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Christopher A.

Faraone

GLI INCANTESIMI ESAMETRICI ED I POEMI EPICI


NELLA GRECIA ANTICA
\
APUTo erano
Eris che nel periodo imp?riale i poemi omerici
Romano
testi canonici citati spesso inclusi imaghi
da molti, e gli stregoni che
si servono anche della loro grande autorit? come una forza m?gica.
Infatti i papiri magici e iscritti in questo periodo citano i versi
gli amuleti
omerici per un certo numero di scopi soprannaturali, come nel Medioevo
si citavano i versi latini della Bibbia Vulgata o di un
Virgilio.* Comunque
piccolo numero degli incantesimi esametrici dei secoli pi? antichi ? sopra
vissuto e alcuni studiosi credono o suppongono che tali versi imitino anche
i poemi narrativi o siano in qualche modo derivati da loro. Insomma: se
condo tali studiosi i famosi poemi epici forniscono ilmodello per tutti gli
altri generi di poemi esametrici. Vorrei confutare questa tesi e dimostrare
che gi? alla fine dellV?n sec?lo i Greci componevano e cantavano incan
tesimi esametrici e li trattavano come un genere esametrico, esattamente
come - per esempio - gli inni e gli oracoli.
Un impulso molto per questo studio ? stata la scoperta a
importante
Creta, in Sicilia e in Calabria di parecchi incantesimi scritti amuleti
sugli
di piombo usati per proteggere le case pr?vate. Questi suggeriscono che
i stavano e
nel periodo classico Greci usando trasmettendo gli stessi versi
esametrici in diverse
part? del mondo greco. La distribuzione cronol?gica
e
geogr?fica ? veramente significativa, perch? sembra essere la stessa d?l
- come - son?
ie lamine auree di Orfeo, che Richard Janko ha dimostrato
composte oralmente e trasmesse nello stesso sec?lo e nelle stesse regioni
dalla Grecia: Creta, Sicilia e Calabria. La datazione di queste lamine orfiche
e questi amuleti iscritti coincide inoltre con il periodo in cui vivevano i due

pi? famosi poeti e che abitava in Creta, ed Empedo


guaritori, Epimenide,
cle, che viveva ad Agrigento in Sicilia e che nel suo poema si vanta della
sua capacita di ammalati e contrallare il sole, la
soprannaturale guarir? gli
luna e il tempo atmosf?rico.
In questo lavoro confuter? Tassunto secondo cui imaghi greci nel pe
riodo arcaico e classico avrebbero imitato i poeti narrativi e invece esami
nero alcuni casi dove ? vero il contrario. Quindi dedichero la prima parte
a una discussione - uno
del mio studio di due episodi della narrativa ?pica

1 2
Faraone Richardson 1974, 229-231 e Scar
1996. pi 1976,159-173.
12 CHRISTOPHER A. FARAONE

dalYlnno omerico a Demetra ed un altro dall'Odissea d'Omero. In entrambi

questi brani i poeti


epici sembrano
prendere in prestito le parole e la sin
tassi di una viva tradizione d'incantesimi magici. Nella parte ultima del
mio intervento discutero i passi di Empedocle e Esiodo e
parlero pi? gene
ralmente d?lie vanterie dei poeti greci riguardo al potere m?gico dei loro
versi esametrici.

La vanteria di Demetra

alla scena dove Demetra - travestita in cerca di


Adesso torniamo da vecchia
-
lavoro come nutrice si vanta d?lia sua conoscenza d?lia magia difensiva
(Hymn. Horn. Dem. 227-230) :2

&p?<Jj<x), xo? [iiv soXnoc xaxocppaS?Yjcrt, TixH)vv]?


out' ?p' enr?kua?r? ou&' eT7ioTa[xv?v
8r?kr?Gexoii
o?Sa y?p ?vT?TO[JLOv
[iiya cp?pxepov fTXor?[jioco,
o?Sa 8' ?7ry)Auo~(,Y)<; 7roXu7nq|xovo? ?a&Xov epua(JL?v.
228 ?TTOTap-v?v M: ?Tr?rafxvov Allen et alii: ?7t?Ta(jivwv Delatte
Ignarra,

Lo allever? io, e non credo che per difetto della nutrice


la stregoneria o il "Sottotagliatore" gli nuoceranno
perch? conosco un antidoto molto pi? forte del "Boscaiolo"
e conosco un valido rimedio alia dolorosa.
stregoneria

Gli studiosi hanno osservato che nella sua vanteria la dea sembra imitare
una formula m?gica, sia nella forma che nel contenuto. Le parole "Sotto
(Ttcotocjjiv?v) e "Boscaiolo" (TXor?fjioc), per esempio, non si
tagliatore"
trovano in nessun altro luogo ed erano probabilmente nomi folklorici di de
moni, che si credeva causassero il dolore nelle gengive dei bambini piccoli.*
-
Inoltre, la parola greca enr?k\jo?r? che indica un "attacco" d'un demone, di
malattia o - in un altro luogo nella poesia
d'incantesimo compare soltanto
- in un verso omerico a Ermes (26).2
greca arcaica simile nell7nno
Paolo Scarpi e alcuni altri studiosi, inoltre, hanno indicato il carattere
peculiare di questi versi, caratterizzati dalla ripetizione di parole e suoni,
dal chiasmo e, negli ultimi due versi, anche dairan?fora del verbo o?Sa
- un
("conosco") vocabolo che neir?pica narrativa ? usato solo in cer
te canzoni molto per il canto delle Muse nella
speciali, esempio Teogonia
d'Esiodo (27-28) o quello delle Sirene nel dodicesimo libro de?rOdissea (12,
189-191).3 II secondo verso della vanteria di Demetra ? inoltre molto simi
le nella struttura al pen?ltimo verso di un incantesimo esametrico inciso

1
Allen 1895, 13; Allen-Halliday-Sikes 1936,155-156 e Faraone 2001.
2 3
Allen-Halliday-Sikes 1936, 282-84. Scarpi 1976,159-73.
GLI INCANTESIMI ESAMETRICI ED I POEMI EPICI 13

su uno menzionati - a
degli amuleti di piombo sopra quello di Phalasarna
Creta (c. 400 a.C.):1

ou [ie xaxa)(pLcrc[(oc, out'


$]r?kr?GeTOLi ?7I?v?,xt[<oi]
out? noT(?i
[ou]t' ?7iay(0Y7]c

n? con ung?ento mi nuocer? n? con applicazione (?)


n? con bevanda n? con incantesimo ...

Quest'amuleto ? datato alla fine del quinto sec?lo a.C. Troviamo simi
li vanterie in altri amuleti aU'indrca dello stesso periodo. Recentemente
David Jordan ha pubblicato i frammenti degli incantesimi tardoclassici di
Selinunte e di Locri che presentano alcuni versi simili. Bench? entrambi
questi esempi siano troppo frammentari, possiamo vedere benissimo che
essi condividono due elementi simili alla vanteria di Demetra e ail'amuleto
cretese: tutti i testi trattano di magia apotropaica e usano tutti una frase
molto simile (ou... ^r?kr?aexoii out') per identificare i demoni o le malattie

pericolose che Tincantesimo respinger?.


Dobbiamo quindi pensare che questi amuleti stiano citando la vanteria
di Demetra, che Tincantesimo stia imitando il testo letterario? Questa tesi
? molto difficile da sostenere, perch? Uinno omerico a Demetra non viene
mai citato da altri poeti nel periodo classico e non ? mai diventato famoso
i poemi d'Omero o d'Esiodo o
quanto gli altri inni omerici lunghi. Que
st'inno, inoltre, sembra essere una composizione di un poeta del quinto se
c?lo che lavorava vicino ad Atene. La datazione di questo poema pone un
problema aggiuntivo. Gli amuleti risalgono alla fine del quinto o aU'inizio
del quarto sec?lo, mentre il testo di Selinunte sembra essere una copia di un
incantesimo pi? antico. Mi sembra perianto possibile concludere che que
sto genere di incantesimi difensivi fosse in uso nel quinto sec?lo in alcuni
luoghi cos? lontani tra di loro come Atene, Creta, Sicilia e Calabria, e che
il poeta delYlnno omerico a Demetra conoscesse questa tradizione e Tavesse
usata nella vanteria di Demetra per rendere la dea pi? simile a una nutrice,
in quanto neirantichit? si credeva che le nutrici e le levatrici conoscessero
ogni genere di magia apotropaica.

Il Pharmakon di Elena

Un secondo e molto pi? complesso esempio di un poeta ?pico che imita la


formula tradizionale deirincantesimo ritorna nel celebre episodio del quar
to libro de?rOdissea, dove Elena, disturbata dal fatto che Telemaco e i suoi

1
Guarducci 1939, 223-225 n. 7;W?nsch 1900, 73-85 e Jordan 1992, 191-194, dei quali sono
testo e traduzione, mentre il testo tradito ?: ? [lz kolt
riprodotti qui cq(p?(jz[(?L ^]r?kr?Gexoi
OUT? OUT? TC(XT?k[ou]t'
?7rY]V?XT[(0l] / ?7raT(0YY?L.
14 CHRISTOPHER A. FARAONE

altri ospiti siano diventati tristi e addolorati discutendo il fato d'Odisseo,


mette un f?rmaco nel vino che loro stanno bevendo (Od. 4, 220-226):
oc?tIx5 el? olvov ?v&?V ?7iivov,
?p' ?aXe cp?pfjiaxov,
vYjTiev&?? t'
?^oX?v T?, xaxcov ?tc?Xy)&ov aTi?vT?ov.
?? to xaxa?po^ecev, iny?v xpr?TT?pi fxiye?Y),
ou x?v xax? rcapeiwv,
?cpY](Jiip(,?c ye ?aXoc S?xpu
ouS' el o? xaTaT?^vaL?] x?
p]TY)p 7iaT7?p re,
o?S5 e? o? 7ipo7i?pot^?v ?8?Xcp?OvY] cp?Xovu?ov
^aXxw 8y]i?c??v, ? &' ?cp^aXfjLoIacv?pcoxo.
Subito nel vino donde bevevano lei ha versato un f?rmaco
che lenisce dolore e collera e che fa obliare ogni male.
Chi lo avesse una volta mischiato dentro il crat?re,
ingerito,
non avrebbe rigato di lacrime le go te, per quel giorno,
neppure se gli fossero morti lamadre e il padre
n? se al suo cospetto avessero trucidato suo fratello o suo figlio
col bronzo ed egli avesse visto con gli occhi.

brano il poeta afferma che questo f?rmaco e la


Dopo questo capacita
d'usarlo sono venuti a Elena (w 228-232). I commentatori mo
dalTEgitto
derni che il f?rmaco in questione era l'oppio o qualche altro
suggeriscono
narc?tico, ma oggi precisa della droga non ci int?ressa.
la natura
Vorrei dimostrare che il poeta dtlYOdissea
invece sembra usare una par
te deirincantesimo tradizionale per descrivere il potere sovrannaturale del
f?rmaco di Elena. Le mie argomentazioni sono due. Primo: il brano del
YOdissea sottolinea i fenomeni che la droga d' Elena impedir?, usando la ri
petizione del negativo ou e oude, esattamente corne awiene nella vanteria
di Demetra. Secondo: questi versi contengono rare che
parecchie parole
sono adottate incantesimi i nomi - come
probabilmente dagli tradizionali
di demoni nella vanteria di Demetra. Per esempio, tutti e tre gli aggettivi
nel v. 221 non si trovano mai in nessun altro passo della poesia epica. Infat
ti, le parole V7)7t?v9i? ("che lenisce dolore") e ini'kribov ("che fa obliare")
non ritornano nella letteratura greca, eccetto nei brani che chiaramente
imitano i versi delTOdissea. L'aggettivo oc^oXov, invece, ? adoperato altrove
ma non nel senso attivo che ha qui: "che lenisce la collera".
La descrizione del potere del f?rmaco d'Elena imita anche con precisione
la sintassi delle vanterie condizionali adoperate nei testi magici pi? antichi.
Troviamo un buon esempio neiriscrizione della "Coppa di Nestore" :1

: : :
N?tfTOpO? ?[?[x]? ?UTCOt[ov] 7I0T?pi0V.
S' OCV
T??? TZieOl : :aUTlXOC X?VOV
h6? 7TOT?p?[o]
: :
ht(ji?po? haip?aei xaXXt,aT?[cp?]vo 'AqjpoStTE?

1
SEG 14,1957, nr. 604.
GLI INCANTESIMI ESAMETRICI ED I POEMI EPICI 15

Io sono la coppa di Nestore, buona per bere.


Chi beva da questa coppa, subito lo
prender? desiderio di Afrodite dalla bella corona.
Usando come paragone lemaledizioni funebri arcaiche e gli incantesimi di
papiri magici, ho dimostrato in altra sede che questa iscrizione dell'ottavo
sec?lo ? un vero e proprio incantesimo volto a suscitare passione nella per
sona che beve dalla coppa.1 (La rapidit? dell'attacco ? segnata dalla parola
greca autika, su cui ritorner? alia fine di questo intervento). Vorrei sug
gerire che il poeta dtlYOdissea ha preso un incantesimo simile e Tria adat
tato alla sua narrazione. L'originale doveva probabilmente suonare come
"Chi questo f?rmaco non di lacrime le gote ...
questo: ingerisce, righer?
eccetera".

Troviamo un altro esempio di questo genere d'asserzione alFinizio del


Tincantesimo di Selinunte, uno dei testi iscritti sugli amuleti di piombo so

praccitati. Quest'amuleto inizia con quattro versi esametrici:2

OCTTI? T?)V[S]' L?p(OV ?TC?(OV?pLaY)[Jia XoCk\)i\)El


Yp?[i.(jiaTa xaaacxepwi x?xoXa[X(ji?va Xao? ?v oix?oi,
ou vl[jl 7iY][jiav?ouai oaa xp?cp?i
s?pela x^v
o?8' oaa tc?vt?oc ?oaxsi ?y?o~Tovoc 'A[xcpiTp?T7]{c}
2janko; xoXa^a? tab.; 3 Jordan; xoxoXa[X[jL?va tab.

A chi nasconder? in una casa di pietra le lettere di queste sante parole, iscritte visi
bilmente in stagno (?), a lui non nuoceranno quante cose la terra nutre n? quante
pasee Anfitrite dall'alto gemito.

Quest'amuleto ? datato paleograficamente airinizio del quarto sec?lo, ma


(come David Jordan ha dimostrato) errori nelFiscrizione suggeriscono che
lo scriba stava trascrivendo un testo pi? antico scritto in un alfabeto poco
famili?re.31 due ultimi versi contengono la vanteria della forma "n? questo
... n? che di nuovo ci richiama alia mente le vanterie
gli nuocer? quello",
di Demetra e anche amuleti cretesi e magno-greci. Qui per? il verbo
degli
7T7][jLav?ouai prende il posto del verbo $r?kr?azxoLi. Inoltre abbiamo in que
sto caso un altro antico esempio di un incantesimo esametrico che vanta il
proprio potere con una asserzione di forma condizionale che descrive due
cose che non accadranno, ripetendo (come il poeta dtlYOdissea) le nega
zioni o?? e ou8' alTinizio di due esametri consecutivi.
Mi sia permesso di citare un ultimo paragone: un incantesimo er?tico
conservato nel manuale m?gico greco:4

1 2
Faraone 1996. Faraone 1995, 5-7 e 1996, 92-93.
3 4
Jordan 1988, 256. Brashear 1979, 261-278.
16 CHRISTOPHER A. FARAONE

?7t? [JLYJXo[l?]
?710)87]-Tp?c*
xal S??ctwtoSe cp?p(xaxov | xa?piov alel t ?pwxov
xa? ?&av?xoiai $?oIaiv.
&vt)toI? ?v^pwTioLcrL
T? TtaTa^a)
T? ?aXw (jLYJXco
f] ?v 8(0 (jLY]X(p
7r?vTa U7t?pt}?(i.?VY] (JUxivOt/c' ?7l' ?(JIYJCCpiX?TYjTl
Y] t' ?v xtl9l ^a?oi --w~-~~->yJ
?v x?Xtt?o xoctKcroa xa? pr] Tua?aaixo
cpi,X?iv (Ji?.

Ki)7tpoy?v?ia &e?, au> teXel T?X?av


?naoi8y]v.

Incantesimo sulle mel?, tre volte:

Dar? questo f?rmaco sempre conveniente (?),mangiabile (?)


agli uomini mortali e agli d?i immortali.
La donna cui offrissi lam?la, e a cui la lanciassi e che colpissi con lamela
dimentica d'ogni cosa impazzirebbe per ilmi? amore
e se la prendesse in mano <e la mangiasse?>
o se la ponesse nel suo non smetterebbe d'amarmi.
gi? petto,
Dea tu a un incantesimo
ciprigna, porta compimento perfetto.

Questo al periodo dAugusto,


papiro ? datato paleograficamente ma la cor
ruzione della m?trica induce a ritenere
che Lincantesimo sia stato copia
to pi? d'una volta e i versi, perianto, un sec?lo
risalgono ad pi? antico.1
Inoltre, poich? Aristofane imita le ultime tre parole di quest'incantesimo
- un buon incantesimo" -
"compi (xeX?eiv 8' ?ya&Y?v ??iaoLSiQv) ho dimo
strato in un altro saggio che incantesimi erotici in esametri come questo
dovevano essere in uso nel periodo tardo-classico se non
gi? prima.2
In questo esempio, come negli altri, Tincantesimo vanta il suo potere
nelLasserzione condizionale. E come il poeta delLOdissea offre due sce
nari per illustrare Tefficacia del f?rmaco d'Elena, quest'incantesimo sulle
m?le offre ugualmente due alternative: "se prendesse la mela in mano ...
la nel suo ... Inoltre, se si osserva la tavola
oppure ponesse gi? petto qui
sotto, si pu? vedere che, come Tiscrizione sulla coppa di Nestore e alcuni
altri incantesimi discussi in precedenza, quest'incantesimo er?tico combi
na un azione verbale con un oggetto cui Tincantesimo si riferisce con un
pronome deittico, per esempio: "questa coppa", "questo f?rmaco", "queste
sante
parole".
Notiamo anche come nelLincantesimo sulle mel? la parola pharmakon
sia usata ambiguamente per riferirsi tanto alla mela, che viene mangiata o
presa nel petto, quanto alTincantesimo verbale, che viene pronunciato so
pra. Quindi suggerisco che Tuso della parola pharmakon nella descrizione
del potere della droga d' Elena rifletta la stessa ambiguit? tra un oggetto

1 2
Faraone 1999, 97-98. Faraone 1992a.
GLI INCANTESIMI ESAMETRICI ED I POEMI EPICI V

(la droga) e un azione verbale (rincantesimo tradizionale). Sembra possi


bile dunque affermare che il poeta deir Odissea abbia preso un incantesi
mo verbale - originariamente designato, forse, per essere cantato sopra
un crat?re di vino - e Tabbia adattato alla sua descrizione deireffetto della

droga d'Elena.

TAVOLA COMPARATIVA

Oggetto Condizioni Effetti


La coppa la coppa "Chi beva ... desiderio er?tico
di Nestore da questa coppa"

La droga il vino "chi questo


avesse
ingerito"
nessun dolore
di Elena (due alternative) nessuna collera
'
... fossero morti
neppure
la madre e il n? se...
padre,
avessero trucidato
suo fratello o suo figlio"

L' amuleto la tabella "A chi nasconder? ... nessun male


queste
di Selinunte pl?mbea sant?
parole"

(due alternative)
"A lui n? nuoceranno quante
cose la terra nutre n? quante
pasee Anfitrite"
L'incantesimo lamela "Dar? questo f?rmaco ... desiderio er?tico
sulle mel? a
quale
donna darei...

(due alternative)
"se la prendesse in mano ...

o la ponesse gi? nel suo petto"

Oltre a tutti questi paragoni formali reperiti in altri incantesimi antichi, vor
rei citare un ultimo testo molto interessante, poich? secondo alcuni studio
si esso cita direttamente il passo omerico che descrive la droga d'Elena. Si
tratta di un aneddoto un altro poeta esametrico, il siciliano Em
riguardante
suo un - arrabbiato e
pedocle, che salva il amico Anchito, quando giovane
- con una spada (Giamblico
addolorato per lamorte del padre lo minaccia

V.Pyth. 113) i1

1
Dillon-Hershbell 1991, 136-137. Tradizionalmente studiosi hanno ritenuto ehe Em
gli
stesse es. Heim n.
115). In anni recenti,
pedocle citando Omero per fini magici (vedi per
tuttavia, si ? pensato che verso descrivesse solo aecordi sulla lira di Empedocle e
questo
non il suo canto. Vedi per es. Wright 1981, 11 e Inwood 1992, 157, che traduce (Testimonia
A 15) "Empedocles ... struck Homer calls music
up what pain-dissolving, anger-reducing
'which makes one bad". Si deve ammettere che il greco ? vago, ma
forget everything qui
18 CHRISTOPHER A. FARAONE

... 7T?TCaVTt,X?V to
'EfJLTUsSoxX?j? &? TY)V X?pOCV Xal
(JL?^ap[XO<ja(JL?VO? (O? Sf/E [iiXo?
xal xaxaaxaXTixov to
[A?Taxei,piaa|j.?vo? ??&?? ?v?xpo?aaTO v?]TC?v?? t' ?^oX?v te,
xaxtov aTi?vT?ov xaTa tov 7tocy]ty]v, xal tov t? ?auTou
"Ay^iTov
?tt?X?]^ov ?evoSo^ov
&avaTou xal tov v?avlav
?pp?aaTO ?vSpocpovla?.

Un in casa di aveva la spada contro An


giovane, Empedocle, sguainato l'ospite
chito, poich? gli aveva mandato a morte il padre con una sentenza in tribunale;
e gi? stava aggredendolo per Tira scatenata che lo aveva coito, e voleva trafigge
re il giudice di suo padre, Anchito, corne fosse un assassino, quando Empedocle
... senza mutando tono sulla lira e accordando un armonia distensiva e
indugio,
tranquilla, inton? subito il verso
e collera e che fa obliare ogni maie"
"che lenisce dolore
corne il poeta (cio? Omero) e salv? dalla morte il proprio ospite Anchito e dal
Tomicidio il giovane (trad, di C. Gallavotti con piccole varianti).

Giamblico, uno studioso e filosofo tardoantico, interpreta Tazione di Em


come una citazione di Omero e alcuni studiosi moderni lo hanno
pedocle
seguito. Tuttavia, questa interpretazione mi sembra un errore nato da un
malinteso gen?rale, cui io ho fatto riferimento alHnizio di questo mio in
tervento: che Tepica narrativa sia sempre la fonte per gli incantesimi esa
metrici e non
Topposto.
L'argomentazione tradizionale si basa sulla cronologia: poich? YOdissea ?
un testo pi? antico di Empedocle, dobbiamo supporre che Empedocle stia
citando Omero. Al primo sguardo quest'argomentazione sembra corretta,
ma ci sono altri fattori oltre alla dei due testi. Prima di tutto,
cronologia
i versi si accordano meglio con il contesto deir episodio ?' Empedocle che
con quello in cui Elena usa il suo f?rmaco. Il poeta siciliano canta i suoi
versi per calmare un giovane, che ? arrabbiato e addolorato per il padre
morto. Nella scena dtlYOdissea invece Telemaco ? triste e forse addolorato,
ma non
? affatto arrabbiato. Secondo, ? pi? difficile comprendere precisa
mente corne una citazione d'Omero possa essere efficace in questo conte
sto: crederemo forse che il giovane assassino avendo riconosciuto subito la
fonte omerica della citazione si sia ricordato del gentile Telemaco e quindi

sono chiaramente descritte tre azioni: il cambio del tono musicale Tat
([xe&apfxoaafxsvo?);
to di suonare la lira (fxeTax?Lpi(ja(ji?vo?) e che inizia, cio? il canto. Si veda la
qualcos'altro
discussione di Obbink 1993, 80 n. 67. Il verbo finale ?vExpo?cjaro, usato in origine per indi
care ilmomento in cui si attacca a suonare la lira letter a "colpire
(alla (la lira)"), a partir?
da Pindaro ? usato per indicare Tinizio di un canto (West 1981, 122 e n. 58, che cita anche
Suda s.v. ?vocxpou?[ji?&a [= ?va7ipooi.fjiia?o(ji?t}a] e Polibio 4, 22, 11, dove il verbo ? usato per
indicare Tinizio di un discorso). Dato che Empedocle era famoso per i suoi canti e non

per il suono della lira, Tinnovativa interpretazione di Wright e Inwood difficilmente sem
bra giustificata.
GLI INCANTESIMI ESAMETRICI ED I POEMI EPICI 19

si sia vergognato delLazione cruenta che stava per commettere? O pense


remo che la citazione di questo brano subito e da
piuttosto m?gicamente,
sola, abbia fatto dimenticare al giovane la sua collera e il suo dolore? La
seconda ipotesi sembra pi? plausibile, poich? abbiamo gi? osservato che
i Greci usano tali incantesimi per simili scopi. Ma se la seconda interpre
tazione ? corretta, perch? dobbiamo invocare la pratica antica di citare i
come incantesimi - una
versi d'Omero pratica che ? cominciata soltanto
romano - si vanta
nel periodo quando sappiamo bene che Empedocle della
sua conoscenza proprio di questo genere di incantesimi esametrici (fr. 98
[trad. C. Gallavotti]):

E tutti i pharmaka che si producono corne rimedio dei morbi e della vecchiaia tu
potrai conoscere, perch? completer? soltanto per te tutti questi precetti. Saprai
calmare la forza degli incessanti venti, che sulla terra awentandosi con le loro fo
late distruggono i raccolti; e poi di nuovo, a tuo piacimento, riporterai gradite le
brezze. Dalla fosca pioggia farai tempestivo per la gente il secco, ed anche far ai,
dal secco in estate, a ristoro degli alberi, i getti d'acqua che sprizzano in alto. Sa
prai riportare su dallAde il vigore di un uomo ormai finito.

? molto a mio par?re pensare che in una versione pi? antica


pi? semplice
di questo aneddoto da solo calmasse la collera e il dolore del
Empedocle
un incantesimo con le
giovane con esametrico che iniziava parole strane
t'acholon te e continuava con alcuni versi come
nepenthes probabilmente
come i poeti, che hanno
quelli nel quarto libro delLOdissea. E, comunque,
composto la vanteria di Demetra e
gli incantesimi reperiti a Creta, in Ca
labria e in Sicilia, sembrano conoscere versioni diverse degli stessi incan
tesimi, anche Empedocle e il poeta dtlY Odissea conoscevano entrambi il
medesimo incantesimo che comincia con le t'acholon te,
parole nepenthes
che il siciliano ha usato per salvare la vita del suo amico e che il poeta del
YOdissea ha adattato alla sua composizione per descrivere il potere m?gico
della droga di Elena.
Ma a questo punto dobbiamo domandarci come i poeti della narrati
va ?pica, quale YOdissea, vengono a conoscenza di incantesimi esametrici
come questi. Abbiamo visto che i poeti narrativi usano incantesimi simili
a quelli del periodo tardo-classico, ma adesso si pone una seconda questio
- cosi come
ne interessante: questi poeti stanno imitando semplicemente
fa Shakespeare, per esempio, per le formule magiche pronunciate dalle
- una forma usa
rinomate streghe nel Macbeth di espressione popolare
ta da un ceto sociale diverso e presumibilmente pi? basso? L'aneddoto di
e chiarire questo problema, poich? offre unimma
Empedocle pu? aiutare
credibile di un poeta che, nel bel mezzo della recitazione simposia
gine
o -
le di qualche poema narrativo didattico, pu? produrre alLimprowiso
- un incantesimo che calma subito la collera del giovane assassino.
m?gico
20 CHRISTOPHER A. FARAONE

Dawero questa scena suggerisce, come molti dei testi analizzati in que
sta sede, che i Greci credessero che gli stessi poeti potessero comporre e
recitare diversi generi di poemi esametrici, inclusi Tepico narrativo e Tin
cantesimo m?gico.

Conclusione

Permettetemi di concludere
questo studio con un breve passo tratto dal
Finizio della Teogonia d'Esiodo e con alcune osservazioni sul rap
generali
porto fra la poesia, Tincantesimo e la Gli studiosi hanno spesso
guarigione.
notato che i poeti greci tradizionalmente descrivono Teffetto del poema
?pico come un incantesimo m?gico. Per? ogni tanto un poeta descrive
non gen?ricamente come ''incantevole" o "m?gico" ma nello
quest'ef?etto
specifico corne un atto di guarigione. ? la vanteria di
L'esempio migliore
Esiodo nella Teogonia (98-103):

el yap ti? xal rc?v&o? l^cov v?0XY)8?t,^u[x?5


??y]Tai xpa??Y)v axa^?jfjLevo?, a?Tap ?oiS??
Moua?wv xXeea 7tpoT?pcov
tkp?rc?ov ?vt}p(?7T<ov
te &?o??, ot
u(jLV?ja7] (ji?xap?c "OXu[X7iov l^ouatv,
al<j/ 6 y? Suacppoauv?cov ?7n.Xiq&?Taio?S? ti xvjS?wv
(jL?[jLVY]TaLTa^??oc 8? 7tap?Tpa7t? &?5pa a^??OV.

Perch? se un uomo avendo dolore nel suo spirito gravato di recente si siede af
flitto nel suo cuore, e se un cantore, un servo delle Muse, canta le gesta
gloriose
degli uomini antichi e degli d?i beati che abitano TOlimpo, subito quest'uomo di
mentica i pensieri dolorosi e non si ricorda nessuna delle sue pene, perch? presto
i regali delle dee lo distolgono.

Questi versi sono pi? simili nel tono e nella a


struttura dei testi
parecchi
sopraccennati. Prima di tutto, essi consistono in una vanteria pronunciata
nella voce del poeta stesso, che descrive il potere soprannaturale della sua
poesia esametrica. Questa asserzione naturalmente richiama alia memoria
di Demetra e che il potere di
quelle gli amuleti, apertamente proclamano
fensivo o curativo dei loro versi esametrici. Essa presenta comunque una
forma condizionale, come Tincantesimo inciso sulla coppa di Nestore e i
versi che descrivono il potere
della droga di Elena. Dobbiamo notare anche
che Esiodo con quale velocit?
sottolinea la sua poesia faccia effetto, metien
do la parola aipsa alFinizio del v. 102 e Tawerbio t?cheos alFinizio della frase
successiva. Questa enfasi richiama Tuso della parola autika nel primo verso
deirincantesimo di Nestore, che vanta Tefficacia immediata della sua for
mula m?gica. Infatti troviamo spessissimo la stessa enfasi nei papiri magici
pi? tardi, dove molti incantesimi finiscono con le parole enfatiche "adesso,
adesso, subito, subito" (ede, ede, tachu, tachu).
GLI INCANTESIMI ESAMETRICI ED I POEMI EPICI 21

Perch? Esiodo si riferisce qui in modo specifico al potere curativo della


poesia ?pica e non gen?ricamente ad un vago potere m?gico? Martin West
e alcuni altri studiosi credono che questi versi si riferiscano aile circostan
ze storiche della prima esecuzione della Teogonia: i giochi funebri di un re
defunto, forse quelli per il re Anfidamante menzionati da Esiodo altrove.
Secondo quest'interpretazione, quindi, Esiodo vanta il potere curativo del
suo poema esametrico, Tha composto per curare un udito
perch? proprio
rio molto addolorato, cio? per lo stesso motivo per cui Elena versa il suo
f?rmaco nel vino di Telemaco e dei suoi compagni e per cui
Empedocle
canta i suoi versi per salvare il suo amico Anchito. Di nuovo dobbiamo af
frontare la questione deiranteriorit? cronol?gica: gli stregoni stavano imi
tando il vanto dei poeti epici corne Esiodo quando vantano il potere dei
loro incantesimi contro malattia e sofferenze umane? O forse ? Esiodo, che
sta imitando la vanteria tipica degli incantesimi a causa delle circostanze

speciali della prima esecuzione della Teogonia*? Anche in questo caso sarei
propenso a credere che Esiodo all'occasione f?nebre del suo poe
pensando
ma si sia servito della vanteria degli stregoni.
Vorrei terminare ilmi? intervento notando che le vanterie di Demetra e
altre volte nei periodi tardo-classico e el
degli amuleti greci appaiono due
lenistico e in contesti molto interessanti e suggestivi. Il primo caso si trova
airinizio della versione esametrica del giuramento ippocratico:
ours xtv? ^?tvcov 8r?Xr?GoyL(X.L?v?pa vo?aco
OUTS TLV' ?pya T?X??C*)V.
?v8yJ(JL(0V ?XoCpWCOC

N? ad un uomo straniero nuocer? con malattia

n? ad un feto distruttive ...


compiendo opere

Ancora una
volta notiamo le negazioni ripetute all'inizio di due esame
tri successivi e il verbo futuro delesomai nella stessa posizione che occupa
- in una
nelle altre vanterie. Chiarament? questo giuramento composto
-
forma strana, come un esametrico comincia come un amuleto
poema
curativo o apotropaico. Il giuramento ? difficile a datare, ma se si traitasse
di una data vicina al trattato ippocratico Sulla malattia sacra, ci sarebbe qui
un sarcasmo: quel testo attacca infatti spesso gli stregoni e imaghi
grande
che girovagano per le citt? greche usando gli incantesimi corne quelli che
e
abbiamo discusso. Demetra gli stregoni si vantano di impedir? ai demoni
e aile malattie di nuocere o
agli altri clienti ehe essi proteggono
ai bambini
imedid -
con i loro incantesimi. Qui per? ippocratici gli stessi che criticano
- imitare i
con grave ostilit? il lavoro di questi guaritori popolari sembrano
versi tradizionali di amuleti difensivi quando affermano come
gli stregoni
che i loro clienti non subiranno alcun danno.
La seconda eco della vanteria tradizionale non ? cosi forte, ma rivela
22 CHRISTOPHER A. FARAONE

come questi versi fossero recepiti nei periodi post-classici. Teo


ugualmente
crito, airinizio del suo undicesimo Idillio canta alcuni versi simili:1

O?S?v 7T0TT0V ?p(OTa ?XXo


Tzscp?xzi cp?pfjiaxov
Ncxla, our' our' ?n?Koccrrov,
eyxptoTOv', ?[jlIv 8ox??,
r?Tal ??ispt?s?* xou<pov S? ri touto xal ?Su
?ti' ?vt}pa>7cot,c. ??p??v 8'o? p?Si?v lern.
Y?v?t'
8' o?jxal tu xaXw? ??vTa
yt,v(?ax?cv laTp?v
xal TaT? ?vv?a 8y] 7t?cpt,X7)[ji?vov ?^ojol Mo?aaic.

Nessun altro esiste contro desiderio er?tico


pharmakon
-
Nicia, n? mi sembra, n? un
ung?ento, cataplasma
eccetto leMuse. Questo pharmakon ? soave e dolce
umani, ma non ? facile trovarlo.
per gli
E pens? che tu stesso lo conosca bene, perch? sei un medico
e estremamente amato dalle nove Muse.

Nella loro forma i primi due versi son? molto simili alle vanterie discusse
in precedenza, ma con alcune astute varianti: antichi vanta
gli esempi pi?
no che due o tre minacce - o malattie - ai
canoniche demoni clienti non
- un
faranno male, mentre Teocrito afferma che due rimedi tradizionali
o -
g?ento cataplasma al suo amico non faranno bene. Teocrito inoltre ha
scelto con molto acume il vocabolario in questo brano: la sua parola per
ung?ento (en-christon) richiama il pericoloso kata-christon nelF amuleto ere
tese e la sua parola per "cataplasma" (epipaston) usa il prefisso epi- impiegato
tre volte nelle altre vanterie per indicare le cagioni di malattia, per esem
pio epelysie nella vanteria di Demetra o epenikton e epagoge
("stregoneria")
neu'amuleto cretese.

Teocrito per? afferma anche che il solo pharmakon in grado di guarir?


Nicia ? la poesia ispirata dalle nove Muse. Notiamo inoltre come il poeta

gioca sul senso della Teocrito dice che non


doppio parola pharmakon: prima
esiste un pharmakon nella forma d'unguento o
cataplasma contro il deside
rio er?tico, pensando evidentemente di un pharmakon erbario che una per
sona pu? ingerir? o
applicare sul proprio corpo. Ma il poeta finisce questo
brano con una nota positiva aggiungendo che nessun pharmakon "eccetto
le Muse" curare Nicia - una
pu? vanteria relativa al potere della poesia
in gen?rale ma anche al potere soprannaturale del poema esametrico che
Teocrito sta cantando in quel preciso momento a Nicia. Alla fine Teocrito
- in una
sembra quindi giocare serie complessa di inversioni degne di un
- con tr?vate e an
poeta ellenistico le vanterie tradizionali sugli amuleti
che con la versione esametrica del giuramento ippocratico. Ma ? possibile
che Teocrito conoscesse questi generi di testi? Bisogna allora rammentare

1
Faraone 2006.
GLI INCANTESIMI ESAMETRICI ED I POEMI EPICI 23

che questo poeta compose (nel suo secondo idillio) una lunga e splendi
da imitazione di un incantesimo d'amore, che Simeta intona contro il suo
amante infedele. E il giuramento ippocratico esametrico? Non va scordato
che Teocrito abit? per qualche anno a Cos, un isola che in quel periodo era
sede della scuola ippocratica.
Per concludere, ? molto interessante che Teocrito prenda la parte degli
stregoni, quando scherzosamente attacca imedici (e il suo amico Nicia) di
chiarando che nel caso del male d'amore le cure mediche sono inefficaci,
mentre non lo sono i suoi esametri ispirati dalle Muse!1

Universit? di Chicago

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1 e aU'Universit?
Ho contributo alla Scuola Normale Superiore di Pisa
presentato questo
di Verona 2003 e vorrei imiei Glenn Most e
neiraprile ringraziare ospiti (rispettivamente
Attillio Mastrocinque) e il pubblico di queste due sedi per i loro commenti e le loro do
mande.
24 CHRISTOPHER A. FARAONE

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