A
Fig 14 .
crocette centri dei fori in F per le chiavarde b. In corrispon-
denza dell'unione dei due gusci si pongono due lamine , una
di bronzo e l'altra di cauciù per impedire l'infiltrazione del-
l'acqua nell'interno del mozzo. Per evitare lo sfilamento del
mozzo dall'albero P sono poste tre biette che prendono tutta la
filettatura longitudinalmente come risulta dalla figura 13.
L'albero portaelica, come quello della macchina, e tutti gli
altri della linea, debbono essere cavi per il passaggio di altri
- 263 -
Fig. 15 .
entro il mozzo portano calettate con bietta le rnote dentate co-
niche S , T d'acciaio, di uguale dentatura ( fig. 13) ingrananti
colle ruote L.
Il mozzo è provveduto di un cappello e di bronzo per l'av-
viamento dei filetti fluidi. L'anello di bronzo e quello di
Fig. 16 .
cauciù impediscono l'infiltrazione dell'acqua tra il mozzo e
l'albero P. L'attraversamento dell'albero P nel mozzo Z del
braccio di sostegno per le eliche laterali, o nel dritto di poppa
264 -
Fig. 17.
le stesse disposizioni per le eliche comuni sono adottate per la
difesa dell'albero portaelica all'esterno ed all'interno del basti-
miento.
M
+
Fig. 18.
In figura 13, a destra, è l'unione di due tronchi d'albero P
entro il tubo W di difesa, l'estremità di un tronco si allarga
a manicotto filettato internamente per ricevere l'altro tronco
५
3
22
'
R
-265-
"
C
.19
Fig
266
慢
D'
E"
que
g"
P'
Fig. 20.
segnati rispettivamente colle traccie rr, yy, e della figura 19,
mentre questa rappresenta la sezione longitudinale del cilindro
P' Le ruote dentate A' , 4" sono falli su due permi p', p″ rive-
stiti di bronzo ed avvitati ad un'estremità in P′ poggiantesi
all'altra estremità nel supporto E di bronzo ( figure 19 , 21 ) .
- 267 —
..8
d
..a
J
Fig. 21 .
appoggia sul supporto E" tenuto in posto con disposizione iden-
tica a quella di E" . Le dentiere C" C" sono unite fra loro dalla
..a
.a
Fig. 22.
traversa 7" con chiavarde (figure 19, 22 ) ; l'asse R'è unito con
filettatura al mozzo della traversa T", una bietta ne impedisce
lo sfilamento.
- 268 -
Р 'R
.28
Fig
n
ď
'
M
d
270
O 15
'
G
P '
H
'
F
R
·-
"
R
r
ЮЦОЦО
ΠΟΤ
.24
Fig
-
- 271
'
G
Fig. 25.
semplicità, sono omessi tutti i manovellismi e biellismi del ser-
vomotore, le ruote dentate risultano dai soli circoli primitivi
segnati con tratto e punto.
Quantunque lo scopo dei disegni annessi sia unicamente
quello di mostrare l'insieme del dispositivo di un' elica a pale
— 272 -
Fig. 26.
l'avanzo di m . 4,209 donde un regresso del 16 %. Il numero
di cavalli assorbiti dal propulsore per la spinta risulta di 12170
mentre quelli realmente utilizzati per la spinta sono 7910 , con
un rendimento del 65 % .
I calcoli vennero eseguiti applicando i metodi R. E. Froude ,
Taylor, seguendo inoltre un sistema grafico che proponemmo in
uno studio pubblicato negli « Atti del Collegio degli Ingegneri
navali e meccanici in Italia » (vol. VII - anno 1909) .
- 273
Fig. 27.
Fig. 28.
Fig. 29.
In figura 30 è una disposizione di tali eliche per nave di
battaglia con 4 assi motori : le turbine A ad alta pressione (del
Fig
.3 0
8888
1-004
888
H 7
000
-
H
H 7
275
D
-
-
18881
1e9
H
啡
60000 000
.
276
Prima della relazione dell' ing cav. EUGENIO DE VITO : « Note sni
mezzi impiegati nel salvataggio delle navi da guerra » , dovebbe essere
inserita quella dell' ing . PAOLO KIND : « Motori marini direttamene
reversibili a combustione interna ». Non è stato possibile alla Segreteria
di stampare la detta relazione per non effettuata consegna, da parte del-
l'Autore, del manoscritto relativo .
Note sui mezzi impiegati
Fig
.1
282
RARA
compressa
Aria Aria
compressa
Fig
.2.
.284
Stiva
Y
- MERICANO,
Shva
ހއޖ
NORD
9149
A
Fig
.3
INCROCIATORE
Stiva
(1) Corazzata inglese Sultan di 9200 tonn. , varata nel 1871 , inca-
gliata il 6 marzo 1889 fra Malta e Gozo , avanti all' isola Comino. Al-
leggerita la nave e vinti 3 a 4 m. d' acqua nelle stive colle pompe delle
corazzate inglesi Alexandra e Temeraire e del piroscafo tedesco Berger
Wilhelm si tentò il disincaglio senza esito. Si continuò ad alleggerire
la nave e si tentarono senza successo i sacchi d' aria. Al 14 marzo il
tempo cattivo rimosse la nave dal suo letto di rocce P la spostò in
fondali alquanto più rilevanti , talchè ne affioravano solo le parti alte ,
L'Ammiragliato inglese affidò il salvataggio a forfait ad una impresa
privata, per L. 1 250.000 ; essa la rimise a galla il 23 dicembre 1889 .
- 287 --
sini o
Latstro spi
di nta
Cas sone
289
tto
drito
La
-
.4
Fig
290
INCROCIATORE
INGLESE "GLADIATOR ,
lot of int
Compraigor
Pomp
Comprore
Pop
Compratford
Pomp
XXXX
X-
اد
Pomp
0 compressor
200601
no p
CL buffy k
Fig. 5 .
---- 293 -
- 295
.6
Fig
- 296
(1) Incrociatore francese Jean Bart di tonn. 400 ) , varato nel 1889,
rimesso a nuovo nel 1906 , incagliato alle 7 di sera del 12 febbraio 1907
sulle coste del Sahara, fra l'isola Pedro e la punta Galhe presso il
Capo Barbas, insabbiandosi a poco a poco.
(2) Incrociatore corazzato francese Chanzy di 4800 tonn. entrato in
servizio nel 1906, incagliato il 21 maggio 1907 in Cina all' imboccatura
del Yang Tse Kiang : fu abbandonato,
297
Ө Ө
O
Clung.m.5.50
mDi
. .4am Ci ndro
.50 Luli
ng.m.
.m.5.00 20.Diam m.3
aLun arg
-7.2.mlte .m
2 gzza
one
@
Pl-( ont
191
.) 1tembre
set 15
14-
spi
di nta
a( l zz i
dei
me tri
dis ione
di
Pi an o buz
rgi o
· Sa
Gionlia
ita azz no
ato
cor
. ncr.8
IFig ociatore
300
1911
agosto
).-1
prora
da
La 3
vista
nave
302-
vista
nave
La
poppa
da - 1911
agosto
).1( 3
- 303 -
S.Giorgio
,Have
3, -9-91
Napoli
Esaurimento
pompe
scon
-(3ett
).1 911
-
304-
-
NAVE
Giorgio
S.
4Aapoli
,-9-911
).1
(4
scon
Esauett
pomp e nto
911rime
·
- 305 —
r. Mape S.Giogio
Napoli,4-9-911
). et11
s19
3
sp
(-d. iintetambre
to
da nncquei
55ba
su
Du serbeatoi
a
- 308
S.Gio
Nave rgio
Grandi
cilindri
ad
compressa
aria
.
9S ett
611
spin
d
.ton
i -nta
350 s6 ettembre
().1911
da
suba
serb
Dne cquei
atoi
309
S.Giorgio
,rN ave
dell'incastellatura
per
costruzione
la
pontoni
Sui
spinta
di
65elt
90
la
per
Mensoloni
sspinta
-6ettembre
pontoni
.dei
1911
-310
N
S. aveio
r.,Giorg
solle
di to 17
ponto
sui vamentura
tella
Incasni
sotto
!imensoloni 911
S9eft
191
ett
(ens
is).9 1olo
to re
embni
sot
for
min
Pon za
toni
- 311
:191
Sett
13
e
d'aria
Camera
1911
).settembre
ai 3
compressa
aria
con
vuotarsi
da
locali
-(1per
l'accesso
eCampana
' quilibrio
d
- 312-
r.Mave
Giorgio
S.
manovra
della
Inizio
disincaglio
di
91
9
del
disincaglio
di
Esperimento
.settembre
1911
-313-
Gior
5. gi
kika
gli
orme na
mollagg
5-9-911
1911
(15
settembre
).della
poppa
Sollevamento
·
-
314-
Siorgio
.Nrave
Parte
.All'estr
Ord
dalls
falla
di
2, 6-9-9
tapok
.
prora
verso
dritto
poppa
da
falle
lato
del
Vista
delle
- 315
G5 ave
Nriorgio Parte
diFala
1dalla
).aOrd
4D0A
Sapo
delle
Vista
dal
falle
dritt
lato
da
verso
poppa
.prora
- 316 -
.poppa
verso
prora
da
sinistro
lato
dal
falle
delle
Vista
317
Mave
S.Giorgio
,F.
presso
.27
l'Ord
/
A
Parte
dritte
di
falla
della
2Sett.91
,9
Napoli
Particolare
.
AV
27
la
presso
destro
lato
del
falla
di
A
7
318-
Mave
S.
Giorgio
.
N
l'ord.7
presso
dritta
di
Falla
della
Parte
311
Self
2, 9
Napoli
AV
.7
destro
la
presso
falla
lato
al
Particolare
di
22
- 319
1.
,
S.Giorgio
Nave
AV
22
For
prese
aritta
di
folla
della
arte
29
Nepali
Particolare
falla
di
destro
lato
del
presso
22
.la
AV
320 -
S.Giorgio
Nave
100.0
ella
AV
.17
ord
dalla
falla
di
parte
,26-9-911
Mapoli
.10
AD
e
AV a
l17
lafra
destro
lato
del
falla
di
Particolare
- 321
S.Giorgio
r..Mave
presso
.21.22
ord
le
Al
Parte
sinistra
difalla
,2tt.911
oMapoli
AV
21-22
ordinate
le
presso
sinistro
lato
.del
falla
di
Particolare
L'artiglieria navale
305-50 cal. 343-45 cal. 356-45 cal. 381-45 cal. 406-45 cal.
DISTANZE M. 1910 v. i. 823 ms. v. i 764 ms. V. i. 764 m. v. i. 764ms.
Pr. Kg. 445 Pr. Kg. 567 Pr. Kg . 718 | Pr. Kg. 885 | Pr. Kg. 1074
**
cessario d'impiegare una carica del peso di circa 251 kg. , col
cannone lungo 45 calibri la medesima energia alla bocca si ot-
tiene con un peso di carica di soltanto 208 kg. circa . Trattasi
adunque di una riduzione di ben il 18 % sul peso dell'esplo-
sivo propellente ; e ciò chiaramente dimostra la maggior utiliz
zazione della forza espansiva dei gaz della carica con un can-
none di maggior lunghezza in calibri. Riferendomi all'annesso
diagramma in cui ho riportato per il suddetto cannone da
406 m/m. le due curve delle pressioni dei gaz delle due ca-
riche sopra considerate, e nella ipotesi delle lunghezze in calibri
di 40 e 45 calibri osserverete che colla lunghezza di 45 calibri
si riduce sensibilmente la lunghezza e quindi il volume della
camera, ottenendosi così anche un aumento del percorso del
proietto in culatta ; la forte diminuzione nel peso condurrà
poi ad un prezioso vantaggio sotto il punto di vista del con-
sumo della rigatura dell' arma, dappoichè la carica di minor
peso , sviluppando meno calore, le erosioni sicuramente si ac-
centueranno con minore rapidità.
Infine, rileverete dal diagramma che col cannone di 406 m/m.
lungo 45 calibri la pressione dei gaz in volata risulta sensibil
mente inferiore a quella del cannone lungo 40 calibri, beninteso
a parità di energia iniziale , e ciò non potrà che tradursi in
in una maggiore precisione di tiro, poichè l'esperienza ha lar-
gamente dimostrato che questa aumenta col diminuire della
pressione dei gas alla bocca.
Un'altra questione assai importante per gl'ingegneri navali
è quella del peso dei grossi cannoni ; ed a molti di Voi sarà
accaduto di sentir giudicare del valore di due bocche a fuoco
dello stesso calibro e della stessa energia iniziale col confronto
del loro peso. È inutile dire a ingegneri che per due cannoni
in quelle condizioni e che siano disegnati da artiglieri rispet-
tabili e costruiti con ottimi materiali, il confronto del peso non
può che indicare puramente e semplicemente la differenza del
coefficiente di sicurezza adottato per l'uno e per l'altro. E
siccome il valore di questo coefficiente deve essere rilevante per
una bocca a fuoco, specialmente ora che si usano esplosivi di
proiezione non più così costanti e sicuri come le vecchie pol-
- 328
colpo fortunato contro una torre tripla può mettere fuori ser-
vizio tre cannoni, ed è pure innegabile che la stessa casamatta,
la stessa camera di manovra raccolgono un numero di mecca-
nismi e di personale pel maneggio dei medesimi assai mag-
giore che in una torre doppia ; e data la ristrettezza dello spazio,
ciò può generare all' atto del combattimento confusione ed errori .
Non mancano quindi ragioni per consigliare sia l'impianto
doppio che il triplo ; ma esse non sono tali da dare una assoluta
preferenza all' uno o all'altro . La scelta dovrà quindi dipendere
caso per caso dagli elementi che gli ingegneri navali si saranno
imposti nel compilare il progetto della nave e dai risultati cui
vorranno giungere. Ciò che a me come artigliere preme è di
dichiararvi che gli impianti tripli sono studiati e costruiti in
modo da funzionare perfettamente bene quanto i doppi, e di dis-
sipare quindi qualsiasi preoccupazione in proposito dalla vostra
mente.
Intendo di riferirmi al funzionamento intrinseco dell'im-
pianto triplo ; poichè per quanto ha tratto alla sua maggiore o
minore convenienza nei riguardi della regolazione ed accuratezza
del tiro è cosa su cui è forse prematuro pronunziarsi e che sarà
prossimamente determinata dalla esperienza.
Comunque sia l'impianto, per uno , due o tre cannoni , lo
scopo che si deve raggiungere nel progettarlo è quello di prov-
vedere i mezzi per poter eseguire il tiro con rapidità e preci-
sione , e provvedendovi avendo di mira queste caratteristiche :
risparmio di peso, robustezza e semplicità. Molta importanza ha
a tale riguardo la scelta del tipo di caricamento : se ad angolo
fisso oppure a qualsiasi angolo di elevazione. Questo secondo si-
stema è stato molto in voga in questi ultimi anni , fino da
quando si volle che il puntatore mantenesse continuamente la
linea di mira sul bersaglio anche durante il caricamento del
pezzo ; e senza dubbio questo sistema appare preferibile all'altro
dal punto di vista della esecuzione del puntamento. Ma esso è
ottenuto con pregiudizio delle tre caratteristiche cui ho di sopra
accennato. Infatti , se si considera , ad esempio, un impianto
triplo da 305 ad angolo di caricamento variabile , il diametro
interno della barbetta risulta di m. 9.600 , mentre si riduce a
330
1
335
ར ༡༧འ ༡ 、
Fig. 1 .
vano due tubi che conducevano l'acqua agli ugelli fissati ester-
namente a murata, e questi ultimi potevano, mediante ribalta-
mento, dirigere il getto verso la prora o verso la poppa ed erano
per lo più disposti all'altezza del galleggiamento carico . Se si
pensa poi che l'imperfezione delle pompe e il conseguente loro
pessimo rendimento si associava a questa irrazionale struttura
dell'apparato, non meraviglia che i risultati siano stati sempre
pochissimo incoraggianti.
Mi propongo di far vedere come, coll'impiego simultaneo
della disposizione descritta , e delle moderne ottime pompe cen-
trifughe, sia possibile prevedere dei rendimenti propulsivi uguali
e forse maggiori a quelli ottenuti coll' elica.
G
R = A V ( V — v) (1)
g
GD²
"= I (I — r) (2)
9 4
--- 352 -
o, se si vuole, anche da
G 元D
'?=
1 V ( V — v) r
g 4
πD² 1 GπD²
Le G V. Y = ' (I
V '—- c)²
4 2 g 4
GD
Le = V ( V² — v² + 2g Y) (4)
2g 4
ro 2v (V - v)
e=
Le Vr² + 2g Y
L TD L
Y= K = K 172 (5)
D 4 16 D
2 v2 (x - 1)
e= =
L -1 π2 L
v² (x² -
- 1) + g K K
D 2 ( -1) + g 16 Dr 1
π2 L
9 16 K D
// = c (6 )
avremo infine :
1
x +1 (7)
2
+ C
r-
x+1 x*
+ C
2 X- 1
2 x (x -- 1) -
— x²
+C = 0
2 (x - 1)*
x =1 +
1
1+ (8)
V 2C
354 -
1
E = 1-
1+ (9)
レ 20
+ E= 2
Tabella I
L L
E ( E C
D D
L L
C =9 16 K =€6,05 K 12 ( 10)
D D
L
Esaminiamo separatamente i due fattori Ae D
Tabella II
D Ꮶ D K D K
RafS Vn
Stagnola : f = 0,14
Zinco e Rame : ƒ = 0,15
Ferro dipinto : f = 0,19
Sabbia fina : f = 0,42
π D²
G. V. Y
4
- 357 -
1000 π D²
G I. Y ( 11)
πDL 4
RafS V
si ottiene subito in
Ra
=ƒ V²
S
1000 π D²
G I. Y= fVa
πDL
1000 G K=ƒ
da cui infine :
64
K= 32 (13)
1026f0,006 ƒ
K - 0,000949
Resistenza al rimorchio
= 1,16
Resistenza durante la propulsione
= 1,16 E co
n = 1,16 E ep em
1,177 1,332
η = (1,177 ÷ 1,332) E ep e
n ( 14)
- 362 -
em = 0,88
Op = 0,80
1 = 0,9 E
(*) Il White nel suo « Manual of Naval Architecture » del 1896 cita
valori disparatissimi dell'aumento di resistenza dovuto al risucchio de-
terminati da vari autori, concludendo che pei bastimenti ad una sola
elica tale aumento può variare dal 20 al 40 % dalle forme fine alle
piene.
- 363
Gπ D² π L
Le = V 【 V² — v² + 2g K V²
2g 4 16 )
L = 0,0742 x [x² (2 C + 1) − 1 ] D² v³
V
Q ==D² v
Le
p
QG
ossia
pe
p = 2g [x² (2 C + 1) − 1]
Q = 0,404 x v D²
p = 0,01345 v² [ x² (2 C + 1) − 1]
Le =
x 1412 cavalli
Li = 2000 cavalli
n = 0,50
L < 22,14 m.
I
= M.
I
σ A - ΔΜ
.
2
a
AM = AP 12/1 h
AP = ω Α Δί
sarà altresì
h=
a h
\M = ® A si A Ai ah
M ΔΙΣ
Ai =
wah 1/2
1,
AP / AP
L L
l
Caso del' insellatura
- -
- - 12-
↓ Δί
1
L
Caso dell'inarcamento
- 370
AM AP Ն, ― SP 1/4h
ossia
74241 ah ahi
AM = AP - = w Ai A -
L A L AS
M ΔΙ
Ai =
A 1:
(1) -
L 1½ 4 — a n'}
1 1 1
a= A = L h L
e conseguentemente
1 A
ah = AL - a h - AL =
8 L 4 4 − . ^ = (4
£ 1 − } ) A L = ! AL
371
I
MA z
=
AM= ponendovi Q
( = 8 ÷ 12
AL Iz
(1)
Q
DL
M=
K
AI2 AS
=
12 S
372
-
§ 6. Tenuto conto di queste osservazioni, la relazione de-
terminatrice della diminuzione di pescare (o dell'aumento di
bordo libero ) da associare a una certa diminuzione del grado di
robustezza dello scafo, diventa
ᎠᏞ
K AS
Δί
AL S
(1)
Q
D -= w V V = %. A i
si trasforma nell'altra
Q AS Ai AS
Ai == xi ossia =a
S S
2 = 0,08
0,90 A 0,80 A
AS AS
= 0,05 = 0,10
S S
dovrebbe risultare
Si = 0,004 i Ai = 9,008 i
quattro otto
CLASSE
0,90 A 0,80 A
Ai Ai
L II
་
i = H- f f = si i
m m m ma ከ TIL
E
0,0041 0,0083
374
su bordo libero. Infatti questo, per gli scafi che hanno un coef-
ficiente di finezza ℗ = 0,76 ( il quale può essere considerato
come il valor medio normale della finezza di scafo nei basti-
menti da commercio) stabilisce la corrispondenza che risulta
dall'annessa tabella fra la lunghezza L, l'altezza H di scafo, il
bordo libero normale ƒ per gli scafi di classe intera , la corre-
lativa immersione media di carena i e gli incrementi Af (= Ai)
di bordo libero dovuti agli abbassamenti di classe
Come emerge dalla tabella, i valori medii dei coefficienti di
incremento Ai/i coincidono quasi esattamente coi risultati nu-
merici della nostra indagine.
L'INGEGNERE NAVALE
a danni di manutenzione;
e se vi sono state delle operazioni o dei fatti di salvezza
comune occorre si accerti e si valuti , con le distinzioni di cui
precedentemente :
I danni prodottisi nel fatto primo e determinante lo « status
necessitatis » dell'atto della salvezza comune ;
i danni derivati in seguito alla deliberazione della salvezza
comune medesima ;
il valore che, a salvezza compiuta può attribuirsi alla nave.
Non v'ha certamente dubbio che in quanto si riguarda a
danni della nave , degli attrezzi e delle macchine od ausiliari ,
chi debba fare gli accertamenti e le valutazioni sia l'Ingegnere
Navale. La considerazione però che i danni del carico sono di-
pendenti dalla nave e dai suoi danni ed avvenimenti fa dedurre
che anche nei successivi accertamenti da essere fatti dai singoli
periti per le singole merci dovrebbe aver luogo l'intervento
dell'Ingegnere Navale, il quale, avendo studiato il danno prin-
cipale, può alla stregua di esso illuminare il perito della merce
sulla casuale di ciò che di male vi si lamenta.
Così per esempio se il carico di un piroscafo ha sofferto del
bagnamento per acqua di mare in una stiva che ha dovuto a-
prirsi con mare agitato allo scopo di fissare meglio il carico
stesso, non potrà sostenersi che altro bagnamento d'acqua sa-
lata incontrisi o nella stiva adiacente o tanto meno in una
stiva all'altra estremità della nave. E se detto bagnamento
esiste è il tecnico che dovrà dire alla stregua delle condizioni
della manutenzione o degli effetti possibili di manovre , sforzi
od altro sulla nave quale ne è la causa per classificare o respin-
gere, come convenga, quel tal danno che in lire verrà stimato
dallo specialista del carico medesimo.
-
Nell'avaria particolare. Si fissi subito la considerazione
sul fatto che le polizze di sicurtà per corpo , macchine od at-
trezzi di navi in generale stabiliscono delle franchigie e delle
riduzioni dal vecchio al nuovo per la liquidazione dei danni e ,
per esempio, sui corpi e macchine di piroscafi in ferro del va-
lore accertato dei danni sofferti si deducono le seguenti fran-
chigie :
- 379
parere anche ovvio che dal giudizio su rapporti nautici dei ca-
pitani si debba escludere l' Ingegnere Navale.
Ora senza voler certamente pretendere che l'Ingegnere Na-
vale, per avere quanto il suo grado gli conferisce, voglia esclu-
dere altri professionisti dal diritto di esercitare la loro profes-
sione, considerando che nelle relazioni dei capitani si enume-
rano in generale delle manovre e delle specificate operazioni
uecessarie a determinati scopi, credo che l'interpretazione loro
possa essere di competenza dell' Ingegnere, perchè :
a) Dalle descrizioni delle manovre di tonneggio , rimor-
chio o sciavoga per levarsi da un'incaglio , delle manovre di
pompe o d'allagamento per salvarsi da un incendio, delle ma-
novre di macchina o di vele per sfuggire da un pericolo di tem-
pesta o di fortunale, delle manovre di timone e macchina per
evitare i maggiori danni in un abbordaggio , etc. nulla havvi
di superiore che non entri nello studio e nella pratica dell' in-
gegnere navale ;
b) dalla forma, ubicazione e caratteristiche del danno al fa-
sciame esterno ed all'ossatura della nave incagliata ; dai danni
che si possono riscontrare nelle pompe o nella nave dopo un
incendio ; dal genere di danni che si hanno in una macchina
o meccanismo ausiliario (timone , mulinello , verricelli, etc. ) si
debbono controllare i fatti descritti dal capitano per poter dare
al liquidatore le valutazioni ripartite di ciò che dipese dal caso
fortuito e di ciò che dipese dalla forza maggiore.
Dato quindi che l'interpretazione delle descrizioni dei capi-
tani, agli effetti dello accertamento e stima di danni , sono su-
bordinate ai rilievi tecnici dell' Ingegnere, mi pare ovvio che si
debba dare a quest' Ingegnere il diritto di essere esso l'arbitro
delle operazioni tecniche di perizia, col diritto di associarsi dei
capitani quando si presentino quistioni nautiche esorbitanti la
sua competenza.
Mi riferisco ad un esempio :
Un piroscafo norvegese di 3277 tonn. lorde carica a Mobile
139025 piedi cubi di legname sotto coperta e 57438 piedi cubi
di legname sopra coperta , e, per quanto con permesso del Capitano
di Porto di portare l'immersione a 23 piedi , inizia il viaggio
- 386 -
varia, esso mi pare utile, non solo per quanto ho detto inciden-
talmente, ma anche perchè:
Non è la nave, in generale , che segue le sorti del carico ,
ma è questo che segue le sorti di quella ; e so quella ha sof-
ferto, per esempio, un incendio nel gavone di prua ch'è stato
allagato senza che la paratia di collisione perda una goccia
d'acqua e senza che la coperta abbia dei danni o delle man-
canze di manutenzione, e senza che i boccaporti e gli ombrinali
abbiano avute aperture o danni, non si potrà ammettere che il
grano caricato nelle stive abbia sofferto per bagnamento d'acqua
di mare. L'ingegnere navale colla sua pratica ed autorità pro-
fessionale dirà se per salvare la nave si è danneggiato il grano
ed in qualunque altro caso salverà al carico il pericolo di una
errata contribuzione e salverà alla nave una errata contribuzione
al danno del carico che può anche essere stato imbarcato ava-
riato.
Se in un piroscafo si ha avuto incendio di carbone nelle
carbonaie e da queste il fuoco si è propagato alle stive e corridoi
di prua contenenti copra, e per lo spegnimento s'è dovuto al-
lagare la nave ed affondarla in un conveniente bassofondo, non
si potrà dire che il carico di poppa ha sofferto per il fuoco. Sarà
solo l'Ingegnere che saprà dire fin dove il fuoco ha avuto ef
fetto e quindi sarà solo l'Ingegnere che sarà competente a deli-
mitare il danno del caso fortuito (fuoco ) da quello di salvezza
comune (acqua) e infatti , la visita alla vera estensione del
danno del fuoco ed alle condizioni di manutenzione della nave,
nei rapporti specialmente alla possibilità pel fumo e pei vapori
della copra di passare dalle stive di prua a quelle di poppa ,
potrà far variare i termini delle perizie fatte dagli esperti delle
varie classi di carico ossia potrà far variare i termini per le
contribuzioni d'avaria.
Ritenuto quindi : 1. ° che la nave , ed i suoi adattamenti
nel rapporto col danno principale e col danno derivato o di sal-
vezza comune : 2.º che la nave nel rapporto del suo stato, della
sua età e della sua manutenzione coi singoli danni alle merci
(salvo quanto le merci possono aver subito prima dell'imbarco)
rappresenta la priorità sulla causa del danno, è logico e giusto
- 391 -
Demolizioni rapide.
a.
200
100
G.
%
| ស
a.
Fig . 1 .
398
FEM
2
b.
a.
2
Б.
Fig. 2.
Ogni diramazione era biforcata all'estremità per modo da
poter alimentare due fiamme ed i termini delle forcine erano a
loro volta munite di rubinetti.
Il lavoro si iniziò da prua con tutte le otto fiamme le quali
si spostavano verso poppa, mano mano che si compieva la bru-
ciatura dei chiodi, attaccandosi volta a volta alle diramazioni
adiacenti poppiere , cioè senza la necessità di modificare l'im-
pianto.
- 399 —
Fig. 3. Demolizione delle parti avariate della carena del P.fo « Jupiter »
eseguita dalla Società « Thermos » in Palermo .
720320
a.
Fig. 8.
"
Fig. 9.
Fig . 10 .
Fig. 11 .
Fig. 12.
Le lesioni nei forni Fox e Morison si presentano general-
mente longitudinali ed interessanti solo un'onda, nei forni Purves
invece sono sempre trasversali e adiacenti alle nervature. In
tutti i casi queste spaccature si possono saldare in modo sod-
disfacente, ma per quanto ottima possa essere la saldatura ese-
guita ed anche se si sono completamente evitate le tensioni di
raffreddamento non è improbabile che, per le stesse cause prima.
accennate, si abbia dopo poco tempo una spaccatura proprio
nella stessa parte avanti saldata.
Per la riparazione delle spaccature l'esperienza ha dimostrato
essere conveniente il taglio di un pezzo comprendente tutta
- 416
Fig. 13 .
Fig. 14.
- 418 -
Fig. 15. - P.fo « Lealtà ». Caldaia a doppia fronte. Riparazione del fianco
di cassa a fuoco.
Fig. 18. P.fo « Deutschland ». Una parte della cassa-fuoco prima della
riparazione.
Nella Tavola II.a è disegnata la cassa-fuoco originale.
Nella Tavola III.a è invece segnato il progetto presentato
dalla Società Thermos e, in seguito all'approvazione della Società
armatrice e delle Autorità, attuato da essa in breve tempo. Le
linee delle saldature sono segnate con tratti e due punti e indi-
cate con le lettere S.
Si tagliarono le parti guaste delle piastre, le rivolte dei forni
fin sotto il piano delle griglie e si rimosse anche tutto il poz-
zetto : il complesso dei pezzi guasti, tolti dalla cassa a fuoco e
poi rimontati in officina, si vede nella fig. 19.
- 424 —
Fig. 20.
Fig. 21.
- 426 -
Fig. 21 bis
19
Fig. 26.
432
Fig. 34.
Fig . 35.
Fig. 36.
- 439 ―
XXI
XXI
20
Fig. 41
Fig. 42.
11 444 -
I.a SEDUTA
Eccellenze , Signori ,
Signori,
Signori,
Dal lavoro compiuto Voi dovete trarre gli auspici per l'av-
venire.
Agli ingegneri navali e meccanici è riservato un compito
della più grande importanza sia nel campo della economia na-
zionale, progettando e costruendo le navi mercantili che devono
spingersi rapide ed ardite nella lunga ed aspra via dei traffici
e dei commerci mondiali, sia nei riguardi della difesa del paese,
la quale da Voi attende i colossi che ne tengano alto e rispet
tato il nome.
È perciò che il paese seguirà con vivo interesse i Vostri la-
vori, i quali si iniziano nel momento in cui le navi che dalle
vostre mani uscirono, che sono l'opera vostra, solcano il mare
per la difesa del nostro nome, dei nostri interessi, apportatrici
di civiltà in regioni che già ci appartennero e che sono state
consacrate dal più grande eroismo e dal più generoso sangue
di nostra gente. (Applausi).
È con questi sentimenti, è con l'augurio vivissimo che Voi
possiate dare alla Patria navi sempre additate in tutto il mondo
-- 458
Eccellenze e Signori,
466 -
1
Ma bisogna però considerare che l'accentuato progresso nella
corazzatura sia per quanto si riferisce alla qualità , sia per i
concetti nuovi , circa la sua grossezza e la sua estensione (au-
mentando gli spessori delle corazze anche nelle parti che un
giorno si credeva che si potessero caraterizzare come vitali ,
mentre oggi si può ritenere che tutto l'interno della nave sia
vitale, ed estesa la superficie corazzata in modo da coprire e
proteggere tutte le parti della nave esposte al tiro) ha fatto cre-
dere e fondatamente ritenere che il 305 se deficiente di efficacia.
Si è cercato di aumentare questa efficacia , lavorando su tutti
quegli elementi balistici , densità di caricamento , qualità delle
polveri, massa di esplosione, aumento nel numero di espansioni,
allungando il cannone fino a 50 calibri e si è cercato di uti-
lizzare l'aumento dell' efficacia del cannone specie alle grandi
distanze di combattimento. Ma , come doveva avvenire , c'è
stato un punto di arresto, in quanto che vai sapete che le ero-
sioni che si manifestano nell' animo dei pezzi , sono dovute a
cause chimiche e meccaniche che , in gran parte , trovano la
loro origine dalle alte pressioni e dalle alte temperature. Quindi
il cannone da 305 , anche senza andare ai 50 calibri e mante-
nendogli tensioni uguali a quelle che sono in uso presso la nostra
marina , attorno ai 50 colpi comincia a deteriorarsi negli ele-
menti che influiscono sulla precisione del tiro e si può assicurare
che il cannone sia inservibile all'80 ° o al 100 ° colpo.
Da ciò la necessità di aumentare il calibro perchè , con un
un calibro maggiore , è possibile, mantenendo la pressione in-
terna minore, (necessitando una velocità iniziale inferiore) di
potere per tutto il tratto della traiettoria , avere delle energie
uguali , non solo , ma anche superiori a quelle che si possono
ottenere col cannone da 305.
E difatti a questa tendenza si sono associate , si può dire ,
oramai tutte le marine del mondo. Vediamo l'Inghilterra ar-
mare i suoi Orion con cannoni da 343 e studiare già il 356 ;
vediamo gli Stati Uniti tenere in progetto delle navi alle quali
saranno assegnati cannoni da 356. La Francia ha in istudio il
340 , la Germania il 350 e così via discorrendo. Per modo che
pare che da tutti sia accettato il principio della necessità del-
- 467 — >
- 468
1
P
469
II. a SEDUTA.
Presidenza di S. E. BETTOLO.
---
BETTOLO , presidente. Ed ora passiamo all'ordine del giorno
il quale reca il seguito della discussione sulla relazione dell'on.
Salvatore Orlando. Primo scritto è l'ingegner Laurenti, al quale
dò la parola .
catene era quella che trasmetteva lo sforzo dalla terza alla quarta
lamiera, e col leggero movimento di tutta questa massa assor-
biva una parte del dinamismo dell'acqua che entrava .
Quindi io ritengo che si possa profittare della struttura esi-
stente , allagando senz' altro al momento del combattimento il
primo compartimento ed il secondo tenendolo in contatto con-
tinuo col mare.
A questo concetto aveva accennato stamane anche il comm.
Soliani , e credo non sia fuor di luogo tenerlo in considerazione
e fare su di esso delle esperienze. (Applausi).
E dirò che l'aumento del calibro non è solamente utile per au-
mentare la capacità di scoppio della granata . Questa è una ra-
gione ; ma io ho anche un po ' più di fiducia di quella che ab-
bia mostrato l'ing. Pecori nella efficacia perforatrice della gra-
nata ; in quanto che, se noi abbiamo avuto l'esempio della bat-
taglia di Tsu- Schima, nella quale si può dire che non vi sia
stato cannone che sia riuscito a perforare le corazze, e questo
ha recato meraviglia a tutti , immediatamente la nostra mera-
viglia si è dissipata allorchè ulteriori notizie ci vennero a con-
fermare che i proiettili usati sia dai giapponesi che dai russi
erano proiettili di qualità inferiore.
Oggi invece, in seguito ai lodevoli sforzi fatti dai nostri fab-
bricanti di proiettili, possiamo dire che siamo giunti ad un
punto tale in cui tutta l'energia di cui è capace un cannone
può essere utilizzata dal suo proiettile.
Se voi avete un cannone capace di 20.000 dinamodi, ma il
cui proiettile all'urto si rompe dopo aver compiuto un lavoro
corrispondente a soli 10.000 dinamodi , è evidente che quasi
10.000 dinamodi della potenza del vostro cannone sono sciupati .
Ma quando potete assicurarvi che il proiettile potrà racco-
gliere ed utilizzare nel suo lavoro tutta l'energia di cui fu ani-
mato dal cannone, allora dobbiamo dire che si possono avere
degli effetti buoni anche dal cannone.
Con questo credo di aver anche confermato la mia idea circa
il proiettile unico . È questione di misura. Volete un proiettile
unico che abbia più pronunziati i caratteri della granata, e ne
volete uno che abbia caratteri più spiccati verso l'efficacia per-
foratrice ? fate pure l'uno e l'altro secondo i gusti, ma quando
siamo arrivati al calibro di 356, noi possiamo, con un proiettile
molto resistente e cioè dotato di alta resistenza perforatrice, avere
anche una carica di scoppio all'incirca di 22 chilogrammi, e
quando voi potete portare 22 chilogrammi di alto esplosivo nel-
l'interno della nave avversaria, francamente richiedere di più
sarebbe una barbarie, e credo che vi possiate contentare . ( Com-
menti animati).
In Francia, del resto, hanno fatto, come voi sapete, nume-
rose esperienze per venire al proiettile unico, ed ormai in Francia
- 497 -
III. SEDUTA e
DE MARINI.
Egregi colleghi,
30
28
26
24
= 1 un
22
20
18
46
4mm
- 532 -
costruzione
Regole
di
?
Int
Associazione
da
materiali
sui
studi
詹
12
10
Rapporti
30
29
28
27
26
25
24
23
22
21
20
19
14
18
17
16
15
10
13
12
11
9
8
7
6
5
4
3
0
in
Spessore llim Gi
533 -
IV. SEDUTA
nel senso stesso della compressione per cui può ritenersi che
questa avvenga in realtà con legge adiabatica. In conseguenza
di questi fatti il ciclo termico delle macchine a scarico centrale
risulta migliorato in confronto con quello delle ordinarie mac-
chine a vapore alternative.
Passo ora ad un altro argomento toccato nella mia memoria,
cioè le turbine a vapore .
È noto che un problema molto grave è quello di poter co-
strurre la turbina e l'elica in modo che il complesso propulsivo
possa funzionare con regime di buon rendimento : a questo scopo
si sono fatti varii studi onde determinare un trasmettitore della
potenza dalla motrice al propulsore per modo che queste due
parti possano funzionare ognuna secondo un regime proprio di
massimo rendimento, così ricorderò il trasmettitore idraulico del
Föttinger, il trasmettitore ad ingranaggi di Mac-Alpine-Melville.
Fra le turbine a vapore ne trovo una degna di particolare.
studio perchè suscettibile di una buona regolazione che la rende
atta a dare variazioni anche forti di potenza : tale è la turbina
tipo Schulz il cui dispositivo caratteristico mi ha suggerita la
modificazione che espongo nella mia memoria . Secondo la mia
proposta la turbina dovrebbe costruirsi coi condotti di vapore
raddoppiati in due serie di corone coassiali di cui l'esterna de-
stinata alla marcia avanti, quella interna adibita alla marcia
indietro.
Mentre i costruttori di macchine a vapore, sieno alternative
che a turbina, cercano di perfezionare i loro prodotti, i costrut-
tori di macchine a combustione interna studiano alla lor volta
il problema della sistemazione delle loro motrici a bordo delle
navi. Tale problema forse attende la sua soluzione dal campo
siderurgico che deve provvedere il materiale atto a reggere alle
elevate pressioni e temperature che si raggiungono nei motori
tipo Diesel e Sabathé, i soli che sembrano ora utilizzabili per
le grandi potenze. Si potrebbe anche studiare la combinazione
della macchina a scoppio (ciclo Otto) con quella a pressione co-
stante (ciclo Diesel) ottenendo una motrice a ciclo misto, iden-
tico nella forma, ma diverso nel modo di realizzazione , a quello
delle macchine Sabathé.
- 544 -
iisultati
fdista-
dritta
prova
rcenti
della
eseg
mot
Non
,ddel
uta
es-
i
So
Durata della prova ore 12 16 24 12 2 2 1
2
Numero dei giri. • N.º 462 460 380 385 250,4 265 246
206,5 231 78,2 83 78 sendo
stati
Potenza HP effettivi .. HP 330,3 331
Consumo nafta per HP-ora gr. 259,6 256,6 243,4 250 295,5 296
olio 18,9 16,5 14,1 15,1 16 16
cantato per avaria o per altra ragione. Per accertarsi che ogni
cosa era nello stato regolare si fece variare l'andamento di una
diecina di giri, prima in più e poi in meno , ma per ognuno
dei nuovi andamenti la regolarità veniva ripresa con la mede-
sima esattezza . Nei motori dell'Argo in tutte le prove, anche in
quella a pieno carico, il fatto si manifestò così evidente da me-
ritare di essere segnalato dalla Commissione di collaudo ; ed io
vi prego di dare un'occhiata al diagramma per convincervi che
non sarebbe possibile ottenere una maggiore regolarità di marcia ;
le linee delle potenze effettive e del numero di giri sono rette
(Vedi Tavola). Riassumendo dunque per questo tipo di motore
si sono raggiunti tutti i voluti requisiti per potenza, consumi,
assenza di fumo allo scarico , regolarità di marcia , assenza di
vibrazioni , prontezza di avviamento sia a freddo che a caldo ,
prontezza d'inversione di marcia ', ed aggiungerò ancora come
peso ed ingombro elementi molto importanti per le navi da
guerra (il peso è fra i 16 ed i 17 Kg. per HP effettivo, escluso
l'albero e l'elica).
Due sole osservazioni io feci all' Ing. Fornaca , una relativa
al rumore l'altra al minimo andamento. Il rumore di questi
motori è veramente assai forte ; nella sala delle prove della
Fiat, molto ampia e con grandi porte, non era possibile inten-
dersi parlando a brevissima distanza. So che l'ing. Fornaca sta
studiando la maniera di diminuire, per quanto è possibile, l'in-
conveniente modificando opportunamente il sistema di distribu-
zione ed io son certo vi riuscirà. Circa il minimo andamento
ottenibile con questi motori , e che ha speciale importanza in
relazione alla manovra della nave , devo dire che già notevoli
progressi sono ottenuti negli ultimi motori , collaudati , dello
stesso tipo ; credo si possa fondare sopra un funzionamento re-
golare fino ad un numero di giri circa il terzo di quelli corri-
spondenti al pieno carico; ma è desiderabile che si discenda
ancora per avvicinarsi alle condizioni che si ottengono in questo
elemento dalla macchina a vapore.
Dal motore di 300 a 500 HP la Fiat è già passata a quello
di 1000 HP, che trovasi sotto prova ; e mi risulta che già sono
molto innanzi gli studi per quelli di alta potenza, da 10000 a
giri
400
380
36
26
Boc
80
260
6002+0
5502 20
Soo 200
450 180
40ch60
350 :01
300 .0
250 100
200 80
150 60
100 40
So 20
Ore 45
-- 561 -
P
୪
Fig. 1 .
Fig. 2.
sali a 2000 mm² e più. E non è tanto il costo che deve preoc-
cupare ma l'ingombro di simili conduttori, le difficoltà di posa,
le difficili riparazioni e sostituzioni , l'ingombro degli accessori
ad essi proporzionati .
Credo che in Germania si vada introducendo o si pensi d'in-
trodurre il sistema a tre fili con la tensione di 2 × 110. La
questione è stata anche dibattuta in Italia con molta competenza.
Ma se si eliminano degli inconvenienti se ne introducono altri
e forse non meno gravi o, per lo meno, il problema non è ri-
solto in modo radicale.
Nella Marina Austriaca fu , credo sulla Maria Teresa, in-
trodotta, non so con quale risultato, la corrente alternata tri-
fase per i motori.
Il Signor Guido Castiglioni ne propugnava l'adozione nel
1903 ( Rirista Marittima, agosto settembre 1903, considerando)
che si sarebbe potuto ottenere :
a ) una maggiore semplicità nelle macchine generatrici ;
b) la soppressione dei collettori sia negli apparecchi gene-
ratori che in quelli ricevitori ;
e) maggiore elasticità nella tensione.
In un numero susseguente della stessa rivista il tenente Viani
combatte l'opinione del Sig. Castiglioni sopratutto per la diffi-
coltà di variare la velocità dei motori e propone, per diminuire
le sezioni dei conduttori, il sistema a tre fili corrente continua
(Rirista Marittima, dicembre 1903 ).
Anche l'Ingegner Laurenti combattè le idee del Castiglioni
(Rivista Marittima, marzo 1904) e anch'io a quell'epoca le avrei
combattute.
L'impiego dei motori con velocità variabile è l'argomento
principale anche per il Laurenti il quale per l'economia dei con-
duttori propugna gli impianti a 250 volt con due fili anzichè
con tre e trova che non ha importanza la soppressione dei col-
lettori.
Astrazione fatta per il momento dalle variazioni di velocità
dei motori io sono di avviso che dato il continuo aumento pre-
conizzato dallo stesso Laurenti (Rivista Marittima, dicembre 1901 )
delle applicazioni di trasporto di forza si impone un aumento
578
comando. Ora per esempio col sistema Locarni anche questo in-
conveniente è tolto , e nella Dante Alighieri dove sono ap-
plicati questi motori anche pel timone, si sono avuti risultati
ottimi. Il Prof. Pasqualini adesso sposta la questione e la sposta
giudiziosamente coi riduttori meccanici. Ma entriamo in un
altro campo . Certo che la questione merita di essere presa in
considerazione, perchè finora le esperienze sono state fatte per
piccole potenze, e va benissimo, ma applicandola a delle potenze
rilevanti potrebbe succedere qualche cosa che ora non è possi-
bile prevedere. Vi è pure, oltre quel giunto, un altro giunto
idraulico di cui ha acquistato i brevetti la Fiat, che è allo studio ,
e forse potrà rendere anche esso ottimi servizi.
Ma, ripeto, spostata così la questione , si entra in un altro.
campo e per ora non possiamo dire se ciò sia preferibile almeno
dal lato del costo, ingombro e peso all'abbandono della corrente
continua.
V. SEDUTA
-
ORLANDO S. , presidente. Sono veramente grato all ' ing. Fer-
rati e all'assemblea degli applausi che mi hanno voluto tributare.
Però debbo dire che il merito della riuscita di questo Congresso
non è mio. Io non vi ho portato che quell' attacco alla professione
che tutti nutriamo. Ma voi ci avete portato lo studio, ci avete
portato delle comunicazioni così importanti che hanno innalzato
il livello di questa nostra riunione veramente ad un grado non
inferiore di quello del Congresso inglese. Non è quindi a me
che va l'applauso ma a voi del Genio Navale che avete sempre
studiato, ed alla industria privata che in questi ultimi anni ha
dimostrato anch'essa di studiare e di uscire da quello che per
il passato era un po' empirismo e adesso è invece studio e teoria.
A voi quindi la gratitudine nostra e di tutti i convenuti. Ri-
torco quindi l'applauso a tutti coloro che hanno presentato
delle comunicazioni , che hanno preso parte alla discussione , a
coloro, che, come spero , nelle future riunioni vorranno presen-
tarcene di nuove. ( Applausi).
GHIRARDI. - La ringrazio.
"
|
THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY
REFERENCE DEPARTMENT
form 410