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Umanesimo e Rinascimento

L'Italia nel 400 e nel 500 conobbe un progressivo declino: guerre tra gli stati regionali, discesa in
Italia del Re Francese, Carlo VIII, Italia contesa tra Spagna e Francia, scontri religiosi (cattolici e
protestanti, ricodando la riforma di Martin Lutero), i Turchi Ottomani che presero Costantinopoli,
capitale dell'impero Romano d'Oriente, decretando la fine della sua storia.

Fu anche un periodo di progresso: Scoperta dell'America (1492), diffusione di carte nautiche e


geografiche, l'astrolabio, perfezionamento della bussola, utilizzo della polvere da sparo e invenzione
della stampa a caratteri mobili. (Johannes Gutenberg)

Le corti italiane furono splendidi centri culturali dove trovavano ospitalità artisti e intellettuali
protagonisti di una rivoluzione culturale e civile:

 Rivoluzione Umanistica, perché poneva al centro il suo interesse, non più Dio ma l'uomo, le
sue azioni e la possibilità di decidere del proprio destino;

 Rivoluzione Rinascimentale, perché rappresentava per gli intellettuali il risveglio delle arti e
del sapere dopo un lungo periodo in cui la cultura era stata religiosa. Questa nuova cultura si diffuse in
tutt'Europa. I contenuti più importanti furono:

-La riscoperta dei classici greci e latini.

-Ammirazione per gli ideali di armonia ed equilibrio dei classici.

-La nascita della Filologia( la scienza che vuole riportare il testo all’origine).

Le corti dunque furono dei laboratori di studio e cultura, dove i signori svolgevano il ruolo di
mecenate, mettendo a disposizione degli artisti sparsi, sale, biblioteche e soprattutto risorse
finanziarie, commissionando loro opere che rendessero splendide le loro residenze e celebrassero le
loro dinastie.

All'epoca il latino classico era la lingua più nobile adatta a trattare questioni elevate, ma c'era
anche il volgare illustre fiorentino, usato da intellettuali e artisti cortigiani ( uomini che vivevano
a corte, cioè i nobili) si ispirava al modello dei tre grandi, Dante, Petrarca e Boccaccio.

Gli intellettuali ora cominciarono a domandarsi quale lingua avrebbero potuto utilizzare per le loro
opere.

Iniziò così la cosiddetta "Questione della lingua".

Secondo alcuni la lingua letterale nazionale doveva risultare dalla fusione di tutti i volgari locali,
depurati delle espressioni delle espressioni più quotidiane e popolari; altri invece avrebbero
preferito ispirarsi al volgare fiorentino parlato; altri infine ritenevano giusto il modello del

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volgare illustre fiorentino di Dante,Boccaccio e Petrarca.

Tra questi vi era Pietro Bembo, autore della prima grammatica italiana. Alla fine prevalse proprio
quest'ultima tesi.

In Italia nel periodo umanistico Umanistico-Rinascimentale si ebbe una fioritura di opere letterarie,
classificabili in tre generi:

1. Trattati di contenuto morale e politico (gli umanisti riflettevano su come l'uomo avrebbe
potuto raggiungere in vita il bene, l'ordine e l'equilibrio. Es. Il principe di Nicola Machiavelli);

2. Poesia lirica sul modello dei sonetti di Petrarca - poemi cavallereschi (Es. L'Orlando Furioso)

3. Poemi cavallereschi apprezzati soprattutto dal pubblico delle corti.

Epica cavalleresca italiana

Nelle corti italiane del centro-nord fiorirono poemi in versi che cantavano gli amori e le
imprese dei cavalieri.

Essi si ispirarono ai poemi francesi, che raccontavano le imprese del paladino Rolando (nome
italianizzato: Orlando).

Temi e caratteristiche dell'epica cavalleresca sono:

 Il cavaliere: Che risponde a precisi requisiti fisici e morali, quali fedeltà al suo signore, alla
dama che ama, all'amico paladino; saggezza e coraggio.

 L'amore: Come sentimento assoluto e purissimo.

 Gli elementi fantastici: Come maghi, fate, incantesimi e stregonerie.

 L'intervento dell'autore: Esprime infatti direttamente giudizi.

In Italia la prima personalità letteraria che si occupò di epica cavalleresca fu Luigi Pulci nel
suo poema Morgante riprese i personaggi della Chanson de Roland francese, trattando però
il tutto con toni comici.

Il paladino Orlando è il protagonista anche di altri due capolavori letterari:

L'Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo e L'Orlando furioso di Ludovico Ariosto.

Lontano dagli ideali cortesi delle precedenti opere è invece la Gerusalemme liberata, il
poema di Torquato Tasso, che esalta gli ideali religiosi della controriforma attraverso il

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racconto della Crociata per la liberazione del Santo Sepolcro.

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Ludovico Ariosto

Nasce nel 1474 a Reggio Emilia allora sotto il dominio estense. il padre, comandante della guarnigione
locale, riesce ad introdurlo al seguito di Ercole I d'Este, in questo modo Ariosto ha la possibilità dio
frequentare i raffinati ambienti di corte, di conoscere artisti ed intellettuali e di coltivare il suo amore
per la letteratura.

Due anni dopo il padre muore, il giovane si trova costretto a mantenere la famiglia, si impiega così al
servizio del cardinale Ippolito d'Este, per il quale svolge svariati incarichi. Nel frattempo, scrive la
prima redazione dell'Orlando Furioso, con dedica al cardinale Ippolito.

Nel 1517 avviene una svolta: Ariosto si rifiuta di seguire il cardinale in Ungheria, con conseguente
perdita del lavoro.

Sino al 1521 vive in condizioni disagiate dedicandosi alla scrittura dell'Orlando Furioso.

Il duca Alfonso d'Este gli offre l'incarico di governatore della Garfagnana, zona dell'entroterra lucchese,
zona molto pericolosa perchè rifugio di banditi. Ariosto vi rimane 4 anni, rivelando doti di attento
amministratore e riuscendo a riportare ordine nella regione.

Qui scrive "Le Satire" in cui critica la condizione degli intellettuali italiani costretti a mettersi al
servizio di un signore per poter vivere.

Nel 1525 è richiamato alla corte di Fernando dove viene affidato l'incarico di allestire spettacoli e
scrivere commedie.

A Ferrara avrà vicino la donna amata Alessandra Benucci e rielaborerà nuovamente l'Orlando Furioso.

L. Ariosto muore nel 1533.

L'Orlando è un poema costituito da 46 canti in ottave (otto versi) di endecasillabi (11 sillabe).

Ogni canto è introdotto da un esordio, in cui prende la parola il poeta e la fine di un canto non coincide
mai con la fine di un episodio.

La vicenda è ambientata in un passato indeterminato e immaginario; I luoghi sono molti, alcuni indicati
con un nome geografico (Parigi e l'Africa) altri inventati (Il castello magico di Atlante o i boschi dove
vagano i cavalieri).

L'antefatto del poema di Ariosto è contenuto nell'Orlando innamorato (Poema cavalleresco di Matteo
Maria Boiardo)

In quest'opera Boiardo, paladino di Carlo Magno si innamora perdutamente di Angelica, bellissima


figlia del re del Catai, giunto con il fratello a Parigi per seminare discordia, tra i cavalieri cristiani e in
effetti tutti si contengono la bella principessa pagana.

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Dopo numerose fughe, riavvicinamenti e incontri magici tutti i personaggi si ritrovano di nuovo a
Parigi, che nel frattempo è stata cinta d'assedio dai saraceni.

A quel punto Carlo Magno decide che Angelica spetterà a chi tra i suoi paladini? (A chi ucciderà più
nemici in battaglia)

L'Orlando innamorato termina in questo punto e viene ripresa dalla storia narrata nell'Orlando Furioso
che inizia alle porte di Parigi.

L’Orlando Furioso

I Cavalieri cristiani dell'esercito di Carlo Magno difendono la città dall'attacco dei saraceni (arabi)
guidati dal re d'Africa Abramante;

All'improvviso, una splendida fanciulla pagana, fugge dall'accampamento cristiano dove era
prigioniera, ma viene seguita da uno stuolo di cavalieri innamorati di lei... tra questi vi è Orlando.

Dal momento della fuga di Angelica, le vicende dei numerosi personaggi del poema si intrecciano tra
loro.

Dalle vicende si intrecciano 3 filoni:

- L'amore non ricambiato di Orlando per Angelica: Per seguire la donna amata perennemente in
fuga, Orlando dimentica i propri doveri di cavaliere e si trova coinvolto in avventure di ogni tipo.

Angelica, però, s'innamora di Medoro, un semplice scudiero saraceno, lo sposa e torna con lui nel
Catai.

Quando Orlando scopre di aver perso per sempre Angelica, diventa furioso, impazzisce per il dolore: Si
strappa l'armatura e vaga nudo per i campi, distruggendo tutto ciò che incontra.

Lo salva l'intervento del cugino Astolfo che, grazie al cavallo alato Ippogrifo, riesce a raggiungere la
Luna, dove ritrova il senno di Orlando.

- L'amore contrastato tra Ruggiero e Bradamante: Ruggiero, prode guerriero saraceno e


Bradamante, guerriera cristiana, s'innamorano l'uno dell'altra.

Il mago Atlante però si oppone a questo amore, perché conosce la profezia che grava sul destino di
Ruggiero (Diventare cristiano, sposare la donna amata e morire giovane); così lo chiude in un castello
incantato, da cui Ruggiero fugge senza però riuscire a trovare Bradamante.

Dopo molte peripezie e dopo la conversione di Ruggiero, i due finalmente si ritrovano e si sposano
davanti a Carlo Magno.

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Dalla loro unione avrà origine la stirpe Estense dalla quale discese il Cardinale Ippolito a cui è
dedicato.

- La guerra fra saraceni e cristiani: si svolge inizialmente alle porte di Parigi e poi sul mare e in terra
d'Africa, dove i paladini riescono a conquistare la capitale del Regno di Agramante.

La guerra si conclude con un duello: tre campioni cristiani, tra cui Orlando, vincono su tre campioni
saraceni, tra cui Agramante, ucciso dallo stesso Orlando.

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